9 resultados para Sottotitoli Serie televisiva Romanzo
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
La ricerca si propone come studio teorico e analitico basato sulla traduzione letteraria e audiovisiva del genere diasporico, esemplificato nel romanzo The Namesake Lomonimo di J. Lahiri e nel film The Namesake Il destino nel nome di M. Nair. Si sviluppa, quindi, un doppio percorso di analisi, concentrandosi sulla traduzione interlinguistica di due modalit testuali differenti, quella letteraria (il testo narrativo) e quella audiovisiva (in particolare, il doppiaggio). Lapproccio teorico di stampo interdisciplinare, come risulta sempre pi imprescindibile nel campo dei Translation Studies: infatti, si cerca di coniugare prospettive di natura pi linguistica, quali i Descriptive Translation Studies (in particolare, Toury 1995) e lo sviluppo degli studi sui cosiddetti universali traduttivi, con approcci di stampo pi culturalista, in particolare gli studi sulla traduzione post-coloniali, con le loro riflessioni sui concetti di alterit e ibridismo. Completa il quadro teorico di riferimento una necessaria definizione e descrizione del genere diasporico relativo alla cultura indiana, in rapporto sia al contesto di partenza (statunitense) sia al contesto di arrivo (italiano) per entrambi i testi presi in considerazione. La metodologia scelta per lindagine principalmente di natura linguistica, con ladozione del modello elaborato dallo studioso J. Malone (1988). Lanalisi empirica, accompagnata da una serie di riflessioni teoriche e linguistiche specifiche, si concentra su tre aspetti cruciali per entrambe le tipologie testuali, quali: la resa della naturalezza dei dialoghi nel discorso letterario e in quello filmico, la rappresentazione del multiculturalismo e delle variet linguistiche caratterizzanti i due testi di partenza e i numerosi riferimenti culturo-specifici delle due opere e la loro traduzione in italiano. Si propongono, infine, alcune considerazioni in ottica intersemiotica in relazione alle tre aree individuate, a integrazione dellindagine in chiave interlinguistica.
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1,3,5Tris(N,N-dialkylamino)benzene derivatives are strongly activated neutral carbon nucleophiles able to stress some reactivity aspects toward more or less activated electrophilic substrates. These very interesting electron-rich benzenes have been firstly synthesized in 1967 and extensively studied. Their supernucleophilic character permits to perform reactions in particularly mild conditions, and make them suitable for mechanistic investigations. In many reactions they permit to isolate complexes in electrophilic aromatic reactions. The possibility to form moderately stable Wheland intermediates depends both, on the activation of the reagents and on the experimental conditions which makes slow the proton elimination in the re-aromatization process. In presence of a carbon super electrophile reagent as 4,6-dinitrobenzofuroxan or 4,6-dinitrotetrazolepiridine, 1,3,5tris(N,N-dialkylamino)benzene derivatives afford CC coupling products which are double complexes, Whelandlike on the 1,3,5-tris(N,N-dialkylamino)benzene moiety, and Meisenheimerlike on the electrophile moiety. We named these complexes as WhelandMeisenheimer (W-M) complexes. These complexes are moderately stable at low temperature and they were characterized by NMR spectroscopy methods. Others nucleophile reagents as 2-aminothiazole derivatives give a Wheland-Meisenheimer complex with 4,6-dinitrobenzofuroxan.
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Varcare le frontiere della Storia attraverso le storie personali dei suoi personaggi ha sempre affascinato la sensibilit creatrice di Anita Desai, i cui romanzi possono essere considerati un interessante esempio di letteratura di confine, che riesce nel difficile compito di misurarsi, con eleganza e sensibilit, nella rappresentazione delle pi feroci forme di marginalizzazione. Proponendo un dialogo tra alterit, che apre alle complessit storico-culturali in maniera del tutto a-ideologica e imparziale, la scrittrice indoinglese procede alla provincializzazione dellIndia attraverso le numerose ambivalenze prodotte nelle zone frontaliere analizzate. Dalla rappresentazione della frontiera identitaria esterna, ovvero dallambivalente rapporto intrattenuto con il colonizzatore/ex-colonizzatore inglese, alla rappresentazione della frontiera identitaria interna, ovvero lanalisi delle contraddittorie relazioni tra le componenti etniche del subcontinente, Desai arriva infine a problematizzare storie di ambivalenti processi di marginalizzazione prodotti da mondi culturali cos diversi come la Germania nazista, o gli indiani Huichol del lontano Messico, tracciando geografie culturali inedite della grande ragnatela della Storia. Desai riesce cos a recuperare voci liminali spesso trascurate dalla postcolonialit stessa, per riconfigurarle in unesplorazione profonda del comune destino dellumanit, voci straniate e stranianti che acquisiscono un vero e proprio status di agency discorsiva, proiettando la sua scrittura verso una dimensione cosmopolitica. Lopera di Desai diventa indubbiamente unopportunit concreta per scorgere nella differenza luniversalit di una comune umanit, vale a dire unopportunit per vedere nellalterit unidentit ribaltata.
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In questo lavoro si conduce unindagine sulle relazioni tra letteratura, diritto e scienze mediche allinterno del romanzo cosiddetto "giudiziario", sviluppatosi in Italia nel periodo compreso tra lUnit e i primi anni del XX secolo. La nostra analisi si concentra in particolare sulla costruzione della figura del delinquente, intesa come prodotto specifico della suddetta relazione interdisciplinare. In questa prospettiva, abbiamo rilevato che la caratterizzazione di tale figura costituisce il principale tra i procedimenti narrativi osservabili in vari romanzi del periodo postunitario. Concentrandoci inoltre sulla definizione del genere, abbiamo affrontato lormai annoso dibattito sulla nascita (quando non sullesistenza stessa) del poliziesco italiano, dimostrando come solo allinterno di una stretta relazione tra letteratura, diritto e scienze mediche sia possibile cogliere a pieno il valore di questi romanzi nel processo di costruzione dellidentit nazionale. Il lavoro diviso in due parti. Nella prima, di carattere storico, si propone una nuova definizione del genere "giudiziario", dopo aver vagliato e discusso le ipotesi sino ad ora avanzate dalla critica. Nella seconda parte si affrontano due casi di studio esemplari: La colonia felice di Carlo Dossi e Il romanzo di Misdea di Edoardo Scarfoglio. Su ognuno di essi abbiamo condotto unaccurata analisi testuale, che ci ha permesso di esaminare la caratterizzazione delle diverse figure delinquenti dimostrando lefficacia del metodo interdisciplinare adottato con particolare riguardo alle teorie di Cesare Lombroso.
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Riconoscendo limportanza delle traduzioni allinterno della cosiddetta repubblica democratica dellinfanzia, il lavoro analizza le prime traduzioni tedesche e italiane del classico della letteratura per linfanzia I ragazzi della Via Pl di Ferenc Molnr, al fine di metterne in luce i processi non solo prettamente traduttivi, ma anche pi ampiamente culturali, che hanno influenzato la prima ricezione del romanzo in due contesti linguistici spesso legati per tradizione storico-letteraria alla letteratura ungherese. Rispettando la descrizione ormai comunemente accettata della letteratura per ragazzi come luogo di interazione tra pi sistemi principalmente quello letterario, quello pedagogico e quello sociale , il lavoro ricostruisce innanzitutto le dinamiche proprie dei periodi storici di interesse, focalizzando lattenzione sulla discussione circa leducazione patriottica e militare del bambino. In relazione a questa tematica si approfondisce laspetto della leggerezza nellopera di Molnr, ricostruendo attraverso le recensioni del tempo la prima ricezione del romanzo in Ungheria e presentando i temi del patriottismo e del gioco alla guerra in dialogo con le caratteristiche linguistico-formali del romanzo. I risultati raggiunti una relativizzazione dellintento prettamente pedagogico a vantaggio di una visione critica della societ e del militarismo a tutti i costi vengono messi alla prova delle traduzioni. Lanalisi critica si basa su un esame degli elementi paratestuali, sullindividuazione di processi di neutralizzazione dellalterit culturale e infine sullesame delle isotopie del gioco alla guerra e dei simboli della patria. Si mostra come, pur senza un intervento censorio o manipolazioni sensibili al testo, molte traduzioni italiane accentuano laspetto patriottico e militaresco in chiave pedagogica. Soprattutto in Italia, il romanzo viene uniformato cos al contesto letterario ed educativo dellepoca, mentre in area tedesca la ricezione nellambito della letteratura per ragazzi sembra aprire al genere del romanzo delle bande.
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Oggetto di questa tesi lanalisi delle modalit di rappresentazione del trauma nel romanzo del Novecento e, in particolare, nelle opere di Samuel Beckett, Georges Perec e Agota Kristof. Fondamento dello studio sar una disamina dei procedimenti linguistici e narrativi di rappresentazione del trauma nelle prose degli autori citati, al fine tracciare le linee di unestetica in grado di descrivere le caratteristiche peculiari delle narrazioni in cui la dimensione antinarrativa della memoria traumatica assume il ruolo di principio estetico guida. Lanalisi si soffermer sulla cruciale relazione esistente, in tutti e tre gli autori, tra rappresentazione del trauma e sviluppo di strategie narrativi definibili come denegative. Lanalisi dei testi letterari condotta sulla base del corpus critico dei Trauma Studies, dellermeneutica della narrazione di stampo ricuriano e della teoria del linguaggio psicoanalitica e affiancata, ove possibile, da uno studio filologico-genetico dei materiali dautore. Alla luce di tali premesse, intendo rivalutare il carattere rappresentativo e testimoniale della letteratura del secolo scorso, in contrasto con la consuetudine a vedere nel romanzo novecentesco il trionfo dellantimimesi e il declino del racconto. Dal momento che le narrazioni traumatiche si costruiscono intorno e attraverso i vuoti di linguaggio, la tesi che siano proprio questi vuoti linguistici e narrativi (amnesie, acronie, afasie, lapsus, omissioni e mancanze ancora pi sofisticate come nel caso di Perec) a rappresentare, in modo mimetico, la realt apparentemente inaccessibile del trauma. Si tenter di dimostrare come questi nuovi canoni di rappresentazione non denuncino limpossibilit del racconto, bens una sfida al silenzio, celata in pi sottili e complesse convenzioni narrative, le quali mantengono un rapporto di filiazione indiretto per una via che potremmo definire denegativa con quelle del romanzo tradizionale.