998 resultados para Prescrizione dalla decadenza


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José de San Martín vivió en esta casa ubicada en Boulogne-sur- Mer durante los últimos dos años de vida, entre 1848 y 1850. La"casa del exilio" sirvió para inaugurar el museo que conserva el primer"Liure d´Or" fechado el 5 de octubre de 1934. El Museo"Libertador General San Martín" cubre hoy este pasado histórico que ha gozado la localidad francesa, y forma parte del proyecto que ha unido a Francia con Argentina, y que ha garantizado la unión cultural, política y comercial.

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Este trabajo analiza el impacto del tejido de las redes sociales y asociativas en el diálogo estatal iberoamericano a través de la asociación internacional 'Casa de América', creada en Barcelona en 1911. Con el argumento explícito de la necesidad de suplantar 'el espíritu de Don Quijote por el espíritu de Hamlet', los grupos burgueses que formaron parte de las experiencias asociativas y de las redes sociales iberoamericanas tras la firma del Tratado de París valoraron la reconstitución del vínculo transatlántico poniendo énfasis en la dominación cultural y mercantil por sobre el control político en base al sistema de mercados reservados. La manera en que se establecieron las redes sociales y en que se vincularon las corporaciones a uno y otro lado del Atlántico, permite comprender el funcionamiento de la Casa de América en el marco de la conformación de la Liga Regionalista de Cataluña, de la descomposición de los últimos vestigios del orden colonial a finales del siglo XIX, y de la implementación de un nuevo orden iberoamericano tras la pérdida de las últimas colonias americanas.

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Ameloblastomas são neoplasias odontogênicas benignas de origem epitelial, não mineralizadas, relativamente incomuns e que apresentam um comportamento localmente agressivo. Acometem predominantemente a mandíbula e podem atingir proporções variadas, de acordo com o tempo de evolução. Radiologicamente, comportam-se como lesões císticas uniloculadas ou multiloculadas. Os achados clínicos e radiológicos auxiliam no diagnóstico diferencial, embora a avaliação histológica seja necessária para a caracterização das lesões.

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Oggetto della tesi è la poesia volgare prodotta nell'orbita della corte viscontea nel corso del Trecento e del primo Quattrocento. La presente ricerca si propone di illustrare il contesto culturale lombardo e correggere alcuni giudizi di colore avanzati dagli studi positivistici di fine Ottocento e inizio Novecento, attraverso un'indagine rigorosa sui testi scritti attorno ai Visconti, dei quali si propone un'edizione filologicamente sorvegliata, accompagnata da uno studio sulla tradizione manoscritta, da cappelli introduttivi, apparati critici e note di commento. Una prima sezione ospita il corpus di rime dell'aretino Braccio Bracci: tre canzoni {Silenzio posto aveva al dire in rima-, O aspettato dalla giusta verga e lo scambio epistolare fittizio Soldan di Bambilonia et ceterà-Illustri e serenissimo, alto e vero) e quindici sonetti (O tesorier, che 7 bel tesor d'Omero-, Antonio mio, tua fama era inmortale; Deh, non guastare il popol cristiano; O santo Pietro, per Dio, non restare; El tempio tuo, che tu edificasti-, Veggio l'antica, dritta e ferma Scala-, Messer Luigi, vostra nobil fama-, Volse Traian, quando la vedovella-, Firenze, or ti rallegra, or ti conforta-, O infamato da ' lucenti raggi-, Sette sorelle sono a mme venute-, Sempre son stato con gran signoria; Se Ile cose terrene al possesore; Sia con voi pace, signor' fiorentini). La seconda sezione accoglie dodici sonetti attribuiti al fiorentino Marchionne di Matteo Arrighi {Deh, quant 'egli è in villa un bello stare; Omé, e ' mi par che Ila mia rota torca; Acciò che veggi chiaro il mio sonetto; Tu non potrai più bere alle stagioni; O Iscatizza di vii condizione; Se mille volte il dì tu m'uccidessi; Io n'ò 'n dispetto il Sole e Ila Luna; Tanto mi piace l'angelico sono; Lasso, tapino a mme, quando riguardo; Era venuta nella mente mia; Io ti ricordo, caro amico fino; Solo soletto ma non di pensieri). Nella terza sezione si propongono due canzoni viscontee del magister Giovanni da Modena, La mia gravosa e disformata vita e Ne l'ora che la caligin nocturna . La quarta e ultima sezione è dedicata ad alcune poesie anonime viscontee: sei sonetti (Egli è gran tempo, dolce Signor mio; Quela dolce saeta che nel core; Stan le cita lombarde co le chiave; Cesere in arme fu feroce e franco; l'pensava stancar la destra mano; Poniam silenzio a tutti i gran Signori), due ballate (Chi troppo al fuoco si lassa apressare e Io udii già cantare), due Lamenti di Bernabò Visconti in ottava rima (Novo lamento con doglioxo pianto e l'prego Idio eh 'è Signore e Padre, quest'ultimo pronunciato da un tal Matteo da Milano) e una canzone in morte del duca Gian Galeazzo {Fortuna c 'ogni ben mundan remuti).

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Mostrando qualche reticenza nel riferire a se stesso il termine di 'narratore', Bassani ama definirsi soprattutto 'poeta' e 'saggista'. Nei saggi del volume Di là dal cuore, la voce in prima persona costruisce il proprio statuto di legittimità di 'genere'. L'esperienza saggistica, ci fa capire Bassani, non è un settore marginale della sua produzione, ma un punto di vista privilegiato per osservare l'insieme della sua opera di scrittore. In questo senso, i saggi accuratamente riuniti dall'autore, nonostante l'apparente occasionalità, formano un percorso unitario che si pone 'alla pari' nei confronti della prosa narrativa. Tra gli elementi di coerenza della prosa saggistica di Bassani si rilevano, in particolare, il posizionamento esplicito dell'io e la necessità del riferimento al vissuto, biografico e storico.

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El Museo de Árboles Históricos de la Argentina forma parte del Complejo Museológico"Pino de San Lorenzo", este último establecido en la Avenida San Martín 1562 de San Lorenzo, la Provincia de Santa Fe, en tierras que pertenecen a la Provincia Franciscana"San Miguel". El mencionado museo comparte este espacio con el Museo Histórico Sanmartiniano. Se inauguró el 10 de setiembre de 2009, gracias al sostenimiento que le ha otorgado el Municipio de San Lorenzo, así como a la colaboración que hizo Fray Jorge Gustavo Rodríguez por el Convento San Carlos de los franciscanos. Mientras el Museo Histórico Sanmartiniano recupera la historia de vida de San Martín desde su nacimiento hasta su fallecimiento producido en 1850 en Boulougne sur Mer, Francia, el Museo de Árboles Históricos de la Argentina intenta ser una"muestra gráfica y fotográfica actualizada de todos aquellos ejemplares arbóreos que poseen significatividad desde el punto de vista histórico". De acuerdo al tríptico que sirve de divulgación, los visitantes pueden apreciar diversos ejemplares históricos a través de"giganto-grafías" que cubren 2,00 metros de alto, por 1,30 metros de ancho, y, en especial, con fotos de alta resolución que fueron obtenidas en quince provincias del país.

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We present a sample of three large near-relativistic (>50 keV) electron events observed in 2001 by both the ACE and the Ulysses spacecraft, when Ulysses was at high-northern latitudes (>60°) and close to 2 AU. Despite the large latitudinal distance between the two spacecraft, electrons injected near the Sun reached both heliospheric locations. All three events were associated with large solar flares, strong decametric type II radio bursts and accompanied by wide (>212°) and fast (>1400 km s-1) coronal mass ejections (CMEs). We use advanced interplanetary transport simulations and make use of the directional intensities observed in situ by the spacecraft to infer the electron injection profile close to the Sun and the interplanetary transport conditions at both low and high latitudes. For the three selected events, we find similar interplanetary transport conditions at different heliolatitudes for a given event, with values of the mean free path ranging from 0.04 AU to 0.27 AU. We find differences in the injection profiles inferred for each spacecraft. We investigate the role that sector boundaries of the heliospheric current sheet (HCS) have on determining the characteristics of the electron injection profiles. Extended injection profiles, associated with coronal shocks, are found if the magnetic footpoints of the spacecraft lay in the same magnetic sector as the associated flare, while intermittent sparse injection episodes appear when the spacecraft footpoints are in the opposite sector or a wrap in the HCS bounded the CME structure.

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La tesi descrive il fenomeno di ricezione del mito faustiano all'interno della tradizione letteraria italiana di Otto e Novecento (1808-1945) nel suo sviluppo diacronico, individuando i nodi processuali emergenti ritenuti sistematici accanto alle tipologie predominanti della risposta testuale e alle più proficue rifunzionalizzazioni letterarie. La storia del mito di Faust è stata considerata aristotelicamente nella sua natura complessa ed evolutiva di fabula rinarrata, e di volta in volta risemantizzata in nuovi sistemi di valori, estetici e ideologici. Ma soprattutto in nuovi sistemi testuali. Scopo primario è stato infatti quello di comprendere come il mito di Faust sia entrato dentro alla cultura letteraria italiana e come abbia agito al suo interno, interferendo con essa. Naturalmente lo scambio e gli sviluppi hanno investito in modo reciproco e la tradizione accogliente e il mito stesso, producendo un allargamento esegetico delle sue possibilità semantiche: è infatti emersa una storia testuale che tematizza nel tempo il medesimo mito lungo assi interpretative anche estremamente divergenti. La ricerca ha portato alla scoperta di una ricca testualità rimossa dal canone della storia della letteratura italiana, anche se spesso prevalgono i testi-documento sui testi esteticamente più validi e significativi in sé; si tratta di una testualità talmente quantitativamente ricca da invitare ad un ripensamento qualitativo del fenomeno generale. Il mito di Faust, per due secoli percepito dalla critica dominante come distante ed estraneo alla cultura letteraria italiana, è invece riuscito ad entrare nella tradizione letteraria italiana, anche se attraverso modalità molto controverse: in linea di massima è potuto passare dal canone statico al canone dinamico laddove ha saputo influenzare e stimolare nuove vie significative di sviluppo formale. Il confronto della cultura letteraria italiana con il mito di Faust è stato in effetti caratterizzato subito da un doppio movimento discratico di rifiuto e dialogo. Il principale fattore di rifiuto è stato di carattere culturale: la difficoltà ad accettare un equilibrio fatto non di antitesi risolte in una sintesi ma di polarità aperte, irrisolte, in perpetuo bilanciamento, anche a livello formale reso in una tragedia franta in scene apparentemente autonome, divisa in due parti così diverse e chiusa da un lieto fine, mal si confaceva ai diffusi canoni classicisti di equilibrio formale, nonché alle esigenze romantiche di poesia moralmente chiara nel suo messaggio. Da qui le diffuse accuse di scarsa chiarezza e ambiguità morale, che andavano direttamente ad incontrarsi e sommarsi con i pregiudizi più propriamente teologico- religiosi di estraneità a quel mito nato come saga luterana dichiaratamente anti-papale. La condanna di carattere moralistico-cattolico risulta nei fatti propria più di certa cultura che non del largo pubblico che invece nel corso dell'Ottocento dimostra di gradire le versioni per musica e balletto di argomento faustiano, per quanto semplificata ed edulcorate rispetto alla leggenda originaria così come rispetto alla tragedia goethiana. Rispetto a tutti questi elementi di resistenza e rifiuto l'opera Mefistofele di Boito si presenta come snodo di opposizione consapevole e riferimento duraturo d'interrogazione critica. La principale linea di avvicinamento invece tra la cultura letteraria italiana e il mito di Faust resta quella del parallelo, già ideato dagli stessi intellettuali tedeschi d'inizio Ottocento, con l'opera ritenuta massima nel nuovo canone nazionale italiano da fine Settecento ad oggi: la Divina Commedia. Tanta critica, almeno fino alla metà del XX secolo, si rifà più o meno esplicitamente a questo parallelo pregiudiziale e testualmente piuttosto infondato ma molto produttivo, come si è attestato, a livello creativo. Questa ricostruzione ha voluto nel suo complesso dimostrare sul campo il valore di questo macrotesto faustiano come una delle vie maestre della dialettica tra tradizione e modernità, ancor più significativa nell'ambito di una cultura letteraria come quella italiana che, dopo l'estinguersi della sua centralità in epoca rinascimentale, si è rivelata particolarmente resistente al dialogo con le altre letterature fino al pieno Novecento.

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La finalidad de este dossier temático que se publica en el Boletín Americanista es dar a conocer algunos de los trabajos más relevantes sobre la historia de la empresa y de los empresarios en la Argentina tomando como corte temporal los siglos XIX y XX y, en concreto, la manera en que las empresas y los empresarios del país o radicados en él adecuaron sus prácticas al contexto de transformaciones económicas sufridas por el Cono Sur latinoamericano durante su integración al mercado internacional. Los inmigrantes, las redes sociales y las estrategias económicas son las claves de análisis abordadas en cada uno de los trabajos, los cuales tienen como finalidad mostrar la diversidad regional y temporal de las distintas experiencias empresariales argentinas estudiadas. Se incluyen los trabajos de: A. Reguera, 'Por el testamento habla la red. Estancias, bienes y vínculos en la trama empresarial de Juan Manuel de Rosas (Argentina, siglo XIX)'; L. Méndez, 'El león de la cordillera'. Primo Capraro y el desempeño empresario en la región del Nahuel Huapi, 1902-1932'; A. Mateu y H.Ocaña, 'Una mirada empresarial a la historia de la vitivinicultura mendocina (1881-1936)'; V. Palavecino, 'Comerciantes-empresarios en el medio rural argentino a comienzos del siglo XX. El estudio de caso de los Hnos. Vulcano y su Casa de Comercio 'El Progreso''; S. Fernández, 'Crecimiento urbano y desarrollo local. Empresas y municipio en el negocio de la energía eléctrica en Argentina (1888-1947): el caso de la ciudad de Rosario'; M. Rougier, 'Expansión y crisis de una empresa industrial argentina. Historia de la Fábrica de Vidrios y Opalinas Hurlingham, 1948-1994'. Dossier citado por: Evelyne Sanchez (2007), Las élites empresariales y la independencia económica de México. Estevan de Antuñano o las vicisitudes del fundador de la industria textil moderna (1792-1847). México, Plaza y Valdés, Fundación Miguel Alemán, BUAP.

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[spa]Las estrategias comerciales de los libreros y editores españoles para desembarcar en los mercados americanos son analizadas en un contexto signado por las tendencias americanistas en el plano político y las iniciativas regeneracionistas en el económico durante el periodo que va del Centenario de las Independencias hasta la Guerra Civil española. Se abordan algunas de las políticas empresariales editoriales implementadas en Cataluña, el liderazgo ejercido por esta región como epicentro del proyecto hispano, y finalmente las condiciones que permitieron la creación de la editorial Sudamericana en Buenos Aires ante la inminencia del triunfo franquista. Los ejes de estudio son las estrategias editoriales y comerciales; el peso de las asociaciones y corporaciones patronales del libro; y los vínculos tejidos con el sector intelectual argentino en las primeras décadas del siglo XX a través de delegaciones consulares, instituciones culturales y cámaras españolas de comercio.

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La reconstrucción de la historia de la madre del conocido Estanislao Severo Zeballos es el objetivo de este artículo que se centra en la búsqueda del rol ejercido por Felisa Jordán durante la organización del Estado-Nación de la República Argentina. Zeballos divulgó algunos datos de su vida privada, como su parentesco con los Urquiza y los Ruiz Moreno, o su condición de propietario de 351.562 hectáreas en el Chaco Boreal gracias a la mediación que practicó en el transcurso de la firma del tratado boliviano-paraguayo que fijó la línea de statu-quo de 1907. Pero el relato más creativo del rosarino Estanislao fue la gestión de su madre Felisa Jordán de Zeballos en el marco del ámbito asociativo de la ciudad de Rosario. Para describir esta llamativa vinculación entre Zeballos y su madre Felisa Jordán me he centrado en dos fuentes documentales singulares que nos permiten abordar las prácticas asociativas, los espacios públicos y la proyección femenina en Argentina entre 1869 y 1872. En primer lugar en los documentos privados de las mujeres de élite de la Ciudad de Rosario, en particular las actas y la correspondencia de la asociación benéfica Damas de Caridad. Esta documentación signó durante años mi investigación sobre el Asilo de Huérfanos y Expósitos cuyo nombre fue modificado por Hogar del Huérfano por el peronismo, una institución que hoy día se encuentra en un futuro incierto. La secretaria de aquella asociación femenina fue la llamativa Felisa Jordán, la viuda del militar Estanislao Zeballos, que colaboraba activamente con la presidenta de la asociación Damas de Caridad, María de los Ángeles Rodríguez de Rosas, y con la tesorera Blanca Musch de Villegas en cuyo domicilio se reunieron por primera vez para formar la entidad en el año 1869, es decir, en plena Guerra de la Triple Alianza. La documentación de las hoy llamadas Damas de Protección al Huérfano se conserva en el archivo del Hogar del Huérfano, otrora denominado Hogar de Huérfanos y Expósitos, y hace referencia a aspectos de la vida cotidiana de la entidad, de la asociación femenina y de sus socias.

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El presente Dossier, variopinto en cuanto a los espacios geográficos y contenidos, tiene como objetivo mostrar un hilo conductor común que desvele a los "invisibilizados", muchos de ellos inmigrantes o emigrantes, y otros muchos protagonistas de la resistencia en América Latina. La geografía incluye a países como Perú, México, Argentina, Paraguay, Ecuador, Nicaragua y, por último, España, que es un espacio de profunda interrelación con América Latina. La cronología abarca desde finales del siglo XVIII hasta la actualidad. Las tipologías étnicas tratadas incluyen indígenas, esclavos, mestizos y blancos migrantes como actores sociales de los procesos históricos. Y en cuanto a las fuentes documentales, alternan los testimonios escritos y orales. El Dossier está constituido por un total de catorce artículos, confeccionados por especialistas procedentes de universidades e instituciones científicas españolas y latinoamericanas. En función de las temáticas presentadas, agrupamos las diversas contribuciones y describimos el contenido de los aportes.

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Este artículo se centra en la vida mocoví del norte santafesino a través del "último malón mocoví" producido en abril de 1904, abordando las percepciones franciscanas que nos dan pistas para comprender la acción de fray Buenaventura Giuliani durante la "revolución" mocoví de 1904, así como la conversión del mocoví Teófilo Salteño que quedó en manos de los franciscanos por su condición de huérfano. Los objetivos son comprender el rol del gobierno provincial santafesino; las difíciles relaciones tejidas entre fray Ducca y fray Giuliani; y el significado del lento abandono de la Reducción Indígena por parte de los propios mocovíes al ser sustituidos por los criollos y extranjeros de finales del siglo XIX y principios del siglo XX. Entre estos inmigrantes "blancos" encontramos al historiador Alcides Greca, director de la primera película filmada en el interior de la Argentina en el año 1917, precisamente sobre el "último malón mocoví" producida en la Reducción Indígena de San Javier el 21 de abril de 1904.