1000 resultados para Sociologia da Cultura, do Conhecimento e da Educação


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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)

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Os conhecimentos tradicionais se ligam a processos de aprendizagem baseados na interação dos grupos humanos com o meio ambiente, envolvendo experimentação, especulação e experiência de seus membros que sistematizam um conjunto de concepções e práticas de socialização intergeracional. O estudo desenvolvido entre os Suruí Aikewára, no estado do Pará, aborda a constituição desses conhecimentos e práticas relativas ao canto ligando-o aos mitos e aos processos de construção dos instrumentos musicais, como via de entrada para o entendimento do universo cultural indígena, acionados na dança do Sapurahái e no rito Karuára.

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Texto que aborda as contribuições do mestre que conquistou corações e mentes para a arquitetura no século XX.

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For centuries have studied the man in a segmented manner, which today, even with the emergence of new forms of research, holistic, we see that the influence of centuries of construction of scientific knowledge has taken root in such a way that even now with new understandings about matter and its structure pointing to systemic relations, studies are still largely dichotomized by dividing body, mind and environment. This paper is a literature review on several sources of knowledge, seeking an interdisciplinary way in physics, chemistry, biology, psychology and physical education, relate the body, mind and their interactions with the environment, building a more current concept of body. The studies showed that the physical, cognitive, emotional, social and environmental aspects involve an interaction continues between human been with the world, which changes shapes, balances and transactions, and thus human behavior. So when we speak of the body should relate all this that makes us conscious organisms in constant internal and external dynamic with the universe

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Ao refletir sobre a esfera do jornalismo sob influência da lógica mercadológica, esta pesquisa contextualiza teoricamente o cenário atual das características e tendências do jornalismo, especificamente o jornalismo cultural praticado pelo caderno Prosa & Verso, o suplemento literário do jornal carioca O Globo. O presente estudo tem por objetivo estudar a cobertura jornalística do citado suplemento, identifi- cando os valores-notícia presentes nas reportagens de capa, especificamente nos períodos referentes ao ano de 2008 em que ocorrem a Feira Literária Internacional de Paraty e a Bienal Internacional do Livro de São Paulo. Tratando, portanto, da cobertura de eventos do mercado editorial, propõe-se uma análise e reflexão acerca das tensões existentes entre campo jornalístico e campo literário, focando a influência da citada lógica mercadológica na produção jornalística. Com a elaboração da análise dos suplementos veiculados durante a ocorrência de ambos os eventos e a partir das relações entre produção da notícia, imposições de mercado e espetacularização na indústria cultural, verifica-se, entre outras questões, que a notícia não escapa da necessidade de possuir valor de troca, mesmo quando se trata do jornalismo cultural, uma vez que a cultura também tem sua própria economia.

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Pós-graduação em Serviço Social - FCHS

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Punto di partenza per il lavoro presentato, sono le tematiche legate alle pratiche di consumo di cibo in un’ottica che superi una semplice visione utilitaristica delle stesse, mentre viene evidenziato invece il più profondo rapporto uomo-cibo e i fenomeni di socializzazione che ne scaturiscono. Si trovano pertanto a coniugarsi la sociologia dei consumi e la sociologia della cultura. La base per questa visione del cibo e delle pratiche di produzione e consumo ad esso collegate è l’ipotesi che nel rapporto uomo-cibo sia individuabile un livello di significato superiore al mero utilitarismo/nutrizionismo, che si compone di una dimensione strutturale, una dimensione simbolica ed una dimensione metaforica. Il cibo, e di conseguenza tutte le pratiche ad esso collegate (produzione, elaborazione, consumo), rientrano pertanto in maniera naturale nella categoria “cultura”, e quindi, accostandoci al paradigma del passaggio da natura a società, attraverso il cibo si crea e si alimenta la socialità del consorzio umano, e quindi l’umanità stessa. Accostando a queste concettualizzazioni l’idea che il consumo in generale possa diventare una prassi tramite cui esperire una più diffusa ricerca di sostenibilità nello sviluppo del territorio, (facendosi carico delle conseguenze socio-ambientali derivanti dalla fruizione di determinati oggetti piuttosto che altri), si è sviluppata l’ipotesi che al consumo alimentare possa competere un ruolo precipuamente attivo nella definizione di pratiche sociali orientate alla sostenibilità, capaci cioè di integrare attraverso il consumo – e in relazione all’indebolimento delle tradizionali agenzie di socializzazione – quella perdita di senso civico e solidarietà organizzata che sperimentiamo nelle prassi di vita quotidiana. Sul piano operativo, la tesi è articolata in sei capitoli: • Il percorso presentato prende le mosse dalla considerazione che il cibo, inteso in un’ottica sociologica, costituisce un fattore culturale non irrilevante, anzi fondamentale per il consorzio umano. Si fornisce quindi una breve descrizione del ruolo del cibo nei suoi accostamenti con la definizione di un territorio (e quindi con la sua storia, economia e società), con le arti visive, con il cinema, con la musica, ma anche con la sfera sensoriale (tatto, gusto, olfatto) ed emotivo-cognitiva (psiche) dell’uomo. • Successivamente, si analizza nello specifico la funzione socializzante delle pratiche alimentari, ripercorrendo le tappe principali degli studi classici di sociologia e antropologia dell’alimentazione e introducendo anche l’idea di cibo come simbolo e metafora, che si riflettono sul piano sociale e sulle relazioni tra gli individui. La constatazione che le pratiche legate al cibo sono le uniche attività umane da sempre e per sempre irrinunciabili è un chiaro indicatore di come esse giochino un ruolo fondamentale nella socializzazione umana. • Nel terzo capitolo, la prospettiva simbolico-metaforica è la base di un’analisi di tipo storico delle pratiche alimentari, nello specifico delle pratiche di consumo di cibo, dalle origini dell’umanità ai giorni nostri. Viene presentato un excursus essenziale in cui l’attenzione è focalizzata sulla tavola, sui cibi ivi serviti e sugli eventi di socializzazione che si sviluppano attorno ad essa, considerando situazioni storico-sociali oggettive di cui si è in grado, oggi, di ricostruire le dinamiche e le fasi più significative. • Il quarto capitolo costituisce un momento di riflessione teorica intorno al tema della globalizzazione nella contemporaneità. Sia per una logica progressione cronologica all’interno del lavoro presentato, sia per la rilevanza in quanto inerente alla società attuale in cui viviamo, non si è potuto infatti non soffermarsi un po’ più a fondo sull’analisi delle pratiche alimentari nella contemporaneità, e quindi nella società generalmente definita come “globalizzata” (o “mcdonaldizzata”, per dirla alla Ritzer) ma che in realtà è caratterizzata da un più sottile gioco di equilibri tra dimensione locale e dimensione globale, che si compenetrano come anche nel termine che indica tale equilibrio: il “glocale”. In questo capitolo vengono presentati i principali riferimenti teorici relativi a queste tematiche. • Nel quinto capitolo è stata analizzata, quindi, la declinazione in senso “alimentare” della relazione tra globale e locale, e quindi non solo i mutamenti intercorsi nella contemporaneità nelle pratiche di produzione, scambio e consumo di cibo con particolare riferimento ai sistemi culturali e al territorio, ma anche alcune proposte (sia teoriche che pratiche) a garanzia di uno sviluppo sostenibile del territorio, che trovi i suoi fondamenti sulla perpetuazione di modalità tradizionali di produzione, commercio e consumo di cibo. • Nel sesto capitolo viene analizzato un caso di studio significativo, (il movimento Slow Food, con il suo progetto Terra Madre) senza la pretesa di confermare o smentire né le ipotesi di partenza, né i concetti emersi in itinere, ma semplicemente con l’intenzione di approfondire il percorso svolto attraverso l’esemplificazione operativa e la ricerca entro un piccolo campione composto da testimoni significativi e intervistati, sottoposti a colloqui e interviste incentrate su item inerenti i temi generali di questo lavoro e sul caso di studio considerato. La scelta del caso è motivata dalla considerazione che, alla luce delle filosofia che lo anima e delle attività che svolge, il movimento Slow Food con il progetto Terra Madre costituisce una vera e propria eccellenza nella pianificazione di uno sviluppo sostenibile del territorio e delle sue risorse, tanto economiche quanto sociali e culturali. L’intera analisi è stata condotta tenendo presente l’importanza della comparazione e della collocazione del singolo caso non solo nel contesto sociale di riferimento, ma anche in sintonia con l’ipotesi della ricerca, e quindi con l’assunto che le pratiche alimentari possano guidare uno sviluppo sostenibile del territorio. Per analizzare la realtà individuata, si è in primo luogo proceduto alla raccolta e all’analisi di dati e informazioni volte alla ricostruzione della sua storia e del suo sviluppo attuale. Le informazioni sono state raccolte attraverso l’analisi di materiali, documenti cartacei e documenti multimediali. Si è poi proceduto con colloqui in profondità a testimoni significativi individuati nell’ambito delle attività promosse da Slow Food, con particolare riferimento alle attività di Terra Madre; le informazioni sono state elaborate con l’ausilio dell’analisi del contenuto. Alla luce di quanto analizzato, tanto a livello teorico quanto a livello empirico, la tesi si conclude con alcune considerazioni che, in linea con la finalità dichiarata di approfondire (più che di confermare o smentire) le ipotesi di partenza circa un ruolo fondamentale delle pratiche alimentari nello sviluppo sostenibile del territorio, non possono comunque non tendere ad una convalida dei concetti introduttivi. Si individuano pertanto spunti importanti per affermare che nelle pratiche alimentari, nei tre momenti in cui trovano specificazione (la produzione, lo scambio, il consumo), siano individuabili quei semi valoriali che possono dare solidità alle ipotesi di partenza, e che quindi - nell’intento di operare per uno sviluppo sostenibile del territorio - sia possibile farne un valido strumento al fine di costruire dei veri e propri percorsi di sostenibilità ancorati ai concetti di tutela della tradizione locale, recupero e salvaguardia dei metodi tradizionali di produzione e conservazione, certificazione di tipicità, controllo della distribuzione, riscatto e promozione delle modalità tradizionali di consumo con particolare riferimento alle culture locali.

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Il continuo sdoppiamento e la riverberazione sono le matrici di sviluppo di questa tesi, in cui le ricerche di Grotowski legate al Parateatro e al Teatro delle Fonti sono indagate e interpretate a partire da un pensiero polivalente che prende avvio nella sociologia della cultura e si radica in un terreno antropologico. La ricerca si configura come un’interpretazione possibile delle scelte operate da Grotowski e, complessivamente, dal Teatro Laboratorio, nel contesto delle trasformazioni socio-culturali successive agli anni Sessanta verificando come nel periodo dal '70 all'82 le scelte stesse rispecchino i valori culturali dell’epoca.La ricerca ricorre alla categoria della “festa” - intesa come realtà quotidiana elevata alla forma rituale, attraverso gli elementi culturali e identitari del gruppo di appartenenza - e, a partire da essa, sovrappone criticamente la logica dell’“identità in performance” con la nozione di “Incontro” elaborata da Grotowski. Questa logica è, successivamente, problematizzata attraverso il “diamante culturale”, un dispositivo di analisi della sociologia della culturache, a sua volta, è discusso eridimensionato a partire dalpresuppostodi “Decostruzione” e dall’idea di “Decondizionamento”legata al lavoro del Performer, inteso come individuo.Tre immagini e un’incognita rivelano i campi d’azioneed i principi che permeano l’intera ricerca raddoppiandosi e congiungendo l’immagine del Performer come individuo riflessivo. L’immagine riflessa si configura nel contrasto fra apparenza e presenza: nella domanda posta da Grotowski “che si può fare con la propria solitudine?” si evidenzia uno dei problemi a cui deve far fronte l’individuo in una determinata struttura culturale e, al contempo, viene suggerita una possibilità di amplificazione della percezione di “se stesso” da parte dell’Attore-Performer come Individuo.

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Este estudo tem a finalidade de contribuir para a compreensão da concepção de docência que se articulou em um dos espaços de uma das maiores universidades brasileiras, a Universidade de São Paulo, ou seja, o Instituto de Química, conhecido como IQ-USP. Nessa perspectiva, o IQ-USP é, portanto, destacado como o objeto de estudo desta pesquisa, uma vez que sua história se entrelaça com a própria criação da Universidade e seu paradigma científico está centrado no perfil de análise determinado por este trabalho: a área de conhecimento das ciências exatas. Partindo do pressuposto que a concepção de como se deve constituir o ensino superior está intrinsecamente relacionada com a visão de mundo, de conhecimento e de educação elaborada pela própria trajetória histórica da universidade, mas também pelas relações que esta estabelece com a comunidade, durante todo o seu processo de ação , é possível dizer que tais crenças e valores, selecionados e hierarquizados pela comunidade acadêmica, acabam por intervir na formação específica de seus professores. Destaca-se, assim, sob o olhar da pesquisa qualitativa, o estudo a respeito da trajetória de formação do profissional docente que se constitui ao longo da história da própria Universidade em que esse está inserido e que subsidia a sua concepção de ser docente. Nessa perspectiva, alguns autores trazem muitas contribuições para o esclarecimento da concepção de docência implícita na formação do professor universitário e seus reflexos na prática docente cotidiana. Entre estes autores, destacamos o pensamento de Paschoal Senise (2006), Maria Isabel da Cunha (2007), Heladio César G. Antunha (1974) e J. Gimeno Sacristán (1998 e 1999). A coleta de dados foi realizada utilizando-se documentos históricos e informativos, como também entrevistas semi-estruturadas, em uma abordagem sempre qualitativa, uma vez que esta nos fornece melhores condições de entendimento dos aspectos subjetivos de que se reveste a problemática da pesquisa. Fundamentado nos dados levantados e analisados à luz da contribuição teórica dos autores referenciados neste trabalho, reforçamos a conclusão de que a instituição faz o profissional, evidenciando-se na formação do docente do IQ-USP a tradição e a inovação, dialeticamente, caminhando juntas.(AU)

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Este estudo tem a finalidade de contribuir para a compreensão da concepção de docência que se articulou em um dos espaços de uma das maiores universidades brasileiras, a Universidade de São Paulo, ou seja, o Instituto de Química, conhecido como IQ-USP. Nessa perspectiva, o IQ-USP é, portanto, destacado como o objeto de estudo desta pesquisa, uma vez que sua história se entrelaça com a própria criação da Universidade e seu paradigma científico está centrado no perfil de análise determinado por este trabalho: a área de conhecimento das ciências exatas. Partindo do pressuposto que a concepção de como se deve constituir o ensino superior está intrinsecamente relacionada com a visão de mundo, de conhecimento e de educação elaborada pela própria trajetória histórica da universidade, mas também pelas relações que esta estabelece com a comunidade, durante todo o seu processo de ação , é possível dizer que tais crenças e valores, selecionados e hierarquizados pela comunidade acadêmica, acabam por intervir na formação específica de seus professores. Destaca-se, assim, sob o olhar da pesquisa qualitativa, o estudo a respeito da trajetória de formação do profissional docente que se constitui ao longo da história da própria Universidade em que esse está inserido e que subsidia a sua concepção de ser docente. Nessa perspectiva, alguns autores trazem muitas contribuições para o esclarecimento da concepção de docência implícita na formação do professor universitário e seus reflexos na prática docente cotidiana. Entre estes autores, destacamos o pensamento de Paschoal Senise (2006), Maria Isabel da Cunha (2007), Heladio César G. Antunha (1974) e J. Gimeno Sacristán (1998 e 1999). A coleta de dados foi realizada utilizando-se documentos históricos e informativos, como também entrevistas semi-estruturadas, em uma abordagem sempre qualitativa, uma vez que esta nos fornece melhores condições de entendimento dos aspectos subjetivos de que se reveste a problemática da pesquisa. Fundamentado nos dados levantados e analisados à luz da contribuição teórica dos autores referenciados neste trabalho, reforçamos a conclusão de que a instituição faz o profissional, evidenciando-se na formação do docente do IQ-USP a tradição e a inovação, dialeticamente, caminhando juntas.(AU)

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Esta pesquisa implica em uma abordagem interdisciplinar, pois analisa a pedagogia de um educador e um teólogo envolvendo assim diferentes áreas do conhecimento, tais como educação e teologia. Este estudo possibilita um aprofundamento dos conhecimentos pedagógicos e teológicos acerca da temática do amor, diálogo e revelação. O objetivo com esta pesquisa é de aprofundar a relação entre teologia e educação e educação e teologia identificando a contribuição de Paulo Freire e Juan Luis Segundo no aprofundamento do tema do amor e do diálogo. Paulo Freire acreditava que o mundo poderia ser transformado através da educação problematizadora dialógica. O diálogo se fundamenta em elementos constitutivos como fé, amor, humildade, confiança e esperança que também fazem parte da teologia cristã. Trabalha-se com a hipótese que Freire fundamentou sua pedagogia na teologia cristã para aprofundar a pedagogia dialógica. No pensamento de Juan Luis Segundo a revelação é um processo pedagógico de aprender a aprender a ser humano. Trabalha-se com a hipótese que Juan Luis Segundo fundamentou sua teologia também na educação. Desta forma há a possibilidade de comparação entre os autores.(AU)

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Esta pesquisa implica em uma abordagem interdisciplinar, pois analisa a pedagogia de um educador e um teólogo envolvendo assim diferentes áreas do conhecimento, tais como educação e teologia. Este estudo possibilita um aprofundamento dos conhecimentos pedagógicos e teológicos acerca da temática do amor, diálogo e revelação. O objetivo com esta pesquisa é de aprofundar a relação entre teologia e educação e educação e teologia identificando a contribuição de Paulo Freire e Juan Luis Segundo no aprofundamento do tema do amor e do diálogo. Paulo Freire acreditava que o mundo poderia ser transformado através da educação problematizadora dialógica. O diálogo se fundamenta em elementos constitutivos como fé, amor, humildade, confiança e esperança que também fazem parte da teologia cristã. Trabalha-se com a hipótese que Freire fundamentou sua pedagogia na teologia cristã para aprofundar a pedagogia dialógica. No pensamento de Juan Luis Segundo a revelação é um processo pedagógico de aprender a aprender a ser humano. Trabalha-se com a hipótese que Juan Luis Segundo fundamentou sua teologia também na educação. Desta forma há a possibilidade de comparação entre os autores.(AU)

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O objetivo do capítulo é proceder ao balanço da produção científica portuguesa no período compreendido entre 2005 e 2014, no que ao estudo dos espaços escolares diz respeito. Dada a natureza do objeto de estudo, o propósito foi não ficar preso a uma história unidimensional; relevam-se, assim, olhares provenientes de diversas áreas do conhecimento (História da Educação, Arquitetura, História da Arte...). Paralelamente, indicam-se estudos de referência publicados no estrangeiro (tendências atuais da pesquisa) e lançam-se algumas pistas de investigação.

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This study examines art student’s awareness, understanding and practices of intercultural art education in higher institution of art. Specifically, the research focused on Art Academy of Latvia, Riga. The purpose was to promote “interculturalism’’ among students and to acquaint them with the knowledge and skills of developing and reflecting on their cultural values and that of others’. For 10 weeks, 7 students in the Art Academy of Latvia explored the Traditional African Ceramics. My research included data gathered from student questionnaires, class discussions, interviews, observations, student artwork and photographs from their personal activities. I likewise took note of the students’ practical works and their approach to African-based ceramics. First, in literature review, I discuss my purpose of study, why the study is important, limitations, statements of problem, and further research. Secondly, I examine culture and paradigms of cultures, comprehensive context of the African history and traditions of the African ceramics, the importance of intercultural art education. Then, I describe how the case study in Latvia was carried out among 7 participants’ who are students from 2nd year – masters’ level. The case study involved 7 students from the department of graphics, glass, ceramics and painting with the aim of promoting intercultural learning among art students. The case study reveals participants’ attitude towards intercultural education and reveal the importance of intercultural education in higher institutions of art as well as other institutions of learning. Although the participants were positive attitude towards other culture, the study reveals that creating awareness through intercultural art and exposing students to other culture enhances their creativity ability to explore other culture and they are more likely to be opened in sharing their experiences and their cultural perspective. Experiencing culture based- art create awareness of other cultures

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Tese de doutoramento, Sociologia (Sociologia da Cultura, Comunicação, e Estilos de Vida), Universidade de Lisboa, Instituto de Ciências Sociais, 2016