246 resultados para Lamina propria


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La tesi si propone l'obiettivo di esaminare le caratteristiche della lingua dell'aviazione, il cosiddetto Aviation English (AE), rivolgendo un'attenzione particolare alle dinamiche delle interazioni verbali che avvengono tra piloti e controllori del traffico aereo. A partire da un breve excursus sui diversi tipi di linguaggi, da quelli specialistici alle lingue controllate, si cercherà di fornire una chiara definizione dell'AE, delineando gli aspetti che lo rendono una vera e propria lingua e non una semplice varietà di inglese. La tesi passerà in rassegna tutte le convenzioni e le regole che compongono questa lingua e che rendono la comunicazione in volo efficace a livello internazionale. Si vedrà anche come la comunicazione in aviazione sia suscettibile a molti fattori linguistici (e non), il che comporta per gli operatori del settore, l'obbligo di conoscerla a fondo, più della loro stessa lingua madre. In conclusione, si eseguirà un'analisi conversazionale di una comunicazione terra-bordo-terra realmente avvenuta in un'emergenza. Più precisamente, si tratta dell'estratto del volo US Airways 1549, diventato famoso come "il miracolo dell'Hudson". Questo permetterà di mettere in risalto le regole dell'AE, applicate in un caso concreto, quanto singolare, e notare come queste siano efficaci nel gestire, a livello comunicativo e operativo, gli imprevisti.

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La città di Buenos Aires nasconde al suo interno numerose forze che si respingono e si amalgamano in un movimento continuo. L’area della Villa 31 rappresenta un nodo centrale in cui la città stocastica e la città deterministica si confrontano. In questo luogo, a lungo abbandonato, gli abitanti hanno dato vita ad un’altra città. Confrontarsi con questa realtà, significa analizzarne la storia e le vicissitudini politiche che la caratterizzano, ascoltare le voci di chi la vive e di ciò che la circonda. È necessario andare oltre ciò che è visibile e misurabile. Il progetto utilizza una metodologia in grado di astrarre la natura più intima del luogo, conservarla e restituirle nuovi spazi. Secondo il principio per cui, ogni essere umano ha diritto ad una casa degna in cui accrescere la propria persona e con la premessa che sia necessario uno stravolgimento del sistema economico-politico, il progetto offre una nuova visione della Villa 31. Grandi spazi verdi invadono il territorio e lo riconnettono al resto della città. Le abitazioni, dapprima ammucchiate le une alle altre, crescono in verticale attraverso un polmone che prolunga la vita pubblica dalla strada fino all’ultimo piano degli edifici. Le tradizioni della popolazione rimangono intatte e trovano nuovi e più grandi spazi in cui realizzarsi. Ogni abitante disporrà della libertà e dei mezzi per sostenere il suo focolare e mantenere lo spirito di unione e comunità che li contraddistingue.

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Urbino si trova nella circostanza di contenere in se stessa innumerevoli connotazioni della condizione urbana. Allo stesso tempo racchiude una storia antica immutata, caratterizzata dalle tracce immediatamente riconducibili ad ogni epoca, e partecipa alla storia contemporanea riportando segni chiari come quelli del passato. Altra peculiarità determinante è la completa immersione nella natura, un paesaggio che comprende il costruito e il naturale considerandoli come un tutt’uno. Se questo avviene nel centro storico non possiamo dire lo stesso delle espansioni che si sono succedute negli ultimi anni, esse hanno mostrato incrinature alle precedenti progettazioni, evidenziando una distinzione tra sviluppo naturale del costruito e artificiale. In ultimo si tratta di una vera e propria città universitaria che negli anni ha accolto un sempre più ampio bacino culturale, il che esercita sui giovani una forte attrattiva, non solo da lontane regioni italiane ma anche a livello internazionale. L’accento del nostro studio si concentra sul dare valore alla strada come un fatto urbano. La strada che è una presenza storica definita in maniera molto precisa dagli allineamenti degli assi principali di arrivo ad Urbino. Nel corso del secondo dopo guerra era diventata soltanto una via di carrabilità che andava a perdere il valore scenografico che aveva sempre avuto all’interno della città storica. Una strada distratta rispetto agli accadimenti importanti che si svolgevano lungo il suo asse. Abbiamo lavorato sul manufatto, rettificandolo, dandogli delle sponde, delle verticalità, degli affacci e delle diramazioni in modo da farlo diventare un vero e proprio fatto urbano. Un nastro imperante che attualmente è gestito adeguatamente però soltanto dal punto di vista funzionale e quindi dargli un valore formale, mettendo assieme gli elementi come una costellazione di un fatto principale che è il segno della strada stessa.

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L'avvento di Netflix nel mercato dell'audiovisivo è stato spesso descritto usando l'espressione “digital disruption” per sottolineare la radicale rottura con le pratiche precedenti. L'obiettivo di questa tesi è capire se sia effettivamente corretto utilizzare questa espressione e in particolare in quale misura Netflix abbia rivoluzionato il sistema produttivo italiano quando ha iniziato la propria produzione originale nel nostro paese. Netflix ha il merito di aver ribaltato il percorso produttivo tradizionale: il nuovo percorso produttivo inizia con quello che prima era l'ultimo anello della catena, ovvero l'utente. Le produzioni originali delle piattaforme vengono finanziate dagli utenti stessi, tramite la sottoscrizione dell'abbonamento mensile. Si giunge però alla conclusione che la cosiddetta “digital disruption” in realtà si tratti di un falso mito: rispetto al passato ci sono molti più elementi di continuità rispetto a quelli di rottura. Più che una rivoluzione, quello che è avvenuto è stato un rafforzamento di tendenze che erano già in atto. In particolare la crescente importanza della serialità è un processo iniziato già diversi anni prima dell'arrivo di Netflix e che in Italia aveva visto come protagonista Sky. Netflix ha però invertito il flusso di importazione del prodotto statunitense verso l'Europa e il resto del mondo permettendo alle narrazioni non americane di diffondersi facilmente in 190 paesi. Grazie a Netflix, quindi, i prodotti seriali italiani hanno un'inedita opportunità di competere a livello internazionale. Anche i broadcaster, per stare al passo, sottoscrivono accordi di co-produzione internazionale e pensano i loro prodotti fin da subito in un'ottica glocal. La serie Rai L'amica geniale, co-prodotta con HBO e girata in napoletano, dimostra come un certo tipo di serialità italiana stia riuscendo a competere a livello internazionale con ottimi risultati.

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Con il termine "crowdsensing" si intende una tecnica in cui un folto gruppo di individui aventi dispositivi mobili acquisiscono e condividono dati di natura diversa in maniera collettiva, al fine di estrarre informazioni utili. Il concetto di Mobile Crowdsensing è molto recente e derivante dalle ultime innovazioni tecnologiche in materia di connettività online e cattura di dati di vario genere; pertanto non si trova attualmente una vera e propria applicazione in campo reale, la modellazione solo teorica e fin troppo specifica pone un limite alla conoscenza di un ambito che può rivelarsi molto utile ai fini di ricerca. YouCrowd è un piattaforma web che va ad implementare un sistema di crowdsourcing completo, in grado di leggere dati dai numerosi sensori di uno smartphone e condividerli, al fine di ottenere una remunerazione per gli utenti che completano una campagna. La web application vede la sua implementazione di base supportata da NodeJS e si configura come una piattaforma dinamica che varia la propria interfaccia con l'utente in base alle richieste di dati da parte degli administrators. Il test di YouCrowd ha coinvolto un buon numero di partecipanti più o meno esperti nell'utilizzo degli strumenti informatici, rivelando delle buone prestazioni in relazione alla difficoltà del task e alle prestazioni del device in test.

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Nel seguente documento di tesi lo scopo della tecnologia blockchain è quello di creare un’architettura sicura per gli scambi di utility token basata su un sistema distribuito, ovvero un insieme eterogeneo formato da più calcolatori che appare all’utilizzatore come un unico dispositivo. Questa tesi descrive la progettazione e realizzazione di una rete blockchain Stellar permissioned capace di gestire transazioni di token applicabile a innumerevoli contesti all’interno di un ecosistema di pagamenti e di servizi. La tecnologia blockchain offre molteplici vantaggi tra cui la possibilità di diminuire le commissioni delle transazioni rispetto agli attuali sistemi di pagamento. L’architettura dell’infrastruttura di rete progettata prevede, oltre ai nodi della rete blockchain vera e propria, altri server che si occupano in particolare di offrire un servizio di database di custodia delle chiavi, un servizio di load balancing ed un servizio di accesso ai dati presenti nella rete tramite chiamate API fornite dai nodi Horizon. Oltre a questi è stato creato un elemento ad-hoc, ovvero il software BTKL, utilizzato per semplificare la comunicazione con la blockchain e per incrementare la sicurezza di comunicazione con il database di custodia.

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Il Covid-19 ha obbligato a riorganizzare le attività didattiche in base alle esigenze connesse al contenimento dei contagi. Nell’affrontare l’emergenza, i dispositivi elettronici e la connettività sono risultati fondamentali per la sostituzione della didattica in presenza con quella a distanza. L’impatto è stato critico, ma ha costretto anche i più scettici a adeguare la propria offerta formativa, per rispondere alle necessità emerse e per non interrompere la relazione educativa e il processo di apprendimento attivato con i propri alunni. Ciò ha rappresentato un punto di rottura ma anche di svolta per il sistema scolastico, che ha dovuto riconoscere la centralità degli strumenti tecnologici nell’attivazione di ambienti digitali per l’apprendimento, in grado di coinvolgere e connettere insegnanti e studenti anche fuori dall’aula. Questo ha ridotto il divario tra generazioni, inducendo molti docenti a sperimentare le nuove tecnologie con più naturalezza, accelerando il cambiamento già prefigurato nel PNSD e nelle Raccomandazioni Europee. Per orientare le nuove generazioni all’uso consapevole delle nuove tecnologie, la mediazione didattica operata dal docente assume un ruolo centrale per facilitare gli apprendimenti, affiancando i new media a quelli tradizionali. A tal proposito la scelta degli approcci pedagogici e delle metodologie didattiche si rivela essenziale, quindi sono stati esaminati gli apporti che possono fornire le varie teorie e studi per strutturare la propria proposta didattica. Sono stati presi in esame alcuni strumenti digitali in grado di attivare strategie didattiche innovative e inclusive, che ho sperimentato nel percorso universitario e messo in atto durante il tirocinio. In quest’ottica, tenendo conto del contesto scolastico di riferimento, del curricolo verticale esplicitato nel PTOF e dei bisogni educativi degli alunni, sono state proposte due UA in una classe terza della scuola secondaria di primo grado Carlo Pepoli di Bologna.

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La pubblicità – quella televisiva passando poi a quella sul web e sui social – subisce numerose trasformazioni che investono soprattutto i metodi comunicativi con cui sviluppare la propria narrazione. Oggi, di fatto, il mondo della pubblicità non si limita alla sola sponsorizzazione di un brand e dei suoi prodotti, ma si cala sempre più nelle dinamiche sociali, civili ed economiche che caratterizzano il nostro quotidiano. La comunicazione commerciale, dunque, si prefigge di essere il più inclusiva possibile, di coinvolgere storie, situazioni e personaggi che, nella pubblicità del “passato”, sarebbero stati esclusi totalmente o rappresentati in modo stereotipato. Se risulta possibile affermare che, nel panorama mediale odierno, si stia rivolgendo maggiore attenzione alle tematiche LGBTQ+, alle lotte contro la discriminazione di genere e all’ingaggio di personaggi appartenenti alla comunità queer, è altrettanto vero affermare come sia ancora possibile ricadere in rappresentazioni stereotipate e strategie di marketing che si fingono inclusive, solo per cavalcare l’onda del successo di eventi quali il Pride. All’interno di questo elaborato si andrà, in primis, a tracciare la storia culturale della comunità LGBTQ+ e ad approfondire come sia evoluta la sua presenza nei diversi media audiovisivi – dal cinema alle serie tv fino alla pubblicità. Ci si concentrerà poi sugli stereotipi ancora ricorrenti in pubblicità televisiva, ossia quello di genere. L’obiettivo della tesi è verificare se sia giusto parlare di inclusione o se si tratti solo una mera strategia di marketing, ossia di rainbow-washing, quando i brand si avvalgono di immagini e di personaggi LGBTQ+ nei propri spot. Nel capitolo finale, attraverso di un’analisi qualitativa di n. 100 spot televisivi americani, si andranno ad evidenziare i trend LGBTQ+, ossia in che modo oggi le pubblicità statunitensi sviluppano immagini, simboli, personaggi e storie LGBTQ+, realmente positive ed inclusive, in pubblicità.

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La presente tesi si propone di analizzare l'offerta per bambini e ragazzi italiana successivamente l'introduzione del digitale terrestre. Si inizia introducendo la letteratura riguardante la Children's Television: i suoi maggiori studiosi, le teorie dietro di essa, i suoi rapporti con gli stakeholders, lo Stato, la scuola e il suo stesso pubblico. Si prosegue osservando i cambiamenti avvenuti nel panorama mediatico e nella vita dei minori con la tecnologia digitale, guardando nello specifico come il servizio pubblico della Rai e la sua rivale commerciale Mediaset abbiano adattato la propria offerta e i propri paradigmi alle nuove possibilità. L'ultimo capitolo concerne gli ultimi due anni di pandemia e l'ulteriore modifica dell'offerta per far fronte all'emergenza sanitaria.

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Nel panorama attuale dei media audiovisivi caratterizzato da un’ampia quantità di contenuti e da modalità diverse per fruirli è fondamentale per i distributori riuscire a emergere tra la concorrenza. In particolar modo, nel settore televisivo dove ci sono tante opportunità di visione per i consumatori, che possono scegliere tra diverse tipologie di canali i quali offrono multiple modalità di accesso e per la fruizione dei propri contenuti. L’obiettivo dello studio è mostrare la rilevanza della strategia di branding della propria impresa televisiva per riuscire nell’intento di differenziarsi dalla concorrenza e promuoversi, facendo arrivare al pubblico la propria value proposition, l’identità dell’attività in questione. Il TV branding impatta sulle scelte comunicative, valoriali, grafiche, visive e sonore del player televisivo, ma influenza anche le decisioni sul prodotto e i conduttori. Rappresenta la costruzione del brand nella sua interezza. Nel lavoro ci sarà un’analisi sul complesso scenario del mercato televisivo attuale per passare ad analizzare i vari punti dell’attività di branding che i vertici delle imprese televisive devono curare per creare valore e spiccare tra la concorrenza. Infine, il progetto converge sull’analisi dell’attività di marketing di tre casi, che si diversificano tra loro per le aree di business che coprono e per le differenti strategie di branding, ma i contenuti sportivi fanno da trade union tra queste realtà. Sky Sport è il player leader del settore della produzione e distribuzione di contenuti sportivi e opera in modalità multicanale. Eurosport è il player dedicato allo sport di Discovery, “la casa degli sport olimpici”. La strategia adottata per la fruizione dei contenuti sportivi è multipiattaforma. Infine, l’analisi verte sull’unicità del caso DAZN, l’OTT esclusivamente dedicata allo sport. DAZN mira a cambiare le modalità di vivere i contenuti sportivi. L'OTT sportiva rivolge attenzione alla valorizzazione del proprio brand.

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A Milano, nel sito che ha ospitato Expo 2015, sta nascendo MIND:Milano Innovation District, un quartiere innovativo e sostenibile che si candida a diventare luogo di eccellenze grazie ad una partnership pubblico-privato che sta rigenerando l’area creando un quartiere ex-novo. Gli attori pubblici e privati in gioco nella creazione di questo luogo sono molteplici e uniti allo scopo di creare un distretto appetibile sia per le aziende che vi si insedieranno sia per la popolazione milanese e lombarda. Proprio la cittadinanza svolgerà un ruolo chiave nella creazione di una vera e propria comunità in grado di far raggiungere a questo quartiere l’ambizioso obiettivo di diventare un luogo vissuto a pieno a tutte le ore del giorno e durante tutto l’anno. Il luogo infatti non presenta una comunità di partenza radicata nel territorio in grado di garantire storia e identità: il sito infatti aveva ospitato Expo nel 2015, dopo che i lavori di bonifica e creazione di infrastrutture avevano dal 2011 colmato questo vuoto urbano, ma è stato effettivamente aperto al pubblico soltanto nel mese di Maggio 2022. Coinvolgere la comunità che vive nelle aree limitrofe risulterà di primaria importanza per avvicinare la popolazione a questo luogo e renderla partecipe della co-creazione. Come si inserirà questo quartiere nel tessuto urbano e sociale milanese? E quali esternalità sono previste per la città di Milano, i comuni limitrofi della provincia?

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A partire dal suo cultural turn, la geografia si è dedicata ad oggetti apparentemente lontani dal suo campo disciplinare, come i prodotti di finzione di natura mediale, studiati secondo una prospettiva interdisciplinare, ma rivendicando una propria specificità metodologico-epistemologica, tale che permetta l’analisi dei processi di territorializzazione doppi (sia sulla Terra che nei media). Tra i prodotti culturali-mediali che alimentano un immaginario fortemente geografico, si distinguono oggi i Social e le canzoni, nei quali si assiste ad una mediazione del territorio e all’esposizione di processi territoriali configurativi che alimentano l’immagine del territorio stesso nel mediascape, favorendo anche un suo sviluppo, soprattutto in chiave turistica. L’area di Pavia e provincia, in Italia, fatica ad imprimersi nel panorama mediale nazionale, che ne ha veicolato, soprattutto tramite i media (audio)visivi, l’immagine di un territorio chiuso e autoriflettente, da cui si può solo passare o fuggire. Tale immagine è tuttavia ri-negoziata da prodotti realizzati da attori locali, come quelli dei due casi-studio di questo lavoro: la pagina Instagram paviacartoon, che offre un’originale contaminazione tra mondi finzionali cartoneschi e territorio locale, e la produzione/attività del gruppo dialettale I Fiö dla nebia. L’analisi geografica di questi prodotti mette in luce il loro originale carattere narrativo e configurativo, svelando un inedito potenziale turistico, particolarmente spendibile in un’ottica di sviluppo locale. Considerando come fondamentale l’analisi dei paesaggi mediali di un’area, soprattutto in un’ottica di sviluppo territoriale, si può osservare come l’immagine del territorio pavese, se adeguatamente filtrata con consapevolezza da uomini del territorio, e se supportata tramite scelte accurate sia politiche che di governance territoriale, possa essere oggetto di pratiche che gioverebbero allo sviluppo del territorio stesso, soprattutto in chiave turistica.

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Negli ultimi tempi la questione su come arginare il problema della diffusione delle fake news è diventata predominante sia nel dibattito pubblico che politico; in quanto miliardi di terabyte di foto, testi, video, informazioni si muovono quotidianamente attraverso le piattaforme social persuadendo in maniera più o meno efficace ciascun utente. Questo è tutto amplificato dal fatto che il mondo dell'informazione sia radicalmente cambiato col passare del tempo, in risposta alla crescita del fabbisogno informativo, dando maggiore importanza al numero di click piuttosto che all'attendibilità dell'informazione stessa. Nel contesto appena descritto i social media e la rete in generale hanno un ruolo molto importante in quanto tutti hanno diritto di parola al di là di meriti o conoscenze personali. Quello che conta davvero non è l’aderenza ai fatti, quanto la conformità con ciò a cui si crede e con la propria visione del mondo. L'uso e il significato del termine fake news si è evoluto nel tempo. Sebbene originariamente fosse utilizzato per fare riferimento a informazioni false e spesso clamorose diffuse sotto le spoglie di notizie, il termine si è evoluto ed è diventato sinonimo di diffusione di informazioni false che possono differenziarsi in base ai mezzi utilizzati per la falsificazione o in base all'intento per il quale sono state diffuse. L'obiettivo di questa tesi è quello di introdurre una rassegna delle metodologie atte a identificare e classifcare le fake news. Molti esperti hanno studiato modi per analizzare manualmente l'autenticità delle notizie; tuttavia, come valutarla in modo efficace è ancora una questione aperta. Nello specifico, la tesi fornisce anche un contributo per limitare la diffusione delle fake news sui social network, in quanto queste potrebbero influenzare o alterare l'opinione pubblica, contribuendo ad alimentare teorie complottistiche.

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Questo elaborato si propone di presentare il progetto Il Teatro Fa Bene realizzato da Jacopo Fo in collaborazione con Eni Foundation e i Medici con l’Africa CUAMM, con l’obiettivo di dimostrare che l’arte del teatro può essere uno strumento di sensibilizzazione e cambiamento attraverso la propria forza emotiva e tramite il suo linguaggio universale, quello del corpo. Lo spettacolo è stato ideato allo scopo di portare informazione e prevenzione sanitaria nella regione di Cabo Delgado, a nord del Mozambico, al fine di promuovere la salute materno-infantile e la partecipazione delle donne nei Centri di Salute che il CUAMM gestisce nel paese. Il primo capitolo offre una rapida panoramica della storia mozambicana focalizzandosi sugli eventi sociali più rilevanti per contestualizzare il progetto che viene esposto; nel secondo capitolo, invece, si trattano più da vicino i fattori che determinano la scarsa affluenza nei centri di salute come conseguenza del forte legame con la tradizione medica dei “curandeiros”. Il terzo capitolo presenta il progetto e ne descrive le fasi di sviluppo, includendo la trama dello spettacolo ed esponendo i cambiamenti rilevati in seguito all’iniziativa; infine, il quarto comprende una piccola intervista che Jacopo Fo ha gentilmente concesso telefonicamente.

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I bambini e adolescenti figli di immigrati ricoprono spesso il ruolo di mediatori linguistici e culturali per le loro famiglie o per altri membri della propria comunità etnico-linguistica. Questo fenomeno prende il nome di Child Language Brokering e si verifica in una grande varietà di contesti, tra i quali la scuola. A causa della scarsa disponibilità di servizi linguistici professionali a disposizione degli istituti scolastici, i bambini si ritrovano molto spesso a mediare a favore dei propri genitori, insegnanti e coetanei. La presente tesi si occuperà di fornire un inquadramento teorico del fenomeno, focalizzandosi in seguito sul CLB in ambito scolastico (anche detto School Language Brokering), per poi analizzare le linee guida che sono state elaborate nel Regno Unito per gestire al meglio le pratiche di mediazione a opera di minori nelle scuole. Infine, si metterà in risalto il prezioso contributo dei broker all’integrazione dei loro coetanei stranieri, sottolineando gli aspetti positivi e negativi che scaturiscono dalle pratiche di brokering.