990 resultados para applicazione nativa,biodiversità,API,PostgreSQL,ecosistema,back-end,insetti impollinatori,android


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This study aimed to evaluate, ex vivo, the nanoleakage in dentinal tubules, the linear infiltration of silver nitrate in the dentin wall/root-end filling material interface, and the presence of gaps in this interface in root-end cavities filled with 4 filling materials. Forty-eight disto-buccal root canals of maxillary molars were instrumented and filled. Retrograde cavities were prepared with ultrasonic points (apical 2 mm). The samples were divided into 2 control groups (n = 4) and 4 experimental groups (n = 10): Group I white mineral trioxide aggregate (MTA); Group II Super EBA; Group III Portland cement; and Group IV Sealer 26. After 1 week, the specimens were subjected to silver nitrate and prepared for SEM (backscattered electrons). In the apical-apical segment, an area with significantly higher leakage was observed for Super EBA, followed by Portland cement, MTA, and Sealer 26 (P = 0.0054). In the medium and cervical segments, all materials showed the same leakage behavior (P = 0.1815 and P = 0.1723, respectively). The linear infiltration at the dentin wall/root-end filling material interface was higher with Super EBA than the other groups. No differences in the percentage of gaps along the 3 mm of dentin wall/root-end filling material interface between the 4 materials were evident (P > 0.05). Nanoleakage occurred mainly in the apical segment of the samples, and Super EBA showed the highest values. The area and linear leakage were lower in the middle and coronal segments, regardless of the root-end filling material. No material perfectly sealed the root-end cavities, which allowed for the leakage occurrence. Microsc. Res. Tech. 75:796800, 2012. (C) 2011 Wiley Periodicals, Inc.

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Abstract Background Low back pain is a relevant public health problem, being an important cause of work absenteeism worldwide, as well as affecting the quality of life of sufferers and their individual functional performances. Supervised active physical routines and of cognitive-behavioral therapies are recommended for the treatment of chronic Low back pain, although evidence to support the effectiveness of different techniques is missing. Accordingly, the aim of this study is to contrast the effectiveness of two types of exercises, graded activity or supervised, in decreasing symptoms of chronic low back pain. Methods/design Sample will consist of 66 patients, blindly allocated into one of two groups: 1) Graded activity which, based on an operant approach, will use time-contingent methods aiming to increase participants’ activity levels; 2) Supervised exercise, where participants will be trained for strengthening, stretching, and motor control targeting different muscle groups. Interventions will last one hour, and will happen twice a week for 6 weeks. Outcomes (pain, disability, quality of life, global perceived effect, return to work, physical activity, physical capacity, and kinesiophobia) will be assessed at baseline, at treatment end, and three and six months after treatment end. Data collection will be conducted by an investigator blinded to treatment allocation. Discussion This project describes the randomisation method that will be used to compare the effectiveness of two different treatments for chronic low back pain: graded activity and supervised exercises. Since optimal approach for patients with chronic back pain have yet not been defined based on evidence, good quality studies on the subject are necessary. Trial registration NCT01719276

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All'interno della tesi si è sviluppata una metodologia di supporto alle decisioni utile all'individuazione di determinate zone distribuite all'interno dell'area del delta del fiume Ural (Kazakistan), da considerare prioritarie ai fini della tutela della biodiversità. Il livello di priorità di queste aree è stato ricavato mediante l'aggregazione delle informazioni relative alle categorie di conservazione delle specie minacciate che popolano i diversi ecosistemi che caratterizzano l'area studio. Le categorie sono state confrontate fra loro mediante l'AHP che ha permesso di ottenere un set di pesi. L'utilizzo di tre differenti metodi di aggregazione (SAW, OWA, TOPSIS), ha permesso di ricavare un valore di conservazione che raggruppa le informazioni dei pesi attribuiti alle specie in un unico valore (CV) diverso per ogni metodo. Distribuiti i CV, sulla base della presenza delle relative specie, viene sviluppata una mappa di distribuzione dei valori di conservazione sintetici (CVS) ricavati mediante l'aggregazione dei CV in ogni punto dell'area studio. L'utilizzo di questa metodologia ha permesso di individuare, come previsto dagli obiettivi dell'elaborato, le aree a maggior valore per la conservazione degli habitat e delle specie, sulle quali focalizzare le future azioni di tutela e monitoraggio ambientale, dall'altro l'applicazione di una metodologia di supporto alle decisioni in grado di far fronte ai problemi di scarsa disponibilità e reperibilità di dati utili alla caratterizzazione dell’area di studio.

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Il lavoro tratta la progettazione di un intervento tecnologico e organizzativo in grado di guidare la creazione di un ecosistema di imprese per un distretto commerciale: Centergross (Funo d’Argelato, Bologna). Tale lavoro è stato preparato durante un periodo di Stage della durata di cinque mesi effettuato presso Epoca S.r.l (Bologna) a seguito della necessità, riscontrata dalla direzione del distretto, di ripensare il proprio modello di business. L’obiettivo del progetto di intervento di Epoca è quello di supportare il distretto in questa fase di cambiamento, da “condominio” di imprese autonome a ecosistema, grazie all’identificazione e alla realizzazione di strumenti organizzativi e tecnologici che possano costruire opportunità di sinergie, aumentare la completezza dell’offerta e sfruttare economie di scopo. Per questo è stato realizzato un nuovo sistema informatico (social network e applicazione mobile) in grado di supportare la strategia ed evolvere con essa. La tesi si struttura in tre parti. Nella prima parte, attraverso un’indagine della letteratura di riferimento, si sono indagati i principali modelli di cambiamento organizzativo e il ruolo dei sistemi informativi all’interno delle organizzazione. Un approfondimento circa gli approcci, i processi e la gestione del cambiamento in relazione all’introduzione di un nuovo sistema informativo all’interno delle organizzazioni con riferimento alle tematiche del Business Process Reengineering. La seconda parte è dedicata all’evoluzione del Web con la rivoluzione culturale causata dagli strumenti del web partecipativo, semantico e potenziato: social network e applicazione mobile nello specifico; e all’approccio di progettazione: il Design Thinking. Una tecnica che si prefigge di: trovare il miglior fit fra obiettivi, risorse e tecnologie disponibili; favorire lo sviluppo di nuove idee innovative entrando in empatia con il contesto del problema proponendo soluzioni centrate sui bisogni degli utenti. L’ultima parte del lavoro consiste nella descrizione del caso. Vengono presentate la fase di analisi della situazione attuale e i successivi step di progettazione del sistema informatico: la definizione dei prototipi, la popolazione del database, il modello di dominio, le interfacce utente e le esperienze di navigazione all’interno della piattaforma software proposta. L’approccio prevede che il progetto proceda per iterazioni successive e un adattamento continuo alle esigenze del cliente.

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In this thesis, the development of asymmetric α-alkylation of aldehydes using two new organocatalysts is described. Nowadays organocatalized asymmetric synthesis uses preferentially primary or secondary amines. In our case two new Betti bases derivatives have been used as organocatalysts. We tried to find a method based on resolution to obtain both enantiomers with ee major than 90%. At the end we tried them in an organocatalytic processes which involve indole derivatives and aldehydes as substrates. In questa tesi è descritto lo sviluppo del processo di alfa-alchilazione di aldeidi utilizzando due nuovi catalizzatori organici chirali. Al giorno d’oggi la sintesi asimmetrica organo catalitica sfrutta principalmente ammine primarie e secondarie chirali. Come organo catalizzatori, sono stati utilizzati due nuovi derivati della base di Betti. E’ stato ricercato un metodo che permettesse di risolvere entrambi gli enantiomeri e che permettesse di ottenere un eccesso enantiomerico maggiore del 90%. Infine questi catalizzatori sono stati utilizzati e ottimizzati in micro-processi che utilizzano un substrato indolico e di un’aldeide.

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Obiettivo di questa tesi è quello di sviluppare, coordinato da Gaiag, un sistema per identificare una o più classi semantiche da associare ai pixel di un'immagine satellitare preclassificata. Più precisamente, il mio scopo è stato quello di selezionare e analizzare solo quei pixel caratterizzati da specifici attributi semantici come la vegetazione, il suolo urbano o l'acqua, da un immagine satellitare cui sono state associate le classi semantiche grazie ad un programma utilizzato all'interno dell'azienda e grazie a delle query ho ridefinito i cromatismi dei pixel differenti dalla nostra classe e successivamente ho sviluppato un'applicazione Java che permette di visualizzare le immagini caricate all'interno dei database spaziali dopo la colorazione.

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L'obbiettivo del progetto di cui tratta questa tesi è costituire un ambiente intuitivo e facilmente utilizzabile dall'utente finale che permetta di accedere sia alle applicazioni aziendali sia ai desktop virtuali da qualsiasi dispositivo effettui l'accesso. Grazie alle recenti tecnologie di End User Computing messe a disposizione da VMware è possibile virtualizzare qualsiasi applicazione Windows e renderla disponibile tramite Internet a qualsiasi utente la richieda, indifferentemente dal sistema operativo o dal luogo in cui si trova. Il progetto descritto nella tesi spiega come implementare tale ambiente tramite il prodotto Horizon Workspace Portal integrato nella suite Horizon 6.

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Il mondo di Internet ha vissuto un radicale e inarrestabile processo di rinnovamento nel corso dell'ultimo decennio. Nel giro di pochi anni, i siti che popolano il World Wide Web si sono evoluti divenendo vere e proprie applicazioni in grado di fornire un livello di interattività e di coinvolgimento fino ad allora impensabile. Il mondo del Web è mutato, e con esso quello dei browser, i quali assumono sempre più le conformazioni di "sistemi operativi nei sistemi operativi": si sono tramutati in complesse piattaforme di sviluppo in grado di fornire a programmatori e web designer potenti librerie e API relative a qualsiasi ambito, nonché avanzati strumenti di debugging. Numerosi standard che governano l'ecosistema di Internet hanno raggiunto la maturità in questo contesto: fra tutti HTML5, il quale ha arricchito enormemente le potenzialità di un browser introducendo nuovi strumenti orientati alla multimedialità e alla classificazione semantica delle risorse. Altri standard altrettanto importanti hanno visto la luce in questi anni, affermandosi e conquistando, nel giro di pochissimi anni, l'interesse di un'ampia platea di sviluppatori. E' il caso di WebGL, una potente e flessibile libreria grafica derivata dal mondo di OpenGL che ha aperto le porte al rendering di scene tridimensionali all'interno di un qualsiasi browser moderno. WebGL ha rappresentato un punto di svolta abbattendo un'ulteriore barriera tra il mondo del web che vive all'interno di un browser e la dimensione delle applicazioni native che popolano un sistema operativo, consolidando il già affermato concetto di web app che lentamente sta seppellendo l'idea di "sito" così come era stato concepito all'inizio del nuovo millennio. Scopo di questo elaborato è quello di fornire una panoramica delle principali funzionalità offerte dalla libreria WebGL (con una particolare attenzione per il supporto cross browser) e di analizzare le possibilità che essa offre, studiando e implementando i principali modelli di illuminazione e le tecniche di applicazione texture per definire un ambiente tridimensionale esplorabile e il più possibile realistico all'interno della dimensione del web.

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Studio ed analisi delle principali tecniche in ambito di Social Data Analysis. Progettazione e Realizzazione di una soluzione software implementata con linguaggio Java in ambiente Eclipse. Il software realizzato permette di integrare differenti servizi di API REST, per l'estrazione di dati sociali da Twitter, la loro memorizzazione in un database non-relazionale (realizzato con MongoDB), e la loro gestione. Inoltre permette di effettuare operazioni di classificazione di topic, e di analizzare dati complessivi sulle collection di dati estratti. Infine permette di visualizzare un albero delle "ricondivisioni", partendo da singoli tweet selezionati, ed una mappa geo-localizzata, contenente gli utenti coinvolti nella catena di ricondivisioni, e i relativi archi di "retweet".

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Questa tesi esamina la progettazione e lo sviluppo di un'applicazione mobile Android che è in grado di gestire l'attività sportiva di un utente. L'applicazione offre numerose funzionalità, che permettono all'utente di eseguire allenamenti per il fitness e allenamenti per la corsa, tenendo sempre sotto controllo i risultati ottenuti e tutte le informazioni necessarie. Oltre ad eseguire allenamenti l'utente può crearne di propri e modificarli a suo piacimento, in più nell'App è inserito lo shop dove l'utilizzatore può comprare allenamenti messi a disposizione direttamente da FitBody. Gli aspetti visti sopra saranno descritti attraverso un'analisi del problema e un'analisi sulla progettazione architetturale. In particolare verranno sottolineati aspetti riguardanti l'interazione tra utenti e l'utilizzo di API che permetteranno all'utilizzatore di condividere le proprie esperienze sul social network Facebook e di avere un'esperienza completa con l'app. In questo scritto si parlerà anche della comunicazione tra applicazione e server, che avviene grazie a chiamate HTTP con metodo POST. Attraverso queste chiamate l'applicazione leggerà e scriverà informazioni sul database online, 'hostato' sulla piattaforma Altervista. L'applicazione web, di cui sarà data solamente un'infarinatura, è stata sviluppata utilizzando il linguaggio di programmazione PHP. Ogni 'response' inviata dal server al client è composta da uno o più oggetti JSON.

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L'obiettivo della tesi è progettare un'architettura abilitante per scenari smart health, concentrandosi sulla parte end-user (non sulla parte server-cloud), ossia sperimentando l'ambito dei wearable devices e facendo riferimento al binomio fitness-Apple Watch, comodo perchè presente nell'azienda FitStadium che ci fornisce motivazioni, requisiti e goals. Nel primo capitolo si analizzeranno le soluzioni offerte attualmente dal mercato per la realizzazione di servizi legati al fitness, focalizzandosi in particolare sulle architetture proposte e come quest'ultime possano convivere con l'ecosistema FitStadium. Il secondo capitolo è riservato invece all'approfondimento delle tecnologie Apple, che verranno utilizzate concretamente per la realizzazione del caso di studio. Ancora una volta si farà attenzione alle possibilità architetturali offerte da queste tecnologie. Nel terzo capitolo viene trattato nella sua interezza il caso di studio, analizzandone in particolare lo stato pre e post tesi. Verrà cioè descritta l'applicazione implementata insieme alla presentazione di un'architettura abilitante anche per gli scenari smart health. Infine, all'interno del capito 4 viene descritto più precisamente il concetto di smart health e il percorso che ha condotto alla sua definizione.

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In questa tesi inizialmente ci si è occupati di definire ed approfondire le caratteristiche della tecnologia Wi-Fi Direct, illustrandone il funzionamento, l’architettura e gli scenari di utilizzo. Successivamente è stata sviluppata un’applicazione basata su tale tecnologia, con lo scopo di fornire un servizio di disseminazione di messaggi d’aiuto in situazioni di emergenza o di catastrofi naturali, nelle quali la rete cellulare viene inevitabilmente meno. In queste occasioni c’è il bisogno di avere uno strumento che permetta di comunicare in maniera facile, veloce e che sia alla portata di tutti. Caratteristiche e qualità proprie di uno smartphone, dispositivo che oggigiorno è presente nelle tasche di ognuno di noi. L’obiettivo finale infatti, sarebbe quello di creare un applicativo che possa idealmente essere preinstallato in ogni nostro dispositivo, un servizio che sia diffuso, compreso ed utilizzabile istantaneamente da tutti, in modo tale da essere una sicurezza e un aiuto di vitale importanza in situazioni di pericolo. Per lo sviluppo di una tale applicazione ci si è basati sul sistema operativo Android, che è il più diffuso tra gli utenti di tutto il mondo. Nel primo capitolo ci si è occupati di di presentare ed approfondire la tecnologia Wi-Fi Direct, definendone gli ambiti generali di utilizzo e le problematiche che vengono affrontate. Nel secondo capitolo si prosegue con la presentazione della tecnologia in ambiente Android, descrivendo le API fornite da Google per l’utilizzo del servizio in questione. Nel terzo capitolo, dopo un’analisi dei progetti che coinvolgono tale tecnologia, viene illustrata l’applicazione creata, le sue funzionalità e caratteristiche ed eventuali casi d’uso. Nel quarto capitolo è stata inserita la parte più tecnica, dove illustro i problemi incontrati e le modalità di risoluzione degli stessi, insieme alle strutture ed agli oggetti messi a disposizione da Java che sono stati utilizzati. Infine nel capitolo conclusivo è stato fatto un riepilogo del lavoro svolto, indicando le difficoltà incontrate ed eventuali possibili miglioramenti e sviluppi futuri del mio progetto.

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Recent studies have shown that the nociceptive withdrawal reflex threshold (NWR-T) and the electrical pain threshold (EP-T) are reliable measures in pain-free populations. However, it is necessary to investigate the reliability of these measures in patients with chronic pain in order to translate these techniques from laboratory to clinic. The aims of this study were to determine the test-retest reliability of the NWR-T and EP-T after single and repeated (temporal summation) electrical stimulation in a group of patients with chronic low back pain, and to investigate the association between the NWR-T and the EP-T. To this end, 25 patients with chronic pain participated in three identical sessions, separated by 1 week in average, in which the NWR-T and the EP-T to single and repeated stimulation were measured. Test-retest reliability was assessed using intra-class correlation coefficient (ICC), coefficient of variation (CV), and Bland-Altman analysis. The association between the thresholds was assessed using the coefficient of determination (r (2)). The results showed good-to-excellent reliability for both NWR-T and EP-T in all cases, with average ICC values ranging 0.76-0.90 and average CV values ranging 12.0-17.7%. The association between thresholds was better after repeated stimulation than after single stimulation, with average r (2) values of 0.83 and 0.56, respectively. In conclusion, the NWR-T and the EP-T are reliable assessment tools for assessing the sensitivity of spinal nociceptive pathways in patients with chronic pain.

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Using latent class analysis (LCA), a previous study on patients attending primary care identified four courses of low back pain (LBP) over the subsequent 6 months. To date, no studies have used longitudinal pain recordings to examine the "natural" course of recurrent and chronic LBP in a population-based sample of individuals. This study examines the course of LBP in the general population and elaborates on the stability and criterion-related validity of the clusters derived. A random sample of 400 individuals reporting LBP in a population-based study was asked to complete a comprehensive questionnaire at the start and end of the year's survey, and 52 weekly pain diaries in between. The latter were analyzed using LCA. 305 individuals returned more than 50% of the diaries. Four clusters were identified (severe persistent, moderate persistent, mild persistent, and fluctuating). The clusters differed significantly with regards to pain and disability. Assessment of cluster stability showed that a considerable proportion of patients in the "fluctuating" group changed their classification over time. Three of the four clusters describing the typical course of pain matched the clusters described previously for patients in primary care. Due to the population-based design, this study achieves, for the first time, a close insight into the "natural" course of chronic and recurrent low back pain, including individuals that did not necessarily visit the general practitioner. The findings will help to understand better the nature of this pain in the general population.

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Back-in-time debuggers are extremely useful tools for identifying the causes of bugs, as they allow us to inspect the past states of objects no longer present in the current execution stack. Unfortunately the "omniscient" approaches that try to remember all previous states are impractical because they either consume too much space or they are far too slow. Several approaches rely on heuristics to limit these penalties, but they ultimately end up throwing out too much relevant information. In this paper we propose a practical approach to back-in-time debugging that attempts to keep track of only the relevant past data. In contrast to other approaches, we keep object history information together with the regular objects in the application memory. Although seemingly counter-intuitive, this approach has the effect that past data that is not reachable from current application objects (and hence, no longer relevant) is automatically garbage collected. In this paper we describe the technical details of our approach, and we present benchmarks that demonstrate that memory consumption stays within practical bounds. Furthermore since our approach works at the virtual machine level, the performance penalty is significantly better than with other approaches.