891 resultados para modification de la marche


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Esboza los trazos principales de interpretacion del proceso de industrializacion desde la decada de los anos 30 hasta el presente. Aborda el tema central de la transformacion del modelo hasta ahora predominante de industrializacion. Propone una estrategia industrial basada en el crecimiento hacia adentro, mediante la creacion de industrias de bienes de capital y de consumo masivo, la continuacion del proceso de sustitucion selectiva de importaciones, el establecimiento de criterios claros de division del trabajo dentro de la region, y la aplicacion de una politica selectiva y dinamica de insercion en los mercados de los paises centrales.

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Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico (CNPq)

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Background: Heavy-flavor production in p + p collisions is a good test of perturbative-quantum-chromodynamics (pQCD) calculations. Modification of heavy-flavor production in heavy-ion collisions relative to binary-collision scaling from p + p results, quantified with the nuclear-modification factor (R-AA), provides information on both cold-and hot-nuclear-matter effects. Midrapidity heavy-flavor R-AA measurements at the Relativistic Heavy Ion Collider have challenged parton-energy-loss models and resulted in upper limits on the viscosity-entropy ratio that are near the quantum lower bound. Such measurements have not been made in the forward-rapidity region. Purpose: Determine transverse-momentum (p(T)) spectra and the corresponding R-AA for muons from heavy-flavor meson decay in p + p and Cu + Cu collisions at root s(NN) = 200 GeV and y = 1.65. Method: Results are obtained using the semileptonic decay of heavy-flavor mesons into negative muons. The PHENIX muon-arm spectrometers measure the p(T) spectra of inclusive muon candidates. Backgrounds, primarily due to light hadrons, are determined with a Monte Carlo calculation using a set of input hadron distributions tuned to match measured-hadron distributions in the same detector and statistically subtracted. Results: The charm-production cross section in p + p collisions at root s = 200 GeV, integrated over p(T) and in the rapidity range 1.4 < y < 1.9, is found to be d(sigma e (e) over bar)/dy = 0.139 +/- 0.029 (stat)(-0.058)(+0.051) (syst) mb. This result is consistent with a perturbative fixed-order-plus-next-to-leading-log calculation within scale uncertainties and is also consistent with expectations based on the corresponding midrapidity charm-production cross section measured by PHENIX. The R-AA for heavy-flavor muons in Cu + Cu collisions is measured in three centrality bins for 1 < p(T) < 4 GeV/c. Suppression relative to binary-collision scaling (R-AA < 1) increases with centrality. Conclusions: Within experimental and theoretical uncertainties, the measured charm yield in p + p collisions is consistent with state-of-the-art pQCD calculations. Suppression in central Cu + Cu collisions suggests the presence of significant cold-nuclear-matter effects and final-state energy loss.

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[EN] From the moment a granitic magma begins to cool until it is solidified it is subjected to stress and strain, producing the various discontinuities that can be seen in the finally exposed rock. When as a result of the erosion of superincumbent rocks the granite is at or near the land surface these discontinuities are exploited by weathering. Such features, and particularly those related to fractures or diaclases, outline forms that are considered here as primary endogenous forms. Once the rock is in the earth surface, various external agencies first soil weathering and later others as gravity, rivers, waves, glaciers, frost, wind, attack the rock to produce new suites of forms that are considered here as primary exogenous either etched or subaerial features. Such primary forms, both endogenous and exogenous, can evolve morphologically further as a result of subaerial weathering and erosion, becoming secondary endogenous or secondary exogenous forms. Exceptionally, some primary, either exogenous or endogenous, features can survive to successive morphogenetic episodes either below sedimentary burial or just subaerially without appreciable modification by external agencies being considered as inherited forms. Only the discernment of all these types of landforms allows the complete understanding of the geomorphological history of the area in which they occur.

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Il lavoro di ricerca descrive il percorso che ha portato alla redazione del Piano Strutturale del Verde del Comune di Senigallia (AN), quale strumento capace di migliorare la qualità di vita ed il benessere della città, intesa come ecosistema, e dei cittadini, quali parte integrante e, al tempo stesso, fruitori di suddetto ecosistema. Lo studio ha pertanto previsto dapprima un'analisi approfondita e dettagliata dell’intero territorio comunale e, successivamente, la stesura di linee guida e la definizione di soluzioni progettuali tipo indirizzate ad una pianificazione e gestione sostenibile del territorio. Il lavoro svolto non si limita alla descrizione del Piano Strutturale del Verde, ma illustra anche un caso studio francese, quale modello di analisi dell'iter successivo, che è consigliabile seguire dopo l'approvazione di questo tipo di Piani, al fine di renderli concreti ed operativi ed attuare, quindi, le linee guida da essi definite. L’obiettivo risulta dunque quello di evitare che questo importante strumento di pianificazione e gestione del territorio sia dimenticato in un cassetto degli Uffici Comunali.

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I temi della ricerca riguardano il rapporto fra avvento del web e la modificazione dei processi di formazione di identità personale e sociale, della percezione dello spazio e del tempo, del prosumerismo digitale e delle varie forme di partecipazione ed associazione. Centrale è stata l’analisi del rapporto fra il Web 2.0 e la trasformazione delle forme di comunicazione a vari livelli, sia personali che sociali. Partendo da una analisi dei contesti socio-economici globali che hanno trasformato la società moderna nella società informazionale, è stato impostato un percorso di ricerca che approfondisse gli attuali criteri di strutturazione della propria identità, alla luce dell’avvento dei social network e delle reti virtuali di comunicazione come strumento preferenziale di socializzazione. La realtà delle reti sociali è stata analizzata in un’ottica di aggregazione spontanea mirata tanto alla comunicazione quanto alla tutela dei consumatori, e le trasformazioni portate dal Web 2.0 sono state la chiave di lettura per ridefinire i parametri della partecipazione dal basso generata dalla rete. Per comprendere la portata di tali trasformazioni nel contesto italiano è stato impostato un paragone tra l’uso del web negli Stati Uniti e in Italia, avendo le recente campagne elettorali dimostrato l’importanza del web nella partecipazione politica bottom-up; il percorso di ricerca ha dunque affrontato una comparazione di due casi, quello italiano e quello statunitense, finalizzato a comprendere l’attuale ruolo dell’utente nelle dinamiche di comunicazione mediatica. Per focalizzare al meglio le trasformazioni sociali generate dalla partecipazione on line è stato infine analizzato il caso del citizen journalism, per misurare, attraverso la metodologia dell’etnografia digitale, l’entità delle trasformazioni in corso. Il portale di giornalismo partecipativo YouReporter è stato il contesto privilegiato dove poter verificare le ipotesi iniziali circa le dinamiche di partecipazione, e il supporto di programmi di elaborazione statistica netnografica ha permesso di destrutturare al meglio tali dinamiche.

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Questa tesi descrive lo sviluppo di un elettrodo modificato con un polimero isolante per la determinazione indiretta del radicale OH. I polimeri testati sono stati polifenolo, polipirrolo e polipirrolo sovraoossidato ed il primo è risultato quello con le migliori prestazioni. Il film di modificante è stato depositato per elettropolimerizzazione del fenolo in ambiente acido, su un elettrodo di carbone vetroso (GC) ed è risultato isolante e perfettamente adeso al GC, impedendo il trasferimento di carica alle più comuni sonde redox. L’attacco dei radicali OH, generati dalla reazione di Fenton o dalla fotolisi di H2O2, rimuove parzialmente il polimero dal GC, ripristinando parzialmente il comportamento conduttore dell’elettrodo. L’entità della degradazione del film polifenolico è stata valutata sfruttando la corrente relativa alla sonda redox Ru(NH3)63+, che rappresenta il segnale analitico per la determinazione del radicale OH. L’elettrodo è stato impiegato per stimare le prestazioni di foto catalizzatori a base di nanoparticelle di TiO2, ottenendo risultati correlati a quelli ricavati da un metodo HPLC. Inoltre esso è stato usato per sviluppare una nuova procedura per la determinazione della capacità di scavenging verso i radicali OH, che è stata applicata all’analisi di composti puri e campioni reali. I risultati erano confrontabili con quelli determinati con metodiche standardizzate, comunemente impiegate per la determinazione della capacità antiossidante. Inoltre è stato condotto uno studio riguardante la modifica di un elettrodo di platino con un idrossido misto a strati a base di cobalto e alluminio (LDH). In particolare si sono valutati gli effetti di diversi pretrattamenti del Pt sulle caratteristiche e prestazioni elettrocatalitiche del film di LDH nei confronti dell’ossidazione di anilina, fenolo e acido salicilico. Questi composti possono essere impiegati come molecole sonda per la determinazione del radicale OH e rivestono interesse da un punto di vista elettroanalitico perché portano facilmente alla passivazione della superficie di Pt.

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La presente ricerca affronta lo studio della formazione delle realtà urbane nell'area dell'antico Ager Gallicus, grossomodo corrispondente all'attuale territorio delle Marche settentrionali. Nel quadro della colonizzazione romana il fenomeno urbano rappresenta, infatti, l'elemento cardine nell'organizzazione di un territorio. Per tale ragione, si è scelto di condurre un lavoro finalizzato alla comprensione dei tempi e dei modi che portarono alla formazione dei municipi e delle colonie nella strutturazione romana del territorio, cercando anche di comprendere le scelte insediative alla base delle singole forme strutturali. L'analisi della genesi e dello sviluppo del fenomeno urbano nell'ager Gallicus ha come obiettivo ultimo l'approfondimento della conoscenza sulla colonizzazione e romanizzazione in area medio adriatica. La ricerca si articola in: uno stato dell'arte delle più recenti interpretazioni storiografiche; una sintesi sulle cosiddette “forme della conquista” (frequentazioni “precoloniali”, realtà santuariali, fondazioni coloniarie, realtà proto-urbane legate all'agro); una dettagliata e aggiornata schedatura storico-archeologica e urbanistico-topografica delle singole realtà urbane dell'ager Gallicus (le colonie di Sena Gallica, Pisaurum, Fanum Fortunae e Aesis, e i municipi di Forum Sempronii, Suasa e Ostra, e Sentinum); una parte conclusiva dove, mettendo a confronto gli elementi alla base della definizione urbana delle realtà esaminate, vengono delineati e sintetizzati i principali modelli di formazione delle città nell'ager Gallicus così individuati (fondazione coloniaria; fondazione coloniaria preceduta da una fase precoloniale nella forma di conciliabulum; nucleo di aggregazione precedente (conciliabulum) scelto quale polo di riferimento del popolamento sparso nel territorio al momento delle distribuzioni viritane; centro di servizio creato in funzione di assegnazioni di terre ai coloni). Infine, viene tracciato un quadro complessivo della romanizzazione dell'ager Gallicus, che, in estrema sintesi, si configura come un processo progressivo di occupazione del territorio rispecchiato dallo sviluppo stesso del fenomeno urbano, ma che si differenzia dalle aree limitrofe o dall'area cisalpina per alcune importanti dinamiche etnico-demografiche.

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Sensors are devices that have shown widespread use, from the detection of gas molecules to the tracking of chemical signals in biological cells. Single walled carbon nanotube (SWCNT) and graphene based electrodes have demonstrated to be an excellent material for the development of electrochemical biosensors as they display remarkable electronic properties and the ability to act as individual nanoelectrodes, display an excellent low-dimensional charge carrier transport, and promote surface electrocatalysis. The present work aims at the preparation and investigation of electrochemically modified SWCNT and graphene-based electrodes for applications in the field of biosensors. We initially studied SWCNT films and focused on their topography and surface composition, electrical and optical properties. Parallel to SWCNTs, graphene films were investigated. Higher resistance values were obtained in comparison with nanotubes films. The electrochemical surface modification of both electrodes was investigated following two routes (i) the electrografting of aryl diazonium salts, and (ii) the electrophylic addition of 1, 3-benzodithiolylium tetrafluoroborate (BDYT). Both the qualitative and quantitative characteristics of the modified electrode surfaces were studied such as the degree of functionalization and their surface composition. The combination of Raman, X-ray photoelectron spectroscopy, atomic force microscopy, electrochemistry and other techniques, has demonstrated that selected precursors could be covalently anchored to the nanotubes and graphene-based electrode surfaces through novel carbon-carbon formation.

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I lantibiotici sono molecole peptidiche prodotte da un gran numero di batteri Gram-positivi, posseggono attività antibatterica contro un ampio spettro di germi, e rappresentano una potenziale soluzione alla crescente problematica dei patogeni multi-resistenti. La loro attività consiste nel legame alla membrana del bersaglio, che viene quindi destabilizzata mediante l’induzione di pori che determinano la morte del patogeno. Tipicamente i lantibiotici sono formati da un “leader-peptide” e da un “core-peptide”. Il primo è necessario per il riconoscimento della molecola da parte di enzimi che effettuano modifiche post-traduzionali del secondo - che sarà la regione con attività battericida una volta scissa dal “leader-peptide”. Le modifiche post-traduzionali anticipate determinano il contenuto di amminoacidi lantionina (Lan) e metil-lantionina (MeLan), caratterizzati dalla presenza di ponti-tioetere che conferiscono maggior resistenza contro le proteasi, e permettono di aggirare la principale limitazione all’uso dei peptidi in ambito terapeutico. La nisina è il lantibiotico più studiato e caratterizzato, prodotto dal batterio L. lactis che è stato utilizzato per oltre venti anni nell’industria alimentare. La nisina è un peptide lungo 34 amminoacidi, che contiene anelli di lantionina e metil-lantionina, introdotti dall’azione degli enzimi nisB e nisC, mentre il taglio del “leader-peptide” è svolto dall’enzima nisP. Questo elaborato affronta l’ingegnerizzazione della sintesi e della modifica di lantibiotici nel batterio E.coli. In particolare si affronta l’implementazione dell’espressione eterologa in E.coli del lantibiotico cinnamicina, prodotto in natura dal batterio Streptomyces cinnamoneus. Questo particolare lantibiotico, lungo diciannove amminoacidi dopo il taglio del leader, subisce modifiche da parte dell’enzima CinM, responsabile dell’introduzione degli aminoacidi Lan e MeLan, dell’enzima CinX responsabile dell’idrossilazione dell’acido aspartico (Asp), e infine dell’enzima cinorf7 deputato all’introduzione del ponte di lisinoalanina (Lal). Una volta confermata l’attività della cinnamicina e di conseguenza quella dell’enzima CinM, si è deciso di tentare la modifica della nisina da parte di CinM. A tal proposito è stato necessario progettare un gene sintetico che codifica nisina con un leader chimerico, formato cioè dalla fusione del leader della cinnamicina e del leader della nisina. Il prodotto finale, dopo il taglio del leader da parte di nisP, è una nisina completamente modificata. Questo risultato ne permette però la modifica utilizzando un solo enzima invece di due, riducendo il carico metabolico sul batterio che la produce, e inoltre apre la strada all’utilizzo di CinM per la modifica di altri lantibiotici seguendo lo stesso approccio, nonché all’introduzione del ponte di lisinoalanina, in quanto l’enzima cinorf7 necessita della presenza di CinM per svolgere la sua funzione.

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This thesis focuses on “The “great hunting” among the Baka pygmies of the Southeastern Cameroon. A contribution to Anthropology of environment. The problematic in the study is the confrontation of great hunting among the Baka with the institutional, socio-economic and ecological change in forest. The goal is to analyze the mechanisms of adaptation of this game against these changes that affect the Baka environment. The proposed hypothesis suggests that Baka Pygmies have restructured the preparatory ceremonies of the great hunting following changes that occurred in their environmental milieu. Certain ritual animals have been substituted. Hunting lands, tools, methods and periods were also modified. The great hunting is opened to Baka hunters and non Baka hunters. Qualitative techniques, including observation, interviews and focus group discussions were used for data collection. The observations allowed us to understand the reality of driving forces in the forest as well as tools for hunting, hunting land and even the species sought. Interviews and focus group discussions were consolidated data on the ancient practice of hunting for rituals like Jengi and Beka, on the current practice of this hunting and on the impact of the of the modification of this hunting practice on the Baka culture. The results of this research show that the Baka have taken important measure to adapt their great hunting to the changing time and space. But the restructuring of this hunting varies from one village to another. As and when we leave the depths of the forest to the city of Yokadouma the great hunting is practiced less and less. Baka use illegal hunting tools and even fully protected species in their great hunting and in rituals celebrations. The overexploitation of forest resources, the creation of protected areas, full protection of certain large mammals and the action of ecoguards are something of an obstacle to the ancient practice of hunting for ritual. In most of camp where hunting is no more existing, ritual ceremonies are less and less celebrated. The study is divided into five chapters. The first chapter is related to the literature review, the theoretical framework, the definition of concepts, the second focuses on the geographical presentation of the study area, the third chapter looks at factors affecting the great hunting, the fourth chapter deal with the changes observed in the Baka’s great hunting, and the fifth chapter examines consequences of the restriction or suppression of the hunt on the Baka socio culture.

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El manejo sustentable de los recursos naturales relacionados con proyectos de utilización de los recursos hídricos (entre otros), requiere en muchos casos de la modificación del relieve existente. Esto conlleva la necesidad de adecuación de la capa homogénea superior del suelo, operación que suele denominarse "sistematización", la cual facilita una distribución más uniforme de las lluvias y del agua de riego. Esta modificación de la capa superior del suelo es realizada en base a un proyecto, cuya inclinación responda a las pendientes naturales o a las establecidas por el diseñador. En la ejecución del diseño proyectado, en superficies superiores a una hectárea, el movimiento de tierra se realiza con equipos pesados, que no aseguran un alto porcentaje de eficiencia en lo que al movimiento de tierra se refiere, ya que parte del material se pierde en el acarreo, pero muy especialmente, por la compactación desuniforme del mismo, asociada con las texturas complejas del suelo a trabajar. El presente trabajo determinó el índice de precisión en la ejecución del proyecto de sistematización a partir de un índice estadístico internacionalmente aceptado, el "Root Mean Squared Error (RMSE)", comparando los valores altimétricos proyectados y los realmente obtenidos luego de la ejecución del proyecto, en tres parcelas con distinta secuencia de labores y maquinaria utilizadas, pero con el mismo tipo de suelo en el área del eje Pilar - La Plata (Argentina). Los resultados obtenidos, que varían de un RMSE de 4 a 6 cm, permiten concluir, para los sitios y las condiciones estudiadas, que no pueden asegurarse en la sistematización índices de precisión en la ejecución de la obra, inferiores a los 4 cm.

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La reperfusión, luego de un período de isquemia miocárdica breve, puede desencadenar un daño paradojal, dentro del cual, se destacan las arritmias ventriculares. Existen estudios que reportan un efecto beneficioso del ácido acetilsalicílico (AAS) a nivel cardiovascular, pero se desconocen los efectos electrofisiológicos en el proceso de injuria por isquemia/reperfusión. El objetivo de este estudio es evaluar las propiedades electrofisiológicas del AAS, en especial si puede evitar las arritmias de reperfusión (AR) en forma independiente de su efecto antiplaquetario. Se trabajó con corazones aislados de rata Sprague Dawley según la técnica de Langendorff sometidos a 10 minutos de isquemia regional. Se realizaron 3 series esperimentales: 1) control (C, n=10); 2) , corazones perfundidos durante todo el protocolo con AAS 0.14 mM (AAS, n=10) y 3) corazones que recibieron la misma dosis de AAS sólo en los 3 primeros minutos de la reperfusión (AASR, n=9). Se analizaron la incidencia y severidad de las AR y su relación con el ECG y los potenciales de acción registrados simultáneamente. El 82% del grupo control presentó AR sostenidas, el 30 % con AAS y el 22% con AASR (ambas p<0.05 por χ2). En la reperfusión se observó que luego de los primeros tres minutos la duración del potencial de acción (DPA) fue mayor en el grupo AASR (81,5 ± 23,1) que en el grupo AAS (55,2 ± 10,0) p<0.05 por ANOVA I. Por lo tanto, la menor incidencia de AR en los grupos tratados podría asociarse al efecto de la aspirina sobre la DPA y que la droga estudiada tendría efectos sobre esta variable sólo al momento de reperfusión.

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En este estudio se evaluó la sostenibilidad de los agroecosistemas tradicionales y alternativos de producción de maíz en tres Ejidos de la Región Selva de Chiapas, mediante la aplicación del enfoque agroecológico (MESMIS). El estudio se realizó en dos ciclos agrícolas: milpa y tornamil. En el primero se evaluaron los sistemas de roza-tumba-quema (R‑T‑Q), sin quema y en sucesión de nescafé (Mucuna deeringiana Bort.). En el segundo ciclo se analizaron tres sistemas sin quema con diferentes periodos de nescafé, y se modificó la densidad poblacional para analizar su efecto sobre la producción. Los valores de los indicadores económicos y sociales se obtuvieron a través de técnicas participativas. En la milpa se determinó el efecto positivo del fuego en el control de las arvenses y de la plaga Diatraea liniolata (Walker). Los sistemas alternativos con uso de abono verde presentaron mejores resultados en los aspectos agronómicos. Los sistemas con modificación de la densidad poblacional obtuvieron un mayor rendimiento de grano y una mayor rentabilidad financiera. En el análisis final integrado, los sistemas alternativos obtuvieron mejores resultados, aunque los sistemas de R‑T‑Q, por la adaptación al medio ambiente, obtuvieron resultados positivos en algunas variables. Por tanto, su uso en la región constituye una realidad etnocultural lejos de desaparecer en el futuro cercano.

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Considerando el rechazo de los consumidores hacia alimentos genéticamente modificados y que el país de origen es usado como indicador de calidad, se estudió la importancia relativa de la existencia de modificación genética (MG), origen y precio en la compra de aceite de girasol en Temuco, Chile, junto con la identificación y la caracterización de diferentes segmentos de mercado, mediante una encuesta a 400 personas. Utilizando análisis conjunto se determinó que la existencia de MG (36,0%) fue levemente más importante que el origen (33,3%) y el precio (30,7%) en la muestra total, con preferencia hacia el producto sin MG, de origen chileno y al menor precio. Mediante análisis de conglomerados jerárquicos se diferenciaron tres segmentos: el mayoritario (45,5%) dio elevada importancia a la existencia de MG y presentó un alto rechazo hacia el aceite transgénico; el segundo grupo (29,7%) asignó mayor relevancia al precio y acepta aceite argentino; el grupo minoritario (24,8%) otorgó mayor importancia al origen y acepta aceite español. Independientemente de lo anterior, los grupos mostraron mayor preferencia por el aceite chileno. La ausencia de MG en aceite es una condición deseable para una importante proporción de consumidores (45,5%), pero el resto se muestra relativamente indiferente hacia la existencia o ausencia de manipulación genética en este producto.