940 resultados para Conservazione, Documento Informatico, Formati, Metadati


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Fino a qualche anno fa, la conversione di documenti cartacei in documenti digitali appariva come una vera e propria utopia. Quest’oggi invece pensiamo al digitale di qualsiasi tipologia come fosse un fattore prioritario, scontato ed immediato, da poterlo considerare una vera a propria dipendenza. Mentre una volta i documenti venivano depositati in archivi talvolta rudi e polverosi, spiacevoli da recuperare, sia per tempistiche sia per condizioni, oggi la quotidianità è così frenetica che occorre ottenere tutto in modo tempestivo. Un’ evoluzione socio-culturale ha portato all’elaborazione di tecniche sempre più sofisticate di ottimizzazione nel campo; si parla di “dematerializzazione dei documenti” o “processo di conservazione sostitutiva”, innovazione che ha determinato una vera e propria rivoluzione nella Pubblica Amministrazione, nei rapporti tra privati, nell’Ordinamento Giuridico e nella scienza del diritto, poiché è radicalmente mutata la concezione di “documento” così com’è conosciuto da migliaia di anni, nella sua natura res signata, “cosa “ che riporta informazioni. Il concetto di ”smaterializzazione” non è un’ assoluta novità se si pensa alle transazioni finanziarie di enormi quantità di denaro, che da anni avvengono in tutto il mondo, grazie a “documenti informatici”, senza che passi di mano una sola banconota. Lo scopo di questa tesi è approfondire il processo di conservazione sostitutiva, partendo dalle figure ad esso legate, per poi continuare con le regole tecniche di adozione, la validità probatoria dei documenti informatici, i formati, i metadati utilizzati, e così via.

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Si vuole analizzare l’evoluzione della normativa e criticità che il Legislatore si è trovato ad affrontare durante la transizione da un contesto documentale cartaceo ad uno informatico, passando per sistemi ibridi, nell’ottica di incentivare l’informatizzazione e dematerializzazione delle procedure. Viene preso in considerazione l’intero ciclo di vita del documento, partendo dalla formazione (digitale o cartacea) fino alla sua conservazione, con particolare attenzione alle problematiche riscontrate dalle Pubbliche Amministrazioni in quanto produttori massivi di materiale documentale. Si toccheranno tematiche specifiche come la declinazione in ambito digitale della firma, ovvero le firme elettroniche, remote, massive, timbro digitale. Verranno approfonditi gli aspetti legali e problematiche correlate alla protocollazione ed archiviazione.

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L'oggetto di questa tesi è il parco del Palazzo dei Principi di Carpegna situato nel comune di Carpegna, in provincia di Pesaro-Urbino. Si tratta del parco privato della dimora dei signori del luogo che fu costruita a fine XVII secolo per volere del Cardinale Gaspare Carpegna per celebrare il potere della casata. La tesi si divide in tre parti: la conoscenza del luogo, il progetto di conservazione dei suoi manufatti architettonici e il progetto di valorizzazione del parco come strumento di conoscenza e promozione del territorio.

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Le proprietà reologiche degli alimenti cremosi a fini medici speciali, come quelli per l’alimentazione dei pazienti disfagici, sono influenzate dalla formulazione e dalle tecnologie di produzione. Gli obiettivi di questa tesi, sono stati i seguenti: - individuazione di metodi e parametri reologici empirico-imitativi per la caratterizzazione di campioni di creme alimentari; - studio dell’effetto di differenti quantità di addensante sulle caratteristiche reologiche di creme alimentari; - studio dell’effetto della conservazione in regime di refrigerazione (4° C) o surgelazione (-18°C) sulle caratteristiche reologiche di differenti creme alimentari. Questo al fine di approfondire la conoscenza di tali aspetti per ottimizzare le modalità di produzione e conservazione di differenti creme alimentari destinate all’alimentazione di pazienti disfagici. Dai risultati ottenuti è emerso come tra i metodi ed i parametri empirico-imitativi considerati, quello che sembra essere risultato più idoneo per la determinazione rapida delle caratteristiche di viscosità dei campioni di creme alimentari analizzati è risultato il parametro coesività valutato con test di back extrusion. Per la natura pseudo-plastica dei campioni analizzati, contrariamente a quanto indicato dal produttore, l’utilizzo del viscosimetro vibrazionale non è risultato essere ottimale, per l’instabilità della misura legata alla modifica più o meno importante della viscosità dei sistemi analizzati causata dall’azione delle onde sonore generate dal probe. La caratterizzazione reologica delle creme con differenti contenuti di addensante ha permesso di creare delle cinetiche legate alla modifica delle caratteristiche reologiche empirico-imitative dei sistemi in funzione della quantità di addensate aggiunto. Correlando tali informazioni con il livello di accettazione dei prodotti da parte del paziente disfagico sarà possibile creare degli standard produttivi reologici per la preparazione di prodotti idonei alla sua alimentazione. Le differenti temperature di conservazione dei prodotti, in regime di refrigerazione o congelamento, sembrano non aver influenzato le caratteristiche reologiche delle creme analizzate.

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Con l’aumento dell’acidità e degli inquinanti nelle deposizioni umide, la corrosione atmosferica dei bronzi esposti all’aperto è stata accelerata e la stabilità della patina di prodotti di alterazione, che solitamente protegge parzialmente il substrato metallico, risulta compromessa. La patina costituisce il supporto reale nelle condizioni d’impiego dell’inibitore o del protettivo, il quale viene applicato in seguito ad una pulitura del manufatto corroso che non espone il metallo nudo. L’inibitore attualmente più utilizzato, benzotriazolo (BTA), risulta non totalmente adeguato nei confronti del bronzo, tossico per l’ambiente e sospetto cancerogeno per l’uomo. Occorre quindi sviluppare soluzioni alternative per la conservazione dei bronzi all’aperto: a questo scopo, il presente lavoro di tesi si è sviluppato in tre fasi: (i) patinazione via invecchiamento artificiale accelerato, simulando la pioggia battente (dropping test) e la pioggia stagnante (wet&dry) su campioni di bronzo quaternario Cu-Sn-Zn-Pb, al fine di produrre un substrato rappresentativo, diversificando le patine prodotte dalle due geometrie di esposizione, sul quale possa essere applicato un inibitore o protettivo. La patinazione artificiale ha permesso di riprodurre efficacemente le due tipologie di patine naturali: le superfici patinate in pioggia battente hanno mostrato il tipico arricchimento in Stagno dovuto alla decuprificazione, mentre le superfici patinate in pioggia stagnante hanno presentato la comparsa dei tipici prodotti precursori dei solfati basici. (ii) pulitura di una patina naturale su bronzo quaternario (fontana del XVII sec.) mediante sabbiatura criogenica (dry-ice blasting), al fine di verificare l’efficienza di questa tecnica per preparare le superfici patinate all’applicazione di un inibitore o protettivo e il suo eventuale utilizzo in sostituzione alle tecniche tradizionali. La sabbiatura criogenica si è tuttavia dimostrata non selettiva nei confronti dei depositi calcarei, dimostrandosi non utilmente applicabile. (iii) protezione di superfici di bronzo quaternario, patinate artificialmente simulando la pioggia battente, mediante un trattamento innovativo di biopatinazione ottenuto applicando il ceppo fungino Beauveria Bassiana, potenzialmente in grado di convertire in ossalati i prodotti di corrosione della patina naturale. Lo scopo è quello di valutare l’efficienza protettiva della biopatina in seguito ad un invecchiamento accelerato simulante la pioggia battente. La biopatinazione è risultata applicabile anche a superfici arricchite in Stagno artificialmente (dropping test), ma la biopatina ottenuta non si è mostrata in grado di limitare i fenomeni corrosivi. Si ritengono necessarie ulteriori prove per valutarne l’efficienza a più lungo termine.

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L'oggetto di questa tesi di Laurea è lo studio di una porzione dell'aggregato dell'ex Convento di San Francesco, situato nel centro storico di Bologna. Lo studio è stato condotto a partire da una analisi storica dell'intero aggregato, per comprenderne le dinamiche costruttive e le evoluzioni nel tempo, e si è successivamente incentrato sulla porzione prospiciente la via S. Isaia, attuale sede degli uffici dell'Agenzia delle Entrate di Bologna, ex Agenzia del Territorio. Grazie al reperimento di documenti risalenti all'epoca della costruzione dell'edificio, è stato possibile svilupparne un'analisi tipologico - costruttiva, individuando i materiali utilizzati e le tecniche costruttive dell'epoca, verificando inoltre il rispetto delle Norme Tecniche Costruttive del 1936. Si è svolta quindi una analisi sismica preliminare attraverso il modello LV1, per verificare il livello di vulnerabilità globale dell'edificio. In seguito, sono state individuate le vulnerabilità dell'edificio e i cinematismi di collasso che potrebbero attivarsi, e si sono studiate possibili soluzioni per prevenirli. In fase progettuale, si sono svolte tre differenti ipotesi di intervento: due più conservative, che prevedono il consolidamento della copertura esistente, considerando le ipotesi di presenza o assenza del cordolo, e una più invasiva, comportante il rifacimento dell'intera copertura dell'edificio. Contestualmente all'ultima ipotesi, è stato realizzato un progetto architettonico di rifunzionalizzazione relativo al terzo piano dell'edificio, tenendo conto delle esigenze di nuovi spazi da adibire ad uso ufficio e di luoghi di riunione. Si è dunque studiata la possibilità di intervento anche dal punto di vista della prevenzione incendi.

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L’obiettivo principale della presente tesi è quello di realizzare un progetto di miglioramento sismico per la porzione del secondo chiostro dell’ ex convento di S. Francesco, a cui è stato affiancato un progetto architettonico di riqualificazione di alcune aree al momento non valorizzate e un progetto di prevenzione incendi. In seguito all’analisi dell’evoluzione storica è stata effettuata una caratterizzazione costruttiva degli elementi strutturali tramite rilievi e sono state quindi individuate le vulnerabilità strutturali che potrebbero portare, in caso di sisma, all’attivazione dei cinematismi di collasso. Si è poi svolta un’analisi del livello di sicurezza sismica secondo il livello di valutazione LV1, cioè un’analisi qualitativa secondo modelli semplificati, applicando il modello semplificato proposto dalle Linee Guida per la tipologia “Palazzi, ville e altre strutture con pareti di spina ed orizzontamenti intermedi”, che ha lo scopo di fornire come risultato un indice della sicurezza sismica dell’intero edificio. I risultati della valutazione globale sono affiancati dai risultati ottenuti tramite l’applicazione delle tabelle CINE, che esemplificano e sintetizzano gli aspetti significati dei cinematismi di collasso e permettono di effettuare delle verifiche locali. Sulla base dei risultati ottenuti, sono stati progettati diversi interventi strutturali, con lo scopo di migliorare la sicurezza sismica dell’edificio, concepiti con lo scopo di eliminare o limitare le vulnerabilità dell’edificio, con particolare attenzione ai temi della scatolarità dell’edificio e della presenza di connessioni tra strutture verticali e orizzontali. Per verificare l’efficacia di questi interventi sono state ripetute le verifiche del cinematismi locali tramite le tabelle CINE e i risultati sono stati positivi, in quanto l’accelerazione necessaria per l’attivazione dei cinematismi ora risulta essere uguale o superiore a quella caratteristica del sito.

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Resumen: El presente artículo propone una introducción al Documento de la Comisión Teológica Internacional, titulado “En busca de una ética universal: una nueva mirada sobre la ley natural”. En el análisis de la introducción del Documento se considera la relación entre naturaleza y cultura como cuestión subyacente al tema de la ley natural. Se aborda luego la estructura del documento en un análisis sintético de cada uno de sus capítulos con sus principales tópicos, procurando mostrar el orden y la consistencia de la exposición. El artículo valora la actualidad y oportunidad del documento y se detiene en la importancia de la relación entre la inmutabilidad de la ley natural y su historicidad. También rescata la apertura al diálogo con las religiones, las sabidurías y las filosofías, como así también la referencia a Cristo en el quinto capítulo como original y novedosa.

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Resumen: El artículo recorre los antecedentes que dieron origen al Documento de la Comisión Teológica Internacional sobre ley natural, con particular referencia a las intervenciones de Juan Pablo II y Benedicto XVI. Presenta sucintamente algunos temas del documento, a saber: la búsqueda de un patrimonio ético común a la humanidad en las tradiciones culturales; la cuestión de la experiencia moral y la llamada interior a hacer el bien; la justificación filosófica de la ley natural; el orden político de la sociedad y el tema de Jesucristo, plenitud de la ley natural. También se consideran las tensiones que subyacen al mismo, con particular referencia a las problemáticas de modernidad ilustrada y posmodernidad, laicismo y laicidad y iusnaturalismo y positivismo jurídico.

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Estos apuntes de clases han sido preparados para la asignatura de Zootecnia Equina que se imparte en el sexto semestre de la carrera Ingeniería en Zootecnia dictado por el Departamento Sistemas Integrales de Producción Animal (SIPA) de la Facultad de Ciencia Animal. Gran parte del contenido está basado en anotaciones de clases y de algunos artículos técnicos de páginas electrónicas de Internet. Si el lector encuentra en estos apuntes alguna información útil se la debo a las personas experimentadas en la cría caballar y que han escrito e investigado sobre la producción equina, por los errores, que con seguridad existen, asumo total responsabilidad. El contenido de estos apuntes debe cubrir la mayor parte de los temas a tratar en la asignatura, pero en ningún caso reemplazar a un buen texto de estudio. La ganadería equina en Nicaragua se inició desde la época de la conquista española, cuando los colonizadores introdujeron los primeros ejemplares. Las primeras yeguadas traídas en ese entonces correspondían al tipo berberisco español, animales de aptitud cárnica. Estos se abandonaron a la buena de Dios, sobreviviendo los más aptos y los que toleraron las condiciones de nuestro medio, dando lugar así a la formación del caballo criollo o cholenco, animal con muy baja capacidad productiva. La explotación de equinos ofrece para Nicaragua desde el punto de vista económico perspectivas excelentes, en primer lugar por su fácil adaptación en las zonas secas y en segundo lugar porque su alimentación se limita a los pastos de cada región. La población equina de Nicaragua, según la FAO (2006), es de 268.000 cabezas. Para la elaboración de este compendio, hice uso de bibliografía elaborada por varios estudiosos del ganado equino, así como de las observaciones y la experiencia acumulada en los años que llevo de investigar sobre esta especie animal. Los aspectos principales abordados en el presente texto son: Historia, Evolución y Domesticación del Caballo, Importancia y caracterización del exterior del caballo, Clasificación del caballo, Razas explotadas en el mundo y Nicaragua, Sistemas de producción y manejo del caballo, Condiciones ambientales e instalaciones para caballos, Identificación y Registros del Caballo y Enfermedades más comunes, entre otros. Quiero aprovechar este medio para agradecer a reconocidos caballistas del país que desde 1990 nos han brindado su apoyo para reforzar los conocimientos de nuestros estudiantes al permitirnos el ingreso a sus cuadras como son: Sra. Lorena Mántica, Sr. Xavier Aguirre S., Sr. Octavio Lacayo Crespo, Sr. Pepe Matus, Sr. René Bequillard, Sr. José Domingo Bolaños, y a reconocidos entrenadores como el Sr. Julián García T., Sr. Francisco Reyes, Sr. Luís Arróliga, Sr. Arsenio González, Sr. Roy Gaitán y otros conocedores de la cría caballar, que afablemente nos han regalado su valioso tiempo. Por eso, apreciados alumnos y amigos es mi propósito contribuir en la formación de ustedes, con los temas que desarrollo a continuación, y asesorarlos con las correctas técnicas de la Equinotecnia. Aprovechen este texto, estúdienlo, infórmense y aprópiense de él para llevarlo a la práctica.

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El Ministerio del Ambiente y los Recursos Naturales (MARENA), comprometido con la conservación y el buen uso de los recursos naturales en Nicaragua, ha permitido a jóvenes egresados de diferentes carreras desarrollar habilidades y destrezas según el perfil de su profesionalización. MARENA está en una constante transformación mejorando a su personal por medio de capacitaciones, en temas de interés institucional y país. La Dirección General de Patrimonio Natural conformada por la Direcciones especificas del Sistema Nacional de Áreas Protegidas, Biodiversidad, Recursos Hídricos y Cuencas Hidrográficas, juega un papel de suma importancia ya que sus funciones involucran todas las áreas funcionales de la institución, dentro de las actividades que desarrolla el área se destacan: elaboración de planes de manejos ambientales, monitoreos de áreas protegidas, gestión de desastres para reducir los efectos del cambio climático, evaluación de daños ambientales. Durante las pasantías se logró obtener conocimientos básicos sobre manejo de áreas protegidas y las normativas de cada área, también se fortalecieron conocimientos teóricos y prácticos mejorando la capacidad profesional, se fortalecieron las capacidades de relaciones humanas, se logró la integración en actividades culturales. Fue una experiencia que permitió consolidar conocimientos teóricos adquiridos durante el transcurso de la carrera de Ingeniería Agrícola de la Facultad de Agronomía.

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A proposta deste documento orientador é dar unidade às discussões nos Estados, por meio da apresentação de uma agenda de debates e da legislação pertinente, de forma que a participação de cada unidade federativa no Seminário Nacional seja equânime e possa refletir as múltiplas realidades do contexto de ensino brasileiro.