319 resultados para GARI SOLIDA
Resumo:
Evalúa el recurso almeja (Gari solida) en los bancos naturales de Bahía Independencia entre el 30 de agosto y 3 de setiembre de 2000 con la finalidad de conocer el estado de su población. Los resultados muestran que el recurso se encontró en parches ralos e irregulares dentro de las tres zonas evaluadas (Pan de Azúcar, La Pampa y El Ancla) y que presenta altos porcentajes de ejemplares menores a la talla mínima legal (75 mm), alterando el desarrollo de la semilla y no permitiendo su recuperación poblacional.
Resumo:
Presenta los resultados de la evaluación de la almeja en las principales áreas de extracción de la Bahía Independencia - Pisco, realizadas entre febrero de 1996 y julio de 1998. Muestra que la población de este recurso presenta gran variación decreciente en los principales bancos naturales de la bahía durante 1997-1998, impulsado por el Fenómeno El Niño que generó condiciones negativas del recurso, convirtiendo a la almeja en una de las especies más afectadas del litoral.
Resumo:
En junio 2010, se efectuó la evaluación poblacional de almeja Gari solida en los principales bancos naturales de bahía Independencia: El Ancla, Pan de Azúcar y La Pampa para determinar su distribución, concentración, estructura por tamaños y magnitud poblacional. Los resultados evidenciaron una disminución de la biomasa y población, respecto a agosto del 2008, en 44,9% y 56,2%, respectivamente. La densidad por unidad de muestreo fluctuó entre 1 y 47 ind.m-2, las mayores densidades medias se encontraron en Pan de Azúcar (5,06 ind.m-2), La Pampa (2,42 ind.m-2) y menor densidad en El Ancla (0,57 ind.m-2). La biomasa total se calculó en 336,96 t (± 19,9%) y la población en 8,48 millones de individuos (± 19,85%), el 22,1% de la biomasa correspondió a ejemplares con tamaño mínimo de extracción (TME ≥75 mm). Las tallas de 792 ejemplares analizados fluctuaron entre 4 y 95 mm de longitud valvar, con moda en 65 mm y media en 57,5 mm. El rendimiento promedio del pie con respecto al peso total fue de 1: 9,5.
Resumo:
En los alrededores de la isla San Lorenzo, en el 2014, bimensualmente se efectuaron muestreos en siete estaciones, monitoreando a los bivalvos Argopecten purpuratus, Glycymeris ovata y los crustáceos Romaleon polyodon, Cancer coronatus, Cancer porteri y Hepatus chilensis; también, se efectuaron experimentos de marcación y recaptura para determinar tasas de crecimiento en A. purpuratus, G. ovata, Semele spp., Gari solida y Protothaca thaca. A. purpuratus fue más abundante a finales del año, periodo en el que (como en el 2013) se registraron mayores valores de oxígeno a nivel de fondo del mar. R. polyodon presentó tendencia creciente de la talla media y biomasa. C. coronatus fue observado frecuentemente al norte de la isla San Lorenzo con densidades máximas de 10,67 ejemplares.10min. El cangrejo Platymera gaudichaudii fue observado solo en diciembre con densidades medias de 24 ejemplares.10 min de buceo. Se marcaron 7214 ejemplares y recapturaron 2730 ejemplares. G. ovata tuvo el 80% de recaptura y A. purpuratus 24%. Las tasas de crecimiento presentaron tendencias decrecientes a mayores tallas en todas las especies. En G. ovata la tasa de crecimiento fue mayor en ejemplares liberados en La Pampa diferente al comportamiento en Cabinzas; también se observaron diferencias entre las almejas Semele spp. y Gari solida. La abundancia de G. ovata en mayo y setiembre fue de hasta 190 ejemplares y 648,6 g por m². Las mayores densidades se registraron al noroeste de la isla San Lorenzo, mayor incidencia de esta especie estuvo en el substrato formado por conchuela molida. El rendimiento de G. ovata fue mayor en el área La Pampa respecto a Cabinzas, Palomino y Mal Nombre.
Resumo:
[Traditions. Asie. Inde. Province de Madras [i.e. Chennai]]
Resumo:
An increasing number of patients suffering from cardiovascular disease, especially coronary artery disease (CAD), are treated with aspirin and/or clopidogrel for the prevention of major adverse events. Unfortunately, there are no specific, widely accepted recommendations for the perioperative management of patients receiving antiplatelet therapy. Therefore, members of the Perioperative Haemostasis Group of the Society on Thrombosis and Haemostasis Research (GTH), the Perioperative Coagulation Group of the Austrian Society for Anesthesiology, Reanimation and Intensive Care (ÖGARI) and the Working Group Thrombosis of the European Society of Cardiology (ESC) have created this consensus position paper to provide clear recommendations on the perioperative use of anti-platelet agents (specifically with semi-urgent and urgent surgery), strongly supporting a multidisciplinary approach to optimize the treatment of individual patients with coronary artery disease who need major cardiac and non-cardiac surgery. With planned surgery, drug eluting stents (DES) should not be used unless surgery can be delayed for ≥12 months after DES implantation. If surgery cannot be delayed, surgical revascularisation, bare-metal stents or pure balloon angioplasty should be considered. During ongoing antiplatelet therapy, elective surgery should be delayed for the recommended duration of treatment. In patients with semi-urgent surgery, the decision to prematurely stop one or both antiplatelet agents (at least 5 days pre-operatively) has to be taken after multidisciplinary consultation, evaluating the individual thrombotic and bleeding risk. Urgently needed surgery has to take place under full antiplatelet therapy despite the increased bleeding risk. A multidisciplinary approach for optimal antithrombotic and haemostatic patient management is thus mandatory.
Resumo:
UANL
Resumo:
L’obiettivo del presente elaborato di tesi è stato quello di mettere a punto una metodica in estrazione in fase solida (SPE) per la determinazione dei composti polari, in alternativa alla metodica ufficiale prevista dalla Circ. Minisan 11.01.91 n.1. Durante la frittura avvengono diverse trasformazioni chimiche che portano alla formazione di composti polari come monogliceridi e digliceridi, acidi grassi liberi, acidi grassi dimeri e polimerizzati, trigliceridi dimeri e polimerizzati. Tali composti, dal punto di vista nutrizionale, sono quelli più importanti poiché rimangono nell’olio, sono assorbiti dall’alimento, e di conseguenza ingeriti. I composti polari hanno una notevole importanza a livello nutrizionale e fisiologico, infatti diversi studi hanno evidenziano come essi possano avere un impatto sull’organismo umano. In seguito a tutte queste motivazioni, per prevenire possibili rischi per il consumatore, derivanti dall’uso improprio o eccessivamente ripetuto di oli e grassi per frittura, l’Istituto Superiore di Sanità prevede che il tenore dei composti polari non debba essere superiore a 25 g/100 g, infatti i composti polari sono l’unico parametro sottoposto ad un controllo ufficiale negli oli da frittura. La metodica ufficiale per la determinazione dei composti polari negli oli da frittura, è descritta nella Circ. Minisan dell’11.1.91 n.1. Tuttavia, tale metodica presenta diverse problematiche, poiché richiede un’elevata manualità da parte dell’operatore ed elevati quantitativi di solventi, con il conseguente impatto economico ed ambientale. Nella fase di messa a punto della metodica SPE, sono stati considerati diversi parametri: tipo di fase stazionaria, quantità di olio, miscele eluenti (in diverse quantità e rapporti). E’ stata scelta l’oleina di palma come matrice di prova della messa a punto, perché è molto utilizzata in frittura e perché, tra gli oli da frittura, risulta essere quello con maggior contenuto in composti polari. I migliori risultati sono stati ottenuti con una colonnina SPE in gel di silice (55 µm, 70 A) avente una capacità di 5 g/20 mL, depositando 400 mg di olio ed eluendo il campione con 80 mL di esano: etere dietilico (90:10, v/v) (composti apolari), e 20 mL di etere dietilico (composti polari). L’efficienza separativa della SPE è stata verificata tramite gascromatografia. Per poter valutare la ripetibilità, efficienza ed attendibilità della metodica SPE, è stata utilizzata l’oleina di palma prima e dopo essere soggetta a diversi cicli di frittura (dopo il primo e quinto giorno di frittura), in modo da avere diversi livelli di composti polari sulla stessa matrice. La metodica SPE ha mostrato un’eccellente ripetibilità analitica intra-giorno, indipendentemente dal livello di composti polari rilevati nell’oleina di palma (14,1-25,5%); infatti, la ripetibilità intra-giorno non ha superato l’1,5%. Inoltre, la ripetibilità intra-giorno non ha subito modifiche in funzione del contenuto di composti polari. Di conseguenza, si è osservato anche un’ottima ripetibilità analitica inter-giorno, che è variata da 0,64% a l’1,18%. Entrambi valori di ripetibilità (intra ed inter-giorni) attestano che questa metodica in estrazione in fase solida può essere utilizzata per la valutazione dei composti polari negli oli da frittura. Confrontando i livelli medi di composti polari ottenuti tramite la metodica SPE e quella ufficiale applicate all’oleina di palma tal quale, dopo il primo e quinto giorno di frittura, sono state rilevate delle piccole differenze (non significative) tra le due metodiche, essendo i livelli di composti polari in tutti i casi leggermente superiori nei dati della SPE. Entrambe le metodiche hanno presentato un’ottima ripetibilità intra-giorno (< 1,5% e < 3,5% per la SPE e la metodica ufficiale, rispettivamente) e sono risultate comunque confrontabili tra loro. La metodica SPE e quella ufficiale sono state poi applicate anche su altri oli vegetali (extravergine di oliva, olio di girasole alto oleico: olio di palma (60:40, v/v) ed olio di palma: olio di girasole alto oleico (55:45, v/v) ) e confrontate. In effetti, è stato osservato che le percentuali dei composti polari rilevati nello stessa tipologia d’olio sono molto simili, indipendentemente dalla metodica con cui siano stati valutati; è stata infatti confermata un’eccellente correlazione lineare tra i dati. Questo stesso andamento è stato riscontrato negli oli sottoposti a diversi cicli di frittura, il che conferma che entrambe metodiche analitiche sono capaci di separare efficientemente ed in modo analogo i composti non polari da quelli polari. Negli oli analizzati, sono state trovate delle percentuali di composti polari diverse, strettamente correlate all’origine dell’olio, alla sua composizione ed al processo di estrazione. Per ultimo, l’analisi dei costi (che includeva materiali, solventi, personale, ed elettricità) di entrambe le metodiche analitiche ha confermato che l’analisi SPE costerebbe € 22-30, a differenza di quella ufficiale, il cui costo sarebbe di circa € 45. Tale differenza è dovuta principalmente ai costi legati all’operatore ed ai consumi di solventi e di elettricità. Pertanto, la metodica SPE è risultata essere più conveniente in termini economici, poiché porta ad un risparmio di ca. € 15-20 per analisi, oltre che ad un dimezzamento dei solventi. Un altro aspetto importante da sottolineare è il diverso tempo che ciascuna delle metodiche prevede per l’analisi dei composti polari, essendo nettamente più veloce la metodica SPE (circa 1,30 h) rispetto alla metodica ufficiale (circa 3 h). La metodica SPE qui sviluppata ha quindi dimostrato di avere un’efficienza separativa e ripetibilità simili a quella della metodica ufficiale, rendendo possibile una minore manipolazione da parte dell’operatore, tempi più brevi di analisi e l’impiego di bassi quantitativi di solventi, portando così ad una riduzione dell’impatto ambientale ed a costi inferiori di operazione. Pertanto, la metodica SPE può rappresentare una valida alternativa alla metodica ufficiale, prevista dalla Circ. Minisan 11.1.91 n.1.
Resumo:
Oggetto della presente tesi di Laurea è lo studio delle nuove tecnologie disponibili per l’immunorivelazione di marcatori proteici in fase solida. Particolare attenzione è stata rivolta alle problematiche e alle esigenze tecniche nella quantificazione del complesso proteico in esame a seguito della rivelazione di un segnale, testimone proporzionale della grandezza biologica in esame. In altre parole l’identificazione e la quantificazione di proteine di interesse avviene a valle di un processo, chiamato “western blotting”, che genera un segnale (colore, luce, fluorescenza) al quale riferire la sostanza molecolare della misura. L’accuratezza della quantificazione, a seguito degli errori sperimentali dovuti alla tecnologia, rappresenta un problema complesso nella pratica biochimica e nello studio dei fenomeni di variazione dell’espressione genica, ovvero del fenotipo, in un organismo. Il primo capitolo si apre con la descrizione del processo di discriminazione delle proteine in base al loro rapporto carica/massa molecolare tramite elettroforesi su gel. Il capitolo prosegue con la disamina della tecnologia di ultima generazione per la visualizzazione delle proteine risolte e la loro eventuale quantificazione, paragonandone le prestazioni rispetto ai sistemi di visualizzazione e quantificazione classici. Argomenti del secondo capitolo sono lo studio delle prestazioni delle nuove tecnologie per l’esecuzione del “blotting” su supporto solido e per l’incubazione delle proteine con immunoglobuline. Seguono, rispettivamente nei capitoli terzo e quarto, l’analisi delle tecnologie analogiche e digitali per la rivelazione del segnale e la quantificazione tramite opportuni software.
Resumo:
von Joh. Jac. Schudt
Resumo:
von Joh. Jac. Schudt
Resumo:
Nicolaus Wilhelm Schroeder
Resumo:
AR
Resumo:
AR
Resumo:
AR