996 resultados para traduzione arabo racconto breve
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Di pari passo con l'espansione dell'industria dei videogiochi, la traduzione videoludica è andata evolvendosi con l'avanzamento tecnologico e l'impatto sempre più crescente di questo fenomeno culturale nella società. Questa recente tipologia di traduzione, chiamata localizzazione, combina elementi della traduzione di software con quella audiovisiva. In questo studio verrà analizzato il fenomeno della fan-translation, ovvero la traduzione autonoma di videogiochi da parte degli utenti, e verrà preso in esame il caso di Superfighters Deluxe, videogioco in fase di sviluppo dello studio indipendente MythoLogic Interactive.
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La presente tesi analizza le principali caratteristiche di due tipi di traduzione: la traduzione audiovisiva, e in particolare il sottotitolaggio, e la traduzione automatica (TA). Obiettivo della nostra ricerca è stabilire quali risultati è possibile aspettarsi dall’impiego di sistemi di traduzione automatica appositamente sviluppati, nella creazione di sottotitoli di qualità professionale. Tale metodo avrebbe il potenziale vantaggio di velocizzare il processo traduttivo, riducendo in parte la pressione cui i sottotitolatori sono sottoposti, dovendo realizzare molte traduzioni in tempi troppo brevi, spesso a scapito della qualità finale del prodotto. Nel presente lavoro, il Capitolo 1 delinea le tappe principali della nascita e dello sviluppo della traduzione automatica, fino ad arrivare ai sistemi di TA più moderni. Nel Capitolo 2 vengono presentati i tipi principali di sistemi di traduzione automatica, con riferimento alle loro potenzialità e alle loro debolezze, soprattutto per quanto riguarda il loro impiego nel settore multimediale. Il Capitolo 3 riguarda la storia del sottotitolaggio, e le condizioni che hanno portato allo sviluppo e alla diffusione delle diverse modalità di traduzione audiovisiva, di cui il sottotitolaggio è una variante. Nel Capitolo 4 descriveremo le fasi principali di questo processo traduttivo, con particolare enfasi sull’importanza del contesto di arrivo e delle esigenze e aspettative dei futuri fruitori del testo finale. I Capitoli 5 e 6 presentano il lavoro di ricerca “sul campo”, svolto per raccogliere il parere di sottotitolatori professionisti e fansubber, attivi in Italia e all’estero, riguardo la possibilità di usare la TA nel loro lavoro. Infine, il capitolo conclusivo fornisce un commento sui risultati ottenuti, e sulle prospettive future riguardo la possibile apertura da parte del sottotitolaggio verso questa nuova tecnologia.
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Lo scopo di questo lavoro è analizzare il saggio La Leggenda del Grande Inquisitore scritto da Vasilij Rozanov. Rozanov esamina le pagine de I Fratelli Karamazov che riportano il poema del Grande Inquisitore, e vi compone attorno una cornice in chiave filosofica, antropologica e interpretativa che sarà lo sfondo per tutti i successivi studi sul racconto. Dopo aver scomposto lo sfondo narrativo della vicenda e i personaggi, Rozanov prosegue la sua analisi con una spiegazione dettagliata dell’intera Leggenda, per poi soffermarsi con particolare attenzione sulla figura del Grande Inquisitore, sulla natura dell’uomo nella sua concezione filosofica e sul rapporto che esiste tra le tre religioni del Cristianesimo (Cattolicesimo, Protestantesimo e Ortodossia).
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Ma chi sono realmente i berberi? Da dove proviene la loro cultura, le loro tradizioni e la loro lingua? E come riescono a convivere nella società magrebina? Queste sono le domande a cui il presente elaborato cercherà di rispondere in modo tale da fare capire una parte dell’identità berbera. Traendo spunto da articoli tratti da riviste marocchine e da libri pubblicati sull'argomento, proverò a spiegare brevemente l’origine dei riti, delle tradizioni e della lingua berbera. Innanzitutto, la parola Berberi viene dal temine greco barbaroi e dal termine arabo brabra, significa popolo la cui lingua non si capisce. È una denominazione offensiva attribuita da un vincitore ad un vinto, o da una persona sicura di appartenere ad una civiltà superiore. Non è il nome che il popolo stesso si conferisce, tanto è vero che i berberi preferiscono essere chiamati amazigh (imazighen al plurale). I berberi sono i primi abitanti dell’Africa settentrionale che occupano da millenni un vasto territorio che va dalle coste atlantiche del Marocco fino ai confini del Magreb e dell’Egitto. Un popolo nomade che si sposta attraverso i territori spesso verso le montagne o il deserto.
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Questo elaborato parte dalla proposta di traduzione di alcune tavole tratte da Catálogo de Besos di Raquel Díaz Reguera, un albo illustrato che presenta diversi casi di neologismi. Analizzando questo testo si nota come l’autrice abbia creato una storia comprensibile anche ai più piccoli ma che nasconde significati e rimandi che solo un pubblico adulto può capire. Trovandosi a dover tradurre un neologismo, un traduttore, si trova a dover risolvere diverse problematiche, sempre attenendosi alla volontà dell’autrice, deve scegliere se tradurre le nuove parole dando priorità ora alla composizione ora alla forma ora al suono senza però tralasciare il contenuto che deve produrre sempre lo stesso effetto voluto dall’autrice. Nell’elaborato si trova quindi un percorso che approfondisce le varie casistiche all’interno dell’albo, con un’analisi traduttologia delle scelte che si sono ritenute più opportune caso per caso, per arrivare a dimostrare come il traduttore stesso nel caso di “neologismo d’autore” si trasformi, data l’ampia discrezionalità, in un vero e proprio creatore di idiomi.
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L'obiettivo di questo elaborato è quello di far conoscere meglio ai lettori italiani l'autore svizzero Peter Bichsel. In questo elaborato vengono trattate in particolare le traduzioni di alcune rubriche (Kolumnen)dal libro Über das Wetter reden. Quest'ultimo contiene una raccolta di rubriche scritte da Bichsel, i cui temi sono molto vari. Sono argomenti tratti dalla vita quotidiana. Infatti, l'autore riflette su tematiche quali: lo sport, la politica, esperienze personali, aspetti culturali ecc. Peter Bichsel utilizza nelle sue rubriche anche termini propri del tedesco svizzero, per mettere in risalto alcuni aspetti della cultura svizzera, che io ho approfondito in questo elaborato. Un altro aspetto fondamentale è la semplicità di queste rubriche, anche ognuna è portatrice di un messaggio. L'intento di Peter Bichsel è quello di indurre il lettore a riflettere su determinati argomenti,suscitandone, ovviamente, l'interesse. Il mio scopo è quello di mantenere inalterato lo stile semplice dell'autore, in modo da lasciare altrettanto invariato il messaggio che si cela dietro a ogni rubrica. Un altro aspetto importante è quello del raccontare; nelle sue rubriche Bichsel racconta e anch'io, attraverso le mie proposte di traduzione, ho voluto raccontare la genialità di questo autore e la sua visione del mondo.
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The aim of this dissertation is to demonstrate how theory and practice are linked in translation. The translation of the essay Light Years Ahead helped me to understand this connection and to develop the two main thesis included in this work, that is the possibility the translator has to choose among all the different theories, without giving one or another the absolute supremacy, and the diversity of the non-fiction genre. Therefore, the first chapter focuses on the different theories of translation, presented in a way which suggests that one might be the completion and the development of another. The second chapter deals with the peculiar issues of non-fiction translation, with particular attention to the way in which this genre gathers different elements of other text types. Despite this variety, it is also claimed that the function at the higher level of an essay is always the informative one. This concept led me to simplify and make more intelligible the Italian version of the text I translated (Light Years Ahead). In the third chapter, this last point is discussed, as well as my considerations about the function, the dominant aspect and the cultural analysis of the text, with particular regard to how the quality of the English translation affected my choices. In the fourth chapter I included some examples of translation, which best demonstrate the distinctive variety of styles of non-fiction texts and the possibility for the translator to choose each time which theory suits them best. Finally, I also included three examples which represent a sort of defeat for me, that is to say three points where the ambiguity of the text obliged me to remove that information for the sake of the dominant informative function.
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L'obiettivo di questa tesi è proporre la traduzione di un testo per l'infanzia, Mon petit centre Pompidou, del quale non è stata ancora pubblicata una versione italiana. Il testo è una guida museale per bambini; l'autrice ha raccolto alcune delle opere che si trovano al centre Pompidou sotto forma di albo illustrato. Nell’elaborato, ci si propone di presentare qualche nozione di base sulla letteratura per l’infanzia e sulla sua traduzione, prima di passare direttamente alla proposta di traduzione vera e propria. A seguire un commento alla traduzione, in cui si esporranno le difficoltà incontrate e si darà spiegazione delle scelte effettuate. Le difficoltà principali della proposta di traduzione sono dovute allo specifico lettore target, per cui bisognerà adattare il testo di partenza in maniera da renderlo completamente fruibile e godibile per il bambino. A tal fine, sarà necessario operare certe modifiche al testo di partenza, simile ad una prosa poetica, per adattarlo alle particolarità fonetiche e espressive della lingua italiana.
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Traduzione dal Russo in Italiano di alcuni testi provenienti dalla rivista specializzata "Vestnik Welsh Corgi"
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Problematiche della traduzione di fiabe russe in italiano e proposta di traduzione di Perysko Finista jasna sokola.
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Questo elaborato nasce da un interesse personale, quello per il romanzo Educazione Siberiana e per l'autore Nicolai Lilin. Da qui è nata un'idea di analisi del romanzo da un punto di vista culturale e traduttologico, nonostante l'opera sia scritta in italiano. Il titolo dell'elaborato descrive la traduzione come lettura ideale: il traduttore, come figura che si pone tra due lingue e due culture, rappresenta infatti il lettore ideale di un'opera tradotta, poiché ha a disposizione le conoscenze della cultura di partenza e di quella di arrivo. Per questo motivo, è attraverso il suo lavoro che tale opera può essere trasmessa ad un lettore medio. Il lettore medio potenzialmente può non conoscere nulla della lingua e della cultura originaria. Come "russista" e studentessa di traduzione, madrelingua italiana, mi sono posta nella posizione di lettrice ideale, che dispone di un bagaglio culturale che va oltre la cultura che si acquisisce in base alle proprie origini. L'obiettivo di questa tesi è perciò quello di effettuare una rilettura del romanzo attraverso i realia, cioè termini e concetti che fanno riferimento ad aspetti propri di una cultura, in questo caso quella russa, per i quali spesso non esiste una traduzione ufficiale e che prevedono, da parte del traduttore, una grande conoscenza della cultura di partenza. Tuttavia mentre il lettore medio critica la veridicità dei racconti crudi e spesso violenti presenti nel romanzo, il traduttore-lettore ideale si rende conto di come alcuni realia della cultura russa siano stati riportati in maniera imprecisa nella lingua italiana. Si analizzeranno quindi i realia trattati in maniera imprecisa, i realia che funzionano e i linguaggi culturali dell'opera a partire dall'articolo di presentazione del romanzo e la sua trasposizione cinematografica.
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Il lavoro a partire dalla traduzione del romanzo autobiografico Je ne parle pas la langue de mon père dell’autrice francese di origine algerina Leïla Sebbar, si propone di riflettere sul rapporto tra esilio e meticciato culturale e sulla relazione che questi intrattengono con la traduzione. Il primo capitolo vuole fornire un’introduzione al tema della migrazione nella letteratura postcoloniale in quanto luogo privilegiato per la costruzione di paradigmi identitari, con particolare riferimento alle letterature francofone, al caso maghrebino e algerino. In questo ambito un’attenzione speciale è dedicata alle scritture femminili e a come la prospettiva di genere arricchisca il panorama letterario migrante di inedita sensibilità e complessità. La seconda sezione si focalizza sull’opera di Leïla Sebbar e sulla peculiare posizione che l’autrice occupa nel contesto francofono contemporaneo per terminare con un’analisi puntuale della pluralità delle istanze di Je ne parle pas la langue de mon père in quanto significanti delle tematiche dell’esilio e del meticciato. In particolare viene presa in considerazione la natura ibrida del genere testuale e l’apporto lessicale e sintattico della lingua arabo-berbera come elemento stilistico e identitario. Il terzo capitolo presenta una personale proposta di traduzione italiana del testo, nella prospettiva di una pubblicazione all’interno di un reale scenario editoriale. Basandomi sulle problematiche incontrate in sede traduttiva, ho cercato di definire il ruolo del traduttore e di valutare l’adeguatezza degli strumenti di cui dispone, tanto all’interno del testo quanto nell’apparato paratestuale, al momento di veicolare lingue terze e mondi altri. Una parentesi è dedicata all’esame dei limiti legati alla ricezione di un testo di questo tipo nel mondo editoriale italiano. Infine, la personale esperienza traduttiva viene raffrontata con alcuni contributi all’interno del dibattito contemporaneo sulla traduzione della letteratura postcoloniale.
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Questa tesi si incentra sulla traduzione dall’italiano all’inglese di un insieme di testi turistici estrapolati dal sito web www.mamoiada.org di Raffaele Ballore. Si tratta di uno dei pochi siti dedicati alla promozione del mio paese natale, Mamoiada. I testi che ho tradotto ricoprono diversi domini linguistici: si inizia fornendo delle informazioni tecniche su come raggiungere l’abitato, per poi proseguire con testi relativi alla storia, alle tradizioni e alle usanze tipiche, e concludersi con testi di carattere gastronomico. Mamoiada è un piccolo paese situato nell’entroterra della Sardegna, ricco di storia e tradizioni. Ha vissuto l’occupazione di diversi popoli, fra cui i Romani, ed è conosciuto per le sue feste, in particolare per il Carnevale. Chi si reca a Mamoiada si può inoltre deliziare il palato con i piatti tipici di cui si parlerà nei testi.
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Questo elaborato ha lo scopo di presentare la “slam poetry”, una disciplina con la quale solo recentemente il pubblico italiano si è confrontato. Spiegherò di cosa si tratta, quando e perché si è originata, come si è evoluta e perché ha avuto così tanto successo con alcune categorie di persone. Non mancherà anche una riflessione generale sulla traduzione della poesia e verrà dato abbondante spazio alle propostedi traduzione di alcuni brani di slam poetry, scelti tra quelli partecipanti al concorso di Chicago del 2008, con relativo commento alla traduzione.
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L'oggetto di questo elaborato è la proposta di traduzione dell'introduzione e del primo capitolo del romanzo Zahvărlen v prirodata dello scrittore bulgaro Milen Ruskov. Questo autore, sebbene sia pressoché sconosciuto in Italia, ha ottenuto numerosi riconoscimenti letterari, tra cui il Premio dell'Unione Europea per la letteratura nel 2014. La scelta di traduzione è ricaduta su Zahvărlen v prirodata in quanto questo romanzo è l'ultimo scritto da Ruskov e anche l'unico a non essere stato tradotto in lingua italiana. È la storia del viaggio di due medici tra la Spagna e l'Inghilterra e della nuova panacea del XVI secolo, il tabacco. In quest'opera si mescolano assieme creatività stilistica, precisione linguistica e ricchezza lessicale, elementi che ricreano perfettamente l'ambientazione cinquecentesca della storia. Di conseguenza, tali caratteristiche della prosa di Ruskov obbligano il traduttore a operare scelte di resa creative anche nella lingua d'arrivo. Nel primo capitolo si propone una presentazione generale dell'autore e delle tematiche affrontate nel romanzo, il secondo è invece dedicato alla proposta di traduzione e, infine, nel terzo capitolo si commentano i problemi traduttivi riscontrati.