970 resultados para metamateriali Spiral resonator trasmissione potenza


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En este trabajo se describe la miniaturización del diseño de un desfasador de cuadratura mediante líneas de transmisión metamaterial en tecnología microstrip. Para conseguir la miniaturización del diseño se utiliza la topología Spiral Resonator (SR). Los desfasadores de cuadratura han sido diseñados, fabricados y medidos. Mediante este proceso se ha consiguido un dispositivo metamaterial que presenta una reducción de un 77% del tamaño respecto a las líneas convencionales.

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I dispositivi impiantabili stanno acquisendo grande importanza nell’ambito delle applicazioni biomedicali, ciò è dovuto principalmente alla loro attitudine nell’adempiere funzioni di stimolazione, monitoraggio su organi interni e di comunicazione di segnali vitali al mondo esterno. La comunità scientifica, in particolare, concentra la sua attenzione sulle tecniche di alimentazione di tali dispositivi. Le batterie al litio hanno rappresentato, fino a qualche tempo fa, la sorgente di alimentazione primaria. Il bisogno crescente di minimizzare le dimensioni di questi dispositivi e migliorare la qualità di vita del paziente (evitare successive operazioni chirurgiche, rischi e infezioni a causa dei cavi percutanei), ha spinto nella ricerca di nuove soluzioni. Una di queste è rappresentata dalla Wireless Power Transfer (WPT). In questo lavoro di tesi, è stato proposto un sistema di alimentazione wireless transcutaneo. Il sistema sfrutta il principio dell’accoppiamento induttivo risonante, che consiste nella trasmissione di energia in campo vicino tra due risuonatori magneticamente accoppiati. Al fine di acquisire la massima efficienza, sono state effettuate operazioni di ottimizzazione geometrica sul trasmettitore e di adattamento sul modello circuitale. I software CST e LTspice hanno reso possibile le simulazioni sul sistema dal punto di vista elettromagnetico e circuitale. Gli sviluppi futuri prevedono di convalidare i risultati ottenuti realizzando prove “in vitro”.

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La Cognitive Radio è un dispositivo in grado di reagire ai cambiamenti dell’ambiente radio in cui opera, modificando autonomamente e dinamicamente i propri parametri funzionali tra cui la frequenza, la potenza di trasmissione e la modulazione. Il principio di base di questi dispositivi è l’accesso dinamico alle risorse radio potenzialmente non utilizzate, con cui utenti non in possesso di licenze possono sfruttare le frequenze che in un determinato spazio temporale non vengono usate, preoccupandosi di non interferire con gli utenti che hanno privilegi su quella parte di spettro. Devono quindi essere individuati i cosiddetti “spectrum holes” o “white spaces”, parti di spettro assegnate ma non utilizzate, dai quali prendono il nome i dispositivi.Uno dei modi per individuare gli “Spectrum holes” per una Cognitive Radio consiste nel cercare di captare il segnale destinato agli utenti primari; questa tecnica è nota con il nome di Spectrum Sensing e consente di ottenere essenzialmente una misura all’interno del canale considerato al fine di determinare la presenza o meno di un servizio protetto. La tecnica di sensing impiegata da un WSD che opera autonomamente non è però molto efficiente in quanto non garantisce una buona protezione ai ricevitori DTT che usano lo stesso canale sul quale il WSD intende trasmettere.A livello europeo la soluzione che è stata ritenuta più affidabile per evitare le interferenze sui ricevitori DTT è rappresentata dall’uso di un geo-location database che opera in collaborazione con il dispositivo cognitivo.Lo scopo di questa tesi è quello di presentare un algoritmo che permette di combinare i due approcci di geo-location database e Sensing per definire i livelli di potenza trasmissibile da un WSD.

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L'elaborato illustra una serie di modelli termici, che si differenziano principalmente per la loro accuratezza e velocità di calcolo, per essere in grado di scegliere il modello più adatto da utilizzare in relazione all'applicazione prevista e alle esigenze richieste. Per una migliore comprensione del problema, vengono introdotti inizialmente alcuni concetti generali legati alle temperature in gioco nei componenti elettronici di potenza e alla trasmissione del calore, poi si passa alla determinazione della sorgente del calore (ovvero le perdite) in un modulo IGBT. Vengono quindi descritti alcuni modelli che siano in grado di rappresentare il sistema in esame dal punto di vista termico. Infine viene implementato in Simulink uno dei modelli proposti, mettendo così in pratica gran parte dei concetti esposti. Per il calcolo delle perdite, per i modelli e per la simulazione ci si è concentrati su un determinato componente elettronico di potenza per entrare nel cuore di un problema termico. È stato scelto l’IGBT perché è un dispositivo relativamente nuovo, in continuo miglioramento ed è sempre più utilizzato.

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La maggior parte dei moderni dispositivi e macchinari, sia ad uso civile che industriale, utilizzano sistemi elettronici che ne supervisionano e ne controllano il funzionamento. All’ interno di questi apparati è quasi certamente impiegato un sistema di controllo digitale che svolge, anche grazie alle potenzialità oggi raggiunte, compiti che fino a non troppi anni or sono erano dominio dell’ elettronica analogica, si pensi ad esempio ai DSP (Digital Signal Processor) oggi impiegati nei sistemi di telecomunicazione. Nonostante l'elevata potenza di calcolo raggiunta dagli odierni microprocessori/microcontrollori/DSP dedicati alle applicazioni embedded, quando è necessario eseguire elaborazioni complesse, time-critical, dovendo razionalizzare e ottimizzare le risorse a disposizione, come ad esempio spazio consumo e costi, la scelta ricade inevitabilmente sui dispositivi FPGA. I dispositivi FPGA, acronimo di Field Programmable Gate Array, sono circuiti integrati a larga scala d’integrazione (VLSI, Very Large Scale of Integration) che possono essere configurati via software dopo la produzione. Si differenziano dai microprocessori poiché essi non eseguono un software, scritto ad esempio in linguaggio assembly oppure in linguaggio C. Sono invece dotati di risorse hardware generiche e configurabili (denominate Configurable Logic Block oppure Logic Array Block, a seconda del produttore del dispositivo) che per mezzo di un opportuno linguaggio, detto di descrizione hardware (HDL, Hardware Description Language) vengono interconnesse in modo da costituire circuiti logici digitali. In questo modo, è possibile far assumere a questi dispositivi funzionalità logiche qualsiasi, non previste in origine dal progettista del circuito integrato ma realizzabili grazie alle strutture programmabili in esso presenti.

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Context. The distribution of chemical abundances and their variation with time are important tools for understanding the chemical evolution of galaxies. In particular, the study of chemical evolution models can improve our understanding of the basic assumptions made when modelling our Galaxy and other spirals. Aims. We test a standard chemical evolution model for spiral disks in the Local Universe and study the influence of a threshold gas density and different efficiencies in the star formation rate (SFR) law on radial gradients of abundance, gas, and SFR. The model is then applied to specific galaxies. Methods. We adopt a one-infall chemical evolution model where the Galactic disk forms inside-out by means of infall of gas, and we test different thresholds and efficiencies in the SFR. The model is scaled to the disk properties of three Local Group galaxies (the Milky Way, M31 and M33) by varying its dependence on the star formation efficiency and the timescale for the infall of gas onto the disk. Results. Using this simple model, we are able to reproduce most of the observed constraints available in the literature for the studied galaxies. The radial oxygen abundance gradients and their time evolution are studied in detail. The present day abundance gradients are more sensitive to the threshold than to other parameters, while their temporal evolutions are more dependent on the chosen SFR efficiency. A variable efficiency along the galaxy radius can reproduce the present day gas distribution in the disk of spirals with prominent arms. The steepness in the distribution of stellar surface density differs from massive to lower mass disks, owing to the different star formation histories. Conclusions. The most massive disks seem to have evolved faster (i.e., with more efficient star formation) than the less massive ones, thus suggesting a downsizing in star formation for spirals. The threshold and the efficiency of star formation play a very important role in the chemical evolution of spiral disks. For instance, an efficiency varying with radius can be used to regulate the star formation. The oxygen abundance gradient can steepen or flatten in time depending on the choice of this parameter.

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Context. X-ray data analysis have found that fairly complex structures at cluster centres are more common than expected. Many of these structures have similar morphologies, which exhibit spiral-like substructure. Aims. It is not yet well known how these structures are formed or maintained. Understanding the origin of these spiral-like features at the centre of some clusters is the major motivation behind this work. Methods. We analyse deep Chandra observations of 15 nearby galaxy clusters ( 0.01 < z < 0.06), and use X-ray temperature and substructure maps to detect small features at the cores of the clusters. Results. We detect spiral-like features at the centre of 7 clusters: A85, A426, A496, Hydra A cluster, Centaurus, Ophiuchus, and A4059. These patterns are similar to those found in numerical hydrodynamic simulations of cluster mergers with non-zero impact parameter. In some clusters of our sample, a strong radio source also occupies the inner region of the cluster, which indicates a possible connection between the two. Our investigation implies that these spiral-like structures may be caused by off-axis minor mergers. Since these features occur in regions of high density, they may confine radio emission from the central galaxy producing, in some cases, unusual radio morphology.

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This article presents a triple-mode bandpass filter using a modified circular patch resonator. Etched slots in the resonator split the TM(1, 1, 0)(z) degenerate fundamental modes and also perturb the TM(2, 1, 0)(z) mode, approximating their resonant frequencies to form a third-order bandpass filter. A 2.42 GHz centered filter was designed and fabricated. Experimental results showed a fractional bandwidth of 29%, return loss better than 16 dB, insertion loss of 0.5 dB, and good second harmonic band rejection. The filter exhibited a size reduction of 51% compared with a filter using an unperturbed circular patch resonator at the same frequency. (C) 2008 Wiley Periodicals, Inc. Microwave Opt Technol Lett 51: 178-182, 2009; Published online in Wiley InterScience (www.interscience.wiley.com). DOI 10.1002/mop.23950

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This paper presents the results of a research on direct drinking water treatment through an ultrafiltration pilot plant unit using spiral-wound membranes (3500 MWCO). The source of water is the Guarapiranga Reservoir, an eutrophicated water body located in the metropolitan region of Sao Paulo, Brazil. The data were collected during a period of almost 3400 h, from August 2005 to January 2006. The main objective of the study was to evaluate the membrane production capacity and contaminant removal efficiency. It was verified that the system was able to produce a high quality permeate with a flow close to the specified by the membrane manufacturer. The average permeate flow was 19.7 L.h(-1).m(-2), at 467 kPa and 25 degrees C, with a global water recovery of almost 85%. The removal efficiencies for TOC, UV light absorption, and turbidity were 85%, 56%, and 95%, respectively. The results provide substantial evidence of the technical feasibility of spiral-wound UF membranes for direct drinking water treatment from euthrophicated sources, as an alternative for conventional drinking water treatment systems.

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Control of chaos in the single-mode optically pumped far-infrared (NH3)-N-15 laser is experimentally demonstrated using continuous time-delay control. Both the Lorenz spiral chaos and the detuned period-doubling chaos exhibited by the laser have been controlled. While the laser is in the Lorenz spiral chaos regime the chaos has been controlled both such that the laser output is cw, with corrections of only a fraction of a percent necessary to keep it there, and to period one. The laser has also been controlled while in the period-doubling chaos regime, to both the period-one and -two states.

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A method is presented for including path propagation effects into models of radiofrequency resonators for use in magnetic resonance imaging. The method is based on the use of Helmholtz retarded potentials and extends our previous work on current density models of resonators based on novel inverse finite Hilbert transform solutions to the requisite integral equations. Radiofrequency phase retardation effects are most pronounced at high field strengths (frequencies) as are static field perturbations due to the magnetic materials in the resonators themselves. Both of these effects are investigated and a novel resonator structure presented for use in magnetic resonance microscopy.

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The origin of M32, the closest compact elliptical galaxy (cE), is a long-standing puzzle of galaxy fort-nation in the Local Group. Our N-body/smoothed particle hydrodynamics simulations suggest a new scenario in which the strong tidal field of M31 can transform a spiral galaxy into a compact elliptical galaxy. As a low-luminosity spiral galaxy plunges into the central region of M31, most of the outer stellar and gaseous components of its disk are dramatically stripped as a result of M31's tidal field. The central bulge component, on the other hand, is just weakly influenced by the tidal field, owing to its compact configuration, and retains its morphology. M31's strong tidal field also induces rapid gas transfer to the central region, triggers a nuclear starburst, and consequently forms the central high-density and more metal-rich stellar populations with relatively young ages. Thus, in this scenario, M32 was previously the bulge of a spiral galaxy tidally interacting with M31 several gigayears ago. Furthermore, we suggest that cE's like M32 are rare, the result of both the rather narrow parameter space for tidal interactions that morphologically transform spiral galaxies into cE's and the very short timescale (less than a few times 10(9) yr) for cE's to be swallowed by their giant host galaxies (via dynamical friction) after their formation.

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Neuropeptide Y (NPY) is an important neuromodulator found in central and peripheral neurons. NPY was investigated in the peripheral auditory pathway of conventional housed rats and after nontraumatic sound stimulation in order to localize the molecule and also to describe its response to sound stimulus. Rats from the stimulation experiment were housed in monitored sound-proofed rooms. Stimulated animals received sound stimuli (pure tone bursts of 8 kHz, 50 ms duration presented at a rate of 2 per second) at an intensity of 80 dB sound pressure level for 1 hr per day during 7 days. After euthanizing, rat cochleae were processed for one-color immunohistochemistry. The NPY immunoreactivity was detected in inner hair cells (IHC) and also in pillar and Deiters` cells of organ of Corti, and in the spiral ganglion putative type I (1,009 m3) and type II (225 m3) neurons. Outer hair cells (OHC) showed light immunoreaction product. Quantitative microdensitometry showed strong and moderate immunoreactions in IHC and spiral ganglion neurons, respectively, without differences among cochlear turns. One week of acoustic stimulation was not able to induce changes in the NPY immunoreactivity intensity in the IHC of cochlea. However, stimulated rats showed an overall increase in the number of putative type I and type II NPY immunoreactive spiral ganglion neurons with strong, moderate, and weak immunolabeling. Localization and responses of NPY to acoustic stimulus suggest an involvement of the neuropeptide in the neuromodulation of afferent transmission in the rat peripheral auditory pathway.

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Objective. To evaluate the influence of shaft design on the shaping ability of 3 rotary nickel-titanium (NiTi) systems. Study design. Sixty curved mesial canals of mandibular molars were used. Specimens were scanned by spiral tomography before and after canal preparation using ProTaper, ProFile, and ProSystem GT rotary instruments. One-millimeter-thick slices were scanned from the apical end point to the pulp chamber. The cross-sectional images from the slices taken earlier and after canal preparation at the apical, coronal, and midroot levels were compared. Results. The mean working time was 137.22 +/- 5.15 s. Mean transportation, mean centering ratio, and percentage of area increase were 0.022 +/- 0.131 mm, 0.21 +/- 0.11, and 76.90 +/- 42.27%, respectively, with no statistical differences (P > .05). Conclusions. All instruments were able to shape curved mesial canals in mandibular molars to size 30 without significant errors. The differences in shaft designs seemed not to affect their shaping capabilities.