985 resultados para Edificio,esistente,CA,retroft,loss,assessment,NPV,BCR,Costi
Resumo:
La presente tesi, in particolare, sfrutta un metodo di analisi semplificato di “loss assessment” o analisi delle perdite economiche, considerando un edificio esistente in CA. L’edificio caso di studio è un tipico edificio intelaiato in CA sito sull’appennino, e progettato e costruito negli anni ’70, dunque, senza tenere conto dell’azione orizzontale del sisma, per cui non presenta i dettagli costruttivi atti a soddisfare i requisiti minimi di duttilità. È stata effettuata una analisi statica non lineare (Pushover), per studiare la risposta della struttura esistente alle azioni orizzontali. Al fine di migliorare il confinamento delle colonne in CA, è stato scelto di utilizzare dei rinforzi locali, tipicamente utilizzati in Italia nella pratica progettuale, atti a migliorare le caratteristiche di duttilità e/o resistenza degli elementi rinforzati, e di conseguenza capaci di migliorare le caratteristiche globali dell’intero sistema strutturale. Sono state selezionate tre diverse tecnologie: le “Fiber Reinforced Polymers” (FRP), il “Concrete Jacketing” (CJ) e il sistema di Cerchiature Attive dei Manufatti (CAM). Nella presente tesi verranno presentate diverse applicazioni di questi sistemi, enunciandone i miglioramenti rispetto al caso “As-built” e poi confrontandole tra di loro in modo da fornire elementi validi a supporto della fase decisionale per la progettazione dell’intervento sull’edificio. Infine vengono valutate le perdite economiche medie annue attese, insieme ad altri parametri sintetici di analisi delle perdite e di analisi costi-benefici. Il fine di questo processo è di studiare quanto uno specifico intervento di miglioramento sismico, applicato all’edificio As-built, consenta di ridurre le perdite economiche sismiche stimate in un anno di vita della struttura, e poi nel corso della sua vita utile, per fornire un elemento di paragone utile per la scelta dell’intervento ottimale.
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This report was prepared at the request of the United Nations Economic Commission for Latin America and the Caribbean (ECLAC) with support from the Caribbean Catastrophe Risk Insurance Facility (CCRIF) to assess strategies for linking the ECLAC Damage and Loss Assessment (DaLA) Methology to the Post Disaster Needs Assessment (PDNA). Each metholodolgy was individually outlined and their use in the Caribbean context was explored in detail to set the framework or lens through which their linking would be viewed. Other methologies that are used within the recovery process were identified and outlined. A gap analysis was conducted on moving from the PDNA with a focus on initial rapid reponse to DaLA. DaLA training materials were reviewed to assess where improvements can be made to seamlessly move from one methology to the next. Additionally, both DaLA and PDNA reports were reviewed to identify specific areas of information which could serve as common data links, and note how this linkage could inform the overall disaster assessments in the region. This is in addition to noting any similarities or variance in the application of both methologies. Challenges to linking both methodologies were identified such as countries lacking well defined recovery frameworks and their ability to fund or finance recovery efforts, in addition to recurrent challenges in the Caribbean region such as inadequacy of baseline data, human resource and training, and identifying teams to conduct the data collection. Recommendations made in terms of the strategies to be employed for the successful linking of both the DaLA and PDNA Methodologies included: creating and maintaining a recovery framework and baseline data; creation of a minimum requirements list for the successful implementation of PDNA and DaLA implementation; and increasing political will in addition to identify a champion to push the subject.
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Lo scopo principale di questa tesi è la valutazione del comportamento globale e dei danni subiti da un edificio in muratura esistente utilizzando un recente programma di calcolo sviluppato appositamente per lo studio in campo non lineare delle strutture in muratura, attraverso una modellazione a telaio equivalente con macroelementi; direttamente connesso a quest’aspetto vi è la valutazione della vulnerabilità sismica dell’edificio stesso, mediante i coefficienti o parametri definiti per i diversi stati limite considerati.
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Applicazione dei metodi di valutazione degli indici di vulnerabilità sismica V e di danno ID, messi a punto dal Dipartimento di Architettura dell'Università di Bologna, su un edificio isolato in muratura portante situato nel Comune di San Felice sul Panaro, analizzandone inoltre le caratteristiche di apparecchiatura muraria ed individuando un indice di qualità muraria IQM.
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Gold nanoparticles functionalized with thiolated oligonucleotides (Au-nanoprobes) have been used in a range of applications for the detection of bioanalytes of interest, from ions to proteins and DNA targets. These detection strategies are based on the unique optical properties of gold nanoparticles, in particular, the intense color that is subject to modulation by modification of the medium dieletric. Au-nanoprobes have been applied for the detection and characterization of specific DNA sequences of interest, namely pathogens and disease biomarkers. Nevertheless, despite its relevance, only a few reports exist on the detection of RNA targets. Among these strategies, the colorimetric detection of DNA has been proven to work for several different targets in controlled samples but demonstration in real clinical bioanalysis has been elusive. Here, we used a colorimetric method based on Au-nanoprobes for the direct detection of the e14a2 BCR-ABL fusion transcript in myeloid leukemia patient samples without the need for retro-transcription. Au-nanoprobes directly assessed total RNA from 38 clinical samples, and results were validated against reverse transcription-nested polymerase chain reaction (RT-nested PCR) and reverse transcription-quantitative polymerase chain reaction (RT-qPCR). The colorimetric Au-nanoprobe assay is a simple yet reliable strategy to scrutinize myeloid leukemia patients at diagnosis and evaluate progression, with obvious advantages in terms of time and cost, particularly in low- to medium-income countries where molecular screening is not routinely feasible. Graphical abstract Gold nanoprobe for colorimetric detection of BCR-ABL1 fusion transcripts originating from the Philadelphia chromosome.
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A metà del secolo scorso in Italia un elevato numero di edifici in cemento armato con struttura a telaio è stata realizzata, in accordo con la Normativa dell’epoca, per resistere unicamente alle azioni verticali presentando un’elevata vulnerabilità nei riguardi delle azioni sismiche. I cambiamenti apportati dalle più recenti Normative volgono l’attenzione alla problematica della vulnerabilità sismica degli edifici esistenti, rendendo l’analisi del comportamento di questi ultimi un tema di grande rilevanza ed attualità. In questo contesto, viene selezionato un edificio esistente per il quale viene valutata la capacità sismica mediante una metodologia analitica denominata SLaMA, e vengono stimate le perdite economiche sismiche utilizzando la metodologia del Sisma Bonus Italiano. L’utilizzo di metodologie di calcolo semplificate rappresenta al giorno d’oggi una robusta alternativa da utilizzare in fase di valutazione progettuale preliminare. Le operazioni eseguite per l’edificio esistente vengono poi ripetute anche per due differenti opzioni di rinforzo strutturale proposte per lo stesso. I risultati ottenuti in termini di capacità sono stati posti a confronto con quelli ricavati dalla modellazione ad elementi finiti su software di calcolo per validare il metodo semplificato, mentre i risultati derivati dal calcolo delle perdite economiche sono stati confrontati con quelli ricavati mediante una metodologia più raffinata di analisi per verificare la corrispondenza e l’accuratezza del parametro di perdita calcolato (PAM). Infine, vengono esposti i risultati ottenuti per gli edifici analizzati proponendo dei confronti fra gli stessi, in modo da individuare la scelta progettuale più conveniente sia in merito alla performance sismica dell’edificio che alla riduzione della perdita economica attesa.
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Introducción: la osteogénesis es una patología de origen genético caracterizada por fragilidad ósea, en su curso natural los pacientes que la padecen se enfrentan a múltiples fracturas y múltiples intervenciones quirúrgicas, este tipo de pacientes por ser de alto riesgo necesitan técnicas quirúrgicas que aumenten el tiempo entre cada intervención y que demuestren un mayor impacto en el estado funcional. Objetivo: Determinar el impacto en el estado funcional de los pacientes con osteogénesis imperfecta llevados a tratamiento quirúrgico con clavos telescopados tipo Fassier Duval. Diseño: Estudio descriptivo prospectivo en el que se incluyeron 8 pacientes con diagnóstico de osteogénesis imperfecta, llevados a tratamiento quirúrgico con clavos telescopados tipo Fassier Duval desde el 2009 al 2013 a los cuales se les realizó seguimiento menor de 1 año del post operatorio. Resultados: La respuesta encontrada fue satisfactoria en la mayoría de los pacientes analizados 6 de 8, con cercanía a un estado funcional normal; un riesgo de caída bajo, incorporación y deambulación adecuada y una valoración funcional motora gruesa con valores cercanos al 100% identificando un buen nivel de independencia funcional. Se pudo demostrar que existieron cambios en los valores de la escala y que estos fueron estadísticamente significativos con p=0,028 indicando que el aumento dichos valores en el posoperatorio están relacionados con el procedimiento quirúrgico al utilizado en este grupo de pacientes. Conclusión: El tratamiento quirúrgico con el clavo telescopado de Fassier Duval en nuestra experiencia demostró tener una mejoría en el estado funcional de los pacientes del presente estudio, por lo tanto se sugiere la posibilidad de implementar su uso según este indicado con el fin de obtener un mejor resultado quirúrgico y funcional. Palabras clave: Osteogénesis Imperfecta, Clavo de Fassier Duval, Valoración Funcional Motora
Ripartire dall'esistente Riqualificazione di un quartiere di edilizia residenziale pubblica a Faenza
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L’intenzione che ha mosso la ricerca è stata quella di ridare valore alla casa pubblica, perché è un’opportunità per la popolazione, soprattutto per le fasce sociali più deboli e perché non può non essere espressione di qualità architettonica, urbanistica e sociale. A ciò si aggiunge la scelta di un modo di operare sostenibile, dove alle nuove costruzioni si predilige l’idea del recupero. Ecco da dove nasce l’idea di ripartire dall’esistente, scegliendo un’area del sistema urbano di proprietà pubblica, per definire, in una prospettiva di miglioramento, un sistema di strategie di intervento e un progetto di riqualificazione. Capire come agire su un’area di questo tipo, ha stimolato ad una lettura degli interventi statali sul tema dell’edilizia pubblica attraverso le azioni in campo legislativo. La ricerca ha preso poi avvio da una lettura dell’evoluzione del quadro normativo nazionale in materia, per poi concentrarsi sul contesto locale con il racconto dei fatti storici della città di Faenza fino ai giorni nostri attraverso le sue vicende urbanistiche. Una considerazione sulla legislazione passata dà la possibilità di vedere come lo Stato abbia nel tempo prestato attenzione e risposto in maniera diversa al problema della casa. In ogni periodo le iniziative dell’Amministrazione in merito alla programmazione, si mostrano come risultati di una risposta sociale e culturale, rilanciando poi, a seconda del momento, varie tematiche, ieri la carenza degli alloggi, oggi il tema della qualità urbana, del recupero e la necessità di contenere i costi e i consumi energetici. Lo studio si è quindi spostato e concentrato sulle tappe ed i risvolti della programmazione a livello locale, cercando di comprendere, anche sulle carte, il risultato di queste azioni amministrative, si legge come il susseguirsi delle diverse politiche urbanistiche abbia lasciato tracce e segni nel disegno della città. Nel loro esito formale gli interventi hanno assunto un valore nella vicenda della città poiché ne hanno determinato l’espansione in un certo modo. Dopo un lavoro di ricerca di documenti, consultando anche diversi archivi, gli interventi in materia di edilizia residenziale pubblica presenti a Faenza sono stati schedati al fine di creare un repertorio di informazioni riguardanti la localizzazione, la data di costruzione e informazioni riguardanti il tipo di intervento a livello normativo, in questo modo si è potuto inquadrare ciascun quartiere in una determinata stagione di politiche abitative. Queste informazioni sono state poi tradotte in schemi che comprendono tutto il territorio della città fino ad ottenere una visione d’insieme e cogliere le relazioni che i singoli interventi intrattengono con il resto della città. Si esplorano poi le relazioni in base alle stagioni delle politiche abitative e in base ai soggetti che ne hanno promosso la costruzione. La ricerca si propone quindi di riflettere sugli strumenti con cui agire nei casi di degrado, assecondando la logica del recupero e del riuso. Il processo per definire il "come" intervenire ha portato alla creazione di un abaco di possibili strategie di riqualificazione suddivise per grandi tematiche (connessione e mobilità, mixitè funzionale e verde, risparmio energetico, nuovi modi dell’abitare e relazioni e identità). Ogni tematica viene poi declinata in sottotemi che descrivono le operazioni possibili per la rigenerazione, correlati da una definizione e da piccoli progetti applicativi. Ciascun progetto schematizzato è pensato su un’area di edilizia residenziale pubblica di Faenza. Le strategie vengono poi effettivamente applicate ad un caso studio: il PEEP Orto Paganella. Il progetto di riqualificazione si struttura in due parti. Una riguarda l’impianto del quartiere, inserendo un nuovo volume destinato a servizi, l’altra si concentra su un edificio esistente per un progetto di recupero allo scopo di ridare valore al manufatto, riscattarne l’immagine e creare un’offerta abitativa adeguata, che assicuri abitazioni in affitto e tipi di alloggi destinati a nuovi soggetti della popolazione, con le loro specifiche esigenze. Il progetto di riqualificazione si sviluppa a partire dall’orientamento dell’edificio e dei suoi affacci. Viene sviluppato il tema dell’involucro, che circonda l’edificio e si declina sui diversi fronti in modo diverso. La proposta della facciata verso sud, trasparente e aperta sul parco pubblico ritrova la giusta considerazione per l’orientamento, sfruttandone le potenzialità e aprendosi alla vista del parco, mentre il fronte a nord rimane chiuso e protetto. Creando nuovi spazi e nuovi affacci e restituendo una nuova immagine dell’edificio si cerca di stimolare una riappropriazione del senso di appartenenza al quartiere.
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The BCR gene is involved in the pathogenesis of Philadelphia chromosome-positive (Ph$\sp1$) leukemias. Typically, the 5$\sp\prime$ portion of BCR on chromosome 22 becomes fused to a 5$\sp\prime$ truncated ABL gene from chromosome 9 resulting in a chimeric BCR-ABL gene. To investigate the role of the BCR gene product, a number of BCR peptide sequences were used to generate anti-BCR antibodies for detection of BCR and BCR-ABL proteins. Since both BCR and ABL proteins have kinase activity, the anti-BCR antibodies were tested for their ability to immunoprecipitate BCR and BCR-ABL proteins from cellular lysates by use of an immunokinase assay. Antisera directed towards the C-terminal portions of P160 BCR, sequences not present in BCR-ABL proteins, were capable of co-immunoprecipitating P210 BCR-ABL from the Ph$\sp1$- positive cell line K562. Re-immunoprecipitation studies following complete denaturation showed that C-terminal BCR antisera specifically recognized P160 BCR but not P210 BCR-ABL. These and other results indicated the presence of a P160 BCR/P210 BCR-ABL protein complex in K562 cells. Experiments performed with Ph$\sp1$-positive ALL cells and uncultured Ph$\sp1$-positive patient white blood cells established the general presence of BCR/BCR-ABL protein complexes in BCR-ABL expressing cells. However, two cell lines derived from Ph$\sp1$-positive patients lacked P160 BCR/P210 BCR-ABL complexes. Lysates from one of these cell lines mixed with lysates from a cell line that expresses only P160 BCR failed to generate BCR/BCR-ABL protein complexes in vitro indicating that P160 BCR and P210 BCR-ABL do not simply oligomerize.^ Two-dimensional tryptic maps were performed on both BCR and BCR-ABL proteins labeled in vitro with $\sp{32}$P. These maps indicate that the autophosphorylation sites in BCR-ABL proteins are primarily located within BCR exon 1 sequences in both P210 and P185 BCR-ABL, and that P160 BCR is phosphorylated in trans in similar sites by the activated ABL kinase of both BCR-ABL proteins. These results provide strong evidence that P160 BCR serves as a target for the BCR-ABL oncoprotein.^ K562 cells, induced to terminally differentiate with the tumor promoter TPA, show a loss of P210 BCR-ABL kinase activity 12-18 hours after addition of TPA. This loss coincides with the loss of activity in P160 BCR/P210 BCR-ABL complexes but not with the loss of the P210 BCR-ABL, suggesting the existence of an inactive form of P210 BCR-ABL. However, a degraded BCR-ABL protein served as the kinase active form preferentially sequestered within the remaining BCR/BCR-ABL protein complex.^ The results described in this thesis form the basis for a model for BCR-ABL induced leukemias which is presented and discussed. ^