719 resultados para Multiresolution editing
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Este artículo presenta los resultados de una investigación realizada al interior de dos contextos. Por un lado, el teórico, en el marco de uno de los discursos más relevantes en los campos de la estrategia organizacional, de la managerial and organizational cognition (MOC) y, en general, de los estudios organizacionales (organization studies): la construcción de sentido (sensemaking). Por el otro, el empírico, en una de las grandes compañías multinacionales del sector automotriz con presencia global. Esta corporación enfrenta una permanente tensión entre lo que dicta la casa matriz, en relación con el cumplimiento de metas y estándares específicos, considerando el mundo entero, y los retos que, teniendo en cuenta lo regional y lo local, experimentan los altos directivos encargados de hacer prosperar la empresa en estos lugares. La aproximación implementada fue cualitativa. Esto en atención a la naturaleza de la problemática abordada y la tradición del campo. Los resultados permiten ampliar el actual nivel de comprensión acerca de los procesos de sensemaking de los altos directivos al enfrentar un entorno estratégico turbulento.
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The present paper discusses the problem of the plurality of the text, as a cultural object, and its implications for the textual criticism activity. Starting from the fact that the nature of the textual object, especially in the case of ancient texts and literary texts, requires the editor to call into play very diverse knowledge – among which stands out the linguistic knowledge, but also the knowledge of the work, its characteristics and context – we advocate that a «philological» approach, multi and interdisciplinary, of the text editing is still needed, desirably carried out by teams of experts in different scientific fields. We exemplify, among others,with the case of the editions of the Sermões, by Vieira.
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ResumenEste artículo tiene como fin identificar a los responsables redactores, directores, administradores, cronistas, comentaristas, de los periódicos que circularon en Costa Rica entre 1900 y 1930. Este grupo social, con intereses académicos, políticos, religiosos y económicos diversos, constituye un conjunto que tiene particular importancia en la formación de la opinión pública costarricense de ese periodo.AbstractThis article is aimed at identifying the people responsible of editing and printing the newspapers in Costa Rica between 1900 and 1930, such as editors, directors, managers, chroniclers, and commentators. This social group, comprised by individuals with diverse interests in the academic, political, religious, and economic fields, is particularly concerned about the importance of forming public opinion in the Costa Ricans of the period.
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El Manual de la Comunicación Inclusiva es una guía para generar mensajes éticos acerca de las personas que tradicionalmente son consideradas “minorías” en Costa Rica. Pretende dar recomendaciones al momento de escribir o difundir mensajes audiovisuales sobre la gente con discapacidad, la infancia, las personas afrodescendientes, los hombres homosexuales, las mujeres lesbianas, las personas indígenas o migrantes, entre otros. Es un trabajo colectivo del curso semestral “Comunicación inclusiva” que se impartió en la Escuela de Ciencias de la Comunicación Colectiva de la Universidad de Costa Rica durante los años 2007 y 2008. La población estudiantil colaboró en su redacción. Las diferentes organizaciones de la sociedad civil también aportaron ideas. Además, estas organizaciones capacitaron semanalmente al estudiantado en cada uno de sus temas de interés. El trabajo de compilación y edición estuvo a cargo del profesor del curso. El Manual de la comunicación inclusiva aspira a que toda persona emisora de un mensaje, reflexione sobre la forma y el contenido antes de emitirlo con el fin de lograr un producto comunicacional, que aliente el respeto y la inclusión de todas las personas dentro de una sociedad, que aún no logra superar todas las manifestaciones de discriminación. The Inclusive Communication Manual is a guide that allows us generate ethical messages about people or groups of people who are traditionally considered in Costa Rica as “minorities”. It Intends to provide recommendations for the autho messages that has to do with people who have certain disability or about childhood, African American people, homosexual men, lesbian women, group of natives and migrants among others. It’s a collective work from the “Inclusive Communication” course that took place at the “Collective Communication School of Costa Rica’s University” during the year of 2007 and 2008. The students collaborated in its redaction as well as different other organizations of the civil society who provided ideas. Also, these organizations trained the students on a weekly basis on each and everyone of the subjects in study. The work of compiling information and its editing was done by the professor of the course.The Manual of Inclusive Communication intends to make the person who sends a message, think about the message, its content and form, before sending the message in order to accomplish a communicational product that will reinforce the respect and the inclusion of every single person within a society which even nowadays it can’t overcome the different manifestations of discrimination.
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Il lavoro verifica l’ipotesi dell’esistenza, durante la tarda repubblica romana (133-44 a.C.), di uno stile oratorio riconoscibile come proprio dei populares. Per identificarne le caratteristiche tecniche distintive si procede, previa revisione e aggiornamento dell’edizione critica di riferimento (Malcovati 19764), alla traduzione delle testimonianze e dei frammenti oratori relativi ai 25 principali esponenti della pars popularis (da P. Licinio Crasso Divite Muciano a G. Scribonio Curione il Giovane) e al commento di tali testi. Nell’introduzione vengono discussi, alla luce di un’esposizione dettagliata dei relativi status quaestionis e di una rilettura delle fonti, i seguenti punti: esistenza dei populares; identificazione degli oratori populares; modalità di selezione e trasmissione del materiale oratorio e caratteristiche della sua tradizione; stato del materiale e modalità migliori di edizione; eloquentia popularis in Cicerone (impiegata anche dagli ottimati); stile oratorio di Gaio Gracco, di Giulio Cesare e degli oratori graccani, mariani e cesariani; riformulazione della categoria critica (eloquentia popularium) e conclusioni storiche e stilistiche. Nella trattazione sono integrati i risultati della ricerca, che consentono di formulare di volta in volta un giudizio autonomo. I dati vengono proposti anche in forma di tabelle in tre appendici, che presentano: l’attività politico-legislativa di G. Gracco, Saturnino, Clodio e Cesare a confronto (1), le figure e gli aspetti retorici rilevati nei frammenti (2.1), i giudizi sullo stile e le qualità retoriche riscontrati nelle testimonianze (2.2). Nel commento si rende ragione delle principali questioni filologiche, storiche e storiografiche relative a ciascun passo, mentre il focus è posto sugli aspetti linguistici e retorici. Vengono messe in luce le indicazioni offerte dalla fonte sul contesto performativo, per poi passare all’analisi puntuale (sinora un desideratum della critica) degli argumenta e dello stile oratorio e studiare, infine, come tali dati si inseriscano nel quadro complessivo dell’eloquenza di questo gruppo di oratori.
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Le opere di Federigo Tozzi hanno conosciuto una fortuna critica sempre crescente, nel corso del Novecento, sebbene i testi delle stampe che ancora oggi leggiamo siano segnati dal destino sfortunato del loro autore: Tozzi, morendo a soli trentasette anni, non poté curare né approvare le edizioni di una parte cospicua dei propri scritti. Così, anche il te-sto che costituisce la vulgata di un romanzo caposaldo come Il podere è quello stabilito da Glauco Tozzi, figlio dell’autore, negli anni Sessanta per Vallecchi, a sua volta larga-mente fondato sulla princeps Treves curata dalla vedova dell’autore, Emma Palagi. La presente tesi di dottorato propone l’edizione critica del Podere di Tozzi, inseren-dosi nei lavori per le Edizioni Nazionali cui è destinata. La tesi pertanto è strutturata se-condo una scansione tipica dell’edizione di studio: una nota al testo, contenente le de-scrizioni e le analisi dei testimoni originali, la ricostruzione cronologica della genesi del romanzo e l’ipotesi di lavoro adottata. Dopo la dichiarazione delle norme per la costitu-zione di testo e apparato, segue il testo critico del romanzo, con apparato genetico a piè di pagina. La tesi si conclude con tre appendici, la prima contenente il testo parziale del-le ultime bozze di stampa del romanzo, corredate di apparato che ne descrive le diffe-renze rispetto al testo dattiloscritto e le correzioni d’autore qui aggiunte. Alla seconda appendice è invece destinato il breve testo di Luigia, che è quanto rimane testimoniato di un sequel del Podere. Nella terza appendice sono raccolte le riproduzioni fotografiche di alcune carte originali, utili durante la lettura della nota al testo.
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I Modellbücher di Bertolt Brecht e del Berliner Ensemble si configurano come elementi dal carattere duplice e controverso, in bilico fra lo statuto di exempla per i futuri allestitori e quello di dispositivi interni al lavoro dell’ensemble, risultanti dinamiche della processualità scenica. L’interesse per la fotografia e il montaggio, che in Brecht assume molteplici forme – dando vita, ad esempio, ad opere come L’Abicí della guerra – si colloca al centro della composizione di tali strumenti, veri e propri esempi di assemblaggio di frammenti scenici. I Modellbücher trovano la propria ragion d’essere entro le dinamiche della regia brechtiana, di cui si prestano a tradurre le pratiche. La tesi indaga lo statuto dei Modellbücher, facendo riferimento alla storia degli studi e all’indagine archivistica condotta presso il Bertolt-Brecht-Archiv di Berlino fra 2018 e 2019.
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Il locus CYYR1 identificato e clonato sul cromosoma 21 umano è stato caratterizzato dal punto di vista molecolare come un sistema multitrascritto, esclusivo dei vertebrati che ad oggi è orfano di una funzione specifica. Dati presenti in lettura e rintracciati mostrano una possibile relazione tra il gene CYYR1 e il pathway di Sonic Hedgehog (SHH). In questo progetto di tesi è stato utilizzato il modello animale Danio rerio per indagare il ruolo funzionale dell’ortologo (cyyr1), attraverso esperimenti di gain e loss of function che hanno permesso di dimostrare un suo coinvolgimento nello sviluppo del sistema nervoso centrale, del cuore e del tessuto muscolare. Lo studio dell’ortologo in zebrafish è stato associato all’utilizzo di linee cellulari di rabdomiosarcoma umano. I risultati ottenuti dall’induzione al differenziamento miogenico di queste linee, insieme ai dati ottenuti in Danio rerio, confermano il possibile coinvolgimento del gene CYYR1 nella miogenesi. Lo studio delle relazione tra il pathway di SHH e l’espressione del gene CYYR1 è stato condotto in entrambi i modelli con l’utilizzo di differenti inibitori della via di segnalazione. I risultati ottenuti mostrano che sistemi inibitori agenti direttamente sul recettore SMO riducono l’espressione del gene. Un dato inaspettato in Danio rerio ottenuto durante questi esperimenti di inibizione, ha aperto una nuova linea di ricerca in collaborazione con l’Università di Warwick tesa a verificare la relazione tra il gene cyyr1 e il gene lefty1. Gli esperimenti condotti presso il laboratorio della Prof.ssa Sampath hanno dimostrato la localizzazione del prodotto proteico cyyr1 in Danio rerio e indagato co-localizzazioni con la proteina lefty1. Infine, in collaborazione con Dr. Deflorian e della Prof.ssa Pistocchi, è stato generato un mutante di Danio rerio deleto per il gene cyyr1 con la tecnica CRISPR/Cas9. La caratterizzazione del mutante cyyr1 -/- ha confermato alcuni dei dati ottenuti attraverso esperimenti di loss of function.
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La tesi consiste in un saggio di edizione critica commentata dei frammenti pervenutici sotto il nome di Senofane di Colofone. Se la ricerca, negli ultimi anni, ha beneficiato di una raccolta aggiornata delle testimonianze su questo autore, per quanto concerne la sua produzione poetica un’acquisizione di tal sorta rimane tuttora un desideratum. A fronte dell’impossibilità di editare e commentare in maniera esaustiva tutte le testimonianze e i lacerti del corpus senofaneo (che, pur non molto numerosi, si caratterizzano per una vasta eterogeneità di problemi esegetici e critico-testuali), si sono privilegiati i frammenti elegiaci, forse il campo maggiormente bisognoso di indagini. L’elaborato si compone di tre sezioni principali. Nell’introduzione, dopo un inquadramento della dibattuta cronologia di Senofane e della sua variegata produzione poetica, si rivolge specifica attenzione a testimoni, forma, struttura, lingua e stile, metrica e prosodia dei frammenti elegiaci, allargando, ove possibile, l’indagine agli esametri stichici superstiti. Il testo critico dei lacerti sicuramente elegiaci, fondato su una rinnovata collazione dei testimoni (autoptica o su riproduzione digitale) e su un censimento il più possibile esaustivo dell’attività filologica dalle prime edizioni a stampa fino ai giorni nostri, è accompagnato da una traduzione di servizio e da un commento di carattere linguistico-filologico. Quattro appendici finali sono riservate ai frr. 21 G.-P. = 21 W., 13 G.-P. e 45 G.-P. = 41 W., che, pur non rubricabili con sicurezza fra i lacerti elegiaci, esibiscono con questi ultimi alcuni significativi punti di contatto.
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A Digital Scholarly Edition is a conceptually and structurally sophisticated entity. Throughout the centuries, diverse methodologies have been employed to reconstruct a text transmitted through one or multiple sources, resulting in various edition types. With the advent of digital technology in philology, these practices have undergone a significant transformation, compelling scholars to reconsider their approach in light of the web. In the digital age, philologists are expected to possess (too) advanced technical skills to prepare interactive and enriched editions, even though, in most cases, only mechanical or documentary editions are published online. The Śivadharma Database is a web Content Management System (CMS) designed to facilitate the preparation, publication, and updating of Digital Scholarly Editions. By providing scholars with a user-friendly CRUD web application to reconstruct and annotate a text, they can prepare their textus with additional components such as apparatus, notes, translations, citations, and parallels. It is possible by leveraging an annotation system based on HTML and graph data structure. This choice is made because the text entity is multidimensional and multifaceted, even if its sequential presentation constrains it. In particular, editions of South Asian texts of the Śivadharma corpus, the case study of this research, contain a series of phenomena that are difficult to manage formally, such as overlapping hierarchies. Hence, it becomes necessary to establish the data structure best suited to represent this complexity. In Śivadharma Database, the textus is an HTML file readily displayable. Textual fragments, annotated via an interface without requiring philologists to write code and saved in the backend, form the atomic unit of multiple relationships organised in a graph database. This approach enables the formal representation of complex and overlapping textual phenomena, allowing for good annotation expressiveness with minimal effort to learn the relevant technologies during the editing workflow.
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A partire dagli anni ‘40, l'uso della traduzione automatica ha iniziato a rappresentare un soggetto fondamentale nella traduzione, costituendo ancora ad oggi il centro di numerose ricerche e studi. In seguito alla diffusione della tecnologia informatica e del World Wide Web, iniziarono a essere disponibili sistemi commerciali di traduzione automatica. In questo periodo, divennero comuni diversi software di traduzione automatica gratuiti, fino a quando, alla fine degli anni 2000, si assistette infine allo sviluppo di una nuova tecnologia di apprendimento automatico neurale, basata sul funzionamento della mente umana. Il presente lavoro si concentra sulla valutazione della qualità della traduzione automatica neurale attraverso l'analisi e il confronto di sette sistemi, ovvero Google, Systran, Prompt, Microsoft, Yandex, ModernMT e Deepl, impiegati nel settore finanziario per la coppia linguistica inglese-italiano. Il primo capitolo tratta la storia della traduzione automatica, fornendo una breve descrizione delle diverse architetture, dei loro ambiti di utilizzo e della valutazione dei sistemi. Il secondo capitolo introduce il concetto di post-editing insieme agli obiettivi e le problematiche che lo caratterizzano. Il terzo capitolo presenta il progetto Intento, seguito da una breve panoramica dei sistemi di traduzione automatica analizzati. Nel quarto capitolo viene delineato il dominio finanziario, concentrandosi sui diversi ambiti che si sono intersecati con esso nell’ambito dello studio svolto. Il quinto e ultimo capitolo riguarda l'analisi dei segmenti tradotti, preceduta dalla definizione dei parametri scelti per la valutazione. L'ultima parte del capitolo illustra una sintesi dei risultati ottenuti e alcune considerazioni finali.
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La presente tesi si posiziona all’interno di un percorso di ricerca avviato riguardante lo studio delle coperture lignee di vari edifici storici. Gli obiettivi del lavoro consistono nel fornire un quadro generale sullo stato dell’arte della modellazione parametrica per la diagnosi di strutture lignee storiche, completare e approfondire lo studio delle capriate della Cattedrale di S.Pietro a Bologna ed effettuare un confronto sia in termini quantitativi che di velocità esecutiva con metodologia e risultati degli studi precedenti. Il metodo proposto,è stato perfezionato grazie ai feedback ottenuti in corso d’opera a seguito della sua applicazione a nuovi casi studio.L’intento principale è quello di consentire maggior automatizzazione e parametrizzazione del metodo per conferire alle procedure di modellazione un carattere generalizzato e rapidamente replicabile.Sono state ottimizzate le fasi di editing della nuvola di punti e di vettorializzazione delle sezioni degli elementi strutturali.Al fine di approfondire la conoscenza di queste strutture,si è acquisito il rilievo 3D completo del sottotetto dell’edificio con laser scanner.Il primo output consiste quindi in una nuvola di punti dalla quale sono state estrapolate le singole capriate;da queste è possibile estrarre le sezioni delle aste afferenti ai nodi,poi vettorializzate tramite software di modellazione parametrica:sono stati utilizzati algoritmi,programmati e testati nei precedenti studi,che generano 3 modelli per ogni capriata:il modello di rilievo, il modello proiettato e quello “ideale o teorico”.Comparando i modelli e la nuvola di punti di rilievo è possibile analizzare spostamenti e deformazioni delle capriate,ottenere informazioni sul loro comportamento puntale e trarre considerazioni sullo“stato di salute”globale del sottotetto.I dati raccolti permettono di acquisire una maggiore consapevolezza sulle capriate oggetto di indagine e potrebbero essere utilizzati per progettare eventuali interventi di recupero.
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Sin dal suo ingresso nel mercato della traduzione, la machine translation (MT) è stata impiegata in numerosi settori professionali e ha suscitato l’interesse del grande pubblico. Con l’avvento della traduzione automatica neurale, la MT ha avuto un ulteriore impulso e ci si è iniziati a interrogare sulla possibilità di estenderne il raggio d’azione all’ambito letterario, che sembra tuttora non toccato dagli automatismi delle macchine in virtù della funzione espressiva e del contenuto creativo dei testi. Il presente elaborato nasce quindi con l’obiettivo di valutare l’effettiva applicabilità della traduzione automatica in ambito letterario attraverso un’attenta analisi dell’output prodotto dalla MT supportata da un confronto con la traduzione svolta da un professionista. Questa analisi si baserà sulla traduzione di un estratto del romanzo Hunger Games di Suzanne Collins e le traduzioni verranno effettuate da due dei migliori software di traduzione automatica neurale attualmente sul mercato: ModernMT e DeepL. Una volta terminata la valutazione dei singoli output verranno mostrati i risultati e determinati i limiti e i vantaggi della machine translation.
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Throughout the years, technology has had an undeniable impact on the AVT field. It has revolutionized the way audiovisual content is consumed by allowing audiences to easily access it at any time and on any device. Especially after the introduction of OTT streaming platforms such as Netflix, Amazon Prime Video, Disney+, Apple TV+, and HBO Max, which offer a vast catalog of national and international products, the consumption of audiovisual products has been on a constant rise and, consequently, the demand for localized content too. In turn, the AVT industry resorts to new technologies and practices to handle the ever-growing workload and the faster turnaround times. Due to the numerous implications that it has on the industry, technological advancement can be considered an area of research of particular interest for the AVT studies. However, in the case of dubbing, research and discussion regarding the topic is lagging behind because of the more limited impact that technology has had on the very conservative dubbing industry. Therefore, the aim of the dissertation is to offer an overview of some of the latest technological innovations and practices that have already been implemented (i.e. cloud dubbing and DeepDub technology) or that are still under development and research (i.e. automatic speech recognition and respeaking, machine translation and post-editing, audio-based and visual-based dubbing techniques, text-based editing of talking-head videos, and automatic dubbing), and respectively discuss their reception by the industry professionals, and make assumptions about their future implementation in the dubbing field.