273 resultados para riqualificare, sostenibilità


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Da anni ormai siamo inconsapevolmente "in guerra" con la natura. Sfruttiamo e sprechiamo risorse naturali senza alcuna considerazione per le conseguenze. Le città sono considerate le principali fonti dei problemi ambientali e la regolamentazione del consumo energetico urbano è fondamentale per affrontare il cambiamento climatico globale. DERNetSoft Inc, start-up californiana, ha intravisto il problema come un’opportunità per creare un proprio business il cui scopo è quello di contribuire a costruire un futuro a basse emissioni di carbonio, fornendo un servizio tecnologico scalabile e conveniente per consentire la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra a livello mondiale. Per farlo vengono utilizzati i concetti di DER Energy e Aggregation Energy. Nel volume di tesi si affrontano e descrivono la progettazione di un’applicazione mobile, multipiattaforma, sviluppata con il framework React Native. L’app sviluppata è supportata da un’architettura basata su dei micro servizi implementati tramite il cloud di Google. La principale funzionalità dell’applicazione sviluppata è quella di notificare gli utenti di un evento ELRP che, attraverso incentivi economici, promuove la riduzione del consumo energetico durante i periodi di forte stress o emergenza della rete elettrica.

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Il primo capitolo introduce l’importante problema dei rifiuti plastici e l’impatto che hanno nell’ambiente, esaminando sia i rifiuti plastici di grandi dimensioni sia le microplastiche. A riguardo, un documento molto significativo è quello della New Plastics Economy: questo raccoglie rilevanti informazioni sull’andamento della produzione e dei rifiuti plastici negli anni e va a delineare dei suggerimenti, delle linee guida che dovrebbero essere adottate per migliorare questa attuale condizione di crisi ambientale dovuta proprio alle materie plastiche. Il secondo capitolo ha il compito di introdurre i trentasei nuovi biocompositi in fase di produzione e sperimentazione e con loro il primo progetto grafico di tesi del catalogo per l’azienda Arianna Fibers. Una prima parte affronta il tema della valorizzazione dello scarto. Ed è qui che i gusci di frutta secca hanno l’opportunità di trasformarsi da rifiuto in risorsa, da materia di scarto in materia prima. Karà bio-compositi sono dei nuovi materiali composti da una matrice di bioplastica biodegradabile e da scarti di gusci di frutta secca. Il mio obiettivo è stato quello di progettare un catalogo di questi materiali che raccoglie campioni materici, informazioni, foto, render e applicazioni. Il terzo capitolo riguarda la progettazione del packaging cosmetico come applicazione dei nuovi materiali biocompositi precedentemente descritti. Si parla dunque di Impronta Ambientale, LCA ed Ecodesign del packaging cosmetico e da queste ed altre valutazioni su casi studio presenti sul mercato nasce Karà bio-cosmetics: una linea di packaging cosmetici sostenibili realizzati con i materiali biocompositi biodegradabili. La tipologia di materiale scelto è quella dei biocompositi a matrice PHA, unica bioplastica biodegradabile in ambiente aperto. Si tratta di una linea di diversi pezzi associabili a vari tipi di cosmetici che l’utente potrà poi personalizzare.

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L’elaborato di tesi affronta il tema della valorizzazione del patrimonio immobiliare da parte dell’amministrazione pubblica e nasce dalla collaborazione con la Città Metropolitana di Bologna. Il presente lavoro ha l’obiettivo di analizzare gli strumenti tecnico normativo economici per la valorizzazione del patrimonio pubblico.Difficilmente gli enti locali considerano il proprio patrimonio disponibile come un bene che possa generare reddito attraverso azioni di riqualificazione e valorizzazione, pur avendo a disposizione strumenti normativi utili alla gestione immobiliare con questi fini.Il lavoro è stato articolato in due parti, la prima tratta il tema del patrimonio immobiliare pubblico in Italia ed in particolare delle azioni, strumenti e norme che lo Stato ha sviluppato dagli anni ’90 ad oggi per consentire di utilizzare al meglio le risorse immobiliari a disposizione degli enti locali.La seconda riguarda l’applicazione dei principi di valorizzazione di un bene pubblico ad un caso studio: “Il progetto per la Valorizzazione di un bene di proprietà della Città Metropolitana di Bologna: il Centro Ippico Sportivo Imolese. Le attuali politiche dell’ente proprietario, hanno portato alla decisione di non rinnovare nuovamente il vecchio contratto di locazione ma di avviare un nuovo bando di concessione il cui obiettivo sia quello di riqualificare e valorizzare tutti l’impianto e i servizi connessi.A tal fine, innanzitutto, è stato necessario rilevare la consistenza, lo stato d’uso e quello di conservazione dei beni attraverso schede elaborate ad hoc e che potranno essere utilizzate per tutto il patrimonio dell’Ente. Una volta ottenuta una panoramica delle condizioni attuali del bene, si è proceduto alla definizione degli scenari a disposizione dell'ente per la valorizzazione del bene. Infine,è stato messo a punto un approccio metodologico che definisce la sequenza delle azioni necessarie per valorizzare il patrimonio pubblico disponibile.

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Il seguente lavoro si inserisce all’interno del dibattito riguardante gli interventi sul patrimonio costruito dei centri storici minori, in cui il tema della tutela non riguarda tanto le singole emergenze architettoniche quanto l’intero edificato storico, nei suoi caratteri architettonici, tipologici e costruttivi. In questo contesto, il progetto di recupero deve cercare di conciliare la tutela dei caratteri storici con un processo trasformativo, capace di rispondere alle nuove esigenze di uso, prestazione, sicurezza e sostenibilità. È all’interno di questa tematica che si propone il caso studio della sede municipale di Civitella del Tronto, un complesso edilizio di originario impianto conventuale, prospicente la chiesa di San Francesco. Obiettivo del seguente lavoro è lo sviluppo di una proposta progettuale per la rifunzionalizzazione e il miglioramento prestazionale dell’aggregato edilizio e, più in generale, per la riqualificazione dell’area, prevedendo, insieme ai locali destinati alla pubblica amministrazione, nuovi spazi a servizio della comunità. In ragione delle importanti vulnerabilità strutturali e pure delle incongruenze architettoniche che sono emerse dall’analisi dello stato attuale, il progetto proposto segue una duplice linea di intervento: da un lato, limitatamente alle porzioni comprendenti alcune superfetazioni in c.c.a, quella della sostituzione, ossia della demolizione e ricostruzione, dall’altro, quella conservativa, finalizzata alla messa in sicurezza della parte storica. Entrambe le fasi di lavoro, sia la fase conoscitiva, di rilievo e analisi dello stato di fatto, che quella progettuale, saranno presentate con l’ausilio di elaborati grafici quali piante, sezioni, dettagli costruttivi e viste renderizzate.

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La popolazione mondiale aumenterà fino a 9.9 miliardi entro il 2050, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Per far fronte a questo incremento risulta necessaria la disponibilità di fonti proteiche accessibili e sicure per nutrire la popolazione in crescita; pertanto, la produzione globale di carne dovrà aumentare di circa 200 milioni di tonnellate annue. Tuttavia, per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030 dell’ONU, aumentare la produzione di carne per sopperire alla questione dell’approvvigionamento proteico non risulta essere una soluzione congrua in quanto alimenterebbe l’impatto delle attività industriali sull’inquinamento ambientale e sul riscaldamento globale. Tutte le varie fasi di macellazione e lavorazione portano inevitabilmente alla produzione di sottoprodotti di lavorazione che possono essere edibili o non edibili. Questi sottoprodotti contengono ancora sostanze che possono essere valorizzate in molecole ad alto valore aggiunto attraverso processi di trasformazione o biotrasformazione e stabilizzazione per essere poi utilizzati come ingredienti negli alimenti, ma non solo. Lo scopo di questa tesi è stato quello di esaminare l’effettiva problematica della valorizzazione dei sottoprodotti dell’industria alimentare, in modo particolare quella della carne, ponendo particolare attenzione all’utilizzo delle biotecnologie, che prevedono l’utilizzo di microrganismi veri e propri o molecole da essi prodotte, come gli enzimi. Seppur, in generale, la ricerca in questo ambito non è ancora molto sviluppata rispetto ad altri settori, la selezione di microorganismi ed enzimi specifici per valorizzare scarti e sottoprodotti ottenuti dall’industria della carne e l’ottimizzazione di processi biotecnologici “su misura” per ottenere composti ad alto valore aggiunto rappresentano una sfida importante per questo settore che ha ancora molte potenzialità di espansione.

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Il presente lavoro di tesi ha avuto lo scopo di valutare l’effetto della deplezione dietetica della lisina, in concomitanza o meno della supplementazione di due diverse tipologie di integratori alimentari, sui principali tratti qualitativi e sulle proprietà tecnologiche della carne di petto di pollo. Pertanto, 1620 polli maschi sono stati allevati e suddivisi in 4 gruppi sperimentali in funzione dei trattamenti dietetici che prevedevano la deplezione del contenuto di lisina nella dieta con l’aggiunta o meno di 2 diversi tipi di integratori nella fase starter. Al termine della prova (50gg), 12 muscoli pettorali/gruppo sono stati destinati all’analisi del pH, colore, drip e cooking loss e sforzo di taglio. I risultati ottenuti hanno evidenziato che la deplezione della lisina insieme all’aggiunta dell’integratore 2 (contenente un precursore della creatina) ha determinato una significativa modificazione del colore della carne in termini di luminosità e indice di rosso (a*) e un aumento del cooking loss rispetto al gruppo di controllo. Tuttavia, le modificazioni ottenute sono di lieve entità e non determinano un eventuale peggioramento qualitativo della carne. Infatti, la deplezione della lisina non ha fatto rilevare alcuna modificazione significativa nei confronti dei parametri qualitativi e tecnologici presi in esame. Considerata la limitata disponibilità di studi presenti in letteratura riguardo la restrizione dietetica della quota di lisina, questo studio suggerisce come la sua deplezione nel primo periodo di vita dell’animale possa rappresentare una strategia efficace per ridurre i costi di alimentazione e migliorare la sostenibilità del sistema di produzione senza influenzare negativamente la qualità della carne. Infatti, è noto che la riduzione della concentrazione di alcuni componenti della dieta possa determinare una minore escrezione di azoto e fosforo, migliorando così la sostenibilità ambientale del sistema produttivo.

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La presente ricerca si focalizza sull’analisi di come l’utilizzo dei servizi ecosistemici vada a riconfigurare e ri-significare le socio-nature urbane, in particolare nel contesto dei due casi di studio presi in analisi: il bosco urbano dei Prati di Caprara e l’area di riequilibrio ecologico Golena San Vitale. Si vedrà come nel caso della Golena San Vitale verrà riprodotta la narrazione dominante sulla sostenibilità ambientale, perfettamente integrata nei meccanismi neoliberali. Nel caso dei Prati di Caprara, invece, verrà sottolineato come i servizi ecosistemici subiranno una riappropriazione dal basso, attraverso delle pratiche collettive che puntano a sovvertire le relazioni di potere insite in questo concetto. Questo contributo si inserisce nel dibattito dell’ecologia politica, ed in particolare dell’ecologia politica urbana, utilizzando tale approccio per decostruire il discorso scientifico, nato attorno ai servizi ecosistemici, e portare alla luce le asimmetrie di potere insite in tale narrazione. Nella raccolta ed elaborazione dei dati, si andrà ad utilizzare una triangolazione di metodi di ricerca. L’analisi testuale e discorsiva utilizzata nella decostruzione del discorso istituzionale sarà quindi completata dalle interviste semi-strutturate ad attori coinvolti nei processi relativi ai due casi di studio e da una ricerca etnografica di osservazione partecipante.

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La città di Firenze nasce in epoca romana e cresce seguendo uno sviluppo altalenante, rimanendo per diversi secoli contenuta all’interno delle sue stesse mura. Solo nel corso del XX secolo la città si sviluppa extra moenia, ma la sua espansione è rapida e fortemente segnata dalle vicende politiche. Di conseguenza mentre si sviluppa un importante asse di attrezzature verso Prato e Pistoia, le periferie fiorentine conoscono un ampliamento nella maggior parte dei casi privo di qualità e sicuramente non in grado di reggere il confronto con la bellezza del suo centro storico, tanto da “costringerci” ad individuare ancora oggi Firenze come città Rinascimentale. All’interno di questo tessuto novecentesco non mancano però importanti manifestazioni architettoniche che per molto tempo non sono state considerate e che negli ultimi decenni sono state soggette a interventi di riqualificazione. Ma sussiste un’eccezione: l’ex fabbrica di concimi chimici Campolmi. Lo stabilimento nasce nel 1875 e per molti anni è una struttura di riferimento; a causa della grande alluvione del 1966, la fabbrica viene abbandonata e da questo momento inizia un periodo di decadenza che termina con una sua parziale distruzione a causa di un incendio nel 1984. L’edificio è oggi inserito all’interno di un tessuto residenziale con cui non dialoga e si mostra in assenza di gran parte delle sue costruzioni; rimane chiaramente leggibile il volume di ampliamento che è l’unico esempio fiorentino di archeologia industriale. Il progetto prevede quindi la riqualificazione dell’isolato industriale all’interno del quale si trova lo stabilimento e la riappropriazione della fabbrica da parte della cittadinanza, attraverso la progettazione di nuove strutture interne e a completamento dei vuoti esistenti. L’obiettivo è restituire al quartiere un luogo dove la cittadinanza possa identificarsi e al tempo stesso uno spazio dove sia possibile favorire l’aggregazione della comunità.

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Al giorno d’oggi viviamo in una realtà dove lo sviluppo economico, l’innovazione tecnologica, la qualità della vita e l’impatto ambientale sono i protagonisti assoluti. Tutti, persino gli Stati del mondo, si trovano a fare i conti con varie problematiche riguardanti i quattro aspetti sopracitati e qui possiamo dire che la sostenibilità ne è il punto chiave e che al momento non sembra esistere ancora una metrica riconosciuta e approvata per consigliare, a chi di interesse, come modificare certi aspetti per crescere in modo sostenibile. Le Nazioni Unite hanno deciso, di comune accordo, di stilare una lista di obiettivi da raggiungere entro il 2030 dove è possibile trovare argomenti in linea con quanto descritto finora. Questa raccolta è principalmente divisa in aspetti economici, sociali e ambientali che sono le stesse categorie di dati impiegate per il calcolo del Sustainable Development Index. In questo elaborato ci si propone di progettare e sviluppare una rete neurale predittiva da affiancare a un sistema di feedback per realizzare un prodotto che sia abile di: descrivere il contesto di partenza tramite l’SDI e/o consigliare comportamenti per migliorare la situazione in modo sostenibile.

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Lo scopo principale di questo elaborato di tesi è poter fornire degli strumenti per il progetto concettuale di un dirigibile non-rigido e per valutare la fattibilità del trasporto di idrogeno gassoso. L’innovazione rispetto ai dirigibili utilizzati fino ad ora risiede nell’utilizzo di idrogeno sia come fonte di energia, che come gas di sollevamento; entrambi gli utilizzi verranno approfonditi con speciale attenzione alle problematiche legate alla sicurezza, fattore che ha interrotto l’uso dell’idrogeno come gas di sollevamento dagli anni ‘30. Oltre a ciò, verrà illustrato un breve confronto tra i due gas di sollevamento più utilizzati: elio ed idrogeno. Dopo un accenno storico, l’elaborato propone una metodologia per il dimensionamento di un dirigibile non-rigido, utilizzando strumenti matematici derivanti da modelli presenti in bibliografia e da considerazioni ed esperimenti svolti dai progettisti e dai ricercatori nei campi principali coinvolti nella progettazione dei dirigibili non-rigidi: aerodinamica, aerostatica, propulsione e stima delle masse. La progettazione di un dirigibile non-rigido ad idrogeno sicuro ed affidabile è influenzata dallo sviluppo di materiali che garantiscano, in primis, resistenza e bassa permeabilità: verrà presentato uno schema di un materiale composito laminato che potrebbe garantire requisiti di sicurezza superiori ai materiali utilizzati in passato, dei quali si farà un accenno. Alla fine dell’elaborato sarà presentato un caso di studio dove verranno utilizzati gli strumenti illustrati nella prima parte della tesi, con l’obbiettivo finale di dimensionare un dirigibile non-rigido ad idrogeno. Per questo caso di studio è stato implementato un breve codice MATLAB. A conclusione di questo lavoro di tesi si può dire che la fattibilità di un dirigibile per trasporto idrogeno dipende dallo sviluppo di materiali e tecniche adeguate alla gestione dell’idrogeno che costituisce enormi problematiche a livello di sicurezza.

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Le lingue mutano continuamente per restare al passo con le esigenze della società, e quella attuale è indubbiamente influenzata dalla crisi climatica che da anni coinvolge il nostro pianeta. Le lingue moderne sono obbligate a dare un nome ai cambiamenti ambientali, alle soluzioni adottate per ridurli e ad altri concetti nati dalla lotta contro la crisi. Questo elaborato è volto ad analizzare le divergenze e le affinità tra la lingua italiana e la lingua spagnola nei processi di formazione e nell’uso di parole e significati nuovi. Nel primo capitolo, di natura teorica, si espongono i diversi processi di neologia che le lingue mettono in atto: la derivazione, la composizione, l’abbreviazione, la neologia semantica e l’introduzione di forestierismi o prestiti, con uno sguardo sulle tendenze della lingua italiana e di quella spagnola di fronte ai forestierismi. Il secondo capitolo propone un’analisi contrastiva delle neoformazioni lessico-semantiche apparse nella stampa in spagnolo e in italiano negli ultimi cinque anni, in particolare in riferimento al campo semantico dell’ambiente e della sostenibilità. Le sette neoformazioni prese in esame porteranno ad alcune osservazioni riguardo all’uso delle stesse nelle due lingue romanze, osservazioni che verranno poi riprese nella conclusione. In quest’ultima, si riepilogherà il lavoro svolto, con un riferimento agli effetti che le differenze nei processi neologici hanno nella traduzione.

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Negli ultimi anni si è visto un forte segnale di cambiamento culturale indirizzato verso la sostenibilità affermando sempre più efficacemente i concetti di riciclaggio, riduzione e riutilizzo. Finora il design dei prodotti si è concentrato su aspetti che sfavorivano tale approccio e piuttosto si ponevano come specifica quella di definire a priori la vita del prodotto. Infatti, si sono sempre più sviluppate tecniche di accoppiamento delle parti che una volta accoppiate non consentivano più il disassemblaggio di queste. L’obiettivo di tale elaborato è stato quello di definire, nella famiglia di metodologie chiamata Design for X, un criterio che possa valutare e guidare la progettazione in ottica più mirata verso la riparabilità del prodotto “Design for Repair”. Aumentare la riparabilità del prodotto vuol dire poter aumentare la sua longevità, così da non avere la necessità di sostituirlo con un componente nuovo causando un impatto ambientale doppio, ossia la mancata necessità sia di sfruttare risorse per la realizzazione del sostituto sia di non dover occuparsi del processo di smaltimento del prodotto sostituito.

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Questa tesi si propone di fornire un approccio multidisciplinare per la valutazione delle prestazioni di una tipologia di intervento sostenibile che consiste in un telaio in calcestruzzo armato (RCFramed skin) per la ristrutturazione integrata di edifici esistenti. Viene fornita una descrizione preliminare di tale tecnologia, con particolare attenzione al miglioramento simultaneo delle prestazioni strutturali (sismiche), non strutturali (energetiche) e alle questioni relative alla limitazione dell'invasività e dell'interruzione dell'uso della costruzione. La valutazione delle prestazioni dell'edificio nelle configurazioni pre e post intervento è effettuata, principalmente in termini di capacità sismica, ma anche del comportamento termo-igrometrico. In particolare, i benefici ottenuti sia dal punto di vista strutturale che energetico sono valutati con riferimento a tre diverse città appartenenti a tre differenti zone sismiche e climatiche. La fattibilità e la sostenibilità dell'intervento di adeguamento proposto sono indagate attraverso una valutazione LCA(Life Cycle Assessment) per l'impatto ambientale e LCC(Life Cycle Cost) per l’analisi economica. Infine, viene proposto un metodo per facilitare la selezione della soluzione di intervento ottimale per ogni sito, combinando l'aspetto strutturale con quello energetico, di impatto ambientale ed economico.

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La sostenibilità (ambientale, economica e sociale) non rappresenta per le aziende un trend passeggero, ma una direzione da seguire per poter rispondere a norme sempre più stringenti e a consumatori sempre più attenti. La tesi illustra il concetto di sviluppo sostenibile, il quale ha segnato varie tappe della storia tra cui la pubblicazione nel 2015 dell’Agenda 2030 dalle Nazioni Unite e la definizione dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile per contrastare i problemi climatici. Vengono descritti i principali strumenti introdotti dall’Unione Europea per promuovere una crescita verde, utilizzando leve di intervento sia legislative che con incentivi, quali il Green Deal che mira a promuovere attività sostenibili che non generino emissioni di inquinanti, il decreto legislativo che regola l’informativa non finanziaria, il Piano d’Azione della Commissione Europea per finanziare la crescita sostenibile. Quello che le aziende comunicano sui propri siti web è una prima indicazione delle loro politiche in materia di sostenibilità, insieme ai report e alle certificazioni più formali. Lo scopo della tesi è valutare a che punto sono le aziende di diversi settori e dimensioni nella comunicazione di queste tematiche, analizzando un campione di esse, per mezzo di un form progettato per raccogliere e archiviare dati strutturati presi dai siti web. Grazie a questo si arriverà ad un punteggio per ciascuna di esse che rappresenta l’attuale livello comunicativo. Un problema attuale riscontrato è quello del greenwashing: una strategia di marketing, per dimostrare un impegno non reale nei confronti dell’ambiente agli occhi degli stakeholder e per farle guadagnare punti in reputazione e immagine aziendale. Il fine ultimo della tesi è quello di dimostrare che la sostenibilità è una scelta necessaria che va compiuta fin da subito, e non una questione solo delle grandi aziende o dei settori più “verdi”.

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La richiesta dei consumatori di prodotti sostenibili, le lotte per il cambiamento climatico e l'importanza che viene data alla sostenibilità dal mondo finanziario hanno fatto sì che la politica intraprendesse iniziative sulle tematiche sostenibili e di conseguenza le imprese hanno adottato azioni in linea con i criteri ESG. Anche se per le aziende intraprendere un percorso sostenibile non sia economicamente conveniente e per raggiungere determinati obiettivi servono sforzi e tempi lunghi, sono consapevoli dei benefici nel medio-lungo termine a livello economico, di reputazione e vantaggio competitivo. Queste iniziative però si concentrano prevalentemente sul primo anello della supply chain e le società che operano in un mercato globale fanno difficoltà a rispettare le differenti norme giuridiche non compatibili negli Stati in cui è presente la propria value chain. Per risolvere questi problemi la della Commissione Europea il 23/02/2022 ha proposto la direttiva sulla Corporate Sustainability Due Diligence, che impone l’obbligo per le imprese di implementare un processo di due diligence in tutta la value chain per prevenire effetti negativi e potenziali sui diritti umani e sull’ambiente. L’obiettivo dell'elaborato è di analizzare la direttiva di due diligence per comprendere quanto le aziende di oggi siano pronte al monitoraggio di un’intera catena del valore. Il caso studio scelto per lo scopo è quello dell’azienda Fincantieri S.p.A. la quale ha intrapreso da qualche anno un percorso di sostenibilità. Attraverso il confronto fra le azioni in atto dell'azienda e la direttiva, dalla trattazione emerge che la sfida più grande che Fincantieri dovrà affrontare sarà la condivisione delle pratiche già in atto nei livelli più profondi della supply chain. L’approvazione della direttiva, incentivando anche indirettamente le aziende ad operare in ottica di sostenibilità, aiuterà a perseguire l'obiettivo di due diligence in un percorso di crescita e miglioramento con i fornitori