985 resultados para Vita Emiliani


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[EN] What is Braulio asking from Eugenius in this passage: that he requires a Mass to be celebrated (where?) in honour of San Millán, or that Eugenius himself writes the Mass, or, simply, some parts or prayers for it? Firstly, translations and interpretations provided by scholars to date are checked and criticized; then an interpretation of the passage is proposed, being based on textual criticism approaches, on the work context and on the cultural environment in which this work takes place.

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[ES] En este trabajo se pretende realizar un estudio histórico-filológico de algunos puntos centrales de 'Vita Emiliani' y que responden a las preguntas siguientes: ¿Por qué Braulio de Zaragoza, uno de los obispos más importantes de la Hispania visigótica, escribe la vida de San Millán, un eremita, un santo un tanto singular, con asomos polémicos y aristas molestas? ¿Qué vinculación tenía la familia altoeclesiástica de Braulio con el centro monástico de San Millán? ¿Por qué se eligio a Braulio para escribir la 'Vita'? ¿cCómo reaccionó Braulio ante esa solicitud? ¿Pretendió Braulio dibujar un santo nacional para la Hispania visigótica? ¿Quería Braulio hacer de Millán un modelo ortodoxo frente a los arrianos y/o priscilianistas? ¿Se escribió 'Vita Emiliani' con una finalidad y textura apologética? ¿Nació 'V. Em.' para una función y uso litúrgico? ¿Qué clase de público leería 'V. Em.'? Además, en los dos primeros puntos del trabajo se intenta precisar la fecha de composición de 'V. Em.' mediante la discusión de los datos pertinentes, y se da un sucinto panorama de la historia de su autoría.

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[EN] We try to prove, with arguments taken from the texts, that the person named "Fruinianus", to whom Braulio de Saragossa addresses his letters XIII and XIV in his epistolary, is the same Frunimianus as the one from the introductory letter to 'Vita Emiliani', that is, Braulio's brother.

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[ES] El autor examina el motivo de la presencia del diablo en la hagiografía latina de la Hispania visigótica y medieval, centrándose para ello en la 'Vita Emiliani' de Braulio de Zaragoza, en la 'Replicatio sermonum aprima conversione' de Valerio de Bierzo y en la 'Vita Martini Legionensis' de Lucas de Tuy. Y, en apéndice final, se estudian las locuciones y términos latinos mediante los cuales Braulio de Zaragoza designa al diablo.

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研究了用VITA条件采样方法壁湍猝发的门限值与壁湍流猝发平均周期之间的关系,根据用壁湍流流向脉动速度自相关函数检测得到的壁湍流猝发平均周期,确定壁,湍猝发VITA条件采样的门限值K。

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引入了子波变换的方法来确定检测壁湍流猝发事件的VITA法的短时间平均周期T。为了确定VITA法的短时间平均周期T,用子波变换对热膜测速仪测量得到的湍流边界层近壁区域的流向脉动速度的时间序列进行了分解,分解在时域和频域同时进行,根据每一个尺度的子波系数的模的平方在时域的积分得到壁湍流每一个尺度的脉动动能随尺度的分布,用能量最大准则确定与壁湍流猝发事件的时间尺度对应的能量最大的尺度,该尺度也就是VITA法的短时间平均周期T。

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Afonso de Ulloa, escritor espanhol, nasceu em Zamora na primeira metade do século XVl e morreu em Veneza, Itália, em 1580. Filho de Francisco de Ulloa, oficial que esteve na África com Carlos V, seguiu também a carreira das armas, estabelecendo-se depois em Veneza. Desempenhou várias missões diplomáticas, escreveu muitas obras e traduziu para o italiano, língua que conhecia tanto quanto a materna, autores espanhóis e portugueses. Quanto à obra Vita, et fatti dell' invitissimo imperatore Carlo Qvinto.. . sabe-se que foi pela primeira vez impressa em Veneza em 1560 por Vincenzo Valgrisio e que foi muitas vezes reeditada. Salvo pela época, a edição supra referenciada não oferece grande interesse artístico, mas há uma interessante gravura com a efígie de Carlos V.

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Actas coordinadas por Maurilio Pérez González

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This thesis examines the late seventh-century Latin Life of Columba (Vita Columbae) in a context sympathetic to the spiritual aims and formative intellectual background of its author, Adomnán of Iona. It argues that the Vita Columbae is a sophisticated work, shaped by Adomnán’s spiritual and theological concerns. This sophistication is revealed by a forensic examination of Adomnán’s representation of Columba’s sanctity through a series of miracles, in particular, miracle stories depicting divine manifestations of fire and light. This thesis considers the form and function of these miracle stories in the context of biblical, patristic and medieval interpretations of their archetypes, towards revealing the underlying influence of scriptural, hagiographical and monastic models of sanctity. Chapter one evaluates the function of the Vita Columbae, and outlines the core themes of sanctity which pervade the work, by considering the technical terminology and literary devices found in the opening prefaces in the context of the wider monastic tradition. Chapter two examines Adomnán’s use of biblical models of sanctity to establish Columba’s sanctity, and their relationship between these models and certain miraculous episodes in the Vita Columbae. Chapter three investigates Adomnán’s description of the Holy Spirit as an illuminating fire, and its significance for his portrayal of the saint, by means of a forensic examination of biblical, exegetical and hagiographical treatments of the image. Chapter four examines the missiological, soteriological and providential elements contributing to Adomnán’s portrayal of Columba’s sanctity, as conveyed through the presence of biblical models, particularly the image of the column of fire. Chapter five establishes the influence of monastic examinations of the contemplative life on Adomnán’s portrayal of Columba’s sanctity, and shows how that sanctity is confirmed in terms of his ability to contemplate divine light.

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La Tesi è incentrata sulle figure di D. Dinis e Isabel d’Aragona, reali del Portogallo (fine del XIII-prima metà del XIV secolo), e si focalizza sul processo di creazione e trasmissione della memoria, elaborato e messo in atto dai sovrani nel corso della loro esistenza. L’atto finale di questo annoso processo fu la realizzazione dei loro monumenti funebri creati per essere conservati nella chiesa del monastero cistercense di São Bernardo e São Dinis di Odivelas, la tomba del re, e nella chiesa del monastero di Santa Clara e Santa Isabel di Coimbra, quella della regina. Infatti, in modo del tutto inedito rispetto alla tradizione precedente, i re commissionarono e videro in vita realizzati i sepolcri che avrebbero dovuto preservare la loro memoria per l’Eternità. Essi furono concepiti a priori come parte integrante del progetto monumentale più vasto costituito dagli edifici monastici che li avrebbero dovuti custodire. In tale prospettiva, è stata rivolta particolare attenzione alla storia del monastero di Odivelas, assurto a pantheon della Monarchia, seppure per breve tempo, e al monastero di Coimbra, ultima dimora della regina Isabel una volta fallito il progetto del pantheon reale a causa della guerra civile che sconvolse il regno del Portogallo tra il 1319 e il 1324. Oltre ai sepolcri reali, sono state prese in esame alcune opere di architettura e di scultura legate alla committenza regia – in coppia o individualmente –, in particolare tre tombe coeve, due delle quali destinate ad altrettanti membri della famiglia reale. All’interno di questa Tesi, i monumenti funebri esaminati sono stati considerati non solo come strumento privilegiato per la commemorazione del defunto, ma anche come forieri di un preciso messaggio indirizzato a tutti coloro che avrebbero fruito della loro visione. Così, l’iconografia dei sepolcri è stata analizzata alla luce della spiritualità e della religiosità dei sovrani, oltre che dal punto di vista stilistico e formale. Come premessa allo studio prettamente storico-artistico, inizialmente sono stati approfonditi i rapporti tra il regno del Portogallo e la Sede Apostolica al momento dell’ascesa al trono di D. Dinis e, successivamente, il tema della guerra civile che vide contrapporsi il re e il principe, il futuro Alfonso IV. A questo scopo, integra la Tesi un’Appendice documentaria che presenta 64 documenti, la maggior parte dei quali inediti. Questo studio intende dimostrare come il Portogallo dionisino si collochi pienamente nell’orbita culturale mediterranea e proporre nuove affermazioni, considerazioni ed ipotesi rispetto ai re Dinis e Isabel, alle loro vicende storiche e personali e alla memoria di sé che vollero trasmettere ai posteri.

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In questo inizio di secolo, la nuova organizzazione sociale del lavoro pone una serie di domande e di sfide ai ricercatori che intendono aiutare le persone a progettare la loro vita lavorativa. Nell'era della globalizzazione anche per quanto riguarda il career counseling, abbiamo deciso di affrontare queste problematiche e di dare delle risposte che si caratterizzassero come innovative attraverso la costituzione di un forum di discussione internazionale. Si è proceduto in questo modo per evitare le difficoltà che generalmente si incontrano quando si mettono a punto dei modelli e dei metodi in un Paese e poi si esportano in altre culture con l'intento di adattarli alle stesse. Questo articolo presenta i primi risultati della collaborazione che si è registrata - un modello e dei metodi per la consulenza di orientamento. Il modello per l'intervento nell'ambito dell'approccio Life Design si caratterizza per cinque presupposti relativi al modo di vedere le persone e la loro vita lavorativa. Essi riguardano le possibilità contestuali, i processi dinamici, i progressi non-lineari, le molteplici prospettive e la presenza di pattern personali. Partendo da questi cinque presupposti abbiamo messo a punto un modello basato sull'epistemologia del costruzionismo sociale, che sostiene che la conoscenza e l'identità di un individuo sono i prodotti dell'interazione sociale e che il significato è costruito attraverso il discorso. Questo approccio fa riferimento anche alla teoria della costruzione di sé di Guichard (2005) e della costruzione della vita professionale di Savickas (2005), che descrivono le azioni utili a facilitare la progettazione del proprio futuro. Particolare attenzione viene data agli interventi nel corso dell'arco di vita, olistici, contestuali e preventivi.