957 resultados para Franco’s regime
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The Law of 17 July 1965 on the structure of university faculties and their teaching staff placed the figure of the university senior lecturer on stage. During the sixties, the gestation process, adoption and subsequent integration of the new figure in the academic pyramid did not escape controversy, leading to a complex phenomenon to which, however, non comprehensive studies have been devoted to reveal: how, when, why and under which conditions this teacher appeared in the Spanish University of Franco’s regime. This paper aims to provide an overview of the process of materialization of the senior lecturer, the legislative framework that definitely established this new educational category and the provisions that were in charge of regulating the processes to get tenure. Also, the first approved aggregate endowments and their distribution among universities, colleges and studies will be discussed. Finally, it was a first approach to the possible motivations that led to the creation of this new educational category in a university afflicted by serious problems waiting for a solution that had been delayed sine die. Asimismo, se analizarán las primeras dotaciones de agregados aprobadas y la distribución de las mismas por universidades, facultades y estudios. Para terminar, se realiza un primer acercamiento a las posibles motivaciones que condujeron a la creación de esta nueva figura docente en una universidad aquejada de graves problemas que esperaban a una solución que venía demorándose sine die.
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Integran este número de la revista ponencias presentadas en Studia Hispanica Medievalia VIII: Actas de las IX Jornadas Internacionales de Literatura Española Medieval, 2008, y de Homenaje al Quinto Centenario de Amadis de Gaula
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Resumen: El compromiso vital de Jiménez de Asúa con sus ideas y con la España republicana, lanzará al eminente jurista al exilio en la Argentina, donde su prestigio intelectual le permitirá retomar su vida académica. Al encarnar la oposición legal en el exterior contra el solidificado régimen franquista, colocará su protagonismo en una situación cercana al poder desestabilizador del exilio en España del mismo Perón. La política exterior de la Argentina y de España, por diferentes vías de intervención, pero sin definiciones drásticas, procurará influir indirectamente para neutralizar a ambos.
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[EN] The paper analyses a very interesting documentary film about the ancient history of Spain from a franquist, more specifically, falangist point of view (“Nueva Visión de la Historia). It was based on a book about the history of Spain written by a member of Falange, the fascist group in Spain, Antonio Almagro, and was intended as a formative instrument for the youth in the late forties or early fifties. We know only the episodes dealing with Ancient Spain (probably the only ones shot), 25 minutes in all, and it represents an outstanding example of an hyper-nationalistic and hyper-catholic perspective of Spanish history. It also shows a very sympathetic image of José Antonio, the leader of Falange, but, remarkably enough, not of Franco. The film also includes a “theoretical” Introduction about the notion of History.
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Ejemplar monográfico titulado: "De poesía y crítica"
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This paper1 outlines the activity as a mathematician, historian, and compromised person of the Spanish mathematician Norberto Cuesta Dutari (1907-1989) and its relationship with the social and political situation in Spain under General Franco’s regime between 1939 and 1977 and the first years of the democratic restoration. It is shown that he was able to achieve a good mathematical production, though he never was close to the establishment and therefore could not profit from a number of opportunities for personal and institutional promotion. This article is the result of an elaboration of information directly gathered from its main protagonist, a number of secondary sources, and the primary sources: his papers and books, from which a hopefully complete list can be found in Appendix I
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Descrizione, tema e obiettivi della ricerca La ricerca si propone lo studio delle possibili influenze che la teoria di Aldo Rossi ha avuto sulla pratica progettuale nella Penisola Iberica, intende quindi affrontare i caratteri fondamentali della teoria che sta alla base di un metodo progettuale ed in particolar modo porre l'attenzione alle nuove costruzioni quando queste si confrontano con le città storiche. Ha come oggetto principale lo studio dei documenti, saggi e scritti riguardanti il tema della costruzione all'interno delle città storiche. Dallo studio di testi selezionati di Aldo Rossi sulla città si vuole concentrare l'attenzione sull'influenza che tale teoria ha avuto nei progetti della Penisola Iberica, studiare come è stata recepita e trasmessa successivamente, attraverso gli scritti di autori spagnoli e come ha visto un suo concretizzarsi poi nei progetti di nuove costruzioni all'interno delle città storiche. Si intende restringere il campo su un periodo ed un luogo precisi, Spagna e Portogallo a partire dagli anni Settanta, tramite la lettura di un importante evento che ha ufficializzato il contatto dell'architetto italiano con la Penisola Iberica, quale il Seminario di Santiago de Compostela tenutosi nel 1976. Al Seminario parteciparono numerosi architetti che si confrontarono su di un progetto per la città di Santiago e furono invitati personaggi di fama internazionale a tenere lezioni introduttive sul tema di dibattito in merito al progetto e alla città storica. Il Seminario di Santiago si colloca in un periodo storico cruciale per la Penisola Iberica, nel 1974 cade il regime salazarista in Portogallo e nel 1975 cade il regime franchista in Spagna ed è quindi di rilevante importanza capire il legame tra l'architettura e la nuova situazione politica. Dallo studio degli interventi, dei progetti che furono prodotti durante il Seminario, della relazione tra questo evento ed il periodo storico in cui esso va contestualizzato, si intende giungere alla individuazione delle tracce della reale presenza di tale eredità. Presupposti metodologici. Percorso e strumenti di ricerca La ricerca può quindi essere articolata in distinte fasi corrispondenti per lo più ai capitoli in cui si articola la tesi: una prima fase con carattere prevalentemente storica, di ricerca del materiale per poter definire il contesto in cui si sviluppano poi le vicende oggetto della tesi; una seconda fase di impronta teorica, ossia di ricerca bibliografica del materiale e delle testimonianze che provvedono alla definizione della reale presenza di effetti scaturiti dai contatti tra Rossi e la Penisola Iberica, per andare a costruire una eredità ; una terza fase che entra nel merito della composizione attraverso lo studio e la verifica delle prime due parti, tramite l'analisi grafica applicata ad uno specifico esempio architettonico selezionato; una quarta fase dove il punto di vista viene ribaltato e si indaga l'influenza dei luoghi visitati e dei contatti intrattenuti con alcuni personaggi della Penisola Iberica sull'architettura di Rossi, ricercandone i riferimenti. La ricerca è stata condotta attraverso lo studio di alcuni eventi selezionati nel corso degli anni che si sono mostrati significativi per l'indagine, per la risonanza che hanno avuto sulla storia dell'architettura della Penisola. A questo scopo si sono utilizzati principalmente tre strumenti: lo studio dei documenti, le pubblicazioni e le riviste prodotte in Spagna, gli scritti di Aldo Rossi in merito, e la testimonianza diretta attraverso interviste di personaggi chiave. La ricerca ha prodotto un testo suddiviso per capitoli che rispetta l'organizzazione in fasi di lavoro. A seguito di determinate condizioni storiche e politiche, studiate nella ricerca a supporto della tesi espressa, nella Penisola Iberica si è verificato il diffondersi della necessità e del desiderio di guardare e prendere a riferimento l'architettura europea e in particolar modo quella italiana. Il periodo sul quale viene focalizzata l'attenzione ha inizio negli anni Sessanta, gli ultimi prima della caduta delle dittature, scenario dei primi viaggi di Aldo Rossi nella Penisola Iberica. Questi primi contatti pongono le basi per intense e significative relazioni future. Attraverso l'approfondimento e la studio dei materiali relativi all'oggetto della tesi, si è cercato di mettere in luce il contesto culturale, l'attenzione e l'interesse per l'apertura di un dibattito intorno all'architettura, non solo a livello nazionale, ma europeo. Ciò ha evidenziato il desiderio di innescare un meccanismo di discussione e scambio di idee, facendo leva sull'importanza dello sviluppo e ricerca di una base teorica comune che rende coerente i lavori prodotti nel panorama architettonico iberico, seppur ottenendo risultati che si differenziano gli uni dagli altri. E' emerso un forte interesse per il discorso teorico sull'architettura, trasmissibile e comunicabile, che diventa punto di partenza per un metodo progettuale. Ciò ha reso palese una condivisione di intenti e l'assunzione della teoria di Aldo Rossi, acquisita, diffusa e discussa, attraverso la pubblicazione dei suoi saggi, la conoscenza diretta con l'architetto e la sua architettura, conferenze, seminari, come base teorica su cui fondare il proprio sapere architettonico ed il processo metodologico progettuale da applicare di volta in volta negli interventi concreti. Si è giunti così alla definizione di determinati eventi che hanno permesso di entrare nel profondo della questione e di sondare la relazione tra Rossi e la Penisola Iberica, il materiale fornito dallo studio di tali episodi, quali il I SIAC, la diffusione della rivista "2C. Construccion de la Ciudad", la Coleccion Arquitectura y Critica di Gustavo Gili, hanno poi dato impulso per il reperimento di una rete di ulteriori riferimenti. E' stato possibile quindi individuare un gruppo di architetti spagnoli, che si identificano come allievi del maestro Rossi, impegnato per altro in quegli anni nella formazione di una Scuola e di un insegnamento, che non viene recepito tanto nelle forme, piuttosto nei contenuti. I punti su cui si fondano le connessioni tra l'analisi urbana e il progetto architettonico si centrano attorno due temi di base che riprendono la teoria esposta da Rossi nel saggio L'architettura della città : - relazione tra l'area-studio e la città nella sua globalità, - relazione tra la tipologia edificatoria e gli aspetti morfologici. La ricerca presentata ha visto nelle sue successive fasi di approfondimento, come si è detto, lo sviluppo parallelo di più tematiche. Nell'affrontare ciascuna fase è stato necessario, di volta in volta, operare una verifica delle tappe percorse precedentemente, per mantenere costante il filo del discorso col lavoro svolto e ritrovare, durante lo svolgimento stesso della ricerca, gli elementi di connessione tra i diversi episodi analizzati. Tale operazione ha messo in luce talvolta nodi della ricerca rimasti in sospeso che richiedevano un ulteriore approfondimento o talvolta solo una rivisitazione per renderne possibile un più proficuo collegamento con la rete di informazioni accumulate. La ricerca ha percorso strade diverse che corrono parallele, per quanto riguarda il periodo preso in analisi: - i testi sulla storia dell'architettura spagnola e la situazione contestuale agli anni Settanta - il materiale riguardante il I SIAC - le interviste ai partecipanti al I SIAC - le traduzioni di Gustavo Gili nella Coleccion Arquitectura y Critica - la rivista "2C. Construccion de la Ciudad" Esse hanno portato alla luce una notevole quantità di tematiche, attraverso le quali, queste strade vengono ad intrecciarsi e a coincidere, verificando l'una la veridicità dell'altra e rafforzandone il valore delle affermazioni. Esposizione sintetica dei principali contenuti esposti dalla ricerca Andiamo ora a vedere brevemente i contenuti dei singoli capitoli. Nel primo capitolo Anni Settanta. Periodo di transizione per la Penisola Iberica si è cercato di dare un contesto storico agli eventi studiati successivamente, andando ad evidenziare gli elementi chiave che permettono di rintracciare la presenza della predisposizione ad un cambiamento culturale. La fase di passaggio da una condizione di chiusura rispetto alle contaminazioni provenienti dall'esterno, che caratterizza Spagna e Portogallo negli anni Sessanta, lascia il posto ad un graduale abbandono della situazione di isolamento venutasi a creare intorno al Paese a causa del regime dittatoriale, fino a giungere all'apertura e all'interesse nei confronti degli apporti culturali esterni. E' in questo contesto che si gettano le basi per la realizzazione del I Seminario Internazionale di Architettura Contemporanea a Santiago de Compostela, del 1976, diretto da Aldo Rossi e organizzato da César Portela e Salvador Tarragó, di cui tratta il capitolo secondo. Questo è uno degli eventi rintracciati nella storia delle relazioni tra Rossi e la Penisola Iberica, attraverso il quale è stato possibile constatare la presenza di uno scambio culturale e l'importazione in Spagna delle teorie di Aldo Rossi. Organizzato all'indomani della caduta del franchismo, ne conserva una reminescenza formale. Il capitolo è organizzato in tre parti, la prima si occupa della ricostruzione dei momenti salienti del Seminario Proyecto y ciudad historica, dagli interventi di architetti di fama internazionale, quali lo stesso Aldo Rossi, Carlo Aymonino, James Stirling, Oswald Mathias Ungers e molti altri, che si confrontano sul tema delle città storiche, alle giornate seminariali dedicate all’elaborazione di un progetto per cinque aree individuate all’interno di Santiago de Compostela e quindi dell’applicazione alla pratica progettuale dell’inscindibile base teorica esposta. Segue la seconda parte dello stesso capitolo riguardante La selezione di interviste ai partecipanti al Seminario. Esso contiene la raccolta dei colloqui avuti con alcuni dei personaggi che presero parte al Seminario e attraverso le loro parole si è cercato di approfondire la materia, in particolar modo andando ad evidenziare l’ambiente culturale in cui nacque l’idea del Seminario, il ruolo avuto nella diffusione della teoria di Aldo Rossi in Spagna e la ripercussione che ebbe nella pratica costruttiva. Le diverse interviste, seppur rivolte a persone che oggi vivono in contesti distanti e che in seguito a questa esperienza collettiva hanno intrapreso strade diverse, hanno fatto emergere aspetti comuni, tale unanimità ha dato ancor più importanza al valore di testimonianza offerta. L’elemento che risulta più evidente è il lascito teorico, di molto prevalente rispetto a quello progettuale che si è andato mescolando di volta in volta con la tradizione e l’esperienza dei cosiddetti allievi di Aldo Rossi. Negli stessi anni comincia a farsi strada l’importanza del confronto e del dibattito circa i temi architettonici e nel capitolo La fortuna critica della teoria di Aldo Rossi nella Penisola Iberica è stato affrontato proprio questo rinnovato interesse per la teoria che in quegli anni si stava diffondendo. Si è portato avanti lo studio delle pubblicazioni di Gustavo Gili nella Coleccion Arquitectura y Critica che, a partire dalla fine degli anni Sessanta, pubblica e traduce in lingua spagnola i più importanti saggi di architettura, tra i quali La arquitectura de la ciudad di Aldo Rossi, nel 1971, e Comlejidad y contradiccion en arquitectura di Robert Venturi nel 1972. Entrambi fondamentali per il modo di affrontare determinate tematiche di cui sempre più in quegli anni si stava interessando la cultura architettonica iberica, diventando così ¬ testi di riferimento anche nelle scuole. Le tracce dell’influenza di Rossi sulla Penisola Iberica si sono poi ricercate nella rivista “2C. Construccion de la Ciudad” individuata come strumento di espressione di una teoria condivisa. Con la nascita nel 1972 a Barcellona di questa rivista viene portato avanti l’impegno di promuovere la Tendenza, facendo riferimento all’opera e alle idee di Rossi ed altri architetti europei, mirando inoltre al recupero di un ruolo privilegiato dell’architettura catalana. A questo proposito sono emersi due fondamentali aspetti che hanno legittimato l’indagine e lo studio di questa fonte: - la diffusione della cultura architettonica, il controllo ideologico e di informazione operato dal lavoro compiuto dalla rivista; - la documentazione circa i criteri di scelta della redazione a proposito del materiale pubblicato. E’ infatti attraverso le pubblicazioni di “2C. Construccion de la Ciudad” che è stato possibile il ritrovamento delle notizie sulla mostra Arquitectura y razionalismo. Aldo Rossi + 21 arquitectos españoles, che accomuna in un’unica esposizione le opere del maestro e di ventuno giovani allievi che hanno recepito e condiviso la teoria espressa ne “L’architettura della città”. Tale mostra viene poi riproposta nella Sezione Internazionale di Architettura della XV Triennale di Milano, la quale dedica un Padiglione col titolo Barcelona, tres epocas tres propuestas. Dalla disamina dei progetti presentati è emerso un interessante caso di confronto tra le Viviendas para gitanos di César Portela e la Casa Bay di Borgo Ticino di Aldo Rossi, di cui si è occupato l’ultimo paragrafo di questo capitolo. Nel corso degli studi è poi emerso un interessante risvolto della ricerca che, capovolgendone l’oggetto stesso, ne ha approfondito gli aspetti cercando di scavare più in profondità nell’analisi della reciproca influenza tra la cultura iberica e Aldo Rossi, questa parte, sviscerata nell’ultimo capitolo, La Penisola Iberica nel “magazzino della memoria” di Aldo Rossi, ha preso il posto di quello che inizialmente doveva presentarsi come il risvolto progettuale della tesi. Era previsto infatti, al termine dello studio dell’influenza di Aldo Rossi sulla Penisola Iberica, un capitolo che concentrava l’attenzione sulla produzione progettuale. A seguito dell’emergere di un’influenza di carattere prettamente teorica, che ha sicuramente modificato la pratica dal punto di vista delle scelte architettoniche, senza però rendersi esplicita dal punto di vista formale, si è preferito, anche per la difficoltà di individuare un solo esempio rappresentativo di quanto espresso, sostituire quest’ultima parte con lo studio dell’altra faccia della medaglia, ossia l’importanza che a sua volta ha avuto la cultura iberica nella formazione della collezione dei riferimenti di Aldo Rossi. L’articolarsi della tesi in fasi distinte, strettamente connesse tra loro da un filo conduttore, ha reso necessari successivi aggiustamenti nel percorso intrapreso, dettati dall’emergere durante la ricerca di nuovi elementi di indagine. Si è pertanto resa esplicita la ricercata eredità di Aldo Rossi, configurandosi però prevalentemente come un’influenza teorica che ha preso le sfumature del contesto e dell’esperienza personale di chi se ne è fatto ricevente, diventandone così un continuatore attraverso il proprio percorso autonomo o collettivo intrapreso in seguito. Come suggerisce José Charters Monteiro, l’eredità di Rossi può essere letta attraverso tre aspetti su cui si basa la sua lezione: la biografia, la teoria dell’architettura, l’opera. In particolar modo per quanto riguarda la Penisola Iberica si può parlare dell’individuazione di un insegnamento riferito alla seconda categoria, i suoi libri di testo, le sue partecipazioni, le traduzioni. Questo è un lascito che rende possibile la continuazione di un dibattito in merito ai temi della teoria dell’architettura, della sue finalità e delle concrete applicazioni nelle opere, che ha permesso il verificarsi di una apertura mentale che mette in relazione l’architettura con altre discipline umanistiche e scientifiche, dalla politica, alla sociologia, comprendendo l’arte, le città la morfologia, la topografia, mediate e messe in relazione proprio attraverso l’architettura.
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El arquitecto Pedro Muguruza (1893-1952) fue protagonista de la cultura arquitectónica española de la primera mitad del siglo XX. El estudio de su obra ha sido una carencia dentro de la historiografía de la materia, por lo que la tesis constituye una primera investigación en conjunto de su trayectoria profesional. Muguruza realizó una obra abundante y diversa, pero además fue catedrático de la Escuela de Arquitectura de Madrid, académico de San Fernando y primer director general de arquitectura; datos que corroboran la necesidad de haber desarrollado una monografía con un enfoque global. La tesis ha ordenado, clasificado y analizado sus trabajos, tanto desde un punto de vista histórico como desde el punto de vista arquitectónico. En la investigación se ha recurrido a fuentes primarias y secundarias; y una de las aportaciones de la tesis es el riguroso soporte documental sobre el que se asienta. El trabajo tiene un desarrollo cronológico, dividido en tres capítulos identificados como las etapas generales de su carrera: 1. Años de formación y trayectorias iniciales (1909- 1923), 2. Desarrollo profesional (1923-1938), 3. Las tareas en la administración estatal y último periodo (1938-1952). Asimismo, se ha llevado a cabo el catálogo de su obra —también ordenado cronológicamente—, herramienta que posibilita recorrer de principio a fin el listado y las referencias de su arquitectura. En este apartado se han reproducido más de 1.200 imágenes de 294 proyectos. La tesis ha revisado y descubierto la obra de un arquitecto de mayor recorrido y versatilidad del conocido hasta ahora; personaje complejo de abordar, asociado al franquismo, —cuando en realidad desarrolló una gran parte de sus proyectos en la década de los años veinte y treinta—, difícil de abarcar en todas sus dimensiones, arquitectónica, artística e institucional. La investigación ha permitido indagar y exponer sus proyectos iniciales hasta los de la etapa de madurez, gracias a lo que se han determinado los géneros y los procesos de su trabajo, las constantes de su trayectoria y las referencias e influencias que recibió, tanto de corrientes nacionales como de extranjeras. También se ha revisado su pensamiento arquitectónico a través de sus escritos. El trabajo ofrece un panorama más completo del que entonces se tenía del polifacético Muguruza; arquitecto que se puede presentar como un prototipo reflejo de nuestro pasado reciente, y que al conocer su obra se conoce una parte significativa y destacada de la historia de la arquitectura española contemporánea. ABSTRACT Architect Pedro Muguruza (1893-1952) was a pivotal figure in the Spanish architectural culture of the first half of the 20th century. However, his work as a whole has been insufficiently approached by architectural historiography. This thesis is indeed the first comprehensive research of his professional career. Muguruza’s work is abundant and diverse. He was also a professor at the School of Architecture in Madrid, a luminary scholar at the Royal Academy of Fine Arts of San Fernando and the first General Director of Architecture in Spain. All these facts compel a profound monographic exploration of his far-reaching working path. Muguruza’s projects have been organized, classified and analyzed in this thesis both from historical and architectural points of view. Primary and secondary sources have been scrutinized throughout this research and one of the assets of this project is the rigorous documentation on which it is firmly grounded. The results of this research have been chronologically organized and structured into three chapters identified with the general stages of his prolific career: 1. Training years and his initial paths (1909-1923). 2. Professional development (1923-1938). 3. His role in the state administration and his last period (1938-1952). A chronological catalogue of all his architectural work has also been carried out as part of this project. This catalogue offers the possibility to track his works and all references to them under a historical perspective. More than 1,200 images of his projects have been included in this catalogue. The thesis has gone through and shown up the work of an architect whose magnitude and versatility is much more than what previously known. Muguruza represents a complicated figure to approach ideologically speaking because of his later relationship to Franco’s regime – when in fact Muguruza developed a big part of his projects in the 20’s and 30’s before the dictatorship –. He is also a difficult figure to research on because of his exhaustive working activity in different dimensions: architectural, artistic and institutional. This research allows any incoming scholars to approach Muguruza’s projects under an accurate perspective. From his initial works to his maturity period, his projects have been analyzed and classified by establishing different stages. Additionally, some constant guidelines within his long career and the influences he received both in Spain and abroad have also been identified and properly considered. His architectural line of thought has been explored through his writings too. This thesis provides a complete overview of a multifaceted Muguruza, an architect who can be introduced as an archetype of our recent cultural heritage. By exploring his work a quintessential part of the Spanish contemporary architecture is definitively revealed and acknowledged.
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El trabajo analiza, desde la perspectiva de la salud pública y la higiene, el «programa demográfico» que impulsó el régimen dictatorial que se instauró en España al finalizar la contienda civil de 1936. El «discurso» que se elaboró en torno a dicho programa, aparece recogido en publicaciones auspiciadas por la Sección de Higiene Infantil de la Dirección General de Sanidad y la Jefatura Nacional de Sanidad de Falange Española Tradicionalista y de las J.O.N.S., así como en diversos estudios llevados a cabo por algunos de los higienistas, puericultores y pediatras que alcanzaron mayor relevancia en el contexto de la medicina española de los años cuarenta.
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La investigación aporta un estudio bibliométrico de la Colección de 252 monografías, publicadas entre 1938 y 1964, que aparecieron en la colección Al Servicio de España y del Niño Español. Dicha iniciativa formaba parte del programa de lucha contra la mortalidad infantil y maternal que puso en marcha el régimen franquista, desde sus presupuestos totalitarios y sus políticas pronatalistas.
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Se presenta un análisis de las publicaciones de la colección «Al Servicio de España y del Niño Español», aparecidas entre 1938 y 1952 en relación con la salud maternal, el discurso de género, el trabajo femenino y las prácticas del cuidado de niños. La mayor preocupación del régimen franquista en este ámbito fue la política pronatalista y combatir los elevados índices de mortalidad infantil, de los que la ignorancia femenina se consideraba una de las principales causas. Las campañas de divulgación sanitaria estuvieron dirigidas a mejorar la capacitación de las mujeres en la denominada «ciencia materna», culpabilizándolas de esas muertes. La salud de la mujer preocupó porque de ella dependía la salud del niño. El discurso de género favoreció el modelo ideológico de mujer de la Sección Femenina de Falange, Auxilio Social y de la Iglesia Católica.
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En la dictadura franquista convivieron varias culturas políticas católicas, que presentaron diversas concepciones de género, diferentes funciones atribuidas a las mujeres y distinta participación de las católicas. A lo largo de este periodo, algunas voces impulsaron una reformulación del ideal femenino y una redefinición de la categoría de igualdad en la Iglesia. Las protagonistas de este cambio abandonaron el discurso de la diferencia y la complementariedad por el de la igualdad y cuestionaron así de forma radical los modelos de género vigentes hasta entonces en el catolicismo, contribuyendo a la transformación de las culturas políticas católicas.
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El mundo del trabajo no ha gozado de una amplia representación a lo largo de la historia del cine. No obstante, un análisis de los films que han tratado directa o indirectamente dicha temática durante un período histórico determinado puede contribuir a arrojar importantes conclusiones sobre la manera en que se hizo frente social y jurídicamente a esta importante actividad humana. En concreto, el análisis del cine durante el franquismo nos posibilita contemplar aspectos tan importantes como la incorporación de la mujer al mundo del trabajo, la represión del hecho sindical o la crisis de empleo en el primer franquismo
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En este estudio se desarrolla, en clave filológico-didáctica, un análisis concienzudo sobre la gestación y la recepción de Non chores, Sabeliña, la primera obra escrita y publicada en gallego tras la Guerra Civil española. Nunca antes se había estudiado esta pieza, por lo que constituye una aproximación muy novedosa tanto el el Área de Filologías Gallega y Portuguesa como en el de Didáctica de la Lengua y la Literatura.
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El cine documental ha sido un género que, a pesar de la escasa difusión que ha tenido en España en el pasado frente al cine de ficción, tuvo un amplio desarrollo en el campo de la producción. En primer lugar, de la mano del organismo NO-DO (Noticiarios y Documentales), que va a definir toda una forma de hacer en los aspectos técnicos como puramente temáticos. Esta tendencia será continuada en gran medida por numerosas productoras privadas que siguen tales pautas en busca de beneficios derivados de la Administración cinematográfica.