929 resultados para sottotitoli, russo, cinema, commedia, traduzione


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In questo elaborato verrà discusso il sottotitolaggio sia nella sua forma teorica, sia pratica. e verranno presentati due cortometraggi in lingua spagnola di genere horror, “Tin & Tina” di Rubin Stein ed “Horizonte” di Aitor Uribarri e ne verranno proposte le traduzioni sotto forma di sottotitolaggio. Nel primo capitolo verrà trattato il sottotitolaggio e le sue varie tipologie e caratteristiche, con particolare attenzione al sottotitolaggio interlinguistico, utilizzato per i due cortometraggi precedentemente elencati. Nella seconda parte saranno presentati i due cortometraggi ed i rispettivi autori, contestualizzandoli all’interno del cinema del cinema horror attraverso una analisi storico-tematica del cinema dell’orrore spagnolo e internazionale; concluderò il capitolo con un confronto con il cinema horror italiano. Nel terzo capitolo verranno analizzate le difficoltà riscontrate nella traduzione dei sottotitoli, la metodologia utilizzata e le tecniche di sottotitolaggio utilizzate.

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Il tema centrale del presente elaborato è la traduzione amatoriale di materiali audiovisivi dall’italiano al cinese. Il primo capitolo fornisce una panoramica storica dell’evoluzione della traduzione audiovisiva in Cina continentale. Nel secondo capitolo verrà analizzata più nel dettaglio l’influenza che la censura ha esercitato nel processo di affermazione della traduzione amatoriale in Cina come mezzo principale per diffondere i contenuti non autorizzati a livello governativo. Il terzo capitolo, infine, prende come esempio la traduzione del sottotitolo dall’italiano al cinese del film L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, uscito nel 2020, per classificare e analizzare i principali errori traduttivi. All’interno di questa analisi le categorie di errore prese in considerazione sono: la traduzione di elementi culturali, i problemi emersi come conseguenza della pressione ideologica ed estetica sulla lingua cinese, che quindi possono essere definiti come una forma di auto-censura, la mancata resa ironica, la scelta del registro linguistico errato, le incongruenze terminologiche e le traslazioni di significato.

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Análise da commedia dell'arte a partir de uma perspectiva histórico-crítica, enfatizando-se as várias maneiras de sua apropriação no século XX. Partindo de elementos da commedia dell'arte, serão ressaltados os temas da migração do teatro de praça para o teatro fechado e a ampliação do modelo da commedia dell'arte para outras formas artísticas do século XX, como o cinema mudo, o circo e o carnaval.

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La tesi ha per oggetto i tre copioni danteschi di Edoardo Sanguineti, Mario Luzi e Giovanni Giudici, traspositori, rispettivamente, di Inferno, Purgatorio e Paradiso, nell’ambito del progetto di drammaturgia della Commedia ideato e commissionato dai Magazzini negli anni 1989-1991. L’analisi dei copioni si basa sulle teorie espresse da Genette in Palinsesti, e si sviluppa come lettura comparativa fra ipotesto (Commedia) e ipertesti (riscritture). Contestualmente, viene approfondito il tema della ricezione di Dante nel Novecento, specie nelle forme della traduzione in immagini, e fornita un'interpretazione − alla luce delle acquisizioni della critica dantesca novecentesca e della narratologia − della duplice natura del poema, materia prima oscillante tra vocazione e resistenza alla trasposizione drammatica.

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All’ascolto dell’incompiuto Matrimonio di Musorgskij, Borodin aveva sentenziato lapidariamente: «une chose manquée». Uguale commento viene riservato tuttora alla produzione operistica di Sergej Rachmaninov. In questo caso però non ci troviamo di fronte a un teatro rivoluzionario che si trova costretto a fare un passo indietro rispetto ai principi programmatici di cui si vuol far portatore, bensì a un potenziale inespresso, a un profilo drammaturgico mai giunto a piena maturazione. L’evidente eterogeneità della produzione operistica lasciataci in eredità dal compositore non permette infatti di determinarne con chiarezza le ‘linee guida’ e ne rende problematica la collocazione nel contesto musicale a lui coevo. Scopo della presente dissertazione è indagare l’apprendistato e il debutto operistico del compositore russo attraverso l’analisi di materiale documentario, testi letterari, partiture nonché delle fonti critiche in lingua russa, difficilmente accessibili per lo studioso italiano. Il cuore dell’elaborato è un’analisi dettagliata di Aleko, un atto unico presentato nel 1892 dal compositore come prova finale al corso di ‘Libera composizione’ del Conservatorio di Mosca. L’opera viene considerata nel suo complesso come organismo drammatico-musicale autonomo (rapporto fonte/libretto, articolazione interna, sistema delle forme, costellazione dei personaggi, distribuzione delle voci, ecc.), ma inquadrata al contempo nel più ampio contesto del teatro musicale coevo (recezione critica sia da parte della pubblicistica coeva sia da parte della storiografia musicale). Viene fornita in appendice un’edizione del libretto con traduzione a fronte. Incorniciano l’analisi dell’opera un capitolo in cui si offre una rilettura estetica del ‘caso Rachmaninov’ e un aperçu sulla produzione operistica matura del compositore, alla luce delle riflessioni proposte nel corso della dissertazione.

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Questa tesi, nata da alcuni incontri avvenuti in questi tre anni di università, si propone di favorirne un altro. Nella traduzione di Fettnäpfchenführer Russland: Was sucht der Hering unterm Pelzmantel? di Veronika Wengert, infatti, si intersecano tre mondi, proprio quelli che hanno accompagnato la mia carriera universitaria: quello russo, descritto dall’autrice, quello tedesco, di cui il protagonista è rappresentante, e quello italiano, destinatario ideale della traduzione. Scopo dell’elaborato è quindi proporre a un ipotetico lettore italiano la traduzione dal tedesco di tre capitoli del libro, per me molto significativi per conoscere la cultura russa. Un incontro trilaterale per niente semplice, se si pensa che questo Fettnäpfchenführer, una “guida anti-gaffe per la Russia”, non è ascrivibile in un genere testuale definito e presenta funzioni testuali diverse, nonché molti riferimenti alla cultura tedesca e, ovviamente, alla realtà russa. Dopo un breve excursus su autrice e opera in questione, vengono analizzate alcune teorie della traduzione e altri aspetti interessanti, riguardanti soprattutto l’ironia e i realia. La traduzione italiana è affiancata dal testo originale tedesco, per facilitare il confronto e il riconoscimento delle strategie traduttive utilizzate, che vengono analizzate nel paragrafo successivo. Nella conclusione si ribadisce l’importanza della traduzione come ponte fra culture.

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L’un des buts de ce mémoire est de définir le concept de « mise en abyme » appliqué au court-métrage Mouettes, réalisé en 2013 par le cinéaste belge Zeno Graton. Un autre but est celui de présenter une version sous-titrée en langue italienne de ce même court-métrage tout en explorant le monde de la traduction audiovisuelle et notamment du sous-titrage. Ce mémoire est divisé en trois chapitres. Le premier chapitre porte principalement sur la mise en abyme, sur les différents types de mise en abyme, à savoir pictural, littéraire et filmique, sur les études réalisées et les théories conçues à propos de ce procédé, à partir d’André Gide jusqu’à Lucien Dällenbach en passant par Jean Ricardou. Ce chapitre se penche également sur les différences entre la mise en abyme filmique et d’autres modes de réflexivité cinématographique, pour ensuite se concentrer sur le court-métrage Mouettes, décrire le procédé de la mise en abyme hétérogène utilisée dans Mouettes et présenter les thèmes abordés dans le court-métrage. Parmi les thèmes exposés, l’un des plus évocateurs est celui de la figure de l’acteur qui ne sait plus distinguer, parfois, ses passions et ses sentiments réels de ceux ressentis dans le rôle du personnage qu’il doit jouer. Ensuite, le deuxième chapitre est consacré aux différents procédés utilisés dans la traduction audiovisuelle, du doublage, au voice-over au respeaking, en analysant surtout la technique du sous-titrage, la théorie et les problèmes liés. Enfin, le dernier chapitre propose mon travail de sous-titrage à travers un tableau avec le time code, le texte de départ transcrit, la traduction et, si nécessaire, l’adaptation. Dans le troisième chapitre, il y a également un commentaire sur les difficultés rencontrées pendant le travail de sous-titrage, dans la traduction ainsi que dans l’utilisation du logiciel Jubler.

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Liebesgrüße aus Deutschland è un’analisi satirica e umoristica della società tedesca, vista con gli occhi dello scrittore russo Wladimir Kaminer, che nel libro unisce esperienze personali da straniero appena arrivato in Germania a vicende più recenti che ha vissuto da scrittore affermato, intrecciandole con aspetti più o meno bizzarri che caratterizzano la società di questo paese. Nella mia proposta di traduzione di tre capitoli di questo libro l’obiettivo è stato quello di imitare il più possibile lo stile dell’autore e trasportare aspetti molto caratteristici della lingua e della cultura di partenza nella società e cultura dei lettori italiani, impresa piuttosto difficile data la differenza spesso molto grande tra caratteristiche peculiari delle due culture, per certi versi diametralmente opposte. I tre capitoli tradotti sono molto diversi tra loro sia nei contenuti sia nello stile di scrittura, il che ha favorito l’adozione di strategie diverse per ognuno di essi, in relazione alle varie caratteristiche dei testi che hanno un peso rilevante nella pianificazione della traduzione. Nell’analisi della traduzione sono presenti le motivazioni per cui sono state adottate determinate macrostrategie di traduzione per quanto riguarda ogni singolo capitolo, le spiegazioni sulle scelte traduttive, e commenti riguardo le scelte lessicali e sintattiche. Nella premessa alla traduzione sono illustrate alcune teorie della traduzione che stanno alla base della riflessione che ha poi portato all’azione concreta della traduzione dei tre testi.

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Questa è la traduzione dal russo all'italiano del racconto "Ten' oblaka na drugom beregu" (L'ombra di una nuvola sull'altra riva), parte della raccolta di racconti "Vos'merka" dello scrittore Zachar Prilepin, una delle figure di maggior spicco nella scena letteraria russa contemporanea. La raccolta in questione non è mai stata tradotta verso l'italiano. Ho scelto questo racconto perché mi è sembrato particolarmente esemplificativo delle tematiche e del linguaggio dell'autore. Il mio lavoro include, oltre alla traduzione, anche un'introduzione, nella quale contestualizzo Prilepin all'interno del panorama letterario contemporaneo; e una nota alla traduzione, nella quale parlo più specificatamente di quel determinato racconto.

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Il seguente elaborato si propone di fornire un esempio di traduzione del film Brat 2 di Aleksej Balabanov, che possa fungere da base per un eventuale sottotitolaggio. Il lavoro è suddiviso in quattro sezioni: in primo luogo, una breve nota alla traduzione, pensata per favorire una lettura diretta delle battute, in cui ci si soffermerà su alcuni aspetti della lingua e della cultura russe. Le linee orizzontali demarcano i cambi di scena, ovvero il passaggio da un ambiente ad un altro. La seconda sezione si concentra in parte sull'analisi di alcuni temi e caratteristiche del film in questione (anche in relazione con il suo antecedente Brat), in parte sul regista e sull'attore protagonista Sergej Badrov. La terza sezione fornirà invece una breve delucidazione riguardo la traduzione audiovisiva. Infine, la quarta sezione è composta da una tabella a due colonne, all'interno della quale sono inserite le battute tradotte con testo a fronte. La scelta è ricaduta sull'opera in questione data la sua rilevanza all'interno del panorama cinematografico russo, ma soprattutto, data la sua originalità. Brat 2 [Fratello 2] ha la capacità di mostrare, con poche ed efficaci pennellate, le immagini di un'America diversa da quella che si è soliti rappresentare sugli schermi occidentali.

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Questo lavoro si concentra su un particolare aspetto della sfaccettata ricerca scientifica di Johannes Kepler (1571-1630), ossia quello teorico-musicale. I pensieri dell’astronomo tedesco riguardanti tale campo sono concentrati – oltre che in alcuni capitoli del Mysterium cosmographicum (1596) ed in alcune sue lettere – nel Libro III dell’Harmonices mundi libri quinque (1619), che, per la sua posizione mediana all’interno dell’opera, tra i primi due libri geometrici e gli ultimi due astronomici, e per la sua funzione di raccordo tra la «speculazione astratta» della geometria e la concretizzazione degli archetipi geometrici nel mondo fisico, assume la struttura di un vero e proprio trattato musicale sul modello di quelli rinascimentali, nel quale la «musica speculativa», dedicata alla teoria delle consonanze e alla loro deduzione geometrica precede la «musica activa», dedicata alla pratica del canto dell’uomo nelle sue differenze, generi e modi. La tesi contiene la traduzione italiana, con testo latino a fronte, del Libro III dell’Harmonice, e un’ampia introduzione che percorre le tappe fondamentali del percorso biografico e scientifico che hanno portato alla concezione di quest’opera – soffermandosi in particolare sulla formazione musicale ricevuta da Keplero, sulle pagine di argomento musicale del Mysterium e delle lettere, e sulle riflessioni filosofico-armoniche sviluppate negli anni di ricerca – e offre gli elementi fondamentali per poter comprendere l’Harmonice mundi in generale e il Libro III in particolare. A ciò si aggiunge, in Appendice, la traduzione, anch’essa con testo latino a fronte, della Sectio V, dedicata alla musica, del Liber IX dell’Almagestum novum (1651) di Giovanni Battista Riccioli (1598-1671), interessante sia dal punto di vista della recezione delle teorie di Keplero che dal punto di vista della storia delle idee musicali.

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L'elaborato consiste in una sottotitolazione, dallo spagnolo verso l'italiano, del cortometraggio spagnolo "Diez minutos". La parte pratica precede una parte teorica sulla traduzione audiovisiva in generale, con particolare attenzione alla sottotitolazione.

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In this thesis, I have chosen to translate from Italian into Arabic Canto I of the Inferno, from Dante Alighieri’s epic poem the Divine Comedy (La Divina Commedia) because it’s a masterpiece in both Italian and world literature. Also I have selected it for its artistic value and the universal themes that it depicts. In fact, my purpose in translating this great work into Arabic is to extol the cultural and universal aspects that can be common to human beings everywhere. My paper is written in Arabic and has six sections: A brief introduction on Dante’s life, an introduction to the Divine Comedy, a summary of Canto 1 of the Inferno and its analysis, Canto I of the Inferno in Italian, its translation into Arabic and finally a comment on the translation. The first part -a summary of Dante’s life was presented. The second part of my paper is an introduction to the Divine Comedy, the allegorical epic poem, consisting of three parts: The Inferno (Hell), Purgatorio (Purgatory), and Paradiso (Paradise). The third part is a summary and analysis of Canto 1 of the Inferno, Dante’s most renowned verses. The analysis of Canto highlights the everlasting conflict of man– sinning and giving in to temptation but then trying to repent and search for his soul’s salvation. He reflects on sin, existence, truth, God, love and salvation in his struggle through the dark and gloomy forest which symbolizes conflict and temptations man may succumb to. The influence of Christianity and the Middle ages here shows his commitment to religion and faith. Moreover, his meeting of Virgil, who guides him to the mountain during his journey to salvation, reflects the positive impact of Virgil’s philosophy on Dante. The fourth part presents the Italian version of Canto 1 of the Inferno. The fifth section of my paper is the translation of Canto 1 of the Inferno from Italian to Arabic. Translating an excerpt of Dante’s masterpiece was not an easy task: I had to consult several critique texts besides the Italian source text with explanations, and also some English versions to overcome any translation difficulties. As a student of translation, my goal was to be faithful in relaying to the Arabic audience the authenticity of Dante’s work, his themes, passions and aesthetic style. Finally, I present a conclusion including a comment on the translation and the bibliography of the sources I have consulted.

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Il tema del mio elaborato finale è la sottotitolazione del film “A passeggio per Mosca” di Georgij Danelija (1963), un noto regista russo. I suoi film più famosi sono “Мимино” (Mimino) e “Осенный марафон” (“Maratona d’autunno”). L’attore protagonista del film è Nikita Michalkov, famoso attore e regista, nonché personaggio controverso della vita culturale russa; il suo film più famoso è “Утомлённые солнцем” (“Sole ingannatore”). I personaggi più anziani furono interpretati da attori famosi quali Rolan Bykov, attore di teatro, e Vladimir Basov, regista e attore straordinariamente versatile. I ruoli principali, invece, furono affidati ad attori meno noti: Aleksej Loktev e Evgenij Steblov, che si dedicarono entrambi al teatro per gran parte della propria vita, e Galina Pol’skich, che divenne una grande attrice di film drammatici. Straordinari sono anche il lavoro dell’operatore cinematografico Vadim Jusov e quello del compositore Andrej Petrov. Il film suscitò diverse impressioni nel pubblico e nella critica e fu accolto positivamente da Chruščёv: presto sarebbe diventato un simbolo del “Disgelo”, un periodo in cui Chruščёv effettuò un’opera di destalinizzazione dell’URSS: il clima era quindi più disteso, sebbene vi fosse un malcontento diffuso a causa dell’economia fallimentare dello Stato. La canzone finale, che contribuì al successo del film, esprime perfettamente quest’atmosfera spensierata, che pervade anche Mosca, la vera protagonista del film. Della capitale vengono inquadrati i luoghi più importanti: tra questi il parco Gorkij, la metropolitana e il GUM. Tradurre i sottotitoli del film non è stato facile. In particolare, ho incontrato difficoltà nel tradurre alcune particelle russe che non hanno un equivalente in italiano e battute in cui erano presenti importanti riferimenti culturali. Il lavoro a cui mi sono dedicata con più impegno è stato la traduzione della canzone finale: desideravo che i sottotitoli italiani fossero in rima e conservassero il significato dei versi originari.

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Il presente elaborato affronterà il tema dell’autotraduzione di due filastrocche verso l’inglese e il russo. A un capitolo introduttivo sull’autotraduzione di testi letterari e poetici, condito inoltre con una riflessione sulla traduzione in attiva e la relativa competenza di un parlante non nativo, seguiranno la presentazione dei testi e le proposte di traduzione. Il percorso traduttivo che è stato scelto di intraprendere è stato quello di impostare la traduzione verso la lingua straniera cercando di mantenere lo stesso schema di rime. Prima della conclusione, vi sarà un capitolo finale mirato a confrontare le due proposte in cui si metteranno in luce le varie difficoltà incontrate durante il processo traduttivo. Nel presente lavoro si focalizzerà l’attenzione sull’autotraduttore e la sua prospettiva unica nel suo genere che gli permette di prendersi libertà e di sentirsi il più legittimato a farlo dal momento che la sua opera gli appartiene. In particolar modo, si insisterà sul concetto di ri-scrittura di un testo da parte dell’autore. La ri-scrittura ha permesso infatti di estendere l’idea comunicata oltre che di illuminare retrospettivamente i testi originali.