438 resultados para Mosca-minadora
Resumo:
Il mio lavoro di tesi si intitola "Alla ricerca dell'autenticità. Kathy Acker e Vladimir Sorokin a confronto". La comparazione riflette sulle inaspettate similarità sociali, e di conseguenza letterarie, di Usa e Urss dagli anni Settanta agli anni Novanta, indagate attraverso l'arte dei due scrittori citati nel titolo. Kathy Acker è nata nel 1947 a New York e durante gli anni Settanta frequentò assiduamente la comunità artistica definita "Downtown New York". Vladimir Sorokin è nato nel 1955 nei dintorni di Mosca e negli stessi anni entrò all'intorno del circolo "Moskovskij Konzeptualism" della grande città. Queste due comunità artistiche erano create dalla libera aggregazione di artisti, scultori, letterati, poeti, musicisti.. in un vortice creativo in contrasto con la chiusura sociale e artistica degli ambiti definibili come accademici o ufficiali. Con le loro opere Acker e Sorokin cercarono di distruggere le norme sovraimposte e arrivare all'"autenticità" riguardo al sé, all'homo sovieticus, all'uomo americano e riguardo al genere umano in generale. Nell'arco del mio studio l'utopia del radioso avvenire sovietico e l'utopia del sogno americano d'oltreoceano si sono rivelati come prigioni della vita di ogni giorno, in grado di allontanare l'uomo dai suoi desideri veri e dai suoi impulsi più umani. Le risposte artistiche delle due comunità in generale e dei due scrittori in particolare sono volte alla liberazione dai vincoli dell'utopia e alla riscoperta di ciò che è ritenuto come debolezza e bassezza dell'uomo. Le due comunità artistiche cercarono il contatto con un vasto pubblico non elitario, cercano un linguaggio comprensibile da tutti. Contemporaneamente il corpo con tutte le sue pulsioni cerca di riguadagnare il proprio spazio in un sè egemonizzato dalla mente. Ma quel che queste comunità artistiche soprattutto fanno è porre domande alla coscienza e incoscienza della società. Cercano di trasformare il terrore quotidiano in qualcosa di comprensibile e scaricabile, un ruolo che una volta era proprio dei rituali trasgressivi del popolo e che dal Novecento, con la trasformazione del popolo in massa omologata, sono venuti a mancare. Acker e Sorokin cercano strutture narrative e artistiche in grado di proporre alla “corporealtà collettiva” una via di redenzione ritualistica. Questi artisti non si conformano e sono in grado di illuminare, di dare sostentamento all'individuo nella ricerca personale di una lingua, di un pensiero, di un mito in cui vivere. Reagiscono al balbettio omologante delle società di massa, non si adeguano a nessuna forma fissa e anche la loro arte continua a evolvere, a fallire, a cercare.
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All’ascolto dell’incompiuto Matrimonio di Musorgskij, Borodin aveva sentenziato lapidariamente: «une chose manquée». Uguale commento viene riservato tuttora alla produzione operistica di Sergej Rachmaninov. In questo caso però non ci troviamo di fronte a un teatro rivoluzionario che si trova costretto a fare un passo indietro rispetto ai principi programmatici di cui si vuol far portatore, bensì a un potenziale inespresso, a un profilo drammaturgico mai giunto a piena maturazione. L’evidente eterogeneità della produzione operistica lasciataci in eredità dal compositore non permette infatti di determinarne con chiarezza le ‘linee guida’ e ne rende problematica la collocazione nel contesto musicale a lui coevo. Scopo della presente dissertazione è indagare l’apprendistato e il debutto operistico del compositore russo attraverso l’analisi di materiale documentario, testi letterari, partiture nonché delle fonti critiche in lingua russa, difficilmente accessibili per lo studioso italiano. Il cuore dell’elaborato è un’analisi dettagliata di Aleko, un atto unico presentato nel 1892 dal compositore come prova finale al corso di ‘Libera composizione’ del Conservatorio di Mosca. L’opera viene considerata nel suo complesso come organismo drammatico-musicale autonomo (rapporto fonte/libretto, articolazione interna, sistema delle forme, costellazione dei personaggi, distribuzione delle voci, ecc.), ma inquadrata al contempo nel più ampio contesto del teatro musicale coevo (recezione critica sia da parte della pubblicistica coeva sia da parte della storiografia musicale). Viene fornita in appendice un’edizione del libretto con traduzione a fronte. Incorniciano l’analisi dell’opera un capitolo in cui si offre una rilettura estetica del ‘caso Rachmaninov’ e un aperçu sulla produzione operistica matura del compositore, alla luce delle riflessioni proposte nel corso della dissertazione.
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Il presente elaborato è una proposta di traduzione del racconto «Legkie miry» [Mondi leggeri] della scrittrice contemporanea russa Tat’jana Tolstaja. Il racconto venne pubblicato sul sito della rivista «Snob» nel maggio 2013. Il libro di cui fa parte il racconto, invece, è stato presentato nelle maggiori librerie di Mosca e San Pietroburgo nel giugno 2014. «Legkie miry» esce dopo qualche anno dall’ultima pubblicazione dell’autrice e intende, in chiave ironica e non, mostrare la realtà americana degli anni Novanta vista con gli occhi di un’insegnante dell’epoca sovietica. Avventure dolceamare con la casa appena comprata, stanze magiche e mondi leggeri, molteplici sfaccettature di due studenti in particolare, operai che sistemano la casa, o fanno finta. Ma anche lunghi viaggi verso nord dell’America, per raggiungere il posto di lavoro, cantautori russi irrinunciabili compagni di viaggio, mirtilli raccolti e regalati, e l’appena percettibile nostalgia di casa, di Mosca.
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Il tema del mio elaborato finale è la sottotitolazione del film “A passeggio per Mosca” di Georgij Danelija (1963), un noto regista russo. I suoi film più famosi sono “Мимино” (Mimino) e “Осенный марафон” (“Maratona d’autunno”). L’attore protagonista del film è Nikita Michalkov, famoso attore e regista, nonché personaggio controverso della vita culturale russa; il suo film più famoso è “Утомлённые солнцем” (“Sole ingannatore”). I personaggi più anziani furono interpretati da attori famosi quali Rolan Bykov, attore di teatro, e Vladimir Basov, regista e attore straordinariamente versatile. I ruoli principali, invece, furono affidati ad attori meno noti: Aleksej Loktev e Evgenij Steblov, che si dedicarono entrambi al teatro per gran parte della propria vita, e Galina Pol’skich, che divenne una grande attrice di film drammatici. Straordinari sono anche il lavoro dell’operatore cinematografico Vadim Jusov e quello del compositore Andrej Petrov. Il film suscitò diverse impressioni nel pubblico e nella critica e fu accolto positivamente da Chruščёv: presto sarebbe diventato un simbolo del “Disgelo”, un periodo in cui Chruščёv effettuò un’opera di destalinizzazione dell’URSS: il clima era quindi più disteso, sebbene vi fosse un malcontento diffuso a causa dell’economia fallimentare dello Stato. La canzone finale, che contribuì al successo del film, esprime perfettamente quest’atmosfera spensierata, che pervade anche Mosca, la vera protagonista del film. Della capitale vengono inquadrati i luoghi più importanti: tra questi il parco Gorkij, la metropolitana e il GUM. Tradurre i sottotitoli del film non è stato facile. In particolare, ho incontrato difficoltà nel tradurre alcune particelle russe che non hanno un equivalente in italiano e battute in cui erano presenti importanti riferimenti culturali. Il lavoro a cui mi sono dedicata con più impegno è stato la traduzione della canzone finale: desideravo che i sottotitoli italiani fossero in rima e conservassero il significato dei versi originari.
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Nato in Abcasia ma vissuto a Mosca per quasi tutta la sua vita, Fazil' Iskander è uno degli autori più importanti del panorama letterario russo contemporaneo. La sua produzione letteraria vanta di un gran numero di poesie, romanzi, racconti e saggi pubblicati a partire dagli anni '60 fino quasi ai giorni nostri. Il genere letterario da lui prediletto è la narrativa satirica. Nei suoi romanzi e nei suoi racconti egli mette a nudo e deride ogni aspetto e ogni esponente della realtà sovietica. Il riso, nelle sue forme principali quali ironia, umorismo, parodia, diventa l'arma con cui lo scrittore affronta la dittatura, annientandone l'autorevolezza e il terrore che essa incute nelle persone. Fazil' Iskander manifesta una una grande forza, indipendenza e libertà spirituale nei confronti del regime, grazie al suo atteggiamento ironico nei confronti della realtà e grazie al suo bagaglio culturale abcaso. I costumi e le tradizioni abcase vengono infatti costantemente esaltate in quanto esempio di cultura autentica. Gli abcasi sono i protagonisti dei suoi racconti e vengono ritratti perennemente impegnati in una lotta silenziosa nei confronti del regime. In questa tesi abbiamo voluto esaminare gli aspetti del riso e della satira in tre opere di Iskander, abbiamo cercato di comprendere i meccanismi e i procedimenti comici con cui egli smonta e denigra il sistema sovietico. Nel primo capitolo abbiamo analizzato "Sozvezdie kozlotura" ("La costellazione del caprotoro"), nel secondo capitolo, il capolavoro di Iskander "Sandro iz Chegema" ("Sandro di Chegem") e nel terzo, "Kroliki i udavy" ("I conigli e i boa"). Queste opere, oltre a esaminare e deridere ogni aspetto della dittatura sovietica, ci offrono inoltre una panoramica completa del riso iskanderiano e della sua evoluzione nel corso degli anni.
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La tesi si sviluppa attorno a 6 capitoli che, ripercorrendo le peculiarità storiche, linguistiche ed economiche di Moldova e Transnistria, tenteranno di mettere in luce i contrasti salienti del rapporto tra Chişinău e Tiraspol. Il capitolo 1 si concentra sulla comparazione di alcune fonti (provenienti da est e da ovest) che hanno ricostruito la storia della Moldova della Grande Romania e della Moldavia sovietica. In tal modo sarà possibile dimostrare che la regione di interesse è stata oggetto di una manipolazione intenzionale del proprio passato asservita ai centri di potere che miravano alla supremazia del territorio. Il capitolo 2 ripercorre le fasi dell’epoca di industrializzazione della Transnistria che, a partire dagli anni ’90, si suppone abbia permesso a Tiraspol di sganciarsi de facto dal governo moldavo. Il capitolo 3 si sofferma sui motivi che spinsero la popolazione del Dnestr ad appoggiare la secessione trascinandola nel conflitto del 1992. Una volta tracciata la cornice storica lungo i capitoli 1, 2 e 3, il capitolo 4 presenterà il multiforme panorama linguistico dell’attuale Repubblica Moldova soffermandosi sul ruolo della lingua russa, scintilla della secessione transnistriana. Il capitolo 5 offre uno spunto di riflessione sull’incidenza di Mosca nella separazione moldava per mezzo di uno studio dell’economia della Transnistria. Il capitolo 6, infine, rivela che gli argomenti trattati nel corso dei 5 capitoli precedenti sono tutti tasselli imprescindibili dell’identità nazionale transnistriana e permette di muovere alcune ipotesi sui metodi attuati da Tiraspol per garantire la fedeltà nazionale della propria popolazione facendo perno sul controllo dei mass media.
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Il presente elaborato consiste in una proposta di traduzione dell’introduzione, opera dalla curatrice Saša Obuchova, al catalogo della mostra "Performans v Rossi: kartografija istorii" [La performance in Russia: una cartografia della sua storia], tenutasi al museo d’arte contemporanea Garaž di Mosca. L’elaborato consta di tre capitoli. Il primo, di carattere generale, descrive le caratteristiche del testo che si è scelto di tradurre, presenta brevemente l’autrice, la struttura del catalogo di cui tale testo fa parte e la mostra per la quale il catalogo è stato pubblicato, e dà infine qualche cenno sulla storia del museo Garaž. Il secondo, di carattere artistico, propone una riflessione sul significato della parola “performance” e una breve sintesi della storia della performance-art in Russia. Infine, nel terzo, si troverà la traduzione del testo "Ot slova k dejstvii" [Dalla parola all’azione] della curatrice della mostra Saša Obuchova, preceduta da un’introduzione al testo e alla traduzione.
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This dissertation aims at enhancing the cultural and linguistic skills in Portuguese of the author of this work, as it is a third language. This activity is carried out starting from the analysis and research of topics mentioned in a number of texts within a particular literary work, “Portugal Vale A Pena”. In this work, many Portuguese personalities express their vision on their country and state why Portugal matters. Since these texts have many cultural references, it can be assumed that such work of analysis and research can lead to better linguistic skills as well as a greater knowledge of the Portuguese culture. All of the chosen texts were originally written by journalists. This choice originates from the important service these professionals provide to the public as well as from the special role their work has played in my interpreting studies over the last couple of years. Chapter 1 explains why I chose this dissertation and who are the target users of these texts. Chapter 2 focuses on the role of journalists. A brief history of modern journalism is presented and its functions are analysed. This chapter also includes a section that examines which values make an event newsworthy. Attention is then paid to the evolution of Portuguese journalism, from Salazar's dictatorship until today. Teaching of journalism in Portuguese academia is also presented. Then, a selection of Portuguese-language media is offered. Chapter 3 focuses on some aspects of Portugal, with particular attention to its history. Finally, Chapter 4 presents a selection of texts from the original book. This part provides a biography of the authors, a translation with a comment and a presentation of some of the topics from the texts. To conclude, a glossary with words and expressions from the original text is included and their translations into Italian, Spanish and English are provided.
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Regular endurance exercise remodels skeletal muscle, largely through the peroxisome proliferator-activated receptor-γ coactivator-1α (PGC-1α). PGC-1α promotes fiber type switching and resistance to fatigue. Intracellular calcium levels might play a role in both adaptive phenomena, yet a role for PGC-1α in the adaptation of calcium handling in skeletal muscle remains unknown. Using mice with transgenic overexpression of PGC-1α, we now investigated the effect of PGC-1α on calcium handling in skeletal muscle. We demonstrate that PGC-1α induces a quantitative reduction in calcium release from the sarcoplasmic reticulum by diminishing the expression of calcium-releasing molecules. Concomitantly, maximal muscle force is reduced in vivo and ex vivo. In addition, PGC-1α overexpression delays calcium clearance from the myoplasm by interfering with multiple mechanisms involved in calcium removal, leading to higher myoplasmic calcium levels following contraction. During prolonged muscle activity, the delayed calcium clearance might facilitate force production in mice overexpressing PGC-1α. Our results reveal a novel role of PGC-1α in altering the contractile properties of skeletal muscle by modulating calcium handling. Importantly, our findings indicate PGC-1α to be both down- as well as upstream of calcium signaling in this tissue. Overall, our findings suggest that in the adaptation to chronic exercise, PGC-1α reduces maximal force, increases resistance to fatigue, and drives fiber type switching partly through remodeling of calcium transients, in addition to promoting slow-type myofibrillar protein expression and adequate energy supply.
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INTRODUCTION: A multi-centre study has been conducted, during 2005, by means of a questionnaire posted on the Italian Society of Emergency Medicine (SIMEU) web page. Our intention was to carry out an organisational and functional analysis of Italian Emergency Departments (ED) in order to pick out some macro-indicators of the activities performed. Participation was good, in that 69 ED (3,285,440 admissions to emergency services) responded to the questionnaire. METHODS: The study was based on 18 questions: 3 regarding the personnel of the ED, 2 regarding organisational and functional aspects, 5 on the activity of the ED, 7 on triage and 1 on the assessment of the quality perceived by the users of the ED. RESULTS AND CONCLUSION: The replies revealed that 91.30% of the ED were equipped with data-processing software, which, in 96.83% of cases, tracked the entire itinerary of the patient. About 48,000 patients/year used the ED: 76.72% were discharged and 18.31% were hospitalised. Observation Units were active in 81.16% of the ED examined. Triage programmes were in place in 92.75% of ED: in 75.81% of these, triage was performed throughout the entire itinerary of the patient; in 16.13% it was performed only symptom-based, and in 8.06% only on-call. Of the patients arriving at the ED, 24.19% were assigned a non-urgent triage code, 60.01% a urgent code, 14.30% a emergent code and 1.49% a life-threatening code. Waiting times were: 52.39 min for non-urgent patients, 40.26 min for urgent, 12.08 for emergent, and 1.19 for life-threatening patients.
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Morphogenesis occurs in 3D space over time and is guided by coordinated gene expression programs. Here we use postembryonic development in Arabidopsis plants to investigate the genetic control of growth. We demonstrate that gene expression driving the production of the growth-stimulating hormone gibberellic acid and downstream growth factors is first induced within the radicle tip of the embryo. The center of cell expansion is, however, spatially displaced from the center of gene expression. Because the rapidly growing cells have very different geometry from that of those at the tip, we hypothesized that mechanical factors may contribute to this growth displacement. To this end we developed 3D finite-element method models of growing custom-designed digital embryos at cellular resolution. We used this framework to conceptualize how cell size, shape, and topology influence tissue growth and to explore the interplay of geometrical and genetic inputs into growth distribution. Our simulations showed that mechanical constraints are sufficient to explain the disconnect between the experimentally observed spatiotemporal patterns of gene expression and early postembryonic growth. The center of cell expansion is the position where genetic and mechanical facilitators of growth converge. We have thus uncovered a mechanism whereby 3D cellular geometry helps direct where genetically specified growth takes place.
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Growth in plants results from the interaction between genetic and signalling networks and the mechanical properties of cells and tissues. There has been a recent resurgence in research directed at understanding the mechanical aspects of growth, and their feedback on genetic regulation. This has been driven in part by the development of new micro-indentation techniques to measure the mechanical properties of plant cells in vivo. However, the interpretation of indentation experiments remains a challenge, since the force measures results from a combination of turgor pressure, cell wall stiffness, and cell and indenter geometry. In order to interpret the measurements, an accurate mechanical model of the experiment is required. Here, we used a plant cell system with a simple geometry, Nicotiana tabacum Bright Yellow-2 (BY-2) cells, to examine the sensitivity of micro-indentation to a variety of mechanical and experimental parameters. Using a finite-element mechanical model, we found that, for indentations of a few microns on turgid cells, the measurements were mostly sensitive to turgor pressure and the radius of the cell, and not to the exact indenter shape or elastic properties of the cell wall. By complementing indentation experiments with osmotic experiments to measure the elastic strain in turgid cells, we could fit the model to both turgor pressure and cell wall elasticity. This allowed us to interpret apparent stiffness values in terms of meaningful physical parameters that are relevant for morphogenesis.
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La mosca blanca del fresno, Siphoninus phillyreae (Haliday) , es una especie polífaga invasiva que causa graves daños en sus hospedadores, entre ellos el olivo (Olea europaea L.). El uso del hospedador por parte de S. phillyreae fue observado en tres cultivares de olivo (Arauco, Arbequina y Aloreña) en el norte de la provincia de La Rioja (Argentina) durante 2007 y 2008. De cada cultivar se muestrearon seis plantas infestadas y de cada planta se tomaron ocho hojas. De cada hoja se registró la abundancia de adultos y estados inmaduros de la mosca blanca que fueron comparadas entre los cultivares mediante modelos lineales generales y mixtos. Los resultados obtenidos mostraron diferencias significativas entre las densidades de adultos y ninfas de S. phillyreae en los distintos cultivares de olivo analizados. Dichos resultados indican que este insecto realiza un uso diferente de los cultivares de olivo, siendo Arauco y Arbequina las variedades hospedadoras más utilizadas en la zona de estudio.
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Las normativas legales sobre residuos de plaguicidas son cada vez más exigentes a nivel mundial. Con frecuencia hay una reducción significativa en el Límite Máximo de Residuos (LMR) y en casos severos la prohibición de su uso. La estrategia de control fitosanitario debe tener en cuenta los niveles de residuos que quedan en la fruta que llega al consumidor y la cinética de disipación que disminuye los riesgos toxicológicos y comerciales. El clorpirifos es un insecticida organofosforado, liposoluble, cuyo modo de acción es por contacto, ingestión o inhalación. Es utilizado por la mayoría de los productores, para el control de diversas plagas debido a que es económico y efectivo. En cultivos de tomate es utilizado para controlar a Tuta absoluta la “polilla del tomate", debido a su importancia en relación a los daños ocasionados en el cultivo (CITEF, 1977) y a Bemisia tabaci la “mosca blanca", por su incidencia durante todo el año y su agresividad como plaga de los cultivos hortícolas especialmente solanáceas, obliga a realizar una gran cantidad de pulverizaciones para mantenerla por debajo de los umbrales de daño económico. Tiene una amplia distribución y un gran impacto en los cinturones hortícolas de casi todo el país (SYNGENTA, 2011). Dicho plaguicida es muy tóxico o moderadamente tóxico para aves y humanos, según las formulaciones disponibles en el mercado, muy tóxico para abejas y extremadamente tóxico para peces (CASAFE, 2011). La legislación argentina establece un LMR de 0.5 mg/Kg. para fruto de tomate entero y un periodo de carencia (plazo de seguridad entre última aplicación y cosecha del producto) de 21 días (SENASA, 2010). La finalidad del trabajo es ofrecer al sector agrícola información sólida que le permita predecir la concentración de clorpirifos desde el momento de la aplicación y así evitar excesos de residuos en los frutos para consumo o comercialización.