945 resultados para traduzione, letteraria, tedesco


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L'obiettivo della mia tesi di laurea è quello di proporre la traduzione in italiano di "La fragilidad de las panteras", un romanzo scritto dall'autrice madrilena María Tena. Il lavoro si divide in quattro capitoli. Il primo contiene una presentazione dell'autrice e delle sue opere, con un paragrafo dedicato alla trascrizione dell'intervista rilasciatami da María Tena a Madrid. Il secondo capitolo presenta un'analisi dettagliata dell'opera e delle sue caratteristiche principali: la trama, i personaggi, lo spazio e il tempo in cui si svolgono le vicende, lo stile dell'autrice e i temi trattati. Il terzo capitolo è interamente dedicato alla proposta di traduzione del romanzo, mentre nel quarto e ultimo capitolo viene descritta la metodologia traduttiva utilizzata, analizzando i principali problemi incontrati durante la fase di traduzione e le strategie impiegate per risolverli.

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Il progetto si propone di tradurre parti di un’opera di John Ronald Reuel Tolkien inedita in Italia. Si tratta dell'introduzione e di un capitolo del settimo volume della History of Middle-Earth, che raccoglie l’intero corpus degli scritti tolkeniani e ne ricostruisce l’evoluzione narrativa. La tesi, oltre al capitolo dedicato alla traduzione dall'inglese all'italiano e alla discussione delle scelte traduttive, include: alcune notizie biografiche su Tolkien, con particolare riferimento agli anni giovanili; una discussione sulla legittimità di un suo eventuale inserimento all'interno dei canoni letterari; una discussione sulle differenti interpretazioni de Il Signore degli Anelli; una discussione sui contenuti di tutti i volumi della History e sulle difficoltà che sorgono nella traduzione delle opere di Tolkien.

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L’autore tedesco Erich Kästner è noto al pubblico italiano soprattutto per la narrativa per ragazzi, ma tende ad essere dimenticato quando si affronta la letteratura del dopoguerra. Anch’egli, infatti, diede un contributo fondamentale alla Trümmerliteratur, ovvero la letteratura delle macerie, un movimento letterario nato in Germania nel secondo dopoguerra e che si poneva come obiettivo quello di testimoniare la crudezza della seconda guerra mondiale. Scopo dell’elaborato è quindi quello di fare luce sul contributo di Kästner alla Trümmerliteratur mediante la proposta di traduzione dal tedesco all’italiano di due testi tratti dalla raccolta Der tägliche Kram [Le cianfrusaglie di tutti i giorni]. Dopo una breve introduzione all’autore, al movimento letterario e all’opera in questione, vengono analizzati più attentamente i due testi, definendone la tipologia e la funzione testuale, aspetti fondamentali ai fini traduttivi. Nel quarto capitolo si trovano le traduzioni italiane affiancate dal testo originale tedesco in modo da facilitarne il confronto. L’affiancamento dei testi è inoltre necessario per un riconoscimento più immediato delle strategie traduttive, che vengono approfondite nel quinto capitolo.

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Il tema del presente elaborato è la traduzione in ambito teatrale. Il lavoro si basa sulla proposta di traduzione dal tedesco all’italiano di un estratto del dramma Schlußchor di Botho Strauß. La prima parte della tesi si concentra sull’autore e sull’analisi del testo di partenza. La seconda parte contiene il commento alla traduzione in cui si individuano le caratteristiche del testo teatrale, i principi fondamentali che hanno determinato le scelte traduttive e le difficoltà incontrate nel tradurre il testo, con le rispettive strategie adottate. L’elaborato è preceduto da un’introduzione con le motivazioni della scelta dell’argomento e seguito dalle riflessioni finali inserite nella conclusione

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Zwetschge sucht Streusel è un romanzo rosa umoristico scritto da Petra Klotz e Susanne Schönfeld ambientato a Ulm, città del Baden-Württemberg. Il testo presenta numerosi elementi legati a questa particolare regione tedesca, come l'uso del dialetto svevo e riferimenti a canzoni, personaggi e leggende locali. Dopo una breve introduzione alle autrici, al testo e all'ambiente culturale nel quale si colloca, l'elaborato sviluppa un'analisi sulle strategie traduttive formulate da Reiß, sui concetti di Fremdes e Eigenes, sulla natura della Komik e il suo rapporto con la traduzione. Viene quindi proposta una traduzione di alcune pagine del romanzo, seguite da un commento al testo e alle strategie traduttive, che analizza lessico e sintassi, giochi di parole e culture-specific items incontrati.

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Il presente elaborato contiene una proposta di traduzione dal tedesco di sei «Kolumnen» (rubriche giornalistiche) del giornalista e scrittore tedesco Harald Martenstein, capaci di offrire spunti di riflessione su temi attuali legati alla cultura tedesca, e non solo, anche a un potenziale pubblico italiano. Inoltre presenta un’ampia riflessione sulle tecniche di traduzione dell’ironia, caratteristica inconfondibile dell’autore, e dei «realia», termini culturo-specifici riferiti alla cultura tedesca.

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L’argomento di questa tesi è la traduzione in italiano del fumetto di ambientazione storica BERLIN-Geteilte Stadt degli autori tedeschi Susanne Buddenberg e Thomas Henseler. La tesi si svilupperà a partire dall’analisi storica della nascita del fumetto in Germania. In seguito, verranno trattati i principali elementi linguistici, visivi e tipografici che compongono un fumetto e i relativi problemi traduttivi. Dopo un’accurata analisi del fumetto preso in considerazione, seguiranno la mia proposta di traduzione e un commento alla traduzione, che metterà in luce problemi traduttivi specifici e le strategie utilizzate per affrontarli.

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Nel presente elaborato mi propongo di sviluppare un’analisi sulla letteratura postcoloniale, concentrandomi su un ramo specifico di quest’ultima, la black British literature, con annessa proposta di traduzione di alcuni capitoli del romanzo “Never far from nowhere”, pubblicato nel 1996 da una delle maggiori esponenti della narrativa black British, la scrittrice inglese di origini giamaicane Andrea Levy.  Nel primo capitolo, l’intento principale è quello di far luce sulle analogie esistenti fra traduzione letteraria e letteratura postcoloniale.  Nel secondo capitolo, mi concentrerò in particolare sulla black British literature: la narrativa inglese prodotta dagli immigrati provenienti dai Paesi del Commonwealth, sviluppatasi in Gran Bretagna in seguito al flusso migratorio degli anni Cinquanta.  Il terzo capitolo sarà dedicato alla biografia e alle opere di Andrea Levy, agli episodi che hanno in qualche modo segnato la sua vita e determinato la sua scelta di diventare scrittrice.  Nel quarto capitolo, infine, presenterò il romanzo che ho scelto di tradurre, Never far from nowhere. Seguirà un commento alla traduzione in cui ripercorro tutti i passaggi che mi sono parsi più problematici da tradurre.  L’obiettivo di questo elaborato è di valorizzare un genere letterario che è stato a lungo sottovalutato, nonostante la sua enorme portata storica e ideologica, il suo carattere di testimonianza e la valenza che ha assunto non solo per l’identità black British, ma per l’identità britannica a tutto tondo.

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Lo scopo del presente elaborato è la proposta di traduzione in italiano di un romanzo contemporaneo dello scrittore argentino Félix Bruzzone, Los topos, che racconta la storia di un giovane, orfano di entrambi i genitori desaparecidos, e della sua ricerca del presunto fratello nato in cattività. Nello specifico, il viaggio del narratore-protagonista costituisce il tentativo, destinato al fallimento, di recuperare la sua identità perduta e costruire vincoli familiari e affettivi in una società violenta, dove la sparizione forzata, sotto altre forme, è ancora una pratica abituale. Con i suoi tratti comici e grotteschi, l’opera rivendica in modo creativo una certa indipendenza dal tradizionale discorso vittimizzante sulla memoria, sia nello sviluppo della storia che nelle strategie stilistiche e narrative. I primi tre capitoli di questa tesi inquadrano Los topos in un contesto culturale e letterario e presentano un’analisi delle ragioni dell’originalità dell’opera nell’ambito della produzione letteraria su questo tema: in particolare, nel Capitolo I vengono illustrati i fatti storici relativi all’ultima dittatura militare argentina (1976 - 1983) e le ripercussioni sociali del regime negli anni successivi; il secondo capitolo contiene un breve ritratto di Félix Bruzzone e un’intervista realizzata all’autore nel contesto di un rapporto di collaborazione e di un periodo di ricerca svolto in Argentina, che si sono rivelati fondamentali per l’interpretazione e la traduzione del testo originale; il Capitolo III è dedicato all’analisi del romanzo dal punto di vista tematico, narrativo, linguistico e stilistico. Gli ultimi due Capitoli sono relativi all’attività di traduzione dell’opera: il quarto contiene la versione italiana, proposta integralmente, mentre nel quinto vengono esaminate le strategie adottate per la risoluzione dei principali problemi traduttivi, con l’obiettivo di base di riprodurre l’apparato ritmico dell’oralità che caratterizza il testo originale.

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Il seguente elaborato, composto da quattro capitoli, ha come obiettivo principale la presentazione di una proposta di traduzione commentata del racconto giallo "A perdição do sorriso cromado" dello scrittore portoghese Ricardo Miguel Gomes. Nel commento alla traduzione, vengono analizzati nel dettaglio come il traduttore ha affrontato la traduzione stessa e le problematiche linguistiche e culturali riscontrate durante il lavoro. Inoltre, nella prima parte dell'elaborato, viene illustrata la storia del genere giallo o poliziesco in generale per poi entrare più nel dettaglio esaminando lo sviluppo di tale letteratura in Italia e in Portogallo.

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L’oggetto di studio del presente lavoro è la proposta di traduzione del libro El principito ha vuelto della scrittrice canaria María Jesús Alvarado, che non solo è l’autrice di molti racconti e poesie, ma è anche psicologa, cineasta, sceneggiatrice e regista. Questo libro, pubblicato nel 2015 dalla casa editrice Libros de las Malas Compañías e inserito nella collana Caprichos, racconta la storia di un viaggio nel deserto del Sahara intrapreso dalla protagonista insieme con la sua troupe cinematografica, al fine di girare un documentario sul popolo saharawi. La prima parte è dedicata all’autrice e presenta una breve biografia e presentazione dei suoi lavori passati, sia in ambito letterario che cinematografico. La seconda parte illustra un’analisi dettagliata del testo originale. Iniziando dalla collocazione editoriale, proseguirò con la presentazione della trama, dei personaggi, dei temi trattati, dello stile utilizzato, del paratesto e delle illustrazioni del libro. La terza parte riporta interamente la mia proposta di traduzione del testo originale. La quarta parte presenta il commento alla traduzione, comprensivo di analisi degli aspetti morfosintattici, lessicali e stilistici, dei riferimenti culturali e delle illustrazioni del libro. Infine, sono illustrate le conclusioni tratte da quest’esperienza di traduzione.

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La poetessa Sofija Jakovlevna Parnok (1885 - 1933) ha attraversato anni che per la Russia sono stati travagliati e intensi, sia dal punto di vista storico che da quello culturale (e quindi letterario): percorrendo i primi decenni del XX secolo, da una parte raccolse tracce di quel periodo nella propria opera, dall’altra vi lasciò un segno indelebile e unico. Pochi sono tuttavia coloro che hanno deciso di ripercorrere il segno lasciato dalla poetessa. In questo elaborato si è voluto riportare alla luce il nome di Sofija Parnok, spesso sconosciuto ai più, attraverso la traduzione di alcune poesie scelte, attraverso la loro analisi e, contemporaneamente, attraverso il racconto della sua vita: la vita della cosiddetta “Saffo russa”.

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La letteratura per l’infanzia è da molto tempo, ormai, oggetto di riscritture e traduzioni per permettere ai piccoli lettori di leggere, così come avviene per gli adulti, storie provenienti da ogni parte del mondo. La traduzione della letteratura per l’infanzia viene, però, ancora troppo spesso sottovalutata e subordinata in ordine di importanza e, soprattutto, di difficoltà alla traduzione letteraria vera e propria. L’origine di questo elaborato deriva, così, dalla mia volontà di approfondire la mia conoscenza di questo ambito della letteratura e di affrontare in prima persona tutte le sfide e le difficoltà con cui un traduttore di libri per l’infanzia è costretto a confrontarsi. Al centro del mio studio e del mio lavoro di traduzione vi è il libro per bambini Little Lou à Paris di Jean Claverie. Ciò che mi ha immediatamente colpita e affascinata di questo libro è lo stretto legame che l’autore, attraverso rapide pennellate color seppia, riesce a creare tra parole e immagini, tra ciò che viene raccontato e i tratti delicati dei disegni, ma soprattutto il modo in cui è qui rappresentato e descritto lo sguardo di un bambino sul mondo, su un mondo per lui nuovo e sconosciuto. La tesi si compone di quattro capitoli. Nel primo capitolo presenterò l’autore e la sua opera, seguirà, poi, nel secondo, un’analisi del testo di partenza e delle sue caratteristiche. Il terzo capitolo contiene la mia proposta di traduzione dell’intero libro di Jean Claverie, e infine, nel quarto ed ultimo capitolo, dopo aver illustrato i tratti principali della letteratura per l’infanzia e della sua traduzione, commenterò la mia proposta di traduzione spiegando e analizzando particolari scelte fatte nel corso del processo traduttivo.

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Riconoscendo l’importanza delle traduzioni all’interno della cosiddetta repubblica democratica dell’infanzia, il lavoro analizza le prime traduzioni tedesche e italiane del classico della letteratura per l’infanzia I ragazzi della Via Pál di Ferenc Molnár, al fine di metterne in luce i processi non solo prettamente traduttivi, ma anche più ampiamente culturali, che hanno influenzato la prima ricezione del romanzo in due contesti linguistici spesso legati per tradizione storico-letteraria alla letteratura ungherese. Rispettando la descrizione ormai comunemente accettata della letteratura per ragazzi come luogo di interazione tra più sistemi – principalmente quello letterario, quello pedagogico e quello sociale –, il lavoro ricostruisce innanzitutto le dinamiche proprie dei periodi storici di interesse, focalizzando l’attenzione sulla discussione circa l’educazione patriottica e militare del bambino. In relazione a questa tematica si approfondisce l’aspetto della “leggerezza” nell’opera di Molnár, ricostruendo attraverso le recensioni del tempo la prima ricezione del romanzo in Ungheria e presentando i temi del patriottismo e del gioco alla guerra in dialogo con le caratteristiche linguistico-formali del romanzo. I risultati raggiunti – una relativizzazione dell’intento prettamente pedagogico a vantaggio di una visione critica della società e del militarismo a tutti i costi – vengono messi alla prova delle traduzioni. L’analisi critica si basa su un esame degli elementi paratestuali, sull’individuazione di processi di neutralizzazione dell’alterità culturale e infine sull’esame delle isotopie del “gioco alla guerra” e dei “simboli della patria”. Si mostra come, pur senza un intervento censorio o manipolazioni sensibili al testo, molte traduzioni italiane accentuano l’aspetto patriottico e militaresco in chiave pedagogica. Soprattutto in Italia, il romanzo viene uniformato così al contesto letterario ed educativo dell’epoca, mentre in area tedesca la ricezione nell’ambito della letteratura per ragazzi sembra aprire al genere del romanzo delle bande.