132 resultados para Novelistas brasile?os


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Tradurre testi di brani musicali è il fulcro di questo lavoro. Il contesto è il Brasile, la città di Belo Horizonte, una realtà periferica e un gruppo di cantanti e musicisti di samba. Questo è il quadro ritratto del documentario preso in esame “Roda” di Carla Maia e Raquel Junquera e del quale si propone qui la sua traduzione integrale dal portoghese all'italiano per il sottotitolaggio (per il quale si sono seguiti i riferimenti del libro “Teoría y práctica de la subtitulación: Inglés-Español” di Jorge Díaz Cintas). Dopo una panoramica generale del samba come stile musicale e fenomeno culturale, in questa tesi si affrontano tematiche e complessità legate alla traduzione di canzoni e del genere filmico del documentario proponendo esempi specifici e spunti teorici. Inoltre, vengono inclusi argomenti quali registro, fraseologia e umorismo. Sono infine illustrati i metodi e gli strumenti usati per la realizzazione di questo lavoro.

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Questa tesi si pone l'obiettivo di presentare l'universo multicolore e sfaccettato della literatura de cordel brasiliana, particolare forma di poesia caratterizata da poemetti stampati in libretti di carta deperibile e posti in vendita appesi a sottili spaghi, chiamati cordeis in portoghese. L'esposto è strutturato in due parti: nella prima viene introdotto il fenomeno in termini generali, la sua storia, i temi affrontati dai poeti e le forme metriche più utilizzate. Nella seconda è presentata la figura del poeta Leandro Gomes de Barros, illustre rappresentante del genere, e proposta la traduzione del suo classico “O dinheiro” (Il denaro). Il testo, avendo un carattere fortemente divulgativo, è accessibile a tutti, e accompagna il lettore nella narrazione con un grande numero di immagini (raffiguranti le pittoresche copertine dei libricini di Cordel) ed esempi testuali tratti da testi originali, sia contemporanei che classici, che aiutano ad immergersi in questa particolare forma espressiva.

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Il seguente elaborato presenta una proposta di traduzione verso lo spagnolo di una selezione di canzoni che criticano i regimi dittatoriali in alcuni paesi lusofoni, quali il Portogallo, il Brasile e l'Angola. Questo elaborato è composto da 19 canzoni in lingua portoghese con le rispettive traduzioni, tre riassunti storici che riguardano la dittatura di ogni paese e un'analisi traduttologica dell'intero lavoro. Sia i riassunti che l'analisi sono scritti in portoghese. Durante il processo di traduzione sono stati presi in considerazione, oltre al significato letterale dei testi, gli aspetti musicali tipici del linguaggio poetico come le rime, il ritmo ed il numero di sillabe, prestando particolare attenzione alla scelta lessicale. Le canzoni scelte per quest'antologia affrontano temi come l'oppressione, l'esilio, l'emigrazione, la povertà e le condizioni di vita precarie dell'epoca o semplicemente raccontano avvenimenti importanti di quel momento storico. Tra gli autori di queste canzoni ci sono famosi musicisti come Chico Buarque, José (Zeca) Afonso , Waldemar Bastos ed altri compositori meno conosciuti, almeno in Italia, ma i cui testi sono ugualmente interessanti e pieni di emozione.

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La tesi ha come obiettivo un confronto tra giornalismo sportivo italiano e inglese sul tema dei Mondiali di calcio svoltisi nell'estate del 2014 in Brasile. Attraverso l'analisi di quindici articoli presi da alcuni dei quotidiani più letti in Italia e nel Regno Unito, vedremo come in due nazioni così appassionate di calcio si scrive di questo sport, in particolare in occasione di un evento di interesse transnazionale, sottolinenando affinità e differenze tra due lingue apparentemente lontane tra loro ma che scopriremo avere molti punti in comune.

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Abstract in italiano L’oggetto del presente elaborato è una proposta di traduzione dal portoghese all’italiano di un racconto della scrittrice brasiliana Zélia Gattai intitolato "Pipistrelo das mil cores". Il libro ha come fine quello di educare i più piccoli alla tutela della fauna e porre un freno alla crudeltà sugli animali. Questo progetto si divide in tre capitoli: nel primo vengono presentate l’autrice e l’opera, nel secondo la traduzione e, nell’ultimo, vengono commentate le scelte traduttive con particolare attenzione al tipo di pubblico cui il testo è rivolto. Sinopse em português O tema desta dissertação é uma proposta de tradução de português para italiano dum conto da literatura infantil brasileira cujo título é "Pipistrelo das mil cores" escrito por Zélia Gattai. O livro tem o fim de sensibilizar as crianças sobre a salvaguarda da fauna e de pôr fim aos maus tratos infligidos aos animais. Este estudo encontra-se dividido em três capítulos: no primeiro, é apresentada a autora e a obra, no segundo, a tradução e, no terceiro, analizam-se as opções tradutivas com especial atenção para o tipo de leitores aos quais o texto está endereçado. Abstract in English The aim of this dissertation is to translate a piece of Brazilian children’s literature published under the title of "Pipistrelo das mil cores" written by Zélia Gattai from Portuguese into Italian. The objective of the book is to raise awareness of wildlife conservation and of cruelty to animals. This study is divided into three chapters. The first one introduces the author and the book, the second one presents a translation proposal and the last one analyses the translating choices with particular attention to the target audience.

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La città di São Paulo è la più grande megalopoli dell’emisfero sud. Alle sue dimensioni esagerate corrisponde una complessità sociale che è difficile afferrare e comprendere nella sua interezza. Questo lavoro analizza come la letteratura brasiliana contemporanea affronti il problema della rappresentazione della megalopoli. Allo stesso tempo, ci si propone di indagare in che modo la scrittura risenta del contesto in cui viene prodotta mettendo in relazione la forma caotica e dispersiva della città con la frammentazione riscontrata nelle opere letterarie. In particolare, sono state analizzate le opere di João Antônio e Luiz Ruffato in cui la città appare non solo come scenario delle vicende narrate, ma come protagonista della narrazione. Nei primi due capitoli sono stati affrontati temi di carattere urbanistico, politico, economico e sociale per descrivere alcune delle dinamiche che nel secolo scorso hanno interessato São Paulo, trasformando la città da piccolo centro di provincia in enorme megalopoli. Privilegiando un approccio di tipo culturale, nel descrivere il processo storico sono stati presi in considerazione testi letterari, film e documenti fotografici oltre che contributi provenienti dalla sociologia e da altre aree delle scienze umane. Quando sono state trattate questioni che hanno interessato l’intero Brasile, come l’abolizione della schiavitù e l’insorgere negli ultimi decenni del preoccupante fenomeno della violenza urbana, è stato necessario uscire dalla dimensione locale per accennare al Paese come Stato nazionale. In questi casi, si è cercato di non cadere nella trappola di un discorso che rappresenti la realtà brasiliana come omogenea. Piuttosto, attraverso una prospettiva critica, si è cercato di far emergere alcune delle molteplici sfaccettature del Brasile, dando particolare rilievo a quelle voci che nel discorso ufficiale sono state emarginate. Lo stesso vale per São Paulo. La tesi sostenuta in questo lavoro è che non esista una São Paulo unica né unitaria; esiste una città diversa a seconda dell’angolo da cui la si osserva. Ciò diventa evidente nelle opere letterarie analizzate nel III capitolo: i racconti di João Antônio, il romanzo di Luiz Ruffato, le mini cronache raccolte per strada di Fernando Bonassi. Senza ambire a un’impossibile visione d’insieme, ognuna di queste opere mette in scena frammenti della realtà paulistana e crea una cartografia propria della città.

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Collana di discorsi attorno alla figura di Valentina, creata da Guido Crepax nel 1965 e divenuta una delle icone della sua epoca. Discorsi su donne disegnate da uomini, su Valentina disegnata da Crepax, sull'industria culturale e i suoi prodotti, le sue arti e le sue memorie. Revisione di estratti di "Valentina no metrô", tradotta da William Lagos in portoghese del Brasile, in portoghese lusitano.

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Il presente elaborato è costituito da quattro capitoli. Nel primo, dopo aver esposto una breve panoramica della letteratura cinese moderna, ci si concentra innanzitutto sulla presentazione della figura dell’autore Su Tong (苏童 Sūtóng), delle sue opere e della loro ricezione da parte del pubblico italiano. Nella stessa sezione, viene introdotto il progetto della casa editrice Canongate Books all’interno del quale si inscrive il romanzo oggetto della traduzione della tesi. Inoltre, per permettere ad un potenziale lettore italiano di comprendere meglio la struttura narrativa del testo, si è scelto di fornire una descrizione del mito originale di Mengjiangnü (孟姜女 Mèngjiāngnǚ) a cui si è ispirato l’autore durante la stesura del libro in questione, oltre che dei principali temi culturali in esso presenti. Il secondo capitolo propone la traduzione integrale del romanzo “Binu” (碧奴 Bìnú) dell’autore Su Tong. Nel terzo capitolo, oltre a delineare un profilo della traduttrice brasiliana Fernanda Abreu e delle opere di cui essa si è occupata (con particolare riferimento al testo “A mulher que chora”), viene presentato un breve panorama sull’attuale situazione della letteratura cinese moderna in Brasile ed in Portogallo, oltre che sull’utilizzo dell’inglese come lingua pivot per la sua diffusione. Per facilitare l’approfondimento di un argomento così esteso, si è optato per la suddivisione dell’ultima parte in diversi sotto-capitoli. La sezione prevede innanzitutto l’esposizione della teoria alla base delle scelte adottate nella traduzione italiana del romanzo “Binu”. Successivamente, dopo aver presentato le principali differenze tra la lingua cinese e quella portoghese, oltre alle problematiche traduttive che da esse derivano, ci si è concentrati sullo svolgimento di un confronto tra le strategie adottate nella resa italiana dell’opera e tra quelle impiegate nella versione portoghese. Nel fare ciò, ovviamente si è tenuto conto dell’utilizzo della versione inglese da parte di Fernanda Abreu, oltre che dei diversi elementi culturali che caratterizzano le due lingue. Infine, dopo aver brevemente descritto quelle che sono le principali fasi da affrontare quando si decide di avanzare la proposta di traduzione di un testo editoriale, è stata valutata una possibile pubblicazione italiana del romanzo “Binu”, tenendo in considerazione le opere dello stesso autore già tradotte nel nostro Paese.

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Mendoza es conocida por ser la tierra “del sol y del buen vino". Pero también es tierra de artistas, músicos, pintores, dramaturgos, novelistas, cuentistas y de tantas otras expresiones culturales. Artistas cuyas obras conforman un riquísimo patrimonio cultural que enorgullece a los mendocinos y se ofrece a todos los visitantes que deseen conocer y gustar nuestra provincia. Porque a través de la obra artística se puede captar de manera privilegiada la esencia de un pueblo, entidad troquelada en la peculiar conjunción de un entorno geográfico y particulares circunstancias socio-históricas, igualmente diversa en el correr del tiempo, pero siempre fiel a sus rasgos esenciales. Entonces, acercarnos a la obra de algunos de nuestros artistas a través de un recorrido por los sitios que conocieron, amaron y cantaron en su obra, constituye una incitante aventura de descubrimiento.

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Ansgar Nünning y Astrid Erll (2003; 2005) y Astrid Erll (2005) han desarrollado las relaciones entre memoria y literatura introduciendo los conceptos de "memoria en la literatura: puestas en escena", "memoria de la literatura I: topoi e intertextualidad", "memoria de la literatura II: canon e historia de la literatura" y "literatura como medio de la memoria colectiva". Adoptando esta cuádruple distinción, la presente tesis doctoral se propone dar cuenta de la producción narrativa de la auto denominada "generación ausente" -conformada por autores nacidos alrededor del año 1960-, que tuvo entre sus preocupaciones principales tematizar el decenio 1973-1983, eligiendo para hacerlo la forma novela. Algunos de los escritores del corpus son: Carlos Gamerro, Matilde Sánchez, Daniel Guebel, Luis Chitarroni, Alan Pauls, Sergio Chejfec, Miguel Vitagliano, Gustavo Nielsen, Juan Forn, Carlos E. Feiling, Sergio Bizzio, Daniel Link, Martín Kohan, Damián Tabarovsky, Marcelo Figueras, Rodrigo Fresán y Ricardo Strafacce. Al respecto, el primer capítulo de este trabajo está dedicado a debatir las diversas utilizaciones del concepto de "generación" en la sociología de la literatura argentina, concepto que, a partir de la década del ochenta cayera en general descrédito. En efecto: luego del triunfo de lo que Miguel Dalmaroni entiende como la "'operación Raymond Williams' en Punto de Vista", se privilegiaron los conceptos de "grupo cultural" o "formación" de Raymond Williams para pensar colectivos culturales frente al de "generación". En nuestro trabajo, redefinimos "generación" como "construcción identitaria" (Cf. Jureit/ Wildt 2005) y "categoría de memoria" (Cf. Weigel 2005), esto es: entendida siempre como un constructo y en clave memorial, y en las antípodas de las formulaciones de matriz biologicista o embebidas de un afán matemático cercanas a la primitiva definición del concepto dada por José Ortega y Gasset. En un contexto de publicación de sus primeras novelas donde las llamadas "narrativas sobre los años setenta" comienzan a proliferar y con un marco de "crisis del mercado editorial" (1976-1989) y "concentración y polarización de la industrial editorial" (1990- 2000), los escritores estudiados se proponen volver a narrar la última dictadura, cuando la literatura ya no llenaría -como sí lo habría hecho en 1980- "un vacío de discurso" (Cf. Sarlo 2006). Sobre dicho contexto de publicación y numerosos análisis de la "memoria en la literatura" y la "memoria de la literatura I" observables en las novelas reseñadas versan los capítulos dos y tres de la presente tesis. Una de las hipótesis fundamentales de nuestro trabajo es que los novelistas del corpus no sólo intervinieron en el campo literario en calidad de escritores, sino que fueron "críticos estrategas" (en el sentido de Walter Benjamin) y "productores culturales" (en el sentido de Raymond Williams). Así, fueron miembros del staff de diversas revistas literarias, empleados de sellos ya existentes y/ o fundadores de las llamadas "editoriales independientes" y "editoriales artesanales", firmantes de textos de intervención -tanto en la prensa como en las dos últimas "historias de la literatura argentina" dirigidas, respectivamente, por Noé Jitrik y David Viñas-, pero también autores únicos de ambiciosos ensayos interpretativos donde se propone una determinada política de la literatura (en términos de Jacques Rancière), o bien un nuevo "canon" argentino. Por lo mismo, el capítulo cuatro de la presente tesis reseña estas intervenciones y las pone en diálogo con, por un lado, la producción estrictamente literaria de los novelistas del corpus, y, por el otro, con los que hemos hipotetizado como "cuatro grandes ciclos de canonización" ocurridos a partir de 1985, una vez mitigada la angustia de las influencias suscitada por Jorge Luis Borges. El recorrido planteado en esta tesis doctoral permite arribar a la conclusión general de que los autores del corpus, a partir de una muy acertada lectura del estado del campo literario argentino de fines de la década del ochenta del siglo XX (momento de triunfo de la operación crítica que hiciera de Juan José Saer, Manuel Puig y Ricardo Piglia los tres "nombres del consenso"), lograron en tiempo récord revertir su lugar inicial de carencia. Lo hicieron percibiendo el lugar central que, tanto en términos de memoria colectiva como de "memoria en la literatura", "memoria de la literatura I" y "memoria de la literatura II" ostentaba el decenio 1973-1983, con un alto nivel de consciencia del potencial estratégico que tenía el comparecer como "generación ausente", y haciendo un uso deliberadamente ambiguo de la etiqueta de la "nueva narrativa", que continua circulando hasta el día de hoy como contraseña en nuestro alicaído mercado de libros

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En la segunda mitad del siglo XIX se crearon en el Río de la Plata las condiciones necesarias para el surgimiento y desarrollo de las historiografías nacionales, humus primordial del cual emergieron proposiciones fácticas y axiomas historiográficos de cuño patriótico. La historiografía argentina, por diversidad de motivos -disponibilidad de insumos heurísticos y repertorios bibliográficos, número de intelectuales (historiadores, poetas, novelistas, ensayistas) consagrados al estudio y exaltación del pasado nacional, instituciones dedicadas al desarrollo de la investigación, recursos aportados por el Estado- tuvo un temprano e importante desarrollo e influyó de forma determinante en la historiografía uruguaya. El objeto de este artículo es conocer las modalidades, el carácter y significación de esta influencia en un autor concreto, Francisco Bauzá, a efectos de dilucidar los cimientos sobre los cuales se definieron las estructuras teóricas y la preceptivas técnico-metodológicas fundantes de la disciplina en Uruguay.

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Ansgar Nünning y Astrid Erll (2003; 2005) y Astrid Erll (2005) han desarrollado las relaciones entre memoria y literatura introduciendo los conceptos de "memoria en la literatura: puestas en escena", "memoria de la literatura I: topoi e intertextualidad", "memoria de la literatura II: canon e historia de la literatura" y "literatura como medio de la memoria colectiva". Adoptando esta cuádruple distinción, la presente tesis doctoral se propone dar cuenta de la producción narrativa de la auto denominada "generación ausente" -conformada por autores nacidos alrededor del año 1960-, que tuvo entre sus preocupaciones principales tematizar el decenio 1973-1983, eligiendo para hacerlo la forma novela. Algunos de los escritores del corpus son: Carlos Gamerro, Matilde Sánchez, Daniel Guebel, Luis Chitarroni, Alan Pauls, Sergio Chejfec, Miguel Vitagliano, Gustavo Nielsen, Juan Forn, Carlos E. Feiling, Sergio Bizzio, Daniel Link, Martín Kohan, Damián Tabarovsky, Marcelo Figueras, Rodrigo Fresán y Ricardo Strafacce. Al respecto, el primer capítulo de este trabajo está dedicado a debatir las diversas utilizaciones del concepto de "generación" en la sociología de la literatura argentina, concepto que, a partir de la década del ochenta cayera en general descrédito. En efecto: luego del triunfo de lo que Miguel Dalmaroni entiende como la "'operación Raymond Williams' en Punto de Vista", se privilegiaron los conceptos de "grupo cultural" o "formación" de Raymond Williams para pensar colectivos culturales frente al de "generación". En nuestro trabajo, redefinimos "generación" como "construcción identitaria" (Cf. Jureit/ Wildt 2005) y "categoría de memoria" (Cf. Weigel 2005), esto es: entendida siempre como un constructo y en clave memorial, y en las antípodas de las formulaciones de matriz biologicista o embebidas de un afán matemático cercanas a la primitiva definición del concepto dada por José Ortega y Gasset. En un contexto de publicación de sus primeras novelas donde las llamadas "narrativas sobre los años setenta" comienzan a proliferar y con un marco de "crisis del mercado editorial" (1976-1989) y "concentración y polarización de la industrial editorial" (1990- 2000), los escritores estudiados se proponen volver a narrar la última dictadura, cuando la literatura ya no llenaría -como sí lo habría hecho en 1980- "un vacío de discurso" (Cf. Sarlo 2006). Sobre dicho contexto de publicación y numerosos análisis de la "memoria en la literatura" y la "memoria de la literatura I" observables en las novelas reseñadas versan los capítulos dos y tres de la presente tesis. Una de las hipótesis fundamentales de nuestro trabajo es que los novelistas del corpus no sólo intervinieron en el campo literario en calidad de escritores, sino que fueron "críticos estrategas" (en el sentido de Walter Benjamin) y "productores culturales" (en el sentido de Raymond Williams). Así, fueron miembros del staff de diversas revistas literarias, empleados de sellos ya existentes y/ o fundadores de las llamadas "editoriales independientes" y "editoriales artesanales", firmantes de textos de intervención -tanto en la prensa como en las dos últimas "historias de la literatura argentina" dirigidas, respectivamente, por Noé Jitrik y David Viñas-, pero también autores únicos de ambiciosos ensayos interpretativos donde se propone una determinada política de la literatura (en términos de Jacques Rancière), o bien un nuevo "canon" argentino. Por lo mismo, el capítulo cuatro de la presente tesis reseña estas intervenciones y las pone en diálogo con, por un lado, la producción estrictamente literaria de los novelistas del corpus, y, por el otro, con los que hemos hipotetizado como "cuatro grandes ciclos de canonización" ocurridos a partir de 1985, una vez mitigada la angustia de las influencias suscitada por Jorge Luis Borges. El recorrido planteado en esta tesis doctoral permite arribar a la conclusión general de que los autores del corpus, a partir de una muy acertada lectura del estado del campo literario argentino de fines de la década del ochenta del siglo XX (momento de triunfo de la operación crítica que hiciera de Juan José Saer, Manuel Puig y Ricardo Piglia los tres "nombres del consenso"), lograron en tiempo récord revertir su lugar inicial de carencia. Lo hicieron percibiendo el lugar central que, tanto en términos de memoria colectiva como de "memoria en la literatura", "memoria de la literatura I" y "memoria de la literatura II" ostentaba el decenio 1973-1983, con un alto nivel de consciencia del potencial estratégico que tenía el comparecer como "generación ausente", y haciendo un uso deliberadamente ambiguo de la etiqueta de la "nueva narrativa", que continua circulando hasta el día de hoy como contraseña en nuestro alicaído mercado de libros

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En la segunda mitad del siglo XIX se crearon en el Río de la Plata las condiciones necesarias para el surgimiento y desarrollo de las historiografías nacionales, humus primordial del cual emergieron proposiciones fácticas y axiomas historiográficos de cuño patriótico. La historiografía argentina, por diversidad de motivos -disponibilidad de insumos heurísticos y repertorios bibliográficos, número de intelectuales (historiadores, poetas, novelistas, ensayistas) consagrados al estudio y exaltación del pasado nacional, instituciones dedicadas al desarrollo de la investigación, recursos aportados por el Estado- tuvo un temprano e importante desarrollo e influyó de forma determinante en la historiografía uruguaya. El objeto de este artículo es conocer las modalidades, el carácter y significación de esta influencia en un autor concreto, Francisco Bauzá, a efectos de dilucidar los cimientos sobre los cuales se definieron las estructuras teóricas y la preceptivas técnico-metodológicas fundantes de la disciplina en Uruguay.

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En la segunda mitad del siglo XIX se crearon en el Río de la Plata las condiciones necesarias para el surgimiento y desarrollo de las historiografías nacionales, humus primordial del cual emergieron proposiciones fácticas y axiomas historiográficos de cuño patriótico. La historiografía argentina, por diversidad de motivos -disponibilidad de insumos heurísticos y repertorios bibliográficos, número de intelectuales (historiadores, poetas, novelistas, ensayistas) consagrados al estudio y exaltación del pasado nacional, instituciones dedicadas al desarrollo de la investigación, recursos aportados por el Estado- tuvo un temprano e importante desarrollo e influyó de forma determinante en la historiografía uruguaya. El objeto de este artículo es conocer las modalidades, el carácter y significación de esta influencia en un autor concreto, Francisco Bauzá, a efectos de dilucidar los cimientos sobre los cuales se definieron las estructuras teóricas y la preceptivas técnico-metodológicas fundantes de la disciplina en Uruguay.

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Il sistema di trasporto detto Bus Rapid Transit (BRT) è stato lanciato a Curitiba, in Brasile, nel 1974 per offrire un trasporto in bus efficiente ed efficace nella città in rapida espansione. Questa sperienza, insieme a quella di Ottawa (1983) e Quito (1994) ha dimostrato di essere una soluzione molto efficiente per il trasporto di massa. Per tutta l’Europa si sono iniziate a sviluppare esperienze simili, introducendo però un concetto diverso per quanto riguarda la qualità di servizio. Infatti sistemi come il “trunk network” nella Svezia, il Metrobus nella Germania oppure il BHNS (Bus à Aut. Niveau de Service) nella Francia trattano la qualità di servizio da una prospettiva più ampia che il BRT, dato che considerano aspetti come l’immagine ed il comfort oltre che velocità, frequenza e affidabilità. Questi nuovi sistemi BHLS (Buses with a High Quality of Service) consentono di combinare la qualità di servizio del tram con il costo basso e l’altà flessibilità dei sistema bus, fornendo soluzioni molto interessanti in termini di accessibilità e livelli di servizio, che permettono l’adattamento ai differenti contesti urbani (dimensione, popolazione, densità, ecc.). This article compares different European experiences with tramways and BHLS, especially from the economic point of view, considering their respective costs, benefits and advantages altogether.