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L'obiettivo principale di questo lavoro valutare le difficolt di comprensione e di identificazione nella ricezione da parte della cultura italiana dell'opera Grande serto: veredas, da quelle trovate, in modo pionieristico, dal traduttore italiano, a quelle che sono state percepite e indicate al momento della lettura dai critici, dagli accademici, dall'autore di questo lavoro e, soprattutto, dai lettori comuni, mostrando, allo stesso tempo, che i problemi avuti dagli italiani nella traduzione esistono, sotto certi aspetti, anche per i brasiliani urbani, poich la dimensione linguistico-geografica presente nel romanzo cos peculiare, che perfino molti lettori di lingua portoghese ignorano il mondo plasmato dal linguaggio di Guimares Rosa rivelando una esacerbazione della questione universale espressa nella formula "traduttori, traditori". Partendo da tutto ci, abbiamo cercato di dimostrare che, sebbene la traduzione di Edoardo Bizzarri abbia raggiunto un eccellente risultato, l'opera rosiana, cos come nella poesia e di pi di qualsiasi altra narrativa, comporta, nel passaggio da un idioma all'altro, perdite irrimediabili, tanto relative all'armonia musicale e ritmica, quanto alla richezza semantica che si occulta nel testo originale

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Il presente lavoro comincia con una descrizione dettagliata del McMaster Model of Family Functionig (MMFF), modello che al suo interno integra una teoria multidimensionale sul funzionamento familiare, diversi strumenti di auto ed etero valutazione e chiare indicazioni terapeutiche racchiuse allinterno della Problem Centered System Therapy of the Family (PCSTF). Grazie alla sua completezza il Modello fornisce ai clinici metodi coerenti, pratici ed empiricamente validi per valutare e trattare le famiglie, essi inoltre, sono stati formulati in modo da essere adattabili a differenti setting clinici e di ricerca, applicabili ad unampia gamma di problematiche e verificabili empiricamente. Obiettivo finale della presente ricerca stato quello di porre le basi per lesportazione del MMFF in Italia e poter quindi procedere alla sua applicazione in ambito clinico. La ricerca cominciata alla Brown University con la traduzione dallinglese allitaliano del Family Assessment Device (FAD), uno degli strumenti di autovalutazione compresi nel MMFF, ed in seguito continuata con la validazione del suddetto strumento in un campione di 317 soggetti appartenenti alla popolazione generale italiana. Il FAD si dimostrato uno strumento valido ed affidabile, in grado quindi di fornire valutazioni stabili e coerenti anche nella sua versione italiana. Il passo successivo stato caratterizzato dalla somministrazione di FAD, Symptom Questionnaire (SQ) e delle Psychological Well-Being scales (PWB) a 289 soggetti reclutati nella popolazione generale. In accordo con il modello bipsicosociale che vede lambiente familiare come il pi immediato gruppo di influenza psicosociale dello stato di benessere o malessere dellindividuo, i nostri dati confermano una stretta relazione tra scarso funzionamento familiare, spesso espresso attraverso difficolt di comunicazione, di problem solving e scarso coinvolgimento affettivo e distress psicologico esperito con sintomi depressivi, ansiogeni ed ostilit. I nostri dati sottoliano inoltre come un funzionamento familiare positivo sia altamente correlato ad elevati livelli di benessere psicologico. Obiettivo della parte finale del lavoro ed anche il pi importante, stato quello di esplorare lefficacia della Problem Centered Systems Therapy of the Family nella gestione della perdita di efficacia degli antidepressivi nel trattamento della depressione ricorrente. 20 soggetti con diagnosi di depressione maggiore ricorrente secondo il DSM-IV sono stati randomizzati a due diverse condizioni di trattamento: 1) aumento del dosaggio dellantidepressivo e clinical management, oppure 2) mantenimento dello stesso dosaggio di antidepressivo e PCSTF. I dati di questo studio mettono in evidenza come, nel breve termine, PCSTF e farmacoterapia sono ugualmente efficaci nel ridurre la sintomatologia depressiva. Diversamente, ad un follow-up di 12 mesi, la PCSTF si dimostrata altamente superiore allaumento del farmaco ner prevenire le ricadute. Nel gruppo sottoposto allaumento del farmaco infatti ben 6 soggetti su 7 ricadono entro lanno. Nel gruppo assegnato a terapia familiare invece solo 1 soggetto su 7 ricade. Questi risultati sono in linea con i dati della letteratura che sottolineano lelevata probabilit di una seconda ricaduta dopo laumento dellantidepressivo allinterno di una farmacoterapia di mantenimento e suggeriscono lefficacia dellutilizzo di strategie psicoterapiche nella prevenzione della ricaduta in pazienti con depressione ricorrente.

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Il tema di ricerca sul Segretariato Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri si colloca su di un terreno che potremmo definire, genericamente, giuspubblicistico, posto al confine tra il diritto costituzionale ed il diritto amministrativo. Tale visione sistematica trae fondamento alla apparente vocazione del Segretariato, di soggetto istituzionale dalla doppia attitudine: da un lato, infatti, preposto alla traduzione - in termini strettamente operativi - dellindirizzo politico governativo e dallaltro svolge unattivit di monitoraggio e di raccolta di informazioni generali necessarie per il migliore svolgimento dellazione governativa. Pertanto, per linquadramento e lanalisi delle differenti problematiche che avvolgono listituto sono state recuperate, per i profili dinteresse, diverse categorie giuridiche, alcune di stampo marcatamente costituzionalistico (a titolo esemplificativo, la funzione, lindirizzo politico, il rapporto di fiducia, la posizione costituzionale del Presidente del Consiglio, dei Ministri e del Consiglio dei Ministri, categorie cui stata aggiunta, per alcuni aspetti, la disciplina elettorale e, in particolare, la stessa formula elettorale, suscettibile di apportare una spiccata mobilit decisionale tra i diversi organi di cui si compone il Governo), accostate ad altre di specifico interesse amministrativistico (il coordinamento, latto politico, latto di alta amministrazione, la direzione, le strutture in cui si dipana lorganizzazione, lazione amministrativa, la gestione finanziaria). Lo sviluppo del tema proposto, in via preliminare, facendo riferimento allinquadramento generale dellistituto, attraverso lesame della genesi e dello sviluppo della struttura burocratica oggetto dello studio, tenendo conto della versatilit operativa, sia sul versante strutturale, sia funzionale, dimostrata nel corso degli decenni di storia costituzionale del Paese, spesso costellata da avvenimenti politici e sociali controversi e, a volte, non privi di accadimenti drammatici. La dottrina non ha dedicato specifici studi ma si occupata dellargomento in via incidentale, nellambito di trattazioni di pi ampio respiro dedicate alla funzione di governo nelle sue varie declinazioni, legando a doppio filo il Segretariato Generale della Presidenza del Consiglio al Presidente del Consiglio soprattutto nella misura in cui afferma che il Segretariato struttura meramente servente del premier di cui sembrerebbe condividerne le sorti specie con riferimento alla conformazione strutturale e funzionale direttamente collegata alla maggiore o minore espansione dei suoi poteri (reali) di coordinamento e di direzione della compagine governativa, ponendo in secondo piano le funzioni di continuit istituzionale e di servizio al cittadino che pure sono assolte dallorgano. Ci premesso, si tentato di fornire una visione generale del Segretariato nella sua dimensione ordinamentale ed operativa, attraverso la ricognizione, scomposizione e ricomposizione delle sue numerose attribuzioni per saggiare il suo reale natura giuridica. In conclusione, anche a fronte della posizione netta della giurisprudenza, si optato per ritenere che il Segretariato generale della Presidenza del Consiglio dei ministri sia attratto tra gli organi amministrativi.

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This study aims to the elaboration of juridical and administrative terminology in Ladin language, actually on the Ladin idiom spoken in Val Badia. The necessity of this study is strictly connected to the fact that in South Tyrol the Ladin language is not just safeguarded, but the editing of administrative and normative text is guaranteed by law. This means that there is a need for a unique terminology in order to support translators and editors of specialised texts. The starting point of this study are, on one side the need of a unique terminology, and on the other side the translation work done till now from the employees of the public administration in Ladin language. In order to document their efforts a corpus made up of digitalized administrative and normative documents was build. The first two chapters focuses on the state of the art of projects on terminology and corpus linguistics for lesser used languages. The information were collected thanks to the help of institutes, universities and researchers dealing with lesser used languages. The third chapter focuses on the development of administrative language in Ladin language and the fourth chapter focuses on the creation of the trilingual Italian German Ladin corpus made up of administrative and normative documents. The last chapter deals with the methodologies applied in order to elaborate the terminology entries in Ladin language though the use of the trilingual corpus. Starting from the terminology entry all steps are described, from term extraction, to the extraction of equivalents, contexts and definitions and of course also of the elaboration of translation proposals for not found equivalences. Finally the problems referring to the elaboration of terminology in Ladin language are illustrated.

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The present study aims at analyzing how dark humour as a cinematic genre travels cross-culturally through a specific mode of audiovisual translation, i.e. dubbing. In particular, it takes into consideration the processes involved in dubbing humour from English into Italian as observed in the English- and Italian-language versions of ten British and American dark comedies from the 1940s to the 2000s. In an attempt to identify some of the main mechanisms of the dark humour genre, the humorous content of the films was analyzed in terms of the elements on which specific scenes are based, mainly the non-verbal and verbal components. In the cases in which verbal elements were involved, i.e. the examples of verbally expressed humour, the analysis was concerned with whether they were adapted into Italian and to what effect. Quantification of the different kinds of dark humour revealed that in the sample of dark comedies verbal dark humour had a higher frequency (85.3%) than non-verbal dark humour (14.7%), which partially disconfirmed the first part of the research hypothesis. However, the significance of contextual elements in the conveying of dark humour, both in the form of Nsp VEH (54.31%) and V-V (V+VE) (21.68%), provided support for the hypothesis that, even when expressed verbally, dark humour is more closely linked to context-based rather than purely linguistic humour (4.9%). The second part of the analysis was concerned with an investigation of the strategies adopted for the translation of verbal dark humour elements from the SL (English) into the TL (Italian) through the filter of dubbing. Four translational strategies were identified as far as the rendering of verbal dark humour is concerned: i) complete omission; ii) weakening; iii) close rendering; and iv) increased effect. Complete omission was found to be the most common among these strategies, with 80.9% of dark humour examples being transposed in a way that kept the STs function substantially intact. Weakening of darkly humorous lines was applied in 12% of cases, whereas increased effect accounted for 4.6% and complete omission for 2.5%. The fact that for most examples of Nsp VEH (84.9%) and V-AC (V+VE) (91.4%) a close rendering effect was observed and that 12 out of 21 examples of V-AC (PL) (a combined 57%) were either omitted or weakened seemed to confirm, on the one hand, the complexity of the translation process required by cases of V-AC (PL) and V-AC (CS). On the other hand, as suggested in the second part of the research hypothesis, the data might be interpreted as indicating that lesser effort on the translator/adaptors part is involved in the adaptation of V-AC (Nsp VEH) and V-V (V+VE). The issue of the possible censorial intervention undergone by examples of verbal dark humour in the sample still remains unclear.

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La tesi il frutto di un lavoro di ricerca sul rapporto tra educazione e politica sviluppato considerando letteratura, studi e ricerche in ambito pedagogico, sociologico e delle scienze politiche. I nuclei tematici oggetto delle letture preliminari e degli approfondimenti successivi che sono diventati il corpo della tesi sono i seguenti: la crisi del ruolo dei partiti politici in Italia e in Europa: diminuiscono gli iscritti e la capacit di dare corpo a proposte politiche credibili che provengano dalla basedei partiti; la crisi del sistema formativo1 in Italia e il fatto che leducazione alla cittadinanza sia poco promossa e praticata nelle scuole e nelle istituzioni; la diffusa mancanza di fiducia degli adolescenti e dei giovani nei confronti delle istituzioni (scuola inclusa) e della politica in molti Paesi del mondo2; i giovani sono in linea con il mondo adulto nel dimostrare i sintomi di apatia politica che si manifesta anche come avversione verso la politica; il fatto che le teorie e gli studi sulla democrazia non siano stati in grado di prevenire la sistematica esclusione di larghi segmenti di cittadinanza dalle dinamiche decisionali dimostrando che la democrazia formale sia drasticamente differente da quella sostanziale. Una categoria tra le pi escluse dalle decisioni quella dei minori in et. Queste tematiche, se poste in relazione, ci inducono a riflettere sullo stato della democrazia e ci invitano a cercare nuovi orizzonti in cui inserire riflessioni sulla cittadinanza partendo dallinteresse centrale delle scienze pedagogiche: il ruolo delleducazione. Essenziale il tema dei diritti umani: per cominciare, rileviamo che sebbene la Convenzione internazionale sui diritti dellinfanzia sia stata approvata da quasi ventanni (nel 1989) e malgrado numerose istituzioni nazionali e internazionali (Onu, Consiglio dEuropa, Banca Mondiale, Unesco) continuino ad impegnarsi nella promozione dei diritti sanciti e ratificati con leggi da quasi tutti i Paesi del mondo, questi diritti sono spesso trascurati: in particolare i diritti di bambini, adolescenti e giovani fino a 18 anni ad essere ascoltati, ad esprimersi liberamente, a ricevere informazioni adeguate nonch il diritto ad associarsi. Leffetto di tale trascuratezza, ossia la scarsa partecipazione di adolescenti e giovani alla vita sociale e politica in ogni parte del mondo (Italia inclusa) un problema su cui cercheremo di riflettere e trovare soluzioni. Dalle pi recenti ricerche svolte sul rapporto tra giovani e politica3, risulta che sono in particolare i giovani tra i quindici e i diciassette anni a provare disgusto per la politica e a non avere alcune fiducia n nei confronti dei politici, n delle istituzioni. Il disgusto strettamente legato alla sfiducia, alla delusione , alla disillusione che oltretutto porta al rifiuto per la politica e quindi anche a non informarsi volutamente, a tenere ci che riguarda la politica lontano dalla propria sfera personale. In Italia, ci non una novit. N i governi che si sono succeduti dagli anni dellUnit ad oggi, n le teorie democratiche italiane e internazionali sono riusciti a cambiare lapproccio degli italiani alla politica: fissit della cultura politica, indolenza di fronte alla mancanza di cultura della legalit, livelli bassi di informazione, di competenza, di fiducia nella democrazia4. Tra i numerosi fattori presi in analisi nelle ricerche internazionali (cfr. Cap. I par.65) ve ne sono due che si scoperto influenzano notevolmente la partecipazione politica della popolazione e che vedono lItalia distante dalle altre democrazie europee: 1) la vicinanza alla religione istituzionale , 2) i caratteri della morale6. Religione istituzionale Non c studio o ricerca che non documenti la progressiva secolarizzazione degli stati. Eppure, dividendo la popolazione dei Paesi in: 1) non credenti, 2) credenti non praticanti e 3) credenti praticanti, fatto salvo per la Francia, si assiste ad una crescita dei credenti non praticanti in Europa e dei credenti praticanti in particolare in Italia (risultavano da unindagine del 2005, il 42% della popolazione italiana). La spiegazione di questa controtendenza dellItalia, spiega la Sciolla, potrebbe essere il crescente ruolo pubblico assunto dalla Chiesa italiana e della sua sempre pi pervasiva presenza su temi di interesse pubblico o direttamente politico (dalla fecondazione assistita alle unioni tra omosessuali) oltrech alla sua visibilit mediatica che, insieme al generale e diffuso disorientamento, potrebbe aver esercitato un autorevole richiamo. Pluralismo morale Frutto innanzitutto del processo di individualizzazione che erode le forme assolute di autorit e le strutture gerarchiche e dellaffermarsi dei diritti umani con lampliamento degli spazi di libert di coscienza dei singoli. Una conferma sul piano empirico di questo quadro data dal monitoraggio di due configurazioni valoriali che pi hanno a che vedere con la partecipazione politica: 1) Grado di civismo (in inglese civicness) che raggruppa giudizi sui comportamenti lesivi dellinteresse pubblico (non pagare le tasse, anteporre il proprio interesse e vantaggio personale allinteresse pubblico). 2) Libertarismo morale o cultura dei diritti ovvero difesa dei diritti della persona e della sua liber di scelta (riguarda la sessualit, il corpo e in generale la possibilit di disporre di s) In Italia, il civismo ha subito negli anni novanta un drastico calo e non pi tornato ai livelli precedenti. Il libertarismo invece aumentato in tutti i Paesi ma Italia e Stati Uniti hanno tuttora un livello basso rispetto agli altri Stati. I pi libertari sono gli strati giovani ed istruiti della popolazione. Queste caratteristiche degli italiani sono riconducibili alla storia del nostro Paese, alla sua identit fragile, mai compatta ed unitaria. Non possibile tralasciare linfluenza che la Chiesa ha sempre avuto nelle scelte politiche e culturali del nostro Paese. Limitando il campo al secolo scorso, dobbiamo considerare che la Chiesa cattolica ha avuto continuativamente un ruolo di forte ingerenza nei confronti delle scelte dei governi (scelte che, come vedremo nel Cap. I, par.2 hanno influenzato le scelte sulla scuola e sulleducazione) che si sono succeduti dal 1948 ad oggi7. Ci ha influito nei costumi della nostra societ caratterizzandoci come Stato sui generis nel panorama europeo Inoltre possiamo definire lItalia uno "Stato nazionale ed unitario" ma la sua identit resta plurinazionale: vi sono nazionalit, trasformate in minoranze, comprese e compresse nel suo territorio; lo Stato afferm la sua unit con le armi dell'esercito piemontese e questa unit ancora da conquistare pienamente. Lo stesso Salvemini fu tra quanti invocarono un garante per le minoranze constatando che di fronte a leggi applicate da maggioranze senza controllo superiore, le minoranze non hanno sicurezza. Riteniamo queste riflessioni sullidentit dello Stato Italiano doverose per dare a questa ricerca sulla promozione della partecipazione politica di adolescenti e giovani, sulleducazione alla cittadinanza e sul ruolo degli enti locali una opportuna cornice culturale e di contesto. Educazione alla cittadinanza In questo scritto consideriamo che lo stimolo al cambiamento e al controllo di ci che succede nelle sfere della politica, la difesa stessa della democrazia, pi facile che avvenga se i membri di una comunit, singolarmente o associandosi, si tengono bene informati, possiedono capacit riflessive e argomentative, sono dunque adeguatamente competenti e in grado di formarsi unopinione autonoma e di esprimerla pubblicamente. In questo senso potremmo dire che proprio leducazione alla democrazia, di chi nella democrazia vive, godendone i vantaggi, stata rappresentata da Montiesquieu e da J.S Mill come uno dei caratteri basilari della democrazia stessa e la sua assenza come uno dei peggiori rischi in cui si pu incorrere8 Leducazione alla cittadinanza - considerata come cornice di un ampio spettro di competenze, complessivamente legate alla partecipazione e pienamente consapevole alla vita politica e sociale - e in particolare la formazione alla cittadinanza attiva sono da tempo riconosciute come elementi indispensabili per il miglioramento delle condizioni di benessere dei singoli e delle societ e sono elementi imprescindibili per costituire un credibile patto sociale democratico. Ma che tipo di sistema formativo meglio si adatta ad un Paese dove - decennio dopo decennio - i decisori politici (la classe politica) sembrano progressivamente allontanarsi dalla vita dei cittadini e non propongono unidea credibile di stato, un progetto lungimirante per lItalia, dove la politica viene vissuta come distante dalla vita quotidiana e dove sfiducia e disgusto per la politica sono sentimenti provati in particolare da adolescenti e giovani? Dove la religione e il mercato hanno un potere concorrente a quello dei principi democratici ? La pedagogia pu in questo momento storico ricoprire un ruolo di grande importanza. Ma non possibile formulare risposte e proposte educative prendendo in analisi una sola istituzione nel suo rapporto con adolescenti e giovani. Famiglia, scuola, enti locali, terzo settore, devono essere prese in considerazione nella loro interdipendenza. Certo, rispetto alleducazione alla cittadinanza, la scuola ha avuto, almeno sulla carta, un ruolo preminente avendo da sempre lobiettivo di formare luomo e il cittadino e prevedendo linsegnamento delleducazione civica. Ma oggi, demandare il ruolo della formazione del cittadino unicamente alla scuola, non una scelta saggia. La comunit, il territorio e quindi le istituzioni devono avere un ruolo forte e collaborare con la scuola. Educazione formale, non formale e informale devono compenetrarsi. Gli studi e le riflessioni della scrivente hanno portato all individuazione degli enti locali come potenziali luoghi privilegiati della formazione politica dei giovani e delleducazione alla cittadinanza. Gli enti locali I Comuni, essendo le Istituzioni pi vicine ai cittadini, possono essere il primo luogo dove praticare cittadinanza attiva traducendo in pratiche anche le politiche elaborate a livello regionale e nazionale. Sostiene la Carta riveduta della partecipazione dei giovani9 La partecipazione attiva dei giovani alle decisioni e alle attivit a livello locale e regionale essenziale se si vogliono costruire societ pi democratiche, solidali e prospere. Partecipare alla vita politica di una comunit, qualunque essa sia, non implica per unicamente il fatto di votare e presentarsi alle elezioni, per quanto importanti siano tali elementi. Partecipare ed essere un cittadino attivo vuol dire avere i diritti, gli strumenti intellettuali e materiali, il luogo, la possibilit, e, se del caso, il necessario sostegno per intervenire nelle decisioni, influenzarle ed impegnarsi in attivit e iniziative che possano determinare la costruzione di una societ migliore. In Italia, il ruolo degli enti locali stato per lo pi dominante nella definizione delle politiche sociali, sanitarie ed educative ma divenuto centrale soprattutto in seguito alla riforma del titolo V della Costituzione italiana operata nel 2001. Sono gli enti locali le Regioni in primis ad avere la funzione istituzionale di legiferare rispetto ai temi inerenti il sociale. Le proposte e le azioni di Province e Comuni dovrebbero ispirarsi al principio di sussidiariet espresso nellart. 118 della Costituzione: Stato, Regioni, Province, Citt metropolitane, Comuni favoriscono lautonoma iniziativa dei cittadini singoli e associati, per lo svolgimento di attivit di interesse generale, sulla base del principio di sussidiariet10 e nei Trattati dellUnione Europea. Il Trattato istitutivo della Comunit europea accoglie il principio nellart.5 La Comunit agisce nei limiti delle competenze che le sono conferite e degli obiettivi che le sono assegnati dal presente trattato. Nei settori che non sono di sua esclusiva competenza la Comunit interviene, secondo il principio della sussidiariet, soltanto se e nella misura in cui gli obiettivi dell'azione prevista non possono essere sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possono dunque, a motivo delle dimensioni o degli effetti dell'azione in questione, essere realizzati meglio a livello comunitario (). Il principio di sussidiariet pu dunque essere recepito anche prevedendo, promuovendo e accogliendo la partecipazione dei cittadini alla vita della citt in molteplici forme. Conseguentemente, facilitare lavvicinamento degli adolescenti e dei giovani (in quanto cittadini) alla vita collettiva, al bene pubblico, alla politica considerandoli una risorsa e mettendoli nelle condizioni di essere socialmente e politicamente attivi rientra nelle possibili applicazioni del principio di sussidiariet. Loggetto della ricerca La ricerca condotta dalla scrivente prende le mosse dal paradigma ecologico e si ispira allo stile fenomenologico prendendo in analisi un contesto determinato da numerosi soggetti tra loro interrelati. La domanda di ricerca: gli enti locali possono promuovere di progetti e interventi di educazione alla cittadinanza di cui adolescenti e giovani siano protagonisti? Se si, in che modo?. Gli studi preliminari alla ricerca hanno mostrato uno scenario complesso che non era mai stato preso in analisi da chi si occupa di educazione. E stato dunque necessario comprendere: 1) Il ruolo e le funzioni degli enti locali rispetto alle politiche educative e di welfare in generale in Italia 2) La condizione di adolescenti e giovani in Italia e nel mondo 3) Che cos leducazione alla cittadinanza 4) Che cosa si pu intendere per partecipazione giovanile Per questo il lavoro di ricerca empirica svolto dalla scrivente basato sulla realizzazione di due indagini esplorative (Enti locali, giovani e politica (2005/2006)11 e Nuovi cittadini di pace (2006/2007)12) tramite le quali stato possibile esaminare progetti e servizi di promozione della partecipazione degli adolescenti e dei giovani alla vita dei Comuni di quattro regioni italiane e in particolare della Regione Emilia-Romagna. Loggetto dellinteresse delle due indagini (attraverso lanalisi di progetti e servizi e di testimonianze di amministratori, tecnici e politici) esplorare le modalit con cui gli enti locali (i Comuni in particolare) esplicano la loro funzione formativa rivolta ad adolescenti e giovani in relazione alleducazione alla cittadinanza democratica. Ai fini delle nostre riflessioni ci siamo interessati di progetti, sevizi permanenti e iniziative rivolti alla fascia det che va dagli 11 ai 20/22 anni ossia quegli anni in cui si giocano molte delle sfide che portano i giovani ad accedere al mondo degli adulti in maniera piena e autentica o meno. Dallanalisi dei dati, emergono osservazioni su come gli enti locali possano educare alla cittadinanza in rete con altre istituzioni (la scuola, le associazioni), promuovendo servizi e progetti che diano ad adolescenti e giovani la possibilit di mettersi allopera, di avere un ruolo attivo, realizzare qualche cosa ed esserne responsabili (e nel frattempo apprendere come funziona e che cos il governo di una citt, di un territorio), intrecciare relazioni, lavorare in gruppo, in una cornice che va al di l delle politiche giovanili e che propone politiche integrate. In questo contesto il ruolo degli adulti (genitori, insegnanti, educatori, politici) centrale: dunque essenziale che le famiglie, il mondo della scuola, gli attivisti dei partiti politici, le istituzioni e il mondo dellinformazione attraverso lagire quotidiano, dimostrino ad adolescenti e giovani coerenza tra azioni e idee dimostrando fiducia nelle istituzioni, tenendo comportamenti coerenti e autorevoli improntati sul rispetto assoluto della legalit, per esempio. Per questo, la prima fase di approfondimento qualitativo delle indagini avvenuta tramite interviste in profondit a decisori politici e amministratori tecnici. Il primo capitolo affronta il tema della crisi della democrazia ossia il fatto che le democrazie odierne stiano vivendo una fase di dibattito interno e di riflessione verso una prospettiva di cambiamento necessaria. Il tema dellinserimento dei diritti umani nel panorama del dibattito sulle societ democratiche e sulla cittadinanza si intreccia con i temi della globalizzazione, della crisi dei partiti politici (fenomeno molto accentuato in Italia). In questa situazione di smarrimento e di incertezza, unoperazione politica e culturale che metta al primo posto leducazione e i diritti umani potrebbe essere lancora di salvezza da gettare in un oceano di incoerenza e di speranze perdute. E necessario riformare il sistema formativo italiano investendo risorse sulleducazione alla cittadinanza in particolare per adolescenti e giovani ma anche per coloro che lavorano con e per i giovani: insegnanti, educatori, amministratori. La scolarizzazione, la formazione per tutto larco della vita sono alcuni dei criteri su cui oggi nuovi approcci misurano il benessere dei Paesi e sono diritti inalienabili sanciti, per bambini e ragazzi dalla Convenzione internazionale sui diritti dellinfanzia.13 La pedagogia e la politica devono avere in questo momento storico un ruolo di primo piano; gli obiettivi a cui dovrebbero tendere sono la diffusione di una cultura dei diritti, una cultura del rispetto dellinfanzia e di attenzione prioritaria ai temi deleducazione alla cittadinanza. Rimuovere gli ostacoli sociali ed economici14 a che questi diritti vengano rispettati compito dello Stato e anche degli enti locali. Il secondo capitolo descrive la condizione dei giovani nel mondo e in Italia in rapporto ai diritti di partecipazione. Il contesto mondiale che la Banca Mondiale (organismo dellOnu)15 dipinge potenzialmente positivo: il numero di giovani tra i 12 e i 24 anni intorno a 1, 3 miliardi ossia il livello pi elevato della storia; questo gruppo in migliore salute e meglio istruito di sempre. I Paesi ricchi come quelli poveri devono approfittare di questa opportunit prima che linvecchiamento della societ metta fine a questo periodo potenzialmente assai fruttuoso per il mondo intero. In Italia invece Viene dipinto un quadro deprimente in cui gli adulti mandano segnali incerti, ambigui, contraddittori. Se si pu dunque imputare qualcosa alle generazioni dei giovani oggi di essere, per certi versi, troppo simili ai loro padri e alle loro madri16 Nel capitolo vengono mostrati e commentati i dati emersi da rapporti e ricerche di organizzazioni internazionali che dimostrano come anche dal livello di istruzione, di accesso alla cultura, ma in particolare dal livello di partecipazione attiva alla vita civica dei giovani, dipenda il futuro del globo intero e dunque anche del nostro Paese . Viene inoltre descritto levolversi delle politiche giovanili in Italia anche in rapporto al mutare del significato del concetto controverso di partecipazione: il termine presente in numerose carte e documenti internazionali nonch utilizzato nei programmi politici delle amministrazioni comunali ma sviscerarne il significato e collocarlo al di fuori dei luoghi comuni e dellutilizzo demagogico obbliga ad unanalisi approfondita e multidimensionale della sua traduzione in azioni. Gli enti locali continuano ad essere loggetto principale del nostro interesse. Per questo vengono riportati i risultati di unindagine nazionale sui servizi pubblici per adolescenti che sono utili per contestualizzare le indagini regionali svolte dalla scrivente. Nel terzo capitolo si esamina l educazione alla cittadinanza a partire dalla definizione del Consiglio dEuropa (EDC) cercando di fornire un quadro accurato sui contenuti che le pertengono ma soprattutto sulle metodologie da intraprendere per mettere autenticamente in pratica lEDC. La partecipazione di adolescenti e giovani risulta essere un elemento fondamentale per promuovere e realizzare leducazione alla cittadinanza in contesti formali, non formali e informali. Il quarto capitolo riporta alcune riflessioni sulla ricerca pedagogica in Italia e nel panorama internazionale e pone le basi ontologiche ed epistemologiche della ricerca svolta dalla scrivente. Nel quinto capitolo vengono descritte dettagliatamente le due indagini svolte dalla scrivente per raccogliere dati e materiali di documentazione sui progetti di promozione della partecipazione dei giovani promossi dagli Enti locali emiliano-romagnoli ai fini delleducazione alla cittadinanza. Enti locali, giovani e politica indagine sui progetti di promozione della partecipazione sociale e politica che coinvolgono ragazzi tra i 15 e i 20 anni. E Nuovi cittadini di pace, unindagine sui Consigli dei ragazzi nella Provincia di Bologna. Nel sesto capitolo la scrivente formula alcune conclusioni e proposte operative concentrando la propria attenzione in particolare sulle questione della formazione di educatori e facilitatori che operano in contesti di educazione non formale interistituzionale, sulla necessit di una ampia diffusione di una cultura dei diritti dellinfanzia e delladolescenza nel mondo della politica e della scuola e su un utilizzo del dialogo autentico (in quanto principio democratico) per far s che adolescenti, giovani e adulti possano collaborare e contribuire insieme alla formulazione di politiche e alla realizzazione di progetti comuni. Ci sembra infine che si debba riconoscere che tempo di puntare con tutte le forze e in tutti i setting educativi disponibili su un impegno formativo in cui la dimensione politica non solo sia chiaramente e consapevolmente presente, ma sia considerata una delle sue caratteristiche principali. Il nostro tempo lo richiede con urgenza: lalternativa rischia di essere la disfatta dellintera umanit e dunque limpossibilit per luomo di realizzarsi nel suo pi elevato significato e nel suo autentico valore. I giovani sempre pi lo chiedono anche se non sempre utilizzano linguaggi decifrabili dagli adulti.

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My work is focused on George Friel, a distinguished Scottish writer known for his witty style bristling with puns and more or less literary allusions. In particular I proposed an annotated translation of what can be considered his masterpiece Mr Alfred M.A. in which wordplay has a central role for its plot. In the first part of my thesis I outlined the fundamental features of Friels writing: the wide variety of registers and styles, the rhythm and irony. Additionally I pointed out the strategies that the translator has to face when translating this text. Finally I identified the number of problems which may arise while translating Friels Mr Alfred M.A. into Italian with particular concern on the strategies of supplementation and explicitation for wordplay.

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Confrontarsi con lo stile di un autore e riuscire a trasferirlo con tutte le sue sfumature in unaltra lingua rappresenta da sempre per il traduttore una sfida di non poco conto, soprattutto se le peculiarit stilistiche da riprodurre sono quelle di un autore come Flaubert. nellincredibile universo racchiuso negli studi e nelle ricerche relative alla traduzione, nel quale, timidamente, ci proponiamo di inoltrarci, attraverso uno dei capolavori della letteratura mondiale, Madame Bovary, e in particolare attraverso unindagine critica di alcune traduzioni italiane realizzate da scrittori in proprio: Diego Valeri (1936), Oreste del Buono (1965), Natalia Ginzburg (1983) e Maria Luisa Spaziani (1997). Focalizzeremo la nostra attenzione innanzitutto sulla traduzione dautore, nella quale, pi che in ogni altra tipologia di atto traspositivo, si intersecano fedelt e tradimento, creativit e interventismo, letteralit e rielaborazione. Proseguiremo con unampia e articolata analisi del testo di partenza, in cui verranno messe in luce le principali peculiarit del romanzo e dello stile autoriale. Entrando poi nella specificit delle diverse traduzioni, procederemo a un esame comparativo della resa di alcuni tratti caratteristici del romanzo da parte dei vari traduttori, in particolare circa le metafore e le similitudini; la terminologia specialistica, che denota il realismo flaubertiano; i vocaboli appartenenti a diversi livelli linguistici, attinti sia dalle variet diacroniche sia da quelle sincroniche del francese e infine, alcune configurazioni frastiche particolari del testo, quelle che, anzich improntarsi alla varietas grammaticale, mostrano una monotonia grammaticale voluta, con la funzione di riprodurre a livello sintattico quanto espresso semanticamente. Seguir lanalisi del contesto socio-letterario in cui si collocano le traduzioni oggetto di studio, articolata in unindagine comparativa sullo stadio della lingua italiana, sullo statuto della traduzione e sulle attitudini traspositive riguardo a certi elementi del discorso. La determinazione del quadro dinsieme, unitamente agli aspetti estrapolati nel corso della trattazione, consentir la definizione di ogni sujet traduisant e della sua position traductive circa il significato, le finalit, le forme e i modi del tradurre, nel tentativo di ricondurre le variazioni apportate al testo originale allo stile di ogni singolo scrittore in proprio. A completamento del lavoro inseriremo in appendice la nostra proposta traduttiva degli atti del processo a Madame Bovary.

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Con questo lavoro di tesi si cercato da un lato di dare un contributo al settore dei sensori chimici, caratterizzando e sviluppando diversi sistemi che presentano promettenti propriet per lutilizzo nella realizzazione di sensori luminescenti, e dallaltro di studiare sistemi di nanoparticelle di oro per identificarne e caratterizzarne i processi che portano allinterazione con ununit fluorescente di riferimento, il pirene. Questultima parte della tesi, sviluppata nel capitolo 4, sebbene possa apparire slegata dallambito della sensoristica, in realt non lo in quanto il lavoro di ricerca svolto rappresenta una buona base di partenza per lo sviluppo di sistemi di nanoparticelle metalliche con un possibile impiego in campo biomedico e diagnostico. Tutte le specie studiate, seppur molto diverse tra loro, posseggono quindi buone caratteristiche di luminescenza ed interessanti capacit di riconoscimento, pi o meno selettivo, di specie in soluzione o allo stato gassoso. Lapproccio generale che stato adottato comporta una iniziale caratterizzazione in soluzione ed una susseguente ottimizzazione del sistema mirata a passare al fissaggio su supporti solidi in vista di possibili applicazioni pratiche. A tal proposito, nel capitolo 3 stato possibile ottenere un monostrato organico costituito da un recettore (un cavitando), dotato di una parte fluorescente le cui propriet di luminescenza sono sensibili alla presenza di una funzione chimica che caratterizza una classe di analiti, gli alcoli. E interessante sottolineare come lo stesso sistema in soluzione si comporti in maniera sostanzialmente differente, mostrando una capacit di segnalare lanalita molto meno efficiente, anche in funzione di una diversa orientazione della parte fluorescente. Allinterfaccia solido-gas invece, lorientamento del fluoroforo gioca un ruolo chiave nel processo di riconoscimento, e ottimizzando ulteriormente il setup sperimentale e la composizione dello strato, sar possibile arrivare a segnalare quantit di analita sempre pi basse. Nel capitolo 5 invece, stato preso in esame un sistema le cui potenzialit, per un utilizzo come sonda fluorescente nel campo delle superfici di silicio, sembra promettere molto bene. A tal proposito sono stati discussi anche i risultati del lavoro che ha fornito lidea per la concezione di questo sistema che, a breve, verr implementato a sua volta su superficie solida. In conclusione, le ricerche descritte in questa tesi hanno quindi contribuito allo sviluppo di nuovi chemosensori, cercando di migliorare sia le propriet fotofisiche dellunit attiva, sia quelle dellunit recettrice, sia, infine, lefficienza del processo di traduzione del segnale. I risultati ottenuti hanno inoltre permesso di realizzare alcuni prototipi di dispositivi sensoriali aventi caratteristiche molto promettenti e di ottenere informazioni utili per la progettazione di nuovi dispositivi (ora in fase di sviluppo nei laboratori di ricerca) sempre pi efficienti, rispondendo in tal modo alle aspettative con cui questo lavoro di dottorato era stato intrapreso.