984 resultados para Guggenheim-museo
Resumo:
Il progetto del Museo Nazionale di Ravenna prevedeva l’intervento su un’area molto particolare della città. Il nuovo orientamento dell’ingresso al Museo ha permesso di definire meglio l’area posta tra Galla Placidia e San Vitale nel tentativo di ottenere un nuovo equilibrato rapporto con il sistema urbano, il parcheggio di Largo Giustiniano, e soprattutto con gli elementi architettonici presenti. L’ingresso ipotizzato prevede un facile accesso sia dal parcheggio che dalla via Galla Placidia, resa prettamente pedonale. All’interno i tre chiostri definiscono la sequenza attorno a cui ruotano e si scandiscono le funzioni museali. Si è scelto di conservare l’ allestimento attuale del lapidario del primo e secondo chiostro giudicandolo una testimonianza storica della vita del Museo. All’interno del terzo chiostro si sono invece raccolti i sarcofagi presenti nell’area verde che circonda San Vitale fornendo loro un’adeguata sistemazione. L’area è stata poi protetta da una copertura, automa dall’ edificio, che rispetta le alberature presenti. Invece per gli affreschi di Santa Chiara è stata ipotizzata una nuova struttura, raro esempio di ciclo pittorico pervenuto a Ravenna, che completa il lato del terzo chiostro.
Resumo:
Il Museo Nazionale di Ravenna, ospitato in alcuni ambienti dell’ex monastero benedettino di San Vitale, attualmente si identifica con difficoltà con un punto nodale nel circuito di visita della città. Il complesso museale, come è ovvio che sia per la tipologia monastica, pur trovandosi al centro di un’importante area monumentale, non instaura alcun dialogo con le architetture che lo circondano, rimanendo chiuso in se stesso. Questo è il frutto anche della mancanza di una visione d’insieme, che comporta una difficile comprensione del sito da parte del visitatore. Dopo un’analisi ad ampio raggio, che parte dall’area esterna al complesso e arriva alle collezioni conservate negli ambienti del museo, si evince un generale disordine alle diverse scale. Con questa tesi si propone quindi di fornire una lettura chiara ed ordinata dell’area intorno al complesso dell’ex monastero di San Vitale e di far partecipare tutte le architetture in un unico complesso ed articolato “racconto”. Allo stesso tempo si cerca un’organizzazione precisa delle molteplici funzioni dislocate all’interno degli spazi del complesso e, scendendo ancora di scala, si espone una nuova narrazione museografica.
Resumo:
Gli obiettivi principali che si è voluti raggiungere sono essenzialmente: - a livello urbano la realizzazione di un percorso continuo di collegamento tra il centro storico e l’area periferica della città, lasciando inalterata l’impostazione introversa della struttura claustrale, - la rivisitazione dell’apparato museografico del lapidario in modo che possa costituire un percorso didattico – narrativo della storia della città utile per conoscere la storia non solo della città di Ravenna, ma anche quella dei principali monumenti della città. La maggior parte di questi sono stati eretti durante il periodo bizantino sotto l’Impero di Teodorico per ospitare il culto ariano per essere poi convertiti al culto cattolico, - la scomposizione del complesso museale in ambienti comunicanti tra di loro, ma nello stesso gestibili in modo autonomo con ingressi indipendenti dall’esterno.
Resumo:
Nell'ambito del processo di riordino e ampliamento del Museo Nazionale di Ravenna, si è sviluppata una riflessione progettuale capace di tenere in considerazione soprattutto le potenzialità che questo museo offre dal punto di vista culturale. Il museo tradizionale è spesso un magazzino sovraffollato di opere. Obiettivi importanti sono la creazione di percorsi di visita semplici e preordinati che migliorino la comprensione delle opere e del contesto. Si è deciso di conferire importanza al rapporto tra contenitore e contenuto musealizzando alcune parti del complesso. Con questo intervento, il museo acquista caratteri di modernità e di efficienza in grado di far fronte alle nuove esigenze museografiche.
Resumo:
La mia ricerca di tesi si è focalizzata sull'analisi del territorio e del paesaggio di Jesolo. Ho deciso di intervenire in un'area di collegamento tra Jesolo Lido e Jesolo paese, progettando un un museo del territorio. Il mio progetto di museo didattico-sensoriale permette ai visitatori di scoprire il territorio e l'ecosistema del territorio veneto.
Resumo:
Allosaurus fragilis (Theropoda: Carnosauria) è tra i dinosauri del Giurassico Superiore meglio conosciuti grazie a numerosi scheletri rinvenuti a partire dal secolo scorso. Le collezioni del Museo Universitario Paleontologico del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell'Università di Modena e Reggio Emilia ospitano uno scheletro costituito da reperti originali provenienti dal Cleveland-Lloyd Dinosaur Quarry (Utah) ad oggi non descritto in dettaglio. Il temporaneo disallestimento dello scheletro per la realizzazione di una nuova struttura museale ha permesso di esaminare in dettaglio i singoli elementi scheletrici. La storia di come e quando il materiale sia giunto a Modena rimane incerta, e per questo lavoro si è raccolta tutta la documentazione storica per completare le informazioni relative all'esemplare. In questa tesi vengono inoltre descritti alcuni degli elementi più diagnostici al fine di verificare se lo scheletro rappresenta uno o più individui di Allosaurus fragilis, la specie più abbondante e meglio documentata del Cleveland-Lloyd Dinosaur Quarry. Per questo obiettivo le ossa sono state confrontate con esemplari di riferimento in letteratura e inquadrate all'interno del contesto tafonomico del sito di ritrovamento. Durante le fasi di studio, i reperti esaminati sono stati acquisiti come modelli tridimensionali ad alta risoluzione mediante tecniche fotogrammetriche. Questo per garantire fruibilità ai singoli elementi anche in seguito al riallestimento dello scheletro per fini espositivi. I dati raccolti in questa tesi, ed in particolare 1. l’analisi del contesto tafonomico e tassonomico del Cleveland-Lloyd Dinosaur Quarry; 2. il confronto morfometrico tra le ossa presenti a Modena e quelle descritte in letteratura, e 3. le caratteristiche specifiche dei reperti esaminati, permettono di chiarire numerosi aspetti legati alla storia del reperto e al numero di individui rappresentati dallo scheletro di Allosaurus fragilis del Museo di Modena.
Resumo:
Scan von Monochrom-Mikroform
Resumo:
Die Seitenzahl ergibt sich durch folgende Paginierung: IV + 104 + 132 S., zusätzlich gibt es die Seiten 1(a) und 1bis, sowie eine unpaginierte Beilage, die aus einem Blatt besteht.
Resumo:
Die im Katalog angegebenen Seitenzahlen weichen von den vorhandenen ab.
Resumo:
Recientemente y en diferentes contextos, los antropólogos argentinos comenzaron a discutir acerca del perfil profesional. La formación universitaria, las demandas e inserción en diversos sectores sociales fueron conciliados para definir nuevas perspectivas en el desarrollo disciplinar. La Carrera de Antropología se inicia en el Museo de Ciencias Naturales de La Plata en 1958, con una orientación teórica definida en el marco de las Ciencias Naturales. Ello ha aportado interesantes enfoques que posibilitan la intervención del antropólogo en proyectos y programas interdisciplinarios. El presente trabajo intenta dar cuenta del proceso de revisión de nuestra historia institucional. Esperamos contribuir a la consolidación de espacios formales de discusión y organización para superar la fragmentación que aún se advierte pese a los cincuenta años transcurridos de la creación de las carreras de Antropología en nuestro país.
Resumo:
El trabajo aborda a la vez la historia de una institución local en particular y su devenir en relación con el campo artístico de Mendoza y la genealogía europeizante del museo de arte impuesto como paradigma desde la formación de los estados nacionales europeos. El Museo de Bellas Artes como entidad reproductora del gusto de la burguesía y como factor de distinción social verifica en esta región americana el cumplimiento de un ciclo reforzado por la copia del modelo civilizatorio que asume como propio en la Mendoza de los siglos XIX y XX. Tras la institución del primer Museo Provincial de Bellas Artes y su posterior refundación como Museo Fader; sorprende hallar un programa museológico de cuño modernizador; atento a la realidad latinoamericana sin perder de vista la historia del sector.
Resumo:
La cultura se presenta hoy como un elemento determinante en la planificación del desarrollo, tanto por los efectos económicos que genera en términos de empleo, ingresos, y producción; como por ser un instrumento útil y eficaz para el fortalecimiento de la independencia, la soberanía y la identidad de los territorios en un mundo globalizado. El objetivo de este estudio es reconocer el impacto de la cultura en el desarrollo económico a través de un ejercicio empírico centrado en el Museo de Antioquia de la ciudad de Medellín (Colombia). Se aplicó una encuesta de percepción a los habitantes y visitantes de la ciudad. Los datos se sometieron a un análisis descriptivo y se formalizó un Modelo de Regresión Logística en busca de identificar y explicar los elementos que permiten vincular la cultura y el desarrollo. Se encontró que cerca al 90% de los encuestados afirmaron que la existencia del Museo de Antioquia es importante para el desarrollo económico de la ciudad de Medellín, identificándolo como un atractivo turístico y cultural que genera impactos positivos en el crecimiento económico y el bienestar social.
Resumo:
Las Salas-Museo de la Biblioteca Pública de la UNLP están conformadas por las colecciones particulares de distintas personalidades de la ciudad de La Plata. Además de libros, incluyen mobiliario, manuscritos, objetos personales, diplomas, cuadros y diferentes obras de arte que las convierten en un rico fondo museográfico digno de ser exhibido para ser apropiado y apreciado por el público que concurre a la Biblioteca. En el transcurso de este año y, en conjunto con la Red de Museos de la UNLP, se realizó el diseño de un proyecto museográfico para renovar la muestra permanente de estas salas que se encontraban desactualizadas en cuanto a la museografía, buscando un diseño más dinámico y teniendo en cuenta como actor principal al visitante. En esta ponencia, presentaremos el proceso de reformulación de la Sala Joaquín V. González y la Sala Alejandro Korn, su montaje y puesta en marcha dentro de las posibilidades técnicas, espaciales y financieras obtenidas para el proyecto. El objetivo de esta renovación es lograr un acercamiento al público, generando un cambio conceptual estructural en la exhibición actual para que el mensaje esté en las historias que se cuentan a través del patrimonio y no la mera exposición de objetos
Resumo:
Este trabajo surge de reflexiones sobre el archivo durante una investigación sobre Xul Solar. Se abordan cuestiones metodológicas en beneficio de un sentido posible (y operativo) de la noción de archivo propuesta por Howard Becker, que supone el empleo de representaciones de lo social como ficheros. Desde esta concepción, enriquecida desde la sociología, en la que el archivo resulta un modo de hacer y usar productos culturales, analizamos los montajes que realiza el museo artístico contemporáneo sobre Xul Solar. Para ello, confrontamos dos muestras retrospectivas: una en Latinoamérica a fines del siglo XX, otra en Europa a comienzos del XXI