900 resultados para Endogenous money


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We address whether reputation concerns can discipline the behavior of a self-interested agent who has a monopoly over the provision of fiat money. We obtain that when this agent can commit to a plan of action, there is a monetary equilibrium where it never overissues. We show, however, that such equilibrium is no longer possible when there is no commitment. This happens because the incentives this agent has to maintain a reputation for providing valuable currency disappear once its reputation is high enough. More generally, we prove that there is no monetary equilibrium where overissue happens only infrequently. We conclude by showing that imperfect memory can restore the positive result obtained in the presence of commitment.

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We analyze the stability of monetary regimes in a decentralized economy where fiat money is endogenously created, information about its value is imperfect, and agents only learn from their personal trading experiences. We show that in poorly informed economies, monetary stability depends heavily on the government's commitment to the long run value of money, whereas in economies where agents gather information more easily, monetary stability can be an endogenous outcome. We generate a dynamics on the acceptability of fiat money that resembles historical accounts of the rise and eventual colIapse of overissued paper money. Moreover, our results provide an explanation of the fact that, despite its obvious advantages, the widespread use of fiat money is a very recent development.

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Este artículo hace una reconstrucción crítica de la visión de Keynes sobre la relación entre gasto público, tipo de interés, salarios y desempleo, tal y como se formula en su Tratado sobre el Dinero. El trabajo defiende que el enfoque de Keynes lleva a propuestas de política económica que enfatizan la necesidad de intervención estatal directa en la provisión de bienes y servicios. Esta conclusión se deriva de una interpretación circuitista de su obra.

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Este Artigo tem como Objetivo Apresentar uma Análise das Práticas Atuais da Política Monetária, a Política de Regras Monetárias . Discute o Contexto Histórico em que Tais Práticas Apareceram, e suas Implicações, Especialmente de que a Oferta Monetária Passa a ser é Endógena, e não Exógena, como na Visão Monetarista Tradicional. a Nova Doutrina Também Faz a Suposição Extrema de que Embora a Política Monetária Possa ser Efetiva no Curto Prazo, Ela é Neutra no Longo Prazo. esta Hipótese Bem como suas Implicações para a Política Monetária Podem ser Sujeitas a Várias Críticas que Serão Desenvolvidas neste Trabalho.

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Negli ultimi anni i modelli VAR sono diventati il principale strumento econometrico per verificare se può esistere una relazione tra le variabili e per valutare gli effetti delle politiche economiche. Questa tesi studia tre diversi approcci di identificazione a partire dai modelli VAR in forma ridotta (tra cui periodo di campionamento, set di variabili endogene, termini deterministici). Usiamo nel caso di modelli VAR il test di Causalità di Granger per verificare la capacità di una variabile di prevedere un altra, nel caso di cointegrazione usiamo modelli VECM per stimare congiuntamente i coefficienti di lungo periodo ed i coefficienti di breve periodo e nel caso di piccoli set di dati e problemi di overfitting usiamo modelli VAR bayesiani con funzioni di risposta di impulso e decomposizione della varianza, per analizzare l'effetto degli shock sulle variabili macroeconomiche. A tale scopo, gli studi empirici sono effettuati utilizzando serie storiche di dati specifici e formulando diverse ipotesi. Sono stati utilizzati tre modelli VAR: in primis per studiare le decisioni di politica monetaria e discriminare tra le varie teorie post-keynesiane sulla politica monetaria ed in particolare sulla cosiddetta "regola di solvibilità" (Brancaccio e Fontana 2013, 2015) e regola del GDP nominale in Area Euro (paper 1); secondo per estendere l'evidenza dell'ipotesi di endogeneità della moneta valutando gli effetti della cartolarizzazione delle banche sul meccanismo di trasmissione della politica monetaria negli Stati Uniti (paper 2); terzo per valutare gli effetti dell'invecchiamento sulla spesa sanitaria in Italia in termini di implicazioni di politiche economiche (paper 3). La tesi è introdotta dal capitolo 1 in cui si delinea il contesto, la motivazione e lo scopo di questa ricerca, mentre la struttura e la sintesi, così come i principali risultati, sono descritti nei rimanenti capitoli. Nel capitolo 2 sono esaminati, utilizzando un modello VAR in differenze prime con dati trimestrali della zona Euro, se le decisioni in materia di politica monetaria possono essere interpretate in termini di una "regola di politica monetaria", con specifico riferimento alla cosiddetta "nominal GDP targeting rule" (McCallum 1988 Hall e Mankiw 1994; Woodford 2012). I risultati evidenziano una relazione causale che va dallo scostamento tra i tassi di crescita del PIL nominale e PIL obiettivo alle variazioni dei tassi di interesse di mercato a tre mesi. La stessa analisi non sembra confermare l'esistenza di una relazione causale significativa inversa dalla variazione del tasso di interesse di mercato allo scostamento tra i tassi di crescita del PIL nominale e PIL obiettivo. Risultati simili sono stati ottenuti sostituendo il tasso di interesse di mercato con il tasso di interesse di rifinanziamento della BCE. Questa conferma di una sola delle due direzioni di causalità non supporta un'interpretazione della politica monetaria basata sulla nominal GDP targeting rule e dà adito a dubbi in termini più generali per l'applicabilità della regola di Taylor e tutte le regole convenzionali della politica monetaria per il caso in questione. I risultati appaiono invece essere più in linea con altri approcci possibili, come quelli basati su alcune analisi post-keynesiane e marxiste della teoria monetaria e più in particolare la cosiddetta "regola di solvibilità" (Brancaccio e Fontana 2013, 2015). Queste linee di ricerca contestano la tesi semplicistica che l'ambito della politica monetaria consiste nella stabilizzazione dell'inflazione, del PIL reale o del reddito nominale intorno ad un livello "naturale equilibrio". Piuttosto, essi suggeriscono che le banche centrali in realtà seguono uno scopo più complesso, che è il regolamento del sistema finanziario, con particolare riferimento ai rapporti tra creditori e debitori e la relativa solvibilità delle unità economiche. Il capitolo 3 analizza l’offerta di prestiti considerando l’endogeneità della moneta derivante dall'attività di cartolarizzazione delle banche nel corso del periodo 1999-2012. Anche se gran parte della letteratura indaga sulla endogenità dell'offerta di moneta, questo approccio è stato adottato raramente per indagare la endogeneità della moneta nel breve e lungo termine con uno studio degli Stati Uniti durante le due crisi principali: scoppio della bolla dot-com (1998-1999) e la crisi dei mutui sub-prime (2008-2009). In particolare, si considerano gli effetti dell'innovazione finanziaria sul canale dei prestiti utilizzando la serie dei prestiti aggiustata per la cartolarizzazione al fine di verificare se il sistema bancario americano è stimolato a ricercare fonti più economiche di finanziamento come la cartolarizzazione, in caso di politica monetaria restrittiva (Altunbas et al., 2009). L'analisi si basa sull'aggregato monetario M1 ed M2. Utilizzando modelli VECM, esaminiamo una relazione di lungo periodo tra le variabili in livello e valutiamo gli effetti dell’offerta di moneta analizzando quanto la politica monetaria influisce sulle deviazioni di breve periodo dalla relazione di lungo periodo. I risultati mostrano che la cartolarizzazione influenza l'impatto dei prestiti su M1 ed M2. Ciò implica che l'offerta di moneta è endogena confermando l'approccio strutturalista ed evidenziando che gli agenti economici sono motivati ad aumentare la cartolarizzazione per una preventiva copertura contro shock di politica monetaria. Il capitolo 4 indaga il rapporto tra spesa pro capite sanitaria, PIL pro capite, indice di vecchiaia ed aspettativa di vita in Italia nel periodo 1990-2013, utilizzando i modelli VAR bayesiani e dati annuali estratti dalla banca dati OCSE ed Eurostat. Le funzioni di risposta d'impulso e la scomposizione della varianza evidenziano una relazione positiva: dal PIL pro capite alla spesa pro capite sanitaria, dalla speranza di vita alla spesa sanitaria, e dall'indice di invecchiamento alla spesa pro capite sanitaria. L'impatto dell'invecchiamento sulla spesa sanitaria è più significativo rispetto alle altre variabili. Nel complesso, i nostri risultati suggeriscono che le disabilità strettamente connesse all'invecchiamento possono essere il driver principale della spesa sanitaria nel breve-medio periodo. Una buona gestione della sanità contribuisce a migliorare il benessere del paziente, senza aumentare la spesa sanitaria totale. Tuttavia, le politiche che migliorano lo stato di salute delle persone anziane potrebbe essere necessarie per una più bassa domanda pro capite dei servizi sanitari e sociali.

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Las disputas en torno a determinados aspectos del dinero, como su neutralidad y el carácter endógeno o exógeno de la oferta monetaria, han sido permanentes entre las distintas escuelas de pensamiento y autores, estando su origen, probablemente, en la época de desarrollo del pensamiento escolástico. En este artículo pretendemos, en primer lugar, realizar un recorrido cronológico e histórico sobre el tratamiento científico económico del dinero, para, en segundo lugar, poner sobre la mesa la macroeconomía ortodoxa a la que han dado lugar las interpretaciones al respecto, así como los enfoques alternativos frente a este pensamiento dominante. Finalmente, intentamos poner en valor los desarrollos monetarios post-keynesianos, integrados en lo que denominan “Economía Monetaria de Producción”, confrontándolos con la llamada Nueva Síntesis Neoclásica.

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Most monetary models make use of the quantity theory of money along with a Phillips curve. This implies a strong correlation between money growth and output in the short run (with little or no correlation between money and prices) and a strong long run correlation between money growth and inflation and inflation (with little or no correlation between money growth and output). The empirical evidence between money and inflation is very robust, but the long run money/output relationship is ambiguous at best. This paper attempts to explain this by looking at the impact of money growth on firm financing.

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This paper presents a general equilibrium model of money demand where the velocity of money changes in response to endogenous fluctuations in the interest rate. The parameter space can be divided into two subsets: one where velocity is constant as in standard cash-in-advance models, and another one where velocity fluctuates as in Baumol (1952). The model provides an explanation of why, for a sample of 79 countries, the correlation between the velocity of money and the inflation rate appears to be low, unlike common wisdom would suggest. The reason is the diverse transaction technologies available in different economies.

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This paper investigates the role of variable capacity utilization as a source of asymmetries in the relationship between monetary policy and economic activity within a dynamic stochastic general equilibrium framework. The source of the asymmetry is directly linked to the bottlenecks and stock-outs that emerge from the existence of capacity constraints in the real side of the economy. Money has real effects due to the presence of rigidities in households' portfolio decisions in the form of a Luces-Fuerst 'limited participation' constraint. The model features variable capacity utilization rates across firms due to demand uncertainty. A monopolistic competitive structure provides additional effects through optimal mark-up changes. The overall message of this paper for monetary policy is that the same actions may have different effects depending on the capacity utilization rate of the economy.

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We study a strategic market game in which traders are endowed with both a good and money and can choose whether to buy or sell the good. We derive conditions under which a non-autarkic equilibrium exists and when the only equilibrium is autarky. Autarky is ‘nice’ (robust to small perturbations in the game) when it is the only equilibrium, and ‘very nice’ (robust to large perturbations) when no gains from trade exist. We characterize economies where autarky is nice but not very nice; that is, when gains from trade exist and yet no trade takes place.

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This paper examines the explanation of commercial crises offered by William Huskisson in 1810 in the wake of the debate on the Bullion Report. Huskisson argued that the suspension of convertibility made it possible to extend issues of paper currency beyond its proper limits. Such an expansion, being in the interest of all parties concerned, would actually take place and stimulate excessive speculations, which would eventually prove unsustainable and bring generalized ruin and distress. Although some elements of this explanations were not new (having been anticipated by writers sucha as James Currie in 1793, William Roscoe in 1793, William Anderson in 1797 and an anonymous in 1796), Huskisson's explanation is more systematic and better organized, and his emphasis on the endogenous character of the crisis and on the instability of the dynamics of trade and credit makes it an interesting foreshadower of the theories of crises that were advanced half a century later.

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Models of the exchange process based on search theory can be usedto analyze the features of objects that make them more or less likely toemerge as ``money'' in equilibrium. These models illustrate the trade--offbetween endogenous acceptability (an equilibrium property) and intrinsiccharacteristics of goods, such as storability, recognizability, etc. Inthis paper, we look at how the relative supply and demand for various goodsaffect their likelihood of becoming money. Intuitively, goods in highdemand and/or low supply are more likely to appear as commodity money,subject to the qualification that which object ends up circulating as amedium of exchange depends at least partly on convention. Welfare propertiesare discussed.

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This paper presents a general equilibrium model of money demand wherethe velocity of money changes in response to endogenous fluctuations in the interest rate. The parameter space can be divided into two subsets: one where velocity is constant and equal to one as in cash-in-advance models, and another one where velocity fluctuates as in Baumol (1952). Despite its simplicity, in terms of paramaters to calibrate, the model performs surprisingly well. In particular, it approximates the variability of money velocity observed in the U.S. for the post-war period. The model is then used to analyze the welfare costs of inflation under uncertainty. This application calculates the errors derived from computing the costs of inflation with deterministic models. It turns out that the size of this difference is small, at least for the levels of uncertainty estimated for the U.S. economy.

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Fundamental models of money, while explicit about the frictions that render money essential, are silent on how agents actually coordinate in its use. This paper studies this coordination problem, providing an endogenous map between the primitives of the environment and the beliefs on the acceptability of money. We show that an increase in the frequency of trade meetings, besides its direct impact on payo¤s, facilitates coordination. In particular, for a large enough frequency of trade meetings, agents always coordinate in the use of money.

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Islet neogenesis-associated protein (INGAP) is a peptide found in pancreatic exocrine-, duct- and islet- non-β-cells from normal hamsters. Its increase induced by either its exogenous administration or by the overexpression of its gene enhances β-cell secretory function and increases β-cell mass by a combination of stimulation of cell replication and islet neogenesis and reduction of β-cell apoptosis. We studied the potential modulatory role of endogenous INGAP in insulin secretion using two different experimental approaches. Hamster islets transfected with INGAP-small interfering RNA (INGAP-siRNA) were used to study glucose-stimulated insulin secretion (GSIS). In parallel, freshly isolated islets were incubated with high glucose and the same concentration of either a specific anti-INGAP rabbit serum or normal rabbit serum. INGAP-siRNA transfected islets reduced their INGAP mRNA and protein content by 35.1% and 47.2%, respectively whereas GSIS decreased by 25.8%. GSIS by transfected islets attained levels comparable to those recorded in control islets when INGAP pentadecapeptide (INGAP-PP) was added to the culture medium. INGAP antibody in the medium decreased significantly GSIS in a dose-dependent manner. These results indicate that endogenous INGAP plays a physiological positive modulatory role in insulin secretion, supporting its possible use in the treatment of prediabetes and Type 2 diabetes.