188 resultados para Fenoglio Bianciardi interferenza io-traduttore lingua letteratura inglese
Resumo:
Il lavoro a partire dalla traduzione del romanzo autobiografico Je ne parle pas la langue de mon père dell’autrice francese di origine algerina Leïla Sebbar, si propone di riflettere sul rapporto tra esilio e meticciato culturale e sulla relazione che questi intrattengono con la traduzione. Il primo capitolo vuole fornire un’introduzione al tema della migrazione nella letteratura postcoloniale in quanto luogo privilegiato per la costruzione di paradigmi identitari, con particolare riferimento alle letterature francofone, al caso maghrebino e algerino. In questo ambito un’attenzione speciale è dedicata alle scritture femminili e a come la prospettiva di genere arricchisca il panorama letterario migrante di inedita sensibilità e complessità. La seconda sezione si focalizza sull’opera di Leïla Sebbar e sulla peculiare posizione che l’autrice occupa nel contesto francofono contemporaneo per terminare con un’analisi puntuale della pluralità delle istanze di Je ne parle pas la langue de mon père in quanto significanti delle tematiche dell’esilio e del meticciato. In particolare viene presa in considerazione la natura ibrida del genere testuale e l’apporto lessicale e sintattico della lingua arabo-berbera come elemento stilistico e identitario. Il terzo capitolo presenta una personale proposta di traduzione italiana del testo, nella prospettiva di una pubblicazione all’interno di un reale scenario editoriale. Basandomi sulle problematiche incontrate in sede traduttiva, ho cercato di definire il ruolo del traduttore e di valutare l’adeguatezza degli strumenti di cui dispone, tanto all’interno del testo quanto nell’apparato paratestuale, al momento di veicolare lingue terze e mondi altri. Una parentesi è dedicata all’esame dei limiti legati alla ricezione di un testo di questo tipo nel mondo editoriale italiano. Infine, la personale esperienza traduttiva viene raffrontata con alcuni contributi all’interno del dibattito contemporaneo sulla traduzione della letteratura postcoloniale.
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Questo elaborato finale intende proporre un’analisi delle traduzioni in lingua italiana e in lingua araba del fumetto “Le mille e un’ora di Asterix”. La mia analisi include un breve excursus sulla serie di Asterix il Gallico, con particolare attenzione alle edizioni in traduzione, e alla storia del fumetto nei paesi arabi del Medio Oriente nell’ultimo secolo; seguono cenni biografici su Alba Avesini, traduttrice in italiano, e sul traduttore per l’arabo Jamal Chehayed. Infine, il tema centrale della tesi si articola in: analisi del titolo; analisi dei nomi dei protagonisti di questo episodio; rassegna di scelte traduttive commentate in parallelo con il fumetto originale in lingua francese.
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Questo elaborato si basa sulla proposta di traduzione del saggio letterario giornalistico "Antisemiten sind mir egal" di Maxim Biller pubblicato sulla Zeit (Nº 41/2014) il 18.10.2014. L'idea di usare questo testo è nata da una lezione di letteratura tedesca svolta quest'anno durante il secondo semestre dal professor Giovanni Nadiani. Sicuramente questa traduzione è stata fin dall'inizio una grande sfida vista la difficoltà del testo dovuta al tema legato all'attualitá e ricco di riferimenti alla cultura tedesca e israeliana, per i quali si è rivelato necessario l'uso delle note a piè di pagina con l’obiettivo di agevolare la comprensione al lettore italiano. Una volta superate le difficoltà iniziali, sviluppare questo elaborato si è rivelato molto interessante e mi ha arricchita molto sia a livello personale sia a livello formativo. Per poter rendere il testo tradotto in modo adeguato, il traduttore deve prima comprendere il messaggio originario. La comprensione del linguaggio è possibile solo se emittente e destinatario condividono il contesto situazionale e la cultura di riferimento. Per riuscire a comprendere totalmente il messaggio, i destinatari del testo tradotto potrebbero avere difficoltà interpretative. Da qui l’esigenza di aggiungere parti esplicative per colmare e sanare le divergenze tra cultura di partenza e di arrivo. Questo lavoro è stato lungo e impegnativo ma anche fonte di grande soddisfazione e uno stimolo ad approfondire non solo la mia conoscenza della lingua tedesca, ma anche quella della mia lingua madre. Infine spero con la mia proposta di traduzione di essere riuscita ad avvicinare il pubblico italiano a questo saggio, che mette in discussione una tematica di grande attualità e su cui è sempre bene riflettere.
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L'elaborato finale è basato su una proposta di traduzione dal bulgaro all'italiano del racconto breve "Krăv ot kărtica" di Zdravka Evtimova. Sarà suddivisso in tre sezioni principali: la prima si occuperà brevemente di presentare la scrittrice, con particolare attenzione alla sua attività di traduttrice in diverse lingue europee. Si passerà poi a un excursus sulla letteratura contemporanea bulgara, con particolare attenzione alle cause storiche che, dopo il 1989, hanno portato allo sviluppo di una certa produzione letteraria e alla pubblicazione di autori oggi famosi anche all'estero e che 'esportano' la propria letteratura in Europa e non solo, permettendo di far conoscere questa realtà altrimenti ignota ai più. Infine si parlerà brevemente dello stile personale di Zdravka Evtimova, sia in generale che nel racconto preso in esame. La sezione successiva riguarda l'analisi e la discussione dei problemi incontrati durante il processo di traduzione, suddivisa in un analisi dei problemi di ordine e lessicale, e culturale. L'ultima sezione sarà dedicata a un breve commento sull'auto-traduzione e i caratteri principali del procedimento traduttivo di Zdravka Evtimova rispetto alla versione inglese del racconto, "Blood of a mole". In appendice saranno fruibili la versione originale del brano, la traduzione proposta e il testo in inglese.
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La mia tesi si propone di analizzare la capacità della lingua, in particolare quella letteraria, di rappresentare la realtà delle cose. Questa analisi, introdotta da un capitolo esplicativo delle principali teorie sul processo di significazione della lingua, verrà condotta in particolare sull'opera di Virginia Woolf, riferimento per la lingua inglese, e Italo Calvino per la lingua italiana. L'elaborato volgerà poi alla conclusione evidenziando la capacità della lingua di essere non soltanto descrittiva ma anche produttiva, riportando una relazione interattiva con lo stato di cose del mondo.
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The aim of this dissertation is to provide a trilingual translation from English into Italian and from Italian into Spanish of a policy statement from the Fédération Internationale de l’Automobile (FIA) regarding road safety. The document, named “Formula Zero: a strategy for reducing fatalities and injuries on track and road”, was published in June 2000 and involves an approach about road safety inspired by another approach introduced in Sweden called ‘Vision Zero’. This work consists of six sections. The first chapter introduces the main purposes and activities of the Federation, as well as the institutions related to it and Vision Zero. The second chapter presents the main lexical, morphosyntactic and stylistic features of the institutional texts and special languages. In particular, the text contains technical nomenclature of transports and elements of sport language, especially regarding motor sport and Formula One. In the third chapter, the methodology is explained, with all the resources used during the preliminary phase and the translation, including corpora, glossaries, expert consultancy and specialised sites. The fourth chapter focuses on the morphosyntactic and terminology features contained in the text, while the fifth chapter presents the source text and the target texts. The final chapter deals with all the translation strategies that are applied, alongside with all the challenging elements detected. Therefore, the dissertation concludes with some theoretical and practical considerations about the role of inverse translation and English as Lingua Franca (ELF), by comparing the text translated into Spanish to the original in English, using Italian as a lingua franca.
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Il presente elaborato è costituito da quattro capitoli. Nel primo, dopo aver esposto una breve panoramica della letteratura cinese moderna, ci si concentra innanzitutto sulla presentazione della figura dell’autore Su Tong (苏童 Sūtóng), delle sue opere e della loro ricezione da parte del pubblico italiano. Nella stessa sezione, viene introdotto il progetto della casa editrice Canongate Books all’interno del quale si inscrive il romanzo oggetto della traduzione della tesi. Inoltre, per permettere ad un potenziale lettore italiano di comprendere meglio la struttura narrativa del testo, si è scelto di fornire una descrizione del mito originale di Mengjiangnü (孟姜女 Mèngjiāngnǚ) a cui si è ispirato l’autore durante la stesura del libro in questione, oltre che dei principali temi culturali in esso presenti. Il secondo capitolo propone la traduzione integrale del romanzo “Binu” (碧奴 Bìnú) dell’autore Su Tong. Nel terzo capitolo, oltre a delineare un profilo della traduttrice brasiliana Fernanda Abreu e delle opere di cui essa si è occupata (con particolare riferimento al testo “A mulher que chora”), viene presentato un breve panorama sull’attuale situazione della letteratura cinese moderna in Brasile ed in Portogallo, oltre che sull’utilizzo dell’inglese come lingua pivot per la sua diffusione. Per facilitare l’approfondimento di un argomento così esteso, si è optato per la suddivisione dell’ultima parte in diversi sotto-capitoli. La sezione prevede innanzitutto l’esposizione della teoria alla base delle scelte adottate nella traduzione italiana del romanzo “Binu”. Successivamente, dopo aver presentato le principali differenze tra la lingua cinese e quella portoghese, oltre alle problematiche traduttive che da esse derivano, ci si è concentrati sullo svolgimento di un confronto tra le strategie adottate nella resa italiana dell’opera e tra quelle impiegate nella versione portoghese. Nel fare ciò, ovviamente si è tenuto conto dell’utilizzo della versione inglese da parte di Fernanda Abreu, oltre che dei diversi elementi culturali che caratterizzano le due lingue. Infine, dopo aver brevemente descritto quelle che sono le principali fasi da affrontare quando si decide di avanzare la proposta di traduzione di un testo editoriale, è stata valutata una possibile pubblicazione italiana del romanzo “Binu”, tenendo in considerazione le opere dello stesso autore già tradotte nel nostro Paese.
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l presente lavoro è concepito come una risorsa di cui usufruire per migliorare le condizioni di partenza di una sessione di interpretariato sull’agricoltura biodinamica. Una tempestiva fornitura da parte dei committenti di materiale informativo relativamente al tema della conferenza può risultare determinante ai fini di un interpretariato di qualità. Ma il materiale formativo è raramente prodotto da interpreti e raramente per gli interpreti e, se non si tratta del testo del discorso da tradurre, rischia di essere poco utile. Ecco che quindi acquisisce una certa valenza il punto di vista dell’interprete qualificato, che riesce più facilmente di altri profili a produrre materiale informativo per chi si appresta ad effettuare un interpretariato, individuando in maniera più immediata di un “non addetto ai lavori” ciò che il processo di preparazione richiede e come quest’ultimo andrà ad influire sulla buona riuscita o meno dell’interpretariato in questione. L’agricoltura è stata uno dei primi settori produttivi a subire il processo di integrazione europea. Con la recente (ri)scoperta dell’importanza della sostenibilità e quindi dell’agricoltura biologica, questo processo ha subito un nuovo impulso, specialmente in seguito all’emanazione di nuove leggi e alla conseguente elaborazione di una quantità considerevole di materiale in tutte le lingue ufficiali dell’UE. In questo contesto, è interessante osservare e approfondire la lingua speciale dell’agricoltura biodinamica, movimento interno al fenomeno del biologico ma che ne è al contempo anche il principale precursore. Il metodo biodinamico è infatti dotato di una terminologia ancora non completamente standardizzata, ma molto ricca di concetti tipici. Aiutare l’interprete a fare propri questi concetti, per migliorare la propria performance così come per approfondire meglio l’argomento è stato lo scopo del lavoro.
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Nel presente elaborato mi propongo di sviluppare un’analisi sulla letteratura postcoloniale, concentrandomi su un ramo specifico di quest’ultima, la black British literature, con annessa proposta di traduzione di alcuni capitoli del romanzo “Never far from nowhere”, pubblicato nel 1996 da una delle maggiori esponenti della narrativa black British, la scrittrice inglese di origini giamaicane Andrea Levy. Nel primo capitolo, l’intento principale è quello di far luce sulle analogie esistenti fra traduzione letteraria e letteratura postcoloniale. Nel secondo capitolo, mi concentrerò in particolare sulla black British literature: la narrativa inglese prodotta dagli immigrati provenienti dai Paesi del Commonwealth, sviluppatasi in Gran Bretagna in seguito al flusso migratorio degli anni Cinquanta. Il terzo capitolo sarà dedicato alla biografia e alle opere di Andrea Levy, agli episodi che hanno in qualche modo segnato la sua vita e determinato la sua scelta di diventare scrittrice. Nel quarto capitolo, infine, presenterò il romanzo che ho scelto di tradurre, Never far from nowhere. Seguirà un commento alla traduzione in cui ripercorro tutti i passaggi che mi sono parsi più problematici da tradurre. L’obiettivo di questo elaborato è di valorizzare un genere letterario che è stato a lungo sottovalutato, nonostante la sua enorme portata storica e ideologica, il suo carattere di testimonianza e la valenza che ha assunto non solo per l’identità black British, ma per l’identità britannica a tutto tondo.
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Il presente elaborato offre una proposta di traduzione commentata di quattro scene del dramma di Larry Kramer, “The Normal Heart”. La tesi consiste di tre capitoli: il primo di questi si concentra sulla biografia e sulla produzione artistica dell'autore, con un focus particolare su The Normal Heart, di cui analizzo le tematiche, e sul contesto storico-sociale in cui l'opera si inserisce. Questo capitolo offre inoltre un excursus sulla letteratura sull'AIDS e presenta le quattro scene di cui propongo la traduzione nel secondo capitolo. È nel terzo e ultimo capitolo che viene poi esposta un'analisi commentata della traduzione, in cui sono messe in luce le difficoltà relative alla traduzione e le strategie con le quali ho risolto i problemi traduttivi. In particolar modo, vengono presi in considerazione il rispetto del criterio della “recitabilità” e i problemi relativi alla traduzione del linguaggio colloquiale, delle forme verbali che non hanno equivalenti precisi nella lingua d'arrivo e delle espressioni volgari. Seguono infine le conclusioni, in cui espongo alcune riflessioni personali sul lavoro eseguito.
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Il progetto di tesi consiste in una proposta di traduzione di tre racconti brevi dello scrittore bulgaro Dejan Enev, introdotti da un excursus sulla short story nel panorama letterario in Bulgaria. Le proposte di traduzione sono accompagnate dal relativo commento, che si incentra soprattutto sulla difficoltà del traduttore nel decidere tra i vari approcci da adottare. Si fa un costante riferimento al concetto di perdita delle sfumature di significato delle parole e alla scelta di quale aspetto di esse preservare a discapito di altri.
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Il mio elaborato si concentra sul tema della dislessia, in correlazione all’apprendimento delle lingue straniere. Lo scopo è quello di fornire al lettore un quadro generale sul disturbo, metterne in luce le principali caratteristiche e le modalità di diagnosi, per poi e analizzare le possibilità di intervento e riabilitazione, soprattutto in relazione alle nuove tecnologie. Un altro aspetto trattato è quello relativo all’impatto che la dislessia può avere su chi si avvicina all’apprendimento di una lingua straniera, con particolare attenzione al caso specifico dell’inglese, lingua che al giorno d’oggi rappresenta uno strumento di comunicazione fondamentale. Da ultimo si propone anche l’analisi di alcuni tra i più recenti metodi di intervento, che costituiscono una prospettiva estremamente interessante, nonché una grande risorsa, soprattutto in ambito didattico.
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Questa tesi si propone di studiare quale sia e quale sia stato il ruolo della lingua francese nella storia della Tunisia analizzando e traducendo il romanzo La marche de l’incertitude dell’autore tunisino Yamen Manaï, pubblicato dapprima in Tunisia da Elzévir nel 2008 e da Elyzad poche nel 2010 e nel 2013 da Didier in Francia. Ho optato per la traduzione di un romanzo recentemente scritto da un giovane autore contemporaneo con l’obiettivo di mostrare quanto la letteratura francofona sia ancor oggi fiorente in Tunisia (e non solo). Infine, con il sostegno dell'autore e dell'editrice tunisina, questo progetto dovrebbe a breve concretizzarsi nella pubblicazione della traduzione.
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La tesi si propone l'obiettivo di esaminare le caratteristiche della lingua dell'aviazione, il cosiddetto Aviation English (AE), rivolgendo un'attenzione particolare alle dinamiche delle interazioni verbali che avvengono tra piloti e controllori del traffico aereo. A partire da un breve excursus sui diversi tipi di linguaggi, da quelli specialistici alle lingue controllate, si cercherà di fornire una chiara definizione dell'AE, delineando gli aspetti che lo rendono una vera e propria lingua e non una semplice varietà di inglese. La tesi passerà in rassegna tutte le convenzioni e le regole che compongono questa lingua e che rendono la comunicazione in volo efficace a livello internazionale. Si vedrà anche come la comunicazione in aviazione sia suscettibile a molti fattori linguistici (e non), il che comporta per gli operatori del settore, l'obbligo di conoscerla a fondo, più della loro stessa lingua madre. In conclusione, si eseguirà un'analisi conversazionale di una comunicazione terra-bordo-terra realmente avvenuta in un'emergenza. Più precisamente, si tratta dell'estratto del volo US Airways 1549, diventato famoso come "il miracolo dell'Hudson". Questo permetterà di mettere in risalto le regole dell'AE, applicate in un caso concreto, quanto singolare, e notare come queste siano efficaci nel gestire, a livello comunicativo e operativo, gli imprevisti.
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Disegno di studio. Revisione sistematica. Background:il Disturbo di Panico è una condizione clinica invalidante associata a numerose comorbidità, ad un aumentato rischio di suicidio e ad alti livelli di disabilità sociale, professionale e fisica. L’esordio è in età giovanile. Spesso la cura di questi soggetti è esclusivamente affidata ai processi assistenziali di medici o assistenti sociali. La terapia utilizzata è quella cognitivo-comportamentale e nei casi più gravi farmacologica, ma l’esercizio fisico rappresenta una modalità terapeutica a basso rischio e a basso costo che potrebbe essere utile nel trattamento. Obiettivi:valutare l’effetto dell’esercizio fisico nel trattamento di pazienti con Disturbo di Panico. Tale indagine si pone l’obiettivo di verificarne l’efficacia rispetto ad altre terapie e ricercarne il tipo e modalità più valida. Materiali e metodi:la ricerca bibliografica è stata condotta sulle banche dati PubMed, PEDro, Cinahl e The Cochrane Library nel mese di Settembre 2020, senza porre limiti di lingua, anno di pubblicazione, sesso o età dei partecipanti. Sono stati inclusi Trial Clinici e RCT che indagassero l’efficacia dell’esercizio fisico nei pazienti con Disturbo di Panico. Risultati: sono stati individuati 8 studi, la cui qualità metodologica è stata valutata con la scala PEDro. Essi analizzano l’esercizio fisico sia come singolo intervento, confrontato al trattamento tradizionale, sia come integrazione ad altre terapie di provata efficacia per verificarne l’utilità. Conclusioni: nonostante l’eterogeneità degli studi analizzati emerge l’efficacia di un programma di allenamento di attività aerobica intensa come terapia per i pazienti con Disturbo di Panico, che può essere integrata a comprovati trattamenti farmacologici o cognitivo-comportamentali. Future ricerche dovrebbero indagare l’efficacia dell’esercizio nel lungo termine e definire protocolli nuovi e specifici utili nella pratica clinica.