323 resultados para SCM


Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Efficient energy storage and conversion is playing a key role in overcoming the present and future challenges in energy supply. Batteries provide portable, electrochemical storage of green energy sources and potentially allow for a reduction of the dependence on fossil fuels, which is of great importance with respect to the issue of global warming. In view of both, energy density and energy drain, rechargeable lithium ion batteries outperform other present accumulator systems. However, despite great efforts over the last decades, the ideal electrolyte in terms of key characteristics such as capacity, cycle life, and most important reliable safety, has not yet been identified. rnrnSteps ahead in lithium ion battery technology require a fundamental understanding of lithium ion transport, salt association, and ion solvation within the electrolyte. Indeed, well-defined model compounds allow for systematic studies of molecular ion transport. Thus, in the present work, based on the concept of ‘immobilizing’ ion solvents, three main series with a cyclotriphosphazene (CTP), hexaphenylbenzene (HBP), and tetramethylcyclotetrasiloxane (TMS) scaffold were prepared. Lithium ion solvents, among others ethylene carbonate (EC), which has proven to fulfill together with pro-pylene carbonate safety and market concerns in commercial lithium ion batteries, were attached to the different cores via alkyl spacers of variable length.rnrnAll model compounds were fully characterized, pure and thermally stable up to at least 235 °C, covering the requested broad range of glass transition temperatures from -78.1 °C up to +6.2 °C. While the CTP models tend to rearrange at elevated temperatures over time, which questions the general stability of alkoxide related (poly)phosphazenes, both, the HPB and CTP based models show no evidence of core stacking. In particular the CTP derivatives represent good solvents for various lithium salts, exhibiting no significant differences in the ionic conductivity σ_dc and thus indicating comparable salt dissociation and rather independent motion of cations and ions.rnrnIn general, temperature-dependent bulk ionic conductivities investigated via impedance spectroscopy follow a William-Landel-Ferry (WLF) type behavior. Modifications of the alkyl spacer length were shown to influence ionic conductivities only in combination to changes in glass transition temperatures. Though the glass transition temperatures of the blends are low, their conductivities are only in the range of typical polymer electrolytes. The highest σ_dc obtained at ambient temperatures was 6.0 x 10-6 S•cm-1, strongly suggesting a rather tight coordination of the lithium ions to the solvating 2-oxo-1,3-dioxolane moieties, supported by the increased σ_dc values for the oligo(ethylene oxide) based analogues.rnrnFurther insights into the mechanism of lithium ion dynamics were derived from 7Li and 13C Solid- State NMR investigations. While localized ion motion was probed by i.e. 7Li spin-lattice relaxation measurements with apparent activation energies E_a of 20 to 40 kJ/mol, long-range macroscopic transport was monitored by Pulsed-Field Gradient (PFG) NMR, providing an E_a of 61 kJ/mol. The latter is in good agreement with the values determined from bulk conductivity data, indicating the major contribution of ion transport was only detected by PFG NMR. However, the μm-diffusion is rather slow, emphasizing the strong lithium coordination to the carbonyl oxygens, which hampers sufficient ion conductivities and suggests exploring ‘softer’ solvating moieties in future electrolytes.rn

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

La presenza di un magazzino utensili automatico è, al giorno d’oggi, un “must” per qualsiasi centro di lavoro a controllo numerico, in qualunque settore di applicazione, compreso il mondo delle macchine per la lavorazione del legno. Tali dispositivi influenzano in modo importante la produttività e la flessibilità delle macchine su cui vengono installati. In un mercato altamente competitivo e costantemente alla ricerca dell’eccellenza prestazionale, risulta fondamentale offrire soluzioni sempre aggiornate e innovative, senza perdere di vista il target di costo prefissato. Obiettivo di questa tesi è analizzare in ogni suo aspetto un processo di sviluppo di un magazzino utensili automatico a catena di nuova concezione di produzione del Gruppo SCM, destinato a centri di lavoro CNC per la lavorazione del legno. Tale sviluppo è finalizzato a ottenere un prodotto che vada ad ampliare l’offerta e ad incrementare le prestazioni rispetto alle soluzioni attualmente in listino. L’intera trattazione è frutto della collaborazione con l’ufficio tecnico SCM con sede a Rimini. Inizialmente sono descritte la tipologia e la gamma delle macchine su cui viene installato il magazzino, oggetto di questa tesi. Segue una descrizione dell’analisi concettuale da cui nascono i parametri e i principi guida dell’intero sviluppo. Nel terzo capitolo è presentata l’attuale soluzione proposta da SCM, in termini di struttura e di prestazioni, e nel quarto è esposta l’analisi funzionale dei costi dell’attuale soluzione e il raggiungimento del costo obiettivo della soluzione ridotta. Nel quinto capitolo è presentata la caratterizzazione dello stato dell’arte della pinza d’afferraggio utensili e il processo di sviluppo d’incremento prestazionale.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

a. Introduzione: il capitolo introduttivo tratta il background del lavoro in generale. In esso vengono illustrati inoltre gli scopi e gli obiettivi e la struttura dell’elaborato. b. Framework teorici: Strategicità fornitori e SM Il primo passo nella progettazione di questo elaborato di tesi è stato quello di sviluppare una ricerca nella letteratura della SCM. Secondo Strauss e Corbin (2008) “la domanda iniziale di uno studio qualitativo è spesso ampia ed aperta”. Un modo per sviluppare domande di ricerca è quello si esaminare la letteratura. Viene trattata la strategicità della funzione approvvigionamenti nel Supply Chain Management ed il notevole impatto dei fornitori sulle prestazioni aziendali. c. Supplier Base Reduction: Modello Concettuale. Viene proposto un modello concettuale che si base sulla strategicità della SBR intesa come una strategia di gestione del parco fornitori grazie ai suoi metodi di standardization, elimination e tiering. Tale modello evidenzia l’importanza di eseguirla in contemporanea ad altri metodi, strumenti e strategie molto rilevanti, quali: purchasing strategy, spend analysis per classe merceologica di acquisto, purchasing performance meausurement tramite appositi KPI (i più rilevanti sono lead time e qualità), valutazione e segmentazione del parco fornitori. In tal modo sarà immediato individuare i fornitori critici da eliminare e quelli più performanti con cui stabilire dei rapporti di partnership e di fornitura integrata. d. Case Study: Bonfiglioli Riduttori Dopo un excursus sulla struttura aziendale di Bonfiglioli Riduttori, le sue Business Unit, le diverse filiali ed i suoi principali prodotti, viene riportata una breve analisi dell’intera supply chain. Successivamente viene trattata la necessità di aumentare le performance aziendali (date le stringenti richieste di mercato in termini di qualità e puntualità nelle consegne) e di non perdere la competitività acquisita precedentemente. Inoltre si enfatizza l’importanza della funzione approvvigionamenti nel raggiungimento degli obiettivi aziendali. e. Applicazione del modello concettuale al caso Dal modello concettuale si hanno gli input per definire il piano esecutivo del caso di studio in esame. Verranno trattati: analisi di Pareto per categoria merceologica, monitoraggio KPI per fornitore e categoria merceologica (con relativa griglia di misurazione delle performance globale), segmentazione fornitori per categoria tramite Commodity Pyramids, attuazione di azioni correttive generiche (quali le tecniche SBR e la partnership con i fornitori più performanti) e puntuali (quality improvement, ridefinizione dei piani di consegna, condivisione della programmazione, applicazione di bonus o penalità). f. Risultati ottenuti ed attesi Dopo aver riportato i risultati di alcuni esempi di macrocategorie merceologiche d’acquisto, si analizzano i risultati globali della razionalizzazione del parco fornitori e dell’implementazione di rapporti di partnership con annessi i relativi benefici per le performance dell’organizzazione. Si propone inoltre una revisione dei meccanismi di selezione dei fornitori tramite l’ideazione di un nuovo modello di vendor rating che rispetti i target prefissati.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Treatment plants that operate either thermophilic or mesophilic anaerobic digesters with centrifugal dewatering processes have consistently observed densities of fecal coliform and Escherichia coli, both indicator bacteria, that decrease during digestion but then increase after dewatering and storage. The increases have been characterized as two separate phenomena to explain this observation: 1) “Sudden Increase,” or SI, which is defined as the increase that occurs immediately after dewatering and 2) “regrowth,” which is defined as an increase during storage of cake samples over a period of hours or days. The SI observation appears to be more prevalent with biosolids that are generated with thermophilic processes and dewatered by centrifugation. Both thermophilic and mesophilic digesters with centrifuge dewatering processes have observed the regrowth phenomena. This research hypothesizes that the SI phenomenon is due to the presence of viable nonculturable (VNC) bacteria that are reactivated during dewatering. In other words, the bacteria were always present but were not enumerated by standard culturing methods (SCM). Analysis of the E. coli density in thermally treated solids by SCMs and quantitative real-time polymerase chain reaction (qPCR) indicated that E. coli densities are often underestimated by SCM. When analyzed with qPCR, the E. coli density after digestion can be 4-5 orders of magnitude greater than the non-detect levels identified by SCMs, which supports the non-culturable hypothesis. The VNC state describes a condition where bacteria are alive but unable to sustain the metabolic process needed for cellular division. Supplements added to culturing media were investigated to determine if the resuscitation of VNC bacteria could be enhanced. The autoinducer molecules Nhexanoyl- L-Homoserine lactone (C6-HSL), 3-oxo-N-octanoyl-L-Homoserine lactone (3-oxo- C8-HSL), and norepinephrine were unable to induce the resuscitation of VNC E. coli. Additional sampling was performed to determine if autoinducer molecules, peroxides, or other as of yet unknown inhibitory agents and toxins could be removed from biosolids during SCM. Culture media supplemented with the peroxide degrading compounds catalase, α-ketoglutaric acid, and sodium pyruvate was unable to resuscitate non-culturable E. coli. The additions of bentonite and exponential growth phase E. coli cell-free supernatant to culturing media were also unable to increase the culturability of E. coli. To remove inhibitory agents and toxins, a cell washing technique was employed prior to performing SCM; however, this cell washing technique may have increased cellular stresses that inhibited resuscitation since cell densities decreased. A novel laboratory-scale dewatering process was also investigated to determine if the SI and regrowth phenomena observed in full-scale centrifugal dewatering could be mimicked in the laboratory using a lab shearing device. Fecal coliform and E. coli densities in laboratory prepared cake samples were observed to be an order of magnitude higher than full-scale dewatered cakes. Additionally, the laboratory-scale dewatering process was able to resuscitate fecal coliforms and E. coli in stored sludge such that the density increased by 4-5 orders of magnitude from nondetect values. Lastly, the addition of aluminum sulfate during centrifuge dewatering at a full-scale utility produced an increased regrowth of fecal coliforms and E. coli that was sustained for 5 days.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Radio Frequency Identification (RFID) beeinflusst unbestritten zahlreiche Anwendungsgebiete und schafft die Grundlage für die zukünftige Entwicklung logistischer Systeme. Von besonderer Bedeutung ist in diesem Zusammenhang die systematische Identifikation von Einsatzpotenzialen für diese Technologie. Bislang existiert hierfür noch keine allgemein verbreitete Methodik. Diese Problematik greift der folgende Beitrag auf und zeigt, wie aus den technischen Grundlagen und analysierten Praxisanwendungen Identifikationskriterien abgeleitet werden können. Die so erarbeiteten Kriterien werden in ihrer Anwendung anhand eines fiktiven Beispiels erläutert und damit exemplarisch eine mögliche Analysemethodik vorgestellt. 1. Einleitung Die produktionswirtschaftlichen Anforderungen an die Unternehmen sind zunehmend geprägt durch Globalisierung und damit durch eine zunehmende Komplexität sowie vertiefte Arbeitsteiligkeit. Es entsteht eine zunehmend breitere Streuung der Fertigungsstandorte und Kooperationsbeziehungen. Es gibt letztlich mehr Lager- und Umschlagprozesse in der Lieferkette. Andererseits bringt der erhöhte Qualitäts- und Kostendruck steigende Fixkosten mit sich, er zwingt zur ständigen Rationalisierung der Materialwirtschaft. Es besteht der Zwang zum Einsatz neuer technisch-elektronischer Mittel zur Kontrolle und Steuerung der logistischen Ketten. Im Lager bedeutet das eine zunehmende Nutzung der Informations- und Kommunikationstechnik zur Lager- und Fertigungssteuerung, auch in Verbindung mit Forderungen der Rückverfolgbarkeit der Produkte. An die Logistikleistungen werden damit Anforderungen wie Schnelligkeit, Qualität und Kostenminimierung gestellt. Letztlich bestehen die Warenbereitstellungs- und Verteilsysteme aus der technischen Grundstruktur, dem Lagertyp und dessen Geometrie sowie der dabei einsetzbaren Bedientechnik und deren kinematischen Daten. Der organisatorische Rahmen dieser Systeme ist gekennzeichnet durch die Nutzung diverser Ein- und Auslagerstrategien, die auch wesentlich Kosten und Leistungen (Umschlagleistung) des zu betrachtenden Lagersystems bestimmen. Aufgrund der genannten Forderungen muss es gelingen, aus dem eingesetzten technischen System durch organisatorisch effizienten Betrieb maximale Leistung bei gleichzeitig minimal eingesetzten Kosten zu erzielen. Neben den Investitionskosten sind bei der Planung von automatischen Lagersystemen die erreichbaren mittleren Spielzeiten der Bedientechnik von entscheidender Bedeutung, um die erforderliche Umschlagleistung des Lagers zu gewährleisten. Hierzu existieren eine Reihe von Berechnungsvorschriften und –normen. Diese Berechnungen berücksichtigen jedoch nicht die Auswirkungen der Lagerorganisation, wie beispielsweise fahrzeitminimale Kombinationen von Ein- und Auslageraufträgen bei Doppelspielen, Zonierungsmaßnahmen, die Auswirkungen von verschiedenen Füllgraden des Lagers oder Lagerplatzstrategien. 2. Stand der Technik 2.1. Lagertypen Abbildung 1: Systematische Einteilung der Lagertypen In Abbildung 1 sind verschiedene Lagertypen dargestellt und nach Kriterien eingeteilt. Soll eine Einschränkung hinsichtlich am Markt häufig vorkommender automatischer Palettenlager getroffen werden, so sind besonders die in der Abbildung hervorgehobenen Typen zu nennen. Eine Auswahl der einzelnen Lagertypen erfolgt dann anhand von Kosten, Umschlagleistung und bei Kompaktlagern vorrangig anhand von Flächen- und Raumnutzungsgrad. Werden die Kostenunterschiede bei Personal, Rechentechnik und Steuerungssoftware in den verschiedenen Lagertypen und -ausführungen der jeweiligen Typen vernachlässigt, unterscheiden sich die Gesamtkosten der Lager lediglich in der Bedientechnik sowie in den statisch bedingten Kosten der Regalkonstruktion. Die wichtigsten Kosteneinflüsse auf die Regale sind wiederum Bauhöhe und Bauart (Regalkonstruktion oder selbsttragendes Bauwerk). Abbildung 2 zeigt die zu erwartenden Umschlagleistungen1) der verschiedenen Lagertypen in Abhängigkeit der benötigten Stellplatzanzahl. Die darauf folgende Abbildung 3 zeigt die zu erwartenden Investitionskosten1) je Stellplatz. Die berücksichtigten Kenngrößen sind nachstehend dargestellt. Die abgebildeten Kurven machen deutlich, dass insbesondere Umschlagleistung der Lager und deren Flächen- bzw. Raumnutzungsgrad gegensätzlich verlaufen. Somit sind auch die Einsatzgebiete der Lagertypen voneinander abgrenzbar. Während Hochregallager für Anwendungsfälle mit hohem Gutumschlag in Frage kommen, werden die Kompaktlager eher in Objekten mit begrenztem Platz oder hohen Raumkosten (bspw. Kühllager) eingesetzt. Somit sind Kompaktlager auch häufig für die Umplanung bzw. der notwendigen Vergrößerung der Lagerkapazität innerhalb einer bestehenden baulichen Hülle interessant. Abbildung 2: Umschlagleistungen der verschiedenen Lagertypen Abbildung 3: Investitionskosten der einzelnen Lagertypen 2.2. Einzel-/ Doppelspiele Um anhand der Technik und der geometrischen Verhältnisse im Lager die höchstmögliche Umschlagleistung zu erzielen, ist es sinnvoll, Doppelspiele (DS) zu generieren. Somit ist nicht wie bei Einzelspielen (ES) je umgeschlagene Ladeeinheit eine Leerfahrt erforderlich, sondern nur je zweiter Ladeeinheit. Das Bediengerät fährt also vom Einlagerpunkt direkt zum Auslagerpunkt, ohne zum Übergabepunkt zurückkehren zu müssen. Diese Vorgehensweise setzt die Kenntnis der nächsten Fahraufträge und gegebenenfalls die Möglichkeit der Veränderung derer Reihenfolge voraus. Für eine Optimierung der Umschlagleistung ist die bei DS entstehende Leerfahrt (Zwischenfahrstrecke) und damit die Zwischenfahrzeit zu minimieren (vgl. 3.5). Nachfolgend beschriebene Untersuchungen beziehen sich jeweils auf Doppelspiele. Abbildung 4: Darstellung der anzufahrenden Lagerplätze in der Regalwand,links: Einzelspiel, rechts: Doppelspiel 2.3. Berechnungsvorschriften für Umschlagleistungen von Lagern Es existieren eine Reihe von Vorschriften zur Berechnung der Umschlagleistung von Lagern, exemplarisch sind drei Berechnungsvorschriften dargestellt. Die Richtlinie VDI 3561 [VDI3561] ermöglicht die Berechnung der Spielzeit auch für Doppelspiele. Dazu werden zwei Referenzpunkte festgelegt, die den Aus- bzw. Einlagerpunkt darstellen. Ein Doppelspiel besteht dann aus der Summe folgender Einzelzeiten: • der Hinfahrt vom Übergabepunkt zum Einlagerpunkt (P1), • der Leerfahrt vom Ein- zum Auslagerpunkt (P2) und der • Rückfahrt vom Auslagerpunkt zum Übergabepunkt (vgl. Abb.4 rechts). Die Summe dieser Einzelzeiten wird danach mit der Summe der Übergabezeiten addiert. Der Unterschied der Richtlinie und der Berechnungsvorschrift nach [Gud00] bestehen im wesentlichen aus der Lage der Ein- und Auslagerpunkte. Fahrzeitberechnung nach VDI 3561 P1 ; P2 Fahrzeitberechnung nach Gudehus 1) P1 ; P2 1)Annahme: Vernachlässigung von Totzeiten, Lastaufnahmefaktor = 1 Wird davon ausgegangen, dass in Abhängigkeit der Gassengeometrie immer nur eine der beiden Fahrzeitanteile (vertikal bzw. horizontal) spielzeitbestimmend ist, so ergeben sich beide Fahrstrecken zu 4/3 der jeweiligen Gesamtabmessung. Der Unterschied der beiden Berechnungsvorschriften liegt lediglich in der Aufteilung der Gesamtfahrstrecke auf die Teilfahrstrecken Hin-, Rück- bzw. Zwischenfahrt. Da jedoch die Fahrzeit zu den Anfahrpunkten in der Regel nicht von der gleichen Fahrzeitkomponente bestimmt wird, kommt es in der Praxis zu Unterschieden im Berechnungsergebnis. Die unter dem Titel „Leistungsnachweis für Regalbediengeräte, Spielzeiten“ stehende Norm FEM 9.851 [FEM9.851] beschäftigt sich ebenfalls mit der Berechnung von Spielzeiten von Regalbediengeräten (RBG). Dabei werden sechs verschiedene Anwendungsfälle generiert, die am häufigsten in der Praxis vorkommen. Diese unterscheiden sich insbesondere in der Lage der Übergabepunkte für die Ein- und Auslagerung. Dabei werden die Punkte sowohl horizontal als auch vertikal verschoben. Es werden hierbei auch Fälle betrachtet, in denen der Auslagerpunkt nicht mit dem Einlagerpunkt übereinstimmt, sich beispielsweise auch an dem gegenüberliegenden Gassenende befinden kann. Wird der einfachste Fall betrachtet, dass sich der Übergabepunkt für die Ein- und Auslagerung übereinstimmend an einer unteren Ecke der Gasse befindet, stimmen die Berechnungsformeln mit [Gud00] weitgehend überein. 2.4. Kritik und Untersuchungsansatz Die Berechnung der mittleren Spielzeit der einzelnen Lagergassen durch die beschriebenen Normen erfolgt in der Regel ohne die Berücksichtigung der Geschwindigkeitsdiagonalen, deren Steigung c durch nachstehendes Verhältnis gegeben ist. 1. Einleitung Eine umfassende Prozessanalyse ist die Grundlage einer jeden erfolgreichen RFID-Anwendung [o.Verf. 2006]. Die Merkmale, die bei einer solchen Untersuchung zu beachten sind, werden allerdings nicht öffentlich diskutiert. Wie Resch in seinem Ansatz zeigt, ist aber gerade die Analysephase von entscheidender Bedeutung für den späteren Erfolg einer RFID-Anwendung (vgl. Abb. 1). Abbildung 1: Fehlende Methodiken der Prozessanalyse [Resch2005] In dieser Phase besteht der größte Gestaltungsfreiraum für die spätere Umsetzung. Da in dieser Phase das größte Optimierungspotenzial einer RFID-Anwendung festgelegt wird, entscheidet sich bereits zu Beginn eines Projektes wie groß der maximal erreichbare Nutzen einer Lösung sein kann. Bisher existieren keine allgemein verbreiteten Methoden und Kriterien zur Identifikation dieser Einsatz-/Nutzenpotenziale. Die Prozessanalyse ist die Basis zukünftiger RFID-Anwendungen und ist daher entsprechend umfangreich durch zu führen. RFID-Einsatzpotenziale werden aktuell nur in Funktionsbereichen kommuniziert. Diese Pauschalisierung engt die Sicht auf potenzielle Anwendungen allerdings sehr stark ein. Dadurch besteht die Gefahr, dass die vorhandenen Nutzenpotenziale indirekt beteiligter Prozesse nicht beachtet werden. Es ist daher zwingend notwendig möglichst alle material- und informationsflussbezogenen Prozesse auf ein RFID-Einsatzpotenzial hin zu untersuchen. D.h. sowohl die Prozesse mit direktem Materialflussbezug (bspw. Wareneingang) als auch die Prozesse, die nur indirekt, über den Informationsfluss, mit dem Materialfluss verknüpft sind (bspw. Disposition). Der vorliegende Beitrag stellt daher einen ersten Ansatz für die Ermittlung allgemeingültiger Analysekriterien für RFID-Einsatzpotenziale. Die vorgestellte Methodik und der daraus entwickelte Kriterienkatalog sollen es ermöglichen, RFID-Anwendungen in der Analysephase auf ein möglichst vollständiges Nutzengerüst zu stellen und so den maximalen Nutzen einer Anwendung systematisch zu ermitteln. 2. Identifikationskriterien 2.1. Methodik Basierend auf der Überlegung die Kriterien sowohl theoretisch als auch auf Basis von Praxiserfahrungen zu entwickeln, dienen neben der Betrachtung technischer Grundlagen auch Analysen von realisierten Anwendungen und Pilotprojekten als Basis der Kriterienentwicklung. Abbildung 2 zeigt die grundsätzliche Methodik hinter der Entwicklung der Kriterien. Dabei zeigt sich, dass aus dem gewählten Ansatz zwangsläufig zwei differierende Typen von Kriterien entwickelt werden müssen. Technische Kriterien, aus den Grundlagen der RFID beziehen sich vor allem auf das vorherrschende Prozessumfeld. Frequenzspezifische Eigenschaften (Leistungsdaten) und allgemeine, also frequenzübergreifende Eigenschaften der RFID-Technik bilden die Ausgangsbasis für diese Kriteriengruppe. Dabei werden diese technologischen Eigenschaften in Prozessmerkmale überführt, anhand derer im konkreten Prozessumfeld eine Technologieauswahl durchgeführt werden kann. So können potenzielle RFID-Anwendungen auf eine prinzipielle Anwendbarkeit hin überprüft werden. Abbildung. 2: Vorgehen zur Entwicklung der Identifikationskriterien [Resch2005] Die zweite Gruppe der Kriterien, die organisatorischen Kriterien, werden aus Praxiserfahrungen abgeleitet. Basis dieser Analyse sind Prozesse aus realisierten Anwendungen und Pilotprojekten. Dieser praxisbasierte Teil stellt prozessbezogene Merkmale zusammen, deren Schwerpunkt auf prozessspezifischen organisatorischen Merkmalen, bspw. Durchsatz, oder auch Dokumentationsaufwand liegt. Die ausgewählten Praxisbeispiele sind nach ihren individuellen Prozessmerkmalen analysiert worden. Die Ergebnisse wurden stichpunktartig zusammengefasst, in übergeordnete Kategorien gruppiert und abschließend nach ihrem Flussbezug gegliedert. RFID-Anwendungen beeinflussen sowohl materialflussbezogene Prozesse, als auch direkt oder auch indirekt verknüpfte informationsflussbezogene Prozesse. Daher erfolgt eine Ordnung der identifizierten Kriteriengruppen nach ihrem Flussbezug, um so einem Anwender die Betrachtungsweise nachhaltig zu verdeutlichen und die Analyse zu vereinfachen. 2.2. Praxisbeispiele Die analysierten Praxisbeispiele sind zum Großteil in der Automobilindustrie realisiert (vgl. Abb. 3). Die weiteren Anwendungen sind aus der Instandhaltung sicherheitsrelevanter technischer Gebäudeausrüstung, aus einem Hochregallager eines Logistikdienstleisters sowie aus der Luftfahrtindustrie. Abbildung 3: Branchenspezifische Verteilung der Praxisbeispiele Die Auswahl der Praxisbeispiele ist bewusst auf die Automobilindustrie fokussiert. Dieser Industriezweig hat in Deutschland bereits einige Anwendungen und eine Vielzahl an Pilotprojekten initiiert. Die Bandbreite der realisierten Projekte ist sehr groß und deckt daher viele verschiedene Anwendungsfälle ab. Die Ergebnisse der Untersuchung sind aber auch auf andere Branchen übertragbar, da die untersuchten Praxisprojekte Situationen abbilden, die ebenfalls leicht zu übertragen sind. Die analysierten Anwendungen bilden ein sehr breites Feld an Einsatzszenarien ab. Anwendungen mit massenhaften Stückzahlen sind ebenso vertreten, wie Anwendungen mit hohem Spezialisierungscharakter. Die Anwendungen reichen dabei von einfachen Pilotprojekten im Ladungsträgermanagement, bis hin zu komplexen Anwendungen im Bereich der Produktionssteuerung und der unternehmensübergreifenden Koordination von Materialflüssen. Insgesamt verteilen sich die analysierten Anwendungen auf drei Schwerpunktbereiche. Abbildung 4 stellt die Anwendungsbereiche in einer Übersicht zusammen. Abbildung 4: Übersicht der Anwendungsgebiete aus den Praxisanwendungen Anwendungen aus den Bereichen der Produktionssteuerung und des Materialflusses sind dabei am häufigsten vertreten. Während die Anwendungen aus dem Bereich der Instandhaltung, bzw. dem Qualitätsmanagement, meist mit der Hauptanwendung aus dem Bereich der Produktionssteuerung verknüpft sind. So wird bspw. die Dokumentationen der einzelnen Fertigungsstationen i.d.R. sowohl zur Fertigungssteuerung als auch zur Qualitätssicherung genutzt. 2.3. Ergebnisse der Praxisanalyse Die Analyse der Praxisanwendungen brachte in einem ersten Schritt eine Fülle an spezifischen Merkmalen zusammen. Jeder analysierte Prozess wies seine eigenen Merkmale auf, die aber dem Grundsatz nach systematisiert werden konnten. Die so erarbeiteten Merkmale wurden in einem zweiten Schritt gruppiert. Insgesamt ergaben sich fünf Gruppen, die jeweils nach einer, durch die RFID-Technik durchgeführte Funktion benannt sind. Um eine Prozessanalyse mit Hilfe der Kriterien zu erleichtern, ist jede Gruppe ihrem übergeordneten Flusssystem zugeordnet worden. Nachstehende Abbildung 5 zeigt die einzelnen Gruppierungen mit ihrem jeweiligen Flussbezug. Dabei sind jeder Gruppe beispielhafte Merkmale zugeordnet. Abbildung 5: Organisatorische Kriterien zur Identifikation von RFID-Einsatzpotenzialen Die vorliegende Systematisierung von Identifikationskriterien deckt sowohl Aspekte des reinen Materialflusses, als auch die Aspekte der zugehörigen Informationsflüsse ab. Dabei verhält sich der Flussbezug in jeder Kriteriengruppe unterschiedlich. Die Kriterien der Gruppe Identifikation befassen sich ausschließlich mit dem Identifikationsvorgang. Dabei können die erarbeiteten Kriterien in zwei Arten unterschieden werden, quantitative und qualitative Kriterien. Qualitativ messbar sind Kriterien, die sich auf die Anzahl der Identifikationsvorgänge beziehen. Bspw. die Anzahl der Identifikationsvorgänge im betrachteten Prozessverlauf, bezogen auf ein Identifikationsobjekt oder die Anzahl der Identifikationsvorgänge pro Zeiteinheit an einem Identifikationspunkt innerhalb des Prozessverlaufs. Gleichzeitig umfasst diese Gruppe aber auch Kriterien, die nur qualitativ zu bewerten sind. Kriterien wie die Bedeutung einer exakten Identifikation einzelner Teile im Prozess oder auch der aktuelle Aufwand der Identifikation im Prozess lassen sich nur bedingt oder nicht quantifizieren. Diese Kriteriengruppe fokussiert mit ihren Merkmalen vor allem den Materialfluss. Die einzelnen Merkmale beziehen sich auf den tatsächlichen Identifikationsvorgang und nicht auf die zugehörigen Informationsflüsse. Unter dem Begriff Transparenz sind Kriterien gruppiert, die sich mit der Verfolgbarkeit und Übersichtlichkeit von Prozessen befassen. Dabei gilt es sowohl die Bedeutung für den aktuellen Prozess als auch für die abhängigen Prozesse zu ermitteln. Transparenz bzw. die fehlende Transparenz ist der Kern dieser Kriteriengruppe. Qualitative Kriterien sind in dieser Kategorie besonders stark vertreten, da vor allem die Bedeutung bestimmter Aspekte der Prozesstransparenz als Kriterium dient. Prozesstransparenz liegt i.d.R. nicht vor oder wird nur über komplexe Systeme erreicht. Die Bewertung dieser Kriteriengruppe ist höchst variabel, da Prozesstransparenz in ihrer Bedeutung höchst individuell ist, d.h. von Prozess zu Prozess stark variiert. Die Gruppe Konfiguration fasst Merkmale zusammen, die auf objektspezifische Anpassungsarbeiten im Prozessverlauf hinweisen. Diese Tätigkeiten sind i.d.R. mit einem quantifizierbaren Aufwand verbunden und können so leicht erfasst werden. Die RFID-Technologie eröffnet hier, ähnlich wie im Bereich der Identifikation, Chancen zur Automatisierung bestehender Prozesse. Die Kriterien konzentrieren sich in ihrer Zielrichtung daher schwerpunktmäßig auf die Untersuchung von Potenzialen hinsichtlich der Automation von Konfigurationsvorgängen. Ähnlich wie die vorstehende Gruppe der Transparenz, besitzt diese Gruppe ebenfalls einen starken Bezug zu beiden Flusssystemen. In beiden Gruppen liegt der Fokus der betrachteten Merkmale sowohl auf dem Materialfluss und den physischen Aktionen als auch auf den zugehörigen Informationsflüssen mit entsprechenden Tätigkeiten. Die vierte Gruppe Zuordnung enthält primär Merkmale, die sich auf den Informationsfluss beziehen. Im Vordergrund steht die Art und Weise in der innerhalb eines Prozesses Materialflüsse zwischen Quelle und Senke koordiniert werden. Diese Gruppe enthält ebenfalls sowohl qualitativ als auch quantitativ zu bewertenden Merkmale. RFID-Technik kann hier zu einer deutlichen Komplexitätsreduktion, einer Automation sowie der Reduktion von Stillstands- u. Wartezeiten führen. Die letzte Gruppe Datenverwendung und Dokumentation befasst sich beinahe ausschließlich mit Aspekten des Informationsflusses. Als beinahe Komplementär zur Gruppe der Identifikation stehen hier die informationsflussbezogenen Handlungen, ausgelöst durch einen zugehörigen Materialfluss in der Betrachtung. Dabei stehen vor allem Fehlerraten, manuelle Aufwende der Datenverarbeitung und die Anzahl an Medienbrüchen im Informationsfluss im Vordergrund. Auch hier existiert wiederum ein Geflecht aus qualitativen und quantitativen Kriterien, deren Bewertung individuell durchzuführen ist. 2.4. Technische Kriterien Ergänzt werden die organisatorischen Kriterien um die technischen Kriterien. Diese Kriterien leiten sich aus den technischen Grundlagen der RFID-Technik ab. Diese Grundlagen sind zum einen die Eigenschaft der kontakt- und sichtlosen Übertragung von Energie und Daten, zum anderen der physische Aufbau der Komponenten eines RFID-Systems, dem Reader und dem Transponder. Des Weiteren definieren die frequenzspezifischen Eigenschaften der verschiedenen RFID-Systeme unterschiedliche Leistungsparameter, aus denen technische Kriterien abgeleitet werden können. Daraus ergibt sich die logische Trennung in frequenzabhängige und frequenzunabhängige Kriterien. Auszüge dieser Kriterien zeigt nachstehende Abbildung 6 Abbildung 6: Technische Kriterien Die technischen Kriterien dienen eher zur Technologieauswahl, als zu einer reinen Potenzialidentifikation, da ausschließlich limitierende Aspekte der Technologie betrachtet werden. Einflüsse, bedingt durch die genutzte technische Ausrüstung (bspw. metallische Lagertechnik) oder verfahrensbedingte Einflüsse (elektromagnetische Felder, Schweißroboter, o.ä.), werden über diese Kriterien abgebildet und finden so Berücksichtigung in den zu entwickelnden RFID-Szenarien. Die Wirkung dieser Kriterien hängt stark von dem jeweiligen Stand der Technik ab. Galt bspw. der Einsatz von 13,56 MHz Transpondern direkt auf Metall vor fünf Jahren noch als nicht möglich, so ist die Technik mittlerweile so weit entwickelt, dass auch Lösungen in diesem Bereich angeboten werden. Daher muss festgehalten werden, dass die frequenzabhängigen technischen Kriterien im Zeitverlauf variabel in ihrer Wirkung sind und sich mit dem technischen Fortschritt der RFID-Hardware verändern. Atmosphärische Einflüsse auf die RFID-Hardware sind generell für alle Varianten (unabhängig von der Betriebsfrequenz) der RFID-Technik zu beachten. Der Einfluss der Umgebungsbedingungen auf die Integrität der Hardware ist immer zu berücksichtigen. Temperatur, Druck und Staubbelastung sind hier die Hauptgruppen äußerer Einflüsse auf die RFID-Hardware. Auch diese Gruppe der technischen Kriterien muss mit der sich verändernden technischen Leistungsfähigkeit in ihrer Bewertung angepasst werden. 3. Anwendung der Kriterien 3.1. Anwendungsbeispiel Die Anwendung der Kriterien wird im Folgendem anhand eines kurzen Beispiels erläutert. Nachstehende Abbildung 7 zeigt Ausschnitte aus einem fiktiven Prozess innerhalb eines Großlagers. Abbildung 7: Fiktiver Prozess Von der Entladung des LKW bis zur Einlagerung der Paletten ist der Prozess in vier grobe Phasen strukturiert. Zur Identifikation von RFID-Einsatzpotenzialen werden die einzelnen Prozesselemente nach dem in Tabelle 1dargestellten Schema untersucht. Tabelle 1: Exemplarische Anwendung der Kriterien an einem ausgewählten Beispiel Kriteriengruppe Kriterium Einheit Prozesselement Entladen des LKW Bezugsobjekt LKW Palette Identifikation Anzahl ID - Vorgänge pro Objekt 1/Stck. 2 1 Anzahl ID - Objekte im Zeitraum Stck./ZE 25/h 10/min Transparenz Bedeutung exakter Prozesszeiterfassung Qual. Hoch Hoch intransparente Prozessabschnitte ja/nein Ja Ja Konfiguration Anzahl objektspez. Konfigurationsarbeiten 1/Stck. 0 0 Manueller Anteil der Konfiguration Qual. - - Zuordnung Fehleranteil der Zuordnung Q/S Qual. Mittel Gering Komplexität der Zuordnung Q/S Qual. Hoch Hoch Datenverwendung und Dokumentation Anzahl der Änderungen objektspezifischer Daten im Prozess 1/Stck. 8 (6-7) 2 Anzahl der Medienbrüche im Prozess 1/Stck. - - Die Tabelle zeigt, wie einzelne Prozesselemente mit Hilfe der Identifikationskriterien analysiert werden können. Dabei ergeben sich aus den Ausprägungen der einzelnen Kriterien die Nutzenpotenziale auf deren Basis sich eine spätere RFID-Anwendung gestalten und bewerten lässt. Für die Analyse der einzelnen Prozesselemente ist es notwendig, die Kriterien auf ein Bezugsobjekt zu beziehen. Dieses Bezugsobjekt stellt den potenziellen Träger des Transponders dar. Dabei ist zu beachten, dass innerhalb eines Prozesses mehrere Bezugsobjekte vorhanden sein können. Die Analyse muss daher für jedes Bezugsobjekt einzeln durchgeführt werden. Die Zusammenfassung der Analyseergebnisse pro Bezugsobjekt, über die zusammengehörigen Prozesselemente zeigt die Nutzenpotenziale innerhalb der einzelnen Prozesse. 3.2. Verwendung der Ergebnisse und Bewertungsmöglichkeiten identifizierter Einsatzpotenziale Im vorstehenden Absatz wurde gezeigt, wie die erarbeiteten Kriterien zur Prozessanalyse genutzt werden können. Aus der Analyse ergeben sich Nutzenpotenziale für den RFID-Einsatz. Inwieweit diese erkannten Potenziale tatsächlich zu einer wirtschaftlichen RFID-Anwendung führen, muss in einem zweiten Schritt geprüft werden. Dabei muss festgestellt werden, dass es keine RFID-Lösung „von der Stange“ gibt [Lammers2006]. Jede Anwendung muss individuell auf Wirtschaftlichkeit geprüft werden. Dabei spielen vor allem die Kriterien eine starke Rolle, die nur qualitativ erfasst werden können, z. B. die Bedeutung einer exakten Erfassung der Prozesszeit. Quantitativ erfassbare Kriterien sind vergleichsweise einfach in der wirtschaftlichen Beurteilung, obwohl auch für diese Art Kriterium keine allgemein gültigen Richtwerte zur Beurteilung existieren. Zu groß sind hier die Unterschiede zwischen einzelnen Prozessen und den möglichen Einspareffekten, bedingt durch differierende Kostentreiber und Anforderungen an Leistungsfähigkeiten. Weiterhin müssen sowohl qualitative als auch quantitative Kriterien immer im Zusammenhang gesehen werden. Nur dann kann der potenzielle Nutzen einer RFID-Anwendung vollständig ermittelt werden. Erst aus der Kombination dieser beiden Faktorgruppen ergibt sich das maximale Nutzenpotenzial einer RFID-Anwendung. Vor diesem Hintergrund sind die einzelnen Nutzenpotenziale zu erfassen, daraus mögliche RFID-Szenarien zu entwickeln und diese Szenarien einer abschließenden, detaillierten Wirtschaftlichkeitsanalyse zu unterziehen.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

BACKGROUND: Studies of the professional development of physicians highlight the important effect that the learning environment, or \"hidden curriculum,\" has in shaping student attitudes, behaviors, and values. We conducted this study to better understand the role that relationships have in mediating these effects of the hidden curriculum. [See PDF for complete abstract]

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Poor udder health represents a serious problem in dairy production and has been investigated intensively, but heifers generally have not been the main focus of mastitis control. The aim of this study was to evaluate the prevalence, risk factors and consequences of heifer mastitis in Switzerland. The study included 166,518 heifers of different breeds (Swiss Red Pied, Swiss Brown Cattle and Holstein). Monthly somatic cell counts (SCCs) provided by the main dairy breeding organisations in Switzerland were monitored for 3 years; the prevalence of subclinical mastitis (SCM) was determined on the basis of SCCs ≥100,000 cells/mL at the first test date. The probability of having SCM at the first test date during lactation was modelled using logistic regression. Analysed factors included data for the genetic background, morphological traits, geographical region, season of parturition and milk composition. The overall prevalence of SCM in heifers during the period from 2006 to 2010 was 20.6%. Higher frequencies of SCM were present in heifers of the Holstein breed (odds ratio, OR, 1.62), heifers with high fat:protein ratios (OR 1.97) and heifers with low milk urea concentrations combined with high milk protein concentrations (OR 3.97). Traits associated with a low risk of SCM were high set udders, high overall breeding values and low milk breeding values. Heifers with SCM on the first test day had a higher risk of either developing chronic mastitis or leaving the herd prematurely.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Modern concepts for the treatment of myocardial diseases focus on novel cell therapeutic strategies involving stem cell-derived cardiomyocytes (SCMs). However, functional integration of SCMs requires similar electrophysiological properties as primary cardiomyocytes (PCMs) and the ability to establish intercellular connections with host myocytes in order to contribute to the electrical and mechanical activity of the heart. The aim of this project was to investigate the properties of cardiac conduction in a co-culture approach using SCMs and PCMs in cultured cell strands. Murine embryonic SCMs were pooled with fetal ventricular cells and seeded in predefined proportions on microelectrode arrays to form patterned strands of mixed cells. Conduction velocity (CV) was measured during steady state pacing. SCM excitability was estimated from action potentials measured in single cells using the patch clamp technique. Experiments were complemented with computer simulations of conduction using a detailed model of cellular architecture in mixed cell strands. CV was significantly lower in strands composed purely of SCMs (5.5 ± 1.5 cm/s, n = 11) as compared to PCMs (34.9 ± 2.9 cm/s, n = 21) at similar refractoriness (100% SCMs: 122 ± 25 ms, n = 9; 100% PCMs: 139 ± 67 ms, n = 14). In mixed strands combining both cell types, CV was higher than in pure SCMs strands, but always lower than in 100% PCM strands. Computer simulations demonstrated that both intercellular coupling and electrical excitability limit CV. These data provide evidence that in cultures of murine ventricular cardiomyocytes, SCMs cannot restore CV to control levels resulting in slow conduction, which may lead to reentry circuits and arrhythmias.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Ascertaining the family health history (FHH) may provide insight into genetic and environmental susceptibilities specific to a variety of chronic diseases, including type II diabetes mellitus. However, discussion of FHH during patient-provider encounters has been limited and uncharacterized. A longitudinal, observational study was conducted in order to compare the content of FHH topics in a convenience sample of 37 patients, 13 new and 24 established. Each patient had an average of three follow-up encounters involving 6 staff physicians at the Audie L. Murphy Memorial Veterans Hospital (VHA) in San Antonio, TX from 2003 to 2005. A total of 131 encounters were analyzed in this study. The average age of the selected population was 68 years and included 35 males and two females. Transcriptions of encounters were obtained, coded and analyzed, in NVIVO 8. Of the 131 total encounters transcribed among the 37 patients, only 24 encounters (18.3%) included discussion of FHH. Additionally, the relationship between FHH discussion and discussion of self-care management (SCM) topics were assessed. In this study, providers were more likely to initiate discussion on family health history among new patients in the first encounter (ORnew = 8.55, 95% CI: 1.49–52.90). The discussion of FHH occurred sporadically in established patients throughout the longitudinal study with no apparent pattern. Provider-initiated FHH discussion most frequently had satisfactory level(s) of discussion while patient-initiated FHH discussion most frequently had minimal level(s) of discussion. FHH discussion most oftentimes involved topics of cancer and cardiovascular disease among primary-degree familial relationships. Overall, family health histories are largely, an underutilized tool in personalized preventive care.^

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

During summer 2008, as part of the Circumpolar Flaw Lead system study, we measured phytoplankton photosynthetic parameters to understand regional patterns in primary productivity, including the degree and timescale of photoacclimation and how variability in environmental conditions influences this response. Photosynthesis-irradiance measurements were taken at 15 sites primarily from the depth of the subsurface chlorophyll a (Chl a) maximum (SCM) within the Beaufort Sea flaw lead polynya. The physiological response of phytoplankton to a range of light levels was used to assess maximum rates of carbon (C) fixation (P*m), photosynthetic efficiency (alpha*), photoacclimation (Ek), and photoinhibition (beta*). SCM samples taken along a transect from under ice into open water exhibited a >3-fold increase in alpha* and P*m, showing these parameters can vary substantially over relatively small spatial scales, primarily in response to changes in the ambient light field. Algae were able to maintain relatively high rates of C fixation despite low light at the SCM, particularly in the large (>5 µm) size fraction at open water sites. This may substantially impact biogenic C drawdown if species composition shifts in response to future climate change. Our results suggest that phytoplankton in this region are well acclimated to existing environmental conditions, including sea ice cover, low light, and nutrient pulses. Furthermore, this photoacclimatory response can be rapid and keep pace with a developing SCM, as phytoplankton maintain photosynthetic rates and efficiencies in a narrow ''shade-acclimated'' range.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

The author participated in the 6 th EU Framework Project ―Q-pork Chains (FP6-036245-2)‖ from 2007 to 2009. With understanding of work reports from China and other countries, it is found that compared with other countries, China has great problems in pork quality and safety. By comparing the pork chain management between China and Spain, It is found that the difference in governance structure is one of the main differences in pork chain management between Spain and China. In China, spot-market relationship still dominates governance structure of pork chain, especially between the numerous house-hold pig holders and the great number of small slaughters. While in Spain, chain agents commonly apply cooperatives or integrations to cooperate. It also has been proven by recent studies, that in quality management at the chain level that supply chain integration has a direct effect on quality management practices (Han, 2010). Therefore, the author started to investigate the governance structure choices in supply chain management. And it has been set as the first research objective, which is to explain the governance structure choices process and the influencing factors in supply chain management, analyzing the pork chains cases in Spain and in China. During the further investigation, the author noticed the international trade of pork between Spain and China is not smooth since the signature of bi-lateral agreement on pork trade in 2007. Thus, another objective of the research is to find and solve the problems exist in the international pork chain between Spain and China. For the first objective, to explain the governance structure choices in supply chain management, the thesis conducts research in three main sections. 10 First of all, the thesis gives a literature overview in chapter two on Supply Chain Management (SCM), agri-food chain management and pork chain management. It concludes that SCM is a systems approach to view the supply chains as a whole, and to manage the total flow of goods inventory from the supplier to the ultimate customer. It includes the bi-directional flow of products (materials and services) and information, and the associated managerial and operational activities. And it also is a customer focus to create unique and individual source of customer value with an appropriate use of resources, leading to customer satisfaction and building competitive chain advantages. Agri-food chain management and pork chain management are applications of SCM in agri-food sector and pork sector respectively. Then, the research gives a comparative study in chapter three in the pork chain and pork chain management between Spain and China. Many differences are found, while the main difference is governance structure in pork chain management. Furthermore, the author gives an empirical study on governance structure choice in chapter five. It is concluded that governance structure of supply chain consists of a collection of rules/institutions/constraints structuring the transactions between the various stakeholders. Based on the overview on literatures closely related with governance structure, such as transaction cost economics, transaction value analysis and resource-based view theories, seven hypotheses are proposed, which are: Hypothesis 1: Transaction cost has positive relationship with governance structure choice Hypothesis 2: Uncertainty has positive relationship with transaction cost; higher uncertainty exerts high transaction cost Hypothesis 3: The relationship between asset specificity and transaction cost is positive Hypothesis 4: Collaboration advantages and governance structure choice have positive relationship11 Hypothesis 5: Willingness to collaborate has positive relationship with collaboration advantages Hypothesis 6: Capability to collaborate has positive relationship with collaboration advantages Hypothesis 7: Uncertainty has negative effect on collaboration advantages It is noted that as transaction cost value is negative, the transaction cost mentioned in the hypotheses is its absolute value. To test the seven hypotheses, Structural Equation Model (SEM) is applied and data collected from 350 pork slaughtering and processing companies in Jiangsu, Shandong and Henan Provinces in China is used. Based on the empirical SEM model and its results, the seven hypotheses are proved. The author generates several conclusions accordingly. It is found that the governance structure choice of the chain not only depends on transaction cost, it also depends on collaboration advantages. Exchange partners establish more stable and more intense relationship to reduce transaction cost and to maximize collaboration advantages. ―Collaboration advantages‖ in this thesis is defined as the joint value achieved through transaction (mutual activities) of agents in supply chains. This value forms as improvements, mainly in mutual logistics systems, cash response, information exchange, technological improvements and innovative improvements and quality management improvements, etc. Governance structure choice is jointly decided by transaction cost and collaboration advantages. Chain agents take different governance structures to coordinate in order to decrease their transaction cost and to increase their collaboration advantages. In China´s pork chain case, spot market relationship dominates the governance structure among the numerous backyard pig farmer and small family slaughterhouse 12 as they are connected by acquaintance relationship and the transaction cost in turn is low. Their relationship is reliable as they know each other in the neighborhood; as a result, spot market relationship is suitable for their exchange. However, the transaction between large-scale slaughtering and processing industries and small-scale pig producers is becoming difficult. The information hold back behavior and hold-up behavior of small-scale pig producers increase transaction cost between them and large-scale slaughtering and processing industries. Thus, through the more intense and stable relationship between processing industries and pig producers, processing industries reduce the transaction cost and improve the collaboration advantages with their chain partners, in which quality and safety collaboration advantages be increased, meaning that processing industries are able to provide consumers products with better quality and higher safety. It is also drawn that transaction cost is influenced mainly by uncertainty and asset specificity, which is in line with new institutional economics theories developed by Williamson O. E. In China´s pork chain case, behavioral uncertainty is created by the hold-up behaviors of great numbers of small pig producers, while big slaughtering and processing industries having strong asset specificity. On the other hand, ―collaboration advantages‖ is influenced by chain agents´ willingness to collaborate and chain agents´ capabilities to cooperate. With the fast growth of big scale slaughtering and processing industries, they are more willing to know and make effort to cooperate with their chain members, and they are more capable to create joint value together with other chain agents. Therefore, they are now the main chain agents who drive more intense and stable governance structure in China‘s pork chain. For the other objective, to find and solve the problems in the international pork chain between Spain and China, the research gives an analysis in chapter four on the 13 international pork chain. This study gives explanations why the international trade of pork between Spain and China is not sufficient from the chain perspective. It is found that the first obstacle is the high quality and safety requirement set by Chinese government. It makes the Spanish companies difficult to get authorities to export. Other aspects, such as Spanish pork is not competitive in price compared with other countries such as Denmark, United States, Canada, etc., Chinese consumers do not have sufficient information on Spanish pork products, are also important reasons that Spain does not export great quantity of pork products to China. It is concluded that China´s government has too much concern on the quality and safety requirements to Spanish pork products, which makes trade difficult to complete. The two countries need to establish a more stable and intense trade relationship. They also should make the information exchange sufficient and efficient and try to break trade barriers. Spanish companies should consider proper price strategies to win the Chinese pork market

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

sharedcircuitmodels is presented in this work. The sharedcircuitsmodelapproach of sociocognitivecapacities recently proposed by Hurley in The sharedcircuitsmodel (SCM): how control, mirroring, and simulation can enable imitation, deliberation, and mindreading. Behavioral and Brain Sciences 31(1) (2008) 1–22 is enriched and improved in this work. A five-layer computational architecture for designing artificialcognitivecontrolsystems is proposed on the basis of a modified sharedcircuitsmodel for emulating sociocognitive experiences such as imitation, deliberation, and mindreading. In order to show the enormous potential of this approach, a simplified implementation is applied to a case study. An artificialcognitivecontrolsystem is applied for controlling force in a manufacturing process that demonstrates the suitability of the suggested approach

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Software Configuration Management (SCM) techniques have been considered the entry point to rigorous software engineering, where multiple organizations cooperate in a decentralized mode to save resources, ensure the quality of the diversity of software products, and manage corporate information to get a better return of investment. The incessant trend of Global Software Development (GSD) and the complexity of implementing a correct SCM solution grow not only because of the changing circumstances, but also because of the interactions and the forces related to GSD activities. This paper addresses the role SCM plays in the development of commercial products and systems, and introduces a SCM reference model to describe the relationships between the different technical, organizational, and product concerns any software development company should support in the global market.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Purpose – The purpose of this paper is to present a simulation‐based evaluation method for the comparison of different organizational forms and software support levels in the field of supply chain management (SCM). Design/methodology/approach – Apart from widely known logistic performance indicators, the discrete event simulation model considers explicitly coordination cost as stemming from iterative administration procedures. Findings - The method is applied to an exemplary supply chain configuration considering various parameter settings. Curiously, additional coordination cost does not always result in improved logistic performance. Influence factor variations lead to different organizational recommendations. The results confirm the high importance of (up to now) disregarded dimensions when evaluating SCM concepts and IT tools. Research limitations/implications – The model is based on simplified product and network structures. Future research shall include more complex, real world configurations. Practical implications – The developed method is designed for the identification of improvement potential when SCM software is employed. Coordination schemes based only on ERP systems are valid alternatives in industrial practice because significant investment IT can be avoided. Therefore, the evaluation of these coordination procedures, in particular the cost due to iterations, is of high managerial interest and the method provides a comprehensive tool for strategic IT decision making. Originality/value – Reviewed literature is mostly focused on the benefits of SCM software implementations. However, ERP system based supply chain coordination is still widespread industrial practice but associated coordination cost has not been addressed by researchers.