998 resultados para Italia - järjestäytynyt rikollisuus


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El siguiente texto intenta ser una aportación a la historia de la traducción. Más concretamente, se analizan aspectos sobre la recepción de Mamita Yunai de Carlos Luis Fallas en Italia y Francia. Con la observación, en un primer estadio, de las condiciones de recepción de la obra en estos países se da una idea sobre el ámbito cultural en que se movieron las traducciones. En una segunda parte, se describen las traducciones (sobre todo, en sus factores culturales) para observar si el patrimonio cultural costarricense se ha mantenido en las versiones francesa e italiana.The following text is intended as a contribution to the history of translation.  Specifically, we will analyze the reception of Mamita Yunai by Carlos Luis Fallas in Italy and France. In the first part, the observation of the conditions of reception of the novel in each of the countries provides an idea about the cultural environment where the translated versions were published. In the second part we will analyze the translations (their cultural elements, in particular) in order to observe whether the Costa Rican cultural heritage has been kept alive in the Italian and French versions.

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Con esta comunicación se pretende establecer las relaciones que, dentro del patrimonio agroindustrial, existen entre los espacios de producción y los lugares de residencia tomando como casos de estudio la casa-palacio del Marqués de Viana en Garcíez muy próximo a las Ciudades Patrimonio de la Humanidad de Úbeda y Baeza, que atesora una de las pocas almazaras del sistema tradicional de rulos del s.XX y la villa-palacio Mazza en Roccelleta di Borgia hoy, el Parque Arqueológico de Scolacium.

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En estudios anteriores propusimos un nuevo método para el estudio del género Quercus (Musarella et al., 2013), baseado en la dimensión fractal (DF). En este trabajo analizamos la DF del género Quercus en el sur de Italia, para ello utilizamos hojas de árboles pertenecientes a Q. robur subsp. brutia, Q. cerris, Q. congesta, Q. crenata, Q. ilex, Q. suber, Q. virginiana. De cada árbol se toman hojas de cada uno de los puntos cardinales para complejiada de la estructura morfológica de las hojas. Este análisis extrae información sobre los caracteres fenotípicos de las hojas utilizadas, tales como el número y morfologia de los nervios, ángulos nervios secundarios con principal, contorno de hojas, aspecto reticulado de la hoja etc. En nuestro análisis, no se han detectado diferencias significativas entre la DF en cada una de la orientaciones y la DF global para cada una de las especies. En este trabajo corroboramos estudios anteriores realizados por los autores, en los que se proponía una DF < 1,6 para Quercus esclerófilos y DF entre dos especies sea cero o su cociente sea uno, el grado de parentesco entre las dos especies es del 100%; DFA - DFB = 0; DFA/DFB = 1, la especie Ay B son iguales; por ello cuanto menor es la diferencia o bien cuanto más se acerque el cociente a 1, mayor es la semejanza entre las especies. Si este cociente tiene un valor alejado de 1 como ocurre entre vfvi/vfsu>2, las especies Q. virginiana y Q. suber están muy distantes entre sí. Además, la realización del Test de Rango Múltiple, que es un procedimiento de comparación para determinar cuáles medias son significativamente diferentes unas de otras, confirma los resultados obtenidos de la forma anteriormente expuesta. Conto et al. (2007) ponen de manifiesto el origen hibridógeno de Q. crenata, y según el análisis molecular existe una mayor similitud genética entre Q. crenata y Q. cerris, que entre Q. crenata y Q. suber. Los DF de Q. crenata 1,868; Q. cerris 1,677 y Q. suber 0,932; siendo DFQsu 0,745 y DFQsu = 1,8, lo que significa que existe gran diferencia fenotípica (genética) entre los parentales, se presenta una mayor semejanza entre Q. crenata y Q. cerris que entre Q. crenata y Q. suber, ya que la diferencia DFQcr-DFQce = 0,191 y DFQcr/DFQce = 1,1, por lo que tienen un fuerte grado de semejanza, mientras que DFQcr-DFQsu = 0,936 y DFQcr/DFQsu > 2, lo que pone de manifiesto las fuertes diferencias fenotípicas entre el híbrido y el parental.

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Oggetto del presente studio è un'analisi del genere testuale del contratto di compravendita immobiliare negli ordinamenti di Italia, Germania e Austria in un'ottica sincronica e pragmatica. Il testo è considerato come un atto comunicativo legato a convenzioni prestabilite e volto ad assolvere a specifiche funzioni sociali. L'obbiettivo principale del lavoro è lo sviluppo di un modello di analisi testuale che possa evidenziare l'interazione tra la funzione primaria e l'assetto macro- e microstrutturale di questo genere testuale, ovvero tra il piano giuridico e quello linguistico-testuale. L'analisi svolta permette inoltre di confrontare tre sistemi giuridici rispetto alla modalità di attuare questo negozio, nonché le lingue italiana e tedesca ed altresì due varietà di quest'ultima. Il corpus è composto da 40 atti autentici e 9 atti da formulari, compresi in un arco temporale che va dal 2000 al 2018. L'analisi parte con la definizione delle coordinate intra-ed extratestuali che determinano questo genere testuale e da una sua classificazione all'interno dei testi dell'ambito giuridico. Su questa base, i contratti dei corpora di Italia, Germania e Austria vengono analizzati separatamente rispetto alla loro macrostruttura, comprendendo in ciò tre piani macrostrutturali, ovvero quello giuridico da un lato e quelli funzionale e tematico dall'altro. L'interazione tra la funzione giuridica e l'assetto linguistico-testuale del contratto di compravendita immobiliare emerge in particolare a livello di quello funzionale, ossia relativo alla sequenza delle funzioni linguistiche realizzate sulla base dei contenuti giuridici. I risultati evinti dall'analisi dei tre corpora sono, infine, messi a confronto e integrati con una classificazione delle forme verbali che caratterizzano determinati macro-ambiti d'uso/funzionali all'interno di questo genere testuale, ovvero la realizzazione di specifiche funzioni linguistiche e giuridiche. Il metodo proposto offre nuovi spunti per ricerche future, tanto nell'ambito della linguistica contrastiva applicata a testi specialistici, che della traduzione e linguistica giuridica.

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Questa tesi illustra la presenza del cinema italiano in Iran e analizza come gli spettatori abbiano accettato il cinema straniero in concomitanza con le trasformazioni della società iraniana. L’indagine parte dagli aspetti economici derivati dal petrolio come motore di crescita e cambiamento della società iraniana. Elemento imprescindibile dai rapporti diplomatici con i paesi occidentali, la tesi ripercorre le tappe della nazionalizzazione petrolifera, analizza il ruolo giocato dall’Italia in questo contesto e la nascita del rapporto commerciale tra Italia e Iran. Lo studio prende poi in esame più nel dettaglio le relazioni italo-iraniane dal punto di vista cinematografico, e il successo dei film italiani in Iran. Pertanto, la tesi illustra le motivazioni della presenza cinematografica italiana in Iran e prende in esame l’influenza prodottasi attraverso le relazioni bilaterali. L’analisi attraversa le tappe del doppiaggio cinematografico in lingua persiana effettuato in Italia, il cinema popolare iraniano e il cinema intellettuale. Fermo restando una componente italiana nello studio, maggiore attenzione è dedicata al Paese d’arrivo, l’Iran, usando dati tratti da documenti storici, testi, giornali, risorse disponibili e interviste con persone informate in materia. Lo studio è concentrato su testi che approfondiscono la situazione economica e cinematografica iraniana all’epoca della monarchia di Mohammad Reza Pahlavi, coincidente con il secondo dopoguerra, durante il quale l’influenza cinematografica italiana si è fatta maggiormente sentire sul cinema iraniano. Obiettivo della tesi è definire le ragioni che hanno favorito lo sviluppo del rapporto cinematografico tra i due paesi, come il cinema italiano si sia manifestato nel cinema iraniano, e i presupposti che hanno comportato la crescita di quest’ultimo.

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Negli ultimi anni, in Italia sono stati tradotti un gran numero di opere letterarie cinesi grazie all’impegno e alla passione di numerosi sinologi, studiosi e traduttori italiani. Tuttavia, gli studi sulla traduzione della letteratura cinese sono, sia in Cina che in Italia, relativamente pochi e non sempre uniformi: in Cina è difficile trovare dati completi, sistematici e dotati di un certo valore di riferimento, e in Italia, una ricerca di questo tipo ha avuto origine nell’ambito degli studi sinologici italiani, piuttosto che in quello degli studi sulla traduzione. A partire da una rassegna dei principali approcci agli studi sulla traduzione (letteraria) dalla seconda metà del XX secolo fino ai nostri giorni, questo lavoro di tesi tenta di analizzare da un lato le tendenze generali relative alla traduzione e alla pubblicazione delle opere letterarie cinesi in Italia in un arco temporale che va dal 1942 al 2018, tramite alcune analisi di tipo sia quantitativo che qualitativo basate su una tabella di dati concernenti la letteratura cinese sul mercato editoriale italiano che è stata costruita appositamente; dall’altro, questa ricerca intende investigare le strategie utilizzate per tradurre i diversi riferimenti culturali riscontrati nel corpus di testi scelti e che sono stati suddivisi nelle seguenti categorie: antroponimi, intertestualità, riferimenti al contesto politico e culturale, gastronomia e altri riferimenti culturali. Attraverso un’analisi comparativa e descrittiva dei testi di partenza e dei testi di arrivo, ai fini della tesi si sono indagate le problematiche riguardanti la traduzione e la ricezione della letteratura cinese in Italia e le tendenze che tale letteratura ha avuto sia in ambito editoriale che nel campo della traduzione letteraria.

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La ricerca tenta di descrivere le fisionomie storico-archeologiche della colonizzazione romano-latina dell’Italia medio adriatica dalla prospettiva dei fenomeni religiosi e delle dinamiche attinenti al culto. Ci si interroga, in particolare, sui rapporti tra romanizzazione e sfera del “sacro” e su quali siano stati gli esiti e i riflessi sul piano religioso della dialettica culturale tra Tirreno e Adriatico in età repubblicana. Ovvero, su come le dinamiche proprie del culto e del rito fossero coinvolte, riflettendoli, nei più ampi processi di scambio e di interazione culturale correlati alla colonizzazione romano-latina del comparto medio adriatico della Penisola tra III e I secolo a.C. Partendo dalla sistematizzazione razionale di una base documentaria significativa e attraverso il riesame critico di un dossier storico-archeologico eterogeneo, la ricerca procede con taglio tematico verso la ricostruzione dei cd. “sacra coloniali” e dei principali aspetti che concorrono alla definizione di una fenomenologia del sacro della colonizzazione romano-latina dell’Italia medio adriatica.

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La mia tesi si concentra sullo sviluppo del movimento sabbatiano in Italia tra il XVII e il XVIII secolo, una fase tarda del Sabbatianesimo. Il tentativo è quello di descrivere questo post-sabbatianesimo e i suoi rappresentanti attraverso lo studio di figure come quelle di Binyamin ben El‘azar Coen Vitale da Reggio (1651-1730), un rabbino piemontese identificato da Gershom Scholem - il padre degli studi sabbatiani - come un modello nel panorama sabbatiano italiano. Dopo una contestualizzazione storica e culturale che compara il mondo cristiano e quello ebraico dell'epoca, e il misticismo ebraico italiano con quello originario di Safed in Galilea, ho analizzato la produzione letteraria di Binyamin Coen. Mi sono concentrata sui suoi testi a stampa, traducendo integralmente e analizzando la versione a stampa di‘Et ha-zamir, "Il tempo del canto", una raccolta di poesie cabalistiche (piyyutim), composta da poesie per i giorni della settimana e per le festività principali. la prim a edizione a stampa del "Tempo del canto" risale al 1707, e fu stampata a Venezia. Il testo era utilizzato nel contesto delle confraternite cabalistiche dei ghetti italiani, e spicca per l'uso molto particolare della metrica legata alla cabbala. ‘Et ha-zamir è infatti perfettamente inserito in un'epoca che vide una vasta diffusione della mistica ebraica.

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I metodi di conservazione per i materiali cartacei in Italia e in Cina sono nati in diversi contesti storici. L’idea di questo studio nasce dalla necessità di sviluppare analisi specifiche sul metodo di restauro cartaceo cinese, per introdurre metodi e tecnologie efficaci ed innovative.

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Nell'elaborato svolto, dopo un'introduzione generale nella quale vengono illustrati i due processi principali che formano le grotte, quello epigenico ed ipogenico, viene descritta in dettaglio la parte turistica del complesso "Grotta del Fiume-Grotta Grande del Vento".Si analizzano le varie morfologie derivanti da una speleogenesi solfurea acida, spiegando come si sono formate. Vengono inoltre spiegati i metodi con i quali si è redotta la nuova carta geomorfologica del complesso (oggetto dell'elaborato), e dopo averla illustrata, viene fatto un confronto con la vecchia carta morfologica del 1990.