999 resultados para PRINCIPIO DE EFICIENCIA
Resumo:
I compilatori di Giustiniano inserirono la formula Res iudicata pro veritate accipitur, utilizzata da Ulpiano D.1.5.25 come motivazione, nel passo D.50.17.207 delle loro regulae iuris antiqui. Essi non vi inserirono però il principio opposto, di importanza pratica notevolmente maggiore, Res inter alios iudicata aliis non praeiudicat.
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El Principio de Transparencia aplicado a los procesos de selección en la contratación estatal colombiana a través del SECOP es un rito confesional, es decir, debe estar presente tanto y desde la licitación pública como y hasta en la contratación directa, pues ese ‘derecho de acceso de los ciudadanos a la información pública y la transparencia de la actuación política y administrativa que a través de él se asegura son considerados hoy con toda razón (…) elementos esenciales para la formación de una opinión pública libre y garantías imprescindibles para el buen funcionamiento de las instituciones y para el ejercicio de los derechos fundamentales sobre los que descansa todo sistema democrático’
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El propósito de este estudio de caso es determinar los alcances y límites de la Responsabilidad de Proteger, tomando como ejemplo la actuación del Consejo de Seguridad de Naciones Unidas ante el conflicto en Libia y Siria. Para esto es necesario analizar fuentes primarias documentos oficiales y secundarias como artículos académicos, para así comprobar que la evolución del concepto de soberanía ha permitido que se legitimen las intervenciones con fines humanitarios, ya que todos los Estados tienen la responsabilidad de garantizar la protección de los derechos humanos de sus ciudadanos, de lo contrario, la comunidad internacional debe tomar medidas para evitar o detener los crímenes masivos.
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El objetivo de la tesis es identificar una familia de argumentos que comparten una estructura con el principio de dualidad de la geometría proyectiva. Esta familia la denomino "argumentos duales". Para lograr este objetivo, tomo cuatro argumentos importantes de la filosofía analítica e identifico en ellos la estructura que comparten. Los cuatro argumentos son: (i) el acertijo de la inducción de Goodman; (ii) la indeterminación de la referencia Putnam; (iii) la indeterminación de la traducción de Quine; (iv) la paradoja del seguimiento de reglas de Wittgenstein.
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Informe final de investigación en el que se define el contenido y se delimita el alcance de la autonomía financiera en los entes municipales en Colombia. Lo anterior, partiendo del premisa del artículo 311 de la C.N., en donde el Municipio es concebido como la “entidad fundamental de la división político-administrativa del Estado (…)”, al cual se le arrogó autonomía como derecho y como garantía institucional, para destinarlo a ser la piedra angular de la organización territorial del Estado, autonomía para la gestión de sus intereses que se manifiesta en la facultad de administrar sus recursos, establecer tributos y participar en las rentas nacionales; indicando que es éste el objeto de análisis del presente documento. La autonomía financiera en los municipios será analizada desde el punto de vista constitucional, normativo, jurisprudencial y doctrinal. Se demostrará que ésta es el resultado de la evolución en la forma en la cual se ha hecho y se hace el gasto público en Colombia, una transición que de manera simultánea al proceso político administrativo, ha demostrado que sólo a través del empoderamiento de los municipios puede concretarse la eficiencia como principio orientador del gasto público. Además, se examinará la autonomía financiera municipal en sus dos manifestaciones esenciales, es decir, revisando la forma en que los municipios obtienen sus recursos y la forma en que posteriormente los ejecutan.
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Análisis de la dinámica legitimadora de la Corte Constitucional en el tributo de estampillas, considerado desde la jurisdicción departamental, en el Estado colombiano.
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Uma história de jardins: a arte dos jardins na tratadística e na literatura é uma obra dedicada à arte dos jardins e aos livros que permitiram a circulação de ideias, de formas e de conhecimentos sobre o desenho de jardins e as técnicas de jardinagem. É composto por duas partes: os Estudos - com textos de diversos especialistas nacionais e estrangeiros - e o Catálogo, que elenca as principais edições que espelham as ideias sobre a arte dos jardins que circulavam em Portugal na Idade Moderna.
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Nell’epoca di profonda transizione dell’era «pos-moderna», il modello tradizionale di legalità che conferisce al Parlamento il monopolio in materia penale entra in crisi in ragione della frammentazione delle fonti del diritto - a livello nazionale e sovranazionale - nonché delle spinte di globalizzazione capaci di incidere, ormai, ben oltre il mero piano economico. A fronte della incapacità del legislatore di rispondere in termini effettivi alla urgenza di razionalizzare e riformare il sistema penale, quindi, il potere giudiziario ha assunto una funzione di sostanziale supplenza, generando inevitabili attriti con il nullum crimen e i suoi corollari. Ne deriva che il Giudice di legittimità sempre più si preoccupa di assicurare la prevedibilità dei mutamenti interpretativi, specie se in malam partem, tenendo a mente gli ultimi approdi della giurisprudenza di Strasburgo in riferimento all’art. 7 CEDU. In particolare, tanto nelle motivazioni delle decisioni quanto nei contributi dottrinali, si diffonde graduale il riferimento a istituti propri del modello di common law: la recente riforma dell’art. 618, co 1 bis, c.p.p., del resto, è stata descritta a più voci come l’avvio della diffusione nell’ordinamento interno della c.d. “cultura del precedente”. In tale frangente, diviene utile approfondire l’opportunità dell’accostamento tra il modello di common law e di civil law, conducendo uno studio comparato tra i due ordinamenti quanto all’esercizio del potere punitivo che intende esaminare l’opportunità di acquisire rimedi propri della esperienza secolare del diritto judge-made in un ordinamento governato dalla soggezione del giudice alla legge.
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La tesi indaga l’applicazione del principio di autonomia del diritto UE nella giurisprudenza della Corte di giustizia. In particolare, il lavoro mira ad analizzare le modalità attraverso cui il principio viene adoperato come parametro di compatibilità, ai fini dello scrutinio della Corte, in quei casi riguardanti il rapporto tra giurisdizioni di diritto internazionale e diritto dell’Unione. Una volta delineato il contesto teorico di partenza, concernente il significato dell’autonomia del diritto UE all’interno del “quadro costituzionale” dell’Unione, si passa all’analisi, caso per caso, della prassi giurisprudenziale, al fine di individuare ed estrapolare gli elementi costanti nei casi. La disamina svolta parte da pronunce celebri, tra cui il parere 1/91, Kadi e il parere 2/13, in cui il principio nasce e si sviluppa. Successivamente, si passa alle pronunce più recenti, componenti la c.d. saga Achmea, riguardante la compatibilità con il principio di autonomia dei meccanismi ISDS. I risultati raccolti nell’analisi vengono sintetizzati in modo da ricostruire un test di compatibilità unitario e astratto, composto da tre elementi. Si arriva così, per via induttiva, all’elaborazione di un modello idoneo a spiegare le modalità di applicazione del principio di autonomia come parametro di compatibilità. Sulla scorta di ciò vengono formulate considerazioni e riflessioni concernenti le principali implicazioni per l’ordinamento UE e per i suoi attori, che derivano dal principio di autonomia e dal suo utilizzo giurisprudenziale. Infine, si prende in considerazione una visione del principio di autonomia alternativa a quella emersa nel corso della trattazione e se ne valuta il potenziale impatto sulla concezione e sull’applicazione del principio stesso.
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La tesi si pone l'obiettivo di analizzare e approfondire il principio dei lavori virtuali, un importante strumento per la ricerca delle condizioni di equilibrio di un sistema meccanico. L'intera trattazione si svolge nell'ambito della meccanica classica e in un primo momento l'analisi si concentra in ambito statico, successivamente verrà ampliata in ambito dinamico, fino ad enunciare il principio di D'Alembert. Tale principio permette di ricondurre un qualsiasi problema di dinamica ad un equivalente problema di statica, fornendo un metodo generale per lo studio del moto di un qualunque sistema meccanico. La tesi si conclude con un approfondimento storico, in cui si evidenziano le tappe salienti e le personalità matematiche che hanno contribuito all'enunciazione ultima dei due principi citati.
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Questa Tesi di Laurea si propone di studiare il cosiddetto Principio di Propagazione del Massimo per alcune operatori alle derivate parziali lineari del secondo ordine semiellittici e omogenei. Proviamo infatti che, data una funzione subarmonica per un operatore della tipologia di sopra, se questa funzione ammette un punto di massimo interno al suo dominio di definizione, allora questo massimo si "propaga" lungo le curve integrali dei campi vettoriali principali per l'operatore. Come applicazione di questo risultato, verifichiamo che alcuni operatori di tipo somma di quadrati di Hörmander godono del cosiddetto Principio del Massimo Forte: cioè, se una funzione subarmonica per questi operatori ammette un punto di massimo interno, allora è costante.
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All'interno della tesi viene analizzato il principio del massimo per l'operatore di Laplace e per operatori lineari ellittici differenziali. Attraverso l'utilizzo delle formule di media si dimostra il principio del massimo forte e debole per l'operatore di Laplace e si analizzano le sue applicazioni, quali la disuguaglianza di Harnack, il teorema di Liouville e il teorema fondamentale dell'algebra. Successivamente si vanno a dimostrare il principio del massimo debole e, tramite il lemma di Hopf, il principio del massimo forte, per operatori lineari ellittici differenziali. Infine si studia il caso dell'unicità delle soluzioni dei problemi di Dirichlet per operatori lineari ellittici differenziali, sfruttando il principio del massimo debole.
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La seguente tesi ha lo scopo di dare una caratterizzazione del moto naturale di un sistema materiale di punti, in particolare tramite le equazioni di Eulero-Lagrange, deducendole secondo i due metodi classici: il principio di d'Alembert e il principio variazionale di Hamilton. Infine si approfondisce l'analogia tra la meccanica e l'ottica, in particolar modo confrontando il principio di Fermat e quello di Maupertuis, analogie che portarono alla successiva nascita della meccanica ondulatoria.
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Universidade Estadual de Campinas . Faculdade de Educação Física
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Este artigo visa explicitar as concepções freudiana e husserliana de “vivência” (Erlebnis). Por “vivência” entende-se genericamente um tipo fundamental de experiência do mundo. Esse tema, ainda que não diretamente explorado por Freud, tornou-se necessário em sua teoria desde a descoberta da etiologia da histeria no início dos anos 1890 à luz do método catártico: a da vivência traumática. Por outro lado, Husserl, a partir do problema filosófico de garantir a possibilidade do conhecimento universal e necessário, se viu obrigado a combater o naturalismo das ideias, em 1900, e o naturalismo da consciência, em 1913, em ambos os casos partindo de uma análise das vivências (intencionais). Mostrarei que a abordagem freudiana (natural-científica) visa explicar metapsicologicamente a vivência, ao passo que a abordagem husserliana pretende descrever a estrutura da vivência (intencional). Por fim, apontarei para algumas das grandes diferenças entre ambas as abordagens desse tema.