918 resultados para strong belief
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The neurocognitive processes underlying the formation and maintenance of paranormal beliefs are important for understanding schizotypal ideation. Behavioral studies indicated that both schizotypal and paranormal ideation are based on an overreliance on the right hemisphere, whose coarse rather than focussed semantic processing may favor the emergence of 'loose' and 'uncommon' associations. To elucidate the electrophysiological basis of these behavioral observations, 35-channel resting EEG was recorded in pre-screened female strong believers and disbelievers during resting baseline. EEG data were subjected to FFT-Dipole-Approximation analysis, a reference-free frequency-domain dipole source modeling, and Regional (hemispheric) Omega Complexity analysis, a linear approach estimating the complexity of the trajectories of momentary EEG map series in state space. Compared to disbelievers, believers showed: more right-located sources of the beta2 band (18.5-21 Hz, excitatory activity); reduced interhemispheric differences in Omega complexity values; higher scores on the Magical Ideation scale; more general negative affect; and more hypnagogic-like reveries after a 4-min eyes-closed resting period. Thus, subjects differing in their declared paranormal belief displayed different active, cerebral neural populations during resting, task-free conditions. As hypothesized, believers showed relatively higher right hemispheric activation and reduced hemispheric asymmetry of functional complexity. These markers may constitute the neurophysiological basis for paranormal and schizotypal ideation.
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This article considers what drives donors to leave charitable bequests. Building on theories of charitable bequest giving, we consider two types of motivations for leaving a bequest: attitudinal and structural motivations. Using unique Australian data, we show that a strong belief in the efficacy of charitable organisations has a significant positive effect on the likelihood of leaving a bequest, as does past giving behaviour and having no children. As bequests constitute an important income stream for charitable organisations, this research can help fundraisers better target their marketing strategies towards those most likely to plan their estates and motivate these people to make bequests.
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Issue addressed The paper examines the meanings of food safety among food businesses deemed non-compliant and considers the need for an ‘insider perspective’ to inform a more nuanced health promotion practice. Methods In-depth interviews were conducted with 29 food business operators who had been recently deemed ‘non-compliant’ through Council inspection. Result Paradoxically, these ‘non-compliers’ revealed a strong belief in the importance of food safety as well as a desire to comply with the regulations as communicated to them by Environmental Health Officers (EHOs). Conclusions The evidence base of food safety is largely informed by the science of food hazards, yet there is a very important need to illuminate the ‘insider’ experience of food businesses doing food safety on a daily basis. This requires a more socially nuanced appreciation of food businesses beyond the simple dichotomy of compliant/ non-compliant. So what? Armed with a deeper understanding of the social context surrounding food safety practice, it is anticipated that a more balanced, collaborative mode of food safety health promotion could develop which could add to the current signature model of regulation.
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Na linguagem comum, confiança denota "segurança íntima de procedimento", "fé" e "esperança", de acordo com o Novo Dicionário Aurélio Buarque de Holanda. Na Ciência Política, a confiança aparece como facilitadora dos regimes democráticos, em uma literatura que, apesar das críticas, atravessa diversos momentos históricos, sendo aplicada, "democraticamente", em diversos países, há quase cinquenta anos. O artigo revisa essa literatura, por vezes incompreendida, para melhor entender aspectos da instável relação entre confiança e democracia: uma união estável muito próxima das bodas de ouro nessa bibliografia. Releva ainda a importância da mesma em democracias como o Brasil, que este ano comemora bodas de prata - 25 anos de regime democrático sem interrupção -, em um cenário de grandes assimetrias sociais e desafios inerentes ao processo de consolidação.
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In everyday economic interactions, it is not clear whether sequential choices are visible or not to other participants: agents might be deluded about opponents'capacity to acquire,interpret or keep track of data, or might simply unexpectedly forget what they previously observed (but not chose). Following this idea, this paper drops the assumption that the information structure of extensive-form games is commonly known; that is, it introduces uncertainty into players' capacity to observe each others' past choices. Using this approach, our main result provides the following epistemic characterisation: if players (i) are rational,(ii) have strong belief in both opponents' rationality and opponents' capacity to observe others' choices, and (iii) have common belief in both opponents' future rationality and op-ponents' future capacity to observe others' choices, then the backward induction outcome obtains. Consequently, we do not require perfect information, and players observing each others' choices is often irrelevant from a strategic point of view. The analysis extends {from generic games with perfect information to games with not necessarily perfect information{the work by Battigalli and Siniscalchi (2002) and Perea (2014), who provide different sufficient epistemic conditions for the backward induction outcome.
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Orientadora: Doutora Alcina Dias Co-Orientadora: Doutora Ana Paula Lopes
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La ricerca si propone di definire le linee guida per la stesura di un Piano che si occupi di qualità della vita e di benessere. Il richiamo alla qualità e al benessere è positivamente innovativo, in quanto impone agli organi decisionali di sintonizzarsi con la soggettività attiva dei cittadini e, contemporaneamente, rende evidente la necessità di un approccio più ampio e trasversale al tema della città e di una più stretta relazione dei tecnici/esperti con i responsabili degli organismi politicoamministrativi. La ricerca vuole indagare i limiti dell’urbanistica moderna di fronte alla complessità di bisogni e di nuove necessità espresse dalle popolazioni urbane contemporanee. La domanda dei servizi è notevolmente cambiata rispetto a quella degli anni Sessanta, oltre che sul piano quantitativo anche e soprattutto sul piano qualitativo, a causa degli intervenuti cambiamenti sociali che hanno trasformato la città moderna non solo dal punto di vista strutturale ma anche dal punto di vista culturale: l’intermittenza della cittadinanza, per cui le città sono sempre più vissute e godute da cittadini del mondo (turisti e/o visitatori, temporaneamente presenti) e da cittadini diffusi (suburbani, provinciali, metropolitani); la radicale trasformazione della struttura familiare, per cui la famiglia-tipo costituita da una coppia con figli, solido riferimento per l’economia e la politica, è oggi minoritaria; l’irregolarità e flessibilità dei calendari, delle agende e dei ritmi di vita della popolazione attiva; la mobilità sociale, per cui gli individui hanno traiettorie di vita e pratiche quotidiane meno determinate dalle loro origini sociali di quanto avveniva nel passato; l’elevazione del livello di istruzione e quindi l’incremento della domanda di cultura; la crescita della popolazione anziana e la forte individualizzazione sociale hanno generato una domanda di città espressa dalla gente estremamente variegata ed eterogenea, frammentata e volatile, e per alcuni aspetti assolutamente nuova. Accanto a vecchie e consolidate richieste – la città efficiente, funzionale, produttiva, accessibile a tutti – sorgono nuove domande, ideali e bisogni che hanno come oggetto la bellezza, la varietà, la fruibilità, la sicurezza, la capacità di stupire e divertire, la sostenibilità, la ricerca di nuove identità, domande che esprimono il desiderio di vivere e di godere la città, di stare bene in città, domande che non possono essere più soddisfatte attraverso un’idea di welfare semplicemente basata sull’istruzione, la sanità, il sistema pensionistico e l’assistenza sociale. La città moderna ovvero l’idea moderna della città, organizzata solo sui concetti di ordine, regolarità, pulizia, uguaglianza e buon governo, è stata consegnata alla storia passata trasformandosi ora in qualcosa di assai diverso che facciamo fatica a rappresentare, a descrivere, a raccontare. La città contemporanea può essere rappresentata in molteplici modi, sia dal punto di vista urbanistico che dal punto di vista sociale: nella letteratura recente è evidente la difficoltà di definire e di racchiudere entro limiti certi l’oggetto “città” e la mancanza di un convincimento forte nell’interpretazione delle trasformazioni politiche, economiche e sociali che hanno investito la società e il mondo nel secolo scorso. La città contemporanea, al di là degli ambiti amministrativi, delle espansioni territoriali e degli assetti urbanistici, delle infrastrutture, della tecnologia, del funzionalismo e dei mercati globali, è anche luogo delle relazioni umane, rappresentazione dei rapporti tra gli individui e dello spazio urbano in cui queste relazioni si muovono. La città è sia concentrazione fisica di persone e di edifici, ma anche varietà di usi e di gruppi, densità di rapporti sociali; è il luogo in cui avvengono i processi di coesione o di esclusione sociale, luogo delle norme culturali che regolano i comportamenti, dell’identità che si esprime materialmente e simbolicamente nello spazio pubblico della vita cittadina. Per studiare la città contemporanea è necessario utilizzare un approccio nuovo, fatto di contaminazioni e saperi trasversali forniti da altre discipline, come la sociologia e le scienze umane, che pure contribuiscono a costruire l’immagine comunemente percepita della città e del territorio, del paesaggio e dell’ambiente. La rappresentazione del sociale urbano varia in base all’idea di cosa è, in un dato momento storico e in un dato contesto, una situazione di benessere delle persone. L’urbanistica moderna mirava al massimo benessere del singolo e della collettività e a modellarsi sulle “effettive necessità delle persone”: nei vecchi manuali di urbanistica compare come appendice al piano regolatore il “Piano dei servizi”, che comprende i servizi distribuiti sul territorio circostante, una sorta di “piano regolatore sociale”, per evitare quartieri separati per fasce di popolazione o per classi. Nella città contemporanea la globalizzazione, le nuove forme di marginalizzazione e di esclusione, l’avvento della cosiddetta “new economy”, la ridefinizione della base produttiva e del mercato del lavoro urbani sono espressione di una complessità sociale che può essere definita sulla base delle transazioni e gli scambi simbolici piuttosto che sui processi di industrializzazione e di modernizzazione verso cui era orientata la città storica, definita moderna. Tutto ciò costituisce quel complesso di questioni che attualmente viene definito “nuovo welfare”, in contrapposizione a quello essenzialmente basato sull’istruzione, sulla sanità, sul sistema pensionistico e sull’assistenza sociale. La ricerca ha quindi analizzato gli strumenti tradizionali della pianificazione e programmazione territoriale, nella loro dimensione operativa e istituzionale: la destinazione principale di tali strumenti consiste nella classificazione e nella sistemazione dei servizi e dei contenitori urbanistici. E’ chiaro, tuttavia, che per poter rispondere alla molteplice complessità di domande, bisogni e desideri espressi dalla società contemporanea le dotazioni effettive per “fare città” devono necessariamente superare i concetti di “standard” e di “zonizzazione”, che risultano essere troppo rigidi e quindi incapaci di adattarsi all’evoluzione di una domanda crescente di qualità e di servizi e allo stesso tempo inadeguati nella gestione del rapporto tra lo spazio domestico e lo spazio collettivo. In questo senso è rilevante il rapporto tra le tipologie abitative e la morfologia urbana e quindi anche l’ambiente intorno alla casa, che stabilisce il rapporto “dalla casa alla città”, perché è in questa dualità che si definisce il rapporto tra spazi privati e spazi pubblici e si contestualizzano i temi della strada, dei negozi, dei luoghi di incontro, degli accessi. Dopo la convergenza dalla scala urbana alla scala edilizia si passa quindi dalla scala edilizia a quella urbana, dal momento che il criterio del benessere attraversa le diverse scale dello spazio abitabile. Non solo, nei sistemi territoriali in cui si è raggiunto un benessere diffuso ed un alto livello di sviluppo economico è emersa la consapevolezza che il concetto stesso di benessere sia non più legato esclusivamente alla capacità di reddito collettiva e/o individuale: oggi la qualità della vita si misura in termini di qualità ambientale e sociale. Ecco dunque la necessità di uno strumento di conoscenza della città contemporanea, da allegare al Piano, in cui vengano definiti i criteri da osservare nella progettazione dello spazio urbano al fine di determinare la qualità e il benessere dell’ambiente costruito, inteso come benessere generalizzato, nel suo significato di “qualità dello star bene”. E’ evidente che per raggiungere tale livello di qualità e benessere è necessario provvedere al soddisfacimento da una parte degli aspetti macroscopici del funzionamento sociale e del tenore di vita attraverso gli indicatori di reddito, occupazione, povertà, criminalità, abitazione, istruzione, etc.; dall’altra dei bisogni primari, elementari e di base, e di quelli secondari, culturali e quindi mutevoli, trapassando dal welfare state allo star bene o well being personale, alla wellness in senso olistico, tutte espressioni di un desiderio di bellezza mentale e fisica e di un nuovo rapporto del corpo con l’ambiente, quindi manifestazione concreta di un’esigenza di ben-essere individuale e collettivo. Ed è questa esigenza, nuova e difficile, che crea la diffusa sensazione dell’inizio di una nuova stagione urbana, molto più di quanto facciano pensare le stesse modifiche fisiche della città.
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Using findings from a qualitative investigation based on in-depth email interviews with 47 Black and South Asian gay men in Britain, this paper explores the cross-cutting identities and discourses in relation to being both gay and from an ethnic minority background. Taking an intersectional approach, detailed accounts of identity negotiation, cultural pressures, experiences of discrimination and exclusion and the relationship between minority ethnic gay men and mainstream White gay culture are presented and explored. The major findings common to both groups were: cultural barriers limiting disclosure of sexuality to family and wider social networks; experiences of discrimination by White gay men that included exclusion as well as objectification; a lack of positive gay role models and imagery relating to men from minority ethnic backgrounds. Among South Asian gay men, a major theme was regret at being unable to fulfil family expectations regarding marriage and children, while among Black gay men, there was a strong belief that same-sex behaviour subverted cultural notions related to how masculinity is configured. The paper concludes by highlighting the importance of social location, particularly education and income, when examining the intersection of ethnicity and sexuality in future research.
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El aprendizaje como proceso se puede considerar un avance evolutivo importante para todos los sistemas vivientes que lo adquirieron en las tempranas épocas del desarrollo de la vida. La percepción de un entorno que tiene “pasado" y “presente" permitió a los animales primitivos adquirir una visión más completa del mundo que los rodeaba. El uso cognitivo de la información que está disponible en un sistema viviente se le reconoce ahora como “aprendizaje". A pesar que han pasado muchos años y muchos investigadores han estado muy comprometidos en el estudio de la memoria y el aprendizaje, su intrincada naturaleza todavía no se comprende bien. En este trabajo se amplían muchos términos comunes en la investigación de este tema, como memoria, aprendizaje y ensayo redefiniéndose en un contexto más acotado con la intención de uniformar su comprensión. Se vuelve a discutir el modelo de aprendizaje en términos de un “circuito de aprendizaje". También se amplía el concepto unificador de “engrama de la unidad vectorial de la memoria" para el proceso de aprendizaje y el almacenamiento de la información, descrito con anterioridad. Finalmente, las implicaciones del modelo propuesto se consideran en el contexto de patologías que producen déficit de memoria, evaluándose las predicciones del modelo con la evidencia comportamental de pacientes con lesiones localizadas en ciertas partes del cerebro.
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O objetivo deste trabalho é levantar os diversos entendimentos que se tem sobre a função social da escola e como os diversos segmentos da equipe escolar a percebem. Procede-se a um levantamento da evolução da instituição escolar ao longo dos períodos históricos, define-se a escola como espaço socialmente destinado à transmissão do conhecimento acumulado pela sociedade humana para as novas gerações, busca-se em Libâneo e Mizukami caracterizar, para cada uma das tendências/abordagens pedagógicas, a sua função social entendendo-a nos níveis micro, meso e macro, e como uma teia de relações caleidoscópicas . Busca-se no pensamento de Gramsci os referenciais teóricos e corpo conceitual que possibilitem a leitura e compreensão dos elementos analisados e presentes na fala dos sujeitos pertencentes a segmentos da equipe escolar pesquisada. Procedeu-se a um estudo qualitativo do tipo etnográfico, através de entrevistas semi-estruturadas, observação de campo e análise documental. Verificou-se que a escola apresenta em seu Projeto Pedagógico uma forte tendência tradicional liberal, e nas falas dos sujeitos nvolvidos na pesquisa: alunos, pais/mães, colaboradores e professores uma forte crença na escola como possibilitadora de sucesso e ascensão social aos educandos, depositando nela todas as expectativas nesse sentido. O entendimento da função social da escola é percebida no nível do individual, não demonstrando preocupações com o coletivo, nem tampouco com o diploma sem saberes aprendidos , a personalidade do educando ou seu nível para o acesso ao capital cultural. Os professores partilham dessa esponsabilidade com a formação e sucesso do indivíduo educando. Buscou-se a partir dessa reflexão, um entendimento sobre a função social da escola contemporânea.
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O objetivo deste trabalho é levantar os diversos entendimentos que se tem sobre a função social da escola e como os diversos segmentos da equipe escolar a percebem. Procede-se a um levantamento da evolução da instituição escolar ao longo dos períodos históricos, define-se a escola como espaço socialmente destinado à transmissão do conhecimento acumulado pela sociedade humana para as novas gerações, busca-se em Libâneo e Mizukami caracterizar, para cada uma das tendências/abordagens pedagógicas, a sua função social entendendo-a nos níveis micro, meso e macro, e como uma teia de relações caleidoscópicas . Busca-se no pensamento de Gramsci os referenciais teóricos e corpo conceitual que possibilitem a leitura e compreensão dos elementos analisados e presentes na fala dos sujeitos pertencentes a segmentos da equipe escolar pesquisada. Procedeu-se a um estudo qualitativo do tipo etnográfico, através de entrevistas semi-estruturadas, observação de campo e análise documental. Verificou-se que a escola apresenta em seu Projeto Pedagógico uma forte tendência tradicional liberal, e nas falas dos sujeitos nvolvidos na pesquisa: alunos, pais/mães, colaboradores e professores uma forte crença na escola como possibilitadora de sucesso e ascensão social aos educandos, depositando nela todas as expectativas nesse sentido. O entendimento da função social da escola é percebida no nível do individual, não demonstrando preocupações com o coletivo, nem tampouco com o diploma sem saberes aprendidos , a personalidade do educando ou seu nível para o acesso ao capital cultural. Os professores partilham dessa esponsabilidade com a formação e sucesso do indivíduo educando. Buscou-se a partir dessa reflexão, um entendimento sobre a função social da escola contemporânea.
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Num Estado de Direito, a luta política entre os vários grupos, que defendem ou atacam interesses de classe, económicos, profissionais, geracionais, de género, ou outros, embora regulada, é uma constante. Governos, empresas e cidadãos, individulamente ou em grupo, lutam pelos seus objectivos estabelecendo relações de poder. Os media sempre tiveram um papel instrumental neste contexto e o novo media do séc. XXI – o ciberespaço – não é excepção. As características estruturais e funcionais deste instrumento criaram novas condições para a mobilização e participação políticas, reavivando a crença na acção libertadora da técnica. Por outro lado, nenhuma outra tecnologia promoveu tanta concentração de poder nas grandes empresas da indústria digital, ou criou semelhantes condições para a vigilância activa dos cidadãos por parte dos Estados. Este artigo reune algumas reflexões sobre a importância do ciberespaço como dimensão de poder.
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O objetivo deste trabalho é levantar os diversos entendimentos que se tem sobre a função social da escola e como os diversos segmentos da equipe escolar a percebem. Procede-se a um levantamento da evolução da instituição escolar ao longo dos períodos históricos, define-se a escola como espaço socialmente destinado à transmissão do conhecimento acumulado pela sociedade humana para as novas gerações, busca-se em Libâneo e Mizukami caracterizar, para cada uma das tendências/abordagens pedagógicas, a sua função social entendendo-a nos níveis micro, meso e macro, e como uma teia de relações caleidoscópicas . Busca-se no pensamento de Gramsci os referenciais teóricos e corpo conceitual que possibilitem a leitura e compreensão dos elementos analisados e presentes na fala dos sujeitos pertencentes a segmentos da equipe escolar pesquisada. Procedeu-se a um estudo qualitativo do tipo etnográfico, através de entrevistas semi-estruturadas, observação de campo e análise documental. Verificou-se que a escola apresenta em seu Projeto Pedagógico uma forte tendência tradicional liberal, e nas falas dos sujeitos nvolvidos na pesquisa: alunos, pais/mães, colaboradores e professores uma forte crença na escola como possibilitadora de sucesso e ascensão social aos educandos, depositando nela todas as expectativas nesse sentido. O entendimento da função social da escola é percebida no nível do individual, não demonstrando preocupações com o coletivo, nem tampouco com o diploma sem saberes aprendidos , a personalidade do educando ou seu nível para o acesso ao capital cultural. Os professores partilham dessa esponsabilidade com a formação e sucesso do indivíduo educando. Buscou-se a partir dessa reflexão, um entendimento sobre a função social da escola contemporânea.
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Aim To identify key predictors and moderators of mental health ‘help-seeking behavior’ in adolescents. Background Mental illness is highly prevalent in adolescents and young adults; however, individuals in this demographic group are among the least likely to seek help for such illnesses. Very little quantitative research has examined predictors of help-seeking behaviour in this demographic group. Design A cross-sectional design was used. Methods A group of 180 volunteers between the ages of 17–25 completed a survey designed to measure hypothesized predictors and moderators of help-seeking behaviour. Predictors included a range of health beliefs, personality traits and attitudes. Data were collected in August 2010 and were analysed using two standard and three hierarchical multiple regression analyses. Findings The standard multiple regression analyses revealed that extraversion, perceived benefits of seeking help, perceived barriers to seeking help and social support were direct predictors of help-seeking behaviour. Tests of moderated relationships (using hierarchical multiple regression analyses) indicated that perceived benefits were more important than barriers in predicting help-seeking behaviour. In addition, perceived susceptibility did not predict help-seeking behaviour unless individuals were health conscious to begin with or they believed that they would benefit from help. Conclusion A range of personality traits, attitudes and health beliefs can predict help-seeking behaviour for mental health problems in adolescents. The variable ‘Perceived Benefits’ is of particular importance as it is: (1) a strong and robust predictor of help-seeking behaviour, and; (2) a factor that can theoretically be modified based on health promotion programmes.