592 resultados para Almanacs, Catalan.
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Steatotic livers show increased hepatic damage and impaired regeneration after partial hepatectomy (PH) under ischemia/reperfusion (I/R), which is commonly applied in clinical practice to reduce bleeding. The known function of retinol-binding protein 4 (RBP4) is to transport retinol in the circulation. We examined whether modulating RBP4 and/or retinol could protect steatotic and nonsteatotic livers in the setting of PH under I/R. Steatotic and nonsteatotic livers from Zucker rats were subjected to PH (70%) with 60 minutes of ischemia. RBP4 and retinol levels were measured and altered pharmacologically, and their effects on hepatic damage and regeneration were studied after reperfusion. Decreased RBP4 levels were observed in both liver types, whereas retinol levels were reduced only in steatotic livers. RBP4 administration exacerbated the negative consequences of liver surgery with respect to damage and liver regeneration in both liver types. RBP4 affected the mobilization of retinol from steatotic livers, and this revealed actions of RBP4 independent of simple retinol transport. The injurious effects of RBP4 were not due to changes in retinol levels. Treatment with retinol was effective only for steatotic livers. Indeed, retinol increased hepatic injury and impaired liver regeneration in nonsteatotic livers. In steatotic livers, retinol reduced damage and improved regeneration after surgery. These benefits of retinol were associated with a reduced accumulation of hepatocellular fat. Thus, strategies based on modulating RBP4 could be ineffective and possibly even harmful in both liver types in the setting of PH under I/R. In terms of clinical applications, a retinol pretreatment might open new avenues for liver surgery that specifically benefit the steatotic liver. Liver Transpl 18:1198-1208, 2012. (c) 2012 AASLD.
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From a recent perspective the morse-taper dental implants connections are increasingly being used as an alternative for replacement of a missing teeth. Nevertheless, there are a large variety of prosthetic components available on the market with some limitations regarding the final prothesis. This article demonstrated the difficulties and limitations of prosthesis implant-retained connections when using morse-taper implants (with a prosthetic index) case in which the surgical placement of the implant wasn’t successfully performed. The alternative to overcome this scenario was the technique using the tube screw over the top of a mini abutment component. It was possible to manufacture and to have satisfactory adaptation, achieving the satisfaction of the patient, restoring function and esthetics.
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[ES] En 1743 el ingeniero militar Miguel Marín diseñó un arsenal naval en Barcelona. En este artículo se estudia el contexto inmediato de este proyecto. Primeramente, la voluntad de trasladar la principal base naval mediterránea de Cartagena a la capital catalana. En segundo lugar, la relación centro-periferia y el papel del lobby catalán dentro del proceso.
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Programa de doctorado: Salud Pública (Epidemiología, Planificación y Nutrición)
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Descrizione, tema e obiettivi della ricerca La ricerca si propone lo studio delle possibili influenze che la teoria di Aldo Rossi ha avuto sulla pratica progettuale nella Penisola Iberica, intende quindi affrontare i caratteri fondamentali della teoria che sta alla base di un metodo progettuale ed in particolar modo porre l'attenzione alle nuove costruzioni quando queste si confrontano con le città storiche. Ha come oggetto principale lo studio dei documenti, saggi e scritti riguardanti il tema della costruzione all'interno delle città storiche. Dallo studio di testi selezionati di Aldo Rossi sulla città si vuole concentrare l'attenzione sull'influenza che tale teoria ha avuto nei progetti della Penisola Iberica, studiare come è stata recepita e trasmessa successivamente, attraverso gli scritti di autori spagnoli e come ha visto un suo concretizzarsi poi nei progetti di nuove costruzioni all'interno delle città storiche. Si intende restringere il campo su un periodo ed un luogo precisi, Spagna e Portogallo a partire dagli anni Settanta, tramite la lettura di un importante evento che ha ufficializzato il contatto dell'architetto italiano con la Penisola Iberica, quale il Seminario di Santiago de Compostela tenutosi nel 1976. Al Seminario parteciparono numerosi architetti che si confrontarono su di un progetto per la città di Santiago e furono invitati personaggi di fama internazionale a tenere lezioni introduttive sul tema di dibattito in merito al progetto e alla città storica. Il Seminario di Santiago si colloca in un periodo storico cruciale per la Penisola Iberica, nel 1974 cade il regime salazarista in Portogallo e nel 1975 cade il regime franchista in Spagna ed è quindi di rilevante importanza capire il legame tra l'architettura e la nuova situazione politica. Dallo studio degli interventi, dei progetti che furono prodotti durante il Seminario, della relazione tra questo evento ed il periodo storico in cui esso va contestualizzato, si intende giungere alla individuazione delle tracce della reale presenza di tale eredità. Presupposti metodologici. Percorso e strumenti di ricerca La ricerca può quindi essere articolata in distinte fasi corrispondenti per lo più ai capitoli in cui si articola la tesi: una prima fase con carattere prevalentemente storica, di ricerca del materiale per poter definire il contesto in cui si sviluppano poi le vicende oggetto della tesi; una seconda fase di impronta teorica, ossia di ricerca bibliografica del materiale e delle testimonianze che provvedono alla definizione della reale presenza di effetti scaturiti dai contatti tra Rossi e la Penisola Iberica, per andare a costruire una eredità ; una terza fase che entra nel merito della composizione attraverso lo studio e la verifica delle prime due parti, tramite l'analisi grafica applicata ad uno specifico esempio architettonico selezionato; una quarta fase dove il punto di vista viene ribaltato e si indaga l'influenza dei luoghi visitati e dei contatti intrattenuti con alcuni personaggi della Penisola Iberica sull'architettura di Rossi, ricercandone i riferimenti. La ricerca è stata condotta attraverso lo studio di alcuni eventi selezionati nel corso degli anni che si sono mostrati significativi per l'indagine, per la risonanza che hanno avuto sulla storia dell'architettura della Penisola. A questo scopo si sono utilizzati principalmente tre strumenti: lo studio dei documenti, le pubblicazioni e le riviste prodotte in Spagna, gli scritti di Aldo Rossi in merito, e la testimonianza diretta attraverso interviste di personaggi chiave. La ricerca ha prodotto un testo suddiviso per capitoli che rispetta l'organizzazione in fasi di lavoro. A seguito di determinate condizioni storiche e politiche, studiate nella ricerca a supporto della tesi espressa, nella Penisola Iberica si è verificato il diffondersi della necessità e del desiderio di guardare e prendere a riferimento l'architettura europea e in particolar modo quella italiana. Il periodo sul quale viene focalizzata l'attenzione ha inizio negli anni Sessanta, gli ultimi prima della caduta delle dittature, scenario dei primi viaggi di Aldo Rossi nella Penisola Iberica. Questi primi contatti pongono le basi per intense e significative relazioni future. Attraverso l'approfondimento e la studio dei materiali relativi all'oggetto della tesi, si è cercato di mettere in luce il contesto culturale, l'attenzione e l'interesse per l'apertura di un dibattito intorno all'architettura, non solo a livello nazionale, ma europeo. Ciò ha evidenziato il desiderio di innescare un meccanismo di discussione e scambio di idee, facendo leva sull'importanza dello sviluppo e ricerca di una base teorica comune che rende coerente i lavori prodotti nel panorama architettonico iberico, seppur ottenendo risultati che si differenziano gli uni dagli altri. E' emerso un forte interesse per il discorso teorico sull'architettura, trasmissibile e comunicabile, che diventa punto di partenza per un metodo progettuale. Ciò ha reso palese una condivisione di intenti e l'assunzione della teoria di Aldo Rossi, acquisita, diffusa e discussa, attraverso la pubblicazione dei suoi saggi, la conoscenza diretta con l'architetto e la sua architettura, conferenze, seminari, come base teorica su cui fondare il proprio sapere architettonico ed il processo metodologico progettuale da applicare di volta in volta negli interventi concreti. Si è giunti così alla definizione di determinati eventi che hanno permesso di entrare nel profondo della questione e di sondare la relazione tra Rossi e la Penisola Iberica, il materiale fornito dallo studio di tali episodi, quali il I SIAC, la diffusione della rivista "2C. Construccion de la Ciudad", la Coleccion Arquitectura y Critica di Gustavo Gili, hanno poi dato impulso per il reperimento di una rete di ulteriori riferimenti. E' stato possibile quindi individuare un gruppo di architetti spagnoli, che si identificano come allievi del maestro Rossi, impegnato per altro in quegli anni nella formazione di una Scuola e di un insegnamento, che non viene recepito tanto nelle forme, piuttosto nei contenuti. I punti su cui si fondano le connessioni tra l'analisi urbana e il progetto architettonico si centrano attorno due temi di base che riprendono la teoria esposta da Rossi nel saggio L'architettura della città : - relazione tra l'area-studio e la città nella sua globalità, - relazione tra la tipologia edificatoria e gli aspetti morfologici. La ricerca presentata ha visto nelle sue successive fasi di approfondimento, come si è detto, lo sviluppo parallelo di più tematiche. Nell'affrontare ciascuna fase è stato necessario, di volta in volta, operare una verifica delle tappe percorse precedentemente, per mantenere costante il filo del discorso col lavoro svolto e ritrovare, durante lo svolgimento stesso della ricerca, gli elementi di connessione tra i diversi episodi analizzati. Tale operazione ha messo in luce talvolta nodi della ricerca rimasti in sospeso che richiedevano un ulteriore approfondimento o talvolta solo una rivisitazione per renderne possibile un più proficuo collegamento con la rete di informazioni accumulate. La ricerca ha percorso strade diverse che corrono parallele, per quanto riguarda il periodo preso in analisi: - i testi sulla storia dell'architettura spagnola e la situazione contestuale agli anni Settanta - il materiale riguardante il I SIAC - le interviste ai partecipanti al I SIAC - le traduzioni di Gustavo Gili nella Coleccion Arquitectura y Critica - la rivista "2C. Construccion de la Ciudad" Esse hanno portato alla luce una notevole quantità di tematiche, attraverso le quali, queste strade vengono ad intrecciarsi e a coincidere, verificando l'una la veridicità dell'altra e rafforzandone il valore delle affermazioni. Esposizione sintetica dei principali contenuti esposti dalla ricerca Andiamo ora a vedere brevemente i contenuti dei singoli capitoli. Nel primo capitolo Anni Settanta. Periodo di transizione per la Penisola Iberica si è cercato di dare un contesto storico agli eventi studiati successivamente, andando ad evidenziare gli elementi chiave che permettono di rintracciare la presenza della predisposizione ad un cambiamento culturale. La fase di passaggio da una condizione di chiusura rispetto alle contaminazioni provenienti dall'esterno, che caratterizza Spagna e Portogallo negli anni Sessanta, lascia il posto ad un graduale abbandono della situazione di isolamento venutasi a creare intorno al Paese a causa del regime dittatoriale, fino a giungere all'apertura e all'interesse nei confronti degli apporti culturali esterni. E' in questo contesto che si gettano le basi per la realizzazione del I Seminario Internazionale di Architettura Contemporanea a Santiago de Compostela, del 1976, diretto da Aldo Rossi e organizzato da César Portela e Salvador Tarragó, di cui tratta il capitolo secondo. Questo è uno degli eventi rintracciati nella storia delle relazioni tra Rossi e la Penisola Iberica, attraverso il quale è stato possibile constatare la presenza di uno scambio culturale e l'importazione in Spagna delle teorie di Aldo Rossi. Organizzato all'indomani della caduta del franchismo, ne conserva una reminescenza formale. Il capitolo è organizzato in tre parti, la prima si occupa della ricostruzione dei momenti salienti del Seminario Proyecto y ciudad historica, dagli interventi di architetti di fama internazionale, quali lo stesso Aldo Rossi, Carlo Aymonino, James Stirling, Oswald Mathias Ungers e molti altri, che si confrontano sul tema delle città storiche, alle giornate seminariali dedicate all’elaborazione di un progetto per cinque aree individuate all’interno di Santiago de Compostela e quindi dell’applicazione alla pratica progettuale dell’inscindibile base teorica esposta. Segue la seconda parte dello stesso capitolo riguardante La selezione di interviste ai partecipanti al Seminario. Esso contiene la raccolta dei colloqui avuti con alcuni dei personaggi che presero parte al Seminario e attraverso le loro parole si è cercato di approfondire la materia, in particolar modo andando ad evidenziare l’ambiente culturale in cui nacque l’idea del Seminario, il ruolo avuto nella diffusione della teoria di Aldo Rossi in Spagna e la ripercussione che ebbe nella pratica costruttiva. Le diverse interviste, seppur rivolte a persone che oggi vivono in contesti distanti e che in seguito a questa esperienza collettiva hanno intrapreso strade diverse, hanno fatto emergere aspetti comuni, tale unanimità ha dato ancor più importanza al valore di testimonianza offerta. L’elemento che risulta più evidente è il lascito teorico, di molto prevalente rispetto a quello progettuale che si è andato mescolando di volta in volta con la tradizione e l’esperienza dei cosiddetti allievi di Aldo Rossi. Negli stessi anni comincia a farsi strada l’importanza del confronto e del dibattito circa i temi architettonici e nel capitolo La fortuna critica della teoria di Aldo Rossi nella Penisola Iberica è stato affrontato proprio questo rinnovato interesse per la teoria che in quegli anni si stava diffondendo. Si è portato avanti lo studio delle pubblicazioni di Gustavo Gili nella Coleccion Arquitectura y Critica che, a partire dalla fine degli anni Sessanta, pubblica e traduce in lingua spagnola i più importanti saggi di architettura, tra i quali La arquitectura de la ciudad di Aldo Rossi, nel 1971, e Comlejidad y contradiccion en arquitectura di Robert Venturi nel 1972. Entrambi fondamentali per il modo di affrontare determinate tematiche di cui sempre più in quegli anni si stava interessando la cultura architettonica iberica, diventando così ¬ testi di riferimento anche nelle scuole. Le tracce dell’influenza di Rossi sulla Penisola Iberica si sono poi ricercate nella rivista “2C. Construccion de la Ciudad” individuata come strumento di espressione di una teoria condivisa. Con la nascita nel 1972 a Barcellona di questa rivista viene portato avanti l’impegno di promuovere la Tendenza, facendo riferimento all’opera e alle idee di Rossi ed altri architetti europei, mirando inoltre al recupero di un ruolo privilegiato dell’architettura catalana. A questo proposito sono emersi due fondamentali aspetti che hanno legittimato l’indagine e lo studio di questa fonte: - la diffusione della cultura architettonica, il controllo ideologico e di informazione operato dal lavoro compiuto dalla rivista; - la documentazione circa i criteri di scelta della redazione a proposito del materiale pubblicato. E’ infatti attraverso le pubblicazioni di “2C. Construccion de la Ciudad” che è stato possibile il ritrovamento delle notizie sulla mostra Arquitectura y razionalismo. Aldo Rossi + 21 arquitectos españoles, che accomuna in un’unica esposizione le opere del maestro e di ventuno giovani allievi che hanno recepito e condiviso la teoria espressa ne “L’architettura della città”. Tale mostra viene poi riproposta nella Sezione Internazionale di Architettura della XV Triennale di Milano, la quale dedica un Padiglione col titolo Barcelona, tres epocas tres propuestas. Dalla disamina dei progetti presentati è emerso un interessante caso di confronto tra le Viviendas para gitanos di César Portela e la Casa Bay di Borgo Ticino di Aldo Rossi, di cui si è occupato l’ultimo paragrafo di questo capitolo. Nel corso degli studi è poi emerso un interessante risvolto della ricerca che, capovolgendone l’oggetto stesso, ne ha approfondito gli aspetti cercando di scavare più in profondità nell’analisi della reciproca influenza tra la cultura iberica e Aldo Rossi, questa parte, sviscerata nell’ultimo capitolo, La Penisola Iberica nel “magazzino della memoria” di Aldo Rossi, ha preso il posto di quello che inizialmente doveva presentarsi come il risvolto progettuale della tesi. Era previsto infatti, al termine dello studio dell’influenza di Aldo Rossi sulla Penisola Iberica, un capitolo che concentrava l’attenzione sulla produzione progettuale. A seguito dell’emergere di un’influenza di carattere prettamente teorica, che ha sicuramente modificato la pratica dal punto di vista delle scelte architettoniche, senza però rendersi esplicita dal punto di vista formale, si è preferito, anche per la difficoltà di individuare un solo esempio rappresentativo di quanto espresso, sostituire quest’ultima parte con lo studio dell’altra faccia della medaglia, ossia l’importanza che a sua volta ha avuto la cultura iberica nella formazione della collezione dei riferimenti di Aldo Rossi. L’articolarsi della tesi in fasi distinte, strettamente connesse tra loro da un filo conduttore, ha reso necessari successivi aggiustamenti nel percorso intrapreso, dettati dall’emergere durante la ricerca di nuovi elementi di indagine. Si è pertanto resa esplicita la ricercata eredità di Aldo Rossi, configurandosi però prevalentemente come un’influenza teorica che ha preso le sfumature del contesto e dell’esperienza personale di chi se ne è fatto ricevente, diventandone così un continuatore attraverso il proprio percorso autonomo o collettivo intrapreso in seguito. Come suggerisce José Charters Monteiro, l’eredità di Rossi può essere letta attraverso tre aspetti su cui si basa la sua lezione: la biografia, la teoria dell’architettura, l’opera. In particolar modo per quanto riguarda la Penisola Iberica si può parlare dell’individuazione di un insegnamento riferito alla seconda categoria, i suoi libri di testo, le sue partecipazioni, le traduzioni. Questo è un lascito che rende possibile la continuazione di un dibattito in merito ai temi della teoria dell’architettura, della sue finalità e delle concrete applicazioni nelle opere, che ha permesso il verificarsi di una apertura mentale che mette in relazione l’architettura con altre discipline umanistiche e scientifiche, dalla politica, alla sociologia, comprendendo l’arte, le città la morfologia, la topografia, mediate e messe in relazione proprio attraverso l’architettura.
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The spatio-temporal variations in diversity and abundance of deep-sea macrofaunal assemblages (excluding meiofaunal taxa, as Nematoda, Copepoda and Ostracoda) from the Blanes Canyon (BC) and adjacent open slope are described. The Catalan Sea basin is characterized by the presence of numerous submarine canyons, which are globally acknowledged as biodiversity hot-spots, due to their disturbance regime and incremented conveying of organic matter. This area is subjected to local deep-sea fisheries activities, and to recurrent cold water cascading events from the shelf. The upper canyon (~900 m), middle slope (~1200 m) and lower slope (~1500 m) habitats were investigated during three different months (October 2008, May 2009 and September 2009). A total of 624 specimens belonging to 16 different taxa were found into 67 analyzed samples, which had been collected from the two study areas. Of these, Polychaeta, Mollusca and Crustacea were always the most abundant groups. As expected, the patterns of species diversity and evenness were different in time and space. Both in BC and open slope, taxa diversity and abundance are higher in the shallowest depth and lowest at -1500 m depth. This is probably due to different trophic regimes at these depths. The abundance of filter-feeders is higher inside BC than in the adjacent open slope, which is also related with an increment of predator polychaetes. Surface deposit-feeders are more abundant in the open slope than in BC, along with a decrement of filter-feeders and their predators. Probably these differences are due to higher quantities of suspended organic matter reaching the canyon. The multivariate analyses conducted on major taxa point out major differences effective taxa richness between depths and stations. In September 2009 the analyzed communities double their abundances, with a corresponding increase in richness of taxa. This could be related to a mobilizing event, like the release of accumulated food-supply in a nepheloid layer associated to the arrival of autumn. The highest abundance in BC is detected in the shallowest depth and in late summer (September), probably due to higher food availability caused by stronger flood events coming from Tordera River. The effects of such events seemed to involve adjacent open slope too. The nMDS conducted on major taxa abundance shows a slight temporal difference between the three campaigns samples, with a clear clustering between samples of Sept 09. All depth and all months were dominated by Polychaeta, which have been identified to family level and submitted to further analysis. Family richness have clearly minimum at the -1200 m depth of BC, highlighting the presence of a general impact affecting the populations in the middle slope. Three different matrices have been created, each with a different taxonomic level (All Taxa “AT”, Phylum Level “PL” and Polychaeta Families “PF”). Multivariate analysis (MDS, SIMPER) conducted on PL matrix showed a clear spatial differences between stations (BC and open slope) and depths. MDSs conducted on other two matrices (AT and PF) showed similar patterns, but different from PL analysis. A 2 nd stage analysis have been conducted to understand differences between different taxonomic levels, and PL level has been chosen as the most representative of variation. The faunal differences observed were explained by depth, station and season. All work has been accomplished in the Centre d’estudis avançats de Blanes (CEAB-CSIC), within the framework of Spanish PROMETEO project "Estudio Integrado de Cañones y Taludes PROfundos del MEdiTErráneo Occidental: un hábitat esencial", Ref. CTM2007-66316-C02- 01/MAR.
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The aim of this study is the creation of a Historical GIS that spatially reference data retrieved from Italian and Catalan historical sources and records. The generation of locates these metasource was achieved through the integral acquisition of source-oriented records and the insertion of mark-up fields, yet maintaining, where possible, the original encoding of the source documents. In order to standardize the set of information contained in the original documents and thus allow queries to the database, additional fields were introduced. Once the initial phase of data research and analysis was concluded the new virtual source was published online within an open WebGIS source. As a conclusion we have created a dynamic and spatially referenced database of geo-historical information. The configuration of this new source is such to guarantee the best possible accessibility.
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Over recent decades, palaeolimnological records from remote sites have provided convincing evidence for the onset and development of several facets of global environmental change. Remote lakes, defined here as those occurring in high latitude or high altitude regions, have the advantage of not being overprinted by local anthropogenic processes. As such, many of these sites record broad-scale environmental changes, frequently driven by regime shifts in the Earth system. Here, we review a selection of studies from North America and Europe and discuss their broader implications. The history of investigation has evolved synchronously with the scope and awareness of environmental problems. An initial focus on acid deposition switched to metal and other types of pollutants, then climate change and eventually to atmospheric deposition-fertilising effects. However, none of these topics is independent of the other, and all of them affect ecosystem function and biodiversity in profound ways. Currently, remote lake palaeolimnology is developing unique datasets for each region investigated that benchmark current trends with respect to past, purely natural variability in lake systems. Fostering conceptual and methodological bridges with other environmental disciplines will upturn contribution of remote lake palaeolimnology in solving existing and emerging questions in global change science and planetary stewardship.
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Este artículo se propone analizar el universo de prácticas humanitarias en la expatriación catalana republicana en la segunda posguerra mundial haciendo foco en el papel jugado por el intercambio epistolar que se desarrolló entre Francia y la Argentina; y en el modo en que esa correspondencia entre víctimas, familiares, testigos y benefactores localizados a ambos lados del Atlántico permite dar cuenta del funcionamiento de redes de circulación transnacional de ayuda solidaria no exentas de tensiones políticas. El trabajo pretende complejizar el tradicional enfoque estado-nación céntrico de los estudios sobre el exilio republicano español desde el interés por la reconstrucción de los vínculos e interconexiones epistolares entre comunidades de la expatriación (refugiados, evacuados, emigrados, exiliados) en orden a la cimentación de aquellas estrategias y proyectos de ayuda que tuvieron como protagonista al Comité Pro Catalans Refugiats a França del Casal de Catalunya de Buenos Aires. Partimos del supuesto de que la correspondencia constituyó en el mundo disperso de la emigración y el exilio entre la guerra civil española y la segunda posguerra mundial, uno de los instrumentos fundamentales de construcción de puentes, de cimentación de vínculos y de materialización de proyectos colectivos.
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En la presente ponencia nos proponemos analizar la situación jurídica y política de algunos extranjeros que ocupaban cargos públicos o realizaban oficios civiles en el Rio de la Plata. En este contexto, los criterios para definir quién era un vecino-ciudadano dependían de la posibilidad de mantener o perder cargos públicos, o de ejercer ciertos oficios en los pueblos de la campaña. Se estudiarán dos casos en los cuales se presentaron situaciones análogas para los que no eran reconocidos pertenecientes a la comunidad política, es decir para los extranjeros. Aquellos que no lograban la obtención de una carta de ciudadanía se veían obligados a dejar sus cargos u oficios. Sin embargo, los reglamentos y las decisiones del gobierno en estos casos se vieron superados por las prácticas y situaciones concretas. Otro de los casos estudiados en esta ponencia se corresponde con un litigio en Chascomús un fuerte y pueblo de la campaña de Buenos Aires, en la frontera con el mundo indígena. Allí, un hombre de origen catalán le es impedido ejercer su oficio de panadero, limitándolo a la producción de pastelería fina. La decisión fue tomada por el comandante del fuerte ante un pedido de un grupo de panaderas que se consideraban 'patricias', señalando el origen español de dicho panadero para limitarlo en el ejercicio del oficio. El conflicto nos ofrece varias aristas interesantes sobre los mecanismos del ejercicio del poder que estamos viendo en otros trabajos, pero aquí nos detendremos en la definición del grupo de pertenencia y en la utilización de los conceptos de patria y patriotas
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En este artículo analizamos las Relaciones entre el Pasado y el Presente (RPP) en la enseñanza y el aprendizaje de la historia, considerando las representaciones sociales de alumnas y alumnos de Educación Secundaria Obligatoria (ESO) y de sus profesores. También indagamos en las representaciones del alumnado sobre la utilidad de las RPP en el aprendizaje de la historia e identificamos qué temas o problemas permitirían establecerlas mejor. Utilizamos un enfoque metodológico mixto con un énfasis cualitativo. Para situar la realidad investigada describimos el contexto del alumnado. La información se obtuvo aplicando un cuestionario al alumnado y entrevistas en profundidad a sus profesores. En el análisis de las respuestas del cuestionario referidas a la enseñanza recibida, descubrimos el carácter espontáneo y episódico de las RPP, y al analizar las respuestas abiertas sobre la utilidad de establecer estas relaciones construimos cuatro tipologías: enciclopédica, maestra de vida, comparativa y comprensiva. Las temáticas que el alumnado señala como más favorables para establecer RPP son las guerras, los temas políticos, las crisis económicas y los derechos de las personas. Los resultados de esta investigación pueden ser utilizados en la formación inicial y continuada de profesores de historia y ciencias sociales
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El objeto de este trabajo es reconstruir las políticas comerciales y culturales desarrolladas por la editorial Seix Barral para recolocar la edición española en un espacio internacional de circulación de libros e impresos. Luego de trazar un breve panorama de la política de expansión del libro español en Hispanoamérica se indagarán las estrategias de la editorial catalana para levantar un puente entre España y América a partir de una audaz política de traducciones
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Este trabajo propone una comparación entre las características principales de los dos talleres metalúrgicos pioneros en la producción de instrumentos y equipamiento para bodegas y destilerías industriales, en los comienzos de la vitivinicultura moderna en Mendoza. Los socios catalanes Antonio Baldé y Gil Miret comenzaron en 1885 y el italiano Carlos Berri en 1888. Se presenta un panorama general sobre el equipamiento de los talleres y los objetos que producían, las características de la mano de obra, la formación metalúrgica de los propietarios, la inserción de las dos firmas en la región, una referencia a otras actividades económicas desarrolladas por los empresarios y algunas cuestiones complementarias.
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Este artículo se propone interrogar las relaciones entre comunidad diaspórica catalana del Cono Sur y prácticas regionales solidarias, enfatizando aquellos proyectos e iniciativas que se articularon a ambos lados de la cordillera es pos de la ayuda hacia los desplazados (primero los desplazados al interior de la península durante la Guerra Civil, luego los desplazados a Francia tras la "retirada" y por último los evacuados desde el país galo hacia América Latina). Asimismo, intenta pensar desde un conjunto de trayectorias individuales y grupales de destierro que tuvieron como destinos a Chile y la Argentina, en qué medida estos países de recepción operaron, para esos sujetos y también para las instituciones (oficiales o societales catalanas) generadoras del auxilio, como un espacio poroso de tránsitos, de relaciones fluidas, de intercambio de información y de proyectos comunes, cimentado en complejas redes familiares, político-partidarias, profesionales e ideológicas, transfronterizas y también transnacionales