861 resultados para Process Analytical Technology (PAT)
Resumo:
Esta tesis integra un estudio reflexivo sobre la relación de dependencia entre la creación y la memoria a través del análisis de la última obra del escultor Juan Muñoz: Double Bind (Tate Modern, Londres, 2001). Desde esta posición es obligado replantear el análisis de la obra, lo que hace necesario su estudio cubriendo el mayor espectro posible de información accesible más allá de la obra en sí, para aproximarse a la convergencia entre memoria y creación. La perspectiva de análisis propuesta abre camino a nuevas consideraciones so¬bre la relevancia del conocimiento en el desarrollo del proceso creativo. Este análisis no debe tan sólo suponer una aportación al conocimiento del trabajo de Juan Muñoz. Debe también desprenderse de él la innegable participación y necesaria lectura del pasado en el presente. La amnesia de los tiempos pasados impide completar el atlas de imágenes en las que se apoya la creación impidiendo el conocimiento del origen de las fuentes de inspi¬ración y las bases de la creación de una determinada obra. Este hecho limita y distorsiona sus posibles interpretaciones. Pretendo un acercamiento al entendimiento de la forma de mirar y de crear a través del tiempo que es memoria. La memoria tiene un cometido de crucial importancia para la actividad mental y juega un papel fundamental en la conducta y en la creación. La obra es el resultado de la búsqueda de una idea que exprese algo que el creador no puede ex¬presar de otra manera. Es la necesidad de expresar las ideas mediante un lenguaje que se desarrolla en el tiempo y en el espacio, reflejo del ser que responde al pensamiento. Es una forma de experiencia donde subyacen las sendas del pasado y donde se plantea el futuro. Sólo el creador accede a la obra desde dentro, el observador llega a ella desde el exterior y mediante su propia subjetividad. Las obras son formas de experiencia de sus autores, comunicar el mensaje de dicha experiencia supone por tanto interpretar. Persiguiendo la necesidad de saber y entender, pretender explicar el sentido de una cosa implica una apreciación intencionada asociada al entendimiento del intérprete. Las obras son produc¬tos que portan un mensaje y que contienen en su estructura las trazas del tiempo vivido por su creador. Si se quiere adquirir un acercamiento que represente la posición de un autor, será necesario no solo mirar a través de ella, si no introducirse en el contexto de su historia. Mirar hacia atrás, hacia la profundidad del presente para tener conciencia del pensamiento presente y futuro. Recorrer de este modo la instalación Double Bind de Juan Muñoz proporciona una síntesis de sus preocupaciones e intereses a la vez que aporta un conocimiento no necesariamente inmediato, pero relevante y trascendente de la obra, su creador y la historia. ABSTRACT This thesis comprises a reflective study of the dependence relationship between creation and memory through the analysis of the latest work by the sculptor Juan Muñoz: Double Bind (Tate Modern, London, 2001). From this position, it is mandatory to rethink the analysis of the work, making it necessary to cover the widest possible range of information available beyond the work itself, in order to obtain a closer view of the convergence between memory and creation. The proposed analytical approach opens up new considerations on the relevance of knowledge during the development of the creative process. This analysis should not only make a contribution to the knowledge of the work of Juan Muñoz. It should also infer the undeniable involvement and the necessary reading of the past in the present. Amnesia regarding past makes it impossible to complete the atlas of images on which the creation is based, blocking knowledge of the origin of the sources of inspiration and the basis for the creation of a specific work. This fact limits and distorts its possible interpretations. My intention is an approach to how to understand memory as the way of looking and creating over time. Memory has a crucial role to mental activity and plays a key role in behaviour and creation. The work is the result of finding an idea that expresses something that the creator can not express otherwise. It is the need to express ideas by means of a language that develops throughout time and space, a reflection of the being that responds to the thought. It is a way of experience underlying the paths of the past and where the future is set out. Only the creator can access the work from the inside. The observer sees it from the outside and in accordance with his/her own subjectivity. The works form a part of the experience of their authors, thus implying the interpretation of the message of their experience being passed on. The pursuit of knowledge and understanding, and trying to explain the meaning of something implies a deliberate appreciation associated with the understanding of the interpreter. The works are products bearing a message and containing in their structure traces of the time lived by their creator. If one wants to come close to what the author’s posture represents, it will not only be necessary to penetrate it, but also to introduce oneself into the context of its history. Take a look back, towards the depth of the present in order to become aware of present and future thinking. To go across the installation of Double Bind by Juan Muñoz in this way offers a synthesis of his concerns and interests while also providing a not necessarily immediate knowledge, but one which is relevant and important to the work, its creator and history.
Innovative analytical strategies for the development of sensor devices and mass spectrometry methods
Resumo:
Il lavoro presentato in questa tesi di Dottorato è incentrato sullo sviluppo di strategie analitiche innovative basate sulla sensoristica e su tecniche di spettrometria di massa in ambito biologico e della sicurezza alimentare. Il primo capitolo tratta lo studio di aspetti metodologici ed applicativi di procedure sensoristiche per l’identificazione e la determinazione di biomarkers associati alla malattia celiaca. In tale ambito, sono stati sviluppati due immunosensori, uno a trasduzione piezoelettrica e uno a trasduzione amperometrica, per la rivelazione di anticorpi anti-transglutaminasi tissutale associati a questa malattia. L’innovazione di questi dispositivi riguarda l’immobilizzazione dell’enzima tTG nella conformazione aperta (Open-tTG), che è stato dimostrato essere quella principalmente coinvolta nella patogenesi. Sulla base dei risultati ottenuti, entrambi i sistemi sviluppati si sono dimostrati una valida alternativa ai test di screening attualmente in uso per la diagnosi della celiachia. Rimanendo sempre nel contesto della malattia celiaca, ulteriore ricerca oggetto di questa tesi di Dottorato, ha riguardato lo sviluppo di metodi affidabili per il controllo di prodotti “gluten-free”. Il secondo capitolo tratta lo sviluppo di un metodo di spettrometria di massa e di un immunosensore competitivo per la rivelazione di prolammine in alimenti “gluten-free”. E’ stato sviluppato un metodo LC-ESI-MS/MS basato su un’analisi target con modalità di acquisizione del segnale selected reaction monitoring per l’identificazione di glutine in diversi cereali potenzialmente tossici per i celiaci. Inoltre ci si è focalizzati su un immunosensore competitivo per la rivelazione di gliadina, come metodo di screening rapido di farine. Entrambi i sistemi sono stati ottimizzati impiegando miscele di farina di riso addizionata di gliadina, avenine, ordeine e secaline nel caso del sistema LC-MS/MS e con sola gliadina nel caso del sensore. Infine i sistemi analitici sono stati validati analizzando sia materie prime (farine) che alimenti (biscotti, pasta, pane, etc.). L’approccio sviluppato in spettrometria di massa apre la strada alla possibilità di sviluppare un test di screening multiplo per la valutazione della sicurezza di prodotti dichiarati “gluten-free”, mentre ulteriori studi dovranno essere svolti per ricercare condizioni di estrazione compatibili con l’immunosaggio competitivo, per ora applicabile solo all’analisi di farine estratte con etanolo. Terzo capitolo di questa tesi riguarda lo sviluppo di nuovi metodi per la rivelazione di HPV, Chlamydia e Gonorrhoeae in fluidi biologici. Si è scelto un substrato costituito da strips di carta in quanto possono costituire una valida piattaforma di rivelazione, offrendo vantaggi grazie al basso costo, alla possibilità di generare dispositivi portatili e di poter visualizzare il risultato visivamente senza la necessità di strumentazioni. La metodologia sviluppata è molto semplice, non prevede l’uso di strumentazione complessa e si basa sull’uso della isothermal rolling-circle amplification per l’amplificazione del target. Inoltre, di fondamentale importanza, è l’utilizzo di nanoparticelle colorate che, essendo state funzionalizzate con una sequenza di DNA complementare al target amplificato derivante dalla RCA, ne permettono la rivelazione a occhio nudo mediante l’uso di filtri di carta. Queste strips sono state testate su campioni reali permettendo una discriminazione tra campioni positivi e negativi in tempi rapidi (10-15 minuti), aprendo una nuova via verso nuovi test altamente competitivi con quelli attualmente sul mercato.
Resumo:
Riassunto La spettrometria di massa (MS) nata negli anni ’70 trova oggi, grazie alla tecnologia Matrix-Assisted Laser Desorption Ionization-Time of Flight (MALDI-TOF), importanti applicazioni in diversi settori: biotecnologico (per la caratterizzazione ed il controllo di qualità di proteine ricombinanti ed altre macromolecole), medico–clinico (per la diagnosi di laboratorio di malattie e per lo sviluppo di nuovi trattamenti terapeutici mirati), alimentare ed ambientale. Negli ultimi anni, questa tecnologia è diventata un potente strumento anche per la diagnosi di laboratorio in microbiologia clinica, rivoluzionando il flusso di lavoro per una rapida identificazione di batteri e funghi, sostituendo l’identificazione fenotipica convenzionale basata su saggi biochimici. Attualmente mediante MALDI-TOF MS sono possibili due diversi approcci per la caratterizzazione dei microrganismi: (1) confronto degli spettri (“mass spectra”) con banche dati contenenti profili di riferimento (“database fingerprints”) e (2) “matching” di bio-marcatori con banche dati proteomiche (“proteome database”). Recentemente, la tecnologia MALDI-TOF, oltre alla sua applicazione classica nell’identificazione di microrganismi, è stata utilizzata per individuare, indirettamente, meccanismi di resistenza agli antibiotici. Primo scopo di questo studio è stato verificare e dimostrare l’efficacia identificativa della metodica MALDI-TOF MS mediante approccio di comparazione degli spettri di differenti microrganismi di interesse medico per i quali l’identificazione risultava impossibile a causa della completa assenza o presenza limitata, di spettri di riferimento all’interno della banca dati commerciale associata allo strumento. In particolare, tale scopo è stato raggiunto per i batteri appartenenti a spirochete del genere Borrelia e Leptospira, a miceti filamentosi (dermatofiti) e protozoi (Trichomonas vaginalis). Secondo scopo di questo studio è stato valutare il secondo approccio identificativo basato sulla ricerca di specifici marcatori per differenziare parassiti intestinali di interesse medico per i quali non è disponibile una banca dati commerciale di riferimento e la sua creazione risulterebbe particolarmente difficile e complessa, a causa della complessità del materiale biologico di partenza analizzato e del terreno di coltura nei quali questi protozoi sono isolati. Terzo ed ultimo scopo di questo studio è stata la valutazione dell’applicabilità della spettrometria di massa con tecnologia MALDI-TOF per lo studio delle resistenze batteriche ai carbapenemi. In particolare, è stato messo a punto un saggio di idrolisi dei carbapenemi rilevata mediante MALDI-TOF MS in grado di determinare indirettamente la produzione di carbapenemasi in Enterobacteriaceae. L’efficacia identificativa della metodica MALDI-TOF mediante l’approccio di comparazione degli spettri è stata dimostrata in primo luogo per batteri appartenenti al genere Borrelia. La banca dati commerciale dello strumento MALDI-TOF MS in uso presso il nostro laboratorio includeva solo 3 spettri di riferimento appartenenti alle specie B. burgdorferi ss, B. spielmani e B. garinii. L’implementazione del “database” con specie diverse da quelle già presenti ha permesso di colmare le lacune identificative dovute alla mancanza di spettri di riferimento di alcune tra le specie di Borrelia più diffuse in Europa (B. afzelii) e nel mondo (come ad esempio B. hermsii, e B. japonica). Inoltre l’implementazione con spettri derivanti da ceppi di riferimento di specie già presenti nel “database” ha ulteriormente migliorato l’efficacia identificativa del sistema. Come atteso, il ceppo di isolamento clinico di B. lusitaniae (specie non presente nel “database”) è stato identificato solo a livello di genere corroborando, grazie all’assenza di mis-identificazione, la robustezza della “nuova” banca dati. I risultati ottenuti analizzando i profili proteici di ceppi di Borrelia spp. di isolamento clinico, dopo integrazione del “database” commerciale, indicano che la tecnologia MALDI-TOF potrebbe essere utilizzata come rapida, economica ed affidabile alternativa ai metodi attualmente utilizzati per identificare ceppi appartenenti a questo genere. Analogamente, per il genere Leptospira dopo la creazione ex-novo della banca dati “home-made”, costruita con i 20 spettri derivati dai 20 ceppi di riferimento utilizzati, è stata ottenuta una corretta identificazione a livello di specie degli stessi ceppi ri-analizzati in un esperimento indipendente condotto in doppio cieco. Il dendrogramma costruito con i 20 MSP-Spectra implementati nella banca dati è formato da due rami principali: il primo formato dalla specie non patogena L. biflexa e dalla specie a patogenicità intermedia L. fainei ed il secondo che raggruppa insieme le specie patogene L. interrogans, L. kirschneri, L. noguchii e L. borgpetersenii. Il secondo gruppo è ulteriormente suddiviso in due rami, contenenti rispettivamente L. borgpetersenii in uno e L. interrogans, L. kirschneri e L. noguchii nell’altro. Quest’ultimo, a sua volta, è suddiviso in due rami ulteriori: il primo comprendente la sola specie L. noguchii, il secondo le specie L. interrogans e L. kirshneri non separabili tra loro. Inoltre, il dendrogramma costruito con gli MSP-Spectra dei ceppi appartenenti ai generi Borrelia e Leptospira acquisiti in questo studio, e appartenenti al genere Brachyspira (implementati in un lavoro precedentemente condotto) mostra tre gruppi principali separati tra loro, uno per ogni genere, escludendo possibili mis-identificazioni tra i 3 differenti generi di spirochete. Un’analisi più approfondita dei profili proteici ottenuti dall’analisi ha mostrato piccole differenze per ceppi della stessa specie probabilmente dovute ai diversi pattern proteici dei distinti sierotipi, come confermato dalla successiva analisi statistica, che ha evidenziato picchi sierotipo-specifici. È stato, infatti, possibile mediante la creazione di un modello statistico dedicato ottenere un “pattern” di picchi discriminanti in grado di differenziare a livello di sierotipo sia i ceppi di L. interrogans sia i ceppi di L. borgpetersenii saggiati, rispettivamente. Tuttavia, non possiamo concludere che i picchi discriminanti da noi riportati siano universalmente in grado di identificare il sierotipo dei ceppi di L. interrogans ed L. borgpetersenii; i picchi trovati, infatti, sono il risultato di un’analisi condotta su uno specifico pannello di sierotipi. È stato quindi dimostrato che attuando piccoli cambiamenti nei parametri standardizzati come l’utilizzo di un modello statistico e di un programma dedicato applicato nella routine diagnostica è possibile utilizzare la spettrometria di massa MALDI-TOF per una rapida ed economica identificazione anche a livello di sierotipo. Questo può significativamente migliorare gli approcci correntemente utilizzati per monitorare l’insorgenza di focolai epidemici e per la sorveglianza degli agenti patogeni. Analogamente a quanto dimostrato per Borrelia e Leptospira, l’implementazione della banca dati dello spettrometro di massa con spettri di riferimento di miceti filamentosi (dermatofiti) si è rilevata di particolare importanza non solo per l’identificazione di tutte le specie circolanti nella nostra area ma anche per l’identificazione di specie la cui frequenza nel nostro Paese è in aumento a causa dei flussi migratori dalla zone endemiche (M. audouinii, T. violaceum e T. sudanense). Inoltre, l’aggiornamento del “database” ha consentito di superare la mis-identificazione dei ceppi appartenenti al complesso T. mentagrophytes (T. interdigitale e T. mentagrophytes) con T. tonsurans, riscontrata prima dell’implementazione della banca dati commerciale. Il dendrogramma ottenuto dai 24 spettri implementati appartenenti a 13 specie di dermatofiti ha rivelato raggruppamenti che riflettono quelli costruiti su base filogenetica. Sulla base dei risultati ottenuti mediante sequenziamento della porzione della regione ITS del genoma fungino non è stato possibile distinguere T. interdigitale e T. mentagrophytes, conseguentemente anche gli spettri di queste due specie presentavano picchi dello stesso peso molecoalre. Da sottolineare che il dendrogramma costruito con i 12 profili proteici già inclusi nel database commerciale e con i 24 inseriti nel nuovo database non riproduce l’albero filogenetico per alcune specie del genere Tricophyton: gli spettri MSP già presenti nel database e quelli aggiunti delle specie T. interdigitale e T. mentagrophytes raggruppano separatamente. Questo potrebbe spiegare le mis-identificazioni di T. interdigitale e T. mentagrophytes con T. tonsurans ottenute prima dell’implementazione del database. L’efficacia del sistema identificativo MALDI-TOF è stata anche dimostrata per microrganismi diversi da batteri e funghi per i quali la metodica originale è stata sviluppata. Sebbene tale sistema identificativo sia stato applicato con successo a Trichomonas vaginalis è stato necessario apportare modifiche nei parametri standard previsti per l’identificazione di batteri e funghi. Le interferenze riscontrate tra i profili proteici ottenuti per i due terreni utilizzati per la coltura di questo protozoo e per i ceppi di T. vaginalis hanno, infatti, reso necessario l’utilizzo di nuovi parametri per la creazione degli spettri di riferimento (MSP-Spectra). L’importanza dello sviluppo del nuovo metodo risiede nel fatto che è possibile identificare sulla base del profilo proteico (e non sulla base di singoli marcatori) microorganismi cresciuti su terreni complessi che potrebbero presentare picchi nell'intervallo di peso molecolare utilizzato a scopo identificativo: metaboliti, pigmenti e nutrienti presenti nel terreno possono interferire con il processo di cristallizzazione e portare ad un basso punteggio identificativo. Per T. vaginalis, in particolare, la “sottrazione” di picchi dovuti a molecole riconducibili al terreno di crescita utilizzato, è stata ottenuta escludendo dall'identificazione l'intervallo di peso molecolare compreso tra 3-6 kDa, permettendo la corretta identificazione di ceppi di isolamento clinico sulla base del profilo proteico. Tuttavia, l’elevata concentrazione di parassita richiesta (105 trofozoiti/ml) per una corretta identificazione, difficilmente ottenibile in vivo, ha impedito l’identificazione di ceppi di T. vaginalis direttamente in campioni clinici. L’approccio identificativo mediante individuazione di specifici marcatori proteici (secondo approccio identificativo) è stato provato ed adottato in questo studio per l’identificazione e la differenziazione di ceppi di Entamoeba histolytica (ameba patogena) ed Entamoeba dispar (ameba non patogena), specie morfologiacamente identiche e distinguibili solo mediante saggi molecolari (PCR) aventi come bersaglio il DNA-18S, che codifica per l’RNA della subunità ribosomiale minore. Lo sviluppo di tale applicazione ha consentito di superare l’impossibilità della creazione di una banca dati dedicata, a causa della complessità del materiale fecale di partenza e del terreno di coltura impiagato per l’isolamento, e di identificare 5 picchi proteici in grado di differenziare E. histolytica da E. dispar. In particolare, l’analisi statistica ha mostrato 2 picchi specifici per E. histolytica e 3 picchi specifici per E. dispar. L’assenza dei 5 picchi discriminanti trovati per E. histolytica e E. dispar nei profili dei 3 differenti terreni di coltura utilizzati in questo studio (terreno axenico LYI-S-2 e terreno di Robinson con e senza E. coli) permettono di considerare questi picchi buoni marcatori in grado di differenziare le due specie. La corrispondenza dei picchi con il PM di due specifiche proteine di E. histolytica depositate in letteratura (Amoebapore A e un “unknown putative protein” di E. histolytica ceppo di riferimento HM-1:IMSS-A) conferma la specificità dei picchi di E. histolytica identificati mediante analisi MALDI-TOF MS. Lo stesso riscontro non è stato possibile per i picchi di E. dispar in quanto nessuna proteina del PM di interesse è presente in GenBank. Tuttavia, va ricordato che non tutte le proteine E. dispar sono state ad oggi caratterizzate e depositate in letteratura. I 5 marcatori hanno permesso di differenziare 12 dei 13 ceppi isolati da campioni di feci e cresciuti in terreno di Robinson confermando i risultati ottenuti mediante saggio di Real-Time PCR. Per un solo ceppo di isolamento clinico di E. histolytica l’identificazione, confermata mediante sequenziamento della porzione 18S-rDNA, non è stata ottenuta mediante sistema MALDI-TOF MS in quanto non sono stati trovati né i picchi corrispondenti a E. histolytica né i picchi corrispondenti a E. dispar. Per questo ceppo è possibile ipotizzare la presenza di mutazioni geno/fenotipiche a livello delle proteine individuate come marcatori specifici per E. histolytica. Per confermare questa ipotesi sarebbe necessario analizzare un numero maggiore di ceppi di isolamento clinico con analogo profilo proteico. L’analisi condotta a diversi tempi di incubazione del campione di feci positivo per E. histolytica ed E. dipar ha mostrato il ritrovamento dei 5 picchi discriminanti solo dopo 12 ore dall’inoculo del campione nel terreno iniziale di Robinson. Questo risultato suggerisce la possibile applicazione del sistema MALDI-TOF MS per identificare ceppi di isolamento clinico di E. histolytica ed E. dipar nonostante la presenza di materiale fecale che materialmente può disturbare e rendere difficile l’interpretazione dello spettro ottenuto mediante analisi MALDI-TOF MS. Infine in questo studio è stata valutata l’applicabilità della tecnologia MALDI-TOF MS come saggio fenotipico rapido per la determinazione di ceppi produttori di carbapenemasi, verificando l'avvenuta idrolisi del meropenem (carbapeneme di riferimento utilizzato in questo studio) a contatto con i ceppi di riferimento e ceppi di isolamento clinico potenzialmente produttori di carbapenemasi dopo la messa a punto di un protocollo analitico dedicato. Il saggio di idrolisi del meropenem mediante MALDI-TOF MS ha dimostrato la presenza o l’assenza indiretta di carbapenemasi nei 3 ceppi di riferimento e nei 1219 (1185 Enterobacteriaceae e 34 non-Enterobacteriaceae) ceppi di isolamento clinico inclusi nello studio. Nessuna interferenza è stata riscontrata per i ceppi di Enterobacteriaceae variamente resistenti ai tre carbapenemi ma risultati non produttori di carbapenemasi mediante i saggi fenotipici comunemente impiegati nella diagnostica routinaria di laboratorio: nessuna idrolisi del farmaco è stata infatti osservata al saggio di idrolisi mediante MALDI-TOF MS. In un solo caso (ceppo di K. pneumoniae N°1135) è stato ottenuto un profilo anomalo in quanto presenti sia i picchi del farmaco intatto che quelli del farmaco idrolizzato. Per questo ceppo resistente ai tre carbapenemi saggiati, negativo ai saggi fenotipici per la presenza di carbapenemasi, è stata dimostrata la presenza del gene blaKPC mediante Real-Time PCR. Per questo ceppo si può ipotizzare la presenza di mutazioni a carico del gene blaKPC che sebbene non interferiscano con il suo rilevamento mediante PCR (Real-Time PCR positiva), potrebbero condizionare l’attività della proteina prodotta (Saggio di Hodge modificato e Test di Sinergia negativi) riducendone la funzionalità come dimostrato, mediante analisi MALDI-TOF MS, dalla presenza dei picchi relativi sia all’idrolisi del farmaco sia dei picchi relativi al farmaco intatto. Questa ipotesi dovrebbe essere confermata mediante sequenziamento del gene blaKPC e successiva analisi strutturale della sequenza amminoacidica deducibile. L’utilizzo della tecnologia MALDI-TOF MS per la verifica dell’avvenuta idrolisi del maropenem è risultato un saggio fenotipico indiretto in grado di distinguere, al pari del test di Hodge modificato impiegato comunemente nella routine diagnostica in microbiologia, un ceppo produttore di carbapenemasi da un ceppo non produttore sia per scopi diagnostici che per la sorveglianza epidemiologica. L’impiego del MALDI-TOF MS ha mostrato, infatti, diversi vantaggi rispetto ai metodi convenzionali (Saggio di Hodge modificato e Test di Sinergia) impiegati nella routine diagnostica di laboratorio i quali richiedono personale esperto per l’interpretazione del risultato e lunghi tempi di esecuzione e di conseguenza di refertazione. La semplicità e la facilità richieste per la preparazione dei campioni e l’immediata acquisizione dei dati rendono questa tecnica un metodo accurato e rapido. Inoltre, il metodo risulta conveniente dal punto di vista economico, con un costo totale stimato di 1,00 euro per ceppo analizzato. Tutte queste considerazioni pongono questa metodologia in posizione centrale in ambito microbiologico anche nel caso del rilevamento di ceppi produttori di carbapenemasi. Indipendentemente dall’approccio identificativo utilizzato, comparato con i metodi convenzionali il MALDI-TOF MS conferisce in molti casi un guadagno in termini di tempo di lavoro tecnico (procedura pre-analititca per la preparazione dei campioni) e di tempo di ottenimento dei risultati (procedura analitica automatizzata). Questo risparmio di tempo si accentua quando sono analizzati in contemporanea un maggior numero di isolati. Inoltre, la semplicità e la facilità richieste per la preparazione dei campioni e l’immediata acquisizione dei dati rendono questo un metodo di identificazione accurato e rapido risultando più conveniente anche dal punto di vista economico, con un costo totale di 0,50 euro (materiale consumabile) per ceppo analizzato. I risultati ottenuti dimostrano che la spettrometria di massa MALDI-TOF sta diventando uno strumento importante in microbiologia clinica e sperimentale, data l’elevata efficacia identificativa, grazie alla disponibilità sia di nuove banche dati commerciali sia di aggiornamenti delle stesse da parte di diversi utenti, e la possibilità di rilevare con successo anche se in modo indiretto le antibiotico-resistenze.
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Despite the gargantuan stakes that mergers and acquisitions represent, global companies' success rate at integrating organizations has been dismal, incurring billions of dollars in lost shareholder value. International human resources' handling of the cultural integration process is the principal differentiator between success and failure. This Capstone project proposes a process for developing cultural integration mechanisms, known as glue technology, and provides a step-by-step process map for execution through four phases. During planning, the need for glue technology is defined. Through analysis, rewards systems are assessed, and a strategy is chosen. In implementation planning, unanimous executive commitment must be secured. Last is measurement based on the integration plan's objectives. Enabling mechanisms such as removing negative influencers, speed, and communication are discussed.
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Three HPLC methods were optimised for the determination of citric acid, succinic acid and ascorbic acid using a photodiode array detector and fructose, glucose and sucrose using a refractive index in twenty eight citrus juices. The analysis was completed in <16 min. Two different harvests were taken into account for this study. For the season 2011, ascorbic acid content was comprised between 19.4 and 59 mg vitamin C/100 mL; meanwhile for the season 2012, the content was slightly higher for most of the samples ranging from 33.5 to 85.3 mg vitamin C/100 mL. Moreover, the citric acid content in orange juices ranged between 9.7 and 15.1 g L−1, while for clementines the content was clearly lower (i.e. from 3.5 to 8.4 g L−1). However, clementines showed the highest sucrose content with values near to 6 g/100 mL. Finally, a cluster analysis was applied to establish a classification of the citrus species.
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Evacuation route planning is a fundamental task for building engineering projects. Safety regulations are established so that all occupants are driven on time out of a building to a secure place when faced with an emergency situation. As an example, Spanish building code requires the planning of evacuation routes on large and, usually, public buildings. Engineers often plan these routes on single building projects, repeatedly assigning clusters of rooms to each emergency exit in a trial-and-error process. But problems may arise for a building complex where distribution and use changes make visual analysis cumbersome and sometimes unfeasible. This problem could be solved by using well-known spatial analysis techniques, implemented as a specialized software able to partially emulate engineer reasoning. In this paper we propose and test an easily reproducible methodology that makes use of free and open source software components for solving a case study. We ran a complete test on a building floor at the University of Alicante (Spain). This institution offers a web service (WFS) that allows retrieval of 2D geometries from any building within its campus. We demonstrate how geospatial technologies and computational geometry algorithms can be used for automating the creation and optimization of evacuation routes. In our case study, the engineers’ task is to verify that the load capacity of each emergency exit does not exceed the standards specified by Spain’s current regulations. Using Dijkstra’s algorithm, we obtain the shortest paths from every room to the most appropriate emergency exit. Once these paths are calculated, engineers can run simulations and validate, based on path statistics, different cluster configurations. Techniques and tools applied in this research would be helpful in the design and risk management phases of any complex building project.
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The implantation of new university degrees within the European Higher Education Area implies the need of innovative methodologies in teaching and learning to improve the skills and competencies of students and to answer the growing needs that society continuously demands to heritage management experts. The present work shows an application of the teaching methodology proposed during the international workshop entitled “I International Planning Preservation Workshop. Learning from Al Andalus”, which included the participation of the University of Alicante and Granada, Università Politecnico di Milano and Hunter College City University of New York; where we tried to dissolve traditional boundaries derived of interuniversity cooperation programs. The main objective of the workshop was to discuss and debate the role of urban Historical Centers within the Global Heritage by the integrated work through multidisciplinary teams and the creation of a permanent international working group between these universities to both teach and research. The methodology of this workshop was very participatory and considered the idea of a new learning process generated by "a journey experience." A trip from global to local (from the big city to the small village) but also a trip from the local (historical) part of a big city to the global dimension of contemporary historical villages identified by the students through a system of exhibition panels in affinity groups, specific projects proposed by lecturers and teachers or the generation of publications in various areas (texts, photographs, videos, etc.). So, the participation of the students in this multidisciplinary meeting has enhanced their capacity for self-criticism in several disciplines and has promoted their ability to perform learning and research strategies in an autonomous way. As a result, it has been established a permanent international work structure for the development of projects of the Historical City. This relationship has generated the publication of several books whose contents have reflected the conclusions developed in the workshop and several teaching proposals shared between those institutions. All these aspects have generated a new way of understanding the teaching process through a journey, in order to study the representative role of university in the historical heritage and to make students (from planning, heritage management, architecture, geography, sociology, history or engineering areas) be compromised on searching strategies for sustainable development in the Contemporary City.
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Building Information Modelling (BIM) provides a shared source of information about a built asset, which creates a collaborative virtual environment for project teams. Literature suggests that to collaborate efficiently, the relationship between the project team is based on sympathy, obligation, trust and rapport. Communication increases in importance when working collaboratively but effective communication can only be achieved when the stakeholders are willing to act, react, listen and share information. Case study research and interviews with Architecture, Engineering and Construction (AEC) industry experts suggest that synchronous face-to-face communication is project teams’ preferred method, allowing teams to socialise and build rapport, accelerating the creation of trust between the stakeholders. However, virtual unified communication platforms are a close second-preferred option for communication between the teams. Effective methods for virtual communication in professional practice, such as virtual collaboration environments (CVE), that build trust and achieve similar spontaneous responses as face-to-face communication, are necessary to face the global challenges and can be achieved with the right people, processes and technology. This research paper investigates current industry methods for virtual communication within BIM projects and explores the suitability of avatar interaction in a collaborative virtual environment as an alternative to face-to-face communication to enhance collaboration between design teams’ professional practice on a project. Hence, this paper presents comparisons between the effectiveness of these communication methods within construction design teams with results of further experiments conducted to test recommendations for more efficient methods for virtual communication to add value in the workplace between design teams.
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Teaching architecture is experiencing a moment of opportunity. New methods, like constructivist pedagogy, based on complexity and integration are yet to be explored. In this context of opportunity teaching architecture has a duty to integrate complexity in their curriculum. Teaching methods should also assume inherent indeterminacy and contingency of all complex process. If we accept this condition as part of any teaching method, the notion of truth or falsehood it becomes irrelevant. In this regard it could focus on teaching to contingency of language. Traditionally, technology is defined as the language of science. If we assume contingency as one of the characteristics of language, we could say that technology is also contingent. Therefore we could focus technology teaching to redefine its own vocabulary. So, redefining technological vocabulary could be an area of opportunity for education in architecture. The student could redefine their own tools, technology, to later innovate with them. First redefine the vocabulary, the technology, and then construct the new language, the technique. In the case of Building Technology subjects, it should also incorporate a more holistic approach for enhancing interdisciplinary transfer. Technical transfer, either from nature or other technologies to the field of architecture, is considered as a field of great educational possibilities. Evenmore, student get much broader technical approach that transgresses the boundaries of architectural discipline.
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Poster presented at the 4th International Conference on Bio-Sensing Technology, 10-13 May 2015, Lisbon, Portugal
Resumo:
A indústria hoteleira é hoje reconhecida como uma indústria global, com produtores e consumidores espalhados por todo o mundo. Um dos grandes desafios dos nossos dias passa por maximizar a satisfação do seu consumidor e simultaneamente garantir um crescimento exponencial da procura face à concorrência. O EFP (Experience Facilitation Process) tem levantado novos desafios na gestão do turismo e da hotelaria, associado aos novos processos de gestão de negócios turísticos e à emergência de novos produtos e atributos valorizados pelos turistas. O presente estudo visa compreender até que ponto os hotéis facilitam a experiência turística e o usufruto dos seus hóspedes, maximizando a sua satisfação. Pretende-se, neste contexto, perceber se o posicionamento estratégico preconizado pelo sector coloca o enfase no elemento mais importante de uma organização, o cliente. Para o efeito, é proposto um modelo em que a EFP (Experience Facilitation Process) influencia a recomendação do hotel. O EFP é por sua vez explicado pela easiness in performance, pela tecnologia adotada, pela qualidade de F&B e pelas facilidades. O modelo foi empiricamente testado através da aplicação de uma amostra de 299 questionários recolhidos online. Tendo o modelo conceptual sido testado a partir dum modelo de equações estruturais, por recurso ao AMOS 21. Os resultados indicam que a perceção de experiência facilitada se traduz em indicadores tangíveis tais como a easiness in performance e a tecnologia. A facilitação da experiência determina a recomendação, ainda que esta recomendação seja modesta. As implicações teóricas e de gestão foram discutidas mostrando que a facilitação da experiência é um processo determinante para a satisfação dos turistas. Estes resultados empíricos, ainda que não generalizáveis, revelam a complexidade do serviço hoteleiro ao mesmo tempo que emprestam à análise do posicionamento competitivo uma nova perspetiva.
Resumo:
Le peculiarità del contesto competitivo attuale richiedono alle aziende di muoversi con la massima velocità per rispondere il più rapidamente possibile al soddisfacimento delle richieste dei clienti. La ricerca di massima flessibilità non può prescindere dall’esigenza di mantenere alti livelli di efficienza produttiva e di tendere ad un continuo miglioramento dei flussi interni. L’elaborato ripercorre i passaggi fondamentali di un progetto di miglioramento delle performance di un impianto svolto nel primo semestre 2016 presso Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna S.p.A. La metodologia utilizzata riprende strumenti, modelli e metodi dai principi alla base del Focus Improvement, primo pilastro del tempio della Total Productive Maintenance. Attraverso l’applicazione sistematica di tecniche tipiche del problem solving (ciclo di Deming) e di approcci analitici per la determinazione delle cause di guasto (curva di Pareto, Diagramma di Ishikawa), è stato possibile identificare i principali tipi di perdite (tempo, performance, difetti qualitativi) di una macchina industriale e mettere in atto gli interventi migliorativi necessari. L’analisi si conclude con la valutazione dei futuri sviluppi dello scenario, proponendo diverse alternative a seconda dell’abilità dell’organizzazione di sostenere i risultati raggiunti o addirittura di superarli.
Resumo:
Mode of access: Internet.
Resumo:
Federal Highway Administration, Office of Research, Washington, D.C.
Resumo:
National Highway Traffic Safety Administration, Washington, D.C.