71 resultados para Tiberio
Resumo:
[cat] Aquest article se centra en la significació i transcendència de l"assignatura d"Anatomia artística a l"Escola de Belles Arts de Barcelona durant la segona meitat del segle XIX i principis de segle XX. S"empren, com a fil conductor, les figures de Jeroni Faraudo i Condeminas (1823-1886) i de Tiberio Ávila Rodríguez (1843-1932), els dos primers professors que impartiren la matèria i que romanen, en l"actualitat, pràcticament inèdits. El coneixement de l"ideari de Faraudo i d"Ávila permet completar el panorama de l"evolució de les idees estètiques a la Catalunya del moment i, alhora, contribueix a la comprensió de l"erosió de la primacia de l"antic en l"aprenentatge oficial de les arts a Catalunya. [spa] Este artículo se centra en la significación y transcendencia de la asignatura de Anatomía artística en la Escuela de Bellas Artes de Barcelona durante la segunda mitad del siglo XIX y principios de siglo XX. Se emplean, como hilo conductor, las figuras de Gerónimo Faraudo Condeminas (1823-1886) y de Tiberio Ávila Rodríguez (1843-1932), los dos primeros profesores que impartieron la materia y que permanecen, en la actualidad, prácticamente inéditos. El conocimiento del ideario de Faraudo y de Ávila permite completar el panorama de la evolución de las ideas estéticas en la Cataluña del momento y, al mismo tiempo, contribuye a la comprensión de la erosión de la primacía del antiguo en el aprendizaje oficial de las artes en Cataluña. [eng]This article focuses on the subject of Artistic Anatomy at the Barcelona School of Fine Arts during the second half of the 19th and early 20th centuries, discussing its signification. The connecting thread of this article are Jeroni Faraudo i Condeminas (1823-1886) and Tiberio Ávila Rodríguez (1843-1932), its first two teachers, who remain nowadays practically unknown. The knowledge of their ideas completes the history of contemporary Catalan aesthetics and also contributes to the comprehension of the erosion in the primacy of the use of ancient models in the official artistic teaching in Catalonia.
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[cat] Aquest article se centra en la significació i transcendència de l"assignatura d"Anatomia artística a l"Escola de Belles Arts de Barcelona durant la segona meitat del segle XIX i principis de segle XX. S"empren, com a fil conductor, les figures de Jeroni Faraudo i Condeminas (1823-1886) i de Tiberio Ávila Rodríguez (1843-1932), els dos primers professors que impartiren la matèria i que romanen, en l"actualitat, pràcticament inèdits. El coneixement de l"ideari de Faraudo i d"Ávila permet completar el panorama de l"evolució de les idees estètiques a la Catalunya del moment i, alhora, contribueix a la comprensió de l"erosió de la primacia de l"antic en l"aprenentatge oficial de les arts a Catalunya. [spa] Este artículo se centra en la significación y transcendencia de la asignatura de Anatomía artística en la Escuela de Bellas Artes de Barcelona durante la segunda mitad del siglo XIX y principios de siglo XX. Se emplean, como hilo conductor, las figuras de Gerónimo Faraudo Condeminas (1823-1886) y de Tiberio Ávila Rodríguez (1843-1932), los dos primeros profesores que impartieron la materia y que permanecen, en la actualidad, prácticamente inéditos. El conocimiento del ideario de Faraudo y de Ávila permite completar el panorama de la evolución de las ideas estéticas en la Cataluña del momento y, al mismo tiempo, contribuye a la comprensión de la erosión de la primacía del antiguo en el aprendizaje oficial de las artes en Cataluña. [eng]This article focuses on the subject of Artistic Anatomy at the Barcelona School of Fine Arts during the second half of the 19th and early 20th centuries, discussing its signification. The connecting thread of this article are Jeroni Faraudo i Condeminas (1823-1886) and Tiberio Ávila Rodríguez (1843-1932), its first two teachers, who remain nowadays practically unknown. The knowledge of their ideas completes the history of contemporary Catalan aesthetics and also contributes to the comprehension of the erosion in the primacy of the use of ancient models in the official artistic teaching in Catalonia.
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Questa tesi ha per argomento l'analisi linguistica della traduzione italiana del Treatise of electricity di Tiberio Cavallo (1777) ad opera di Ferdinando Fossi – Trattato completo d'elettricità – (1779). Con questo studio, che prende in esame un particolare episodio letterario, si è inteso esaminare un momento della storia del lessico scientifico italiano al fine di individuarne le peculiarità e sottolinearne le differenze rispetto ai corrispettivi di altre lingue, con speciale attenzione alla lingua inglese. I capitoli introduttivi riportano notizie biografiche e sulla formazione di T. Cavallo e F. Fossi. Nel terzo capitolo viene delineato un quadro della formazione e costituzione del lessico elettrologico italiano, seguendone l'evoluzione nel cinquantennio '40/'90 del XVIII secolo. Una parte della tesi è poi dedicata al fenomeno culturale rappresentato dalle scienze elettriche in cui si inscrive la traduzione del Treatise. Sono qui riportate notizie relative alla fortuna mondana dell'elettricità, per le quali si è attinto a carteggi, documenti d'archivio, testi antichi e studi moderni. L'analisi linguistica vera e propria si è basata sul confronto tra il testo originale di Tiberio Cavallo e la traduzione di Ferdinando Fossi. Partendo dal Treatise abbiamo isolato particolari gruppi di parole: 1) voci corrispondenti a termini propri dei fenomeni elettrici; 2) verbi; 3) strumenti scientifici. Per ognuna della voci abbiamo controllato la ricorsività; poi abbiamo cercato i traducenti corrispondenti, suddividendoli in “corrispondenze assolute” – il traducente è corrispettivo del termine originale –, “corrispondenze mancate” – variazioni nella traduzione di termini ripetuti costantemente –, “tendenza omologatrice” – traduzione univoca di termini semanticamente simili –. Un capitolo sulla lettura critica della traduzione spiega come da parte del Fossi si sia rilevata una sostanziale e sistematica assenza di sensibilità per la precisione terminologica che caratterizza il testo di Cavallo; ove si dimostra che il testo inglese insiste sulla ripetizione dei termini – già stabilizzati e facenti parte di un corpus omogeneo e condiviso –, mentre il testo italiano predilige il ricorso alla "variatio", ricercando una migliore resa stilistica d'insieme piuttosto che la precisione scientifica. Il momento storico-linguistico preso in esame attraverso il particolare caso della traduzione del Treatise vede la lingua italiana sprovvista di una lessico elettrico univoco e condiviso. Complici di questa mancata corrispondenza alle esigenze del linguaggio scientifico moderno sono certamente pregiudizi di ordine retorico, che esaltano l'importanza dello stile e alimentano il disprezzo per i tecnicismi, ma anche e soprattutto la diffusione di traduzioni eterogenee, che danno atto ad una moltiplicazione semantica dei termini realmente in grado di ritardare la formazione di un corpus lessicale condiviso dalla comunità scientifica italiana.
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Il lungo processo che avrebbe portato Ottaviano alla conquista del potere e alla fondazione del principato è scandito da alcuni momenti chiave e da diversi personaggi che ne accompagnarono l'ascesa. Prima ancora che sul campo di battaglia, il figlio adottivo di Cesare riuscì a primeggiare per la grande capacità di gestire alleanze e rapporti personali, per la grande maestria con la quale riuscì a passare da capo rivoluzionario a rappresentante e membro dell'aristocrazia tradizionale. Non fu un cammino facile e lineare e forse il compito più difficile non fu sbaragliare gli avversari ad Azio, ma conservare un potere che gli fu costantemente contestato. Ancora dopo il 31 a.C., infatti, in più di un'occasione, Augusto fu chiamato a difendere la sua creatura (il principato) e a procedere a modificarne costantemente base di potere e struttura: solamente attraverso questa fondamentale, minuziosa, ma nascosta opera, egli riuscì a porre le basi per una struttura di potere destinata a durare immutata almeno per un secolo. In base a queste premesse, la ricerca è organizzata secondo un duplice criterio cronologico, inserendo -all'interno della cornice rappresentata dagli eventi- una partizione che tenga presente ulteriori cesure e momenti determinanti. Il proposito è quello di sottolineare come all'interno di un regno unitario, caratterizzato dalla permanenza di un unico sovrano, sia possibile intravedere l'alternarsi di situazioni storiche diverse, di rapporti di forze, alleanze e unioni in virtù delle quali si determinino orientamenti differenti nell'ambito tanto della politica interna quanto di quella esterna.
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D.S. [d. i. vermutl. Daniel Sudermann]
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Extracted from "Atti dell'Accademia di archeologia, lettere e belle arti", vol. XXII.
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"Representado por primera vez en el Teatro del Príncipe, el día 22 de marzo de 1860" - port.-
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Title vignette.
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Deeply conflicting views on the political situation of Judaea under the Roman prefects (6-41 c.e.) have been offered. According to some scholars, this was a period of persistent political unrest and agitation, whilst according to a widespread view it was a quiescent period of political calm (reflected in Tacitus’ phrase sub Tiberio quies). The present article critically examines again the main available sources –particularly Josephus, the canonical Gospels and Tacitus– in order to offer a more reliable historical reconstruction. The conclusions drawn by this survey calls into question some widespread and insufficiently nuanced views on the period. This, in turn, allows a reflection on the non-epistemic factors which might contribute to explain the origin of such views.
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The importance of lung tissue in asthma pathophysiology has been recently recognized. Although nitric oxide mediates smooth muscle tonus control in airways, its effects on lung tissue responsiveness have not been investigated previously. We hypothesized that chronic nitric oxide synthase (NOS) inhibition by N-omega-nitro-L-arginine methyl ester (L-NAME) may modulate lung tissue mechanics and eosinophil and extracellular matrix remodeling in guinea pigs with chronic pulmonary inflammation. Animals were submitted to seven saline or ovalbumin exposures with increasing doses (1 similar to 5 mg/ml for 4 wk) and treated or not with L-NAME in drinking water. After the seventh inhalation (72 h), animals were anesthetized and exsanguinated, and oscillatory mechanics of lung tissue strips were performed in baseline condition and after ovalbumin challenge (0.1%). Using morphometry, we assessed the density of eosinophils, neuronal NOS (nNOS)- and inducible NOS (iNOS)-positive distal lung cells, smooth muscle cells, as well as collagen and elastic fibers in lung tissue. Ovalbumin-exposed animals had an increase in baseline and maximal tissue resistance and elastance, eosinophil density, nNOS- and iNOS-positive cells, the amount of collagen and elastic fibers, and isoprostane-8-PGF(2 alpha) expression in the alveolar septa compared with controls (P < 0.05). L-NAME treatment in ovalbumin-exposed animals attenuated lung tissue mechanical responses (P < 0.01), nNOS- and iNOS-positive cells, elastic fiber content (P < 0.001), and isoprostane-8-PGF(2 alpha) in the alveolar septa (P < 0.001). However, this treatment did not affect the total number of eosinophils and collagen deposition. These data suggest that NO contributes to distal lung parenchyma constriction and to elastic fiber deposition in this model. One possibility may be related to the effects of NO activating the oxidative stress pathway.