907 resultados para Western Springs
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This layer is a georeferenced raster image of the historic, topographic paper map entitled: Chicago and vicinity, Ill.-Ind. : sheet no. 2 of 3 (Chicago Loop), 1953, mapped, edited, and published by the Geological Survey. It was published in 1957. Scale 1:24,000. The source map was compiled from 1:24,000 scale maps of Chicago Loop, River Forest, Elmhurst, Hinsdale, Berwyn, Englewood, Jackson Park, Calumet Lake, Blue Island, Palos Park, and Sag Bridge, 1953 7.5 minute quadrangles. Hydrography from U.S. Lake Survey Charts 75 (1:120,000), 751 (1:60,000), 752 (1:15,000), and 755 (1:15,000). This layer is image 2 of 3 total images of the three sheet source map. The image inside the map neatline is georeferenced to the surface of the earth and fit to the Illinois East State Plane Coordinate System NAD27 (in Feet) (Fipszone 1201). All map collar and inset information is also available as part of the raster image, including any inset maps, profiles, statistical tables, directories, text, illustrations, index maps, legends, or other information associated with the principal map. This is a typical topographic map portraying both natural and manmade features. It shows and names works of nature, such as mountains, valleys, lakes, rivers, vegetation, etc. It also identify the principal works of humans, such as roads, railroads, boundaries, transmission lines, major buildings, etc. Relief is shown with standard contour intervals of 5 feet. Depths shown by isolines and soundings. This layer is part of a selection of digitally scanned and georeferenced historic maps from The Harvard Map Collection as part of the Imaging the Urban Environment project. Maps selected for this project represent major urban areas and cities of the world, at various time periods. These maps typically portray both natural and manmade features at a large scale. The selection represents a range of regions, originators, ground condition dates, scales, and purposes.
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Sanidine separates from pumice of the early Miocene Peach Springs Tuff are concordantly dated at 18.5 ± 0.2 Ma by two isotopic techniques. The Peach Springs Tuff is the only known unit that can be correlated between isolated outcrops of Miocene strata from the central Mojave Desert of southeastern California to the western Colorado Plateau in Arizona, across five structural provinces, a distance of 350 km. Thus the age of the Peach Springs Tuff is important to structural and paleogeographic reconstructions of a large region. Biotite and sanidine separates from bulk samples of the Peach Springs Tuff from zones of welding and vapor-phase alteration have not produced consistent ages by the K-Ar method. Published ages of mineral separates from 17 localities ranged from 16.2 to 20.5 Ma. Discordant 40Ar/39Ar incremental release spectra were obtained for one biotite and two of the sanidine separates. Ages that correspond to the last gas increments are as old as 27 Ma. The 40Ar/39Ar incremental release determinations on sanidine separated from blocks of Peach Springs Tuff pumice yield ages of 18.3 ± 0.3 and 18.6 ± 0.4 Ma. Laser fusion measurements yield a mean age of 18.51 ± 0.10. The results suggest that sanidine and biotite K-Ar ages older than about 18.5 Ma are due to inherited Ar from pre-Tertiary contaminants, which likely were incorporated into the tuff during deposition. Sanidine K-Ar ages younger than 18 Ma probably indicate incomplete extraction of radiogenic 40Ar, whereas laser fusion dates of biotite and hornblende younger than 18 Ma likely are due to postdepositional alteration. Laser fusion ages as high as 19.01 Ma on biotite grains from pumice suggest that minerals from pre-Tertiary country rocks also were incorporated in the magma chamber.
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The Bushranger Copper project is a known porphyry-style copper deposit located roughly 150 km west of Sydney in New South Wales, Australia. Monterey pines (Pinus radiata) growing over the mineralization were cored and their rings were counted. Segments of the core representing growth between 2003 and 2008 were selected, digested in nitric acid, and analyzed via ICP-MS. This time span was selected because there was the least variation in tree ring width among all samples during these years, indicating uniform growth. The relative concentrations of the pathfinder elements Al, Cu, Mo, Pb and Zn were highest in the south-western corner of the area. Based on the data this area is the most prospective area to conduct further exploration efforts.
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The "Northern tour", Philadelphia, 1825, was the work of H.D. Gilpin.
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Bibliography: p. 24-25.
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Il presente lavoro ha lo scopo di comprendere i processi sottesi ai pattern di coesistenza tra le specie di invertebrati sorgentizi, distinguendo tra dinamiche stocastiche e deterministiche. Le sorgenti sono ecosistemi complessi e alcune loro caratteristiche (ad esempio l’insularità, la stabilità termica, la struttura ecotonale “a mosaico”, la frequente presenza di specie rare ed endemiche, o l’elevata diversità in taxa) le rendono laboratori naturali utili allo studio dei processi ecologici, tra cui i processi di assembly. Al fine di studiare queste dinamiche è necessario un approccio multi-scala, per questo motivi sono state prese in considerazione tre scale spaziali. A scala locale è stato compiuto un campionamento stagionale su sette sorgenti (quattro temporanee e tre permanenti) del Monte Prinzera, un affioramento ofiolitico vicino alla città di Parma. In questa area sono stati valutati l’efficacia e l’impatto ambientale di diversi metodi di campionamento e sono stati analizzati i drivers ecologici che influenzano le comunità. A scala più ampia sono state campionate per due volte 15 sorgenti della regione Emilia Romagna, al fine di identificare il ruolo della dispersione e la possibile presenza di un effetto di niche-filtering. A scala continentale sono state raccolte informazioni di letteratura riguardanti sorgenti dell’area Paleartica occidentale, e sono stati studiati i pattern biogeografici e l’influenza dei fattori climatici sulle comunità. Sono stati presi in considerazione differenti taxa di invertebrati (macroinvertebrati, ostracodi, acari acquatici e copepodi), scegliendo tra quelli che si prestavano meglio allo studio dei diversi processi in base alle loro caratteristiche biologiche e all’approfondimento tassonomico raggiungibile. I campionamenti biologici in sorgente sono caratterizzati da diversi problemi metodologici e possono causare impatti sugli ambienti. In questo lavoro sono stati paragonati due diversi metodi: l’utilizzo del retino con un approccio multi-habitat proporzionale e l’uso combinato di trappole e lavaggio di campioni di vegetazione. Il retino fornisce dati più accurati e completi, ma anche significativi disturbi sulle componenti biotiche e abiotiche delle sorgenti. Questo metodo è quindi raccomandato solo se il campionamento ha come scopo un’approfondita analisi della biodiversità. D’altra parte l’uso delle trappole e il lavaggio della vegetazione sono metodi affidabili che presentano minori impatti sull’ecosistema, quindi sono adatti a studi ecologici finalizzati all’analisi della struttura delle comunità. Questo lavoro ha confermato che i processi niche-based sono determinanti nello strutturare le comunità di ambienti sorgentizi, e che i driver ambientali spiegano una rilevante percentuale della variabilità delle comunità. Infatti le comunità di invertebrati del Monte Prinzera sono influenzate da fattori legati al chimismo delle acque, alla composizione e all’eterogeneità dell’habitat, all’idroperiodo e alle fluttuazioni della portata. Le sorgenti permanenti mostrano variazioni stagionali per quanto riguarda le concentrazioni dei principali ioni, mentre la conduttività, il pH e la temperatura dell’acqua sono più stabili. È probabile che sia la stabilità termica di questi ambienti a spiegare l’assenza di variazioni stagionali nella struttura delle comunità di macroinvertebrati. L’azione di niche-filtering delle sorgenti è stata analizzata tramite lo studio della diversità funzionale delle comunità di ostracodi dell’Emilia-Romagna. Le sorgenti ospitano più del 50% del pool di specie regionale, e numerose specie sono state rinvenute esclusivamente in questi habitat. Questo è il primo studio che analizza la diversità funzionale degli ostracodi, è stato quindi necessario stilare una lista di tratti funzionali. Analizzando il pool di specie regionale, la diversità funzionale nelle sorgenti non è significativamente diversa da quella misurata in comunità assemblate in maniera casuale. Le sorgenti non limitano quindi la diversità funzionale tra specie coesistenti, ma si può concludere che, data la soddisfazione delle esigenze ecologiche delle diverse specie, i processi di assembly in sorgente potrebbero essere influenzati da fattori stocastici come la dispersione, la speciazione e le estinzioni locali. In aggiunta, tutte le comunità studiate presentano pattern spaziali riconoscibili, rivelando una limitazione della dispersione tra le sorgenti, almeno per alcuni taxa. Il caratteristico isolamento delle sorgenti potrebbe essere la causa di questa limitazione, influenzando maggiormente i taxa a dispersione passiva rispetto a quelli a dispersione attiva. In ogni caso nelle comunità emiliano-romagnole i fattori spaziali spiegano solo una ridotta percentuale della variabilità biologica totale, mentre tutte le comunità risultano influenzate maggiormente dalle variabili ambientali. Il controllo ambientale è quindi prevalente rispetto a quello attuato dai fattori spaziali. Questo risultato dimostra che, nonostante le dinamiche stocastiche siano importanti in tutte le comunità studiate, a questa scala spaziale i fattori deterministici ricoprono un ruolo prevalente. I processi stocastici diventano più influenti invece nei climi aridi, dove il disturbo collegato ai frequenti eventi di disseccamento delle sorgenti provoca una dinamica source-sink tra le diverse comunità. Si è infatti notato che la variabilità spiegata dai fattori ambientali diminuisce all’aumentare dell’aridità del clima. Disturbi frequenti potrebbero provocare estinzioni locali seguite da ricolonizzazioni di specie provenienti dai siti vicini, riducendo la corrispondenza tra gli organismi e le loro richieste ambientali e quindi diminuendo la quantità di variabilità spiegata dai fattori ambientali. Si può quindi concludere che processi deterministici e stocastici non si escludono mutualmente, ma contribuiscono contemporaneamente a strutturare le comunità di invertebrati sorgentizi. Infine, a scala continentale, le comunità di ostracodi sorgentizi mostrano chiari pattern biogeografici e sono organizzate lungo gradienti ambientali principalmente collegati altitudine, latitudine, temperatura dell’acqua e conducibilità. Anche la tipologia di sorgente (elocrena, reocrena o limnocrena) è influente sulla composizione delle comunità. La presenza di specie rare ed endemiche inoltre caratterizza specifiche regioni geografiche.
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The Mediterranean is regarded as a region of intense climate change. To better understand future climate change, this area has been the target of several palaeoclimate studies which also studied stable isotope proxies that are directly linked to the stable isotope composition of water, such as tree rings, tooth enamel or speleothems. For such work, it is also essential to establish an isotope hydrology framework of the region of interest. Surface waters from streams and lakes as well as groundwater from springs on the island of Corsica were sampled between 2003 and 2009 for their oxygen and hydrogen isotope compositions. Isotope values from lake waters were enriched in heavier isotopes and define a local evaporation line (LEL). On the other hand, stream and spring waters reflect the isotope composition of local precipitation in the catchment. The intersection of the LEL and the linear fit of the spring and stream waters reflect the mean isotope composition of the annual precipitation (dP) with values of -8.6(±0.2) per mil for d18O and -58(±2) per mil for d2H. This value is also a good indicator of the average isotope composition of the local groundwater in the island. Surface water samples reflect the altitude isotope effect with a value of -0.17(±0.02) per mil per 100 m elevation for oxygen isotopes. At Vizzavona Pass in central Corsica, water samples from two catchments within a lateral distance of only a few hundred metres showed unexpected but systematic differences in their stable isotope composition. At this specific location, the direction of exposure seems to be an important factor. The differences were likely caused by isotopic enrichment during recharge in warm weather conditions in south-exposed valley flanks compared to the opposite, north-exposed valley flanks.
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The Bushranger Copper project is a known porphyry-style copper deposit located roughly 150 km west of Sydney in New South Wales, Australia. Monterey pines (Pinus radiata) growing over the mineralization were cored and their rings were counted. Segments of the core representing growth between 2003 and 2008 were selected, digested in nitric acid, and analyzed via ICP-MS. This time span was selected because there was the least variation in tree ring width among all samples during these years, indicating uniform growth. The relative concentrations of the pathfinder elements Al, Cu, Mo, Pb and Zn were highest in the south-western corner of the area. Based on the data this area is the most prospective area to conduct further exploration efforts.