623 resultados para Editor di Testo collaborativi,comportamento utenti,etherpad lite,RTCE
Resumo:
In questo lavoro di Tesi viene studiata la realizzazione di un sistema per la generazione di seconda armonica di una luce laser infrarossa. Il lavoro è stato svolto presso l'Univerità di Firenze nell'ambito di un esperimento di fisica atomica, nel quale viene studiato il comportamento di una miscela di atomi freddi di Potassio-Rubidio. Per la realizzazione sperimentale è richiesto l'utilizzo di un fascio laser con luce verde a 532 nm. Per ottenere questo fascio si è ricorso alla generazione di seconda armonica di un laser con luce infrarossa a 1064 nm, sfruttando le proprietà dei cristalli non lineari. Il cristallo utilizzato è un cristallo periodically poled di Tantalato di Litio, che sfrutta la tecnica del Quasi-Phasematching per generare seconda armonica. L'obiettivo principale di questo lavoro è stato quello di caratterizzare il sistema di duplicazione per poter ottimizzare la produzione del fascio verde. Infatti la produzione di seconda armonica dipende da diversi fattori sperimentali, quali la temperatura alla quale si trova il cristallo e la posizione del fuoco del fascio incidente rispetto al cristallo. Per prima cosa si sono ottimizzati i parametri del fascio infrarosso, cercando quelli per i quali la produzione di seconda armonica è maggiormente efficiente. Questo è stato effettuato caratterizzando il fascio per trovarne la posizione del fuoco e la sua larghezza. Nella seconda parte si è studiata l'efficienza di produzione di seconda armonica. La temperatura del cristallo influenza notevolmente la produzione di seconda armonica, quindi si è cercata la temperatura ottimale a cui l'efficienza di duplicazione è massima. Inoltre si è anche calcolata l'ampiezza massima delle oscillazioni di temperatura a cui è possibile sottoporre il cristallo senza uscire dalla zona in cui la duplicazione è efficiente. Per trovare la temperatura ottimale si è studiato l'andamento dell'efficienza in funzione della temperatura del cristallo. Analizzando questo andamento si sono anche verificati i coefficienti non lineari del cristallo dichiarati dal produttore.
Resumo:
Nel mondo della traduzione non sempre si può guardare esclusivamente alla qualità del testo di arrivo: ci sono scenari traduttivi, come quello oggetto del presente elaborato, in cui è necessario tener conto di altri fattori, in primis i costi per il committente e la produttività del traduttore. Con questo elaborato intendo dimostrare che per lo scenario traduttivo preso in esame, ossia la traduzione per un sito web di una grande quantità di ricette da parte di traduttori diversi, l’ausilio di un programma di traduzione assistita è da preferire, per produttività, coerenza traduttiva e contenimento dei costi, alla traduzione manuale e al post-editing della traduzione automatica. Per tale scopo, ho tradotto una ricetta con ciascuna di queste metodologie di lavoro, così da poterle mettere a confronto e potermi pronunciare, a seguito di un'analisi approfondita, circa il metodo migliore per lo scenario descritto.
Resumo:
Il presente elaborato offre una proposta di traduzione dal portoghese del racconto A Chuva Pasmada di Mia Couto, autore mozambicano contemporaneo vincitore del Premio Camões nel 2013. Il testo, considerato un esempio del realismo “animista”, è stato pubblicato nel 2004 dalla casa editrice portoghese Caminho e, dirigendosi a un pubblico prevalentemente adolescente e adulto, racconta la storia di un bambino nero e del suo villaggio, con uno stile molto originale. Nel libro la finzione si fonde con temi estremamente attuali come il razzismo e l’inquinamento, e un elemento semplicissimo come l’acqua viene mostrato nelle sue molteplici forme, ognuna delle quali acquisisce un diverso significato simbolico. Il lavoro si articola essenzialmente in tre capitoli: nel primo capitolo vi è una breve storia della letteratura mozambicana (indispensabile, a mio avviso, per comprendere le innovazioni introdotte da Mia Couto) e un’introduzione alle caratteristiche del racconto, il genere letterario tradizionalmente privilegiato in Mozambico e in altri paesi africani; il secondo capitolo è dedicato, invece, alla vita e allo stile di Mia Couto, all’autore del racconto A Chuva Pasmada, di cui vengono introdotte le caratteristiche principali; il terzo ed ultimo capitolo è composto dalla proposta di traduzione di A Chuva Pasmada e da una breve analisi delle scelte traduttive.
Resumo:
L’obiettivo del presente elaborato è di fornire una proposta di traduzione in italiano del racconto "A Rena e o Cisne" della scrittrice portoghese Catarina Fonseca, pubblicato all’interno della raccolta "Picante- Histórias que ardem na boca", dalla casa editrice di Lisbona, Casa das Letras nel 2011. Dopo aver delineato un breve profilo dell’autrice e dell’opera in questione, presenterò la mia proposta di traduzione del racconto in lingua italiana. Seguiranno poi una riflessione sul testo e un commento alla traduzione, nel quale saranno analizzate le maggiori difficoltà di traduzione e il modo in cui sono state risolte. Infine vi sarà una breve conclusione.
Resumo:
Il sottotitolaggio è importante oggetto di studio della traduzione audiovisiva. Un incarico di sottotitolaggio viene generalmente assunto da un traduttore che dovrà rimanere fedele alla funzione del testo originale cambiando il mezzo, da orale a scritto, rispettando una serie di parametri. Gli eventi TED sono noti per la diffusione di idee e di discorsi illuminanti, che è possibile anche grazie al sottotitolaggio dei video. In quest’elaborato ho proposto i miei sottotitoli per un discorso TEDx Amsterdam, un evento TED organizzato in modo indipendente. Il relatore è il fotografo Jimmy Nelson, creatore di Before They Pass Away, raccolta fotografica che documenta 35 delle ultime tribù al mondo. Il primo capitolo è dedicato a TED e al discorso tenuto da Nelson e presenta gli obiettivi comunicativi dei suoi viaggi. Il secondo è dedicato alla traduzione audiovisiva e all’esposizione dei criteri del sottotitolaggio. Il terzo capitolo tratta delle strategie utilizzate, degli ostacoli incontrati e della risoluzione di problemi durante il sottotitolaggio. L'elaborato si conclude con l’appendice contenente la trascrizione del discorso e i sottotitoli italiani.
Resumo:
L’origine di questo elaborato deriva dalla mia volontà di approcciarmi alla letteratura per l’infanzia e confrontarmi con un genere di traduzione mai affrontato prima d’ora. Ho suddiviso il mio lavoro in quattro capitoli. Nel primo capitolo presenterò brevemente la letteratura per l’infanzia e alcune soluzioni adottate nella traduzione di questo genere di opere. Procederò poi con la presentazione dell’autrice e dei suoi principali lavori, per poi concludere con un’introduzione del libro da me scelto e qualche riferimento a Le Petit Nicolas, il capolavoro al quale l’autrice Desmarteau si è ispirata. Nel secondo capitolo svolgerò un’analisi più approfondita del testo di partenza, soffermandomi in primo luogo sulle scelte lessicali adottate dall’autrice. In questa sezione esporrò le possibili difficoltà che a mio avviso si potrebbero riscontrare nella traduzione dei nomi propri, delle espressioni idiomatiche e dei riferimenti culturali . In seguito prenderò in esame il linguaggio giovanile e il ruolo delle immagini all’interno dell’opera. Nel terzo capitolo ho inserito il testo originale del capitolo che ho deciso di tradurre e la mia proposta di traduzione. Concludo infine con un commento generale della mia versione nel quale espongo alcune problematiche incontrate durante lo svolgimento del mio lavoro e le possibili soluzioni pensate.
Resumo:
Il lavoro consiste della traduzione di "Mono No Aware", racconto breve fantascientifico scritto da Ken Liu, vincitore degli Hugo Awards 2013, e dell'analisi della stessa. Nelle prime due sezioni dell'elaborato ho presentato l'autore, parlando dei suoi studi e dei suoi lavori, e il testo, parlando dei suoi temi e delle sue particolarità. Ho poi proseguito presentando la traduzione, ovvero i criteri su cui mi sono basato affinché il lavoro fosse di buona qualità. In seguito ho inserito la traduzione già corretta e revisionata e dopo di essa il commento, in cui ho evidenziato i punti problematici e le soluzioni trovate, corredate di esempi. Nelle conclusioni ho scritto le mie riflessioni sul lavoro eseguito, e infine ho aggiunto la sitografia e la bibliografia, seguite dal testo originale in appendice.
Resumo:
Il presente elaborato affronterà il tema dell’autotraduzione di due filastrocche verso l’inglese e il russo. A un capitolo introduttivo sull’autotraduzione di testi letterari e poetici, condito inoltre con una riflessione sulla traduzione in attiva e la relativa competenza di un parlante non nativo, seguiranno la presentazione dei testi e le proposte di traduzione. Il percorso traduttivo che è stato scelto di intraprendere è stato quello di impostare la traduzione verso la lingua straniera cercando di mantenere lo stesso schema di rime. Prima della conclusione, vi sarà un capitolo finale mirato a confrontare le due proposte in cui si metteranno in luce le varie difficoltà incontrate durante il processo traduttivo. Nel presente lavoro si focalizzerà l’attenzione sull’autotraduttore e la sua prospettiva unica nel suo genere che gli permette di prendersi libertà e di sentirsi il più legittimato a farlo dal momento che la sua opera gli appartiene. In particolar modo, si insisterà sul concetto di ri-scrittura di un testo da parte dell’autore. La ri-scrittura ha permesso infatti di estendere l’idea comunicata oltre che di illuminare retrospettivamente i testi originali.
Resumo:
Il presente elaborato consiste in una proposta di traduzione di poesie selezionate dall’opera della poetessa Vera Pavlova, un’autrice ormai affermata in Russia ma ancora poco conosciuta all’estero, soprattutto in Italia. Proprio per questo motivo si è deciso di presentarla al lettore italiano dal punto di vista biografico e artistico. Nel primo capitolo di questo elaborato ripercorreremo infatti la sua vita, sia privata che artistica, citandone gli eventi più importanti. A questa seguirà un’introduzione alla poesia di Vera Pavlova, affrontandone sinteticamente la dichiarazione di poetica analizzando alcuni dei suoi versi. Seguirà il commento in cui verranno spiegate le principali problematiche contro le quali ci si è scontrati durante il processo traduttivo. Infine concluderemo con una riflessione che cercherà di riassumere l’essenza dell’opera di Vera Pavlova. Infine verrà la traduzione delle poesie scelte , corredate da testo originale a fronte.
Resumo:
Lo scopo del lavoro di tesi, svolto presso gli stabilimenti della Ditan Color Srl di Palazzolo Acreide (SR), è stato quello di realizzare un rivestimento colorato a base acquosa per il settore edile avente uno spessore medio del film essiccato di circa 150 micron, rivestimento definito a “basso spessore”, da applicare con sistemi tradizionali (rullo, spray, pennello) su intonaci “civili”, a base di calce e/o cemento, rasature cementizie e su pitture minerali esistenti. La caratteristica peculiare di questa pittura è la presenza di un sistema sinergico di “leganti” costituito da resine acriliche, silossaniche e da silice colloidale a dimensioni nanometriche. La presenza di PV con leganti acrilici, acril/silossanici, minerali a base di calce aerea o silicato di potassio è una realtà da tempo consolidata. Il mercato offre moltissime soluzioni legate alle caratteristiche delle superfici da trattare, alle esigenze dei clienti o semplicemente alle aree geografiche. Con questo progetto si è valutata la possibilità di includere tra i leganti un nuovo componente, il gel di silice a dimensioni nanometriche (diametro delle particelle < 100 nm) e di monitorare le proprietà del prodotto finito. Le caratteristiche fondamentali per classificare il PV sono: l’adesione della pittura ai supporti, intesa come misurazione dell’aderenza per trazione diretta; la traspirabilità del film essiccato – con conseguente ruolo attivo del PV nello scambio tra ambiente interno ed esterno - intesa come determinazione del grado di trasmissione del vapore acqueo secondo la norma UNI EN ISO 7783; la resistenza all’acqua meteorica - con conseguente protezione dello stato e della salubrità delle murature - intesa come determinazione del grado di trasmissione dell’acqua liquida secondo la UNI EN 1062-3. Lo studio è iniziato con la messa a punto del tipo di sistema disperdente/bagnante e del suo dosaggio, quindi del dosaggio di pigmento TiO2. Successivamente è stato valutato il comportamento di una serie di sistemi leganti contenenti vari tipi di polimeri e l’effetto della presenza di silice colloidale. Infine, sulle formulazioni ottimizzate, sono state condotte prove di adesione al supporto, traspirabilità e resistenza all’acqua meteorica.
Resumo:
La tesi ha natura sperimentale ed è mirata alla valutazione, attraverso l’uso di un programma agli elementi finiti tridimensionale, dell’interazione tra lo scavo del pozzo di introduzione scudi e le Mura Aureliane adiacenti a Porta Asinaria, a Roma. La prima parte della tesi si è concentrata sulla caratterizzazione geotecnica, a partire dai dati ricavati dalle campagne d’indagine eseguite nel tempo. Una volta effettuata la caratterizzazione geotecnica si è passati alla calibrazione del modello costitutivo per il terreno; si è scelto di adottare un legame costitutivo elasto-plastico incrudente, l’Hardening Soil Model with Small Strain Stiffness. Si è quindi passati alla definizione geometrica e dei materiali, utilizzando i rilievi strutturali e topografici, e alla conseguente definizione dei parametri del modello costitutivo adottato per la muratura e per il nucleo interno. In questo caso è stato adottato il modello di Mohr-Coulomb. La geometria globale è stata infine importata dal programma di calcolo PLAXIS 3D a partire da un modello tridimensionale realizzato con il programma Autocad Civil 3D. L'analisi agli elementi finiti ha valutato la realizzazione di diverse configurazioni possibili riguardanti la modellazione del pozzo e di eventuali opere di mitigazione degli effetti, quali lo sbancamento a tergo delle Mura e il successivo rinterro, a scavo ultimato. Si è inoltre analizzata l’influenza provocata da un possibile degrado della muratura. In ultimo sono stati analizzati e commentati i risultati di ciascun’analisi eseguita, in termini di stati deformativi e tensionali, ponendo l’attenzione sulle differenze di comportamento rilevate nelle diverse configurazioni adottate.
Resumo:
Lo studio del comportamento a fatica dei componenti è uno degli aspetti principali della progettazione. I trattamenti superficiali permettono di migliorare la resistenza dei componenti sollecitati a fatica. A tale scopo, in questo documento sono stati analizzati alcuni trattamenti superficiali applicati a differenti materiali metallici per valutarne una eventuale applicazione.
Resumo:
Questo lavoro di Tesi è diviso essenzialmente in due parti. La prima parte consiste nello studio delle reazioni di decomposizione termica dei cluster di Chini [Pt3n(CO)6n]2– (n = 3-6) sia come sali sodici che come sali di tetra alchilammonio. Al variare delle condizioni di reazione si ottengono vari prodotti, a volte come specie singole, ma più spesso come miscele. Tra questi sono stati individuati i prodotti già noti [Pt19(CO)22]4-, [Pt24(CO)30]2–, [Pt26(CO)32]2-. Inoltre sono stati isolati e caratterizzati strutturalmente i nuovi cluster [Pt33(CO)38]2- e [Pt44(CO)45]2-. Nella seconda parte del lavoro di Tesi è stata studiata l'ossidazione di [Pt19(CO)22]4- con l'acido HBF4•(OCH2CH3)2. Anche questa reazione porta alla formazione di vari prodotti a seconda della quantità di acido impiegata e del tempo di reazione. Sono state individuate al momento le specie [Pt19(CO)22]3-, [Pt40(CO)40]6-, [Pt36(CO)44]2- e [Pt38(CO)44]2-. Tutte queste specie, tranne la prima, sono state caratterizzate strutturalmente. Le nuove specie [Pt33(CO)38]2- e [Pt36(CO)44]2- mostrano delle strutture ccp difettive riconducibili a quella di [Pt38(CO)44]2-. Il cluster [Pt44(CO)45]2- mostra invece una struttura compatta complessa ABCBA, che può essere vista come due frammenti ccp geminati tramite un piano di riflessione. Il cluster [Pt40(CO)40]6- rappresenta un raro caso (unico per i cluster di platino) di cluster con elevata nuclearità di struttura bcc. La struttura dei nanocluster molecolari ottenuti è stata determinata tramite cristallografia a raggi X su cristallo singolo e le proprietà redox di alcuni di questi cluster sono state investigate tramite voltammetria ciclica. Il profilo della voltammetria ciclica del [Pt33(CO)38]2– mostra una serie di processi redox, due ossidazioni e quattro riduzioni, che indicano alcune proprietà di reversibilità chimica permettendo così di individuare una serie di cluster strettamente correlati del tipo [Pt33(CO)38]n– (n=0-6) come suggeriscono anche gli studi IR spettroelettrochimici. Inoltre sono stati condotti studi 13C{1H}NMR di [Pt19(CO)22]4- arricchito isotopicamente con 13CO per investigare il comportamento di questa specie durante il processo ossidativo.
Resumo:
La saturazione del mercato del glicerolo, co-prodotto del biodiesel, ha portato allo sviluppo di nuovi processi che permettessero la sua trasformazione in composti a maggiore valore aggiunto. Uno dei principali processi di interesse è la sintesi diretta di acido acrilico, che prevede uno step di disidratazione, catalizzato da siti acidi, con l’ottenimento dell’acroleina, e un successivo step di ossidazione dell’aldeide insatura, mediato da siti redox, ad acido acrilico. Il compimento di entrambi gli step catalitici può essere effettuato mediante l’utilizzo di catalizzatori bifunzionali. I sistemi più promettenti sono costituiti da bronzi di tungsteno/vanadio con struttura esagonale. Per sviluppare ulteriormente tali sistemi è necessario determinare l’influenza di alcune loro caratteristiche, come l’acidità e le caratteristiche dello ioni vanadio, sulle prestazioni catalitiche. Lo scopo di questo lavoro ha riguardato lo studio dell’influenza dei centri acidi presenti nei bronzi esagonali di tungsteno/vanadio, e del ruolo dello ione vanadio, analizzando il comportamento catalitico di bronzi di tungsteno e di alluminofosfati.
Resumo:
In questa tesi viene affrontato il problema della stabilità delle strutture stellari da un punto di vista relativistico. La stella è approssimata ad un fluido perfetto a simmetria sferica, e le equazioni che ne governano la struttura vengono ricavate grazie alle risoluzione delle equazioni di campo della relatività generale in questo caso particolare. L'approssimazione di fluido perfetto permette anche di ricavare un'equazione di stato che lega densità di energia e pressione tramite un parametro, detto parametro di rigidità. Un'analisi del comportamento della materia al variare della densità consente di stabilire l'andamento di questo parametro, mentre uno studio delle piccole oscillazioni radiali della stella permette di stabilire quali sono i valori del parametro che consentono un equilibrio stabile. La stabilità risulta possibile in due differenti intervalli di densità, che corrispondono ai due tipici stadi finali dell'evoluzione stellare: nana bianca e stella di neutroni. Grazie alle equazioni che descrivono la struttura stellare è possibile stabilire, nei due intervalli di densità, quale sia il valore che la massa della stella non può superare: si ricavano il limite di Chandrasekhar e il limite di Oppenheimer-Volkoff. Infine viene mostrato come la relatività generale imponga un limite assoluto alla stabilità di una distribuzione di materia, sostenuta da una qualsiasi forza della natura: superato questo confine, la materia non può fare altro che collassare in un buco nero.