117 resultados para Creatina
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INTRODUÇÃO: A carência de valores de referência de parâmetros antropométricos, de desempenho, bioquímicos, hematológicos, hormonais e psicológicos é uma limitação importante nas investigações envolvendo futebolistas profissionais. OBJETIVO: Elaborar tabelas de percentis para servirem como referencial de comparação para estudos posteriores. MÉTODOS: Foram utilizados 82 jogadores profissionais de futebol que foram avaliados aproximadamente 30 dias após o início da principal competição disputada pelas equipes. No primeiro dia de avaliação foram coletadas amostras de sangue (25mL) em jejum para determinação dos parâmetros hematológicos (eritrócitos, hemoglobina, hematócrito, volume corpuscular médio - VCM, hemoglobina corpuscular média - HCM, concentração de hemoglobina corpuscular média - CHCM, leucócitos, neutrófilos, eosinófilos, linfócitos, monócitos e plaquetas) e das concentrações de adrenalina, cortisol, creatina quinase, creatinina, noradrenalina, testosterona e ureia. Posteriormente, os atletas foram submetidos à avaliação antropométrica e psicológica. Em seguida, a avaliação da eficiência do sistema anaeróbio lático foi realizada em pista oficial de atletismo. No segundo dia foram realizadas as avaliações para determinação da eficiência do sistema anaeróbio alático e aeróbio. RESULTADOS: A distribuição de percentis (P0, P15, P30, P50, P70, P85 e P100) foi utilizada para apresentação dos resultados. CONCLUSÃO: A elaboração de tabelas de percentis pode ser utilizada como referencial de comparação para investigações posteriores.
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L'epilessia frontale notturna (EFN) è caratterizzata da crisi motorie che insorgono durante il sonno. Scopo del progetto è studiare le cause fisiopatologiche e morfo-funzionali che sottendono ai fenomeni motori nei pazienti con EFN e identificare alterazioni strutturali e/o metaboliche mediante tecniche avanzate di Risonanza Magnetica (RM). Abbiamo raccolto una casistica di pazienti con EFN afferenti al Centro Epilessia e dei Disturbi del Sonno del Dipartimento di Scienze Neurologiche, Università di Bologna. Ad ogni paziente è stato associato un controllo sano di età (± 5 anni) e sesso corrispondente. Tutti sono stati studiati mediante tecniche avanzate di RM comprendenti Spettroscopia del protone (1H-MRS), Tensore di diffusione ed imaging 3D ad alta risoluzione per analisi morfometriche. In particolare, la 1H-MRS è stata effettuata su due volumi di interesse localizzati nei talami e nel giro del cingolo anteriore. Sono stati inclusi nell’analisi finale 19 pazienti (7 M), età media 34 anni (range 19-50) e 14 controlli (6 M) età media 30 anni (range 19-40). A livello del cingolo anteriore il rapporto della concentrazione di N-Acetil-Aspartato rispetto alla Creatina (NAA/Cr) è risultato significativamente ridotto nei pazienti rispetto ai controlli (p=0,021). Relativamente all’analisi di correlazione, l'analisi tramite modelli di regressione multipla ha evidenziato che il rapporto NAA/Cr nel cingolo anteriore nei pazienti correlava con la frequenza delle crisi (p=0,048), essendo minore nei pazienti con crisi plurisettimanali/plurigiornaliere. Per interpretare il dato ottenuto è possibile solo fare delle ipotesi. L’NAA è un marker di integrità, densità e funzionalità neuronale. E’ possibile che alla base della EFN ci siano alterazioni metaboliche tessutali in precise strutture come il giro del cingolo anteriore. Questo apre nuove possibilità sull’utilizzo di strumenti di indagine basati sull’analisi di biosegnali, per caratterizzare aree coinvolte nella genesi della EFN ancora largamente sconosciute e chiarire ulteriormente l’eziologia di questo tipo di epilessia.
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Obiettivi: valutare in pazienti con rene singolo congenito la correlazione tra il filtrato glomerulare misurato con il DTPA (DTPA-VFG) e 1) marker laboratoristici di danno renale (creatinina, cistatinaC, proteinuria) 2) formule per stimare il filtrato glomerulare 3) parametri di valutazione della crescita renale ecografica. Materiali e metodi: Sono stati arruolati 118 pazienti con rene singolo congenito tra 0 e 18 anni. Sono stati valutati a ogni visita altezza, creatinina, cistatinaC, proteinuria e lunghezza ecografica renale. E’ stato calcolato il filtrato stimato con formule basate sulla creatinina (Schwartz), sulla cistatina C (Zappitelli, Filler, Grubb e Bokenkamp) e su entrambe (equazione di Zappitelli). La crescita renale è stata valutata come rapporto lunghezza ecografica/altezza corporea (USL/H), differenza percentuale tra lunghezza renale misurata e attesa per età (delta%) e presenza o meno d’ipertrofia compensatoria. In 74 bambini è stata misurata la DTPA-VFG. Risultati: Il follow-up è di 2.1 ± 0.9 anni. Il 65% sono maschi. Nessun paziente ha sviluppato danno renale cronico. La media del DTPA-VFG era di 135±44ml/min/1.73m², il valore medio della creatinina 0.47±0.17mg/dl e di cistatinaC di 1±0.4mg/L. La lunghezza ecografica renale media era di 100±17 mm, il rapporto USL/H medio di 0.8±0,1 e il delta% di 1,13±11,4, il 66% presentava ipertrofia renale. Le uniche correlazioni significative con DTPA-VFG sono inversa con la creatinina (p=<.001) e lineare con USL/H (p=<.001). Discussione: Lo studio ha mostrato che come per altre nefrouropatie, la creatina e l’ecografia renale siano due strumenti validi per il follow-up dei pazienti con rene singolo congenito. Il limite principale è dovuto al fatto che nessuno dei pazienti ha sviluppato danno renale cronico e pertanto non è stato possibile stabilire dei cutt-off di rischio per parametri quali USL/H.
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Il cancro della prostata (PCa) è il tumore maligno non-cutaneo più diffuso tra gli uomini ed è il secondo tumore che miete più vittime nei paesi occidentali. La necessità di nuove tecniche non invasive per la diagnosi precoce del PCa è aumentata negli anni. 1H-MRS (proton magnetic resonance spectroscopy) e 1H-MRSI (proton magnetic resonance spectroscopy imaging) sono tecniche avanzate di spettroscopia in risonanza magnetica che permettono di individuare presenza di metaboliti come citrato, colina, creatina e in alcuni casi poliammine in uno o più voxel nel tessuto prostatico. L’abbondanza o l’assenza di uno di questi metaboliti rende possibile discriminare un tessuto sano da uno patologico. Le tecniche di spettroscopia RM sono correntemente utilizzate nella pratica clinica per cervello e fegato, con l’utilizzo di software dedicati per l’analisi degli spettri. La quantificazione di metaboliti nella prostata invece può risultare difficile a causa del basso rapporto segnale/rumore (SNR) degli spettri e del forte accoppiamento-j del citrato. Lo scopo principale di questo lavoro è di proporre un software prototipo per la quantificazione automatica di citrato, colina e creatina nella prostata. Lo sviluppo del programma e dei suoi algoritmi è stato portato avanti all’interno dell’IRST (Istituto Romagnolo per lo Studio e la cura dei Tumori) con l’aiuto dell’unità di fisica sanitaria. Il cuore del programma è un algoritmo iterativo per il fit degli spettri che fa uso di simulazioni MRS sviluppate con il pacchetto di librerie GAMMA in C++. L’accuratezza delle quantificazioni è stata testata con dei fantocci realizzati all’interno dei laboratori dell’istituto. Tutte le misure spettroscopiche sono state eseguite con il nuovo scanner Philips Ingenia 3T, una delle machine di risonanza magnetica più avanzate per applicazioni cliniche. Infine, dopo aver eseguito i test in vitro sui fantocci, sono stati acquisiti gli spettri delle prostate di alcuni volontari sani, per testare se il programma fosse in grado di lavorare in condizioni di basso SNR.
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La finalidad de esta tesis es establecer un análisis de la metodología de entrenamiento de la resistencia especial en el futbolista. Su objetivo no está vinculado a realizar propuestas prácticas de entrenamiento, sino más bien, se tratará de abordar una posible justificación fisiológico - metabólica, a partir de la relevancia bioenergética de la creatina, en función de la creciente especialización que debe ir adquiriendo el proceso del entrenamiento deportivo a largo plazo, enfocado al logro de altos rendimientos deportivos. A partir del análisis de conceptos terminológicos de referencia, se asienta la idea general de este trabajo, es decir, la estructuración y desarrollo de la resistencia en los deportes de conjunto, como el fútbol. Los pilares de una adecuada planificación son el conocimiento y la aplicación de distintas leyes y principios del entrenamiento deportivo y su relación con los distintos medios y métodos de entrenamiento, como así también, los efectos de adaptación que provocan. Por lo tanto, a partir del análisis de los requerimientos morfológicos - funcionales de las competiciones de elite en fútbol, se pueden elaborar modelos que servirán de base y como objetivo final al cual debe ser orientado el proceso de entrenamiento. Es decir, que un entrenamiento multianual con miras a la formación de futbolistas de elite, debe respetar la especialización creciente de las cargas de entrenamiento, estableciendo una sucesión metodológica adecuada en función de los objetivos de cada etapa. En función de lo expuesto, se realiza un análisis que va desde la resistencia como capacidad física y su metodología de entrenamiento, recorriendo distintos conceptos y manifestaciones, pasando por el análisis de distintas zonas de intensidad o áreas funcionales, y desembocando en la metodología de entrenamiento intermitente de la resistencia o resistencia especial -en los deportes de conjunto-. Y es a partir de todo el análisis precedente que estamos en condiciones de abordar el entrenamiento específico en el fútbol, y más detalladamente la resistencia específica o intermitente que requiere este deporte. El entrenamiento intermitente puede ser considerado como una metodología cuyo énfasis es puesto en modificaciones que se producen a nivel muscular, por sobre factores centrales de rendimiento, presentándose como una variante óptima para el entrenamiento de la resistencia muscular local y específica del futbolista. Básicamente, el entrenamiento intermitente actuaría sobre dos puntos centrales: la mejora del sistema shuttle de la CrP, y sobre la rapidez de entrega de oxígeno al inicio del ejercicio. Aquí aparece la importancia de la suplementación con Cr: que al aumentar las concentraciones del sustrato, y junto con el entrenamiento, que mejora las reacciones enzimáticas implicadas, potenciaría las mejoras buscadas con este tipo de metodología. Queda por determinar cual es el preciso mecanismo de acción por el cual la recuperación de los fosfatos altamente energéticos se produce: si por biogénesis mitocondrial en las fibras reclutadas - generalmente FT -; o mediante el sistema de proteínas transportadoras de Cr - destacando la importancia de las ST - o por algún otro mecanismo no conocido. Su descubrimiento permitiría direccionar más precisamente el entrenamiento deportivo.
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La finalidad de esta tesis es establecer un análisis de la metodología de entrenamiento de la resistencia especial en el futbolista. Su objetivo no está vinculado a realizar propuestas prácticas de entrenamiento, sino más bien, se tratará de abordar una posible justificación fisiológico - metabólica, a partir de la relevancia bioenergética de la creatina, en función de la creciente especialización que debe ir adquiriendo el proceso del entrenamiento deportivo a largo plazo, enfocado al logro de altos rendimientos deportivos. A partir del análisis de conceptos terminológicos de referencia, se asienta la idea general de este trabajo, es decir, la estructuración y desarrollo de la resistencia en los deportes de conjunto, como el fútbol. Los pilares de una adecuada planificación son el conocimiento y la aplicación de distintas leyes y principios del entrenamiento deportivo y su relación con los distintos medios y métodos de entrenamiento, como así también, los efectos de adaptación que provocan. Por lo tanto, a partir del análisis de los requerimientos morfológicos - funcionales de las competiciones de elite en fútbol, se pueden elaborar modelos que servirán de base y como objetivo final al cual debe ser orientado el proceso de entrenamiento. Es decir, que un entrenamiento multianual con miras a la formación de futbolistas de elite, debe respetar la especialización creciente de las cargas de entrenamiento, estableciendo una sucesión metodológica adecuada en función de los objetivos de cada etapa. En función de lo expuesto, se realiza un análisis que va desde la resistencia como capacidad física y su metodología de entrenamiento, recorriendo distintos conceptos y manifestaciones, pasando por el análisis de distintas zonas de intensidad o áreas funcionales, y desembocando en la metodología de entrenamiento intermitente de la resistencia o resistencia especial -en los deportes de conjunto-. Y es a partir de todo el análisis precedente que estamos en condiciones de abordar el entrenamiento específico en el fútbol, y más detalladamente la resistencia específica o intermitente que requiere este deporte. El entrenamiento intermitente puede ser considerado como una metodología cuyo énfasis es puesto en modificaciones que se producen a nivel muscular, por sobre factores centrales de rendimiento, presentándose como una variante óptima para el entrenamiento de la resistencia muscular local y específica del futbolista. Básicamente, el entrenamiento intermitente actuaría sobre dos puntos centrales: la mejora del sistema shuttle de la CrP, y sobre la rapidez de entrega de oxígeno al inicio del ejercicio. Aquí aparece la importancia de la suplementación con Cr: que al aumentar las concentraciones del sustrato, y junto con el entrenamiento, que mejora las reacciones enzimáticas implicadas, potenciaría las mejoras buscadas con este tipo de metodología. Queda por determinar cual es el preciso mecanismo de acción por el cual la recuperación de los fosfatos altamente energéticos se produce: si por biogénesis mitocondrial en las fibras reclutadas - generalmente FT -; o mediante el sistema de proteínas transportadoras de Cr - destacando la importancia de las ST - o por algún otro mecanismo no conocido. Su descubrimiento permitiría direccionar más precisamente el entrenamiento deportivo.
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La finalidad de esta tesis es establecer un análisis de la metodología de entrenamiento de la resistencia especial en el futbolista. Su objetivo no está vinculado a realizar propuestas prácticas de entrenamiento, sino más bien, se tratará de abordar una posible justificación fisiológico - metabólica, a partir de la relevancia bioenergética de la creatina, en función de la creciente especialización que debe ir adquiriendo el proceso del entrenamiento deportivo a largo plazo, enfocado al logro de altos rendimientos deportivos. A partir del análisis de conceptos terminológicos de referencia, se asienta la idea general de este trabajo, es decir, la estructuración y desarrollo de la resistencia en los deportes de conjunto, como el fútbol. Los pilares de una adecuada planificación son el conocimiento y la aplicación de distintas leyes y principios del entrenamiento deportivo y su relación con los distintos medios y métodos de entrenamiento, como así también, los efectos de adaptación que provocan. Por lo tanto, a partir del análisis de los requerimientos morfológicos - funcionales de las competiciones de elite en fútbol, se pueden elaborar modelos que servirán de base y como objetivo final al cual debe ser orientado el proceso de entrenamiento. Es decir, que un entrenamiento multianual con miras a la formación de futbolistas de elite, debe respetar la especialización creciente de las cargas de entrenamiento, estableciendo una sucesión metodológica adecuada en función de los objetivos de cada etapa. En función de lo expuesto, se realiza un análisis que va desde la resistencia como capacidad física y su metodología de entrenamiento, recorriendo distintos conceptos y manifestaciones, pasando por el análisis de distintas zonas de intensidad o áreas funcionales, y desembocando en la metodología de entrenamiento intermitente de la resistencia o resistencia especial -en los deportes de conjunto-. Y es a partir de todo el análisis precedente que estamos en condiciones de abordar el entrenamiento específico en el fútbol, y más detalladamente la resistencia específica o intermitente que requiere este deporte. El entrenamiento intermitente puede ser considerado como una metodología cuyo énfasis es puesto en modificaciones que se producen a nivel muscular, por sobre factores centrales de rendimiento, presentándose como una variante óptima para el entrenamiento de la resistencia muscular local y específica del futbolista. Básicamente, el entrenamiento intermitente actuaría sobre dos puntos centrales: la mejora del sistema shuttle de la CrP, y sobre la rapidez de entrega de oxígeno al inicio del ejercicio. Aquí aparece la importancia de la suplementación con Cr: que al aumentar las concentraciones del sustrato, y junto con el entrenamiento, que mejora las reacciones enzimáticas implicadas, potenciaría las mejoras buscadas con este tipo de metodología. Queda por determinar cual es el preciso mecanismo de acción por el cual la recuperación de los fosfatos altamente energéticos se produce: si por biogénesis mitocondrial en las fibras reclutadas - generalmente FT -; o mediante el sistema de proteínas transportadoras de Cr - destacando la importancia de las ST - o por algún otro mecanismo no conocido. Su descubrimiento permitiría direccionar más precisamente el entrenamiento deportivo.
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Algunos investigadores han utilizado la información que suministran determinados parámetros sanguíneos para el control biológico del entrenamiento. Entre estos parámetros los más utilizados como indicadores de sobreentrenamiento son: creatina kinasa (CK), urea (U), cortisol (C), testosterona(T) y relación testosterona/cortisol (T/C). El objetivo de este estudio fue determinar la evolución de CK, U, C,T y T/C a lo largo de 3 microciclos (M) de ntrenamiento,comparando los valores tras una sesión de entrenamientointenso con los obtenidos tras una sesión de recuperación. Seis triatletas masculinos de élite participaron en el estudio y fueron seguidos durante un periodo de entrenamiento de 31 semanas. Se estudiaron los microciclos 8, 22 y 31 (M1, M2 y M3, respectivamente). Se realizaron 7 extracciones sanguíneas en los siguientes momentos: una analítica en octubre en el periodo de descanso, y dos analíticas al final de cada M (tras una sesión de entrenamiento y una de recuperación). En cada M se registraron los datos de entrenamiento así como los de percepción de la carga y recuperación. La CK descendió de forma significativa tras una sesión de recuperación después de haber alcanzado valores significativamente superiores a los de referencia (129,5±80,2 U/l) en el M1 (Entrenamiento: 303,2±141,8 U/l vs. Recuperación: 211,3±65,4 U/l; P < 0,05), en el M2 (Entrenamiento: 316,2±134,1 U/l vs. Recuperación: 238,2±149 U/l; P < 0,05) y M3 (Entrenamiento: 383,3±231,0 U/l vs. Recuperación: 209,8±98,2 U/l; P < 0,05). Ni la U ni la T experimentaron variaciones significativas tras una sesión de recuperación, mientras que el C sólo descendió significativamente en M3 (Entrenamiento: 23±2,3 μg/dl vs. Recuperación: 18,9±2,7 μg/dl: P < 0,05). En conclusión, este estudio muestra las variaciones que experimentan varios parámetros sanguíneos a lo largo de tres microciclos de entrenamiento intenso, en los que ninguno de los deportistas experimentó ningún síntoma de sobreentrenamiento.
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En este trabajo se ha realizado un análisis de la estructura del juego y de los parámetros morfológicos y fisiológicos en jugadores de bádminton. Para ello se han realizado 4 estudios aplicados. Objetivo: Los objetivos del trabajo han sido: (1) comprobar si existen diferencias entre el lado dominante y no dominante de las medidas antropométricas en jugadores de bádminton de máximo nivel nacional, así como verificar si el lado del cuerpo donde se realiza la medición puede influir en el cálculo de la composición corporal y del somatotipo. (2) Comparar la estuctura temporal y notacional en partidos de individual masculino entre los Juegos Olímpicos de Pekín y de Londres para observar como ha evolucionado el bádminton de 2008 a 2012. (3) Medir la ocurrencia de daño muscular después de un partido simulado de bádminton y su influencia en parámetros físicos y hematológicos. (4) Investigar la efectividad de una bebida energética que contiene cafeína para mejorar el rendimiento físico y el rendimiento en un partido en jugadores de élite de bádminton. Metodología: Para caracterizar el bádminton participaron en esta tesis un total de 78 jugadores de bádminton de élite (63 hombres y 15 mujeres), distribuidos en tres estudios y se analizaron 40 sets de bádminton de individual masculino usando los videos oficiales de los Juegos Olímpicos de Pekín 2008 y Londres 2012. En el primer estudio se tomaron medidas de pliegues cutáneos, diámetros, longitudes y perímetros del lado dominante y no dominante de los jugadores. Se calculó la composición corporal y el somatotipo. En el segundo estudio se analizaron los factores temporales y los factores notacionales de los partidos. En el tercer estudio se midieron la fuerza máxima isométrica, la velocidad en test específicos de bádminton y se tomaron muestras de sangre antes y después de jugar un partido de bádminton de 45 minutos. En el cuarto estudio se realizó un experimento a doble ciego, aleatorizado y controlado con placebo, los jugadores ingirieron 3 mg de cafeína por kilógramo de masa corporal en forma de bebida energética, o la misma bebida sin cafeína (placebo). En este estudio se registraron diferente tests específicos de bádminton (tests de salto, fuerza máxima y test de agilidad) y se jugó un partido simulado de 45 minutos. Resultados y discusión: (1) El porcentaje óseo fue mayor calculado a partir de las mediciones del lado dominante (dominante = 16.37 ± 1.14 %, no dominante = 15.66 ± 1.12 %; P < 0.001), mientras que el porcentaje muscular fue mayor calculado a partir de las mediciones del lado no dominante (dominante = 49.39 ± 2.60 %, no dominante = 50.18 ± 2.69%; P < 0.001). (2) La duración del set (Pekín: 1124.6 ± 229.9 s vs Londres: 1260.3 ± 267.1 s.; P < 0.05), el tiempo real de juego (Pekín: 306.9 ± 45.7 s vs Londres: 354.7 ± 86.5 s; P < 0.05), tiempo de rally, golpeos por rally, tiempo de descanso en el punto 11, tiempo de descanso entre sets y golpeos por rally fueron significativamente mayores en Londres que en Pekín. (3) El partido simulado de bádminton no afectó a la fuerza isométrica máxima (Pre: 1263.6 ± 245.5, Post: 1290.8 ± 240.4 N) o a la velocidad específica de bádminton (Pre: 21.0 ± 1.7, Post: 20.9 ± 1.8 s), sin embargo las concentraciones de mioglobina y de creatina quinasa en sangre aumentaron de 26.5 ± 11.6 a 197.3 ± 70.2 μg • L-1 y de 258.6 ± 192.2 a 466.0 ± 296.5 U • L-1, respectivamente después del partido de bádminton. (4) En comparación con la bebida placebo, la ingesta de la bebida energética con cafeína incrementó la altura del SJ (34.5±4.7 vs. 36.4±4.3 cm; P < 0.05) y del CMJ (37.7 ± 4.5 vs. 39.5 ± 5.1 cm; P < 0.05) y aumentó el número de aceleraciones totales durante el partido (7395 ± 1594 vs. 7707 ± 2033 aceleraciones; P < 0.05). Conclusiones: (1) Existen asimetrías corporales en los jugadores de bádminton de alto nivel, al encontrarse diferencias en los diámetros óseos y en los perímetros entre el lado dominante y no dominante. Al calcular la composición corporal con el lado dominante de los jugadores de bádminton se está sobreestimando el porcentaje óseo e infraestimando el porcentaje muscular. (2) El bádminton está evolucionando hacía rallies más largos con intervalos de descanso mayores, lo que resulta en partidos más largos. (3) El partido de bádminton generó daño muscular, sin embargo, el nivel de daño muscular alcanzado después de un partido de bádminton no produjo una disminución del rendimiento muscular. (4) El uso de una bebida energética con cafeína puede ser una ayuda nutricional eficaz para aumentar el rendimiento en el salto y patrones de actividad durante el juego en jugadores de élite de bádminton. ABSTRACT: This study analyzes the structure of the game and the morphological and physiological parameters in badminton players, investigated in four applied studies. Purpose: The purposes of the study were: (1) To check if there are differences between the dominant and non-dominant side in the anthropometric measures of badminton players at the highest national level and verify if the side of the body where the measurements are performed can influence the calculation of the body composition and the somatotype. (2) To compare the temporal and notational structure in men’s singles matches between the Olympic Games in Beijing and London to observe the evolution of badminton between 2008 and 2012. (3) To asses the occurrence of muscle damage after a simulated badminton match and its influence on physical and haematological parameters. (4) To determine the effectiveness of a commercially available energy drink that contains caffeine to improve match performance in elite badminton players. Methods: A total of 78 elite badminton players (63 men and 15 women) participated in this thesis to characterize the sport of badminton distributed in three studies and 40 sets of men’s singles badminton analyzed using the official videos of the Olympic Games of Beijing 2008 and London 2012. In the first study skinfolds, diameters, lengths and perimeters of the dominant and non-dominant side of the players were measured and body composition and somatotype were calculated. In the second study the temporal and notational factors were analyzed. In the third study maximal isometric force and speed in badminton specific tests were measured and blood samples were taken before and after a badminton match of 45 minutes. In the fourth study, a double-blind, randomized placebo-controlled experiment, players ingested 3 mg of caffeine per kilogram of body mass in the form of an energy drink or an identical drink with no caffeine content (placebo). In this study different badminton specific tests (jump tests, handgrip force test and an agility test) were recorded and a simulated badminton match of 45 minutes was played. Results and discussion: (1) The percentage of bone was higher when calculated from measurements of the dominant body side (dominant = 16.37 ± 1.14 %, nondominant = 15.66 ± 1.12 %; P < 0.001), while the muscle percentage was higher when calculated from measurements of the non-dominant side (dominant = 49.39 ± 2.60 %, non-dominant = 50.18 ± 2.69%; P < 0.001). (2) Set duration (Beijing: 1124.6 ± 229.9 s vs. London: 1260.3 ± 267.1 s.; P < 0.05), real time played (Beijing: 306.9 ± 45.7 s vs. London: 354.7 ± 86.5 s; P < 0.05), rally time, shots per rally, rest time at point 11, rest time between sets and shots per rally were significantly higher in London than in Beijing. (3) A simulated badminton match did not affect maximal isometric force (Pre: 1263.6 ± 245.5, Post: 1290.8 ± 240.4 N) or specific badminton speed (Pre: 21.0 ± 1.7, Post: 20.9 ± 1.8 s), however, concentrations of myoglobin and creatine kinase in blood increased from 26.5 ± 11.6 to 197.3 ± 70.2 μg • L-1 and from 258.6 ± 192.2 to 466.0 ± 296.5 U • L-1, respectively after the badminton match. (4) In comparison to the placebo drink, the caffeinated beverage increased height in the SJ (34.5±4.7 vs. 36.4±4.3 cm; P < 0.05) and in the CMJ (37.7 ± 4.5 vs. 39.5 ± 5.1 cm; P < 0.05) and increased the number of total accelerations during the match (7395 ± 1594 vs. 7707 ± 2033 accelerations; P < 0.05). Conclusions: (1) Body asymmetries were found in high level badminton players, due to the differences found in bone diameters and perimeters between the dominant and non-dominant body side. When calculating body composition with the dominant side of the badminton players we are overestimating bone percentage and underestimating muscle percentage. (2) Badminton is evolving towards longer rallies with greater rest intervals, resulting in longer matches. (3) The badminton match generated muscle damage, however, the level of muscle damage reached after a badminton match did not produce a decrease in muscle performance. (4) The ingestion of an energy drink containing caffeine might be an effective ergogenic nutritional supplement to increase jump performance and activity patterns during the game in elite badminton players.
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La presente tesis analiza el efecto del ejercicio físico agudo y la hidratación sobre las concentraciones de homocisteína total (tHcy) y su relación con los parámetros implicados en el metabolismo de la homocisteína como el folato, la vitamina B12, y la creatina en una muestra de varones jóvenes físicamente activos. El trabajo se basa en los resultados del estudio realizado en la Facultad de Ciencias de la Actividad Física y del Deporte de la Universidad Politécnica de Madrid. Para el cual se contó con un total de 29 voluntarios sanos físicamente activos de la Comunidad de Madrid. Los principales resultados de esta tesis son: a) Las concentraciones de tHcy aumentaron después del ejercicio agudo tanto tras una prueba de intensidad máxima (VO2max) como una submáxima (65 % of VO2max) en varones físicamente activos independientemente de las sus concentraciones basales de tHcy. b) Las concentraciones de tHcy disminuyeron 2 h después del ejercicio físico aeróbico submáximo tras aplicar un protocolo de hidratación con una bebida para deportistas. c) Un adecuado protocolo de hidratación durante el ejercicio físico agudo previno el aumento de las concentraciones de tHcy hasta 2 h después del ejercicio. d) Las concentraciones de tHcy aumentaron a las 6 h tras la finalización del ejercicio únicamente en los test en los que no se siguió un protocolo de hidratación durante el ejercicio físico. e) A las 24 h tras el ejercicio, las concentraciones de tHcy volvieron a los niveles basales independientemente de si se aplicó un protocolo de hidratación durante el ejercicio o no. f) Es necesario aclarar si existen mecanismos subyacentes relacionados con el riesgo cardiovascular debido al aumento transitorio de las concentraciones de tHcy inducidas por el ejercicio agudo. Se necesitan más estudios que analicen la relación entre las concentraciones de tHcy después del ejercicio físico agudo y la implicación de la creatina, vitamina B12 y folato como parámetros relacionados en el metabolismo de la homocisteína. El efecto agudo del ejercicio físico aumenta las concentraciones de tHcy por encima de los valores recomendados; sin embargo, un adecuado protocolo de hidratación mantiene las concentraciones a niveles basales y previene el posterior aumento en una muestra de varones adultos físicamente activos. ABSTRACT The current thesis analyzes the effect of exercise and hydration on total homocysteine (tHcy) concentrations and the relationship with the implicated parameters, like folate, vitamin B12, and creatine in physically active male adults. The work is based on the results of the study conducted at the Faculty of Physical Activity and Sport Sciences of the Technical University of Madrid. A total of 29 physically active voluntary healthy males from the Region of Madrid were recruited. The main outcomes of this thesis are: a) tHcy concentrations increased after acute exercise with both, maximal (VO2max) and submaximal (65 % of VO2max) tests in physically active male subjects independently of their baseline tHcy status. b) After 2 h of rehydration with a sport drink, tHcy concentrations, which had previously increased during an acute exercise, decreased significantly, although they didn´t recover to baseline values. c) An adequate hydration protocol during acute aerobic submaximal exercise prevents the increase of tHcy concentrations and maintains these concentrations at baseline up to 2 h post-exercise. d) Serum tHcy concentrations increased after submaximal exercise when the hydration protocol during exercise was not applied. Furthermore, tHcy concentrations reached maximal values 6 h after the end of exercise. e) At 24 h, tHcy concentrations recovered baseline values independently whether or not there was a hydration protocol during exercise. f) There is a need to clarify the underlying mechanisms related to cardiovascular risk due to the transient increase of tHcy concentrations induced by acute exercise. Further research analayzing the relationship between tHcy concentrations after acute exercise and the implication of creatine, vitamin B12 and folate as related parameters in the homocysteine metabolism is needed. Finally, tHcy concentrations increased above the recommended values after an acute aerobic submaximal exercise; nevertheless, a good hydration protocol maintains tHcy concentrations at baseline and prevents the further increase in a sample of physically active male adults.
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CHAPTER II - This study evaluated the effects of two different types of acute aerobic exercise on the osmotic stability of human erythrocyte membrane and on different hematological and biochemical variables that are associated with this membrane property. The study population consisted of 20 healthy and active men. Participants performed single sessions of two types of exercise. The first session consisted of 60 min of moderate-intensity continuous exercise (MICE). The second session, executed a week later, consisted of high-intensity interval exercise (HIIE) until exhaustion. The osmotic stability of the erythrocyte membrane was represented by the inverse of the salt concentration (1/H50) at the midpoint of the sigmoidal curve of dependence between the absorbance of hemoglobin and the NaCl concentration. The values of 1/H50 changed from 2.29 ± 0.1 to 2.33 ± 0.09 after MICE and from 2.30 ± 0.08 to 2.23 ± 0.12 after HIIE. In MICE has occurred an increase in the mean corpuscular volume, probably due to in vivo lysis of older erythrocytes, with preservation of cells that were larger and more resistant to in vitro lysis. The study showed that a single bout of acute exercise affected the erythrocyte osmotic stability, which increased after MICE and decreased after HIIE.
Resumo:
A presente dissertação teve como objetivo o desenvolvimento e caracterização de sensores potenciométricos com base em polímeros de impressão molecular (MIP, do inglês, Molecularly Imprinted Polymer) para a determinação da molécula alvo, a acetilcolina. A acetilcolina (ACh) é um neurotransmissor que está associado à doença de Alzheimer. Os materiais biomiméticos desenvolvidos para a interação com a ACh foram obtidos por polimerização em bulk, recorrendo a uma combinação de nanotubos de carbono com monómeros de anilina, dispersos em solvente plastificante oNFOE e PVC. Para aferir sobre o efeito da impressão de ACh na resposta dos materiais MIP, foram igualmente preparados e avaliados materiais de controlo, ou seja, materiais sem impressão molecular (NIP). O controlo da constituição química destes materiais foi realizado recorrendo a Espectroscopia de Raman e Espectroscopia de Infravermelho com transformada de Fourier (FTIR, do inglês Fourier Transformed Infrared Spectroscopy). Os materiais desenvolvidos foram integrados em membranas seletivas de ião, preparadas com ou sem aditivo iónico lipófilo, de carga negativa ou positiva. A avaliação das características gerais das membranas baseou-se na comparação das caraterísticas dos diversos elétrodos. Estas caraterísticas foram obtidas a partir de curvas de calibração, conseguidas para valores de pH diferentes. Em meio ácido, mais precisamente para pH 4, as membranas com materiais impressos e aditivo aniónico foram as que apresentaram as melhores características analíticas, quer em termos de sensibilidade (+83,86 mV década-1) quer em gama de linearidade (de 3,52×10-5 a 1,73×10-3 M). O estudo de seletividade realizado aos sensores revelou que os elétrodos cuja membrana possuía aditivo aniónico apresentavam menores valores de log KPOT. A presença desse constituinte fez com que a seletividade aumentasse nesses mesmos elétrodos. A espécie menos interferente foi a creatina e a mais interferente a creatinina. Os elétrodos foram, ainda, aplicados em amostras de soro sintético. A qualidade dos resultados obtidos dependeu do nível de concentração em estudo, sendo possível identificar uma região onde os resultados foram exatos e precisos. De uma forma geral, os biossensores com MIP e aditivo aniónico apresentaram um desempenho adequado à prossecução deste estudo em amostras reais.