895 resultados para Spaces of prostitution
Resumo:
The present doctoral dissertation deals with two significant case studies of Italian holiday camps which appear as interesting architectural experiences that reflect both the pedagogic and educational programmes of the fascist regime, and the discussion on the constructive and expressive principles that characterize the Italian architecture during the Thirties. The research explains the colony "XXVIII October for the sons of the Italian workers living abroad", today known as "Le Navi" ("The Ships"), built in Cattolica in 1934 and projected by the Roman architect Clemente Busiri Vici, and the feminine colony "for the sons of the Italian workers living abroad" built in 1934 in Tirrenia and projected by the architects Mario Paniconi and Giulio Pediconi. These holiday camps are the sole buildings commissioned directly by the Department in the Italian Foreign Office with the aim of offering a seaside stay to the sons of the Italians living in the colonies who, probably, could visit Italy only one time in their life. Firstly, the work illustrates the most relevant themes concerning these holiday camps, such as the representative intents that the buildings evoked to the children attending the places. Sun-bathing and group gymnastics were some of the rituals in the communal life, where order and discipline gave a precise internal organization to the spaces. Over the correspondence to practical functions, the figures and the forms of the different spaces of the buildings involve the children in an educational dimension. Subsequently, the function of the Department in the Italian Foreign Office and the planning and constructive ideas of the two colonies will be introduced. These colonies were conceived by a precise social project with educational, welfare and therapeutic aims. The elements, the spaces and the volumes create a fixed and theatrical scene of the life, full of ideological, political and celebratory overtones. Finally, the research shows that the relation between the architectural shape of the buildings and the rituals performed by fascist tutors produces an ideal space, extraneous to the external world that could influence the behavior of the children. The plan is to transmit to the children an image of Italy that will remain engraved in their minds once they have returned to their countries. In these projects there is the intent to transmit the image of "italianity" abroad. The way to do this was to plan for them a scenery which contains all the architectural elements of Italian cities. The holiday camps are proposed a sort of microcosm that appears as an "evocation" of the places and the spaces of Italian cities. The buildings appear as veritable "cities of childhood".
Resumo:
Il lavoro presentato ha come oggetto la ricostruzione tridimensionale della città di Bologna nella sua fase rinascimentale. Tale lavoro vuole fornire un modello 3D delle architetture e degli spazi urbani utilizzabile sia per scopi di ricerca nell’ambito della storia delle città sia per un uso didattico-divulgativo nel settore del turismo culturale. La base del lavoro è una fonte iconografica di grande importanza: l’affresco raffigurante Bologna risalente al 1575 e situato in Vaticano; questa è una veduta a volo d’uccello di grandi dimensioni dell’intero tessuto urbano bolognese all’interno della terza cerchia di mura. In esso sono rappresentate in maniera particolareggiata le architetture civili e ecclesiastiche, gli spazi ortivi e cortilivi interni agli isolati e alcune importanti strutture urbane presenti in città alla fine del Cinquecento, come l’area portuale e i canali interni alla città, oggi non più visibili. La ricostruzione tridimensionale è stata realizzata tramite Blender, software per la modellazione 3D opensource, attraverso le fasi di modellazione, texturing e creazione materiali (mediante campionamento delle principali cromie presenti nell’affresco), illuminazione e animazione. Una parte della modellazione è stata poi testata all’interno di un GIS per verificare l’utilizzo delle geometrie 3D come elementi collegabili ad altre fonti storiche relative allo sviluppo urbano e quindi sfruttabili per la ricerca storica. Grande attenzione infine è stata data all’uso dei modelli virtuali a scopo didattico-divulgativo e per il turismo culturale. La modellazione è stata utilizzata all’interno di un motore grafico 3D per costruire un ambiente virtuale interattivo nel quale un utente anche non esperto possa muoversi per esplorare gli spazi urbani della Bologna del Cinquecento. In ultimo è stato impostato lo sviluppo di un’applicazione per sistemi mobile (Iphone e Ipad) al fine di fornire uno strumento per la conoscenza della città storica in mobilità, attraverso la comparazione dello stato attuale con quello ricostruito virtualmente.
Resumo:
L’elaborato costituisce la fase di approfondimento conclusivo del lavoro scientifico svolto negli anni precedenti. In quest’ottica, a circa tre anni dalla sua entrata in vigore, esso risulta prevalentemente incentrato sull’analisi delle principali innovazioni imposte dalla legge 30 dicembre 2010, n . 240, recante "Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario", nel tentativo di individuare quali soluzioni ,più o meno differenziate in base alle specificità delle diverse realtà, gli atenei italiani abbiano prefigurato mediante la revisione dei propri statuti, organi e strutture, al fine di rispettare ed attuare il dettato legislativo e non comprimere i propri spazi di autonomia. Contemporaneamente, esso approfondisce l’orientamento della giurisprudenza amministrativa in materia, la quale proprio nel corso di quest’anno ha avuto più di un’occasione di pronunciarsi in merito, per effetto dell’impugnazione ministeriale di molti dei nuovi statuti di autonomia. Infine, non viene tralasciata l’analisi dei profili e aspetti del sistema universitario italiano non intaccati dal cambiamento, ai fini del loro coordinamento con quelli riformati, cercando di percorrere parallelamente più strade: dalla ricognizione e lo studio dei più autorevoli contributi che la dottrina ha recentemente elaborato in materia, all’inquadramento delle scelte effettuate in sede di attuazione dai singoli atenei, anche alla luce dei decreti applicativi emanati. Il tutto al fine di individuare, anche grazie a studi di tipo comparato, con particolare riferimento all’ordinamento spagnolo, nuove soluzioni per il sistema universitario che, senza la pretesa di giungere a percorsi di cambiamento validamente applicabili per tutti gli atenei, possano risultare utili alla definizione di principi e modelli base, nel pieno rispetto del dettato costituzionale e dei parametri individuati a livello europeo con il processo di Bologna e la strategia di Lisbona.
Resumo:
Oggetto del presente studio è il progetto di ricostruzione del centro urbano di Le Havre ad opera di Auguste Perret. Suo obiettivo è il riconoscimento di quell’idea di città posta a fondamento del progetto, per il quale ci si propone di indagare il senso e le grammatiche costitutive della sua forma. Quella di Le Havre costituisce una dimostrazione di come una forma urbana ancora compatta ed evocativa della città storica possa definirsi a partire dalle relazioni stabilite con gli elementi della geografia fisica. Nei suoi luoghi collettivi e monumentali, che rimandano chiaramente a una cultura dell’abitare che affonda le proprie radici nella più generale esperienza della costruzione della città francese, la città riconosce un valore formale e sceglie di rappresentare il proprio mondo civico dinanzi a quei grandi elementi della geografia fisica che costituiscono l’identità del luogo nel quale questa si colloca. Sembra infatti possibile affermare che gli spazi pubblici della città atlantica riconoscano e traducano nella forma della Place de l’Hôtel de Ville le ripide pendici della falesia del Bec-de-Caux, in quella della Porte Océane l’orizzonte lontano dell’Oceano, e nel Front-de-mer Sud l’altra riva dell’estuario della Senna. Questa relazione fondativa sembra essere conseguita anche attraverso la definizione di un’appropriata grammatica dello spazio urbano, la cui significatività è nel fondarsi sull’assunzione, allo stesso tempo, del valore dello spazio circoscritto e del valore dello spazio aperto. La riflessione sullo spazio urbano investe anche la costruzione dell’isolato, sottoposto a una necessaria rifondazione di forma e significato, allo scopo di rendere intellegibile le relazioni tra gli spazi finiti della città e quelli infiniti della natura. La definizione dell’identità dello spazio urbano, sembra fondarsi, in ultima analisi, sulle possibilità espressive delle forme della costruzione che, connotate come forme dell’architettura, definiscono il carattere dei tipi edilizi e dello spazio da questi costruito.
Resumo:
A conjecture by Harder shows a surprising congruence between the coefficients of “classical” modular forms and the Hecke eigenvalues of corresponding Siegel modular forms, contigent upon “large primes” dividing the critical values of the given classical modular form. Harder’s Conjecture has already been verified for one-dimensional spaces of classical and Siegel modular forms (along with some two-dimensional cases), and for primes p 37. We verify the conjecture for higher-dimensional spaces, and up to a comparable prime p.
Resumo:
The migration of polymorphonuclear granulocytes (PMN) into the brain parenchyma and release of their abundant proteases are considered the main causes of neuronal cell death and reperfusion injury following ischemia. Yet, therapies targeting PMN egress have been largely ineffective. To address this discrepancy we investigated the temporo-spatial localization of PMNs early after transient ischemia in a murine transient middle cerebral artery occlusion (tMCAO) model and human stroke specimens. Using specific markers that distinguish PMN (Ly6G) from monocytes/macrophages (Ly6C) and that define the cellular and basement membrane boundaries of the neurovascular unit (NVU), histology and confocal microscopy revealed that virtually no PMNs entered the infarcted CNS parenchyma. Regardless of tMCAO duration, PMNs were mainly restricted to luminal surfaces or perivascular spaces of cerebral vessels. Vascular PMN accumulation showed no spatial correlation with increased vessel permeability, enhanced expression of endothelial cell adhesion molecules, platelet aggregation or release of neutrophil extracellular traps. Live cell imaging studies confirmed that oxygen and glucose deprivation followed by reoxygenation fail to induce PMN migration across a brain endothelial monolayer under flow conditions in vitro. The absence of PMN infiltration in infarcted brain tissues was corroborated in 25 human stroke specimens collected at early time points after infarction. Our observations identify the NVU rather than the brain parenchyma as the site of PMN action after CNS ischemia and suggest reappraisal of targets for therapies to reduce reperfusion injury after stroke.
Resumo:
The central nervous system (CNS) is an immunologically privileged site to which access of circulating immune cells is tightly controlled by the endothelial blood-brain barrier (BBB; see Glossary) localized in CNS microvessels, and the epithelial blood-cerebrospinal fluid barrier (BCSFB) within the choroid plexus. As a result of the specialized structure of the CNS barriers, immune cell entry into the CNS parenchyma involves two differently regulated steps: migration of immune cells across the BBB or BCSFB into the cerebrospinal fluid (CSF)-drained spaces of the CNS, followed by progression across the glia limitans into the CNS parenchyma. With a focus on multiple sclerosis (MS) and its animal models, this review summarizes the distinct molecular mechanisms required for immune cell migration across the different CNS barriers.
Resumo:
Simbrain is a visually-oriented framework for building and analyzing neural networks. It emphasizes the analysis of networks which control agents embedded in virtual environments, and visualization of the structures which occur in the high dimensional state spaces of these networks. The program was originally intended to facilitate analysis of representational processes in embodied agents, however it is also well suited to teaching neural networks concepts to a broader audience than is traditional for neural networks courses. Simbrain was used to teach a course at a new university, UC Merced, in its inaugural year. Experiences from the course and sample lessons are provided.
Resumo:
The topic of occupational health and safety (OHS) has been investigated for many years and continues to be a concept often researched today. Generally speaking OHS research has been centered around food safety, construction safety, transportation safety, fire safety, drug and alcohol testing, health and medical management, and industrial hygiene to name a few. However, the concept of OHS concerning female commercial sex workers (FCSWs) has rarely been investigated, often neglected, seldom discussed and is lacking in sound research. Although regarded as the "oldest profession", commercial sex work (CSW) has consistently been ignored, disregarded and under-researched due to the illegality and stigmatization of prostitution. This paper reviews occupational safety and health issues faced by FCSWs in Tema and Accra, Ghana, through in-depth interviews, visits to women's homes, field work, informal conversations and participant observations with FCSWs over a period of two months. Facets of OHS that emerged among FCSWs included sexually transmissible infections, risks associated with harassment and violence from police and clients, alcohol and drug use, irregular hospital visits and/or lack of hospital visits, immigration issues, legal and policing risks. We argue that CSW be viewed as an occupation in great need of interventions to reduce workplace risks and improve the health and safety of FCSWs^
Resumo:
Este artículo versa sobre la relación entre la minería transnacional y la cuestión de la territorialidad vinculada a esta actividad. A medida que se abren fronteras, las relaciones sociales se vuelven más desterritorializadas, crece la búsqueda de las raíces culturales y nuevas experiencias locales se generan en respuesta a la emergencia de territorios posnacionales (Appadurai, 1999). Estas experiencias definen un nuevo sentido histórico para el oeste catamarqueño y Santa María – provincia de Catamarca, Argentina-, donde los sujetos sociales locales - situados históricamente en contextos de periferia del capitalismo global y nacional- mediatizan, interpelan y desnaturalizan algunas de las transformaciones espacio-temporales producidas a partir de la mega- minería en las últimas décadas, bajo un paradigma extractivista. Por su parte, los sujetos locales examinan su propia historia y analiza las conflictividades en torno a los recursos naturales, y en respuesta, constituyen territorios en red no articulados a los flujos globales del capital sino a espacios de resistencia.
Resumo:
Se destacan los cambios del paisaje urbano, los que se plasman en el espacio público, los que fueron estructurantes de las ciudades: calles y plazas hoy en abandono ante el auge de los espacios públicos privados . Conceptualiza espacio y lugar para luego recorrer las características de los espacios públicos predominantes en cada período histórico de la humanidad. El siglo XX es analizado en detalle para determinar los factores que más han influido en la transformación; como las comunicaciones , que transmiten imágenes conocidas por todos, aunque logran una identidad más global que local. Se analizan los principales espacios públicos del Gran Mendoza, si han sido renovados o no, en asociación con el consumo y cultura de la imagen, su vinculación con las líneas estructurantes de la ciudad y espacios verdes más relevantes. Se tiene en cuenta el crecimiento poblacional y uso del suelo. A través de relevamiento y encuestas se detectan problemas que permiten determinar algunas áreas periféricas desvinculadas del tejido urbano de la metrópolis, motivo de diversas propuestas.
Resumo:
Uno de los mayores problemas que enfrentan las urbes modernas es su crecimiento horizontal en base a cemento y asfalto, cubriendo grandes extensiones. Su resultado es un importante incremento de la temperatura llamado efecto "isla de calor", aspecto de particular importancia en años venideros por el creciente calentamiento global, a lo cual se añade la contaminación por gases y partículas. Las áreas destinadas a mitigar parcialmente estos efectos son los denominados espacios verdes, los cuales representan una mancha en el mapa. Sin embargo, su impacto termodinámico a nivel ambiental desde el punto de vista del confort y calidad de vida humanos puede ser muy variable según como esté diseñado. Este trabajo pretende establecer una metodología de aplicación en cualquier región, para calificar cuantitativamente el valor de los diferentes tipos de espacios verdes como modificadores ambientales, ya sean ejecutados o a nivel de proyecto. A través de esta metodología se determinan índices o coeficientes regionales objetivos y de sencilla aplicación. Para desarrollar estos índices, a los espacios verdes se aplican, adaptados, principios de la termodinámica de superficies húmedas y de la ecofisiología. A través de procedimientos matemáticos y conceptos fisiológicos se concluye en fórmulas para calcular índices regionales de aplicación directa en la evaluación de proyectos. A modo de comprobación de la metodología se determina el valor ambiental comparativo de diferentes tipos de espacios verdes correspondientes al sistema integrado de espacios verdes de la ciudad de Mendoza
Resumo:
El presente artículo ofrece una reflexión pedagógica acerca de la importancia de atender a las necesarias acciones educativas de éxito para favorecer la inclusión del alumnado con TDAH desde una perspectiva educativa global, esto es, planteando los factores didácticos adecuados en el desarrollo de la persona con TDAH desde los niveles tempranos de escolarización hasta la edad adulta. En todo este proceso resulta imprescindible una visión holística donde la inclusión escolar y social aparece como elementos claves no sólo para la realización personal de las personas con TDAH sino para la mejora y transformación de los escenarios escolares en espacios de inclusión académica y social.
Resumo:
Seguendo le tracce della metologia proposta da Dilthey fino a Heidegger riguardo il concetto di Erlebnis (esperienza vissuta), si rintracciano i rapporti tra vita e opera nella produzione poetica di Giorgio Bassani che si prolunga dal 1939 al 1982. La ricerca evidenzia le conessioni della dinamica tra biografia e produzione artistica e il conseguente processo d’interiorizzazione psicologica che il percorso autobiografico dell’ autore rivela nella sua poesia. L’ impatto sul piano psicologico che lo spazio autorappresentato ha nello stesso autore, diventa nei testi proposti spazi di sperienze interiori [Fremont 1976]. Le proposte metodologiche sopra esposte possono essere un utile riferimento per un’analisi critica della poesia bassaniana, che può essere letta o come esperienza autonoma, con una sua originalità di stile e una sua ampiezza d’occasioni, o come laboratorio di temi e nodi che avranno uno sviluppo narrativo, una volta scorporati dalla matrice originaria e amplificati nella loro carica dinamica di proiezioni e figurazioni.
Resumo:
Este trabajo coloca su foco de atención en la intervención de arquitectos, planificadores, urbanistas y ‘hacedores de ciudad’ en la creación de espacios de memoria sobre la última dictadura militar en la Argentina. A través del análisis de la creación del Parque de la Memoria en la Ciudad de Buenos Aires se mostrará cómo estos espacios se insertan en programas de reforma del espacio urbano que involucran desde dirigentes políticos en campaña electoral hasta la participación de expertos y especialistas en la gestión de la ciudad y cómo la intervención de este universo de agentes – y sus propias representaciones y lógicas de actuación – van a incidir en la manera en que estos espacios de memoria son concebidos, gestados e implementados. Mostraré cómo, dentro de este mundo de relaciones, la memoria y el olvido se vuelven categorías significativas en el marco de sus propias disputas por definir qué es la ciudad, quiénes pertenecen a ella y quiénes son los actores legítimos para intervenir en su definición. A través de esta intervención urbana - la creación del Parque de la Memoria - un área marginal de la ciudad ha sido convertida en un espacio sagrado para conmemorar a las víctimas del Terrorismo de Estado y en un paseo público donde los vecinos de la ciudad realizan diversas actividades recreativas.