978 resultados para Fenoglio Bianciardi interferenza io-traduttore lingua letteratura inglese
Resumo:
Al giorno d'oggi è diventato necessario conoscere varie lingue visto che viviamo ormai in un mondo sempre più interconnesso. L'inglese è diventata la lingua dominante, ma quali sono i rischi che ne derivano? E' veramente necessario utilizzare una "lingua terza" anche tra locutori di lingue della stessa famiglia? In Europa soprattutto, sembra che il multilinguismo sia diventato un ostacolo più che una ricchezza e c'è sempre più la tendenza ad accettare l'imposizione dell'inglese.Tuttavia ci sono metodi di didattica linguistica come l'"intercomprensione" che potrebbero permettere di riscoprire l'importanza delle famiglie linguistiche. Ciò permetterebbe di rivalutare e valorizzare le proprie radici culturali (attraverso la lingua) che rischiano di andare perdute per via di una massificazione culturale provocata dall'inglese. Pertanto questa tesi partirà da un'analisi complessiva delle lingue nel mondo (ecolinguistica, teorie di Louis-Jean Calvet), arriverà ad analizzare la situazione nell'Unione Europea e il ruolo dell'inglese giungendo infine a proporre l'intercomprensione (nello specifico il metodo EuRom5) come possibile mezzo di salvaguardia delle lingue nella loro diversità.
Resumo:
Il presente lavoro intende concentrarsi sull’analisi del linguaggio e, in particolare, del lessico utilizzato dal movimento politico tedesco PEGIDA, che ha già attirato l’attenzione di linguisti e filologi. Dopo un accenno alle caratteristiche del linguaggio politico, il focus si sposterà sulla lingua di PEGIDA attraverso l’analisi linguistica del programma organico e dei commenti apparsi sulla pagina Facebook del movimento. Infine l’analisi si concentrerà su cinque espressioni che evidenziano come il lessico di PEGIDA riprenda elementi utilizzati in passato da altri soggetti in diverse situazioni, talvolta mantenendone lo stesso significato, talvolta conferendo loro nuove connotazioni e sfumature.
Resumo:
Nell’elaborato finale che conclude il mio percorso di studio presso la Scuola di Lingue e Letterature, Traduzione e Interpretazione di Forlì ho deciso di porre l’attenzione sulla letteratura araba per l’infanzia, in particolare sulla produzione letteraria ad essa legata ad opera dello scrittore siriano Zakariyya Tamer, mediante una serie di proposte di traduzione di racconti brevi. Tali racconti sono presenti all'interno di una delle sue raccolte intitolata “Limadha sakata al-nahr”, la quale ho avuto la fortuna di trovare nella libreria dell’Istituto del Mondo Arabo di Parigi. La scelta dell’autore sul quale focalizzare l’attenzione è stata fortunatamente guidata dall’aiuto del mio relatore, il professor Ahmad Addous, poiché essendo ancora profondamente inesperta per quanto riguarda il panorama letterario arabo, avrei avuto grande difficoltà nello scegliere un genere appropriato alle mie conoscenze linguistiche da collegare successivamente a un autore emblematico. Grazie allo stile utilizzato da Tamer nei suoi racconti brevi rivolti ad un pubblico di giovanissimi, mi è stato possibile tradurre, sebbene con qualche difficoltà a volte, i racconti riportati nelle pagine che seguono.
Resumo:
El presente trabajo tiene como propósito presentar una reflexión acerca del papel de la abuela en la literatura infantil, junto con la traducción de algunas tablas ilustradas del álbum “Abuelas. Manual de Instrucciones” de la ilustradora-autora española Raquel Díaz Reguera. El primer capítulo ofrece una panorámica del perfil de la abuela en la literatura infantil e incluye el análisis de tres novelas italianas, ejemplificadoras del cambio que el papel de la abuela sufrió entre finales del siglo XX y comienzos del siglo XXI. Se trata de “Terza Generazione” de Melina Marchetta (1999), “Aldabra. La tartaruga che amava Shakespeare” de Silvana Gandolfi (2000), “La nonna di Elena” de Anna Vivarelli (2001). En el segundo capítulo, una breve introducción a la autora Raquel Díaz Reguera así como a la obra “Abuelas. Manual de Instrucciones” anticipa las traducciones que, en cambio, se analizarán y comentarán en el tercer capítulo. El presente trabajo pretende ser un pequeño homenaje a las abuelas, punto de referencia tanto en la sociedad como en la literatura.
Tradurre la letteratura per l'infanzia: proposta di traduzione di Flip Flap Safari di Axel Scheffler
Resumo:
This thesis is a proposed translation of the picture book Flip Flap Safari, written by the German author Axel Scheffler and published in 2014. The translation is presented along with an analysis and a commentary in which I analyse and examine the main translation problems of this kind of literature. and I explain the reasons behind my solutions. The translation of a picture book is a creative challenge because it requires translator to use their linguistic and cultural skills together with their imagination and to evaluate the phonetic dimension of the source text and reproduce in the target language. In the first part of my thesis I will introduce an overview of children’s literature in Italy and I will then focus on Flip Flap Safari, analysing the text and providing biographical information about its author-illustrator Axel Scheffler. In the second part of my thesis I will present my translation of the book, which will be followed by a reflection about the main problems I had to face during the translation process.
Resumo:
Questa ricerca si concentra sulla gestione dei sintagmi nominali complessi nell’interpretazione simultanea in italiano dei discorsi inglesi del corpus elettronico EPIC (European Parliament Interpreting Corpus). EPIC contiene le trascrizioni di discorsi pronunciati al Parlamento europeo in inglese, italiano e spagnolo e le rispettive interpretazioni nelle altre due lingue. Per quest’analisi sono stati utilizzati due sottocorpora: I discorsi originali inglesi e i rispettivi discorsi interpretati in italiano. L’obiettivo del progetto era estrarre i sintagmi nominali complessi dal sottocorpus dei discorsi inglesi e confrontarli con le rispettive traduzioni in italiano per studiare le strategie adottate dagli interpreti. L’ipotesi iniziale era che i sintagmi nominali complessi sono una sfida traduttiva. I sintagmi analizzati erano stringhe di parole formate da una testa nominale preceduta da due o più modificatori, che potevano essere aggettivi, sostantivi, avverbi, numeri cardinali e genitivi. Nel primo capitolo sono state descritte le caratteristiche dei modificatori sia in inglese che in italiano. Il secondo capitolo espone lo stato dell’arte degli studi di interpretazione basati sui corpora, con una sezione dedicata agli studi svolti su EPIC. Il terzo capitolo si concentra sulla metodologia utilizzata. I dati sono stati estratti automaticamente con tre espressioni di ricerca e poi selezionati manualmente secondo dei criteri di inclusione e di esclusione. I sintagmi nominali scelti sono stati confrontati con le corrispondenti traduzioni in italiano e classificati secondo il modello teorico delle relazioni traduttive di Schjoldager (1995). Il quarto capitolo contiene I dati raccolti, che sono stati analizzati nel quinto capitolo sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo. I sintagmi nominali in tutto il sottocorpus sono stati confrontati con i sintagmi nominali di gruppi specifici di testi, suddivisi secondo la velocità di eloquio e la modalità di presentazione. L’ipotesi iniziale è stata in parte confermata e sono state descritte le strategie traduttive adottate dagli interpreti.
Resumo:
Ma chi sono realmente i berberi? Da dove proviene la loro cultura, le loro tradizioni e la loro lingua? E come riescono a convivere nella società magrebina? Queste sono le domande a cui il presente elaborato cercherà di rispondere in modo tale da fare capire una parte dell’identità berbera. Traendo spunto da articoli tratti da riviste marocchine e da libri pubblicati sull'argomento, proverò a spiegare brevemente l’origine dei riti, delle tradizioni e della lingua berbera. Innanzitutto, la parola Berberi viene dal temine greco barbaroi e dal termine arabo brabra, significa popolo la cui lingua non si capisce. È una denominazione offensiva attribuita da un vincitore ad un vinto, o da una persona sicura di appartenere ad una civiltà superiore. Non è il nome che il popolo stesso si conferisce, tanto è vero che i berberi preferiscono essere chiamati amazigh (imazighen al plurale). I berberi sono i primi abitanti dell’Africa settentrionale che occupano da millenni un vasto territorio che va dalle coste atlantiche del Marocco fino ai confini del Magreb e dell’Egitto. Un popolo nomade che si sposta attraverso i territori spesso verso le montagne o il deserto.
Resumo:
Questo lavoro è volto a far conoscere l'opera dello scrittore H. Krausser "Einsamkeit und Sex und Mitleid" e il genere Pulp. Ho voluto approfondire alcune caratteristiche di questo genere perché è ancora poco conosciuto, dato che questa corrente letteraria è nata soltanto negli anni Novanta. Nella prima parte dell'elaborato ho inserito una breve presentazione del genere per spiegare l'origine del termine pulp e descrivere le caratteristiche principali che lo definiscono. In modo particolare mi sono concentrato sulla sua diffusione in Italia attraverso la corrente dei cannibali, indicandone i principali esponenti. Successivamente ho presentato l'autore Helmut Krausser che, attraverso un accurato lavoro letterario, è stato in grado di mettere insieme un mosaico di personaggi sparsi per la metropoli di Berlino. Julia König è una donna ambiziosa ed esigente, Vincent è un gigolò rinomato, Ekki un ex professore ridotto alla miseria, Swentja una giovane ragazza contesa tra due giovani e incapace di badare a sua sorella. Questi sono solo alcuni dei personaggi presenti nell'opera. Questo libro risultava interessante sul piano traduttivo poiché gli spunti da analizzare erano molteplici e, a mio avviso, intriganti. Visto l'ampio numero di personaggi, l'opera di H. Krausser è incentrata sul dialogo. Si tratta di una tipologia testuale che all'apparenza potrebbe sembrare semplice e lineare, ma in realtà può rivelarsi insidiosa per la traduzione. Infatti, non è semplice restituire la stessa spontaneità del testo di partenza e trasmettere in maniera fedele il registro tipico dell'oralità. Ho ritenuto opportuno analizzare questo genere letterario per le peculiarità che lo contraddistinguono dagli altri. Con i suoi toni crudi, violenti e talvolta anche cinici il pulp offre immagini di realtà drammatiche che producono un forte impatto emotivo sul lettore grazie a uno stile diretto, privo dei filtri della moralità e del pudore.
Resumo:
L'obiettivo di questa tesi è proporre la traduzione di un testo per l'infanzia, Mon petit centre Pompidou, del quale non è stata ancora pubblicata una versione italiana. Il testo è una guida museale per bambini; l'autrice ha raccolto alcune delle opere che si trovano al centre Pompidou sotto forma di albo illustrato. Nell’elaborato, ci si propone di presentare qualche nozione di base sulla letteratura per l’infanzia e sulla sua traduzione, prima di passare direttamente alla proposta di traduzione vera e propria. A seguire un commento alla traduzione, in cui si esporranno le difficoltà incontrate e si darà spiegazione delle scelte effettuate. Le difficoltà principali della proposta di traduzione sono dovute allo specifico lettore target, per cui bisognerà adattare il testo di partenza in maniera da renderlo completamente fruibile e godibile per il bambino. A tal fine, sarà necessario operare certe modifiche al testo di partenza, simile ad una prosa poetica, per adattarlo alle particolarità fonetiche e espressive della lingua italiana.
Resumo:
La Skopos Theory è una teoria introdotta nel mondo della traduzione dal linguista tedesco Hans Joseph Vermeer. Skopos è una parola di derivazione greca che significa “fine” o “scopo”. La teoria elaborata da Vermeer si basa sull’idea che ogni testo abbia uno skopos che determina i metodi e le strategie secondo le quali esso debba essere tradotto. Oltre alla Skopos Theory, che sarà la base della tesi, i testi a seguire verranno analizzati seguendo altri autori, quali Mona Baker e Laurence Venuti, che si rifanno all’idea di skopos e analizzano molto dettagliatamente la figura del traduttore come de-coder e re-encoder del testo.
Resumo:
L'obiettivo di questo studio è quello di mettere in luce i diversi fattori che, negli ultimi anni, hanno portato ad un impiego sempre più diffuso della PET in ambito clinico, in Italia e all'estero. La recente integrazione delle informazioni funzionali della PET con le informazioni morfologiche di una TC, mediante tomografi ibridi PET/CT, ha radicalmente cambiato l’approccio alla stadiazione e al follow-up dei pazienti, rendendo questa tecnica una delle massime espressioni della moderna diagnostica per immagini, al giorno d'oggi utilizzata principalmente in campo oncologico. Nei primi capitoli, dopo un breve richiamo alla struttura della materia, ai concetti di radiazione e decadimento radioattivo, si analizzano le apparecchiature e i principi di funzionamento della tecnica PET/TC. Successivamente, nel capitolo 4 sono illustrati i diversi tipi di radiofarmaci e le loro applicazioni, con un’attenzione particolare al PSMA, impiegato principalmente nei tumori alla prostata, reni, tiroide e mammella. Proprio alla cura e alla diagnosi del tumore alla prostata è dedicato il capitolo 5, con un breve confronto tra l’ormai accreditata PET/CT con 18F-Colina e l’innovativa Ga-PSMA PET/CT. Nel capitolo 6 si prendono in considerazione le procedure e i protocolli da seguire durante un esame PET/TC, le misure di preparazione, prevenzione e le precauzioni che pazienti e personale sanitario devono osservare. Nel capitolo 7, infine, un breve cenno alle ultime innovazioni tecnologiche: imaging ibrido PET/MRI e fotomoltiplicatori SiPM. Le fonti bibliografiche citate constano principalmente di articoli in lingua inglese pubblicati sul portale PubMed. Parte della documentazione relativa alla progettazione dell'apparecchiatura PET/CT e al suo utilizzo è, invece, stata fornita da personale dell'arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.
Resumo:
In questo elaborato, presenterò il racconto per bambini, intitolato Ma al-mani’? (ما المانِع؟, lett. “Che cosa è proibito?”), della scrittrice palestinese Taghreed Najjar, attraverso la cui analisi e traduzione in italiano illustrerò alcune delle figure e tradizioni arabo-musulmane, presenti nell’opera. Dopo aver letto la trama del libro, che di seguito riporterò insieme alla sua traduzione, e averla confrontata con altri libri dell’autrice, mi sono convinta del fatto che Ma al-mani’? era il racconto ideale per portare una fetta di mondo arabo in occidente: basato sul ruolo di una figura tutt’oggi esistente in alcuni villaggi arabi, presenta il Ramadan sotto una luce nuova, di festa e comunione, di solidarietà e allegria. Il libro è l’emblema delle favole moderne, alternative e ricche di un nuovo significato morale. La protagonista del racconto, Samia, è il simbolo che le tradizioni esistono, vanno rispettate e portate avanti ma non per questo non possono essere modificate secondo le esigenze del momento. In un mondo troppo spesso colpito da pregiudizi, in un’era d'innovazione continua che porta alla perdita delle proprie radici, in una società divisa fra tradizionalisti e modernisti, Taghreed Najjar apre le menti sbarrate dei bambini di oggi, offrendo loro una storia ricca di coraggio e speranza, tradizione e festa, rispetto reciproco e comunione. In questo elaborato, è mia intenzione illustrarvi questa meravigliosa favola moderna, e le figure e i temi principali in essa trattati: il musahhir ((المُسَحِّر, che durante il sacro mese del Ramadan aveva il compito di svegliare all’alba gli abitanti del villaggio per il suhur (السّحور), l’ultimo pasto prima dell’inizio del digiuno giornaliero; farò una breve introduzione sull’autrice, la casa editrice e l’opera; per ultimo, proporrò la mia traduzione del racconto con un’analisi delle principali difficoltà riscontrate durante il processo traduttivo. Oltre a questo, aggiungerò in appendice, l’intervista che l’autrice del libro, Taghreed Najjar, mi ha gentilmente concesso quando stavo poggiando i primi mattoni di quella che è poi diventata, a tutti gli effetti, la mia tesi di laurea triennale.
Resumo:
Il tema del presente elaborato è la traduzione in ambito teatrale. Il lavoro si basa sulla proposta di traduzione dal tedesco all’italiano di un estratto del dramma Schlußchor di Botho Strauß. La prima parte della tesi si concentra sull’autore e sull’analisi del testo di partenza. La seconda parte contiene il commento alla traduzione in cui si individuano le caratteristiche del testo teatrale, i principi fondamentali che hanno determinato le scelte traduttive e le difficoltà incontrate nel tradurre il testo, con le rispettive strategie adottate. L’elaborato è preceduto da un’introduzione con le motivazioni della scelta dell’argomento e seguito dalle riflessioni finali inserite nella conclusione
Resumo:
Questo elaborato finale nasce dalla curiosità di saperne di più sulle microsabbiatrici per dentisti e odontotecnici a seguito del tirocinio curriculare. Scopo di questo glossario trilingue di base è quello di aiutare i futuri tirocinanti curriculari innanzitutto a conoscere questo macchinario di nicchia, utilizzato nei laboratori odontotecnici, e in secondo luogo di fornire loro la relativa traduzione in inglese e tedesco. Il lavoro si è svolto quanto segue: sono partita dalla consultazione di materiale terminologico online e sulle microsabbiatrici. Dopo aver letto attentamente tutti i testi raccolti, ho diviso il materiale della parte introduttivo-teorica dal materiale per la creazione dei corpora. Ho creato il corpus nelle diverse lingue, dal quale ho estratto i lessemi e le traduzioni che mi sono stati utili durante l’esperienza del tirocinio. Infine ho redatto trentadue schede terminologiche così divise: il macchinario e i suoi accessori, i materiali abrasivi e le tecniche di lavorazione.
Resumo:
La città di São Paulo è la più grande megalopoli dell’emisfero sud. Alle sue dimensioni esagerate corrisponde una complessità sociale che è difficile afferrare e comprendere nella sua interezza. Questo lavoro analizza come la letteratura brasiliana contemporanea affronti il problema della rappresentazione della megalopoli. Allo stesso tempo, ci si propone di indagare in che modo la scrittura risenta del contesto in cui viene prodotta mettendo in relazione la forma caotica e dispersiva della città con la frammentazione riscontrata nelle opere letterarie. In particolare, sono state analizzate le opere di João Antônio e Luiz Ruffato in cui la città appare non solo come scenario delle vicende narrate, ma come protagonista della narrazione. Nei primi due capitoli sono stati affrontati temi di carattere urbanistico, politico, economico e sociale per descrivere alcune delle dinamiche che nel secolo scorso hanno interessato São Paulo, trasformando la città da piccolo centro di provincia in enorme megalopoli. Privilegiando un approccio di tipo culturale, nel descrivere il processo storico sono stati presi in considerazione testi letterari, film e documenti fotografici oltre che contributi provenienti dalla sociologia e da altre aree delle scienze umane. Quando sono state trattate questioni che hanno interessato l’intero Brasile, come l’abolizione della schiavitù e l’insorgere negli ultimi decenni del preoccupante fenomeno della violenza urbana, è stato necessario uscire dalla dimensione locale per accennare al Paese come Stato nazionale. In questi casi, si è cercato di non cadere nella trappola di un discorso che rappresenti la realtà brasiliana come omogenea. Piuttosto, attraverso una prospettiva critica, si è cercato di far emergere alcune delle molteplici sfaccettature del Brasile, dando particolare rilievo a quelle voci che nel discorso ufficiale sono state emarginate. Lo stesso vale per São Paulo. La tesi sostenuta in questo lavoro è che non esista una São Paulo unica né unitaria; esiste una città diversa a seconda dell’angolo da cui la si osserva. Ciò diventa evidente nelle opere letterarie analizzate nel III capitolo: i racconti di João Antônio, il romanzo di Luiz Ruffato, le mini cronache raccolte per strada di Fernando Bonassi. Senza ambire a un’impossibile visione d’insieme, ognuna di queste opere mette in scena frammenti della realtà paulistana e crea una cartografia propria della città.