870 resultados para Vetroresine, fibre corte
Resumo:
Il lavoro di tesi, svolto presso l’Istituto di Scienza e Tecnologia dei Materiali Ceramici (ISTEC-CNR, Faenza, RA), ha affrontato la produzione e la caratterizzazione di ceramici a base di boruro di zirconio (ZrB2) con lo scopo di valutare l’efficacia delle fibre corte di carbonio come potenziale rinforzo. Il boruro di zirconio appartiene a una famiglia di materiali noti come UHTC (Ultra-High Temperature Ceramics) caratterizzati da elevato punto di fusione e in grado di mantenere la resistenza meccanica e operare con limitata ossidazione a temperature superiori ai 2000°C. Il principale ostacolo nella produzione dei materiali a base di ZrB2 è il processo di sintesi, infatti, a causa della loro elevata temperatura di fusione, per ottenere un materiale completamente denso è necessario utilizzare processi a temperatura e pressione elevati (T > 2000°C e P > 30 MPa), condizioni che vanno ad influenzare la microstruttura della matrice e delle fibre e di conseguenza le proprietà meccaniche del materiale. L’aggiunta di additivi di sinterizzazione idonei permette di ottenere materiali perfettamente densi anche a temperature e pressioni inferiori. Tuttavia lo ZrB2 non viene ampiamente utilizzato per applicazioni strutturali a causa della sua fragilità, per far fronte alla sua bassa tenacità il materiale viene spesso rinforzato con una fase allungata (whiskers o fibre). È già oggetto di studi l’utilizzo di fibre corte e whiskers di SiC per tenacizzare lo ZrB2, tuttavia la forte interfaccia che viene a crearsi tra fibra e matrice, che non permette il pull-out delle fibre, ci porta a credere che una fibra che non tenda a reagire con la matrice, presentando un’interfaccia più debole, possa portare ad una tenacizzazione più efficace. Per questo scopo sono stati realizzati mediante pressatura a caldo due materiali rinforzati con fibre corte di carbonio: ZrB2 + 5% vol MoSi2 + 8% vol fibre di carbonio e [ZrB2 + 2 % peso C] + 8% vol fibre di carbonio, indicati rispettivamente con Z5M_Cf e Z2C_Cf. Sono stati analizzati e discussi diversi aspetti del materiale rinforzato tra cui: il comportamento di densificazione durante la pressatura a caldo, l’evoluzione della microstruttura della matrice, la distribuzione e la morfologia delle fibre, l’influenza del rinforzo sulle proprietà meccaniche di durezza e tenacità e sulla resistenza all’ossidazione. L’elaborato è strutturato come segue: inizialmente sono state introdotte le caratteristiche generali dei ceramici avanzati tra cui le proprietà, la produzione e le applicazioni; successivamente è stata approfondita la descrizione dei materiali a base di boruro di zirconio, in particolare i processi produttivi e l’influenza degli additivi di sinterizzazione sulla densificazione e sulle proprietà; ci si è poi concentrati sull’effetto di una seconda fase allungata per il rinforzo del composito. Per quanto riguarda la parte sperimentale vengono descritte le principali fasi della preparazione e caratterizzazione dei materiali: le materie prime, disperse in un solvente, sono state miscelate mediante ball-milling, successivamente è stato evaporato il solvente e la polvere ottenuta è stata formata mediante pressatura uniassiale. I campioni, dopo essere stati sinterizzati mediante pressatura uniassiale a caldo, sono stati tagliati e lucidati a specchio per poter osservare la microstruttura. Quest’ultima è stata analizzata al SEM per studiare l’effetto dell’additivo di sinterizzazione (MoSi2 e carbonio) e l’interfaccia tra matrice e fase rinforzante. Per approfondire l’effetto del rinforzo sulle proprietà meccaniche sono state misurate la durezza e la tenacità del composito; infine è stata valutata la resistenza all’ossidazione mediante prove in aria a 1200°C e 1500°C. L’addizione di MoSi2 ha favorito la densificazione a 1800°C mediante formazione di una fase liquida transiente, tuttavia il materiale è caratterizzato da una porosità residua di ~ 7% vol. L’addizione del carbonio ha favorito la densificazione completa a 1900°C grazie alla reazione dall’additivo con gli ossidi superficiali dello ZrB2. La microstruttura delle matrici è piuttosto fine, con una dimensione media dei grani di ~ 2 μm per entrambi i materiali. Nel caso del materiale con Z5M_Cf sono presenti nella matrice particelle di SiC e fasi MoB derivanti dalla reazione dell’additivo con le fibre e con la matrice; invece nel materiale Z2C_Cf sono presenti grani di carbonio allungati tra i bordi grano, residui delle reazioni di densificazione. In entrambi i materiali le fibre sono distribuite omogeneamente e la loro interfaccia con la matrice è fortemente reattiva. Nel caso del materiale Z5M_Cf si è formata una struttura core-shell con lo strato più esterno formato da SiC, formato dalla reazione tra il siliciuro e la fibra di C. Nel caso del materiale Z2C_Cf non si forma una vera e propria interfaccia, ma la fibra risulta fortemente consumata per via dell’alta temperatura di sinterizzazione. I valori di durezza Vickers dei materiali Z5M_Cf e Z2C_Cf sono rispettivamente 11 GPa e 14 GPa, valori inferiori rispetto al valore di riferimento di 23 GPa dello ZrB2, ma giustificati dalla presenza di una fase meno dura: le fibre di carbonio e, nel caso di Z5M_Cf, anche della porosità residua. I valori di tenacità dei materiali Z5M_Cf e Z2C_Cf, misurati con il metodo dell’indentazione, sono rispettivamente 3.06 MPa·m0.5 e 3.19 MPa·m0.5. L’osservazione, per entrambi i materiali, del fenomeno di pull-out della fibra, sulla superficie di frattura, e della deviazione del percorso della cricca, all’interno della fibra di carbonio, lasciano supporre che siano attivi questi meccanismi tenacizzanti a contributo positivo, unitamente al contributo negativo legato allo stress residuo. La resistenza all’ossidazione dei due materiali è confrontabile a 1200°C, mentre dopo esposizione a 1500°C il materiale Z5M_Cf risulta più resistente rispetto al materiale Z2C_Cf grazie alla formazione di uno strato di SiO2 protettivo, che inibisce la diffusione dell’ossigeno all’interno della matrice. Successivamente, sono stati considerati metodi per migliorare la densità finale del materiale e abbassare ulteriormente la temperatura di sinterizzazione in modo da minimizzare la degenerazione della fibra. Da ricerca bibliografica è stato identificato il siliciuro di tantalio (TaSi2) come potenziale candidato. Pertanto è stato prodotto un terzo materiale a base di ZrB2 + Cf contenente una maggiore quantità di siliciuro (10% vol TaSi2) che ha portato ad una densità relativa del 96% a 1750°C. Questo studio ha permesso di approcciare per la prima volta le problematiche legate all’introduzione delle fibre di carbonio nella matrice di ZrB2. Investigazioni future saranno mirate alla termodinamica delle reazioni che hanno luogo in sinterizzazione per poter analizzare in maniera più sistematica la reattività delle fibre nei confronti della matrice e degli additivi. Inoltre riuscendo ad ottenere un materiale completamente denso e con fibre di carbonio poco reagite si potrà valutare la reale efficacia delle fibre di carbonio come possibili fasi tenacizzanti.
Resumo:
Descrizione di varie tipologie di stratificati di fibre per l'ottenimento di manufatti molto economici rispetto a soluzioni precedentemente realizzate.
Resumo:
L’utilizzo di materiali compositi come i calcestruzzi fibrorinforzati sta diventando sempre più frequente e diffuso. Tuttavia la scelta di nuovi materiali richiede una approfondita analisi delle loro caratteristiche e dei loro comportamenti. I vantaggi forniti dall’aggiunta di fibre d’acciaio ad un materiale fragile, quale il calcestruzzo, sono legati al miglioramento della duttilità e all'aumento di assorbimento di energia. L’aggiunta di fibre permette quindi di migliorare il comportamento strutturale del composito, dando vita ad un nuovo materiale capace di lavorare non solo a compressione ma anche in piccola parte a trazione, ma soprattutto caratterizzato da una discreta duttilità ed una buona capacità plastica. Questa tesi ha avuto come fine l’analisi delle caratteristiche di questi compositi cementizi fibrorinforzati. Partendo da prove sperimentali classiche quali prove di trazione e compressione, si è arrivati alla caratterizzazione di questi materiali avvalendosi di una campagna sperimentale basata sull’applicazione della norma UNI 11039/2003. L’obiettivo principale di questo lavoro consiste nell’analizzare e nel confrontare calcestruzzi rinforzati con fibre di due diverse lunghezze e in diversi dosaggi. Studiando questi calcestruzzi si è cercato di comprendere meglio questi materiali e trovare un riscontro pratico ai comportamenti descritti in teorie ormai diffuse e consolidate. La comparazione dei risultati dei test condotti ha permesso di mettere in luce differenze tra i materiali rinforzati con l’aggiunta di fibre corte rispetto a quelli con fibre lunghe, ma ha anche permesso di mostrare e sottolineare le analogie che caratterizzano questi materiali fibrorinforzati. Sono stati affrontati inoltre gli aspetti legati alle fasi della costituzione di questi materiali sia da un punto di vista teorico sia da un punto di vista pratico. Infine è stato sviluppato un modello analitico basato sulla definizione di specifici diagrammi tensione-deformazione; i risultati di questo modello sono quindi stati confrontati con i dati sperimentali ottenuti in laboratorio.
Resumo:
Il mondo dei materiali compositi è in continua espansione, e sono sempre di più le aziende che richiedono componenti prodotti con questi materiali, uno dei quali è la fibra di carbonio. Tali aziende producono inevitabilmente scarti di lavorazione derivanti dal taglio di sagome dai fogli di fibra di carbonio; questi ritagli rappresentano ancora una buona materia prima, che, se ben conservata, può essere utilizzata per la fabbricazione di prodotti secondari. Così facendo sarà possibile ridurre il costo di smaltimento della fibra, e, al contempo, ottenere manufatti in fibra di carbonio a basso costo. È in questo contesto che rientra il lavoro e la ricerca di questo elaborato il cui obbiettivo è riutilizzare gli sfridi di lavorazione per realizzare protesi di piede a basso costo in fibra di carbonio. Un ulteriore attenzione è stata posta al metodo di fabbricazione della protesi, il quale deve risultare semplice da realizzare. Per questa ragione si è deciso che la pressione durante la cottura fosse da applicare per via meccanica, attraverso la presenza di uno stampo e di un controstampo, serrati tramite collegamenti bullonati. Nell’elaborato sarà descritto il lavoro svolto per l’ottenimento della forma e della disposizione degli strati di fibra di carbonio, basato su simulazione di modelli ad elementi finiti, che ha condotto alle migliori sagome e al miglior orientamento delle fibre negli strati di materiale composito. Sarà inoltre illustrato il metodo utilizzato per ottenere lo stampo, e le procedure da seguire per la realizzazione del prototipo di protesi. Saranno infine illustrati i risultati ottenuti dalle prove di caratterizzazione di due prototipi differenti, uno ottenuto con fibre intere, e uno realizzato con fibre corte.
Resumo:
The objective of this study was to investigate the effect of the application of N fertilizer and the cutting age on the dry biomass production of elephant grass. The experiment was performed with the variety Paraiso and planted in a Ferralsol in 2008 in the district of Gurupi (State of Tocantins). Four different rates of urea application were tested (0, 50, 100 and 150 kg ha(-1)) and harvests were made at 120, 150 or 180 days after germination (DAG) of the setts. The dry matter and total N accumulation were evaluated. Dry matter production increased with dose of N, the greatest effect being observed at 180 DAG. There was a linear increase in dry matter (R-2 = 0.75**) and N accumulation (R-2 = 0.96**) permitting a productivity of 34 t ha(-1) of dry matter and an accumulation of 471 kg N ha(-1). The N utilization efficiency (biomass production per unit of applied N) increased with plant age. The higher efficiency of N use favored the quality of biomass production for energy production owing to the higher fibre content.
Resumo:
This paper compares and reviews the recommendations and contents of the guide for the design and construction of externally bonded FRP systems for strengthening concrete structures reported by ACI committee 440 and technical report of Externally bonded FRP reinforcement for RC structures (FIB 14) in application of carbon fiber reinforced polymer (CFRP) composites in strengthening of an aging reinforced concrete headstock. The paper also discusses the background, limitations, strengthening for flexure and shear, and other related issues in use of FRP for strengthening of a typical reinforced concrete headstock structure such as durability, de-bonding, strengthening limits, fire and environmental conditions. A case study of strengthening of a bridge headstock using FRP composites is presented as a worked example in order to illustrate and compare the differences between these two design guidelines when used in conjunction with the philosophy of the Austroads (1992) bridge design code.
Resumo:
Patients with idiopathic small fibre neuropathy (ISFN) have been shown to have significant intraepidermal nerve fibre loss and an increased prevalence of impaired glucose tolerance (IGT). It has been suggested that the dysglycemia of IGT and additional metabolic risk factors may contribute to small nerve fibre damage in these patients. Twenty-five patients with ISFN and 12 aged-matched control subjects underwent a detailed evaluation of neuropathic symptoms, neurological deficits (Neuropathy deficit score (NDS); Nerve Conduction Studies (NCS); Quantitative Sensory Testing (QST) and Corneal Confocal Microscopy (CCM)) to quantify small nerve fibre pathology. Eight (32%) patients had IGT. Whilst all patients with ISFN had significant neuropathic symptoms, NDS, NCS and QST except for warm thresholds were normal. Corneal sensitivity was reduced and CCM demonstrated a significant reduction in corneal nerve fibre density (NFD) (Pb0.0001), nerve branch density (NBD) (Pb0.0001), nerve fibre length (NFL) (Pb0.0001) and an increase in nerve fibre tortuosity (NFT) (Pb0.0001). However these parameters did not differ between ISFN patients with and without IGT, nor did they correlate with BMI, lipids and blood pressure. Corneal confocal microscopy provides a sensitive non-invasive means to detect small nerve fibre damage in patients with ISFN and metabolic abnormalities do not relate to nerve damage.
Resumo:
Condition monitoring on rails and train wheels is vitally important to the railway asset management and the rail-wheel interactions provide the crucial information of the health state of both rails and wheels. Continuous and remote monitoring is always a preference for operators. With a new generation of strain sensing devices in Fibre Bragg Grating (FBG) sensors, this study explores the possibility of continuous monitoring of the health state of the rails; and investigates the required signal processing techniques and their limitations.
Resumo:
Sandwich components have emerged as light weight, efficient, economical, recyclable and reusable building systems which provide an alternative to both stiffened steel and reinforced concrete. These components are made of composite materials in which two metal face plates or Glassfibre Reinforced Cement (GRC) layers are bonded and form a sandwich with light weight compact polyurethane (PU) elastomer core. Existing examples of product applications are light weight sandwich panels for walls and roofs, Sandwich Plate System (SPS) for stadia, arena terraces, naval construction and bridges and Domeshell structures for dome type structures. Limited research has been conducted to investigate performance characteristics and applicability of sandwich or hybrid materials as structural flooring systems. Performance characteristics of Hybrid Floor Plate Systems comprising GRC, PU and Steel have not been adequately investigated and quantified. Therefore there is very little knowledge and design guidance for their application in commercial and residential buildings. This research investigates performance characteristics steel, PU and GRC in Hybrid Floor Plate Systems (HFPS) and develops a new floor system with appropriate design guide lines.
Resumo:
Fibre composite structures have become the most attractive candidate for civil engineering applications. Fibre reinforced plastic polymer (FRP) composite materials have been used in the rehabilitation and replacement of the old degrading traditional structures or build new structures. However, the lack of design standards for civil infrastructure limits their structural applications. The majority of the existing applications have been designed based on the research and guidelines provided by the fibre composite manufacturers or based on the designer’s experience. It has been a tendency that the final structure is generally over-designed. This paper provides a review on the available studies related to the design optimization of fibre composite structures used in civil engineering such as; plate, beam, box beam, sandwich panel, bridge girder, and bridge deck. Various optimization methods are presented and compared. In addition, the importance of using the appropriate optimization technique is discussed. An improved methodology, which considering experimental testing, numerical modelling, and design constrains, is proposed in the paper for design optimization of composite structures.
Resumo:
The aim of this study was to prepare and characterise composites of Soluble potato starch or hydroxypropylated maize starch with milled sugar cane fibre (i.e., bagasse). Prior to the preparation of the starch-fibre composites, the ‘cast’ and the ‘hot-pressed’ methods were investigated for the preparation of starch films in order to select the preferred preparation method. The physicochemical and mechanical properties of films conditioned at different relative humidities (RHs) were determined through moisture uptake, crystallinity, glass transition temperature (Tg), thermal properties, molecular structure and tensile tests. Hot-pressed starch films have ~5.5% less moisture, twice the crystallinity (~59%), higher Tg and Young’s modulus than cast starch films. The VH-type starch polymorph was observed to be present in the hot-pressed films. The addition of bagasse fibre to both starch types, prepared by hot-pressing, reduced the moisture uptake by up to 30% (cf., cast film) at 58% RH. The addition of 5 wt% fibre increased the tensile strength and Young’s modulus by 16% and 24% respectively. It significantly decreased the tensile strain by ~53%. Fourier Transform infrared (FT-IR) spectroscopy revealed differences in hydrogen bonding capacity between the films with fibre and those without fibre. The results have been explained on the basis of the intrinsic properties of starch and bagasse fibres.