920 resultados para traduzione, radiodramma, diario di gestazione
Resumo:
La diagnosi di neoplasia epiteliale maligna polmonare è legata tradizionalmente alla distinzione tra carcinoma a piccole cellule (small-cell lung cancer, SCLC) e carcinoma non-a piccole cellule del polmone (non-small-cell lung cancer, NSCLC). Nell’ambito del NSCLC attualmente è importante di-stinguere l’esatto istotipo (adenocarcinoma, carcinoma squamocellulare e carcinoma neuroendocrino) perchè l’approccio terapeutico cambia a seconda dell’istotipo del tumore e la chemioterapia si dimostra molto spesso inefficace. Attualmente alcuni nuovi farmaci a bersaglio molecolare per il gene EGFR, come Erlotinib e Gefitinib, sono utilizzati per i pazienti refrattari al trattamento chemioterapico tradizionale, che non hanno risposto a uno o più cicli di chemioterapia o che siano progrediti dopo questa. I test per la rilevazione di specifiche mutazioni nel gene EGFR permettono di utilizzare al meglio questi nuovi farmaci, applicandoli anche nella prima linea di trattamento sui pazienti che hanno una maggiore probabilità di risposta alla terapia. Sfortunatamente, non tutti i pazienti rispondono allo stesso modo quando trattati con farmaci anti-EGFR. Di conseguenza, l'individuazione di biomarcatori predittivi di risposta alla terapia sarebbe di notevole importanza per aumentare l'efficacia dei questi farmaci a target molecolare e trattare con farmaci diversi i pazienti che con elevata probabilità non risponderebbero ad essi. I miRNAs sono piccole molecole di RNA endogene, a singolo filamento di 20-22 nucleotidi che svolgono diverse funzioni, una delle più importanti è la regolazione dell’espressione genica. I miRNAs possono determinare una repressione dell'espressione genica in due modi: 1-legandosi a sequenze target di mRNA, causando così un silenziamento del gene (mancata traduzione in proteina), 2- causando la degradazione dello specifico mRNA. Lo scopo della ricerca era di individuare biomarcatori capaci di identificare precocemente i soggetti in grado di rispondere alla terapia con Erlotinib, aumentando così l'efficacia del farmaco ed evitan-do/riducendo possibili fenomeni di tossicità e il trattamento di pazienti che probabilmente non ri-sponderebbero alla terapia offrendo loro altre opzioni prima possibile. In particolare, il lavoro si è fo-calizzato sul determinare se esistesse una correlazione tra la risposta all'Erlotinib ed i livelli di espressione di miRNAs coinvolti nella via di segnalazione di EGFR in campioni di NSCLC prima dell’inizio della terapia. Sono stati identificati 7 microRNA coinvolti nel pathway di EGFR: miR-7, -21, 128b, 133a, -133b, 146a, 146b. Sono stati analizzati i livelli di espressione dei miRNA mediante Real-Time q-PCR in campioni di NSCLC in una coorte di pazienti con NSCLC metastatico trattati con Erlotinib dal 1° gennaio 2009 al 31 dicembre 2014 in 2°-3° linea dopo fallimento di almeno un ciclo di chemioterapia. I pazienti sottoposti a trattamento con erlotinib per almeno 6 mesi senza presentare progressione alla malattia sono stati definiti “responders” (n=8), gli altri “non-responders” (n=25). I risultati hanno mostrato che miR-7, -133b e -146a potrebbero essere coinvolti nella risposta al trat-tamento con Erlotinib. Le indagini funzionali sono state quindi concentrate su miR-133b, che ha mo-strato la maggiore espressione differenziale tra i due gruppi di pazienti. E 'stata quindi studiata la capacità di miR-133b di regolare l'espressione di EGFR in due linee di cellule del cancro del polmone (A549 e H1299). Sono stati determinati gli effetti di miR-133b sulla crescita cellulare. E’ stato anche analizzato il rapporto tra miR-133b e sensibilità a Erlotinib nelle cellule NSCLC. L'aumento di espressione di miR-133b ha portato ad una down-regolazione del recettore di EGF e del pathway di EGFR relativo alla linea cellulare A549. La linea cellulare H1299 era meno sensibili al miR-133b up-regulation, probabilmente a causa dell'esistenza di possibili meccanismi di resistenza e/o di com-pensazione. La combinazione di miR-133b ed Erlotinib ha aumentato l'efficacia del trattamento solo nella linea cellulare A549. Nel complesso, questi risultati indicano che miR-133b potrebbe aumentare / ripristinare la sensibilità di Erlotinib in una frazione di pazienti.
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Clusterina (CLU) è una proteina ubiquitaria, presente nella maggior parte dei fluidi corporei e implicata in svariati processi fisiologici. Dalla sua scoperta fino ad oggi, CLU è risultata essere una proteina enigmatica, la cui funzione non è ancora stata compresa appieno. Il gene codifica per 3 varianti trascrizionali identificate nel database NCBI con i codici: NM_001831 (CLU 1 in questo lavoro di tesi), NR_038335 (CLU 2 in questo lavoro di tesi) e NR_045494 (CLU 3 in questo lavoro di tesi). Tutte le varianti sono trascritte come pre-mRNA contenenti 9 esoni e 8 introni e si differenziano per l’esone 1, la cui sequenza è unica e caratteristica di ogni variante. Sebbene in NCBI sia annotato che le varianti CLU 2 e CLU 3 non sono codificanti, tramite analisi bioinformatica è stato predetto che da tutti e tre i trascritti possono generarsi proteine di differente lunghezza e localizzazione cellulare. Tra tutte le forme proteiche ipotizzate, l’unica a essere stata isolata e sequenziata è quella tradotta dall’AUG presente sull’esone 2 che dà origine a una proteina di 449 aminoacidi. Il processo di maturazione prevede la formazione di un precursore citoplasmatico (psCLU) che subisce modificazioni post-traduzionali tra cui formazione di ponti disolfuro, glicosilazioni, taglio in due catene denominate β e α prima di essere secreta come eterodimero βα (sCLU) nell’ambiente extracellulare, dove esercita la sua funzione di chaperone ATP-indipendente. Oltre alla forma extracellulare, è possibile osservare una forma intracellulare con localizzazione citosolica la cui funzione non è stata ancora completamente chiarita. Questo lavoro di tesi si è prefissato lo scopo di incrementare le conoscenze in merito ai trascritti CLU 1 e CLU 2 e alla loro regolazione, oltre ad approfondire il ruolo della forma citosolica della proteina in relazione al signaling di NF-kB che svolge un ruolo importante nel processo di sviluppo e metastatizzazione del tumore. Nella prima parte, uno screening di differenti linee cellulari, quali cellule epiteliali di prostata e di mammella, sia normali sia tumorali, fibroblasti di origine polmonare e linfociti di tumore non-Hodgkin, ha permesso di caratterizzare i trascritti CLU 1 e CLU 2. Dall’analisi è emerso che la sequenza di CLU 1 è più corta al 5’ rispetto a quella depositata in NCBI con l’identificativo NM_001831 e il primo AUG disponibile per l’inizio della traduzione è localizzato sull’esone 2. È stato dimostrato che CLU 2, al contrario di quanto riportato in NCBI, è tradotto in proteina a partire dall’AUG presente sull’esone 2, allo stesso modo in cui viene tradotto CLU 1. Inoltre, è stato osservato che i livelli d’espressione dei trascritti variano notevolmente tra le diverse linee cellulari e nelle cellule epiteliali CLU 2 è espressa sempre a bassi livelli. In queste cellule, l’espressione di CLU 2 è silenziata per via epigenetica e la somministrazione di farmaci capaci di rendere la cromatina più accessibile, quali tricostatina A e 5-aza-2’-deossicitidina, è in grado di incrementarne l’espressione. Nella seconda parte, un’analisi bioinformatica seguita da saggi di attività in vitro in cellule epiteliali prostatiche trattate con farmaci epigenetici, hanno permesso di identificare, per la prima volta in uomo, una seconda regione regolatrice denominata P2, capace di controllare l’espressione di CLU 2. Rispetto a P1, il classico promotore di CLU già ampiamente studiato da altri gruppi di ricerca, P2 è un promotore debole, privo di TATA box, che nelle cellule epiteliali prostatiche è silente in condizioni basali e la cui attività incrementa in seguito alla somministrazione di farmaci epigenetici capaci di alterare le modificazioni post-traduzionali delle code istoniche nell’intorno di P2. Ne consegue un rilassamento della cromatina e un successivo aumento di trascrizione di CLU 2. La presenza di un’isola CpG differentemente metilata nell’intorno di P1 spiegherebbe, almeno in parte, i differenti livelli di espressione di CLU che si osservano tra le diverse linee cellulari. Nella terza parte, l’analisi del pathway di NF-kB in un modello sperimentale di tumore prostatico in cui CLU è stata silenziata o sovraespressa, ha permesso di capire come la forma citosolica di CLU abbia un ruolo inibitorio nei confronti dell’attività del fattore trascrizionale NF-kB. CLU inibisce la fosforilazione e l’attivazione di p65, il membro più rappresentativo della famiglia NF-kB, con conseguente riduzione della trascrizione di alcuni geni da esso regolati e coinvolti nel rimodellamento della matrice extracellulare, quali l’urochinasi attivatrice del plasminogeno, la catepsina B e la metallo proteinasi 9. È stato dimostrato che tale inibizione non è dovuta a un’interazione fisica diretta tra CLU e p65, per cui si suppone che CLU interagisca con uno dei componenti più a monte della via di segnalazione responsabile della fosforilazione ed attivazione di p65.
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Il presente lavoro vuole sensibilizzare al problema socio-linguistico dell’insegnamento dell’italiano come lingua seconda: si mostra un panorama della situazione, partendo dall’insegnamento in sé, presentando le tecniche ed i metodi non finalizzati al mero insegnamento, ma anche all’accoglienza della famiglia e alla crescita serena del bambino appena arrivato; si passa, poi, alla descrizione del contesto in cui opera la didattica interculturale, un contesto che presenta varie problematicità, dal sofferto arrivo in una terra straniera, alla necessità di adattamento nel gruppo dei pari e nel sistema scolastico, sia dal punto sociale che dal punto di vista linguistico. Il soggetto di questa tesina sono i bambini, perché un mondo che funzioni bene deve saper ruotare attorno a loro. I protagonisti del "caso particolare" di cui si parla nel titolo sono due bambini cinesi arrivati in Italia da poco e dei quali viene raccontata la loro prima esperienza di studio dell'italiano nel loro nuovo Paese.
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L’elaborato presenta la proposta di sottotitolaggio e la relativa analisi dell’episodio pilota della serie televisiva Galavant. Questa commedia musicale presenta molte sfide dal punto di vista traduttivo, data la presenza di innumerevoli canzoni. Per la traduzione di quest’ultime, si è scelto di renderle in italiano come se dovessero essere cantate in un possibile doppiaggio nostrano, rispettando dunque la loro struttura originale. L’elaborato si sviluppa in tre capitoli. Nel primo, viene presentata la traduzione audiovisiva, con particolare attenzione alla tecnica del sottotitolaggio, agli aspetti tecnici e alle restrizioni a cui devono sottostare i sottotitoli, con un’ultima parte dedicata alla traduzione delle canzoni. Il secondo capitolo è incentrato sull’introduzione della serie e dell’episodio scelto per l’analisi, con una breve descrizione del particolare umorismo da cui è caratterizzata. Il terzo capitolo è dedicato al commento alla traduzione, con una presentazione dei problemi riscontrati durante la stesura dei sottotitoli e delle soluzioni trovate. Infine, in appendice si può trovare la tabella in cui sono elencati tutti i sottotitoli, con la loro versione inglese e italiana e i relativi tempi di entrata e di uscita.
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L’obiettivo del presente elaborato è quello di fornire un testo per il sottotitolaggio di Operacija Y [Operazione Y], il terzo episodio della celebre commedia sovietica Operacija Y i drugie priključenija Šurika [Operazione Y e altre avventure di Šurik]. Il capitolo iniziale introduce la traduzione audiovisiva e tratta in particolare il sottotitolaggio, i passaggi di realizzazione di quest’ultimo e i suoi tratti salienti. Il secondo capitolo propone una contestualizzazione del genere della commedia cinematografica russa durante il periodo sovietico, mentre il terzo fornisce una breve biografia del regista Leonid Gajdaj e la descrizione del film, con particolare attenzione al rinomato trio comico criminale formato da Trus, Balbes e Byvalyj. L’ultimo capitolo consiste in un commento alla traduzione e nell’analisi delle difficoltà incontrate e delle soluzioni trovate. In appendice viene riportato il testo per la sottotitolazione.
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Il presente elaborato si propone come scopo quello di analizzare il primo episodio della serie televisiva statunitense “The Man in the High Castle” e di proporne una traduzione nella forma del sottotitolaggio. L'elaborato si compone di tre capitoli: Il primo capitolo si presenta come una parte più teorica, nella quale analizzo la traduzione audiovisiva in generale per poi passare a parlare del sottotitolaggio e di alcuni aspetti che caratterizzano questa disciplina; con particolare attenzione nei confronti di quelle ferree regole su cui si basa il lavoro del “sottotitolatore”. Nel secondo capitolo contestualizzo la serie televisiva e l’episodio da me sottotitolato, presentando anche una panoramica sul genere del quale il romanzo originale è uno dei capolavori. Infine, nel terzo capitolo commento il mio lavoro svolto sull'episodio, specificando qual è il target verso cui sto indirizzando il mio prodotto e quali sono le mie scelte traduttive dinanzi alle difficoltà incontrate nel portare a termine un lavoro così intrigante, ma al contempo nuovo per me. In appendice è presente la tabella con i sottotitoli da me creati e la trascrizione dell'audio originale dell'episodio.
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Questo lavoro si prefigge di analizzare il fenomeno del Child Language Brokering (CLB), ossia la mediazione linguistica interculturale ad opera di bambini e adolescenti, immigrati o figli di immigrati, che si trovano spesso a tradurre per i genitori, i membri della propria comunità etnica di appartenenza e i rappresentati delle istituzioni locali del paese ospitante. L’obiettivo principale è quello di mettere in luce questo fenomeno, ancora pressoché invisibile e trascurato, sulla scia del progetto In MediO PUER(I) realizzato dall’Università di Bologna. Nel primo capitolo si propone una panoramica sulla situazione migratoria a livello nazionale e internazionale e si traccia un breve excursus sullo stato dell’arte della ricerca in materia di CLB. Nel secondo capitolo, invece, ci si concentra su episodi reali di mediazione a opera di bambini avvenuti nell’ambito del centro “Welcome”, realtà forlivese che opera nell’ambito dell’integrazione, del sociale e dell’educazione. Dopo aver analizzato gli aspetti più peculiari delle interazioni, nel terzo capitolo si illustreranno le conclusioni tratte dall’analisi dei dati presentati, sottolineando maggiormente la necessità di ulteriori approfondimenti del fenomeno del CLB, sia a livello nazionale che internazionale.
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Entrare all'interno del carattere cinese, definito sinogramma, per capire come esso si comporta in relazione agli aspetti storico-culturali e, soprattutto, filosofici.
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Proposta di traduzione del magazine dell'azienda WILA
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Proposta di traduzione della prima parte della raccolta di poesie "Tenebra" dell'autore catalano David Castillo. L'elaborato, oltre al commento alla traduzione, propone un'analisi sulla metodologia di traduzione di componimenti poetici: chi può tradurre poesia? Il talento traduttivo può prescindere da quello poetico? Cosa distingue un traduttore da un poeta? Tradurre poesia è un'operazione difficile; più di tutto, è una sfida, non facile da vincere. Quale sia la vittoria, poi, è tutto da vedere. E del resto, se tradurre fosse facile, non sarebbe poi così bello.
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L'elaborato contiene l'analisi di un video promozionale turistico in portoghese, intitolato "Portugal, um país sem fim", e la relativa proposta di sottotitolaggio in italiano. Esso è strutturato in diversi capitoli che contengono cenni alla situazione turistica in Portogallo, la storia della traduzione audiovisiva e le sue caratteristiche, l'analisi del video dal punto di vista del contenuto e della forma, una spiegazione della metodologia utilizzata e la proposta di sottotitolaggio con relativo commento.
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Ho incentrato la mia tesi sul sottotitolaggio, spiegandone le origini, le tecniche e ho approfondito la figura del sottotitolatore ed il fansub. Ho approfondito inoltre il tema dei metodi educativi alternativi, ai quali si fa riferimento nei video che ho scelto per il mio progetto di sottotitolaggio. Ho creato i sottotitoli in italiano dei video "El sistema educativo del siglo XXI", "La educación explicada por un niño" e di un estratto del video "Enséñame pero bonito", che ci danno un quadro generale in merito al sistema educativo vigente e nei quali si parla della possibilità di cambiarlo, prendendo spunto da metodi educativi alternativi. Per ciascun video ho incluso l'analisi delle scelte traduttive e dei problemi riscontrati durante la creazione dei sottotitoli in italiano.
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Nonostante sia pubblicamente riconosciuto il potere dei media di influenzare e creare opinioni, pochi studi si sono occupati del loro ruolo in quanto possibili promotori di ideologie improntate al razzismo o, al contrario, ad una visione multiculturale della società. Se tuttavia, si analizzano i dati che fanno riferimento al modo in cui le minoranze etniche sono rappresentate dai media e alla posizione lavorativa che esse ricoprono nell'industria televisiva e cinematografica, si può evincere come siano determinanti i mezzi di comunicazione di massa, sia nella percezione di sé che acquisiscono le minoranze etniche stesse, sia nella considerazione che di loro ha la popolazione autoctona di un Paese. Questo studio cercherà di mettere in luce la situazione attuale in Gran Bretagna in cui, nonostante esistano programmi televisivi dedicati alle minoranze etniche e queste siano impiegate nei media, è necessario un maggiore impegno perché queste siano più equamente rappresentate. Verrà commentata e analizzata, inoltre, la proposta di sottotitolaggio del video “Race on Screen” realizzato dall'organizzazione britannica Runnymede Trust che tratta, appunto, il tema dei BAME nei media britannici.
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Traduzione dallo slovacco in italiano della mostra "Momenti significativi della vita di Ludovit Stur", tenutasi a Forlì in occasione delle "Giornate slovacche".