988 resultados para Traduzione, Kolumne, ironia, realia, Harald Martenstein
Resumo:
Il presente elaborato contiene una proposta di traduzione dal tedesco di sei «Kolumnen» (rubriche giornalistiche) del giornalista e scrittore tedesco Harald Martenstein, capaci di offrire spunti di riflessione su temi attuali legati alla cultura tedesca, e non solo, anche a un potenziale pubblico italiano. Inoltre presenta un’ampia riflessione sulle tecniche di traduzione dell’ironia, caratteristica inconfondibile dell’autore, e dei «realia», termini culturo-specifici riferiti alla cultura tedesca.
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Questa tesi, nata da alcuni incontri avvenuti in questi tre anni di università, si propone di favorirne un altro. Nella traduzione di Fettnäpfchenführer Russland: Was sucht der Hering unterm Pelzmantel? di Veronika Wengert, infatti, si intersecano tre mondi, proprio quelli che hanno accompagnato la mia carriera universitaria: quello russo, descritto dall’autrice, quello tedesco, di cui il protagonista è rappresentante, e quello italiano, destinatario ideale della traduzione. Scopo dell’elaborato è quindi proporre a un ipotetico lettore italiano la traduzione dal tedesco di tre capitoli del libro, per me molto significativi per conoscere la cultura russa. Un incontro trilaterale per niente semplice, se si pensa che questo Fettnäpfchenführer, una “guida anti-gaffe per la Russia”, non è ascrivibile in un genere testuale definito e presenta funzioni testuali diverse, nonché molti riferimenti alla cultura tedesca e, ovviamente, alla realtà russa. Dopo un breve excursus su autrice e opera in questione, vengono analizzate alcune teorie della traduzione e altri aspetti interessanti, riguardanti soprattutto l’ironia e i realia. La traduzione italiana è affiancata dal testo originale tedesco, per facilitare il confronto e il riconoscimento delle strategie traduttive utilizzate, che vengono analizzate nel paragrafo successivo. Nella conclusione si ribadisce l’importanza della traduzione come ponte fra culture.
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Questa tesi è costituita dalla traduzione di alcuni estratti del romanzo "Chengwei Heping Fandian", dell'autrice cinese Chen Danyan, corredata da un commento traduttivo incentrato soprattutto sulla traduzione dei realia e dei chengyu dal cinese all'italiano. Il commento prende inoltre in considerazione le ambientazioni e gli aspetti storico-culturali che fanno da sfondo alle vicende del romanzo, in particolare l'Hotel della Pace di Shanghai e la Campagna dei "Cinque anti" portata avanti dal regime maoista.
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Tutkimus tarkastelee käännösstrategioita, joita on hyödynnetty kulttuurisidonnaisten viittausten käännöksessä televisiodubbauksessa englannin kielestä italiaan. Tutkimusmateriaaliksi on valittu tv-sarjan Gilmore Girls (2000–2007) kolmannelta tuotantokaudelta poimittuja kulttuurisidonnaisia viittauksia. Kaikkiaan viittauksia on 172, joista 125 luokitellaan alluusioiksi, eli kielensisäisiksi elementeiksi, ja 47 katsotaan realioiksi, eli kielenulkoisiksi elementeiksi. Tutkimus pyrkii selvittämään, millaisia käännösstrategioita italialaiset jälkiäänittäjät ovat hyödyntäneet kohdatessaan kulttuurisidonnaisia viittauksia sekä pohtimaan käännösvalintojen syitä ja tarjoamaan vaihtoehtoisia ratkaisuja. Käännösanalyysissä tutkimusmateriaali luokitellaan Ritva Leppihalmeen jaottelun mukaisesti realioihin sekä kahdentyyppisiin alluusioihin, eli erisnimiä ja avainlauseita sisältäviin alluusioihin. Leppihalme on luonut jaottelun mainituille viittaustyypeille sopivista käännösstrategioista, jotka esitellään tutkimusaineiston avulla. Aineisto luokitellaan ja analysoidaan käännösstrategioiden perusteella. Lisäksi luokittelun pohjalta luodaan tilasto eri käännösstrategioiden osuudesta tutkitun materiaalin jälkiäänityksessä. Tutkimuksessa käy ilmi, että yleisimmät sarjan jälkiäänityksessä käytetyt käännösstrategiat ovat vieraannuttavia ja neutralisoivia, mutta kotouttavia strategioita käytettiin vähän. Käännös todettiin tyypilliseksi esimerkiksi italialaisista dubbauskäytännöistä, ja tekstin laatu on sinällään hyvä. Neutraloitu dialogi on kuitenkin menettänyt jälkiäänityksessä erityispiirteitään eikä se vastaa tyyliltään alkuperäisen tv-dialogin henkeä. Analyysin perusteella suositellaan korvaavien käännösstrategioiden käyttöä. Tällä tavalla teksti sisältäisi yhä viittauksia, vaikka ne olisikin mukautettu kohdekielisen yleisön tarpeisiin.
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Il presente lavoro affronta il problema della traduzione dei termini culturo-specifici nella letteratura contemporanea di lingua tedesca ambientata nella DDR. L’analisi della produzione narrativa della Wendeliteratur consente di osservare come il lessico e le espressioni tipiche della DDR vengano utilizzati nelle opere letterarie in funzione citazionale per denotare e connotare la realtà della Germania dell’Est. Attraverso un approccio integrato che coniuga i contributi teorici degli studi sulla traduzione con gli aspetti della pratica traduttiva il lavoro indaga il tema dei realia attraverso una presentazione delle ricerche esistenti, propone una classificazione specifica per i realia della DDR e procede a una ricognizione delle strategie e dei procedimenti traduttivi concreti, che consente di evidenziare le diverse scelte adottate dai traduttori. Attraverso un’analisi ermeneutica dei testi e lo strumento dell’isotopia come indicatore di coerenza le traduzioni italiane delle opere della Wendeliteratur sono oggetto di un’analisi critica. I risultati dell’analisi vengono infine utilizzati come riferimento per la traduzione dei realia nel racconto di F.C. Delius, Die Birnen von Ribbeck.
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"Ricordi di scuola", il più celebre e personale tra i romanzi del giornalista, scrittore, umorista, nonché vignettista Giovanni Mosca, è il diario di un giovane maestro delle scuole elementari nella Roma fascista degli anni ’30. Il libro presenta uno stile semplice, fresco e lineare e racconta gli episodi di un maestro elementare e dei suoi alunni. La figura prevalente è sicuramente quella del maestro, un uomo “speciale” dalla personalità gentile, disponibile e per nulla severo, come ci si potrebbe aspettare, data l’epoca in cui il romanzo è ambientato, dimostrandosi comprensivo ed indulgente con i propri alunni senza però dimenticare la sua funzione educativa. Dal punto di vista della didattica il maestro Mosca si mostra diverso, quasi “rivoluzionario”. E’ un maestro che non dà voti e non boccia, che critica il nozionismo, i problemi astrusi e le poesie a memoria. Il racconto si compone di ventuno episodi, nei quali l’autore non nasconde la sua simpatia nei confronti degli alunni per la loro fantasia e la loro candida immaginazione e la sua ironia e la sua disapprovazione nei confronti degli adulti, di quei “grandi” che pensano di possedere la saggezza e la verità, ma che spesso si rivelano personaggi più immaturi e fragili dei loro stessi alunni. L’elaborato si compone di: introduzione al libro, traduzione di alcuni capitoli in lingua spagnola e analisi delle difficoltá traduttive incontrate durante la stesura.
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Questo elaborato consiste in una proposta di traduzione e un commento relativo alle scelte traduttive adottate di due estratti dal libro Der Dativ ist dem Genitiv sein Tod. Temi principali del libro sono la lingua tedesca, la sua grammatica e l'uso più o meno sbagliato che ne viene fatto. Entrambi gli argomenti vengono trattati dall'autore con ironia e semplicità e la proposta di traduzione si ripropone di mantenere lo stile pieno di sfumature che caratterizza i testi di Bastian Sick.
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Questo elaborato nasce da un interesse personale, quello per il romanzo Educazione Siberiana e per l'autore Nicolai Lilin. Da qui è nata un'idea di analisi del romanzo da un punto di vista culturale e traduttologico, nonostante l'opera sia scritta in italiano. Il titolo dell'elaborato descrive la traduzione come lettura ideale: il traduttore, come figura che si pone tra due lingue e due culture, rappresenta infatti il lettore ideale di un'opera tradotta, poiché ha a disposizione le conoscenze della cultura di partenza e di quella di arrivo. Per questo motivo, è attraverso il suo lavoro che tale opera può essere trasmessa ad un lettore medio. Il lettore medio potenzialmente può non conoscere nulla della lingua e della cultura originaria. Come "russista" e studentessa di traduzione, madrelingua italiana, mi sono posta nella posizione di lettrice ideale, che dispone di un bagaglio culturale che va oltre la cultura che si acquisisce in base alle proprie origini. L'obiettivo di questa tesi è perciò quello di effettuare una rilettura del romanzo attraverso i realia, cioè termini e concetti che fanno riferimento ad aspetti propri di una cultura, in questo caso quella russa, per i quali spesso non esiste una traduzione ufficiale e che prevedono, da parte del traduttore, una grande conoscenza della cultura di partenza. Tuttavia mentre il lettore medio critica la veridicità dei racconti crudi e spesso violenti presenti nel romanzo, il traduttore-lettore ideale si rende conto di come alcuni realia della cultura russa siano stati riportati in maniera imprecisa nella lingua italiana. Si analizzeranno quindi i realia trattati in maniera imprecisa, i realia che funzionano e i linguaggi culturali dell'opera a partire dall'articolo di presentazione del romanzo e la sua trasposizione cinematografica.
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Il presente elaborato ha l'obiettivo di mostrare una proposta di traduzione dallo slovacco del libro “Nám sa ešte nechce spať“ dell'autore Daniel Hevier e di promuovere la letteratura e la cultura slovacca in Italia. La prima parte è dedicata alle informazioni sull'autore e sul libro, la seconda parte sulla proposta di traduzione e, infine, nella terza parte verrà presentato il commento della traduzione, in cui verranno prese in analisi le principali problematiche traduttive, con particolare attenzione ai punti critici e più significativi di questo progetto.
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Questa tesi è dedicata alla traduzione dallo slovacco all’italiano di quattro fiabe popolari slovacche di Dobšinský in una versione per bambini adattatata da Elena Slobodová e pubblicata nel 2012 con il titolo Slovenské rozprávky [Fiabe slovacche]. L’adattamento si basa sull’opera Prostonárodné slovenské povesti [Leggende popolari slovacche] pubblicata da Dobšinský tra il 1880 e il 1883. Le fiabe di Dobšinský sono considerate la monumentalizzazione della fiaba popolare slovacca nella sua forma classica e costituiscono una componente importante del patrimonio culturale slovacco. Quindi, benché l’autrice abbia rimosso quegli elementi non adeguati per bambini, nelle fiabe adattate sono presenti molte tracce della lingua arcaica e molti realia relativi alla cultura slovacca. La tesi comprende un’introduzione, cinque capitoli e le conclusioni. Il primo capitolo è dedicato alla traduzione della letteratura per l’infanzia, in particolare delle fiabe. Il secondo capitolo riguarda la vita di Dobšinský e la genesi delle Prostonárodné slovenské povesti nel contesto storico-culturale del Romanticismo slovacco. Inoltre, in questo capitolo vengono analizzate le modalità in cui le fiabe popolari sono entrate a far parte della letteratura per l’infanzia e sono state adattate per la radio e la televisione. Il terzo capitolo consiste nell’analisi del testo di partenza non solo dal punto di vista della struttura delle fiabe, ma anche in relazione alle differenze tematiche e linguistiche che sussistono tra il testo originale di Dobšinský e la versione adattata. Del terzo capitolo fa parte anche un glossario con i termini arcaici, letterari, enfatici, dialettali e colloquiali, le espressioni idiomatiche e i realia. Il quarto capitolo contiene la proposta di traduzione in italiano delle fiabe Zlatovláska, O dvanástich mesiačikoch, Popolvár najväčší na svete a Nebojsa. Nel quinto capitolo vengono commentate le strategie e le difficoltà traduttive.
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Il contenuto principale della tesi consiste nella traduzione delle pagine 20-24 del testo "Städtebau für Mussolini. Auf dem Weg zu einem neuen Rom" di Harald Bodenschatz.
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L’elaborato analizza forme di humour e di language-play, valutandone uso e traduzione in un episodio della serie Modern Family, sitcom famosa per la sua comicità che mescola ironia, giochi di parole e elementi culturali tipici del panorama americano. L’elaborato si articola in quattro capitoli: nel primo si presenta una descrizione della serie, dei suoi personaggi e delle motivazioni del suo successo; il secondo tratta invece di humour, di language-play e della loro traduzione; nel terzo, dopo un breve accenno alle difficoltà del doppiaggio, si affronta la traduzione di Verbally Expressed Humour on Screen (VEH); infine, il quarto capitolo è dedicato all’analisi contrastiva della versione originale e di quella doppiata dell’episodio, articolata secondo tre categorie: language-play, non-specific Verbally Expressed Humour e riferimenti culturali. In appendice, la trascrizione della versione originale e di quella doppiata con i relativi tempi di entrata e di uscita.
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Visto lo straordinario successo mondiale della quadrilogia L’amica geniale di Elena Ferrante, questa tesi si pone l’obiettivo di analizzare la traduzione in cinese del primo volume e di spiegare quale sia stata la ricezione di un romanzo italiano di tale valore da parte del pubblico cinese. L’amica geniale è indubbiamente uno dei capolavori della letteratura italiana degli ultimi dieci anni. Pubblicata a partire dal 2011, la quadrilogia è diventata in breve tempo un best-seller in tutto il mondo, ottenendo il primo posto anche nelle classifiche dei libri più letti in Cina. Basato sulla storia della travagliata amicizia che legherà per sempre Elena e Lila, due bambine provenienti da un rione povero della periferia di Napoli, il romanzo si presenta come il racconto indiretto dell’evoluzione storica e sociale dell’Italia del Secondo Novecento. L’opera si contraddistingue dunque per una forte connotazione italiana e, in particolar modo, regionale: il presente lavoro è quindi incentrato sull’analisi della traduzione in cinese di tutti gli elementi culturo-specifici che contribuiscono alla creazione dell’immagine dell’Italia e della realtà locale in cui è ambientata la quadrilogia. Considerando, poi, l’universalità dei temi trasmessi da L’amica geniale, che ne hanno favorito il consenso internazionale, questa tesi si focalizza anche sull’impatto che il romanzo ha avuto sui lettori e sulle lettrici cinesi, provenienti da un background culturale molto distante da quello italiano.
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Questa tesi presenta la proposta di traduzione del romanzo "The Boy Who Could Fly" della scrittrice e illustratrice britannica Sally Gardner, e nasce dall’interesse per i modelli maschili positivi nella letteratura per l’infanzia e per ragazzi. Il libro fa parte della bibliografia del progetto G-Book, progetto finanziato dall’Unione Europea e a cura del Centro MeTRa dell’Università di Bologna volto alla promozione della letteratura gender positive per l’infanzia e per ragazzi. L’autrice tratta con ironia argomenti delicati come la valorizzazione della diversità e le relazioni familiari e tra coetanei. La tesi è suddivisa in quattro capitoli. Il primo capitolo è dedicato all’evoluzione della letteratura per l’infanzia e per ragazzi in una prospettiva gender positive, al ruolo della scuola nell’educazione alla lettura e alla sensibilizzazione per un’effettiva uguaglianza di genere e ai principali atti legislativi. Vengono presentati il Centro MeTRa, il progetto G-Book, l’analisi delle pubblicazioni per fasce d’età e delle relative questioni traduttive e, da ultimo, viene affrontato il rapporto degli italiani con la lettura. Il secondo capitolo contiene una presentazione dell’autrice, delle sue opere, dei caratteri salienti del romanzo e dei temi affrontati. Nel terzo capitolo viene esposta la scelta relativa al tema della presente tesi, ovvero i male characters e come i modelli maschili positivi possano avere un’influenza nella lotta per la parità di genere e per il superamento degli stereotipi. In questa parte dell’elaborato viene analizzata più a fondo la bibliografia G-Book e vengono presentati i capitoli del romanzo che sono stati tradotti. Il quarto capitolo comprende il commento alla traduzione e la tesi termina con due possibili collocazioni editoriali di The Boy Who Could Fly e la scheda di lettura del libro.
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Questo elaborato presenta la traduzione in italiano della prima metà del racconto “Sequence” di J. Marcelle Corrie, facente parte dell’antologia “A Phoenix First Must Burn: Sixteen Stories of Black Girl Magic, Resistance and Hope”. Il primo capitolo fornisce una panoramica sulla rappresentazione della comunità afroamericana nell’editoria e nella società americana, mentre il secondo capitolo introduce in modo più approfondito l’antologia e il racconto. La proposta di traduzione presentata nella sezione successiva è seguita dall’analisi del testo di partenza e dal commento sulle scelte traduttive che riguardano il livello sintattico e stilistico, i realia e i termini fantascientifici. In appendice si trova il racconto completo in inglese. L’obiettivo dell’elaborato è anche di trasmettere l’importanza di promuovere la pubblicazione di storie scritte da persone appartenenti a comunità sottorappresentate.