952 resultados para Al-c-o


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La tesi affronta la questione della riqualificazione dell’ area situata lungo l’argine orientale del fiume Savio a Cesena, a sud del Ponte del Risorgimento e a nord del Ponte Clemente; longitudinalmente il quartiere è individuati dall’asse carrabile di via IV Novembre e ad est tra le vie IX Febbraio e Aurelio Saffi. L'area è attualmente dominata dalla caserma militare “Decio Raggi” (oggi acclusa al C.A.P.S.) e da un parcheggio multipiano di recente costruzione, oltre ad alcune abitazioni private. Il progetto prevede di resettare quasi completamente l'area, fatta salva una palazzina del complesso del C.A.P.S. ed il parcheggio; al posto degli attuali edifici sorgeranno tre poli destinati a funzioni diverse: un polo commerciale, uno culturale ed uno residenziale. Il polo culturale, oggetto specifico della presente tesi, sorge approssimativamente al centro dell'area di progetto e si relaziona sulla sinistra con il mercato, con il quale divide una piazza concepita sul modello di Piazza del Popolo; la costruzione ospita un auditorium con una sala d'ascolto da 476 posti a sedere (più un altro centinaio sistemati nei palchetti laterali), diversi spazi adibiti a sala prove ed aule musicali o teatrali; gli ambienti secondari dell’auditorium sono ricavati in due corpi laterali, affiancati lateralmente al volume principale. Sul lato opposto alla facciata sorge una corte quadrata, che può fungere sia da spazio pubblico che da platea all'aperto: il palcoscenico infatti è concepito in modo da avere un doppio boccascena: uno rivolto verso la sala ed uno (chiuso da una parete scorrevole) verso la corte. Sul solaio dei corpi secondari sono stati progettati due ampi terrazzi, di cui uno che guarda al fiume e che si prolunga con una passerella verso il sentiero tra il ponte Risorgimento e il ponte Clemente. Per l'argine del Savio è stato previsto un sistema di terrazzamenti che contengano e regolino le esondazioni del fiume e siano contemporaneamente spazi verdi calpestabili. L'intera area fluviale verrà riassettata in modo che la vegetazione possa estendersi più profondamente verso le costruzioni ed armonizzarsi con esse meglio di quanto non faccia attualmente.

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L’elaborato, dopo una ricostruzione della disciplina normativa presente in materia di contratto a tempo determinato in Italia e nei principali ordinamenti europei (Spagna, Francia ed Inghilterra), affronta i più rilevanti nodi problematici dell’istituto, in riferimento al settore privato e pubblico, mettendo in luce le principali querelle dottrinali e giurisprudenziali. Particolare attenzione è dedicata alle questioni insorte a seguito delle ultime modifiche normative di cui al c.d. Collegato lavoro (legge n. 183/2010), sino al decisivo intervento della Corte Costituzionale, con pronuncia n. 303 del 9 novembre 2011, che ha dichiarato legittima la disposizione introduttiva dell’indennità risarcitoria forfetizzata, aggiuntiva rispetto alla conversione del contratto. Tutte le problematiche trattate hanno evidenziato le difficoltà per le Corti Superiori, così come per i giudici comunitari e nazionali, di trovare una linea univoca e condivisa nella risoluzione delle controversie presenti in materia. L’elaborato si chiude con alcune riflessioni sui temi della flessibilità e precarietà nel mondo del lavoro, attraverso una valutazione quantitativa e qualitativa dell’istituto, nell’intento di fornire una risposta ad alcuni interrogativi: la flessibilità è necessariamente precarietà o può essere letta quale forma speciale di occupazione? Quali sono i possibili antidoti alla precarietà? In conclusione, è emerso come la flessibilità possa rappresentare un problema per le imprese e per i lavoratori soltanto nel lungo periodo. La soluzione è stata individuata nell’opportunità di investire sulla formazione. Si è così ipotizzata una nuova «flessibilità socialmente ed economicamente sostenibile», da realizzarsi tramite l’ausilio delle Regioni e, quindi, dei contributi del Fondo europeo di sviluppo regionale: al lavoratore, in tal modo, potrà essere garantita la continuità con il lavoro tramite percorsi formativi mirati e, d’altro canto, il datore di lavoro non dovrà farsi carico dei costi per la formazione dei dipendenti a tempo determinato.

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Purpose Precipitation of dissolved organic matter (DOM) by multivalent cations is important for biogeochemical cycling of organic carbon. We investigated to which extent cation bridges are involved in DOM precipitation and how cross-links by cations and water molecule bridges (WaMB) stabilise the matrix of precipitated DOM. Materials and methods DOM was precipitated from the aqueous extract of a forest floor layer adding solutions of Ca(NO3)2, Al(NO3)3 and Pb(NO3)2 with different initial metal cation/C (Me/C) ratios. Precipitates were investigated by differential scanning calorimetry before and after ageing to detect cation bridges, WaMB and restructuring of supramolecular structure. Results and discussion Twenty-five to sixty-seven per cent of the dissolved organic carbon was precipitated. The precipitation efficiency of cations increased in the order Ca < Al < Pb, while the cation content of precipitates increased in the order Pb < Ca < Al. The different order and the decrease in the WaMB transition temperature (T*) for Al/C > 3 is explained by additional formation of small AlOOH particles. Thermal analysis indicated WaMB and their disruption at T* of 53–65 °C. Like cation content, T* increased with increasing Me/C ratio and in the order Ca < Pb < Al for low Me/C. This supports the general assumption that cross-linking ability increases in the order Ca < Pb < Al. The low T* for high initial Me/C suggests less stable and less cross-linked precipitates than for low Me/C ratios. Conclusions Our results suggest a very similar thermal behaviour of OM bound in precipitates compared with soil organic matter and confirms the relevance of WaMB in stabilisation of the supramolecular structure of cation-DOM precipitates. Thus, stabilisation of the supramolecular structure of the DOM precipitates is subjected to dynamics in soils.

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Mi gran inquietud, que desde muy joven tuve por el atletismo y en especial por la velocidad, a la cual dediqué muchos años de entrenamientos, me llevó a comprobar durante mis estudios de Profesor de Educación Física, en el Instituto Nacional de Educación Física de Madrid, que no existían criterios claros para la adopción de un test, que permitiera conocer la velocidad de base de los jóvenes talentos. A esta conclusión llegué, después de realizar una revisión bibliográfica de los test más usados en otros paises, en los cuales comprobé que se utilizan diferentes distancias para medir la velocidad de base de los jóvenes talentos. Todo esto me planteó la posibilidad de realizar un trabajo de investigación sobre cual es la distancia idónea para medir la velocidad de base en los jóvenes talentos. Para ello rae dirigí al C.I.T./D., donde se preparan a los futuros talentos deportivos, y me informé de las distintas pruebas de evaluación que realizan en dicho centro, en especial la prueba que aplican para la medición de la velocidad de base. Dicha prueba- comprendía una distancia a recorrer, a toda velocidad, de 40 metros con 10 metros previos para lanzarse. Dándome cuenta de que la distancia total a recorrer por los sujetos era de 50 metros, y creyendo excesiva dicha distancia para medir la velocidad de base en sujetos de 10-11-12 años, correspondientes a los tres niveles del C.I.T./D., esta apreciación me indujo a profundizar en el estudio y análisis de dicha prueba, y de esta forma tratar de encontrar una distancia idónea para medir la velocidad de base en los jóvenes talentos.

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GabR è un fattore di trascrizione chimerico appartenente alla famiglia dei MocR/GabR, costituito da un dominio N-terminale elica-giro-elica di legame al DNA e un dominio effettore e/o di oligomerizzazione al C-terminale. I due domini sono connessi da un linker flessibile di 29 aminoacidi. Il dominio C-terminale è strutturalmente omologo agli enzimi aminotransferasici fold-type I, i quali, utilizzando il piridossal-5’-fosfato (PLP) come cofattore, sono direttamente coinvolti nel metabolismo degli aminoacidi. L’interazione contemporanea di PLP e acido γ-aminobutirrico (GABA) a GabR fa sì che questa promuova la trascrizione di due geni, gabT e gabD, implicati nel metabolismo del GABA. GabR cristallizza come un omodimero con una configurazione testa-coda. Il legame con la regione promotrice gabTD avviene attraverso il riconoscimento specifico di due sequenze dirette e ripetute (ATACCA), separate da uno spacer di 34 bp. In questo studio sono state indagate le proprietà biochimiche, strutturali e di legame al DNA della proteina GabR di Bacillus subtilis. L’analisi spettroscopica dimostra che GabR interagisce con il PLP formando l’aldimina interna, mentre in presenza di GABA si ottiene l’aldimina esterna. L’interazione fra il promotore gabTD e le forme holo e apo di GabR è stata monitorata mediante Microscopia a Forza atomica (AFM). In queste due condizioni di legame è stata stimata una Kd di circa 40 ηM. La presenza di GABA invece, determinava un incremento di circa due volte della Kd, variazioni strutturali nei complessi GabR-DNA e una riduzione del compattamento del DNA alla proteina, indipendentemente dalla sequenza del promotore in esame. Al fine di valutare il ruolo delle caratteristiche topologiche del promotore, sono state inserite cinque e dieci bp all’interno della regione spacer che separa le due sequenze ripetute dirette riconosciute da GabR. I significativi cambiamenti topologici riscontrati nel frammento aggiunto di cinque bp si riflettono anche sulla forte riduzione dell’affinità di legame verso la proteina. Al contrario, l’inserzione di 10 bp provoca solamente l’allontanamento delle sequenze ripetute dirette. L’assenza quindi di cambiamenti significativi nella topologia di questo promotore fa sì che l’affinità di legame per GabR rimanga pressoché inalterata rispetto al promotore non mutato. L’analisi del potenziale elettrostatico superficiale di GabR mostra la presenza di una fascia carica positivamente che si estende lungo un’intera faccia della proteina. Per verificare l’importanza di questa caratteristica di GabR nel meccanismo di interazione al DNA, sono stati preparati ed indagati i mutanti R129Q e K362-366Q, in cui la carica positiva superficiale risultava indebolita. L’affinità di legame dei mutanti di GabR per il DNA era inferiore rispetto alla proteina non mutata, in particolar modo nel mutante K362-366Q. Le evidenze acquisite suggeriscono che la curvatura intrinseca del promotore ed il corretto orientamento delle sequenze sulla doppia elica, più della distanza che le separa, siano critici per sostenere l’interazione con GabR. Oltre a questo, la superficie positiva di GabR è richiesta per accomodare la curvatura del DNA sul corpo della proteina. Alla luce di questo, l’interazione GabR-gabTD è un esempio di come il riconoscimento specifico di sequenze, la topologia del DNA e le caratteristiche strutturali della proteina siano contemporaneamente necessarie per sostenere un’interazione proteina-DNA stabile.

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Carbon inoculation has no effect on magnesium alloys that do not contain aluminium. The hypothesis proposed in a recent article [Scripta Materialia 49 (2003) 1129] that segregation of carbon plays a major role in the grain refinement of magnesium alloys by carbon inoculation is inconsistent with many of the observed facts. The Al4C3 or Al-C-O hypothesis, which is supported by experimental observations, is still the most reasonable mechanism proposed to date for the grain refinement of magnesium alloys by carbon inoculation. (C) 2004 Acta Materialia Inc. Published by Elsevier Ltd. All rights reserved.

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The crystal structure of the Cu(II) perchlorate complex of a functionalised bis(rnacrocycle) ligand, where the individual macrocycle units are of the cyclam type and adopt the trans-III configuration, is analysed in terms of its possible relationship to those of bis(macrocycle) complexes possessing anti-viral activity. To cite this article: P V Bernhardt et al., C. R. Chimie 8 (2005). (C) 2004 Academie des sciences. Published by Elsevier SAS. All rights reserved.

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A method has been developed to produce thick (> 400 mu m) AlN surface layers oil aluminium plates at 540 degrees C, under nitrogen at atmospheric pressure. A critical element of the process is the use of Mg powder placed in close proximity to the Al plate surface. The Mg reduces/disrupts the natural, protective oxide film on the Al surface. The nitride layers form through two distinct modes, one growing outward from the Al plate surface and the other growing into the Al. (c) 2006 Acta Materialia Inc. Published by Elsevier Ltd. All rights reserved.

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An increasing number of formulations are applied to equine skin, yet variable penetration can affect efficacy, or the incidence of adverse effects, or both. To investigate the effects of common methods of skin preparation on transdermal drug penetration in vitro, we clipped, harvested, and froze skin samples from 5 Thoroughbred geldings. Thawed samples were prepared as follows: control (no preparation); cleaned with aqueous chlorhexidine (Aq-C, 0.1% w/v); cleaned with alcoholic chlorhexidine (Al-C, 0.5% w/v); shaved (Sh); or tape-stripped (Ta) with the use of adhesive tape. The samples were then placed in diffusion cells, and 2 g of methylsalicylate (MeSa) gel (Dencorub) was applied to the stratum corneum side. The penetration of MeSa and its analyte, salicylate (Sa), through the skin samples was measured over 10 h. Compared with control skin, significantly more MeSa penetrated through skin prepared with Al-C or Sh (P < 0.01) or with Aq-C or Ta (P < 0.05), and significantly more Sa was recovered in the receptor phase from skin prepared with Aq-C, Al-C, or Sh (P < 0.05) or with Ta (P < 0.01). A significantly higher rate of penetration and shorter lag time were also noted for MeSa with all the prepared skin samples, compared with the control samples. The results show that clinical techniques routinely used to clean or prepare skin can significantly affect the rate and extent of penetration of a topically applied drug. This may result in greater systemic availability of active drug, which could lead to enhanced efficacy and, possibly, a higher incidence of adverse effects.

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Organic carbon-rich shales deposited during the Coniacian-Santonian Oceanic Anoxic Event 3 were drilled during ODP Leg 207 at Demerara Rise. We present integrated high-resolution geochemical records of core intervals from ODP Sites 1259 and 1261 both from nannofossil biozone CC14. Our results reveal systematic variations in marine and detrital sediment contribution, depositional processes, and bottom water redox conditions during black shale formation at two locations on Demerara Rise in different paleo-water depths. A combination of redox proxies (Fe/S, P/Al, C/P, redox-sensitive/sulfide-forming trace metals Mn, Cd, Mo, Ni, V, Zn) and other analytical approaches (bulk sediment composition, P speciation, electron microscopy, X-ray diffraction) evidence anoxic to sulfidic bottom water and sediment conditions throughout the deposition of black shale. These extreme redox conditions persisted and were periodically punctuated by short-termed periods with less reducing bottom waters irrespective of paleo-water depth. Sediment supply at both sites was generally dominated by marine material (carbonate, organic matter, opal) although relationships of detrital proxies as well as glauconitic horizons support some influence of turbidites, winnowing bottom currents and/or variable detritus sources, along with less reducing bottom water at the proposed shallower location (ODP Site 1259). At Site 1261, located at greater paleo-depth, redox fluctuations were more regular, and steady hemipelagic sedimentation sustained the development of mostly undisturbed lamination in the sedimentary record. Strong similarities of the studied deposits exist with the stratigraphic older Cenomanian-Turonian OAE2 black shale sections at Demerara Rise, suggesting that the primary mechanisms controlling continental supply and ocean redox state were time-invariant and kept the western equatorial Atlantic margin widely anoxic over millions of years.

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Introducción y objetivos: Las enfermedades autoinmunes en cuidado intensivo están relacionadas con tasas de mortalidad elevadas. El propósito del presente estudio fue buscar factores asociados a mortalidad en estos pacientes. Materiales y métodos: estudio observacional de casos incidentes, retrospectivo, en base a revisión de historias clínicas de los pacientes que ingresaron a la unidad de cuidado intensivo del Hospital Universitario de la Samaritana; se recolecto un total de 68 eventos con los que se evaluó la relación de las variables estudiadas con mortalidad. Resultados: Las enfermedades autoinmunes se presentan más frecuentemente en mujeres (66%), el lupus eritematoso sistémico fue la afección reumatológica más común (36%), el promedio de edad fue de 46 años, la media de días en ventilación mecánica fue de 10 (desviación estándar 13 días), el valor del APACHE promedio fue de 19 puntos, el sistema orgánico más afectado fue el renal (58,5%) y la mortalidad global fue de 40%. Se encontró asociación estadísticamente significativa con cinco variables: presencia de shock al ingreso a UCI OR: 7,368 (IC95% 1,886-28,794); nivel de procalcitonina mayor a 10 OR: 5,231 (IC95% 1,724-15,869); complemento C3 consumido OR: 4,014 (IC95% 1,223-13,173); serositis en la radiografía de tórax OR: 3,771 (IC95% 1,238-11,492); recuento de plaquetas menor a 100.000 OR: 3,33 (IC95%: 1,037-10,714). Conclusión: Existen factores que pueden estar asociados con mortalidad en pacientes con enfermedades autoinmunes en cuidado intensivo, su detección temprana y manejo oportuno podría mejorar el pronóstico de estos pacientes.

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Al-doped ZnO thin films were synthesized from oxygen reactive co-sputtering of Al and Zn targets. Explicit doping of Al in the highly c-axis oriented crystalline films of ZnO was manifested in terms of structural optical and electrical properties. Electrical conduction with different extent of Al doping into the crystal lattice of ZnO (AZnO) were characterized by frequency dependent (40 Hz-50 MHz) resistance. From the frequency dependent resistance, the ac conduction of them, and correlations of localized charge particles in the crystalline films were studied. The dc conduction at the low frequency region was found to increase from 8.623 mu A to 1.14 mA for the samples AZnO1 (1 wt% Al) and AZnO2 (2 wt% Al), respectively. For the sample AZnO10 (10 wt% Al) low frequency dc conduction was not found due to the electrode polarization effect. The measure of the correlation length by inverse of threshold frequency (omega(0)) showed that on application of a dc electric field such length decreases and the decrease in correlation parameter(s) indicates that the correlation between potentials wells of charge particles decreases for the unidirectional nature of dc bias. The comparison between the correlation length and the extent of correlation in the doped ZnO could not be made due to the observation of several threshold frequencies at the extent of higher doping. Such threshold frequencies were explained by the population possibility of correlated charge carriers that responded at different frequencies. For AZnO2 (2% Al), the temperature dependent (from 4.5 to 288 K) resistance study showed that the variable range hopping mechanism was the most dominating conduction mechanism at higher temperature whereas at low temperature region it was influenced by the small polaronic hopping conduction mechanism. There was no significant influence found in these mechanisms on applications of 1, 2 and 3 V as biases.

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Resumen: Este trabajo aborda la posibilidad de analizar las relaciones entre diferentes sociedades del noreste de África y el Levante a través del análisis de los sistemas-mundo c. 1985–1640 a.C.

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Este ensayo se realizó en noviembre de 1988 a Marzo de 1989, la cooperativa Rubén Duarte, Managua, con el objetivo de determinar la influencia de diferentes cultivos antecesores y métodos de control de malezas sobre la dinámica de la cenosis de malezas y el crecimiento, desarrollo y rendimiento del cultivo de tomate. La mayor abundancia se presentó cuando el cultivo antecesor fue maíz, así como en el control químico Flauzifop (B2), El mayor peso seco total de malezas presentó cuando antecedió sorgo y en el control químico Fluazifop. El número de inflorescencia y flores abiertas se presentó mayor en el sorgo como antecesor: los métodos de control ejercieron influencia en el número de flores abiertas, influencias, numero de ramas, encontrándose que el que ejerció mejor influencia fue el control mecánico: el número de frutos totales por plantas y el rendimiento resultaron mayor en el maíz como antecesor comportándose diferente en peso total de frutos que fue mayor cuando antecedió sorgo. Con el control mecánico, resulto en mayor número de frutos totales por plantas y el rendimiento.

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The lowest T = 2 states have been identified and studied in the nuclei 12C, 12B, 20F and and 28Al. The first two of these were produced in the reactions 14C(p,t)12C and 14C (p,3He)12B, at 50.5 and 63.4 MeV incident proton energy respectively, at the Oak Ridge National Laboratory. The T = 2 states in 20F and 28Al were observed in (3He,p) reactions at 12-MeV incident energy, with the Caltech Tandem accelerator.

The results for the four nuclei studied are summarized below:

(1) 12C: the lowest T = 2 state was located at an excitation energy of 27595 ± 20 keV, and has a width less than 35 keV.

(2) 12B: the lowest T = 2 state was found at an excitation energy of 12710 ± 20 keV. The width was determined to be less than 54 keV and the spin and parity were confirmed to be 0+. A second 12B state (or doublet) was observed at an excitation energy of 14860 ± 30 keV with a width (if the group corresponds to a single state) of 226 ± 30 keV.

(3) 20F: the lowest T = 2 state was observed at an excitation of 6513 ± 5 keV; the spin and parity were confirmed to be 0+. A second state, tentatively identified as T = 2 from the level spacing, was located at 8210 ± 6 keV.

(4) 28Al: the lowest T = 2 state was identified at an excitation of 5997 ± 6 keV; the spin and parity were confirmed to be 0+. A second state at an excitation energy of 7491 ± 11 keV is tentatively identified as T = 2, with a corresponding (tentative) spin and parity assignment Jπ = 2+.

The results of the present work and the other known masses of T = 2 states and nuclei for 8 ≤ A ≤ 28 are summarized, and massequation coefficients have been extracted for these multiplets. These coefficients were compared with those from T = 1 multiplets, and then used to predict the mass and stability of each of the unobserved members of the T = 2 multiplets.