999 resultados para Traduzione Museo di storia naturale
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Loggetto di studio del presente lavoro la proposta di traduzione del libro El principito ha vuelto della scrittrice canaria Mara Jess Alvarado, che non solo lautrice di molti racconti e poesie, ma anche psicologa, cineasta, sceneggiatrice e regista. Questo libro, pubblicato nel 2015 dalla casa editrice Libros de las Malas Compaas e inserito nella collana Caprichos, racconta la storia di un viaggio nel deserto del Sahara intrapreso dalla protagonista insieme con la sua troupe cinematografica, al fine di girare un documentario sul popolo saharawi. La prima parte dedicata allautrice e presenta una breve biografia e presentazione dei suoi lavori passati, sia in ambito letterario che cinematografico. La seconda parte illustra unanalisi dettagliata del testo originale. Iniziando dalla collocazione editoriale, proseguir con la presentazione della trama, dei personaggi, dei temi trattati, dello stile utilizzato, del paratesto e delle illustrazioni del libro. La terza parte riporta interamente la mia proposta di traduzione del testo originale. La quarta parte presenta il commento alla traduzione, comprensivo di analisi degli aspetti morfosintattici, lessicali e stilistici, dei riferimenti culturali e delle illustrazioni del libro. Infine, sono illustrate le conclusioni tratte da questesperienza di traduzione.
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Il tema centrale del presente elaborato la traduzione amatoriale di materiali audiovisivi dallitaliano al cinese. Il primo capitolo fornisce una panoramica storica dellevoluzione della traduzione audiovisiva in Cina continentale. Nel secondo capitolo verr analizzata pi nel dettaglio linfluenza che la censura ha esercitato nel processo di affermazione della traduzione amatoriale in Cina come mezzo principale per diffondere i contenuti non autorizzati a livello governativo. Il terzo capitolo, infine, prende come esempio la traduzione del sottotitolo dallitaliano al cinese del film Lincredibile storia dellIsola delle Rose, uscito nel 2020, per classificare e analizzare i principali errori traduttivi. Allinterno di questa analisi le categorie di errore prese in considerazione sono: la traduzione di elementi culturali, i problemi emersi come conseguenza della pressione ideologica ed estetica sulla lingua cinese, che quindi possono essere definiti come una forma di auto-censura, la mancata resa ironica, la scelta del registro linguistico errato, le incongruenze terminologiche e le traslazioni di significato.
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INTRODUZIONE. Presentazione della ricerca e del metedo seguito per realizzarla. CAPITOLO PRIMO. Il contesto storico, politico e sociale di riferimento. - Storia della Siria, - La Siria politica e il conflitto israelo-palestinese - La societ siriana: multiculturalismo, tradizione, islam. - Teatro e letteratura in Siria, e nel Bilad AlSham. CAPITOLO SECONDO. I testi. Traduzione integrale di due opere teatrali di Sad Allah Wannus. Breve presentazione. - Riti di segni e trasformazioni., (tukus al-isharat wa-l-tahawwulat), 1994. Il dramma si svolge nella Damasco del XIX secolo, dove un affare di morale e buon costume il punto di partenza per la metamorfosi dei suoi protagonisti, mettendo a nudo le riflessioni, i desideri pi intimi, le contraddizioni e le angosce di una societ in crisi. Interessante lanalisi delle figure femminili di questa piece, le loro scelte, il loro ruolo nella societ e soprattutto la presa di coscienza delle loro posizioni. - I giorni ubriachi. , (Alayyam Almakhmura), 1997. Il ritratto di una famiglia siriana degli anni trenta. Due genitori, quattro figli, e un nipote che a distanza di anni decide di ripercorrere e raccontarci le loro storie.Una madre che vive tormentata dal suo spettro e che decide di abbandonare la propria famiglia e i propri figli per seguire un altro uomo. Un padre che tiene con violenza le redini delle proprie relazioni, e che rifiuta loccidente in tutte le sue forme per restare aggrappato alle proprie tradizioni. Un figlio che sceglie lordine e la carriera militare, e che, incapace di risolvere il suo rapporto di dipendenza dalla madre, e di risolvere il conflitto tra la legge e un affetto quasi morboso, sceglie di suicidarsi. Un figlio che sceglie la via della perdizione, delle droghe, del furto e degli affari illegali, e che va incontro al successo e alla ricchezza... CAPITOLO TERZO. Biografia di Sad Allah Wannus, presentazione delle sue opere principali. Sad Allah Wannus (1941 1997) sicuramente uno dei principali protagonisti nellambito del teatro arabo contemporaneo. Scrittore, critico, drammaturgo, riformatore, uomo impegnato politicamente, e infine essere umano nella lotta tra la vita e la morte (muore a 56 anni per tumore, dopo un lungo periodo di degenza). Mio intento quello di analizzare lopera di questautore, attraverso i suoi numerosi scritti e piece teatrali (purtroppo al giorno doggi ancora quasi interamente non tradotte dallarabo), fino ad arrivare, attraverso queste, ad una lettura della societ araba contemporanea, e al ruolo che il teatro assume al suo interno. Vita e opere di Saad Allah Wannus. Nasce in Siria nel 1941 in un piccolo villaggio vicino alla citt di Tartous, sulla costa mediterranea. Dopo aver terminato gli studi superiori, nel 1959, parte per Il Cairo (Egitto), per studiare giornalismo e letteratura. Rientra a Damasco nel 1964, lavorando al tempo stesso come funzionario al ministero della cultura e come redattore o giornalista in alcune riviste e quotidiani siriani. Nel 1966 parte per Parigi, dove studier con Jean-Louis Barrault, e dove far la conoscenza delle tendenze del teatro contemporaneo. Ha loccasione di incontrare scrittori e critici importanti come Jean Genet e Bernard Dort, nonch di conoscere le teorie sul teatro di Brech e di Piscator, dai quali sar chiaramente influenzato. In questi anni, e soprattutto in seguito agli avvenimenti del Maggio 1968, si sviluppa in modo determinante la sua coscienza politica, e sono questi gli anni in cui compone alcune tra le sue piece pi importanti, come: Serata di gala per il 5 giugno (haflat samar min ajl khamsa huzayran) nel 1968, Lelefante, oh re del tempo! (al-fil, ya malik al-zaman!) 1969, Le avventure della testa del Mamelucco Jaber (Meghamarat ras al-mamluk Jabiir) 1970, Una serata con Abu-Khalil al- Qabbani (Sahra maa Abi Khalil Al-Qabbani) 1972, Il re il re (al-malik uwa al-malik) 1977. Parallelamente porta avanti una intensa attivit artistica e intellettuale. Soggiorna di nuovo in Francia e a Weimar, per portare a termine la sua formazione teatrale, fonda il Festival di teatro di Damasco, traduce e mette in scena numerosi spettacoli, scrive e pubblica numerosi articoli e una importante serie di studi sul teatro, intitolata: Manifesto per un nuovo teatro arabo (bayanat limasrah arabi jadid) (1970). Scrive in numerose riviste e giornali e fonda la rivista La vita teatrale (al-hayyat al-masrahiyya), del quale sar capo redattore. La visita del presidente egiziano Anouar Sadat a Gerusalemme nel 1977 e gli accordi di Camp David lanno seguente, lo gettano in una profonda depressione. E linizio di un lungo periodo di silenzio e di smarrimento. Ritorner a scrivere solamente nel 1989, con linizio della prima Intifada palestinese, scrive allora una piece teatrale intitolata Lo stupro (al-ightisab), dove presenta unanalisi della struttura dellelite al potere in Israele. Questo testo apre una nuova epoca creativa, durante la quale Wannus compone alcuni testi molto importanti, nonostante la malattia e il cancro che gli viene diagnosticato nel 1992. Tra questi le pieces Miniature storiche (munamnamat tarakhiyya), nel 1993, e Rituali per una metamorfosi (tukus al-isharat wa-l-tahawwulat), nel 1994 e A proposito della memoria e della morte (an al-dhakira wa-l-mawt) nel 1996, una sua ultima opera in cui sono raccolti dei racconti, drammi brevi e una lunga meditazione sulla malattia e la morte. Nel 1997 lUNESCO gli chiede di redigere il messaggio per la Giornata Mondiale del Teatro, che si tiene ogni anno il 27 marzo. Nel 1997, poche settimane prima della sua scomparsa, realizza insieme ad Omar Almiralay il film documentario Il y a tant de choses a reconter, una intervista in cui Wannus parla della sua opera, e del conflitto Israelo-Palestinese. Muore a 56 anni, il 15 maggio 1997, per unamara coincidenza proprio il giorno anniversario della creazione di Israele. Wannus drammaturgo engag: limportanza del conflitto israelo palestinese nella sua opera. Unanalisi dellinfluenza e dellimportanza che le opere di Wannus hanno avuto nel seno della societ araba, e soprattutto il suo impegno costante nelluso del teatro come mezzo per la presa di coscienza del pubblico dei problemi della societ contemporanea. Punto cardine dellopera di Wannus, il conflitto israelo palestinese, e il tentativo costante in alcune sue opere di analizzarne le cause, le strutture, le parti, i giochi di potere. E il simbolo di tutta la generazione di Wannus, e delle successive. Analisi delle illusioni e dei miti che la societ araba ripropone e che Wannus ha cercato pi volte di mettere a nudo. La lotta contro le ipocrisie dei governi, e il tentativo di far prendere coscienza alla societ araba del suo ruolo, e delle conseguenze delle sue azioni. Lindividuo, la famiglia, la societ ... il teatro. Distruggere le apparenze per mettere a nudo lessere umano nella sua fragilit. CONCLUSIONI. APPENDICE: Intervista con Marie Elias BIBLIOGRAFIA.
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Affrontare lanalisi critica delle traduzioni italiane di Un amour de Swann di Marcel Proust implica necessariamente un attento esame dello stile esemplare di un autore, che ha modificato, in larga misura, la concezione del romanzo e della scrittura stessa; in secondo luogo significa considerare laltrettanto complesso lavorio intellettuale rappresentato dalla traduzione, in qualit di atto critico fondamentale. Prenderemo in esame nel capitolo primo la genesi del TP, le sue specificit narratologiche e la ricezione critica francese e italiana, per comprendere appieno loriginalit di Proust rispetto al panorama letterario dellepoca. Nella seconda parte del primo capitolo delineeremo un excursus lungo la storia di tutte le traduzioni italiane del romanzo, accordando particolare attenzione alla figura di ogni traduttore: Natalia Ginzburg (1946), Bruno Schacherl (1946), Armando Landini (1946), Oreste Del Buono (1965), Giovanni Raboni (1978), Maria Teresa Nessi Somaini (1981), Gianna Tornabuoni (1988), Eurialo De Michelis (1990) e il traduttore, rimasto anonimo, della casa editrice La Spiga Languages (1995). Nel secondo capitolo analizzeremo la peculiarit stilistica pi nota dellautore, la sintassi. I lunghi periodi complicati da un intreccio di subordinate e sciolti solo con il ricorso a vari nessi sintattici contribuiscono a rendere la sintassi proustiana una delle sfide maggiori in sede traduttiva. Nel capitolo successivo accorderemo attenzione alleteroglossia enunciativa, espressa nei diversi idioletti del romanzo. In sede contrastiva affronteremo la questione della trasposizione dei niveaux de langue, per poter valutare le scelte intraprese dai traduttori in un ambito altamente complesso, a causa della diversit diafasica intrinseca dei due codici. Allinterno del medesimo capitolo apriremo una parentesi sulla specificit di una traduzione, quella di Giacomo Debenedetti, effettuata seguendo una personale esegesi dello stile musicale e armonico di Proust. Riserveremo al capitolo quarto lo studio del linguaggio figurato, soffermandoci sullanalisi delle espressioni idiomatiche, che vengono impiegate frequentemente da alcuni personaggi. Rivolgeremo uno sguardo dinsieme alle strategie messe in atto dai traduttori, per cercare un equivalente idiomatico o per ricreare il medesimo impatto nel lettore, qualora vi siano casi di anisomorfismo. Analizzeremo nel quinto capitolo la terminologia della moda, confrontando il lessico impiegato nel TP con le soluzioni adottate nei TA, e aprendo, inevitabilmente, una parentesi sulla terminologia storica del settore. A compimento del lavoro presenteremo la nostra proposta traduttiva di un capitolo tratto dal saggio Proust et le style di Jean Milly, per mettere in luce, tramite la sua parola autorevole, la genialit e la complessit della scrittura proustiana e, conseguentemente, il compito ardimentoso e ammirevole che stato richiesto ai traduttori italiani.
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Il presente studio si occupa di indagare lo stato delle popolazioni di alici, Engraulis encrasicolus, e sardine, Sardina pilchardus, presenti nel Mar Adriatico Centrale e Settentrionale attraverso lutilizzo di metodi di dinamica di popolazione. Lattenzione per queste specie dovuta alla loro importanza commerciale; sono, infatti, specie target della flotta peschereccia italiana, in particolare nellarea adriatica. I metodi di dinamica di popolazione sono uno degli aspetti pi importanti delle scienze della pesca. Attraverso lo stock assessment si possono acquisire informazioni sullabbondanza in mare delle risorse nel tempo e nello spazio, nonch sulla mortalit dovuta allattivit di pesca, che sono di primaria importanza per ladozione di misure gestionali. I metodi di dinamica di popolazione esaminati e confrontati in questa tesi sono stati due: Virtual Population Analysis (VPA) e Integrated Catch-at-Age Analysis (ICA). Prima, per, stato necessario esaminare le modalit con cui ottenere i dati di input, quali: tassi di crescita delle specie, mortalit naturale, sforzo di pesca, dati di cattura. Infine, stato possibile ricostruire nel tempo la storia dello stock in questione e il suo stato attuale, dando indicazioni per lo sfruttamento futuro in unottica di conservazione dello stock stesso. Attraverso la determinazione della curva di crescita si sono potuti ottenere i parametri di crescita delle specie in esame, necessari per definire i tassi di mortalit naturale. Labbondanza di questi stock stata valutata con i programmi Age Length Key (ALK) e Iterative Age Length Key (IALK). Nei programmi di stock assessment utilizzati si preferito utilizzare la stima di abbondanza calcolata con il primo metodo, in quanto pi rappresentativo dello stock in esame. Un parametro di fondamentale importanza e di difficile stima la mortalit; in particolare, in questo studio ci siamo occupati di determinare la mortalit naturale. Questa stata determinata utilizzando due programmi: ProdBiom (Abella et al., 1998) e il sistema ideato da Gislason et al. (2008). Nonostante lapproccio conservativo suggerisca lutilizzo dei valori ricavati da ProdBiom, in quanto pi bassi, si preferito utilizzare i tassi di mortalit naturale ricavati dalla seconda procedura. Questa preferenza stata determinata dal fatto che il programma ProdBiom consegna indici di mortalit naturale troppo bassi, se confrontati con quelli presentati in letteratura per le specie in esame. Inoltre, bench nessuno dei due programmi sia stato costruito appositamente per le specie pelagiche, comunque preferibile la metodologia ideata da Gislason et al. (2008), in quanto ottenuta da un esame di 367 pubblicazioni, in alcune delle quali erano presenti dati per queste specie. Per quanto riguarda i dati di cattura utilizzati in questo lavoro per il calcolo della Catch Per Unit Effort (CPUE, cio le catture per unit di sforzo), si sono utilizzati quelli della marineria di Porto Garibaldi, in quanto questa vanta una lunga serie temporale di dati, dal 1975 ad oggi. Inoltre, in questa marineria si sempre pescato senza imposizione di quote e con quantitativi elevati. Determinati questi dati stato possibile applicare i programmi di valutazione degli stock ittici: VPA e ICA. LICA risulta essere pi attendibile, soprattutto per gli anni recenti, in quanto prevede un periodo nel quale la selettivit mantenuta costante, riducendo i calcoli da fare e, di conseguenza, diminuendo gli errori. In particolare, lICA effettua i suoi calcoli considerando che i dati di cattura e gli indici di tuning possono contenere degli errori. Nonostante le varie differenze dei programmi e le loro caratteristiche, entrambi concordano sullo stato degli stock in mare. Per quanto riguarda lalice, lo stock di questa specie nel Mar Adriatico Settentrionale e Centrale, altamente sfruttato in passato, oggi risulta moderatamente sfruttato in quanto il livello di sfruttamento viene ottenuto con un basso livello di sforzo di pesca. Si raccomanda, comunque, di non incrementare lo sforzo di pesca, in modo da non determinare nuove drastiche diminuzioni dello stock con pesanti conseguenze per lattivit di pesca. Le sardine, invece, presentano un trend diverso: dalla met degli anni ottanta lo stock di Sardina pilchardus ha conosciuto un continuo e progressivo declino, che solo nellultimo decennio mostra uninversione di tendenza. Questo, per, non deve incoraggiare ad aumentare lo pressione di pesca, anzi bisogna cercare di mantenere costante lo sforzo di pesca al livello attuale in modo da permettere il completo ristabilimento dello stock (le catture della flotta italiana sono, infatti, ancora relativamente basse). Questo lavoro, nonostante i vari aspetti da implementare (quali: il campionamento, le metodologie utilizzate, lintroduzione di aspetti non considerati, come ad es. gli scarti, etc.) e le difficolt incontrate nel suo svolgimento, ha fornito un contributo di approfondimento sugli spinosi aspetti della definizione del tasso di mortalit naturale, individuando una procedura pi adatta per stimare questo parametro. Inoltre, ha presentato linnovativo aspetto del confronto tra i programmi ICA e VPA, mostrando una buon accordo dei risultati ottenuti. E necessario, comunque, continuare ad approfondire questi aspetti per ottenere valutazioni sempre pi precise e affidabili, per raggiungere una corretta gestione dellattivit di pesca e ai fini della preservazione degli stock stessi.
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Lo studio condotto si propone lapprofondimento delle conoscenze sui processi di evoluzione spontanea di comunit vegetali erbacee di origine secondaria in cinque siti allinterno di unarea protetta del Parco di Monte Sole (Bologna, Italia), dove, come molte aree rurali marginali in Italia e in Europa, la cessazione o riduzione delle tradizionali pratiche gestionali negli ultimi cinquantanni, ha determinato lo sviluppo di fitocenosi di ridotto valore floristico e produttivo. Tali siti si trovano in due aree distinte allinterno del parco, denominate Zannini e Stanzano, selezionate in quanto rappresentative di situazioni di comunit del Mesobrometo. Due siti appartenenti alla prima area e uno appartenente alla seconda, sono gestiti con sfalcio annuale, i rimanenti non hanno nessun tipo di gestione. Lo stato delle comunit erbacee di tali siti stato valutato secondo pi punti di vista. E stata fatta una caratterizzazione vegetazionale dei siti, mediante rilievo lineare secondo la metodologia Daget-Poissonet, permettendo una prima valutazione relativa al numero di specie presenti e alla loro abbondanza allinterno della comunit vegetale, determinando i Contributi Specifici delle famiglie principali e delle specie dominanti (B. pinnatum, B. erectus e D. glomerata). La produttivit stata calcolata utilizzando un indice di qualit foraggera, il Valore Pastorale, e con la determinazione della produzione di Fitomassa totale, Fitomassa fotosintetizzante e Necromassa. A questo proposito sono state trovate correlazioni negative tra la presenza di Graminacee, in particolare di B. pinnatum, e i Contributi Specifici delle altre specie, soprattutto a causa dello spesso strato di fitomassa e necromassa prodotto dallo stesso B. pinnatum che impedisce meccanicamente linsediamento e la crescita di altre piante. E stata inoltre approfonditamente sviluppata un terza caratterizzazione, che si propone di quantificare la diversit funzionale dei siti medesimi, interpretando le risposte della vegetazione a fattori globali di cambiamento, sia abiotici che biotici, per cogliere gli effetti delle variazioni ambientali in atto sulla comunit, e pi in generale, sullintero ecosistema. In particolare, nello studio condotto, sono stati proposti alcuni caratteri funzionali, cosiddetti functional traits, scelti perch correlati allacquisizione e alla conservazione delle risorse, e quindi al trade-off dei nutrienti allinterno della pianta, ossia: Superficie Fogliare Specifica, SLA, Tenore di Sostanza Secca, LDMC, Concentrazione di Azoto Fogliare, LNC, Contenuto in Fibra, LFC, separato nelle componenti di Emicellulosa, Cellulosa, Lignina e Ceneri. Questi caratteri sono stati misurati in relazione a tre specie dominanti: B. pinnatum, B. erectus e D. glomerata. Si tratta di specie comunemente presenti nelle praterie semi-mesofile dellAppennino Settentrionale, ma caratterizzate da differenti propriet ecologiche e adattative: B. pinnatum e B. erectus sono considerati competitori stress-toleranti, tipicamente di ambienti poveri di risorse, mentre D. glomerata, una specie pi mesofila, caratteristica di ambienti produttivi. Attraverso lanalisi dei traits in riferimento alle diverse strategie di queste specie, sono stati descritti specifici adattamenti alle variazioni delle condizioni ambientali, ed in particolare in risposta al periodo di stress durante lestate dovuto a deficit idrico e in risposta alla diversa modalit di gestione dei siti, ossia alla pratica o meno dello sfalcio annuale. Tra i caratteri funzionali esaminati, stato identificato LDMC come il migliore per descrivere le specie, in quanto pi facilmente misurabile, meno variabile, e direttamente correlato con altri traits come SLA e le componenti della fibra. E stato quindi proposto il calcolo di un indice globale per caratterizzare i siti in esame, che tenesse conto di tutti questi aspetti, riunendo insieme sia i parametri di tipo vegetativo e produttivo, che i parametri funzionali. Tale indice ha permesso di disporre i siti lungo un gradiente e di cogliere differenti risposte in relazione a variazioni stagionali tra primavera o autunno e in relazione al tipo di gestione, valutando le posizioni occupate dai siti stessi e la modalit dei loro eventuali spostamenti lungo questo gradiente. Al fine di chiarire se le variazioni dei traits rilevate fossero dovute ad adattamento fenotipico dei singoli individui alle condizioni ambientali, o piuttosto fossero dovute a differenziazione genotipica tra popolazioni cresciute in siti diversi, stato proposto un esperimento in condizioni controllate. Allinterno di unarea naturale in UK, le Chiltern Hills, sono stati selezionati cinque siti, caratterizzati da diverse et di abbandono: Bradenham Road MaiColtivato e Small Dean MaiColtivato, di cui non si conosce storia di coltivazione, caratterizzati rispettivamente da vegetazione arborea e arbustiva prevalente, Butterfly Bank 1970, non pi coltivato dal 1970, oggi prateria seminaturale occasionalmente pascolata, Park Wood 2001, non pi coltivato dal 2001, oggi prateria seminaturale mantenuta con sfalcio annuale, e infine Manor Farm Coltivato, attualmente arato e coltivato. Lesperimento stato condotto facendo crescere i semi delle tre specie pi comuni, B. sylvaticum, D. glomerata e H. lanatus provenienti dai primi quattro siti, e semi delle stesse specie acquistati commercialmente, nei cinque differenti tipi di suolo dei medesimi siti. Sono stati misurati quattro caratteri funzionali: Massa Radicale Secca (DRM), Massa Epigea Secca (DBM), Superficie Fogliare Secca (SLA) e Tenore di Sostanza Secca (LDMC). I risultati ottenuti hanno evidenziato che ci sono significative differenze tra le popolazioni di una stessa specie ma con diversa provenienza, e tra individui appartenenti alla stessa popolazione se fatti crescere in suoli diversi. Tuttavia, queste differenze, sembrano essere dovute ad adattamenti locali legati alla presenza di nutrienti, in particolare N e P, nel suolo piuttosto che a sostanziali variazioni genotipiche tra popolazioni. Anche per questi siti stato costruito un gradiente sulla base dei quattro caratteri funzionali analizzati. La disposizione dei siti lungo il gradiente ha evidenziato tre gruppi distinti: i siti pi giovani, Park Wood 2001 e Manor Farm Coltivato, nettamente separati da Butterfly Bank 1970, e seguiti infine da Small Dean MaiColtivato e Bradenham Road MaiColtivato. Lapplicazione di un indice cos proposto potrebbe rivelarsi un utile strumento per descrivere ed indagare lo stato della prateria e dei processi evolutivi in atto, al fine di meglio comprendere e dominare tali dinamiche per proporre sistemi di gestione che ne consentano la conservazione anche in assenza delle tradizionali cure colturali.
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Chiunque visiti il Castello di Sorrivoli, pu percepire lo straordinario valore testimoniale di questo monumento, dallaspetto venerando e pittoresco, che racchiude in s quasi mille anni di storia. Il continuo utilizzo del castello, le piccole opere di manutenzione e le campagne di restauro hanno garantito la trasmissione al presente di apparati tipici dellarchitettura bellica medievale e del palatium residenziale, ma soprattutto hanno reso possibile leggere parte di questi mille anni direttamente sulla fabbrica. Quello che invece colpisce negativamente come il castello abbia dovuto adattarsi alle nuove funzioni, imposte aprioristicamente negli ultimi decenni e non viceversa. Spazi straordinari sono stati compromessi, gran parte delle sale sono utilizzate come deposito e le ali del castello, che non possono essere ragionevolmente sfruttate dalla comunit religiosa, si trovano in uno stato di conservazione pessimo, mettendo cos a repentaglio la possibilit di continuare questa traditio, intesa col significato latino di tradere ai posteri la memoria del castello. Lapproccio alla fabbrica richiedeva dunque, oltre agli interventi sui paramenti, una nuova destinazione duso che, coinvolgendo tutto il castello, ne valorizzasse le spazialit e soprattutto permettesse la conservazione di tutte le sue parti costitutive. In secondo luogo, la nuova ipotesi aspirava a confrontarsi con una situazione realistica e sostenibile dal punto di vista della gestione del complesso. Dopo aver valutato quelle che erano le opportunit offerte dal territorio e le vocazioni duso del castello stesso, quindi emersa la necessit di avere due livelli di fruizione, uno che permettesse a tutti di conoscere e visitare il castello e le sue parti pi significative e il secondo pi materiale, legato alla presenza di tutti quei servizi che rendono confortevole la permanenza delle persone. Per queste ragioni il percorso ha inizio nel parco, con una lettura complessiva del monumento; prosegue, attraverso la postierla, nel piano interrato, dove allestito un museo virtuale che narra, in maniera interattiva, la storia del castello e termina sulla corte, dove il nuovo volume, che ripropone la spazialit dellala crollata, permette di comprendere i legami intrinseci col territorio circostante. La torre centrale assume infine il ruolo di punto culminante di questa ascesa verso la conoscenza del castello, diventando un luogo metaforico di meditazione e osservazione del paesaggio. Il piano terra e il piano primo dellantico palatium ospitano invece una struttura ricettiva, che aspirando ad unelevata qualit di servizi offerti, dotata di punto vendita e degustazione di prodotti tipici e sala conferenze. La scelta di ricostruire lala crollata invece, non vuol essere un gesto autografo, ma deriva dallesigenza di far funzionare al meglio il complesso sistema del castello; sono stati destinati al volume di nuova edificazione quei servizi necessari che per non erano compatibili con la fabbrica antica e soprattutto si cercato di dar conclusione al racconto iniziato nel giardino. In tal senso la valorizzazione del castello si articola come un percorso di conoscenza che si pone come scopo primario la conservazione del monumento, senza per negare linnovazione legata alla contemporaneit dellintervento e alla volont di volerlo includere in una pi ampia dinamica territoriale.
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la ricerca ha avuto per oggetto la ricostruzione della storia e del patrimonio della biblioteca privata specializzata di San Genesio fondata nel 1931 presso la Casa "Lyda Borelli" per artisti drammatici di Bologna. La biblioteca si presenta oggi come uno dei centri di documentazione teatrale pi antichi e significativi del panorama italiano: oltre 10.000 monografie, per la maggior parte concernenti testi e studi specialistici, un fondo antico (pre 1831) di oltre 2.000 volumi, una ricca collezione di periodici sul mondo dello spettacolo in collezione completa, una raccolta di copioni teatrali manoscritti e dattiloscritti di oltre 1.000 unit. La biblioteca, inoltre, comprende l'archivio storico della Casa che conserva la documentazione riguardante la vita dell'Istituto dalla sua nascita, nel 1917, numerosi fondi aggregati appartenuti a rilevanti personaggi dello spettacolo e un patrimonio fotografico unico in Italia. La tesi sintetizza i due principali filoni di ricerca seguiti durante il percorso dottorale. Il primo quello della ricognizione delle fonti archivistiche, sia interne sia esterne all'istituto, al fine di dettagliare la lunga storia della biblioteca San Genesio, mai oggetto di altra ricostruzione complessiva. Questo obiettivo stato raggiunto mediante la consultazione dell'intero patrimonio documentario conservato presso l'Archivio storico di Casa "Lyda Borelli" e di numerosi fondi archivistici, concernenti attori e personaggi in rapporto con la Casa, presenti in altri istituti pubblici e privati. I documenti interni alla Casa sono stati intrecciati con altri con cui sono speculari, conservati in altre istituzioni. La seconda parte della ricerca si concentrata sull'analisi del fondo librario antico. La ricchezza della collezione, costituita da oltre trecento testi teatrali pubblicati nel XVI e XVII secolo, ha offerto un ampio campione d'indagine per ricostruire l'evoluzione dell'editoria specializzata nei primi secoli della stampa tipografica. A tal fine stato redatto un catalogo, in cui la descrizione bibliografica accompagnata dall'analitica registrazione degli elementi paratestuali presenti, quali dediche, avvisi ai lettori, indici, errata corrige, marginalia, note di possesso ed ex libris, elementi oggetto di forte interesse nei pi accreditati e moderni studi bibliologici e di storia del libro sia italiani sia stranieri. A completamento del catalogo sono stati compilati numerosi indici al fine di moltiplicare le chiavi d'accesso e di lettura del fondo (per autori secondari, luoghi di stampa, editori e tipografi, marche tipografiche e possessori), dotando il catalogo di un apparato fotografico dei frontespizi. Questi elementi aggiuntivi rendono l'elaborato un repertorio unico per le edizioni teatrali e una fonte importante per gli studiosi della stampa in antico regime tipografico.
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La ricerca si propone come studio teorico e analitico basato sulla traduzione letteraria e audiovisiva del genere diasporico, esemplificato nel romanzo The Namesake Lomonimo di J. Lahiri e nel film The Namesake Il destino nel nome di M. Nair. Si sviluppa, quindi, un doppio percorso di analisi, concentrandosi sulla traduzione interlinguistica di due modalit testuali differenti, quella letteraria (il testo narrativo) e quella audiovisiva (in particolare, il doppiaggio). Lapproccio teorico di stampo interdisciplinare, come risulta sempre pi imprescindibile nel campo dei Translation Studies: infatti, si cerca di coniugare prospettive di natura pi linguistica, quali i Descriptive Translation Studies (in particolare, Toury 1995) e lo sviluppo degli studi sui cosiddetti universali traduttivi, con approcci di stampo pi culturalista, in particolare gli studi sulla traduzione post-coloniali, con le loro riflessioni sui concetti di alterit e ibridismo. Completa il quadro teorico di riferimento una necessaria definizione e descrizione del genere diasporico relativo alla cultura indiana, in rapporto sia al contesto di partenza (statunitense) sia al contesto di arrivo (italiano) per entrambi i testi presi in considerazione. La metodologia scelta per lindagine principalmente di natura linguistica, con ladozione del modello elaborato dallo studioso J. Malone (1988). Lanalisi empirica, accompagnata da una serie di riflessioni teoriche e linguistiche specifiche, si concentra su tre aspetti cruciali per entrambe le tipologie testuali, quali: la resa della naturalezza dei dialoghi nel discorso letterario e in quello filmico, la rappresentazione del multiculturalismo e delle variet linguistiche caratterizzanti i due testi di partenza e i numerosi riferimenti culturo-specifici delle due opere e la loro traduzione in italiano. Si propongono, infine, alcune considerazioni in ottica intersemiotica in relazione alle tre aree individuate, a integrazione dellindagine in chiave interlinguistica.
L'area dei Lungarni di Pisa nel tardo Medioevo (XIV-XV secolo). un tentativo di ricostruzione in 3D.
Resumo:
Lo scopo di questa ricerca la ricostruzione dei Lungarni di Pisa nel Tardo Medioevo (XIV-XV secolo); lo studio intende sottolineare le trasformazioni urbanistiche che hanno cambiato il volto di Pisa nel corso del tempo e ricordare che larea fluviale ebbe un ruolo di primo piano come baricentro commerciale ed economico della citt, vocazione che si in gran parte persa con let moderna e contemporanea. La metodologia seguita, affinata e perfezionata durante la partecipazione al progetto Nu.M.E. (Nuovo Museo Elettronico della Citt di Bologna), si basa sullanalisi e il confronto di fonti eterogenee ma complementari, che includono precedenti studi di storia dellurbanistica, un corpus di documentazione di epoca medievale (provvedimenti amministrativi come gli Statuti del Comune di Pisa, ma anche descrizioni di cronisti e viaggiatori), fonti iconografiche, tra cui vedute e mappe cinquecentesche o successive, e fonti materiali, come le persistenze medievali ancora osservabili allinterno degli edifici ed i reperti rinvenuti durante alcune campagne di scavo archeologiche. Il modello 3D non concepito come statico e chiuso, ma liberamente esplorabile allinterno di un engine tridimensionale; tale prodotto pu essere destinato a livelli di utenza diversi, che includono sia studiosi e specialisti interessati a conoscere un maggior numero di informazioni e ad approfondire la ricerca, sia semplici cittadini appassionati di storia o utenti pi giovani, come studenti di scuole medie superiori e inferiori.
Resumo:
Attualmente Usme, caratterizzata come visto da un territorio principalmente a bassa densit, ancora fortemente relazionata con la campagna perch costituita dallinsieme di aree agricole, o di quelli che una volta erano spazi coltivati pi prossimi alla citt compatta. Questo tipo di paesaggio rurale che caratterizza Usme caratterizzato come gi visto da un tessuto sfrangiato e discretizzato e rappresenta la porzione di territorio dove la citt esercita limpatto ambientale pi intenso dovuto sia alla sua immediata vicinanza al contesto urbano che al carattere di scarsa identit che sembra esprimere. Qualunque intervento architettonico in un territorio di margine come quello di Usme dovrebbe confrontarsi con un sistema di relazioni a grande scala, che si rapporti con la geografia stessa del luoghi e con un orientamento e una misurazione visiva e fisica del territorio stesso. Allo stesso modo necessario che il progetto comprenda anche il suolo stesso delle grande aree attualmente lasciate libere, ovvero che il progetto architettonico si integri con il progetto paesaggistico creando in questo modo nuove relazioni e nuove geometrie nellassetto territoriale. In questo senso il progetto pu dialogare con il territorio e mettere in relazione differenti situazioni morfologiche, sfruttandone le potenzialit. Lobiettivo quindi quello di non costruire semplici volumi appoggiati sulla terra ma quello di modificare la terra stessa, entrando in relazione con essa in modo profondo. Il progetto cos inteso concepito, e prima ancora letto, secondo strati, i quali possono contaminarsi o possono semplicemente sovrapporsi. Larea di progetto, come gi detto, essenzialmente allinterno di un vuoto presente tra le due parti di citt. Il nuovo edificio si conforma come un segno netto nel territorio, un viadotto, un tronco dalbero caduto che protegge il parco dalla citt, un elemento primordiale che da una parte si incunea nel terreno e dallaltra si affaccia sulla valle. Vuole essere il segno di un naturale artificio, proponendosi al tempo stesso come simbolo e funzione. Il museo emerge dalla terra, ma sembra anche immergersi in essa. Larchitettura del museo crea un nuovo paesaggio morfologicamente radicato al suolo, attraverso uno spazio parzialmente ipogeo che integra il museo allinterno della montagna attraverso la copertura continua con la topografia esistente, sottolineando il profilo della collina.
Resumo:
Oggetto della ricerca il museo Wilhelm Lehmbruck di Duisburg, un'opera dell'architetto Manfred Lehmbruck, progettata e realizzata tra il 1957 e il 1964. Questa architettura, che ospita la produzione artistica del noto scultore Wilhelm Lehmbruck, padre di Manfred, tra i primi musei edificati ex novo nella Repubblica Federale Tedesca dopo la seconda guerra mondiale. Il mito di Wilhelm Lehmbruck, costruito negli anni per donare una identit culturale alla citt industriale di Duisburg, si rinvigor nel secondo dopoguerra in seno ad una pi generale tendenza sorta nella Repubblica di Bonn verso la rivalutazione dell'arte moderna, dichiarata degenerata dal nazionalsocialismo. Ricollegarsi all'arte e all'architettura moderna degli anni venti era in quel momento funzionale al ridisegno di un volto nuovo e democratico del giovane stato tedesco, che cercava legittimazione proclamandosi erede della mitica e gloriosa Repubblica di Weimar. Dopo anni di dibattiti sulla ricostruzione, l'architettura del neues Bauen sembrava l'unico modo in cui la Repubblica Federale potesse presentarsi al mondo, anche se la realt del paese era assai pi complessa e svelava il doppio volto che connot questo stato a partire dal 1945. Le numerose dicotomie che popolarono presto la tabula rasa nata dalle ceneri del conflitto (memoria/oblio, tradizione/modernit, continuit/discontinuit con il recente e infausto passato) trovano espressione nella storia e nella particolare architettura del museo di Duisburg, che pu essere quindi interpretato come un'opera paradigmatica per comprendere la nuova identit della Repubblica Federale, un'identit che la rese capace di risorgere dopo l' anno zero, ricercando nel miracolo economico uno strumento di redenzione da un passato vergognoso, che doveva essere taciuto, dimenticato, lasciato alle spalle.
Resumo:
Il nostro lavoro si inserisce tra i contributi che si rifanno a quella branca di studi traduttologici nota come critica della traduzione; lelemento di raccordo tra il testo di partenza e la successione dei testi di arrivo su cui baseremo lanalisi il discorso riportato, un fenomeno complesso, che trova la sua naturale collocazione nei delicati rapporti che intercorrono tra orale e scritto.
Resumo:
Il presente elaborato consiste nella traduzione dalla lingua araba alla lingua italiana di alcuni brani poetici dell'autore siriano Nizar Qabbani. Si tratta in particolare dei testi Aurq Isbniya, (Diari spagnoli), Ahzn fi-l-Andalus (Tristezze in Al-Andalus), Gharna (Granada). I temi principali di queste poesie sono delle suggestioni della Spagna e soprattutto la nostalgia sentita dall'autore, nel suo nazionalismo arabo, per l'antico califfato di Al-Andalus. L'elaborato diviso in cinque sezioni: 1. Introduzione: spiegazione del tema centrale dei brani tradotti. 2. L'autore. Breve biografia e opera: un'introduzione sulla vita e la produzione artistica di Nizar Qabbani. 3. Traduzione e testo originale: parte centrale dell'elaborato, la traduzione dei poemi con testo originale arabo a fronte. 4. Commento di traduzione: esposizione di scelte e strategie traduttive che sono state seguite per la realizzazione del lavoro. 5. Bibliografia. Tutti i testi consultati per la stesura dell'elaborato.
Resumo:
Languilla europea, una specie eurialina catadroma con un complesso ciclo biologico: larea di riproduzione, unica, si trova molto distante da quella di distribuzione. La specie necessita di una gestione dello stock a fini conservazionistici. Il problema europeo: lo stock unico, distribuito in Europa e nellAfrica settentrionale, si riproduce in Atlantico ed panmittico. C preoccupazione per il declino del reclutamento e delle catture di adulti. Lo scopo del progetto di individuare possibili unit di stock nella penisola italiana. La ricerca basata sullo studio degli otoliti mediante analisi morfometrica e microchimica. I contorni degli otoliti sono sottoposti ad analisi ellittica di Fourier per individuare eventuali gruppi. Gli otoliti sono stati levigati per effettuare: letture det, indagini microstrutturali al SEM delle fasi larvali, analisi microchimiche LA-ICP-MS del nucleo, studiarne lorigine e valutare lambiente di sviluppo. Le indagini morfometriche mostrano evidenti pattern ontogenetici, ma non legati ocorrelati alla localit, sesso o anno di nascita. Le indagini microstrutturali hanno evidenziano lalto contenuto organico nucleare, un pattern comune di crescita ed eventi chiave delle fasi larvali, con una media di 212 anelli giornalieri. La microchimica rivela che le larve si sviluppano in acque salate fino alla metamorfosi, poi migrano verso acque meno salate. Le analisi su campioni nati nello stesso anno, evidenziano due gruppi: individui di rimonta naturale e individui di ripopolamento. I profili nucleo bordo evidenziano la permanenza a salinit intermedie degli adulti. Lattivit di ricerca si dimostrata proficua dal punto di vista tecnico con la messa a punto di protocolli innovativi e con forti ricadute sulla riduzione dei tempi e costi danalisi. Il debole segnale di possibili unit di stock andr verificato in futuro mediante analisi pi dettagliate discriminando meglio la storia di ogni singolo individuo.