948 resultados para PROTEINA DE UNION AL DUFFY


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Objective To investigate risk factors associated with the acquisition of antibodies against Plasmodium vivax Duffy binding protein (PvDBP) a leading malaria vaccine candidate in a well-consolidated agricultural settlement of the Brazilian Amazon Region and to determine the sequence diversity of the PvDBP ligand domain (DBPII) within the local malaria parasite population. Methods Demographic, epidemiological and clinical data were collected from 541 volunteers using a structured questionnaire. Malaria parasites were detected by conventional microscopy and PCR, and blood collection was used for antibody assays and molecular characterisation of DBPII. Results The frequency of malaria infection was 7% (6% for P. vivax and 1% for P. falciparum), with malaria cases clustered near mosquito breeding sites. Nearly 50% of settlers had anti-PvDBP IgG antibodies, as detected by enzyme-linked immunosorbent assay (ELISA) with subjects age being the only strong predictor of seropositivity to PvDBP. Unexpectedly, low levels of DBPII diversity were found within the local malaria parasites, suggesting the existence of low gene flow between P. vivax populations, probably due to the relative isolation of the studied settlement. Conclusion The recognition of PvDBP by a significant proportion of the community, associated with low levels of DBPII diversity among local P. vivax, reinforces the variety of malaria transmission patterns in communities from frontier settlements. Such studies should provide baseline information for antimalarial vaccines now in development.

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Clusterina (CLU) è una proteina ubiquitaria, presente nella maggior parte dei fluidi corporei e implicata in svariati processi fisiologici. Dalla sua scoperta fino ad oggi, CLU è risultata essere una proteina enigmatica, la cui funzione non è ancora stata compresa appieno. Il gene codifica per 3 varianti trascrizionali identificate nel database NCBI con i codici: NM_001831 (CLU 1 in questo lavoro di tesi), NR_038335 (CLU 2 in questo lavoro di tesi) e NR_045494 (CLU 3 in questo lavoro di tesi). Tutte le varianti sono trascritte come pre-mRNA contenenti 9 esoni e 8 introni e si differenziano per l’esone 1, la cui sequenza è unica e caratteristica di ogni variante. Sebbene in NCBI sia annotato che le varianti CLU 2 e CLU 3 non sono codificanti, tramite analisi bioinformatica è stato predetto che da tutti e tre i trascritti possono generarsi proteine di differente lunghezza e localizzazione cellulare. Tra tutte le forme proteiche ipotizzate, l’unica a essere stata isolata e sequenziata è quella tradotta dall’AUG presente sull’esone 2 che dà origine a una proteina di 449 aminoacidi. Il processo di maturazione prevede la formazione di un precursore citoplasmatico (psCLU) che subisce modificazioni post-traduzionali tra cui formazione di ponti disolfuro, glicosilazioni, taglio in due catene denominate β e α prima di essere secreta come eterodimero βα (sCLU) nell’ambiente extracellulare, dove esercita la sua funzione di chaperone ATP-indipendente. Oltre alla forma extracellulare, è possibile osservare una forma intracellulare con localizzazione citosolica la cui funzione non è stata ancora completamente chiarita. Questo lavoro di tesi si è prefissato lo scopo di incrementare le conoscenze in merito ai trascritti CLU 1 e CLU 2 e alla loro regolazione, oltre ad approfondire il ruolo della forma citosolica della proteina in relazione al signaling di NF-kB che svolge un ruolo importante nel processo di sviluppo e metastatizzazione del tumore. Nella prima parte, uno screening di differenti linee cellulari, quali cellule epiteliali di prostata e di mammella, sia normali sia tumorali, fibroblasti di origine polmonare e linfociti di tumore non-Hodgkin, ha permesso di caratterizzare i trascritti CLU 1 e CLU 2. Dall’analisi è emerso che la sequenza di CLU 1 è più corta al 5’ rispetto a quella depositata in NCBI con l’identificativo NM_001831 e il primo AUG disponibile per l’inizio della traduzione è localizzato sull’esone 2. È stato dimostrato che CLU 2, al contrario di quanto riportato in NCBI, è tradotto in proteina a partire dall’AUG presente sull’esone 2, allo stesso modo in cui viene tradotto CLU 1. Inoltre, è stato osservato che i livelli d’espressione dei trascritti variano notevolmente tra le diverse linee cellulari e nelle cellule epiteliali CLU 2 è espressa sempre a bassi livelli. In queste cellule, l’espressione di CLU 2 è silenziata per via epigenetica e la somministrazione di farmaci capaci di rendere la cromatina più accessibile, quali tricostatina A e 5-aza-2’-deossicitidina, è in grado di incrementarne l’espressione. Nella seconda parte, un’analisi bioinformatica seguita da saggi di attività in vitro in cellule epiteliali prostatiche trattate con farmaci epigenetici, hanno permesso di identificare, per la prima volta in uomo, una seconda regione regolatrice denominata P2, capace di controllare l’espressione di CLU 2. Rispetto a P1, il classico promotore di CLU già ampiamente studiato da altri gruppi di ricerca, P2 è un promotore debole, privo di TATA box, che nelle cellule epiteliali prostatiche è silente in condizioni basali e la cui attività incrementa in seguito alla somministrazione di farmaci epigenetici capaci di alterare le modificazioni post-traduzionali delle code istoniche nell’intorno di P2. Ne consegue un rilassamento della cromatina e un successivo aumento di trascrizione di CLU 2. La presenza di un’isola CpG differentemente metilata nell’intorno di P1 spiegherebbe, almeno in parte, i differenti livelli di espressione di CLU che si osservano tra le diverse linee cellulari. Nella terza parte, l’analisi del pathway di NF-kB in un modello sperimentale di tumore prostatico in cui CLU è stata silenziata o sovraespressa, ha permesso di capire come la forma citosolica di CLU abbia un ruolo inibitorio nei confronti dell’attività del fattore trascrizionale NF-kB. CLU inibisce la fosforilazione e l’attivazione di p65, il membro più rappresentativo della famiglia NF-kB, con conseguente riduzione della trascrizione di alcuni geni da esso regolati e coinvolti nel rimodellamento della matrice extracellulare, quali l’urochinasi attivatrice del plasminogeno, la catepsina B e la metallo proteinasi 9. È stato dimostrato che tale inibizione non è dovuta a un’interazione fisica diretta tra CLU e p65, per cui si suppone che CLU interagisca con uno dei componenti più a monte della via di segnalazione responsabile della fosforilazione ed attivazione di p65.

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The purpose of this paper is to explore the changing nature of employee voice through trade union representation in the retail industry. The retail industry is a major employer in the UK and is one of the few private sector service industries with union representation (Griffin et al 2003). The requisite union: the Distributive and Allied Workers (USDAW) union is one of the biggest unions in the country. However, the characteristics of the industry provide unique challenges for employee voice and representation including: high labour turnover; high use of casual, female and student labour; and, variable levels of union recognition (Reynolds et al 2005). Irrespective of these challenges, any extension of representation and organisation by unions in the retail sector is inherently valuable, socially and politically, given that retail workers are often categorised as vulnerable, due to the fact that they are among the lowest paid in the economy, sourced from disadvantages labour markets and increasingly subject to atypical employment arrangements (Broadbridge 2002; Henley 2006; Lynch 2005; Roan 2003).

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This paper is a comparative exploratory study of the changing nature of employee voice through trade union representation in the retail industry in the UK and Australia. In both countries, the retail industry is a major employer and is one of the few private sector service industries with significant union membership (Griffin et al 2003). The relevant unions, the Distributive and Allied Workers Union (USDAW) and the Shop, Distributive and Allied Union (SDA), are the fourth largest and largest unions in the UK and Australia respectively. However, despite this seeming numerical strength in membership, the characteristics of the industry provide unique challenges for employee voice and representation. The significance of the study is that any extension of representation and organisation by unions in the retail sector is valuable socially and politically, given that retail workers are often categorised a s vulnerable, due to their low pay, the predominance of disadvantaged labour market groups such a s women and young people, workers’ atypical employment arrangements and, in the case of the UK, variable levels of union recognition which inhibit representation (Broadbridge 2002; Henley 2006; Lynch 2005; Roan & Diamond 2003; Reynolds et al 2005). In addition, specifically comparative projects have value in that they allow some variables relating to the ‘industry’ to be held constant, thus reducing the range of potential explanations of differences in union strategy. They also have value in that the research partners may be more likely to notice and problematise taken-for-granted aspects of practices in another country, thus bringing to the fore key features and potentially leading to theoretical innovation. Finally, such projects may assist in transnational diffusion of union strategy.

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Across the industrialized west there has been a sharp decline in union membership (Frege and Kelly2003, Peetz 2002). Even more alarming are the lower unionization rates of young people and the steeper decline in these rates compared to older workers (Serrano and Waddington 2000). At the same time increasing numbers of young people still at school are participating in the labour market. There have been a number of explorations internationally of young people's union membership, but most either track membership decline over time, comparing adult and youth union density (Blanden and Machin 2003, Bryson et al. 2005, Haynes, Vowles and Boxall 2005, Canny 2002, OECD 2006), explore the general experience of young people in the labour market (for example, Lizen, Bolton and Pole 1999) or examine young people's view of unions (for example, Bulbeck 2008). This chapter however takes a different approach, exploring union officials' constructions of 'the problem' of low union density amongst youth. While the data in this study was obtained from Australia, the Australian context has strong similarities with those in other industrialized economies, not least because globalization has meant the spread of neo-liberal industrial relations (IR) policies and structures. Assuming that unions have choices open to them as to how they recruit and retain young people, it is important to analyse officials' construction of 'the problem', as this affects union strategizing and action.

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An in situ X-ray diffraction investigation of goethite-seeded Al(OH)3 precipitation from synthetic Bayer liquor at 343 K has been performed. The presence of iron oxides and oxyhydroxides in the Bayer process has implications for alumina reversion, which causes significant process losses through unwanted gibbsite precipitation, and is also relevant for the nucleation and growth of scale on mild steel process equipment. The gibbsite, bayerite and nordstrandite polymorphs of Al(OH)3 precipitated from the liquor; gibbsite appeared to precipitate first, with subsequent formation of bayerite and nordstrandite. A Rietveld-based approach to quantitative phase analysis was implemented for the determination of absolute phase abundances as a function of time, from which kinetic information for the formation of the Al(OH)3 phases was determined.

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Resumen: En el periodo 2006 / 2007 se realizó un ensayo de campo sobre el cultivo de Soja (Glycine max) en la localidad de Chacabuco, Provincia de Buenos Aires, con el propósito de estudiar los efectos de diferentes estrategias de fertilización nitrogenada y de aplicación de fungicidas sobre el rendimiento y porcentaje de proteína en grano de soja. El ensayo constó de 8 tratamientos (7 + 1 testigo), los cuales se realizaron en 4 repeticiones y en 2 estadios fenológicos del cultivo, en V4 (vegetativo) y en R3 (reproductivo). Se procedió utilizando un diseño de bloques completos aleatorizados (DBA). Las parcelas han sido de 2 m de ancho por 10 m de largo dando un total de 20 m2 por cada una. Los tratamientos fueron los siguientes:  Testigo  UREA aplicado en V4/V6  Entec + UAN aplicado en V4/V6  Nitrofoska + Nutrimix aplicado en R3  Foliarsol aplicado en R5  Nitrofoska + Nutrimix + Opera aplicado en R3  Foliarsol + Opera aplicado en R3  Opera aplicado en R5 Las conclusiones a las que se han llegado en este ensayo han sido que todos los tratamientos experimentados trajeron aumentos en el rendimiento, en comparación al testigo. El mayor aumento se dio por el agregado de fungicida en las etapas reproductivas del cultivo. Por el contrario, no se ha encontrado efecto sobre el tenor de proteína en granos, por lo que para la condiciones en que se realizó el ensayo, no sería recomendable la fertilización nitrogenada si se busca un aumento en dicho tenor

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Resumen: Este artículo se aboca a un análisis comparativo de tres óperas basadas en el mito de Cenicienta, a partir de las versiones literarias canónicas de Basile, Perrault y Grimm: La Cenerentola de Rossini-Ferretti (1817), Cendrillon de Massenet-Cain (1899), y ¡Cenicientaaa...! de Lambertini (2008). Consideramos aspectos míticos del relato, como el combate cosmogónico, la unión hierogámica, la rivalidad fraterna y el complejo edípico, y estudiamos su vigencia y sus mutaciones a través de las sucesivas estéticas que corresponden a las tres óperas señaladas: iluminismo, romanticismo, posmodernidad.

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Con el fin de identificar variedades de maíz que respondan consistentemente a las diferentes condiciones ambientales y con buen potencial de rendimiento se realizó el presente estudio en época de primera (Mayo-Junio) del 2004, donde se evaluaron 16 genotipos de alta calidad de proteína y normales en cinco localidades de Nicaragua. El diseño utilizado fue un Látice simple 4 x 4 con 3 réplicas, cada tratamiento estuvo formado por 2 hileras de 5 metros de longitud con separación de 0.25 y 0.80 metros entre plantas e hileras, respectivamente. La parcela útil estuvo formada por las dos hileras. Se realizó análisis de varianza para el rendimiento de grano por localidad y a través de las localidades; y se calculó la Diferencia Mínima Significativa (∝=0.05). La interacción genotipo x ambiente (G-A) se determinó a través del análisis Efectos Principales Aditivos e Interacciones Multiplicativas(AMMI). El modelo AMMI identificó las localidades de Santa Rosa, Jucuapa y Melchorita como ambientes desfavorables (con rendimientos de 2.40, 3.17 y 4.48 t ha-1 y puntuaciones AMMI de 0.44, 1.07 y 0.11, respectivamente) y a Campos Azules y Quilalí (con rendimientos de 8.46 y 7.40 t ha-1 y puntuaciones AMMI de -1.02 y -0.60, respectivamente) como ambientes favorables o productivos. Las variedades que menos interactuaron con el ambiente(-0.04, 0.03 y-0.10 valores AMMI, respectivamente) fueron ACROS0043, S00TLWQ-B, y S00SEQTLW. En general ninguna variedad estudiada superó significativamente al testigo TLAYOLLY (5.59 tha-1) en cuanto a rendimiento de grano, aunque algunas variedades fueron superiores al testigo NB-NUTRINTA (4.38 t ha-1), pero con niveles de estabilidad inferior a ACROS0043, S00TLWQ-B, y S00SEQTLW.

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Con el objeto de determinar el efecto del nivel de proteína en la ración inicial sobre el peso vivo de pollos de engorde, se realizo un ensayo en la Escuela Nacional de Agricultura utilizando 100 pollos (Vantres Cross) sin sexsar, de un dia de nacidos, se dividieron en grupos de 25 pollos, correspondiendo cada grupo a un tratamiento. La unidad experimental fueron 5 pollos. El diseño estadistico que se uso fue completamente al azar. Los tratamientos probados fueron: 1). Una racion que contenia 20 por ciento de proteina. 2). Una racion que contenia 22 por ciento de proteina. 3). Una racion que contenia 24 por ciento de proteina. 4). Una racion que contenia 26 por ciento de proteina. El grupo de aves que mejor respondio fue el que se alimento con la racion C, dando una ganancia promedio por unidad experimental de 7.16 kg. mientras que las raciones A, B y D reflejaron en los pollos pesos de 6.55 kg., 6.69 kg. y 6.98 kg., respectivamente. El analisis estadistico mostro que las diferencias de ganancias de pesos entre los tratamientos no fueron significativos para los diferentes niveles de proteina dando como resultado una ecuacion de regresion lineal. Con respecto a un estimado de la eficiencia alimenticia, se observo mayor eficiencia para el tratamiento C, con 0.474, mientras que los tratamientos A, B, D presentaron una eficiencia de 0.468, 0.451 y 0.456, respectivamente. Segun los resultados de este ensayo la mejor racion fue la que contenia 24 por ciento de proteina (racion C) ya que con ella se obtuvo mayores beneficios economicos.

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[ESP] En este trabajo se realiza un análisis del surgimiento de las rentas mínimas en la Unión Europea y el Estado español, para centrarnos en el caso del País Vasco, no solo porque es la realidad que mejor conocemos sino también porque representa la experiencia más avanzada en este territorio. En primer lugar, analizaremos la orientación de las políticas europeas en materia de garantía de rentas, así como su influencia en el modelo vasco. En segundo lugar, daremos cuenta de los niveles de protección proporcionados hoy día por la Renta de Garantía de Ingresos vasca así como del perfil de la población beneficiaria. Por último, realizamos una valoración crítica de algunas propuestas de revisión del sistema de garantía de rentas español, tanto por su significado intrínseco, como por su eventual repercusión en el sistema vasco de garantía de ingresos.

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In this paper, we reported on the fabrication of 980 nm InGaAs/InGaAsP strained quantum-well (QW) lasers with broad waveguide. The laser structure was grown by low-pressure metalorganic chemical vapor deposition on a n(+)- GaAs substrate. For 3 mu m stripe ridge waveguide lasers, the threshold current is 30 mA and the maximum output power and the output power operating in fundamental mode are 350 mW and 200 mW, respectively. The output power from the single mode fiber is up to 100 mW, the coupling efficiency is 50%. We also fabricated 100 mu m broad stripe coated lasers with cavity length of 800 mu m, a threshold current density of 170 A/cm(2), a high slope efficiency of 1.03 W/A and a far-field pattern of 40 x 6 degrees are obtained. The maximum output power of 3.5 W is also obtained for 100 mu m wide coated lasers. (C) 2000 Elsevier Science B.V. All rights reserved.

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This text presents an analysis of aggregated membership’s dynamics for Spanish trade unions, using ECVT data, as well as union memberships’ trajectories, or members’ decisions about joining the organization, permanency and responsibilities, and subsequent attrition. For the analysis of trajectories we make use of information of the records of actual memberships and the record of quitting of CCOO, and of a survey-questionnaire to a sample of leavers of the same union. This study allows us to confirm a linkage between the decision and motivations to become union member, to participate in union activities, the time of permanency, and the motives to quit the organization. We also identify five types of union members’ trajectories, indicating that, far from views that assert a monolithic structure, unions are complex organizations.