976 resultados para Salla della Pace do Palazzo Pubblico de Siena


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This review compiles evidence for an alternative to the classical adenoma-carcinoma sequence in the evolution of colorectal cancer. It is suggested that between 30 and 50% of colorectal cancers are not initiated by mutation of the tumor suppressor gene APC, but through the epigenetic silencing of genes implicated in the control of differentiation, cell cycle control and DNA repair proficiency. The precursor polyps are often characterized by a serrated architecture, and include hyperplastic polyps, admixed polyps and serrated adenomas. The alternative pathway is heterogeneous and may culminate in cancers showing low or high level DNA microsatellite instability (MSI-L and MSI-H, respectively), and in cancers that are microsatellite stable (MSS). Cancers showing DNA MSI may be characterized by an accelerated evolution. Cancers in hereditary non-polyposis colorectal cancer show features of both classical (adenoma and APC mutation) and alternative pathways (rapid evolution, MSI-H and lack of chromosomal instability). (C) 2001 Blackwell Science Asia Pty Ltd.

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O Plano Anual de Capacita????o 2014 tem como desafio capacitar os servidores para a execu????o dos objetivos que integram o Planejamento Estrat??gico da Enap, observando as necessidades apontadas no relat??rio da reuni??o do Colegiado Gerencial sobre as avalia????es de desempenho; os resultados das Oficinas de Compet??ncias Conversacionais realizadas em dezembro/2011, promovidas para capacitar e diagnosticar falhas de comunica????o entre equipes; e as lacunas de capacita????o apontadas no Diagn??stico de Necessidades de Capacita????o com Base em Compet??ncias elaborado em 2010.

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pp. 9-30

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La Tesi è incentrata sulle figure di D. Dinis e Isabel d’Aragona, reali del Portogallo (fine del XIII-prima metà del XIV secolo), e si focalizza sul processo di creazione e trasmissione della memoria, elaborato e messo in atto dai sovrani nel corso della loro esistenza. L’atto finale di questo annoso processo fu la realizzazione dei loro monumenti funebri creati per essere conservati nella chiesa del monastero cistercense di São Bernardo e São Dinis di Odivelas, la tomba del re, e nella chiesa del monastero di Santa Clara e Santa Isabel di Coimbra, quella della regina. Infatti, in modo del tutto inedito rispetto alla tradizione precedente, i re commissionarono e videro in vita realizzati i sepolcri che avrebbero dovuto preservare la loro memoria per l’Eternità. Essi furono concepiti a priori come parte integrante del progetto monumentale più vasto costituito dagli edifici monastici che li avrebbero dovuti custodire. In tale prospettiva, è stata rivolta particolare attenzione alla storia del monastero di Odivelas, assurto a pantheon della Monarchia, seppure per breve tempo, e al monastero di Coimbra, ultima dimora della regina Isabel una volta fallito il progetto del pantheon reale a causa della guerra civile che sconvolse il regno del Portogallo tra il 1319 e il 1324. Oltre ai sepolcri reali, sono state prese in esame alcune opere di architettura e di scultura legate alla committenza regia – in coppia o individualmente –, in particolare tre tombe coeve, due delle quali destinate ad altrettanti membri della famiglia reale. All’interno di questa Tesi, i monumenti funebri esaminati sono stati considerati non solo come strumento privilegiato per la commemorazione del defunto, ma anche come forieri di un preciso messaggio indirizzato a tutti coloro che avrebbero fruito della loro visione. Così, l’iconografia dei sepolcri è stata analizzata alla luce della spiritualità e della religiosità dei sovrani, oltre che dal punto di vista stilistico e formale. Come premessa allo studio prettamente storico-artistico, inizialmente sono stati approfonditi i rapporti tra il regno del Portogallo e la Sede Apostolica al momento dell’ascesa al trono di D. Dinis e, successivamente, il tema della guerra civile che vide contrapporsi il re e il principe, il futuro Alfonso IV. A questo scopo, integra la Tesi un’Appendice documentaria che presenta 64 documenti, la maggior parte dei quali inediti. Questo studio intende dimostrare come il Portogallo dionisino si collochi pienamente nell’orbita culturale mediterranea e proporre nuove affermazioni, considerazioni ed ipotesi rispetto ai re Dinis e Isabel, alle loro vicende storiche e personali e alla memoria di sé che vollero trasmettere ai posteri.

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Fundação para a Ciência e a Tecnologia (FCT), Fundação Millennium bcp, Direcção Geral do Livro e das Bibliotecas/MC, Instituto de Estudos Medievais – FCSH/UNL

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Fundação para a Ciência e a Tecnologia (FCT), Fundação Millennium bcp

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Tal como os outros soberanos do Antigo Regime, D. João V procurava a legitimidade do Império Português a nível europeu, através dos grandes projetos arquitetónicos. O novo palácio real e a igreja patriarcal que Juavarra desenhou em 1719 para a cidade de Lisboa teve que representar e simbolizar o poder do rei. Um estudo pormenorizado sobre parte da arquitectura de Juvarra parece revelar uma estreita relação, não com a contemporânea Roma dos Papas, mas antes com a majestosa arquitectura da Roma Imperial. D. João V tinha o ensejo de ser considerado um imperador e a arquitectura de Juvarra demonstra-o claramente.