33 resultados para Salami
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Why it is easier to cut with even the sharpest knife when 'pressing down and sliding' than when merely 'pressing down alone' is explained. A variety of cases of cutting where the blade and workpiece have different relative motions is analysed and it is shown that the greater the 'slice/push ratio' xi given by ( blade speed parallel to the cutting edge/blade speed perpendicular to the cutting edge), the lower the cutting forces. However, friction limits the reductions attainable at the highest.. The analysis is applied to the geometry of a wheel cutting device (delicatessan slicer) and experiments with a cheddar cheese and a salami using such an instrumented device confirm the general predictions. (C) 2004 Kluwer Academic Publishers.
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The preference for ready-to-eat sliced foods may pose an increased risk for food-borne diseases and a major concern is the presence of Listeria monocytogenes L monocytogenes was assessed in two types of products cooked ham and salami One hundred and thirty samples of each product were acquired in retail shops in the city of Sao Paulo and submitted to laboratory analysis The rate of positives was significantly higher in salami samples than in ham samples (62% and 0 8% respectively) L. monocytogenes counts in salami samples varied between <10 and 1900 colony-forming units per gram (CFU/g) The serotypes found in both products were as follows according to incidence 4b (37 5%) 1/2b (25%) 3b (25%) and 1/2c (12 5%) Based on the results of the present study the authors suggest that the risk of listeriosis resulting from the consumption of salami is higher than that associated with the consumption of cooked ham (C) 2010 Elsevier Ltd All rights reserved
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In questo lavoro, sono stati analizzati come caso di studio due tipi di salami fermentati italiani (tipo Felino e tipo Milano). Lo scopo è stato quello di valutare l’effetto di diverse condizioni ambientali nelle celle d’asciugamento e l’effetto di diverse colture starter sulle caratteristiche dei salami di produzione industriale. Alla fine della maturazione, i salami ottenuti sono stati analizzati per determinare i conteggi microbici, l’accumulo di ammine biogene (AB) e il profilo aromatico volatile, mediante l’utilizzo delle analisi SPME-GC. Questi profili sono stati confrontati con i risultati di un gruppo panel esperto. I salami tipo Felino, inoculati solo con Stafilococchi, sono stati caratterizzati da un lento abbassamento del pH e dalla presenza di alti contenuti di AB. Inoltre, sono state osservate le attività enzimatiche specifiche degli Stafilococchi, come il metabolismo della fenilalanina, che hanno modificato radicalmente i profili volatili del prodotto. Anche le diverse condizioni d’asciugamento applicate sono state in grado d’influenzare alcune caratteristiche sensoriali dei prodotti finali come la durezza e la masticabilità che mostrano diverse cinetiche di perdita d’acqua.
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I salumi fermentati sono prodotti caratterizzati da grandi differenze che riguardano la materia prima, gli ingredienti, le dimensioni e le condizioni di maturazione. Questa differenziazione è dovuta a pratiche storiche, culturali e tradizionali che variano da zona a zona. Il processo produttivo nel nostro Paese è però cambiato radicalmente grazie alle innovazioni tecnologiche. Tra queste l’introduzione delle colture starter ha rappresentato una garanzia di maggiore sicurezza igienica e sanitaria ma ha determinato una standardizzazione delle caratteristiche qualitative dei prodotti. Infatti, tutte le trasformazioni biochimiche che avvengono durante la maturazione possono essere influenzate dall’uso degli starter, così come dal diametro dei salami, che influenza la cinetica di perdita dell’acqua e la disponibilità di ossigeno all’interno del prodotto. Lo scopo del lavoro descritto nel mio elaborato è stato quello di valutare l’effetto di queste due variabili su alcune caratteristiche fisico-chimiche, microbiologiche e sul contenuto in amine biogene di salami prodotti industrialmente a partire dalla stessa miscela di ingredienti. Questo impasto carneo è stato addizionato di due starter diversi: oltre all’impiego di Staphylococcus carnosus, un primo lotto è stato inoculato con Lactobacillus sakei mentre un secondo con Pediococcus pentosaceus. Successivamente i due lotti sono stati insaccati in budelli sintetici aventi dimensioni diverse (grande con peso del prodotto all’insacco di 5.3kg e piccolo, con peso all’insacco di 385g). I risultati ottenuti da questa sperimentazione confermano il fatto che la dimensione è uno degli aspetti che maggiormente influenza la caratteristiche del prodotto. Inoltre, anche le colture starter hanno dato risultati diversi indipendentemente dal diametro, dimostrando la necessità di una più approfondita conoscenza tecnologica dei prodotti studiati in relazione alle attività microbiche che si svolgono durante la fermentazione e la maturazione.
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Le fermentazioni spontanee nei salami sono un fenomeno molto complesso in cui si assiste ad una successione di diverse popolazioni microbiche (micrococchi, stafilococchi e batteri lattici), avente ognuna un ruolo importante nell’ottenimento delle qualità desiderate del prodotto finale. Questo susseguirsi vorticoso di popolazioni microbiche nelle fermentazioni spontanee viene ormai regolamentato dall’uso di colture starter che, aggiunte in quantità idonee immediatamente prima dell’insaccamento, contribuiscono in maniera essenziale ad un rapido, corretto (e soprattutto sicuro) processo di fermentazione prima e di disidratazione poi. Poiché però l’impiego di starter segue spesso protocolli indifferenziati, è importante la selezione di colture starter “taylor made”, in grado di differenziare i prodotti in maniera riconoscibile con l’apporto di specifici tratti organolettici e sensoriali. Dunque, con questo elaborato di tesi si è voluto procedere alla raccolta di potenziali colture starter provenienti da diversi salami della tradizione mediterranea (salame di tipo bresciano, romagnolo e lucano), fermentati spontaneamente. Questi prodotti sono stati dapprima caratterizzati per quanto riguarda le loro caratteristiche microbiologiche, chimico-fisiche, profilo aromatico e il loro contenuto in ammine biogene. Successivamente, in particolare per il salame di tipo bresciano, sono stati isolati ceppi di interesse dalla popolazione lattica, poi identificati e testati per alcune caratteristiche di interesse tecnologico (capacità di produrre ammine biogene e profilo aromatico). I ceppi riscontrati, appartenenti alle specie Lactobacillus sakei e Lactobacillus curvatus, hanno mostrato una notevole biodiversità, soprattutto per quanto riguarda la produzione di molecole aromatiche, e quindi una notevole capacità, anche nell’ambito della stessa specie, di modulare la produzione di composti molto importanti dal punto di vista organolettico.
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Questo lavoro di tesi ha riguardato lo studio e la caratterizzazione, sia sensoriale che strumentale, di dodici campioni di salame, prodotti utilizzando carne di suino convenzionale o di Mora Romagnola, con lo scopo di evidenziare le differenze esistenti tra i due tipi di prodotto e, nel contempo, discriminare i prodotti ottenuti con carne di Mora Romagnola, da quelli simili, ma meno pregiati, disponibili sul mercato. In particolare, la caratterizzazione sensoriale è stata condotta tramite l’applicazione dell’analisi quantitativo-descrittiva (QDA®), mediante la quale è stato definito il profilo sensoriale dei campioni oggetto di studio. A supporto della messa a punto del profilo sensoriale del prodotto, sullo stesso gruppo di campioni, è stata effettuata un’analisi strumentale, avvalendosi dell’utilizzo di un “occhio elettronico” in grado di effettuare, in tempi estremamente rapidi, un’analisi dell’apparenza del prodotto tramite l’acquisizione di immagini, successivamente elaborate. I dati ottenuti dall’analisi sensoriale e strumentale, elaborati statisticamente con l’utilizzo di tecniche di analisi multivariata, hanno evidenziato come i campioni di Mora Romagnola presentassero una maggiore variabilità rispetto a quelli prodotti con carne di suino convenzionale. Nello specifico, i campioni di Mora Romagnola sono risultati essere maggiormente caratterizzati dagli attributi di “stagionatura” e “speziatura” e da tonalità più scure rispetto ai salami ottenuti mediante carne di suino convenzionale, più descritti da una nota olfattiva acidula e da un’elevata omogeneità di distribuzione del grasso. L’approccio seguito, fondato sulla correlazione dei dati sensoriali e strumentali, rappresenta, quindi, uno strumento potenzialmente utile non solo in un’ottica di caratterizzazione e discriminazione della qualità degli alimenti, ma anche in un’ottica di valorizzazione dei prodotti tipici, fornendo informazioni utili per generare una maggiore consapevolezza nei consumatori in merito alla scelta dei prodotti, ad esempio durante la fase di acquisto.
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En Yemen no hay que ser mayor de edad para contraer matrimonio, ni tan siquiera se exige una edad mínima. Nojoom es obligada a casarse a los 10 años de edad con un hombre que solo busca una mujer joven para complacerse sexualmente y una sierva para sustituir a su madre en las labores domésticas. Un arreglo legítimo según las leyes locales, aceptado por todos, excepto para la pequeña Nojoom. La cineasta Khadija Al-Salami denuncia la situación que viven miles de niñas en su país, sometidas a leyes atávicas que hoy siguen constituyendo una grave violación de los derechos humanos que afecta a los seres más indefensos, los niños.
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The highly complex structure of the human brain is strongly shaped by genetic influences. Subcortical brain regions form circuits with cortical areas to coordinate movement, learning, memory and motivation, and altered circuits can lead to abnormal behaviour and disease. To investigate how common genetic variants affect the structure of these brain regions, here we conduct genome-wide association studies of the volumes of seven subcortical regions and the intracranial volume derived from magnetic resonance images of 30,717 individuals from 50 cohorts. We identify five novel genetic variants influencing the volumes of the putamen and caudate nucleus. We also find stronger evidence for three loci with previously established influences on hippocampal volume and intracranial volume. These variants show specific volumetric effects on brain structures rather than global effects across structures. The strongest effects were found for the putamen, where a novel intergenic locus with replicable influence on volume (rs945270; P = 1.08×10 -33; 0.52% variance explained) showed evidence of altering the expression of the KTN1 gene in both brain and blood tissue. Variants influencing putamen volume clustered near developmental genes that regulate apoptosis, axon guidance and vesicle transport. Identification of these genetic variants provides insight into the causes of variability in human brain development, and may help to determine mechanisms of neuropsychiatric dysfunction.
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The Enhancing NeuroImaging Genetics through Meta-Analysis (ENIGMA) Consortium is a collaborative network of researchers working together on a range of large-scale studies that integrate data from 70 institutions worldwide. Organized into Working Groups that tackle questions in neuroscience, genetics, and medicine, ENIGMA studies have analyzed neuroimaging data from over 12,826 subjects. In addition, data from 12,171 individuals were provided by the CHARGE consortium for replication of findings, in a total of 24,997 subjects. By meta-analyzing results from many sites, ENIGMA has detected factors that affect the brain that no individual site could detect on its own, and that require larger numbers of subjects than any individual neuroimaging study has currently collected. ENIGMA's first project was a genome-wide association study identifying common variants in the genome associated with hippocampal volume or intracranial volume. Continuing work is exploring genetic associations with subcortical volumes (ENIGMA2) and white matter microstructure (ENIGMA-DTI). Working groups also focus on understanding how schizophrenia, bipolar illness, major depression and attention deficit/hyperactivity disorder (ADHD) affect the brain. We review the current progress of the ENIGMA Consortium, along with challenges and unexpected discoveries made on the way.
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The use of synthetic and non-synthetic hormones have been reported in different regions with the recommendation of different doses. The adaptability of these findings have however not been very successful due to the high cost of building and maintaining hatchery, high cost of synthetic hormone (when available) and high level manpower required. It is obvious that adaptive research in the past ten years in developing countries like Nigeria have been geared towards utilization of resources that are equally effective but cheap and ready to come by. This paper reports the utilization of the pituitary extract of bull frog (Rana adspersa) and the toad (Bufo regularis) in the induced breeding of the African catfish, Clarias gariepinus. The extraction and dosage are discussed alongside the preliminary rearing of fries in outdoor hatchery tanks. Human chorionic gonadotrophin (HCG) and Clarias pituitary extracts were used as control
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Fingerling of Clarias gariepinus have been reported to have an optimal protein requirement of 40%. Not much is known about the effect that varying this protein level has in the haematological characteristics (i.e packed cell volume, red blood cell count, haemoglobin concentration and mean corpuscular haemoglobin concentration) and on some landmarks measured along the fish's body. The haematological parameter are useful in assessing the effect of dietary treatment on leanness or robustness in the fish. The results of these experiment reveals that of the 17 landmarks measured on the bodies of the fish species fed dietary protein levels of no protein 11% (low protein), 29% (sub optimal) and 40% (optimal), only four of the landmarks show significant difference. Also, analysis of the haematological characteristics show significant difference in haematoant (PCV) and erthroycte count (RBC) in all the treatments
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Acute toxicity tests on the effects of Gramoxone and detergent (both applied as a single dose) to nile tilapia, Oreochromis niloticus, fingerlings (mean weight 2.7~c1 g) were conducted using static bioassay. The 96-h LC sub(50) of Gramoxone and detergent applied were 0.08ml/l and 0.004 g/l, respectively. The fingerlings showed increased hyperactivities exemplified by erratic movement, loss of reflex, and hyperventilation during the period of exposure. These effects increased with increasing concentrations of Gramoxone or detergent throughout the duration of exposure. Tilapia fingerlings of the same size showed different levels of tolerance to the same concentration of both pollutants