997 resultados para rilevamento geologico,Passo Rolle,Dolomiti,Werfen,Sudalpino,SEM,microscopio ottico,petrografia
Resumo:
Questa relazione di laurea accompagna la carta geologica e la sezione ad essa associata e discute i risultati ottenuti durante il rilevamento svolto durante la terza settimana di Giugno 2022. L’areale di studio è situato a N-NE di Passo Rolle, nella zona del Monte Castellazzo e della Cima Costazza. Qui affiorano, dal basso verso l’alto stratigrafico, le Arenarie di Val Gardena, la Formazione a Bellerophon, la Formazione del Werfen e, infine, il Complesso Indifferenziato. La maggior parte degli affioramenti considerati appartengono alla Formazione del Werfen. La successione rilevata è caratterizzata da una blanda inclinazione di strato verso NW. I contatti tra le varie Formazioni risultano stratigrafici e non viene rilevata la presenza di particolari strutture tettoniche se non nella porzione SW in cui intervengono una faglia incerta normale e una faglia certa normale con andamento NNW-SSE riconducibile al sistema di faglie associato alla linea di Passo Rolle. All’interno dell’areale affiorano anche diversi dicchi mafici di probabile età Ladinica che intrudono e tagliano la successione permotriassica. L’analisi di uno di questi ha permesso la sua caratterizzazione petrografica e geochimica tramite microscopia ottica ed elettronica (con microanalisi). La struttura è porfirica, con fenocristalli di plagioclasio e clinopirosseno che rappresentano quasi il 50% dell’area della sezione sottile considerata. Al microscopio ottico polarizzatore si osservano anche minerali opachi e cristalli di olivina quasi completamente sostituita da minerali secondari. La composizione chimica (elementi maggiori) del campione è stata ottenuta attraverso la microanalisi effettuata al microscopio elettronico a scansione di quaranta aree di circa 0,8x0,5 mm. I risultati permettono di classificare il dicco mafico come shoshonite, varietà ricca di K2O di andesite basaltica.
Resumo:
Questo elaborato presenta e discute le osservazioni svolte durante il rilevamento geologico dell’area di Passo Rolle, compilate in una carta geologica corredata di due sezioni geologiche, e alcune ricostruzioni del paleosforzo elaborate a partire dall’evidenza mesostrutturale della deformazione fragile che caratterizza l’area. Queste analisi consentono una migliore comprensione della sequenza litostratigrafica permo-triassica delle Dolomiti e forniscono informazioni sull’evoluzione strutturale della zona. La stratigrafia affiorante rappresenta un intervallo temporale che si estende dal Permiano, con il Piastrone Porfirico Atesino, le Arenarie di Val Gardena e la Formazione a Bellerophon, fino al tetto del Triassico inferiore, con la Formazione di Werfen. La sequenza è tagliata da un fascio di faglie normali subverticali orientate NNW-SSE che ribassano le unità triassiche ad est rispetto alle unità permiane ad ovest. Queste strutture appartengono alla Linea di Passo Rolle, una faglia plurichilometrica orientata N-S, tagliata dal Sovrascorrimento neogenico della Valsugana. La faglia di Passo Rolle si localizzò inizialmente nel Permiano ed è stata successivamente riattivata nel Mesozoico e nel Cenozoico. Dalla carta e dalle sezioni geologiche prodotte risulta evidente tale riattivazione. Sulla base di analisi mesostrutturali sono state identificate due fasi deformative che hanno coinvolto l’area: entrambi transpressive con direzione di raccorciamento principale NNW-SSE e WNW-ESE. Il software Wintensor ha permesso una ricostruzione quantitativa dei regimi dei paleosforzi, sia in termini di tensore di stress ridotto che di magnitudo relativa. Conoscendo la deformazione post-collisionale neoalpina che ha caratterizzato il settore orientale delle Alpi Meridionali e sulla base delle osservazioni durante il rilevamento geologico, è stato possibile collegare le evidenze misurate con le fasi deformative Valsuganese (Miocene) e Schio-Vicenza (Messiniano-Pliocene).
Resumo:
La relazione geologica avrà lo scopo di illustrare e spiegare i risultati del rilevamento geologico condotto in un areale di 3,4 km2 nella zona del Monte Castellazzo, immediatamente a NNE del Passo Rolle e circa 5 km a Nord di San Martino di Castrozza (TN). Il lavoro è stato svolto nel mese di giugno 2022, dal 18/06 al 25/06, e si inquadra nelle attività di Campo Geologico di fine triennio avente per obbiettivo, nel suo complesso, il rilevamento dell’intera area del Passo Rolle. In questo lavoro verranno evidenziate le principali caratteristiche geologico-strutturali dell’area in esame, ponendo maggior attenzione sull’individuazione e analisi delle singole unità litologiche cartografate. La relazione geologica accompagna la carta geologica (scala 1:7000) dell’areale di studio e la sezione geologica, ambedue in allegato, che mostrano l’andamento e la geometria dei corpi geologici con la profondità. Al termine del lavoro, come approfondimento, verrà descritta e caratterizzata la serie idrogeologica della zona in esame, andando ad individuare e descrivere i principali complessi idrogeologici presenti ed evidenziando le idrostrutture che possono condizionare la circolazione idrica sotterranea.
Resumo:
Nel lavoro vengono presentati i risultati del rilevamento geologico svolto nell'area di San Martino di Castrozza, nel mese di giugno 2022, durante il campo geologico. L'approfondimento tematico verte sull'analisi di stabilità di versante nel Monte Castellazzo. Gli studi sono stati accompagnati dal rilevamento geomeccanico che ha permesso di determinare i parametri necessari alla caratterizzazione dell'ammasso e alle verifiche cinematiche, e mediante un softwere di plottare i dati in degli stereoneit per definire gli eventi di instabilità associati ad ogni settore del Monte Castellazzo.
Resumo:
All’interno del Parco Naturale Paneveggio – Pale di S. Martino, si trova, ad un’altitudine di 1989 m s.l.m., il Passo Rolle, nelle cui vicinanze nasce il torrente Cismon. In questo elaborato viene discussa la geologia a grande scala dell’area di Passo Rolle, esaminata attraverso un rilevamento geologico che ha permesso la suddivisione della Formazione di Werfen in nove Membri. Oltre ad essi, la geologia dell’areale comprende anche due Unità litologicamente molto diverse dal Werfen, ovvero il Piastrone Porfirico Atesino, composto da porfidi, e le arenarie di Val Gardena. Ogni Membro ha infatti caratteristiche distinguibili dagli altri, non solo dal punto di vista litologico, ma anche morfologico e fossilifero. Dal punto di vista sismotettonico, quest’area è particolarmente complessa, in quanto la sua evoluzione comincia nel Permiano Inferiore con la messa in posto delle vulcaniti, per poi terminare nel Neogene, quando si formò il sovrascorrimento della Valsugana. L’areale rilevato corrisponde alla zona 1, che si trova a Nord-Ovest del Passo Rolle e comprende Malga Juribello, parte del Rio Juribello e del Bosco di Costoncella. In base alla colonna stratigrafica, sono affioranti i porfidi, le arenarie e il Werfen Inferiore; significativi sono anche i depositi glaciali e di versante. I dati delle giaciture sono stati suddivisi in due campioni e ognuno è stato inserito all’interno di due stereonet. Tra i due set è stata trovata una correlazione sia per l’immersione sia per l’inclinazione. Sono poi stati trascritti in tabella i dati più significativi. L’approfondimento tematico, dopo un inquadramento generale relativo al clima della Provincia Autonoma di Trento, prende in esame con particolare attenzione le precipitazioni e l’idrogeologia del territorio. Attraverso una ricerca realizzata consultando un database regionale, vengono infine forniti dati sulle sorgenti presenti nell’areale di rilevamento e nelle aree limitrofe alla zona 1.
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Il prodotto principale del lavoro è la Carta Geologica alla scala 1:5.000 che ha portato un avanzamento delle conoscenze nella zona in esame. Dal punto di vista stratigrafico il Gruppo dei Calcari Grigi è stato suddiviso nelle formazioni già distinte nei Fogli CARG Tione, Malè, Trento e Asiago: la Formazione di Monte Zugna, Fm. Di Loppio, Fm. Di Rotzo, Fm. Di Grigno. È stato possibile anche rilevare e cartografare l’Oolite di S. Vigilio, anche detta Encrinite di Monte Agaro, con uno spessore di circa 5 m sino alla zona di Sass de Falares, cioè più ad est di quanto noto in letteratura. E’ stato osservato che la Linea di Belluno non è un piano unico, ma comprende altre due faglie: la Linea di Monte Piad che consiste in una faglia inversa che taglia in cerniera l’Anticlinale del Monte Coppolo, e poco a sud la Linea di Sasso Falares che rappresenta la faglia che ha generato la piega per propagazione di faglia del Coppolo, e proseguendo poi verso l’alto ha tagliato tutta la piega emergendo in superficie. In tal modo si forma il duplex di Sasso Falares, arrangiato in una blanda coppia anticinale-sinclinale tipica della geometria di queste strutture, che risulta delimitato a nord dalla linea omonima e a sud dalla L. di Belluno s.s. che si incontrano a quota circa 700 m. Si è potuta anche ricostruire la cinematica del piano principale del thrust di Belluno studiando l’affioramento eccezionale messo a nudo di recente. Gli assi degli sforzi, agenti in compressione, ricostruiti tramite l’analisi meso-strutturale, testimoniano una compressione orientata NNW-SSE, correlabile con l’Evento Valsuganese del Serravalliano-Tortoniano, legato ad un asse compressivo N340 che rappresenta l’evento principale nella regione sudalpina. Anche l’Evento compressivo del Cattiano-Burdigalliano con asse N30 ed una compressione orientata circa E-W correlabile con l’Evento Scledense del Messiniano-Pliocene risultano dall’analisi strutturale.
Resumo:
Il lavoro si propone di definire l’assetto geologico strutturale dell’area compresa tra la Valle del Torrente Cismon ed il Sass de Falares, a nord di Lamon (BL). Le novità che si sono potute aggiungere alla cartografia esistente, dal punto di vista stratigrafico sono: 1) La suddivisione del gruppo dei Calcari Grigi in quattro formazioni presenti più a occidente, quali la formazione di Monte Zugna, la formazione di Loppio, la formazione di Rotzo e la formazione del Grigno che in queste zone non erano ancora state evidenziate. La presenza di diffusi noduli di selce grigio-giallastra presenti nella parte medio-alta della formazione di Monte Zugna che testimoniano la persistenza di un ambiente subtidale nel Lias al passaggio tra Alto di Trento e Bacino Bellunese. 2) La presenza dell’Encrinite di Monte Agaro (Oolite di S.Vigilio) con uno spessore esiguo di 5 m sul Monte Coppolo ed anche in cresta a Sass de Falares. In ambito tettonico: 1) Si è accertato che l’anticlinale del Monte Coppolo è tagliata dalla faglia inversa del M.Piad con direzione circa E – O e immergente a N con un’inclinazione di circa 70° spezzando la piega quasi in cerniera; la si può riconoscere sul versante S ed E del M. Coppolo dove disloca la Fm. di M. Zugna e la Dolomia Principale. 2) Si è ricostruito l’assetto tettonico del Sass de Falares, che risulta essere una scaglia tettonica (duplex) compresa tra la Linea di Sass de Falares e la Linea di Belluno. 3) L’Anticlinale del M. Coppolo si è generata per propagazione di una faglia che corrisponde alla Linea di Sass de Falares che in seguito ha tagliato l’anticlinale con meccanismi di fault bend folding. Infine per ultima si è formata la Linea di Belluno s.s. a basso angolo con un raccorciamento maggiore di 2 km. Il sovrascorrimento di Belluno pertanto non è una struttura unica ma si sfrangia in 3 strutture tettoniche separate: Linea di M.Piad, Linea di Sass de Falares e Linea di Belluno s.s. 4) In Val della Selva è stato invece fatta la scoperta più importante di questo lavoro, visto che si è potuto osservare direttamente il piano principale della Linea di Belluno affiorante sulla strada forestale che porta verso la località Pugnai e quindi studiarlo e tracciarlo con precisione sulla carta. Esso ha direzione N68 ed un inclinazione di 30° verso NNW; mette a contatto la Fm. di M. Zugna con la Maiolica. Nell’affioramento si è potuta definire l’anatomia della zona di taglio con associazioni di piani R, R’, P e tettoniti S-C. 5) La ricostruzione della sezione geologica ci ha permesso di riconoscere l’organizzazione degli strati coinvolti nella deformazione. Attraverso programmi appositi quali Georient e Software Carey sono stati ricostruiti gli assi di massima compressione tramite l’analisi meso-strutturale: essi testimoniano una compressione orientata NNW-SSE, in accordo con l’Evento Valsuganese del Serravalliano-Tortoniano, legato ad un asse compressivo N340 che rappresenta l’evento principale nella regione sudalpina, ma sono stati riconosciuti anche assi di compressione orientati NE-SW e circa E-W correlabili con l’Evento Insubrico del Miocene inf. e con l’Evento Scledense del Messiniano - Pliocene.
Resumo:
Questa tesina ha lo scopo di mettere in luce l’assetto tettono-stratigrafico dell’area attorno a Passo Rolle, vicino a San Martino di Castrozza (TN), concentrandosi in particolare nella zona compresa tra Baita Segantini, Malga Fosse di Sopra, Malga Rolle e la base del Monte Castellazzo. All’interno dell’area studiata si trovano, nella zona orientale, la Cima Costazza e Punta Rolle, e, in quella occidentale, la Tognazza. Nell’area affiora un’unità vulcanica, in particolare nella zona sud-orientale, deposta nel Permiano Inferiore che costituisce il Piastrone Porfirco Atesino, a cui si sovrappongono formazioni sedimentarie del Permiano e Triassico Inferiore. Le unità triassiche in particolare documentano lo sviluppo di condizioni subsidenti nell'area causate dalla progressiva apertura dell’Oceano Tetide avvenuta fra il Permiano e il Triassico. L’evoluzione paleoambientale evidenzia un relativo e progressivo innalzamento del livello del mare. Si passa infatti da un ambiente di pianura alluvionale, con le Arenarie di Val Gardena, ad uno di transizione, dato dalla Formazione a Bellerophon, fino ad un ambiente francamente marino con la Formazione di Werfen, composta da nove membri. Le Arenarie di Val Gardena e alcuni membri della Formazione di Werfen presentano l’intrusione di Dicchi Basici messi in posto nel Ladinico a causa di un aumento della tettonica distensiva. Queste formazioni, assieme al Piastrone Porfirico Atesino, che poggia sul basamento, sono divise dalla presenza di un grande lineamento orientato NNO-SSE chiamato Faglia di Passo Rolle, che si è attivato più volte nel corso della storia geologica del luogo. Fra le altre strutture presenti, in particolare nelle sequenze sedimentarie, si segnalano delle pieghe con asse immergente verso N-NE e cinematica conforme al grande sovrascorrimento del Cismon della Pala.
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Relazione geologica contenente un breve inquadramento geologico dell'isola d'Elba. Una descrizione delle unità incontrate e una descrizione del lavoro di rilevamento svolto alla fine di Giugno 2021 nell'area orientale dell'isola, in corrispondenza della valle di Ortano.
Resumo:
Questa relazione descrive le caratteristiche principali del rilevamento geologico effettuato nel settore orientale dell’Isola d’Elba nel mese di giugno 2021. Lo scopo del campo è stato quello di applicare e consolidare le nozioni apprese durante il corso di laurea, al fine di produrre una carta geologica. Nello specifico, la prima parte del campo è stata dedicata a un’introduzione della geologia elbana, sotto la guida dei professori Giulio Viola e Gianluca Vignaroli. In seguito, gli studenti sono stati divisi in gruppi di rilevamento e, ad ogni gruppo, è stata assegnata un’area da cartografare in scala 1:5000. All'interno della relazione, oltre alla breve descrizione dei principali eventi relativi allo sviluppo dell'Appennino settentrionale e della stratigrafia presente dell'Isola d'Elba orientale, sono riportati i risultati e le conclusione del rilevamento effettuato sul campo.
Resumo:
Questo elaborato ha come obiettivo il rilevamento geologico di dettaglio di alcuni affioramenti del basamento polimetamorfico della Falda del Tonale, nella zona del Passo Val Clapa (Alta Val di Non, TN), e di verificare l’attribuzione delle litologie all’Unità d’Ultimo, di alto grado metamorfico, o a quella del Tonale, di più basso grado. In due affioramenti nelle immediate vicinanze del Passo Val Clapa sono stati rinvenuti principalmente gneiss e gneiss migmatitici a granato e cianite, anfiboliti e miloniti, mentre in un affioramento a E del passo gneiss migmatitici a granato e cianite, migmatiti (stromatiti e nebuliti) e ultramafiti. Le foliazioni, definite dall’orientazione preferenziale dei minerali, indicano due direzioni principali: un’orientazione NNE-SSW, immergente verso ESE, rilevata nelle rocce milonitiche, che è stata correlata alla presenza della linea della Val Clapa; un’orientazione NW-SE, immergente verso NE, insieme ad una blanda piega con asse orientato NNE-SSW, rilevata nelle ultramafiti e nelle loro rocce incassanti. Sono state inoltre misurate le giaciture dei principali set di fratture che interessano gli ammassi ed è stata documentata la presenza di pseudotachiliti all’interno delle miloniti. Il corpo ultramafico è stato cartografato al contatto fra stromatiti e nebuliti e quindi all’interno dell’Unità d’Ultimo. Le miloniti, invece, rimangono di attribuzione incerta, anche se il loro ritrovamento in associazione con anfiboliti retrocesse in facies scisti verdi e di pegmatiti faccia propendere per un’assegnazione all’Unità del Tonale. Un’analisi di dettaglio degli gneiss affioranti nelle vicinanze delle miloniti permetterebbe di classificarli come paragneiss a sillimanite, caratteristici dell’Unità del Tonale, o come paragneiss a granato e cianite, diagnostici dell’Unità d’Ultimo, contribuendo alla corretta attribuzione geologica di questi terreni.
Resumo:
Il presente lavoro di tesi consiste nello studio petrografico (in sezione sottile) e geochimico (con analisi in XRF), di 18 campioni della successione di vulcaniti permiane del Gruppo Vulcanico Atesino. I campioni sono stati prelevati durante un rilevamento geologico nelle aree del Passo Rolle e S. Martino di Castrozza. Lo scopo della tesi è di fornire una precisa classificazione dei litotipi su base petrografica-geochimica.
Resumo:
Il presente lavoro di tesi si inquadra nel programma di rilevamento geologico del Foglio 027 Bolzano, nell’area della Val di Tires – Passo Nigra, Alta Val d’Ega (Bolzano), la cui realizzazione è in corso a cura della Provincia Autonoma di Bolzano, nell’ambito del progetto CARG. Durante la campagna di rilevamento sono stati prelevati 33 campioni presso Tires, in Alta Val d’Ega, appartenenti alle vulcaniti permiane del Gruppo Vulcanico Atesino (GVA), 18 dei quali sono stati sottoposti ad analisi ottico-petrografica e chimica in XRF. I campioni sono stati prelevati dalle tre principali formazioni geologiche affioranti nell’area: la Formazione di Gargazzone (IGG), la Formazione di Cornedo (COR) e la Formazione di Ora (ORA). Dalle analisi è emerso che i campioni prelevati dalla Formazione di Gargazzone risultano di composizione riodacitica, quelli della Formazione di Cornedo hanno composizione andesitica e andesitico-dacitica, quelli della Formazione di Ora hanno composizione riolitica e riodacitica. Sono state distinte tre litofacies all’interno della Formazione di Ora: una litofacies basale, caratterizzata da un’elevata concentrazione di componenti litiche; una litofacies intermedia, decisamente più massiccia ed omogenea, che presenta al suo interno sporadici corpi lenticolari di ignimbriti ricche in pomici; una litofacies di tetto, ricca in pomici. Generalmente le ignimbriti della Formazione di Ora si caratterizzano per la composizione riolitica ricca in sanidino, ma la presenza di ignimbriti di composizione riodacitica all’interno della formazione e precisamente nell’area di studio, si può imputare alla modificazione della composizione mineralogica e chimica originaria a causa dei fenomeni metasomatici, particolarmente intensi lungo il bordo calderico. Sono stati inoltre prelevati cinque campioni che tagliano le formazioni affioranti, due dei quali hanno composizione riolitica, due hanno composizione basaltica e uno ha composizione alcali-basaltica.
Resumo:
o Maciço Máfico-ultramáfico Passo do Ivo, localizado ao sul de São Gabriel (RS), é um corpo de forma alongada,encaixado nos metamorfitos do Grupo Vacacaí e o conjunto está encravado tectonicamente, em litologias graníticas. Foram distinguidas zonas de concentração preferencial de minerais dentro do maciço, constituindo as seguintes litologias: olivina acumulados, clinopiroxênio-olivina acumulados, clinopiroxênio, ottopiroxênio-olivina acumulados e gabros. Na parte central do corpo, a mineralogia e as texturas ígneas estão preservadas. Nas partes externas, predomina a mineralogia metamórfica: actinolita, clorita, tremolita e cumingtonita. Os estudos petrográficos revelaram texturas acumuladas, características dos complexos estratiformes. As análises químicas mostram que MgO, Fe203 apresentam correlação negativa com Si02; FeO, Ti02, Na20, CaO e A1203 apresentam correlação positiva com Si02; Cr, Ni e Co apresentam valores médios de, respectivamente, 4288 ppm, 656 ppm e 175 ppm nos ultramafitos. Infere-se que o corpo tenha-se formado a partir da cristalização fracionada de minerais máficos de um magma toleítico magnesiano que se diferenciou,segundo um "trend" komatiitico. Após o emplaçamento do corpo máfico-ultramáfico nos metamorfitos, os granitos circundantes, provavelmente intrusivos, provocaram um metamorfismo de contato nas rochas do maciço que atingiram o facies xistos-verdes e localmente anfibolito. A formação de xistos magnesianos em algumas partes do corpo, sugere metamorfismo dinâmico associado aos extensos falhamentos NE que cortam a região.
Resumo:
Questo lavoro di tesi ha lo scopo di analizzare una frana appenninica riattivatasi a partire dal dicembre 2013 nel Comune di Grizzana Morandi (BO). L’operazione di studio della frana è iniziata partendo da una accurata campagna d’indagine eseguita in campo: per prima cosa è stata eseguita una dettagliata perlustrazione del corpo di frana e del territorio limitrofo, questa operazione comprende il rilevamento geologico di dettaglio ed il tracciamento (tramite dispositivo GPS) del profilo del deposito e della corona di distacco. Di fondamentale interesse sono state poi le informazioni ricavate dall’eseguimento di tre carotaggi sul corpo di frana, questi hanno permesso l’estrazione di carote utili a definire la stratigrafia verticale del luogo (fino ai 20 metri di profondità) e prelevare campioni di terreno per effettuare specifiche prove di laboratorio. Parte di queste prove sono state eseguite da un laboratorio di commissione, altre sono state eseguite nel laboratorio geotecnico dell’Università. I dati acquisiti tramite il monitoraggio, effettuato tramite l’istallazione di vari strumenti sul corpo di frana (piezometri, inclinometri ed estensimetri) sono risultati utili al fine di determinare la profondità della superficie di scorrimento, la velocità di movimento del deposito e la variazione del livello piezometrico. Le osservazioni effettuate sul campo e i dati provenienti dai sondaggi, dal monitoraggio e dalle prove di laboratorio sono stati elaborati e commentati, essi sono stati utilizzati per definire il modello geologico tecnico del territorio analizzato. Dalla definizione del modello geologico tecnico è stata effettuata la back analysis (la simulazione delle condizioni presenti sul versante al momento della rottura) tramite software specifico. L’operazione finale è stata la proposta (e la conseguente calibrazione) di diversi sistemi di messa in sicurezza del versante, utili a garantire nel tempo la stabilità del pendio analizzato.