988 resultados para Lucca. San Romano (Dominican monastery) Libreria.
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The Rio San Juan Complex is an important occurrence of high pressure/low temperature rocks in the circum-Caribbean region which contains both coherent blueschist units and two varieties of melange in the same area. The melanges contain a diverse assemblage of blocks of various sizes, different degrees of metamorphism, and mineral assemblages. Some high pressure blocks show two stages of metamorphism. The earliest stage is characterized by high pressure-low temperature conditions and the second stage is characterized by high pressure-lower temperature conditions. The geochemistry of thirteen samples from the Rio San Juan Complex has been studied and data have been compared with rocks of adjacent regions. Geochemical evidence indicates that rocks from the Rio San Juan Complex have predominant calc-alkaline affinities with subordinate tholeiitic affinities. This suggests that they have a multiple tectonic provenance.
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[ES] Los datos de este registro provienen de la una actividad académica que también aparece descrita en el repositorio y desde donde se puede acceder a otros trabajos relacionados con el Monasterio:
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UANL
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Aplicar un método activo en la enseñanza de la Historia, a través del empleo de materiales diversos. Conseguir el correcto manejo de los materiales mediante el trabajo en equipo de los alumnos. Lograr que el alumno comprenda los conceptos de 'sociedad esclavista' y 'economía colonial'. Comprobar 'in situ', mediante la visita a los restos mineros de las Médulas, las conclusiones elaboradas en clase a partir de los materiales de trabajo estudiados. ¿Cómo enseñar un tema de Historia utilizando un método activo?. En primer lugar se estudia la conquista del Norte y Noroeste peninsular, cómo se establece la infraestructura adecuada para la explotación minera, las características de las explotaciones auríferas romanas en el Noroeste peninsular y se realiza una evaluación de estas explotaciones (cronología y causas de su decadencia). A continuación se describen detalladamente los restos mineros de las Médulas. Propone el uso de materiales como textos antiguos y contemporáneos, catálogos y mapas; visita a las Médulas; elaboración por los alumnos de un dossier con todo el trabajo realizado, así como del material gráfico que hayan podido obtener durante la visita. Se realiza una descripción de las Médulas tanto desde el punto de vista de su evolución histórica como de su estado actual. Se aportan materiales y ejercicios para utilizar en el aula. Da una descripción de cómo trabajar en clase con diversos materiales (que también aporta), como pueden ser: textos antiguos, mapas, planos, fotos y esquemas cronológicos. No obstante, no deja constancia de que dichos materiales hayan sido aplicados directamente con un grupo de alumnos. Fecha finalización tomada del código del documento.
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Resumen basado en el de la publicación
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Gli scavi effettuati a Classe, a sud di Ravenna, presso i siti archeologici dell'area portuale e della Basilica di San Severo, hanno portato alla luce un numero abbondante di moneta, 2564 dall'area portuale e 224 dalla basilica, un totale di 2788 reperti monetali, di cui solo 863 sono leggibili e databili. La datazione dei materiali dell’area portuale, fondata agli inizi del V secolo, parte dal II secolo a.C. fino all’VIII secolo d.C.. La maggior parte dei reperti è relativa al periodo tra il IV e il VII secolo, il momento di massima importanza del porto commerciale, con testimonianza di scambi con altri porti del bacino mediterraneo, in particolare con l’Africa del Nord e il Vicino Oriente. La documentazione proveniente dalla Basilica di San Severo, fondata alla fine del VI secolo per la custodia delle reliquie del santo, mostra un trend diverso dal precedente, con monetazione che copre un arco cronologico dal I secolo a.C. fino al XIV secolo d.C.. La continuità dell’insediamento è dimostrato dall’evidenza numismatica, seppur scarsa, fino alla costruzione del monastero a sud della basilica, l’area dalla quale provengono la maggior parte delle monete. I quantitativi importanti di monetazione tardoantica, ostrogota e bizantina, in particolare di tipi specifici come il Felix Ravenna, ipoteticamente coniato a Roma, oppure il ½ e il 1/4 di follis di produzione saloniana emesso da Giustiniano I, hanno concesso uno studio dettagliato per quello che riguarda il peso, le dimensioni e lo stile di produzione di queste emissioni. Questi dati e la loro distribuizione sul territorio ha suggerito nuove ipotesi per quello che riguarda la produzione di questi due tipi presso la zecca di Ravenna. Un altro dato importante è il rinvenimento di emissioni di Costantino VIII, alcune rare e altre sconosciute, rinvenute solo nel territorio limitrofo a Classe e Ravenna.
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La tesi si pone l’obiettivo di approfondire i restauri operati nel corso del tempo sulla fortezza di San Leo a seguito del sisma del 1786 ed affronta il delicato e complesso tema delle finiture delle superfici architettoniche esterne. La ricerca si è sviluppata a partire dall’analisi storico-critica delle vicende relative alla fortezza e alla città di San Leo, approfondendo le caratteristiche dell’architettura militare di transizione di Francesco di Giorgio Martini dal momento della sua fondazione nel Montefeltro, al fine di ricostruire la possibile sequenza delle fasi costruttive, anche attraverso la comparazione con altri esempi di fortificazioni sul territorio. L’analisi comparata delle fonti dirette e indirette, delle tracce murarie attraverso un accurato rilievo geometrico del complesso monumentale ottenuto con l’ausilio di molteplici tecniche di misura (topografiche, dirette, fotogrammetriche) opportunamente integrate in un unico sistema di riferimento, e il rilievo critico con tavole tematiche sulle superfici architettoniche, ha permesso di osservare sotto una nuova luce il singolare progetto di restauro elaborato da Giuseppe Valadier per la fortezza di San Leo. Esso rappresenta un’anticipazione della disciplina, maturata nell’ambiente colto romano dell’epoca, e fondata sulla presa di coscienza dei valori del manufatto architettonico. Si è provveduto a catalogare e descrivere più di 150 fonti documentarie, in gran parte inedite, collocate in un arco temporale che va dal Cinquecento, al periodo Moderno e Contemporaneo con le perizie del Genio Civile e della Soprintendenza. Sono state inoltre ordinate cronologicamente e descritte almeno 50 rappresentazioni iconografiche e cartografiche storiche. L’approccio analitico multidisciplinare, e la raccolta di informazioni storico-documentali, è stato completato da un’ultima fase di analisi, utile a determinare la stratificazione e la cronologia degli interventi. Sono state condotte indagini fisiche e chimiche su campioni, prelevati in loco durante il mese di novembre del 2008 sotto l’egida della Soprintendenza, al fine di determinare la formulazione e la microstuttura dei materiali, con particolare attenzione ai materiali lapidei, agli intonaci e alle coloriture, limitando le indagini a quelle strettamente necessarie. Le indagini strumentali sono state effettuate presso il Laboratorio di Scienza e Tecnologia dei Materiali (LASTM) del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali (DICAM) dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Scuola di Ingegneria e Architettura, seguendo procedure sviluppate dai gruppi di lavoro presso la struttura. Al fine di determinare la composizione chimica dei materiali sono state eseguite calcimetrie e diffrattometrie a raggi x, mentre per quanto riguarda la struttura e la microstruttura sono state eseguite delle analisi granulometriche. L’interpretazione dei dati, ottenuti dalla lettura organica delle fonti, ha permesso di inquadrare i differenti trattamenti superficiali esterni in relazione all’epoca di realizzazione.
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En estas líneas se estudia el lugar que ocupa la problemática planteada por el opúsculo de Boecio De hebdomadibus en una obra de San Alberto. En primer lugar, el autor indica el planteo que hace el romano sobre la bondad de las cosas in eo quod sunt, sin ser bienes sustanciales. En segundo lugar, se analiza brevemente la cantidad de apariciones del De hebdomadibus en la primera cuestión De bono de San Alberto. Finalmente, se propone la solución personal que el dominico ofrece al problema propuesto por Boecio. El autor concluye mostrando las convergencias y divergencias entre ambos pensadores.