953 resultados para HPLC-ESI-MSn
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Pós-graduação em Química - IQ
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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
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In the present study, a fast, sensitive and robust method to quantify dextromethorphan, dextrorphan and doxylamine in human plasma using deuterated internal standards (IS) is described. The analytes and the IS were extracted from plasma by a liquid-liquid extraction (LLE) using diethyl-ether/hexane (80/20, v/v). Extracted samples were analyzed by high performance liquid chromatography coupled to electrospray ionization tandem mass spectrometry (HPLC-ESI-MS/MS). Chromatographic separation was performed by pumping the mobile phase (acetonitrile/water/formic acid (90/9/1, v/v/v) during 4.0 min at a flow-rate of 1.5 mL min(-1) into a Phenomenex Gemini (R) C18, 5 mu m analytical column (150 x 4.6 mm id.). The calibration curve was linear over the range from 0.2 to 200 ng mL(-1) for dextromethorphan and doxylamine and 0.05 to 10 ng mL(-1) for dextrorphan. The intra-batch precision and accuracy (%CV) of the method ranged from 2.5 to 9.5%, and 88.9 to 105.1%, respectively. Method inter-batch precision (%CV) and accuracy ranged from 6.7 to 10.3%, and 92.2 to 107.1%, respectively. The run-time was for 4 min. The analytical procedure herein described was used to assess the pharmacokinetics of dextromethorphan, dextrorphan and doxylamine in healthy volunteers after a single oral dose of a formulation containing 30 mg of dextromethorphan hydrobromide and 12.5 mg of doxylamine succinate. The method has high sensitivity, specificity and allows high throughput analysis required for a pharmacokinetic study. (C) 2012 Elsevier B.V. All rights reserved.
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Gli istoni sono proteine basiche che possono essere classificate in varie classi: H1, H2A, H2B, H3 e H4. Queste proteine formano l’ottamero proteico attorno al quale si avvolge il DNA per formare il nucleosoma che è l’unità fondamentale della cromatina. A livello delle code N-terminali, gli istoni possono essere soggetti a numerose modifiche posttraduzionali quali acetilazioni, metilazioni, fosforilazioni, ADP-ribosilazioni e ubiquitinazioni. Queste modifiche portano alla formazione di diversi siti di riconoscimento per diversi complessi enzimatici coinvolti in importanti processi come la riparazione e la replicazione del DNA e l’assemblaggio della cromatina. La più importante e la più studiata di queste modifiche è l’acetilazione che avviene a livello dei residui amminici della catena laterale dell’amminoacido lisina. I livelli corretti di acetilazione delle proteine istoniche sono mantenuti dall’attività combinata di due enzimi: istone acetil transferasi (HAT) e istone deacetilasi (HDAC). Gli enzimi appartenenti a questa famiglia possono essere suddivisi in varie classi a seconda delle loro diverse caratteristiche, quali la localizzazione cellulare, la dimensione, l’omologia strutturale e il meccanismo d’azione. Recentemente è stato osservato che livelli aberranti di HDAC sono coinvolti nella carcinogenesi; per questo motivo numerosi gruppi di ricerca sono interessati alla progettazione e alla sintesi di composti che siano in grado di inibire questa classe enzimatica. L’inibizione delle HDAC può infatti provocare arresto della crescita cellulare, apoptosi o morte cellulare. Per questo motivo la ricerca farmaceutica in campo antitumorale è mirata alla sintesi di inibitori selettivi verso le diverse classi di HDAC per sviluppare farmaci meno tossici e per cercare di comprendere con maggiore chiarezza il ruolo biologico di questi enzimi. Il potenziale antitumorale degli inibitori delle HDAC deriva infatti dalla loro capacità di interferire con diversi processi cellulari, generalmente non più controllati nelle cellule neoplastiche. Nella maggior parte dei casi l’attività antitumorale risiede nella capacità di attivare programmi di differenziamento, di inibire la progressione del ciclo cellulare e di indurre apoptosi. Inoltre sembra essere molto importante anche la capacità di attivare la risposta immunitaria e l’inibizione dell’angiogenesi. Gli inibitori delle HDAC possono essere a loro volta classificati in base alla struttura chimica, alla loro origine (naturale o sintetica), e alla loro capacità di inibire selettivamente le HDAC appartenenti a classi diverse. Non è ancora chiaro se la selettività di queste molecole verso una specifica classe di HDAC sia importante per ottenere un effetto antitumorale, ma sicuramente inibitori selettivi possono essere molto utili per investigare e chiarire il ruolo delle HDAC nei processi cellulari che portano all’insorgenza del tumore. Nel primo capitolo di questa tesi quindi è riportata un’introduzione sull’importanza delle proteine istoniche non solo da un punto di vista strutturale ma anche funzionale per il destino cellulare. Nel secondo capitolo è riportato lo stato dell’arte dell’analisi delle proteine istoniche che comprende sia i metodi tradizionali come il microsequenziamento e l’utilizzo di anticorpi, sia metodi più innovativi (RP-LC, HILIC, HPCE) ideati per poter essere accoppiati ad analisi mediante spettrometria di massa. Questa tecnica consente infatti di ottenere importanti e precise informazioni che possono aiutare sia a identificare gli istoni come proteine che a individuare i siti coinvolti nelle modifiche post-traduzionali. Nel capitolo 3 è riportata la prima parte del lavoro sperimentale di questa tesi volto alla caratterizzazione delle proteine istoniche mediante tecniche cromatografiche accoppiate alla spettrometria di massa. Nella prima fase del lavoro è stato messo a punto un nuovo metodo cromatografico HPLC che ha consentito di ottenere una buona separazione, alla linea di base, delle otto classi istoniche (H1-1, H1-2, H2A-1, H2A-2, H2B, H3-1, H3-2 e H4). La separazione HPLC delle proteine istoniche ha permesso di poter eseguire analisi accurate di spettrometria di massa mediante accoppiamento con un analizzatore a trappola ionica tramite la sorgente electrospray (ESI). E’ stato così possibile identificare e quantificare tutte le isoforme istoniche, che differiscono per il tipo e il numero di modifiche post-traduzionali alle quali sono soggette, previa estrazione da colture cellulari di HT29 (cancro del colon). Un’analisi così dettagliata delle isoforme non può essere ottenuta con i metodi immunologici e permette di eseguire un’indagine molto accurata delle modifiche delle proteine istoniche correlandole ai diversi stadi della progressione del ciclo e alla morte cellulare. Il metodo messo a punto è stato convalidato mediante analisi comparative che prevedono la stessa separazione cromatografica ma accoppiata a uno spettrometro di massa avente sorgente ESI e analizzatore Q-TOF, dotato di maggiore sensibilità e risoluzione. Successivamente, per identificare quali sono gli specifici amminoacidi coinvolti nelle diverse modifiche post-traduzionali, l’istone H4 è stato sottoposto a digestione enzimatica e successiva analisi mediante tecniche MALDI-TOF e LC-ESI-MSMS. Queste analisi hanno permesso di identificare le specifiche lisine acetilate della coda N-terminale e la sequenza temporale di acetilazione delle lisine stesse. Nel quarto capitolo sono invece riportati gli studi di inibizione, mirati a caratterizzare le modifiche a carico delle proteine istoniche indotte da inibitori delle HDAC, dotati di diverso profilo di potenza e selettività. Dapprima Il metodo messo a punto per l’analisi delle proteine istoniche è stato applicato all’analisi di istoni estratti da cellule HT29 trattate con due noti inibitori delle HDAC, valproato e butirrato, somministrati alle cellule a dosi diverse, che corrispondono alle dosi con cui sono stati testati in vivo, per convalidare il metodo per studi di inibizione di composti incogniti. Successivamente, lo studio è proseguito con lo scopo di evidenziare effetti legati alla diversa potenza e selettività degli inibitori. Le cellule sono state trattate con due inibitori più potenti, SAHA e MS275, alla stessa concentrazione. In entrambi i casi il metodo messo a punto ha permesso di evidenziare l’aumento dei livelli di acetilazione indotto dal trattamento con gli inibitori; ha inoltre messo in luce differenti livelli di acetilazione. Ad esempio il SAHA, potente inibitore di tutte le classi di HDAC, ha prodotto un’estesa iperacetilazione di tutte le proteine istoniche, mentre MS275 selettivo per la classe I di HDAC, ha prodotto modifiche molto più blande. E’ stato quindi deciso di applicare questo metodo per studiare la dose e la tempo-dipendenza dell’effetto di quattro diversi inibitori delle HDAC (SAHA, MS275, MC1855 e MC1568) sulle modifiche post-traduzionali di istoni estratti da cellule HT29. Questi inibitori differiscono oltre che per la struttura chimica anche per il profilo di selettività nei confronti delle HDAC appartenenti alle diverse classi. Sono stati condotti quindi studi di dose-dipendenza che hanno consentito di ottenere i valori di IC50 (concentrazione capace di ridurre della metà la quantità relativa dell’istone meno acetilato) caratteristici per ogni inibitore nei confronti di tutte le classi istoniche. E’ stata inoltre calcolata la percentuale massima di inibizione per ogni inibitore. Infine sono stati eseguiti studi di tempo-dipendenza. I risultati ottenuti da questi studi hanno permesso di correlare i livelli di acetilazione delle varie classi istoniche con la selettività d’azione e la struttura chimica degli inibitori somministrati alle cellule. In particolare, SAHA e MC1855, inibitori delle HDAC di classi I e II a struttura idrossamica, hanno causato l’iperacetilazione di tutte le proteine istoniche, mentre MC1568 (inibitore selettivo per HDAC di classe II) ha prodotto l’iperacetilazione solo di H4. Inoltre la potenza e la selettività degli inibitori nel provocare un aumento dei livelli di acetilazione a livello delle distinte classi istoniche è stata correlata al destino biologico della cellula, tramite studi di vitalità cellulare. E’ stato osservato che il SAHA e MC1855, inibitori potenti e non selettivi, somministrati alla coltura HT29 a dose 50 μM producono morte cellulare, mentre MS275 alla stessa dose produce accumulo citostatico in G1/G0. MC1568, invece, non produce effetti significatici sul ciclo cellulare. Questo studio ha perciò dimostrato che l’analisi tramite HPLC-ESI-MS delle proteine istoniche permette di caratterizzare finemente la potenza e la selettività di nuovi composti inibitori delle HDAC, prevedendone l’effetto sul ciclo cellulare. In maggiore dettaglio è risultato che l’iperacetilazione di H4 non è in grado di provocare modifiche significative sul ciclo cellulare. Questo metodo, insieme alle analisi MALDI-TOF e LC-ESI-MSMS che permettono di individuare l’ordine di acetilazione delle lisine della coda N-terminale, potrà fornire importanti informazioni sugli inibitori delle HDAC e potrà essere applicato per delineare la potenza, la selettività e il meccanismo di azione di nuovi potenziali inibitori di questa classe enzimatica in colture cellulari tumorali.
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Diese Arbeit präsentiert Forschungsergebnisse der beiden wissenschaftlichen Projekte POLYSOA und OOMPH. Für das POLYSOA-Projekt, welches sich mit der Oligomerbildung in sekundären organischen Aerosolen befasst, wurden zwei Dicarbonylverbindungen bezüglich ihres Oligomerisationsverhaltens untersucht. Hierfür wurden zunächst verschiedene Herstellungsmethoden für die reinen, wasserfreien Monomere Glyoxal (Ethandial) und Methylglyoxal (2-Oxopropanal) erprobt. Diese wurden mit Reinstwasser umgesetzt und die Reaktionsprodukte massenspektrometrisch mittels Direktinfusion in ein ESI-MS untersucht. Es wurde bei den wässrigen Lösungen von Glyoxal eine starke Tendenz zur Oligomerbildung beobachtet. Die Zusammensetzung dieser Acetal-Oligomere wurde durch MS2-Experimente analysiert. Methylglyoxal bildete bei den durchgeführten Experimenten ebenfalls bei der Reaktion mit Wasser Oligomere. Zum Ausschluss, dass es sich bei den mittels ESI-MS gemessenen Oligomer-Ionen nicht um Ionenquellenartefakte handelte, wurde eine HPLC-Trennung vorgenommen. Diese Experimente ergaben, dass es sich nicht um Artefakte handelt. Als Teil des OOMPH-Projekts wurden mit einem Aerodyne-HRToF-AMS Messungen an Bord des französischem Forschungsschiffes RV Marion Dufresne durchgeführt. Um detaillierte Informationen über die hierbei im organischen Aerosol enthaltenen Moleküle zu erhalten wurde eine neue Methode entwickelt. Es wurde eine Ionenliste erstellt, die mögliche Fragment-Ionen sowie deren exakte Masse enthält. Reihen von homologen Ionen wurden in Gruppen zusammengefasst. Ein selbstentwickelter Algorithmus berechnet die Signalanteile der einzelnen Ionen aus der Ionenliste am Gesamtsignal. Die erhaltenen einzelnen Signalanteile wurden entsprechend den Ionengruppen zusammengefasst. Hieraus können Informationen über die im Aerosol enthaltenen Molekülbausteine erhalten werden. Im OOMPH-Datensatz konnten so Aerosole verschiedener chemischer Zusammensetzung unterschieden werden. Ein Rückschluss auf einzelne Moleküle kann jedoch nicht gezogen werden.
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O consumo de frutas e vegetais tem sido associado à prevenção de várias doenças crónicas, nomeadamente doenças cardiovasculares, diabetes, cancro e outras que envolvam processos inflamatórios. As bagas destacam-se pelo seu elevado conteúdo em polifenóis, cujas propriedades antioxidantes contribuem para a manutenção da saúde humana. O presente trabalho teve como alvo de estudo as diferentes partes morfológicas (bagas e folhas) de espécies produtoras de bagas, nomeadamente Elaeagnus umbellata, a Rubus grandofolius, a Sambucus lancolata, a Vaccinium padifolium e a Vaccinium cylindraceum, tendo em vista a sua valorização como produtos alimentares e/ou nutracêuticos. A caracterização físico-química destas espécies permitiu determinar que o teor total de sólidos solúveis (TSS) das bagas varia de 4,4 a 16,5 °Brix. As bagas demonstraram ser a parte morfológica com teor de humidade mais elevado. A análise do perfil fenólico por HPLC-DAD-ESI/MSn, no modo negativo, dos extractos metanólicos mostrou que as folhas apresentam maior conteúdo de compostos fenólicos, comparativamente às bagas. Os ácidos hidroxicinâmicos (derivados dos ácidos cafeicos, cumárico e ferúlico), os ácidos cafeoilquínicos, bem como os flavonóis-O-glicosilados (derivados da quercetina e canferol) predominam nestas espécies. A análise pelo modo positivo permitiu a identificação de antocianinas glicosiladas (delfinidina, cianidina, petunidina, peonidina e malvidina) nas bagas e folhas jovens da espécie Vaccinium padifolium. Os ensaios in vitro de simulação da digestão gastrointestinal permitiram compreender a sua influência na actividade antioxidante dos extractos. Após a digestão, as folhas continuam a apresentar maior capacidade antioxidante do que as bagas. Adicionalmente, concluiu-se que as enzimas presentes neste processo têm menor influência do que o pH e a força iónica dos sucos digestivos. O estudo do efeito inibitório in vitro dos extractos sobre a actividade de enzimas responsáveis pelo metabolismo dos hidratos de carbono permitiu determinar que os viii Joana Pinto (2016) extractos foram mais eficientes na inibição da actividade da α-glucosidase do que na inibição da actividade da α-amilase.
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O consumo de frutas e vegetais tem sido associado à prevenção de várias doenças crónicas, nomeadamente doenças cardiovasculares, diabetes, cancro e outras que envolvam processos inflamatórios. As bagas destacam-se pelo seu elevado conteúdo em polifenóis, cujas propriedades antioxidantes contribuem para a manutenção da saúde humana. O presente trabalho teve como alvo de estudo as diferentes partes morfológicas (bagas e folhas) de espécies produtoras de bagas, nomeadamente Elaeagnus umbellata, a Rubus grandofolius, a Sambucus lancolata, a Vaccinium padifolium e a Vaccinium cylindraceum, tendo em vista a sua valorização como produtos alimentares e/ou nutracêuticos. A caracterização físico-química destas espécies permitiu determinar que o teor total de sólidos solúveis (TSS) das bagas varia de 4,4 a 16,5 °Brix. As bagas demonstraram ser a parte morfológica com teor de humidade mais elevado. A análise do perfil fenólico por HPLC-DAD-ESI/MSn, no modo negativo, dos extractos metanólicos mostrou que as folhas apresentam maior conteúdo de compostos fenólicos, comparativamente às bagas. Os ácidos hidroxicinâmicos (derivados dos ácidos cafeicos, cumárico e ferúlico), os ácidos cafeoilquínicos, bem como os flavonóis-O-glicosilados (derivados da quercetina e canferol) predominam nestas espécies. A análise pelo modo positivo permitiu a identificação de antocianinas glicosiladas (delfinidina, cianidina, petunidina, peonidina e malvidina) nas bagas e folhas jovens da espécie Vaccinium padifolium. Os ensaios in vitro de simulação da digestão gastrointestinal permitiram compreender a sua influência na actividade antioxidante dos extractos. Após a digestão, as folhas continuam a apresentar maior capacidade antioxidante do que as bagas. Adicionalmente, concluiu-se que as enzimas presentes neste processo têm menor influência do que o pH e a força iónica dos sucos digestivos. O estudo do efeito inibitório in vitro dos extractos sobre a actividade de enzimas responsáveis pelo metabolismo dos hidratos de carbono permitiu determinar que os viii Joana Pinto (2016) extractos foram mais eficientes na inibição da actividade da α-glucosidase do que na inibição da actividade da α-amilase.
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This report presents a new extraction method of the dinophysistoxins (DTXs), confirmed by quantification using high-performance liquid chromatography coupled to mass spectrometry with an ion trap and electro spray interface (HPLC/ESI/MS2). The method originality consists on the adaptation of DTXs basic extraction procedure (liquid/ liquid) to a solid phase extraction (SPE) via a robotic station: ASPEC XLi The parameters of the automatization procedure were optimized to obtain the best DTXs recovery rate. These improvements were loaded with digestive gland mussel homogenat realized on a silica cartridge SPE, activated in hexane/chloroform (50:50), washed with hexane/chloroform (50:50) and extracted by an elution gradient (chloroform methanol (65:35) and methanol (100%)). This method was validated according to two normative referentials (linearity, detection quantification limits and accuracy…) : - The Guide of the Pharmacy industry: Analytical Validation, report of the commission SFSTP 1992 (French Corporation of the Sciences and Technical Pharmaceutical), - - The Procedure of validation of an alternative method in compare to a reference method. (AFNOR, 1998. NF V 03-110). Comparison with the classical liquid/liquid extraction and the automated method present clear advantages. In an analytical method the extraction is generally considered to be the most labor-intensive and error-prone step. This new procedure allowed us to increase throughput, to improve the reproducibility and to reduce the error risks due to the individual manual treatments.
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Salvia species are used worldwide for medicine purposes. In general, these medicinal plants have high amounts of flavonoids and phenolic acids, that are thought to be closely related to their health properties [1,2]. In this work, the aerial parts of Salvia farinacea, Salvia mexico, Salvia greggii and Salvia officinalis were extracted with hot water [3]. Extracts were evaluated for their total phenolic content by an adaptation of the Folin-Ciocalteu method and further analysed by high performance liquid chromatography associated with electrospray mass spectrometry (HPLC-DAD-ESI-MSn) in the negative ion mode [4], in order to identify their individual phenolic constituents. The aqueous extracts of S. farinacea, S. mexico, S. officinalis and S. greggii contained, respectively, 106±13, 159±38, 175±46 and 136±1 μg GAE/mg of total phenolics. These four species were characterized by a clear prevalence of caffeic acid derivatives, in particular of rosmarinic acid (MW 360), that is generally the most abundant phenolic compound in Salvia species [2,3]. In addition, S. mexico and S. officinalis contained moderate amounts of salvianolic acid B (MW 718). Among these two, S. mexico was richer in O-caffeoylquinic acid (MW 354), while the latter presented high amounts of salvianolic acid K (MW 556) and moderate amounts of its structural isomer. All the extracts were enriched in flavones: S. farinacea and S. officinalis contained high amounts of luteolin-O-glucuronide while S. mexico contained luteolin-C-glucoside with respective characteristic mass spectrometry fragmentation pattern m/z at 461→285 and m/z at 447→357, 327. Similarly, S. greggii extract presented high content of luteolin-7-O-glucoside ([M-H]− at m/z 447→ 285) and luteolin-C-glucoside and moderate quantities of apigenin-C-hexoside ([M-H]− at m/z 431→341, 311). Further studies are being undertaken in order to understand the contribution of these phenolic constituents in the biological activities of Salvia plants.
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Salvia species are used worldwide for medicine purposes. In general, these medicinal plants have high amounts of flavonoids and phenolic acids, that are thought to be closely related to their health properties [1,2]. In this work, the aerial parts of Salvia farinacea, Salvia mexico, Salvia greggii and Salvia officinalis were extracted with hot water [3]. Extracts were evaluated for their total phenolic content by an adaptation of the Folin-Ciocalteu method and further analysed by high performance liquid chromatography associated with electrospray mass spectrometry (HPLC-DAD-ESI-MSn) in the negative ion mode [4], in order to identify their individual phenolic constituents. The aqueous extracts of S. farinacea, S. mexico, S. officinalis and S. greggii contained, respectively, 106±13, 159±38, 175±46 and 136±1 μg GAE/mg of total phenolics. These four species were characterized by a clear prevalence of caffeic acid derivatives, in particular of rosmarinic acid (MW 360), that is generally the most abundant phenolic compound in Salvia species [2,3]. In addition, S. mexico and S. officinalis contained moderate amounts of salvianolic acid B (MW 718). Among these two, S. mexico was richer in O-caffeoylquinic acid (MW 354), while the latter presented high amounts of salvianolic acid K (MW 556) and moderate amounts of its structural isomer. All the extracts were enriched in flavones: S. farinacea and S. officinalis contained high amounts of luteolin-O-glucuronide while S. mexico contained luteolin-C-glucoside with respective characteristic mass spectrometry fragmentation pattern m/z at 461→285 and m/z at 447→357, 327. Similarly, S. greggii extract presented high content of luteolin-7-O-glucoside ([M-H]− at m/z 447→ 285) and luteolin-C-glucoside and moderate quantities of apigenin-C-hexoside ([M-H]− at m/z 431→341, 311). Further studies are being undertaken in order to understand the contribution of these phenolic constituents in the biological activities of Salvia plants.
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Thymus plants comprise distinct species with claimed health properties [1], commonly associated to their essential oils and phenolic compounds. Albeit that, the phenolic composition and the biological activities of many Thymus species remain unclear. This work aimed to elucidate the phenolic composition and antioxidant properties of aqueous extracts from Thymus herba barona, Thymus caespetitus and Thymus fragrantissimus. The aqueous extracts of the three Thymus species were evaluated for their total phenolic compounds by an adaptation of the Folin-Ciocalteu method [2], and individual phenolic compounds were identified by high performance liquid chromatography associated with electrospray mass spectrometry (HPLC-DAD-ESI-MSn) in the negative mode. The antioxidant activity of each extract was carried out by DPPH● scavenging assay and ferric reducing antioxidant power assays [3]. Total phenolic compounds in the three extracts ranged from 236±27 (T. caespetitus) to 273±17 μg GAE/mg (T. fragrantissimus). Similarly to other Thymus species [1,4], these extracts were rich in caffeic acid derivatives (characteristic UV spectra maxima at 290 and 328 nm) and mainly composed of rosmarinic acid (MW 360). Other caffeic acid derivatives included salvianolic acid K (MW 556) and 3′-O-(8″-Z-caffeoyl)rosmarinic acid (MW 538). High amounts of the flavone luteolin-O-glucuronide ([M-H]− at m/z 461→285) were found in T. caespetitus while the others species contained moderate amounts of this compound. T. herba barona, T. caespetitus and T. fragrantissimus extracts showed high DPPH radical scavenge ability (EC50 values 11.6±0.9, 13.8±0.6 and 10.9±1.2 μg/mL respectively), as well as high reducing power (EC50 values of 35.1±4.5, 39.3±2.7 and 32.4±4.3 μg/mL, respectively), that were comparable to those of reference compounds. This work is an important contribution for the phytochemical characterization and the antioxidant capacity of these three Thymus species.
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Thymus plants comprise distinct species with claimed health properties [1], commonly associated to their essential oils and phenolic compounds. Albeit that, the phenolic composition and the biological activities of many Thymus species remain unclear. This work aimed to elucidate the phenolic composition and antioxidant properties of aqueous extracts from Thymus herba barona, Thymus caespetitus and Thymus fragrantissimus. The aqueous extracts of the three Thymus species were evaluated for their total phenolic compounds by an adaptation of the Folin-Ciocalteu method [2], and individual phenolic compounds were identified by high performance liquid chromatography associated with electrospray mass spectrometry (HPLC-DAD-ESI-MSn) in the negative mode. The antioxidant activity of each extract was carried out by DPPH● scavenging assay and ferric reducing antioxidant power assays [3]. Total phenolic compounds in the three extracts ranged from 236±27 (T. caespetitus) to 273±17 μg GAE/mg (T. fragrantissimus). Similarly to other Thymus species [1,4], these extracts were rich in caffeic acid derivatives (characteristic UV spectra maxima at 290 and 328 nm) and mainly composed of rosmarinic acid (MW 360). Other caffeic acid derivatives included salvianolic acid K (MW 556) and 3′-O-(8″-Z-caffeoyl)rosmarinic acid (MW 538). High amounts of the flavone luteolin-O-glucuronide ([M-H]− at m/z 461→285) were found in T. caespetitus while the others species contained moderate amounts of this compound. T. herba barona, T. caespetitus and T. fragrantissimus extracts showed high DPPH radical scavenge ability (EC50 values 11.6±0.9, 13.8±0.6 and 10.9±1.2 μg/mL respectively), as well as high reducing power (EC50 values of 35.1±4.5, 39.3±2.7 and 32.4±4.3 μg/mL, respectively), that were comparable to those of reference compounds. This work is an important contribution for the phytochemical characterization and the antioxidant capacity of these three Thymus species.
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We report the photoinduced conjugation of polymers synthesized via reversible addition−fragmentation chain transfer (RAFT) polymerization with a number of low molecular weight (functional) olefins. Upon irradiation of a solution of an aliphatic alkene and the benzyl dithioacetic acid ester (CPDA) or dodecyl trithiocarbonate (DoPAT) functional poly(alkyl acrylate) at the absorption wavelength of the thiocarbonyl group (315 nm), incorporation of the alkene at the polymer chain-end occurred. The most efficient systems identified with regard to the rate of reaction and yield were poly(butyl acrylate)/CPDA/ethyl vinyl ether (78% monoinsertion product after 1 h) and poly(butyl acrylate)/CPDA/1-pentene (73% insertion product after 7 h) at ambient temperature. An in-depth analysis of the reaction mechanism by 1H NMR and online size-exclusion chromatography-electrospray ionization tandem mass spectrometry (SEC/ESI−MSn) revealed that a possible [2 + 2] photoaddition mechanism of conjugation does not take place. Instead, fast β-cleavage of the photoexcited RAFT-end group with subsequent radical addition of an alkene was observed for all employed systems. The presented reaction thus provides a means of spatial and temporal control for the conjugation of alkenes to thiocarbonyl thio-capped macromolecules via the use of UV radiation.
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本文研究了野外蓝藻水华样品甲醇提取物的液相色谱和电喷雾质谱特征图谱,利用电喷雾离子化-串联质谱(ESI-MSn)离子阱技术对特征图谱中主要微囊藻毒素的分子离子峰进行了二级质谱分析,获得相应的子离子质谱图,并对其进行了结构解析,确定了野外蓝藻水华样品中微囊藻毒素种类,为准确鉴定和分析水华蓝藻中微囊藻毒素提供了基础。