981 resultados para Code civil du Québec


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C'est en avril 1980 que Jacques Lessard rassemble autour de lui quelques diplômés du Conservatoire d'art dramatique de Québec et jette les bases de ce qui allait devenir l'une des plus remarquables entreprises théâtrales du Québec des années 80. Le Théâtre Repère, tout comme le groupe Carbone 14, le Nouveau Théâtre expérimental, la troupe Omnibus, le Théâtre expérimental des femmes et le groupe La Veillée, s'inscrit dans ce que, faute d'appellation officielle, on pourrait qualifier de courant postmoderne. [...]

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Compte rendu critique de l'ouvrage de Chantal Hébert « Le burlesque québécois et américain » (Québec : Les Presses de l’Université Laval, coll. « Vie des lettres québécoises », 1989. 331 p.

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Lors d'une des dernières conférences de presse qu'il donnait à titre de premier ministre du Québec le 5 septembre 2012, Jean Charest reconnaissait candidement que ni son gouvernement ni lui n'avaient prévu l'ampleur de la mobilisation étudiante qui a perturbé tout le Québec pendant le « Printemps érable » et qui a joué dans sa défaite aux élections générales du 4 septembre. [...]

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Cette note présente des résultats de deux importants sondages menés en parallèle dans les deux pays. Au Canada, nos données sont tirées du plus récent Canadian Survey on Energy and the Environment (CSEE, Lachapelle et al. 2015) et aux États-Unis, nous rapportons les résultats du National Survey on Energy and the Environment (NSEE). Réalisés au mois de septembre 2015, ces deux sondages ont soumis les mêmes questions à des échantillons représentatifs des populations du Canada et des États-Unis.

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Los avances tecnológicos y la entrada a una nueva era digital son una realidad presente en todos los aspectos de la sociedad actual. El mundo organizacional se incluye en esta nueva era digital modernizando sus procesos y soportando sus actividades empresariales en tecnologías de la información y comunicaciones. La inclusión en la era digital por parte de las organizaciones es un paso importante que se debe dar para obtener los crecientes beneficios que la tecnología ofrece. Esta transformación organizacional hacia la implementación de herramientas TIC, como soporte del quehacer misional, debe darse bajo unos lineamientos de planeación estratégica e integración organizacional. Este estudio contiene una revisión conceptual con los lineamientos que una empresa debe tener en cuenta al momento de implementar herramientas TIC a sus áreas y actividades. Los hallazgos teóricos planteados son llevados a la realidad estudiando cómo empresas de Bogotá adoptan recursos tecnológicos. Los resultados principales del estudio muestran que la agrupación empresarial clasificada como gran empresa es el segmento que mejor aplica los lineamientos teóricos para la implementación correcta de herramientas TIC en un ambiente organizacional. El segmento de mediana y pequeña empresa da muestras de uso de herramientas TIC, sin embargo se nota una debilidad en la falta de planeación estratégica e integración de estos recursos tecnológicos al sistema organizacional. Esta investigación concluye mostrando un conjunto de recomendaciones y hallazgos de acuerdo a los datos analizados.

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La presente monografía intenta mostrar la incidencia del uso del enfoque de política pública (PP) en los resultados obtenidos tras la formación de la Ley 608 de 2000, principal instrumento para la reconstrucción del Departamento del Quindío después del terremoto del 25 de enero de 1999. Se identifican dos grandes enfoques de formación política para clasificar el caso: representativo-positivista y participativo-constructivista. La hipótesis inicial versa acerca de la implementación de la Ley que permitió la recuperación económica del Departamento, pero ella fue insuficiente. Así, la aplicación de los enfoques de PP permiten identificar las fallas y falencias durante el proceso de formación de la Ley estudiada.

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Pierre Mayrand is a long-time member of ICTOP and founder of MINOM. He did graduate studies in Montreal and overseas, studying art history with a specialization in architecture and urban planning. In 1970, when the Université du Québec was founded, Pierre entered the teaching profession, participating (as director, professor, and researcher) in the setting up of programs in national heritage, museology and cultural development. He is still active in teaching and project development now as a altermuseologist.

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A far data dalla pubblicazione di un importante ed illustre contributo scientifico (GIORGIANNI, voce Causa (dir. priv.), in Enc. dir., VI, Milano, 1960), e dalla proposta, in esso contenuta, di restituire spazio a fattispecie attributive di diritti giustificate, sotto il profilo causale, dal solo riferimento espresso al rapporto fondamentale che ne costituisca fondamento (le c.d. ), un serrato dibattito ha visto contrapporsi nel tempo fautori di soluzioni possibiliste e sostenitori di una più uniforme descrizione del sistema della circolazione dei diritti e dei rimedi connessi alla mancanza di causa negli atti di disposizione, per quanto avulsi dal contratto cui essi intendano dare compiuta attuazione. La ricerca ha cercato di dimostrare, attraverso una compiuta analisi di ciò che la formula expressio causae davvero significhi, come la presenza o assenza di questa non sia in grado di giustificare un effetto tanto pregnante come la sottrazione della vicenda traslativa alle conseguenze derivanti dalla mancanza di causa, per tale intendendosi il rapporto fondamentale che ne costituisce l’antecedente logico. Allo scrivente è parso che il vero nodo teorico da sciogliere non sia costituito dal concetto di causa che questi Autori assumono a fondamento, quanto piuttosto da una impropria valutazione dell’expressio causae. Tale valutazione conduce ad attribuire al momento ricognitivo, di cui l’enunciazione della causa consiste, una valenza sostanzialmente astratta che non si rinviene nemmeno nelle più estreme ricostruzioni delle fattispecie contemplate all’art. 1988 c.c. e che, in materia di accertamento negoziale, è senza eccezioni rifiutata. Ciò che sembra decisivo, infatti, è che la natura dell'expressio causae, in primo luogo ricognitiva del rapporto cui si dà esecuzione, ben lungi dal rappresentare elemento sufficiente per una autonoma considerazione della causa dell'atto (sussistente) e della causa dell'attribuzione (la cui conservazione è decisa dalle sorti del Rechtsgrund), non pare idonea a suffragare – seppur in via provvisoria, ma con una divergente considerazione dell’avente causa rispetto ai terzi ulteriori acquirenti – una soluzione compiutamente esaustiva del problema della giustificazione dell'effetto, rimandando a modelli – quello della dichiarazione di scienza, innanzitutto – rispetto ai quali una astrazione più che processuale sembra del tutto preclusa, anche per considerazioni storiche che si è cercato di descrivere. Del resto, l’analisi delle ipotesi in cui la ricognizione di un rapporto fondamentale, o la promessa di quanto già dovuto in forza di un rapporto fondamentale (art. 1988 c.c.) mostra come, indipendentemente dalla soluzione che si ritenga pertinente circa la natura di tali figure (meramente dichiarativa del vincolo o addirittura costitutiva), un effetto di astrazione materiale, per quanto relativa, è da escludersi. Trasposta nell’ambito delle prestazioni isolate, questa consapevolezza significa impossibilità di rendere invece materialmente astratta l’attribuzione (efficace immediatamente, e solo soggetta ad essere da un atto di segno contrario dall’avente causa al dante causa, oggetto di una pretesa giudiziale personale). La dichiarazione del rapporto fondamentale, che è intimamente connessa ed insopprimibile in ogni fenomeno di imputazione soggettiva (si deve infatti enunciare ciò cui si dà esecuzione), appare sicuramente sussumibile nello schema della dichiarazione di scienza, nell’effetto in senso lato ricognitivo. Ritenere che essa possa di fatto rendere irrilevante, ai fini della conservazione dell’efficacia della prestazione isolata cui si collega, la reale situazione del rapporto fondamentale (in ipotesi mai esistito, o successivamente venuto meno) significa introdurre surrettiziamente una ipotesi di riconoscimento costitutivo e astratto. Ma tale ultima soluzione non può trovare spazio in alcuna delle opzioni interpretative proposte in materia di riconoscimento e, nemmeno, in quella più estrema che ravvisa nel riconoscimento del debito titolato una forma di accertamento unilaterale. In conclusione, la dottrina delle prestazioni isolate nel fare dell’expressio causae l’elemento capace di decidere in via definitiva del verificarsi dell’effetto traslativo – effetto che va, giova ripeterlo, solo rimosso con un atto uguale e contrario assolutamente diverso da quanto nel nostro sistema appare essere, oggi, la ripetizione di indebito – determina una supervalutazione del momento ricognitivo, insito in ogni fenomeno di imputazione/esecuzione. Detto esito costituisce non tanto la recezione del Trennungsprinzip vigente in Germania, ammissibile nella misura in cui si reputi dispositiva la norma di cui all’art. 1376 c.c., quanto piuttosto la silenziosa riproposizione del modello della Schuldanerkenntnis (§781 B.G.B.), la cui totale estraneità rispetto alla tradizione giuridica delle codificazioni franco-italiane (Code civil, c.c. del 1865, c.c. del 1942) si crede di avere sufficientemente dimostrato.

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Les expressions figées ont été longtemps considérées comme un aspect marginal de la langue. Il en résulte un traitement très fragmentaire et anarchique dans les dictionnaires, monolingues et bilingues, qui leur ont toujours accordé et continuent de leur accorder une petite place. Les expressions figées comportent, en outre, des difficultés de compréhension et de traduction dans la langue étrangère car elles possèdent des structures syntaxiques particulières qui n’ont pas toujours d’équivalents analogues dans d’autres langues. C’est pourquoi notre travail se donne pour objectif d’évaluer la traduction en italien et, pour quelques ouvrages aussi en espagnol, des québécismes phraséologiques, c’est-à-dire des expressions figées appartenant à la variété québécoise du français. Notre mémoire se divise en quatre chapitres. Le premier chapitre présentera les théories linguistiques élaborées au cours des deux derniers siècles, selon les différentes approches que les linguistes ont adoptées pour définir et classifier les expressions figées. Dans le deuxième chapitre, nous analyserons le traitement des expressions figées à l’intérieur des dictionnaires bilingues français-italien et français-espagnol, afin de déterminer dans quelle mesure ces outils peuvent satisfaire les exigences des traducteurs. Pour finir, nous expliquerons les problèmes liés à la traduction des expressions figées et les stratégies que les traducteurs adoptent pour résoudre ces problèmes.Dans le troisième chapitre nous nous concentrerons sur la variété diatopique du français du Québec et sur les particularités que les expressions figées québécoises présentent par rapport aux expressions figées du français de référence. Dans le quatrième et dernier chapitre, nous procèderons à l’analyse intralinguistique et contrastive des citations. L’analyse intralinguistique a été possible grâce à la consultation de plusieurs dictionnaires francophones, qui servent pour étudier le sens des québécismes et pour comprendre leur originalité par rapport au FrR. L’analyse contrastive permettra d’évaluer la traduction en italien et en espagnol des expressions figées québécoises.

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El artículo revisa el concepto de cohesión social y la noción de seguridad, partiendo del análisis de los profundos desequilibrios y desigualdades sociales que el modelo económico dominante a escala global desde los años 1980 crea o intensifica en América Latina. Centrado en las transformaciones que generaron la pérdida de confianza en las instituciones, en el Estado, en el mercado del trabajo, en la educación, incluso en la religión y en la familia, sobre las cuales reposaba la solidaridad orgánica en el marco de la sociedad industrial capitalista, examina cinco indicadores de la existencia de problemas de inseguridad en relación con la cohesión social. Pone de relieve que el problema de la inseguridad se asocia con la ruptura o la fragilidad de los mecanismos de integración y de mediación social y sostiene la necesidad de reconstruir la cohesión social para alcanzar la seguridad ciudadana, destacando que este proceso se funda en una profunda modificación política, económica y social enfocada en la inclusión social, de la que son co-responsables el Estado y los ciudadanos como actores de su propio desarrollo.

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En este artículo tenemos como objetivo mostrar que, por una parte, en oposición a la teoría de William of Ockham, las teorías de Walter Chatton y Adam of Wodeham convienen con la doctrina contemporánea según la cual los estados mentales son estados funcionales de un cierto tipo. Por otra parte, en este artículo queremos revelar que aquellas teorías medievales que podemos llamar funcionalistas fundamentan una perspectiva económica medieval respecto a la composición de un ser humano.