1000 resultados para senso-motricidad
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Introduzione : Plinio il Giovane erogò una somma di denaro per costruire una biblioteca e assicurarne il funzionamento. Una cittadina donò al Municipio di Balerna due case di appartamenti con lo scopo di mantenervi pigioni moderate e di mettere i vani a disposizione quale abitazione primaria per la popolazione del Comune. Questi due esempi illustrano casi di donazioni gravate da un onere. Da essi si evince che la donazione modale consta di due elementi: un dono e una finalità posta allo stesso. Una tale donazione esemplifica l'idea di alterità dell'unità, come Giano - dio del Pantheon romano - il quale è rappresentato con due volti, che gli permettevano di vedere il passato e di scrutare il futuro. Così, il presente lavoro - anch'esso paradigma dell'alterità dell'unità - si prefigge lo scopo di creare un ponte tra il passato e il potenziale futuro, sulla scorta anche di testi filosofici e letterari, senza tacere la sua dimensione giuridica. Un'invocazione a Giano si giustifica: anche Seneca, nel suo canzonatorio poema sulla trasformazione in zucca dell'imperatore Claudio - l'Apocolocintosi - narra che il dio patrocinò l'interessato, siccome abile oratore e aduso all'arte forense poiché i suoi due volti indicano in senso metaforico - e ironico - la capacità di esaminare le questioni sotto tutti i loro aspetti. Ciò posto, giovi considerare che la donazione modale è costituita di due scorciatoie cognitive che espongono la sua alterità: l'una, il dono, rimanda all'idea di gratuità, di benevolenza, di amicizia, di reciprocità; l'altra, l'onere, riconduce all'onerosità, allo scambio, al contratto, alla commutatività. Così, per enucleare l'unità della donazione gravata da un onere occorre chinarsi sulla sua alterità e percorrere i cammini che essa propone: la gratuità e l'onerosità, per poi ridurre gli esiti nell'unitarietà dell'istituto. Il presente lavoro vaglia invero la donazione modale. Esso è nondimeno condito di riflessioni più generali inerenti alla teoria dei contratti e alla filosofia del diritto, in una digressione temporale che dal diritto romano porta al diritto svizzero, passando per alcuni glossatori e umanisti e, anche, attraverso alcune legislazioni regionali del XIX secolo. Donde un lavoro che, in ultima analisi, abbraccia più tematiche, suddivise come esposto in appresso. Il primo capitolo, di introduzione al tema, è un compendio della terminologia latina del dono, ottenuto individuando esempi addotti dalle fonti giuridiche e fatti narrati da scrittori latini. Dacché la legge si palesa mediante uno scritto insieme di segni che esprimono concetti - mi è parso opportuno soffermarmi sulle sfaccettature linguistiche del "dono". La società romana era tributaria di molteplici rapporti di amicizia, i cui contenuti hanno poi dato adito ai cosiddetti contratti gratuiti. A Roma, la gratuità era un concetto bicefalo. Esisteva una gratuità propriamente detta e una gratuità qualificata di lucrativa. L'una escludeva l'altra. Esse godevano di un campo d'applicazione autonomo e indipendente. Queste due nozioni sono l'oggetto del secondo capitolo. Dato che la donazione modale è una commistione tra gratuità e onerosità, dopo aver esposto i criteri della gratuità, il terzo capitolo si incentra sull'analisi del modus testamentario e del concetto di donazione remuneratoria. Lungo le pagine del quarto capitolo, preludio al nucleo stesso della tesi, si tratteggia lo sviluppo giuridico della donazione nel diritto romano: da causa di atti a contratto indipendente. Dopo avere tracciato i contorni degli elementi che si fondono nel concetto di donazione gravata da un onere (dono, gratuità, onerosità), il quinto capitolo contiene la base del presente studio: l'analisi della donazione modale. Assemblando i risultati emersi nei capitoli precedenti, si definisce e si delimita questo istituto, si elabora la sua maturazione storica e concettuale. L'incedere della tesi, in ambito svizzero, segue quasi pedissequamente la struttura romanistica del primo titolo. Dopo una presentazione di alcune legislazioni del XIX secolo, nel preludio, il secondo capitolo si concentra sulla nozione di gratuità, quale può essere estrapolata dal Codice civile, dal Codice delle obbligazioni e dalla Legge federale sulla esecuzione e sul fallimento. Il terzo capitolo tratta dell'onerosità, limitata al Codice civile e, principalmente, all'onere successorio. La tesi si chiude, nel quarto capitolo, con una digressione sulla donazione gravata da un onere nel diritto svizzero. In questo lavoro i quesiti di fondo, cui si cerca di fornire una risposta, riguardano la natura e la struttura dell'istituto in esame: di che tipo di contratto si tratta? È gratuito, lucrativo o oneroso? Come risponde il donatario inadempiente? Permettetemi un'avvertenza preliminare: i testi letterari, giuridici e filosofici su cui poggia il primo titolo sono vecchi di un paio di millenni, e, prima di giungere nelle nostre biblioteche e nelle nostre case, hanno subito un percorso tortuoso. Alcuni sono stati alterati, altri modificati. Errori di trascrizione si sommano ad adeguamenti alle nuove realtà storiche. Ciò premesso, i testi letterari e filosofici sono presentati nelle versioni indicate nelle pagine della bibliografia e non sono stati l'oggetto di particolari attenzioni interpolazionistiche, critiche che affiorano tuttavia per i frammenti giuridici più interessanti per il presente lavoro.
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Mostrando qualche reticenza nel riferire a se stesso il termine di 'narratore', Bassani ama definirsi soprattutto 'poeta' e 'saggista'. Nei saggi del volume Di là dal cuore, la voce in prima persona costruisce il proprio statuto di legittimità di 'genere'. L'esperienza saggistica, ci fa capire Bassani, non è un settore marginale della sua produzione, ma un punto di vista privilegiato per osservare l'insieme della sua opera di scrittore. In questo senso, i saggi accuratamente riuniti dall'autore, nonostante l'apparente occasionalità, formano un percorso unitario che si pone 'alla pari' nei confronti della prosa narrativa. Tra gli elementi di coerenza della prosa saggistica di Bassani si rilevano, in particolare, il posizionamento esplicito dell'io e la necessità del riferimento al vissuto, biografico e storico.
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Primeiramente, oferecemos uma apresentação teórica da representação do pensamento prático, começando pela distinção entre silogismo dialético e silogismo demonstrativo. Fazemos referência à crítica de Toulmin contra o dedutivismo dominante de seu tempo. Em seguida, fornecemos argumentos para apoiar a relevância heurística do modelo de Toulmin para entender a discussão sobre a inclusão da lógica padrão na representação do pensamento comum. Afirmamos que o projeto analítico toulmaniano permite entender, com clareza metódica, a derrotabilidade dos argumentos do senso comum por meio da investigação da noção modal de probabilidade na linguagem comum.
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Um protocolo de PCR multiplex foi estabelecido para a detecção do Banana streak virus (BSV) e do Cucumber mosaic virus (CMV) em bananeiras micropropagadas. Estes vírus são responsáveis por perdas na produção de bananas em todo o mundo. Alguns trabalhos descrevem a integração do BSV no genoma B da bananeira. Contudo, a existência de bananeiras híbridas livres do BSV tem sido demonstrada. Ademais, determinadas estirpes do CMV não são transmitidas mecanicamente sob condições de laboratório, nem tampouco detectadas por testes sorológicos. Como conseqüência, a indexação de matrizes para cultura de tecido algumas vezes se mostra ineficiente. A metodologia apresentada neste trabalho sobrepõe esta dificuldade, pois se baseia na detecção do ácido nucléico viral presente em amostras foliares de bananeira. Na reação, foram usados os oligonucleotídeos BADNA 1A e BADNA 4, para a detecção do BSV, e "CMV senso" e "CMV antisenso" para a detecção do CMV. Após a eletroforese foi verificada a presença de dois fragmentos de DNA amplificados simultaneamente, um dos quais com 597 pb correspondente ao BSV e o outro, com 488 pb, correspondente ao CMV. Este resultado indica que o PCR multiplex pode ser utilizado como uma ferramenta adicional na indexação do BSV e do CMV em bananeiras propagadas por cultura de tecido.
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Como parte do seu projeto de expansão, a Universidade Federal de Viçosa criou um curso de graduação em Medicina que, pautado nas Diretrizes Curriculares Nacionais, busca a inserção precoce dos estudantes na rede de Atenção Básica. A integração da escola ao serviço público, assim como a preocupação com a formação de recursos humanos com senso de responsabilidade social, compromisso com a cidadania e aptos a atender às necessidades concretas da população e operacionalizar o Sistema Único de Saúde estiveram no centro do processo de criação desse curso. A abertura do curso foi autorizada pelo Ministério da Educação e, concomitantemente, foi aprovada a criação de um grupo do Programa de Educação pelo Trabalho para a Saúde (PET-Saúde). Nesse cenário de múltiplos desafios que representa a criação de um novo curso de Medicina em uma universidade pública tradicional, pautado nas DCNs e a partir de um currículo integrado, (re)pensar as experiências iniciais vivenciadas pelos atores sociais protagonistas do PET-Saúde/UFV é o propósito deste relato de experiência.
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Este ensaio discute possíveis contribuições advindas do pensamento de Paulo Freire para a transformação das escolas médicas no Brasil, tendo como referência o perfil profissional preconizado pelasDiretrizes Nacionais do Curso de Graduação em Medicina. Considerando que apenas mudanças de método são insuficientes para atingir as competências humanísticas preconizadas, apresenta-se a educação como prática de liberdade de Paulo Freire como um fundamento apropriado para definir estratégias e práticas voltadas à formação de um profissional crítico, reflexivo, com senso de responsabilidade social e cidadania. Com amparo no pensamento freireano, propõe-seque a inserção na comunidade, a democratização da relação docente-discente e a utilização do portfólio podem beneficiar o processo de formação médica.
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As transformações da prática médica nos últimos anos - sobretudo com a incorporação de novas tecnologias da informação - apontam a necessidade de ampliar as discussões sobre o processo ensino-aprendizagem na educação médica. A utilização de novas tecnologias computacionais no ensino médico tem demonstrado inúmeras vantagens no processo de aquisição de habilidades para a identificação e a resolução de problemas, o que estimula a criatividade, o senso crítico, a curiosidade e o espírito científico. Nesse contexto, ganham destaque as Redes Neurais Artificiais (RNA) - sistemas computacionais cuja estrutura matemática é inspirada no funcionamento do cérebro humano -, as quais têm sido úteis no processo ensino-aprendizagem e na avaliação de estudantes de Medicina. Com base nessas ponderações, o escopo da presente comunicação é revisar aspectos da aplicação das RNA na educação médica.
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RESUMO As Instituições de saúde de ensino superior têm buscado efetuar mudanças em seus projetos político-pedagógicos, replanejando, assim, seus currículos. Esta pesquisa teve por objetivo avaliar o processo de ensino-aprendizagem no estágio supervisionado, quando realizado com a integração de estudantes de diversos cursos na área da saúde, utilizando como abordagem um estudo de caso etnográfico, por meio de observação participante, questionário semiestruturado e grupo focal. Mediante a triangulação dos dados, pôde-se perceber a importância da interdisciplinaridade, do trabalho em equipe, da contribuição para a formação profissional e do papel do docente como facilitador do processo de ensino-aprendizagem, estimulando o senso crítico e a tomada de decisão. A proposta do Estágio Integrado permite um novo olhar no processo de ensino-aprendizagem, aliada à diversificação do cenário de prática, principalmente quando se fala em ensino na saúde. O Estágio Integrado pode ser entendido como uma estratégia pedagógica para tentar superar a fragmentação do conhecimento e ser utilizado como um referencial por outras Instituições de ensino na saúde que buscam formar profissionais de saúde com perfil humanista, capazes de atuar na integralidade da atenção à saúde e em equipe.
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Este trabalho teve como objetivo registrar a composição florística e estrutura de uma área de Cerrado stricto senso, com ênfase no estrato arbustivo-arbóreo. Foram instaladas 30 parcelas de 10 x 10 m, distribuídas em blocos de 10 parcelas contíguas, onde os indivíduos com PAP superior ou igual a 10 cm foram incluídos. O número total de indivíduos amostrados foi de 1.107, pertencentes a 33 famílias e 88 espécies, evidenciando-se alta riqueza. A área basal total e a densidade total foram, respectivamente, de 6,651 m² e 3.690 indivíduos por hectare. Os valores de diversidade (3.868 nats/indivíduo) e equabilidade (0,86) indicaram grande heterogeneidade e baixa dominância ecológica. As espécies mais importantes foram Qualea grandiflora Mart., Lafoensia pacari St. Hil., Magonia pubescens St. Hil e Qualea parviflora Mart., que juntas representaram 57,7% do VI
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A piomiosite tropical, apesar de ser uma patologia reconhecida em nosso meio há mais de cem anos, ainda é pouco divulgada no Brasil, e pode-se perder tempo e dinheiro em exames para afastar a possibilidade de tumores ou tratar sua incidência vem aumentando em regiões de clima temperado, devido à disseminação do Vírus da lmunodeticiência Humana e aos tratamentos imúnossupressivos. Apesar de realizado em instituições que muitas vezes não apresentam recursos diagnósticos de primeira linha, demonstramos que o tratamento pode ser adequado se houver experiência clínica e bom senso. São descritos quarenta casos de piomiosite tropical, atendidos consecutivamente por um mesmo cirurgião; a idade média dos pacientes foi de 16 anos e o sexo predominante o masculino. O diagnóstico foi clínico em 73% dos casos e o tratamento realizado foi drenagem por incisão direta sobre a massa, deixando dreno tubular, usado para irrigação do abscesso. O tempo médio de permanência do dreno no local foi de cinco dias, e a média de permanência hospitalar, sete dias. Dois casos (5%) evoluíram para osteomielite e um caso foi a óbito. A evolução foi satisfatória em 93% dos pacientes.
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Suomen ilmavoimien F/A-18 Hornet -kalusto tulee elinkaarensa päähän 2020-luvun loppu-puolella. Suunnitelmat ja päätökset Hornetin seuraajan valinnasta tulevat asettumaan seuraa-van 10 vuoden sisään, joten tässä vaiheessa tulee perehtyä siihen, mitä seuraajalta vaaditaan. Tutkielman tarkoituksena oli miettiä Hornetin seuraajalle mahdollisia valintaperusteita tule-vaisuuden ilmaoperaation näkökulmasta. Tutkielmaa tehtäessä perehdyttiin siihen, minkälai-sessa toimintaympäristössä seuraajalla tullaan toimimaan ja minkälaisia tehtäviä sillä voidaan suorittaa. Tutkielman sisällön kannalta oli oleellista esitellä mahdollisen seuraajan ominai-suuksia, jotta nähdään, minkälaisia ominaisuuksia on saatavilla tulevaisuuden ilma-aluksiin. Päätutkimusmenetelmänä käytettiin kirjallisuuskatsausta. Laadullisiin tutkimusmenetelmiin kuuluvan kirjallisuuskatsauksen avulla tulkittiin ja analysoitiin jo olemassa olevia lähteitä. Tavoitteena oli pystyä pienemmistä teoriapalasista kasaamaan yhtenäisempi asiakokonaisuus. Tutkimuksen aineisto kerättiin avoimista lähteistä. Näitä olivat esimerkiksi artikkelit, aihee-seen liittyvä kirjallisuus sekä aiemmat tutkimukset. Tutkielmassa luotiin skenaario mahdollisesta tulevaisuuden ilmaoperaatiosta perustuen War-denin luomaan teoriaan. Skenaarion avulla tutkittiin, mitä mahdolliselta Hornetin seuraajalta operaatiossa vaadittaisiin. Tulevaisuuden ilmaoperaatiossa tehtäviksi määräytyivät kansain-välisessä kriisinhallintaoperaatiossa suoritettavat valvonta- ja tiedustelutehtävät, joita torjun-tahävittäjällä voidaan suorittaa. Hävittäjälle tarpeellisiksi ominaisuuksiksi kyseisissä tehtä-vissä tutkielmassa nostettiin koneiden edistykselliset navigointijärjestelmät, kehittynyt senso-ri- ja tutkatekniikkaa sekä uudenaikaiset nopeat ja luotettavat kommunikointiyhteydet. Tutkimuksen perusteella tutkielmassa tultiin johtopäätökseen, että Hornetin seuraajan valin-taperusteita mietittäessä ei tulisi keskittyä niinkään koneiden kalliisiin häiveratkaisuihin tai asejärjestelmiin. Pikemminkin tulisi keskittyä järjestelmiin, joita tulevaisuudessa ilmaoperaa-tion kaltaisissa tehtävissä tarvitaan entistä enemmän. Asejärjestelmiäkään ei tule unohtaa, sil-lä ne ovat oleellinen osa sotakalustoa, mutta asioita priorisoitaessa pitää miettiä, mikä on tar-peellista ja mikä ei.
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Neste ensaio proponho-me identificar alguns aspectos peculiares da problematização kantiana da experiência estética, assinalando as suas tensões e os equilíbrios que a sustentam e mostrar que a sua fecundidade especulativa não se esgota no aproveitamento que a geração póskantiana (do Classicismo, Romantismo e Idealismo) fez de alguns dos seus elementos, mas continua a revelar-se na redescoberta que, nas últimas décadas, dela vem sendo feita e cujo alcance se tem provado na capacidade que oferece para revitalizar os debates actuais acerca dos problemas estéticos. Tento mostrar, nomeadamente, que a meditação kantiana representa um singular momento de equilíbrio instável entre dois regimes de pensamento estético: um, que gira em torno da categoria do gosto (Geschmack), entendido como um senso comum estético que invoca uma preocupação social e comunitária, o outro, que gira em torno da categoria do génio (Genie) e do pressuposto do carácter absoluto da individualidade e subjectividade criadora; um, que reabilita a sensibilidade humana (Sinnlichkeit) e as qualidades sensíveis dos objectos enquanto contempladas e apreciadas pelo sujeito, o outro, centrado na categoria do sentimento íntimo (Gefühl), entendido como algo inalienável e como o irredutivelmente subjectivo da vivência individual.
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Il graduale passaggio dall'antica "storia dei filosofi" alla moderna "storia della filosofia" viene qui ricostruito nelle sue fasi essenziali, alla luce della dialettica fra tradizione e innovazione, che caratterizza il dialogo filosofico inteso in senso diacronico. Ma in che senso è ancora possibile, oggi, parlare di una "storia della filosofia" distinta sia dall'attività filosofico-ermeneutica sia dalla ricerca strettamente storica, qual è quella condotta dalla Intellectual history?
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Nella storiografia filosofica spagnola non esiste, probabilmente, una definizione ambigua e problematica come quella che riguarda la cosiddetta "Scuola di Barcellona". La tesi principale di questo articolo è che tale scuola non giunse mai a nascere, ma ne esistette soltanto una forma embrionale che non poté maturare perché, in conseguenza della situazione politica venutasi a creare con la guerra civile (1936-1939), i suoi componenti si dispersero nell'esilio. Ciò nonostante, è possibile riconoscere alcuni tratti comuni, seppur labili e (forse) non sostanziali, nella diaspora degli intellettuali catalani che rendono possibile definirla, con le dovute cautele, "Scuola di Barcellona". Tali caratteristiche comuni si possono far risalire a colui che, in un certo senso, fu il fondatore della scuola, essendo il principale maestro delle nuove leve filosofiche della Catalogna all'inizio del XX secolo: Jaume Serra Hunter.
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Partendo dalla nozione kierkegaardiana dell'Io come un rapportarsi propongo discutere in questo testo il concetto di altro nei diversi stadi esistenziali: l'estetico, l'etico ed il religioso. Cerco prima di descrivire il problema dell'Io nella filosofia di Kierkegaard rispetto alla questione da lui enunciata fin dall'inizio del saggio sulla Malattia Mortale (KIERKEGAARD, 2013a), ossia che la coscienza possa porre a se stesso o debba esser posta da un altro. Poi la mia ricerca appunta verso la nozione dell'altro nell'estetico come occasione per il godere del se stesso e appunta anche verso la nozione dell'altro come immagine dell'Io, un secondo Io, nello stadio etico. Alla fine arrivo al religioso dove, per il teologo danese, l'altro prende il senso di un altro come altro, una realtà in sé, dato che nel religioso l'altro è, prima di tutto, il Dio – la vera fonte della realtà dell'Io stesso – ed è ancora il prossimo, tutte le altre persone che, insieme all'Io, devono nella sua singolarità diventare spirito, coscienza coesa nella esistenza. Quest'altro religioso è pertanto il punto centrale della filosofia sociale kierkegaardiana, giacché nella posizione del prossimo egli è infatti il primo Tu (KIERKEGAARD, 2003).