970 resultados para Dogs and cats


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Disregolazioni dei recettori tirosinchinasici (RTK) sono di frequente riscontro nei tumori dell’uomo e in molti casi sono indicatori biologici che permettono di definire in maniera più accurata la prognosi dei pazienti. Possono rappresentare inoltre marker predittivi per la risposta a terapie antitumorali con farmaci a bersaglio molecolare. Numerosi inibitori tirosinchinasici (TKI) sono attualmente in corso di studio o già disponibili per l’utilizzo in oncologia umana, e molti di questi hanno dimostrato una significativa efficacia utilizzati singolarmente o in combinazione a terapie convenzionali. Studi recenti indicano che un quadro analogo di disregolazione dei recettori tirosinchinasici è presente anche nelle neoplasie dei piccoli animali, e ne suggeriscono in molti casi un’implicazione prognostica. Gli inibitori tirosinchinasi sono da poco entrati nell’arena dell’oncologia veterinaria, ma i primi risultati lasciano supporre che siano destinati ad essere integrati definitivamente nei protocolli terapeutici standard. La tesi consiste in una parte introduttiva in cui sono trattate le principali funzioni biologiche dei recettori tirosinchinasici, la loro struttura e il loro ruolo nell’oncogenesi e nella progressione tumorale in medicina umana e veterinaria. Si affrontano inoltre le principali metodiche di laboratorio per l’analisi molecolare in oncologia e i meccanismi d’azione dei farmaci inibitori tirosinchinasici, con un cenno ai prodotti maggiormente utilizzati e alle loro indicazioni. Segue la presentazione e la discussione dei risultati di quattro studi relativi alla valutazione delle disregolazioni del recettore tirosinchinasico Kit (espressione aberrante e mutazioni genomiche) nel mastocitoma cutaneo del gatto e del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR) nel carcinoma squamocellulare cutaneo del gatto e nei tumori polmonari primitivi del cane, con particolare attenzione al loro ruolo prognostico.

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Il dolore non è solo una conseguenza della malattia ma un fattore patogeno che è di per se stesso in grado di perpetuare il danno all’organismo. Il suo trattamento non è quindi solo un atto di umanità ma un contributo ad arrestare la malattia e restituire la salute al paziente. Tra i farmaci più popolari per la terapia del dolore negli animali da affezione si trova la buprenorfina. Questa molecola viene impiegata con successo da anni nel cane e nel gatto per motivi riconducibili, oltre che alla sua efficacia (la sua potenza è diverse volte quella della morfina), alla lunga durata d’azione e alla scarsità degli effetti collaterali. Nonostante l’ampia diffusione e longevità del suo utilizzo, però, sappiamo poco della farmacocinetica di questa molecola negli animali da affezione; i dosaggi clinicamente impiegati sono di fatto estrapolati dagli studi nell’uomo oppure basati su semplici osservazioni degli effetti; i pochi dati farmacocinetici ottenuti nel cane fanno riferimento a singoli boli di dosi che non sempre corrispondono a quelle clinicamente impiegate. Nonostante la buprenorfina trovi il suo principale impiego nelle somministrazioni protratte a lungo (durante il periodo post-operatorio o la degenza ospedaliera) non è mai stato indagato il profilo farmacocinetico della molecola somministrata a boli ripetuti o come infusione continua. Il nostro studio si pone come obiettivo di indagare la farmacocinetica della buprenorfina somministrata come bolo di carico seguito da un’infusione costante a dosaggi considerati clinici in cani sani nel periodo post operatorio. Lo scopo ultimo è quello di sviluppare un protocollo per la somministrazione di questa molecola in modo prolungato in pazienti degenti ed addolorati per poi, in futuro, confrontare la somministrazione come infusione continua con i tradizionali boli ripetuti. Per lo studio sono state utilizzate giovani cagne adulte di taglia media o grande sottoposte ad intervento di ovariectomia.

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Il microbiota intestinale riveste un ruolo importantissimo nell’influenzare la salute dell’ospite. È stato dimostrato come la composizione della dieta possa condizionare lo stato di benessere dell’animale, inducendo importanti cambiamenti tra le popolazioni batteriche che coabitano l’intestino; l’uso di prebiotici rappresenta una delle strategie maggiormente impiegate per modulare positivamente la composizione ed il metabolismo dell’ecosistema gastroenterico. Il presente progetto di dottorato si è proposto di indagare gli effetti sul microbiota intestinale del cane e del gatto di diete a diverso tenore proteico e contenenti proteine di diversa digeribilità in presenza o meno di sostanze prebiotiche. Inoltre, sono stati valutati gli effetti della presenza di un estratto di Yucca schidigera e di tannini sulla microflora intestinale del gatto. In ultima istanza, sono state valutate le conseguenze di dosi crescenti di lattosio sul benessere intestinale del cane. I risultati del presente studio hanno rilevato come le sostanze prebiotiche influiscono sulla composizione e sul metabolismo della microflora del cane e del gatto, e come l’impiego di diete ricche di proteine possa avere conseguenze negative sull’ambiente intestinale. Tuttavia, la presenza di oligosaccaridi non sembra contrastare gli effetti negativi che diete ad alto tenore proteico potrebbero avere sull’ecosistema intestinale dell’animale. Nella successiva prova è stato evidenziato come l’inclusione nella dieta di estratti di Yucca e tannini possa contribuire a mitigare l’emanazione di sostanze maleodoranti dalle deiezioni degli animali da compagnia. Nel corso dell’ultima prova, nonostante non siano state osservate differenze tra le popolazioni microbiche intestinali, la somministrazione di dosi crescenti di lattosio ha indotto una certa riduzione delle fermentazioni proteolitiche microbiche. Ulteriori studi sono necessari per stabilire in che misura la dieta e gli alimenti “funzionali” possano influire sul microbiota intestinale del cane e del gatto e come queste informazioni possono essere utilizzate per migliorare miratamente l’alimentazione e lo stato di salute degli animali da compagnia.

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A cross-sectional field study on the prevalence of Dicrocoelium dendriticum was performed in the Emmental. The study included 211 bovines, 170 equines, 20 ovines, 46 caprines and 23 rabbits (from 119 farms). In addition, laboratory routine diagnostic data obtained from 2.840 animals--all originating from the same area of investigation--were assessed in the same way. The infection extent concerning the different animal species were the following: bovines 46%, equines 12%, ovines 30%, caprines 48% and rabbits 9%. Univariate analyses of baseline epidemiological data identified no significant risk factors, with the exception of the type of stable used. Bovines kept in a modern free ranging stable had a significantly lower chance of infection with D. dendriticum than cattle in conventional tie stalls. The epidemiological data characterizing the area of investigation suggest the following procedure to reduce the problem of dicrocoeliosis: Pasturing animals of all ages should be regularly dewormed (e.g. every six week during pasture) using a compound effective against D. dendriticum. A treatment is especially indicated at the time after pasture in autumn or before housing the animals in winter. In spring, only animals having pastured the year before need to be treated prior to pasture in the new year. However, it is recommended to perform an economic analysis comparing costs of treatment versus putative costs of damage prior to the initiation of a strategic campaign: animal welfare aspects have to be considered. The laboratory routine diagnostic data showed infection extent similar to those of the cross-sectional study: bovines 60%, equines 24%, ovines 26%, caprines 31%, rabbits 32%. Atypical hosts such as dogs and cats exhibited low infection extent (3% and 1%, respectively), rather reflecting a gastro-intestinal passage of parasite eggs ingested by consumption of infected livers or by coprophagy of ruminant faeces.

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Genetic characterization of methicillin-resistant Staphylococcus pseudintermedius (MRSP) from Thailand and Israel revealed the presence of a predominant atypical clonal lineage which was not typeable by SmaI-PFGE and SCCmec typing. All the atypical isolates (n = 34) belonged to CC45 (30 ST45 and 2 ST179 isolates, 1 ST57 isolate, and 1 ST85 isolate). The isolates originated from healthy and diseased dogs and cats, as well as from the environment of one clinic. Cfr9I-pulsed-field gel electrophoresis (Cfr9I-PFGE) and dru typing permitted the further distinction of CC45 isolates from the two different countries. Microarray analysis identified genes that confer resistance to β-lactams (mecA; blaZ), aminoglycosides [aac(6')-Ie-aph(2')-Ia; aph(3')-III; ant(6)-Ia], macrolides and lincosamides [erm(B)], tetracyclines [tet(M)], trimethoprim [dfr(G)], streptothricin (sat4), and chloramphenicol (catpC221). Fluoroquinolone resistance was attributed to specific amino acid substitutions, i.e., Ser84Leu in GyrA and Ser80Ile and Asp84Asn in GrlA. A novel pseudo-staphylococcal cassette chromosome (ΨSCCmec57395) element was identified in MRSP strain 57395 (sequence type ST45) by whole-genome sequencing. The 12,282-bp ΨSCCmec57395 element contained a class C1 mec gene complex but no ccr genes. In addition to the methicillin resistance gene mecA, ΨSCCmec57395 also carried determinants of resistance to heavy metals, such as arsenic, cadmium, and copper. Bsu36I restriction analysis of the ΨSCCmec57395 element amplified by long-range PCR revealed the presence of ΨSCCmec57395 in the 33 additional isolates of MRSP CC45. The ΨSCCmec57395 element represents a new class of SCCmec and has been identified in MRSP of CC45, which is a predominant clonal lineage in Israel and Thailand.

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The prevalence of exotic pet allergies has been increasing over the last decade. Years ago, the main allergy-causing domestic animals were dogs and cats, although nowadays there is an increasing number of allergic diseases related to insects, rodents, amphibians, fish, and birds, among others. The current socio-economic situation, in which more and more people have to live in small apartments, might be related to this tendency. The main allergic symptoms related to exotic pets are the same as those described for dog and cat allergy: respiratory symptoms. Animal allergens are therefore, important sensitizing agents and an important risk factor for asthma. There are three main protein families implicated in these allergies, which are the lipocalin superfamily, serum albumin family, and secretoglobin superfamily. Detailed knowledge of the characteristics of allergens is crucial to improvement treatment of uncommon-pet allergies.

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As células-tronco podem ser isoladas tanto de tecidos embrionários quanto de tecidos provenientes de um organismo adulto. Este projeto teve por objetivo caracterizar, descrever as células derivadas da região uterina e da cinta placentária junção materno/fetal da placenta de carnívoros domésticos (cães e gatos), e verificar a sua capacidade de pluripotência. Os úteros gestantes e não gestantes foram obtidos em campanhas de castrações e de controle populacional de cães e gatos, na cidade de Pirassununga/SP. Foram coletados 24 úteros gravídicos de animais hígidos, em diferentes idades gestacionais. O material foi dividido em três fases distintas da gestação, ou seja inicio que compreende de 8 a 20 dias de gestação; meio de 21 a 30 dias de gestação e final de 31 a 60 dias de gestação. O material foi coletado de fêmeas caninas e felinas, quatro úteros de cada fase, totalizando 12 úteros de cães e 12 de felinos. Coletamos também 8 úteros de fêmeas nulíparas (4 de cadelas e 4 de gatas) e 8 úteros com um mês pós parto (4 de cadelas e 4 de gatas). As amostras foram fixadas em paraformoldeido tamponado a 4% para a análise histológica e de imunohistoquimica. Para a padronização da imunohistoquimica inúmeros testes de marcação e diluição dos anticorpos utilizados nesta pesquisa foram realizados, todo protocolo aqui descrito foi padronizado pela primeira vez. Nas análises de imunohistoquimica avaliamos a expressão de marcadores associados a células-tronco pluripotentes Nanog, Oct4 e Sox2. Nas cadelas, as marcações foram positivas em todas as fases, gestacionais e não gestacionais. A detecção dessas proteínas nesta espécie ficaram padronizadas, destacando algumas diferenças quantitativas durante alguns períodos da gestação. Foi observado que o Oct4 na cadela, mostra uma diferença significativa (p=0,0064), entre as fases de início e meio da gestação e entra o início e a fase de termo. Quando comparados os resultados das análises imunohistoquimicas utilizando os três anticorpos entre si, nos três períodos gestacionais ficou evidente uma diferença (p=0,0005) somente relativa a proteína Nanog com Oct4. Nas gatas apenas foi possível padronizar o protocolo do Nanog e do Sox2, sendo a marcação feita com Oct4 negativa. Nesta espécie foi possível observar uma diferença da proteína Nanog (p=0,0006) quando comparada na fase inicial para a fase do meio e início da gestação para a fase termo. No que se refere as fêmeas nulíparas e fêmeas pós-parto destaca-se a ausência de diferenças quando comparados os anticorpos na fase pós parto tanto em cadelas quanto em gatas. Na fase nulípara foram observadas diferenças somente na cadela (p=0,0018) para os três anticorpos. Desta forma, a caracterização de células de origem placentária com característica de células tronco pode abrir um leque de possibilidades para obtenção destas células de forma mais ética, uma vez que este material é descartado na castrações. Foi possível a identificação das células que expressão proteínas pluripotentes em diferentes idades gestacionais, tanto na região de cinta placentária como no útero. Apesar de semelhantes, as espécies aqui estudadas apresentaram diferenças na realização do protocolo da imunihistoquímica. Pesquisas relacionadas com as células-tronco do endométrio vêm crescendo, principalmente porque estas células podem ser facilmente obtidas, a partir de fontes descartadas, sem entraves éticos. Desta forma tem o potencial de serem uma nova fonte para o desenvolvimento na terapêutica como terapia celular

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Leishmaniasis is a typical vectorial disease transmitted by Psycodidae vectors (Lutzomyans, Phlebotomus species). The worldwide observed 1,5-2 million new cases and 60,000 death caused by Leishmania parasites per year make leishmaniasis is one of the most important vectorial disease in the tropicals and warm temperate areas of the World. In the human environment dogs and cats are the most important hosts of the different leishmania agents. The different leishmania species cause symptomatically cutan or visceral disease forms, but many other type of the disease has recognised. Phlebotomus species are sensitive to climatic patterns, they require hight relative air humidity, mild winters and long and warm vegetation period, but the environmental requirements of the species naturally is not the same. Due to climate change in the near future the climate of Western and Central Europe could allow the colonisation of these highly populated areas with also the vectors and the parasites. Our aim was to analyse the environmental patterns of the current distribution area of 8 important sand flies (P. ariasi, P. perniciosus, P. perfiliewi, P. papatasi, P. tobbi, P. neglectus, P. similis and P. sergenti) using the 1960-1990 period’s climate as reference. Using climate envelope modeling we determined these climatic characters and using the REMO climate projection we created the recent and the near-future (2011-2040 and 2041-2070) potential distribution area of the sand flies. The current known area of many Phlebotomus species restricted either to the western or to the eastern Mediterranean Basin. We found that their climatic requirements are could not explain their segregation, it is maybe the consequence of their evolutionary history (geographical barriers and paleoclimatic history). By the end of the 2060’s most parts of Western Europe can be colonized by sand flies, mostly by P. ariasi and P. pernicosus. P. ariasi showed the greatest potential northward expansion. Our model resulted 1 to 2 months prolongation of the potentially active period of P. neglectus P. papatasi and P. perniciosus for the 2070’s in Southern Hungary. As the climate becomes drier and warmer, sand flies will occupy more and more parts of Hungary. Our findings confirm the concerns that leishmanisais can become a real hazard for the major part of the European population to the end of the 21th century and the Carpathian Basin is a particularly vulnerable area.

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O relatório de estágio curricular do Mestrado Integrado em Medicina Veterinária, aqui apresentado, encontra-se dividido em quatro partes distintas. A primeira corresponde à descrição do local de estágio, a segunda engloba a descrição das atividades desenvolvidas com a compilação da respetiva casuística e a terceira consiste numa revisão de literatura sobre as principais áreas laboratoriais acompanhadas: Bioquímica, Hematologia e Urianálise. Na quarta e última parte é abordado um caso clínico de Leishmaniose Canina, acompanhado durante o período de estágio. Este foi realizado no Laboratório Inno, Serviços Especializados em Veterinária, Lda., localizado em Braga, Portugal e abrangeu a área de Diagnóstico Laboratorial Veterinário. A escolha do tema prendeu-se com o grande interesse pela área da Patologia Clínica, associado à sua enorme importância em Medicina Veterinária. No decorrer do estágio, foram solicitadas 29967 análises: 19437 bioquímicas, 2964 hematológicas e 1031 urianálises. Neste relatório pretende-se destacar a importância destas áreas na formulação do diagnóstico médico-veterinário; Laboratory diagnosis in dogs and cats Abstract: This report of my curricular training integrated in the Veterinary Medicine Master Degree of Évora University is divided in three distinctive sections. The first one covers the description of the place where I develop my work - INNO, a specialized Veterinary Laboratory focused mainly on small animal diagnosis, placed in Braga, Portugal; the second one comprise the casuistic and the third is a systematic review of the main laboratory areas of actuation – Biochemistry, Hematology and Urinalysis. The fourth section describes one case of Canine Leishmaniosis accompanied during the period of training. In this period the lab received 29967 analysis, including the following specific exams by areas: biochemistry (n=19437), hematology (n=2964) and urinalysis (n=1031). The purpose of this report is enunciate and evolve about the main and crucial areas of medical diagnostic in small animal practice.

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Dissertação de Mestrado Integrado em Medicina Veterinária