959 resultados para emissione spontanea,emissione stimolata,schema a quattro livelli,atomi,fotoni,Olografia
Resumo:
L’aumento della pressione parziale di anidride carbonica in atmosfera e il conseguente aumento dell’idrolisi di CO2 nell’acqua marina, noto come “acidificazione degli oceani", consiste nella diminuzione del pH e nella riduzione dello stato di saturazione delle acque (Ω) rispetto al carbonato di calcio (CaCO3). Il Golfo di Napoli è caratterizzato da elevati livelli di CO2 dovuti alla presenza di emissioni naturali di gas (vents), è perciò considerato un laboratorio naturale per prevedere gli effetti futuri sugli organismi marini dovuti all’aumento della acidificazione degli oceani. Questo lavoro di tesi valuta, per la prima volta, l’effetto dei vents sugli pteropodi Thecosomata (gasteropodi planctonici). Data la loro necessità di ioni carbonato per produrre la conchiglia, questi sono considerati “organismi sentinella” per i cambiamenti del sistema dei carbonati nell’ambiente marino. Gli pteropodi sono stati campionati e successivamente analizzati in termini di abbondanza specifica, dimensione e stato di degradazione della conchiglia. I principali risultati hanno mostrato che dalle stazioni di controllo alle zone con presenza di emissioni gassose, vi è un gradiente di diminuzione dei livelli di pH e Ωar, nonostante in nessuna stazione siano presenti livelli di sottosaturazione carbonatica. Gli pteropodi diminuiscono in termini di abbondanza e biodiversità presentando una conchiglia con livelli di dissoluzione elevata nelle stazioni adiacenti alle emissioni gassose, mentre lo stato di preservazione della conchiglia aumenta all’aumentare della distanza dalle zone di emissione, suggerendo che la variazione dello stato di saturazione nelle diverse stazioni, influenzi i processi di calcificazione dell’organismo. Gli effetti negativi delle emissione gassose sugli pteropodi potrebbero a lungo termine risultare in uno shift di popolazioni a vantaggio di organismi planctonici non calcificanti.
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L’elaborato è strutturato in sei capitoli ed ha come obiettivo principale quello di descrivere un impianto pilota per il trasporto pneumatico dell’atomizzato di barbottina e di riportare i risultati delle analisi sperimentali, condotte per la caratterizzazione del trasporto dello stesso, necessarie per la futura progettazione di un impianto in scala industriale. Nel primo capitolo verrà presentata l’industria ceramica italiana e le fasi per la produzione delle piastrelle, con particolare attenzione al tema del trasporto di materiale tra i vari reparti produttivi. Nel capitolo due, poi, si analizzeranno le problematiche collegate ai tradizionali sistemi di movimentazione di materiale sfuso, facendo un confronto tra quelli più usati e quello pneumatico. Quest’ultimo rappresenta un’alternativa ai sistemi di trasporto classici, i quali pur assicurando elevati volumi di movimentazione, non salvaguardano l’integrità del materiale trasportato. Lo sgretolamento del materiale, oltre a rendere quest’ultimo inutilizzabile per la produzione delle piastrelle, è responsabile dell’emissione nell'ambiente di lavoro di silice cristallina libera. Al contrario, il trasporto pneumatico, del quale si riporta una descrizione nel capitolo tre e quattro, garantisce il minimo rischio di formazione di polveri fini, grazie al totale confinamento del materiale all'interno di una conduttura. Nel capitolo cinque verranno esposti i risultati delle analisi sperimentali effettuate sull'impianto: verranno illustrate le prove di trasporto condotte e, a valle di ognuna di queste, l’attenzione si focalizzerà sulla granulometria del materiale processato, paragonando la stessa a quella del materiale vergine di riferimento. Infine, nel sesto capitolo, si riporteranno i risultati delle simulazioni effettuate sul software TPSimWin, basato su calcolo agli elementi finiti. Tali simulazioni sono necessarie per determinare le principali caratteristiche del materiale da trasportare.
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L’immissione di sostanze chimiche nell'ambiente marino è fonte di grandi preoccupazioni in tutto il mondo e in particolare nel Mar Mediterraneo, un bacino semichiuso in cui si concentrano forti pressioni demografiche, urbane e industriali. I cetacei sono suscettibili allo stress chimico e tendono ad accumulare nei propri tessuti corporei grandi quantità di contaminanti tossici come i metalli pesanti. Il presente lavoro si è concentrato sulla possibile relazione tra gli elementi traccia (Hg, As, Cu, Cd, Se, Pb) e gli ormoni (T3, T4, cortisolo) individuati nel blubber e nel melone di Stenella coeruleoalba. I 34 individui analizzati sono stati trovati spiaggiati lungo le coste di Liguria, Campania e Calabria tra il 2014 e il 2019. Per i metalli pesanti si è fatta una digestione acida a microonde dei tessuti e infine una spettroscopia di emissione al plasma (ICP-OES). Per l’analisi degli ormoni è stato eseguito il test ELISA. Lo studio ha rivelato la validità delle matrici impiegate, blubber e melone, nella ricerca degli elementi prestabiliti. Non si evidenziano tuttavia significative differenze nei livelli di metalli e di ormoni in funzione della profondità di campionamento nel blubber. Sono però stati osservati delle interessanti relazioni tra i contaminanti e lo stato di salute degli animali che hanno confermato il potenziale immunotossico dei metalli pesanti. Quindi, si può ritenere che la presente ricerca abbia dimostrato come il monitoraggio non invasivo di blubber da specie altamente protette può fornire valide informazioni relativamente al loro stato di salute e di esposizione a contaminanti. Una conoscenza più approfondita degli effetti dei metalli pesanti sull’omeostasi ormonale per riuscire a stabilire una relazione dose – effetto, e di come questa relazione poi si rifletta sullo stato di salute dell’animale, risulta di fondamentale importanza nell’ottica di attuazione di piani di conservazione della specie minacciata.
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Grush's emulator model appears to be consistent with the idea of a body schema, that is, a detailed mental representation of the body, its structure. and movement in relation to the environment. If the emulator is equivalent to a body schema, then the next step will be to specify how the einulator accounts for neuropsychological and developmental phenornena that have long been hypothesized to involve the body schema.
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XML Schema is one of the most used specifications for defining types of XML documents. It provides an extensive set of primitive data types, ways to extend and reuse definitions and an XML syntax that simplifies automatic manipulation. However, many features that make XML Schema Definitions (XSD) so interesting also make them rather cumbersome to read. Several tools to visualize and browse schema definitions have been proposed to cope with this issue. The novel approach proposed in this paper is to base XSD visualization and navigation on the XML document itself, using solely the web browser, without requiring a pre-processing step or an intermediate representation. We present the design and implementation of a web-based XML Schema browser called schem@Doc that operates over the XSD file itself. With this approach, XSD visualization is synchronized with the source file and always reflects its current state. This tool fits well in the schema development process and is easy to integrate in web repositories containing large numbers of XSD files.
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Dissertação apresentada para a obtenção do Grau de Doutor em Informática
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Magdeburg, Univ., Fak. für Informatik, Diss., 2010
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The educational sphere has an internal function relatively agreed by social scientists. Nonetheless, the contribution that educational systems provide to the society (i.e., their social function) does not have the same degree of consensus. Taking into consideration such theoretical precedent, the current article raises an analytical schema to grasp the social function of education considering a sociological perspective. Starting from the assumption that there is an intrinsic relationship between the internal and social functions of social systems, we suggest there are particular stratification determinants modifying the internal pedagogical function of education, which impact on its social function by creating simultaneous conditions of equity and differentiation. Throughout the paper this social function is considered a paradoxical mechanism. We highlight how this paradoxical dynamic is deployed in different structural levels of the educational sphere. Additionally, we discuss eventual consequences of this paradoxical social function for the inclusion possibilities that educational systems offer to individuals.
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Background and objective: Oral anti-cancer treatments have expanded rapidly over the last years. While taking oral tablets at home ensures a better quality of life, it also exposes patients to the risk of sub-optimal adherence. The objective of this study is to assess how well ambulatory cancer patients execute their prescribed dosing regimen while they are engaged with continuous anti-cancer treatments. Design: This is an on-going longitudinal study. Consecutive patients starting an oral treatment are proposed to enter the study by the oncologist. Then they are referred to the pharmacy, where their oral anticancer treatment is dispensed in a Medication Event Monitoring System (MEMSTM), which records date and time of each opening of the drug container. Electronically compiled dosing history data from the MEMS are summarized and used as feedback during semistructured interviews with the pharmacist, which are dedicated to prevention and management of side effects. Interviews are scheduled before each medical visit. Report of the interview is available to the oncologist via an on-line secured portal. Setting: Seamless care approach between a Multidisciplinary Oncology Center and the Pharmacy of an Ambulatory Care and Community Medicine Department. Main outcome measures: For each patient, the comparison between the electronically compiled dosing history and the prescribed regimen was summarized using a daily binary indicator indicating whether yes or no the patient has taken the medication as prescribed. Results: Study started in March 2008. Among 22 eligible patients, 19 were included (11 men, median age 63 years old) and 3 (14%) refused to participate. 15 patients were prescribed a QD regimen, 3 patients a BID and 1 patient switched from QD to BID during follow-up. Median follow up was 182 days (IQR 72-252). Early discontinuation happened in four patients: side effects (n = 1), psychiatric reasons (n = 1), cancer progression (n = 1) and death (n = 1). On average, the daily number of medications was taken as prescribed in 99% of the follow-up days. Conclusions: Execution of the prescribed dosing regimens was almost perfect during the first 6 months. Maintaining this high degree of regimen execution and persistence over time might however be challenging in this population and need therefore to be confirmed in larger and longer follow-up cohort studies.
Resumo:
Référence bibliographique : Weigert, 540
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Référence bibliographique : Weigert, 534-535